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Singapore ed Indonesia (Java-Komodo-Flores-Nusa Penida-Bali)

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Singapore ed Indonesia

(Java – Komodo – Flores – Nusa Penida – Bali)

agosto 2024

 

 

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  1. A) informazioni generali ns viaggio (pagina 1)

1 – itinerario

2 – costi

3 – info pernottamenti

 

  1. B) informazioni varie (pagina 5)

 

  1. C) nostro viaggio giorno per giorno (pagina 7)

 

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  1. A) INFORMAZIONI GENERALI NS VIAGGIO:

 

IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 31 pagine … almeno sapete … di che morte morire se iniziate a leggere … In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte prima della partenza e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa.

 

1 – ITINERARIO 

 

Quando: 23 giorni dal 02.08.2024 al 24.08.2024.

 

Perché questo viaggio: doveva essere il viaggio di agosto 2020, annullato ovviamente per via del Covid. Siccome nostra figlia Martina, che lo aveva proposto per allora, ha manifestato ancora interesse per questa destinazione, abbiamo deciso di accontentarla. La meta principale era l’isola di Flores, ancora non troppo toccata dal turismo, e poi abbiamo unito tutto il resto.

Itinerario:

  • volo diretto Singapore Airlines su Singapore (2 notti)
  • volo su Surabaya (Java) – tour dei vulcani di Java est con tour operator: 1 notte al Bromo – 1 notte all’Ijen
  • traghetto per Bali – 1 notte a Nusa Dua
  • volo Air Asia per Flores – 2 notti Labuan Bajo – crociera di un giorno nell’arcipelago di Komodo – tour di Flores con tour operator: 1 notte a Bayawa – 1 a Moni – 2 a Riung – 1 a Ruteng – 1 a Labuan Bajo
  • volo Air Asia per Bali – 1 notte a Sanur
  • traghetto per Nusa Penida – 3 notti
  • traghetto per Bali – 2 notti ad Ubud – 1 notte a Nusa Dua
  • volo Singapore Airlines per MXP con scalo a Singapore

2 – COSTI 

Prenotazioni: abbiamo fatto tutto da soli

Voli: € 1.253 a testa.

Li abbiamo prenotati 11 mesi prima sui rispettivi siti.

1) voli Singapore Airlines € 1.113 x 3 = € 3.339

1) voli Air Asia € 140 x 3 = € 420

 

 

 

 

Pernottamenti: € 1.651

 

– Ibis Styles Singapore Albert (Singapore) – solo pernottamento – € 164

– Ibis Styles Singapore Albert (Singapore) – solo pernottamento – € 164

– Cafè Lava Hostel (Bromo) – B & B – compreso nel tour di Perama

– non ricordo il nome (Ijen) – B & B – compreso nel tour di Perama

– Green D’Mel Luxory Homestay (Nusa Dua – Bali) – B & B – € 84

– Sunset Hill Hotel (Labuan Bajo – Flores) – solo pernottamento – € 55

– Sunset Hill Hotel (Labuan Bajo – Flores) – solo pernottamento – € 55

– Bajawa Roo Hotel (Bajawa – Flores) – B & B – € 54

– Mahoni Guest House (            Moni – Flores) – B & B – € 32

– Loca Lobo Lodge (Riung – Flores) – B & B – € 93

– Loca Lobo Lodge (Riung– Flores) – B & B – € 93

– Mama’s Homestay (Ruteng – Flores) – B & B – € 36

– The Jayakarta Suites Komodo (Labuan Bajo – Flores) – B & B  – € 98

– Tropical Bali Hotel (Sanur – Bali) – B & B – € 71

– Pramana Natura (Nusa Penida) – B & B – € 165

– Pramana Natura (Nusa Penida) – B & B – € 165

– Putra Bali Villa by Bukit Vista ( Nusa Penida) – solo pernottamento – € 92

– Villa Waturenggong Ubud (Ubud – Bali) – B & B – € 74

– Villa Waturenggong Ubud (Ubud – Bali) – B & B – € 53

– Green D’Mel Luxory Homestay (Nusa Dua – Bali) – B & B – € 103

 

Gli hotel a Flores sono da prenotare con larghissimo anticipo visto che sono pochi e hanno poche camere. Oltretutto molto sono proprio basici quindi bisogna accaparrarsi quelli più decenti. Noi li avevamo prenotati a settembre dell’anno scorso.

 

Tour operator Perama: € 2.034

Noi preferiamo viaggiare per conto nostro, con l’affitto dell’auto, ma per questo viaggio ci siamo dovuti adeguare. A Java lo avevamo accantonato per il fatto che i due vulcani che volevamo visitare, bisognava farlo di notte, quindi, sarebbe stato pesante per Pier, non dormire e di giorno guidare. A Flores, siamo diventati matti a cercare una macchina, ma non ci sono auto in affitto. A Bali invece l’avevamo affittata, ma dopo aver visto il delirio di mezzi che ci sono su quell’isola, l’abbiamo annullata e prenotato un driver. Vedendo tutte le problematiche, abbiamo deciso di appoggiarci a Perama (https://www.peramatour.com/en/). Ci era stato suggerito questo tour operator da un’amica. Ci siamo fatti fare vari preventivi e loro sono risultati i più competitivi. Abbiamo pagato un acconto al momento della prenotazione, 7 mesi prima, ed il saldo un mese prima. Giudizio: ottimo. Tutto organizzato alla perfezione. Ci hanno dato delle ottime guide e degli ottimi driver su ogni isola. Le recensioni negative che hanno su TripAdvisor sono per le crociere di più giorni a Komodo, dove loro si appoggiano ad operatori locali, quindi, il fatto che le navi non siano pulite non è imputabile a loro (bisogna considerare che tutte le barche hanno pessime recensioni). Questo è il motivo per il quale non abbiamo fatto la crociera. Dicono tutti che sia bellissima per i posti che si vedono, ma la pulizia è una cosa primaria.

  • Java 3 giorni: IDR 2.500.000 (€ 147) a testa x 3 = IDR 7.500.000 € 447

(https://www.peramatour.com/en/tour/detail/194/bali-ijen-bromo-bali)

Compreso driver privato che ci ha presi all’aeroporto di Surabaya (ci ha lasciati alla barca per Bali), traghetto, e poi driver fino a Kuta (Bali). Erano compresi i due pernottamenti al Bromo e all’Ijen con colazione, gli ingressi, le guide in loco, le maschere per l’ossigeno all’Ijen. Non erano compresi i pasti.

  • Komodo 1 giorno: IDR 1.350.000 (€ 80) a testa x 3 = IDR 4.050.000 € 241

(https://www.peramatour.com/en/tour/detail/107/one-day-komodo-tour)

Compreso il transfer dall’albergo al porto e viceversa, pranzo, maschere per lo snorkelling. Le tasse di ingresso al parco di Komodo (IDR 350.000 € 20 a testa) non erano comprese.

  • Flores 7 giorni: IDR 6.000.000 (€ 352) a testa x 3 = IDR 18.000.000 € 1.072

(https://www.peramatour.com/en/tour/detail/77/the-great-flores-land-tour)

Compresi driver e guida, giornata in barca con il pranzo alle 17 Islands a Riung. Non erano compresi pasti ed hotel e gli ingressi ai parchi.

  • Bali: IDR 800.000 (€ 50) x 3 giorni = IDR 2.400.000 € 150

 

 

 

 

Altre spese: € 2.319

  • ristoranti: € 1.243
  • ingressi e parcheggi: € 221
  • snorkelling con le mante a Nusa Penida (barca privata): € 176
  • tramonto all’ultimo piano del Marina Sand Bay a Singapore: € 74
  • visto per l’Indonesia: € 30 x 3 = € 90
  • tassa turistica I love Bali: € 9 x 3 = € 27
  • ferry per Nusa Penida: € 25 x 3 = € 75
  • persi hotel Riung (l’abbiamo cambiato il giorno prima): € 126
  • taxi e metro: € 127
  • varie: € 160

 

 

3 – INFO PERNOTTAMENTI  

Li abbiamo prenotati tutti su Booking 10 mesi prima, annullabili fino a qualche giorno prima e li abbiamo pagati in loco.

  • Ibis Styles Singapore Albert (Singapore) – Voto 7

https://www.booking.com/hotel/sg/ibis-styles-singapore-albert.it.html

Considerando che Singapore ha prezzi alti, questo è stato un ottimo compromesso. La camera (matrimoniale e letto singolo) era piccola ma pulita. Sul tetto della struttura, c’erano la piscina e la palestra. La colazione non era compresa nel prezzo. Hanno un piccolo ristorante dove poterla fare.

  • Cafè Lava Hostel (Bromo – Java) – Voto 5

Ostello molto basico e vecchio, abbastanza pulito. Era compreso nel pacchetto di Perama. La colazione, in rientro dal Bromo, è stata medio-bassa. Avevamo una camera tripla.

  • non ricordo il nome (Ijen – Java) – Voto 6

Struttura accettabile con ristorante all’interno. Cena nulla di che, colazione immangiabile (toast, con pane non tostato, lattuga, una fettina di formaggio ed una di prosciutto, cipolle come se non ci fosse un domani ed una dose abbondante di ketchup). Camera semplice ma pulita. Avevamo due camere doppie. Era compreso nel pacchetto di Perama.

  • Green D’Mel Luxury Homestay (Nusa Dua – Bali) – Voto 8

https://reserve.greendmel.com/

Ci siamo trovati molto bene. La struttura è bella con la piscina ed un bel giardino con un laghetto con le carpe koi. Le camere sono carine. Avevamo due doppie, una standard ed una superior con vista piscina. La colazione ottima. Abbiamo anche cenato, una delle due sere, e abbiamo mangiato bene. Siccome ci è piaciuto, abbiamo prenotato anche l’ultima sera, prima del volo di rientro.

  • Sunset Hill Hotel (Labuan Bajo – Flores) – Voto 7

https://hotelsunsethill.com/

Il panorama è bello, come dice il nome, si trova su una collina con vista sul tramonto. La nostra camera era un appartamento molto grazioso, enorme, con un letto matrimoniale e due letti singoli, e con il terrazzo. È una struttura vecchiotta che necessita di manutenzione ai serramenti e alle tende. La colazione viene servita nella terrazza sul tetto. Hanno il servizio navetta aeroportuale e che accompagna e recupera i clienti in centro, ad orari stabiliti, per la cena.

  • Bajawa Roo Hotel (Bajawa – Flores) – Voto 6

https://www.booking.com/hotel/id/bajawa-roo.it.html

Come tutte le strutture a Flores, anche questa è vecchiotta. Pulita, personale molto cortese. La colazione buona. Avevamo due camere doppie.

  • Mahoni Guest House (Moni – Flores) – Voto 5

https://www.booking.com/hotel/id/mahoni-guest-house.it.html

Questo è stato l’hotel più brutto della vacanza, ma non ci sono molte alternative a Moni. Era brutto perché vecchiotto e molto basico, ma pulito e i proprietari gentilissimi. Ci hanno preparato il breakfast box per la colazione con dei pan cake. Nonostante l’ora, era presto, ce li hanno fatti prima che partissimo. Avevamo due camere doppie. Di fianco c’è un ottimo ristorante dove poter cenare.

  • Loca Lobo Lodge (Riung – Flores) – Voto 9

https://itslocalobolodges.com/

Ha aperto da 3 mesi. Si trova in un fiordo con vista tramonto, ad una ventina di minuti da Riung.  Ci sono 5 camere su palafitta, tutte fatte in bamboo. Noi avevamo due camere doppie. La colazione viene servita nel portico della camera, e volendo, anche la cena. In alternativa si mangia nella struttura ristorante. I pasti che abbiamo fatto sono stati tutti ottimi. Augus, il proprietario che vive sulla collina alle spalle delle camere, ha progettato e realizzato tutto personalmente. Lui è una persona squisitissima. Una delle due sere, essendo il suo compleanno, ha offerto ai clienti, ai loro driver e guide, e a qualche amico, un’incredibile cena a base di pesce grigliato, nello spiazzo davanti a casa sua. Questo posto merita proprio. Lo consiglio vivamente.

  • Mama’s Homestay (Ruteng – Flores) – Voto 7

https://ruteng-mamashomestay.com/

Primo impatto abbiamo detto: mamma mia dove siamo finiti perché si trova in mezzo ad altre case con galline ed animali vari, poi ci siamo trovati benissimo. È una casa adibita a B & B. Hanno tre camere doppie + una singola nella struttura principale, ed una tripla nella casetta di fianco. I bagni sono in comune (questo non lo avevamo inteso prenotando, altrimenti avremmo scelto altro), erano nuovi di pacca e pulitissimi. Le camere, ne avevamo due doppie, erano semplici ma pulite, le lenzuola avevano un profumo buonissimo. I ragazzi che lo gestiscono sono squisiti. La colazione è stata molto buona. Soggiorno semplice ma molto consigliato.

  • The Jayakarta Suites Komodo  (Labuan Bajo – Flores) – Voto 8 https://www.jayakartahotelsresorts.com/en/hotel/the-jayakarta-suites-komodo-flores

Si trova a 10 minuti dal centro. Hanno una grande piscina e si affaccia sulla baia di Labuan Bajo. La spiaggia è bella ma il mare non molto, visto che il fondo è fangoso. Hanno il ristorante. Noi abbiamo pranzato ed era tutto buono. La colazione è stata ottima. Hanno la navetta aeroportuale. Avevamo due camere doppie.

  • Tropical Bali Hotel (Sanur – Bali) – Voto 8

https://tropical-bali-hotel.com/

Struttura gestita da una ragazza francese. Si affaccia sulla piscina e sul piccolo giardino tropicale. Avevamo una camera tripla molto carina. La colazione, ottima, ci è stata servita nel terrazzo davanti alla camera.

  • Pramana Natura (Nusa Penida) – Voto 10

https://pramanapenida.com/

Struttura molto bella vista mare, con la piscina infinity. Ottimo servizio ed ottimo ristorante. Avevamo una camera tripla (hanno aggiunto un letto per Martina) molto grande e proprio bella. Al nostro arrivo abbiamo trovato della frutta in camera.

  • Putra Bali Villa by Bukit Vista (Nusa Penida) – Voto 7

https://www.booking.com/hotel/id/putra-bali-villa.it.html

Avendo aggiunto, pochi giorni prima, una notte sull’isola, il Pramana non aveva disponibilità. Abbiamo quindi prenotato qui. La struttura con 5 camere, per 10 persone, era tutta per noi perché accettano solo una prenotazione a notte. È molto carina. C’è una piccola piscina. Non servono la colazione. Le due camere dove ci siamo sistemati, al piano terra erano molto umide e puzzavano di muffa. Avremmo dovuto spostarci sopra, quando ce ne siamo accorti, dopo cena, ma avendo già usato i bagni ed il letto nel pomeriggio, non ci andava di sporcarne altre due. Quindi il voto basso lo do per questo motivo.

  • Villa Waturenggong Ubud (Ubud – Bali) – Voto 8

https://katestravelexperience.eu/villa-waturenggong-ubud-indonesia?correlationID=1cb21c25-d66e-400e-8ec2-2da91397bca1

Si trova poco distante dal centro di Ubud però la si riesce a raggiungere, in arrivo ed uscita della città, senza rimanere ore imbottigliati nel traffico. Ci sono vari chalets doppi, in legno, mentre la nostra stimazione, era una villetta molto grande con cucina, di fianco alla piscina. La colazione è stata abbastanza buona.

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B – INFO VARIE

Valute:

– per Singapore: dollaro di Singapore SGD 1,44 = € 1

– per l’Indonesia: Rupia Indonesiana IDR 17.000 = € 1

Per avere valuta locale, abbiamo prelevato ai bancomat. Una volta sola in un banco cambio. Accettano gli Euro. Per i pagamenti, a parte qualche piccolo ristorante, abbiamo sempre pagato con carta.

 

Documenti e visti: per gli italiani non è richiesto il visto. Consultare comunque il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/). Sia Singapore che l’Indonesia, chiedono il biglietto del volo di rientro e la prenotazione alberghiera della prima notte.

 

  • Singapore: si deve sottoscrivere la SGAC (Singapore Arrival Card). La si può richiedere entro 3 giorni dall’arrivo (https://www.ica.gov.sg/) oppure all’arrivo. Non costa nulla.

 

  • Indonesia:

– e VOA (on-line 14 gg.prima di partire https://molina.imigrasi.go.id/) o VOA (all’arrivo) (IDR 500.000 € 30 a testa)

– dichiarazione doganale on-line (a partire da 2 gg prima dell’arrivo o all’arrivo) https://ecd.beacukai.go.id/

Se si esce da Bali per visitare altre isole e poi si ritorna, non si deve pagare nuovamente.

 

Taxi: abbiamo usato Grab. Comodo e conveniente.

 

Cellulare: copertura ovunque. Non c’era segnale solo nell’hotel Loca Lobo a Riung (Flores).

 

Fuso: + 6 a Singapore, Bali, Flores e Nusa Penida mentre + 5 a Java.

 

Fotografia: Ho fatto 4.200 foto … Come lenti ho usato 24-105 le altre non le ho portate per viaggiare leggera. Tra tutte forse sarebbe servito il grandangolo per Singapore, ma facendo le panoramiche, ho risolto il “problema”.

 

Drone: in Indonesia si piò usare senza problemi. Si deve evitare solo in prossimità degli aeroporti e dove ci sono assembramenti di persone. Ci sono vari siti ed applicazioni dove si può vedere i posti vietati.

Corrente: a Singapore prese tipo G mentre in Indonesia tipo C.

 

Temperatura: a Singapore caldo ma più che altro il tasso di umidità era altissimo. Per il resto durante il giorno faceva ovviamente caldo, ma la sera si stava bene. Abbiamo trovato freddo la sera e di notte a Java (Bromo), e a Flores (Bajawa, Moni e Ruteng) visto che si trovano a mt.1.000 di altitudine.

 

Meteo: sempre bello a parte piogge sporadiche un giorno a Singapore.

Trekking a Java e a Flores: Per arrivare alla caldera del Bromo si cammina solo 10 minuti. Per l’Ijen avrebbe dovuto essere un trekking di un paio d’ore su sentiero facile (dislivello + mt.500 poi discesa nella caldera – mt.300 e ritorno dalla stessa strada) ma non abbiamo potuto farlo perché chiuso per attività sismica. Entrambi vengono fatti di notte, quindi, richiedono abbigliamento pesante e torce. Il Kelimutu, a Flores, richiede una mezzoretta, il sentiero è bello. Non si può più salire per vedere l’alba, quindi, viene fatto al mattino presto.

 

Sicurezza: gli indonesiani sono persone splendide quindi non abbiamo mai avuto la sensazione di trovarci in situazioni di non sicurezza. Gli abitanti di Flores sono il top. Ci fermavano per la strada per scambiare due parole e quando vedevano la macchina fotografica, volevano essere fotografati. Abbiamo trovato scontrosi solo i ragazzi in barca a Komodo e a Nusa Penida per vedere le mante.

 

Lingua: inglese

 

Alba e tramonto: alle 7.00 e alle 18.00

Cibo: abbiamo mangiato sempre molto bene. Il pesce è ottimo, ma anche tutte le zuppe. Siamo andati due volte in ristoranti giapponesi … altro che i crudi ed il sushi che si mangiano da noi!!!! Buonissimi tutti i frutti tropicali. Abbiamo assaggiato di tutto tranne il durian perché agosto non è il periodo giusto quindi non lo abbiamo trovato nei mercati. Ci sono piaciuti molto, il jack fruit, il dragon fruit, lo snake fruit ed il mangosteen. Abbiamo assaggiato il Luwak Coffée, il caffè raccolto dagli escrementi dei Luwak, simpatici animaletti simili ai procioni. Abbiamo ovviamente evitato verdure crude e ghiaccio. Avevamo timore per il famigerato “Bali Belly” (terribile virus che prende stomaco ed intestino, tipico soprattutto della zona di Ubud) ma nessuno di noi ha avuto problemi di salute.

Opinione di Singapore: Ci è piaciuta molto. Pulita e super organizzata in tutto. Abbiamo visitato diversi quartieri e li abbiamo trovati proprio graziosi. Ha ottimi ristoranti. L’unica nota dolente è il tasso di umidità, che è elevatissimo. Bastano due/tre giorni per visitarla.

Opinione di Java: tra tutte le isole visitate, questa è quella che ci è piaciuta di meno. I paesaggi visti lungo le strade non sono niente di che. Guidano come matti, da rischiare la vita. Il nostro driver era un ottimo guidatore ma ovviamente aveva pure lui il piede pesante. Abbiamo dovuto più volte dirgli di rallentare e di non fare sorpassi folli. Abbiamo aggiunto quest’isola per vedere i vulcani Bromo ed Ijen ma l’Ijen era chiuso da un mese per attività sismica e gas tossici. Un gran peccato perché dicono sia spettacolare. È uno dei due soli posti al mondo (l’altro è nel Dallol in Etiopia), dove si può vedere la lava blu. Non è logico, a mio avvisto, andare a Java solo il Bromo ma ormai avevamo prenotato i voli, quindi, non abbiamo potuto apporre nessuna modifica. Il Bromo è molto bello, ma il contesto non ci è piaciuto. Si sale in jeep alle 2.30 di notte. Quando si riesce a trovare parcheggio, si prosegue a piedi dribblando tra centinaia di macchine e moto, respirando a fatica per la puzza degli scarichi. Quando si lascia l’asfalto, si cammina una decina di minuti su sentiero facilissimo, e poi ci si deve accaparrare un posto con vista caldera, ed attendere ore prima che sorga il sole, al gelo e al buio. Se si tarda un pochino, si rischia di non vedere nulla perché non si sa dove mettersi. La caldera piena di nebbia con i coni vulcanici che fumano è sicuramente bellissima. Quando arriva il sole la nebbia si dirada. Onestamente avrei preferito andare lassù a metà mattina, quando non c’è più nessuno, e godermi il posto, ok senza nebbia, ma in quasi completa solitudine e non al gelo. Le migliaia di persone poi tornano alle jeep ed in processione scendono nella caldera per fare la piccola camminata che porta al vulcano che fuma. Dalla piana, si sale sul pendio, per affacciarsi e vedere il vapore, su un percorso obbligato a gradini. Si è tutti incolonnati e ci si impiega una quarantina di minuti per salire, cosa fattibile in 5 minuti al massimo. Ripeto, fatta a metà giornata, con poche persone, secondo me si apprezza molto di più il posto.

Non avendo potuto salire sull’Ijen, siamo andati in un piccolo parco, il Baluran, ma non era nulla di che.

Opinione di Komodo: imperdibile. Per raggiungere Komodo si deve partire dall’isola di Flores, da Labuan Bajo. Si può fare tappa fissa qui e fare le escursioni in giornata, oppure fare una crociera di più notti. Le imbarcazioni hanno recensioni pessime, dicono non siano pulite. Se si ha spirito di adattamento, dicono che è un’esperienza bellissima, perché hai la possibilità di goderti posti splendidi, senza centinaia di persone. Noi non ce la siamo sentita e poi non avevamo a disposizione giornate in più, quindi, abbiamo fatto un’escursione in giornata a Padar, Komodo, Taka Makassar e Kanawa. L’arcipelago è spettacolare. Il mare è davvero bello, come le spiagge (9 sono di sabbia rosa). Si ha la possibilità di vedere le tartarughe marine e le mante. I famosi draghi di Komodo si trovano sull’omonima isola e sull’isola di Rinca. Per vederli bisogna andare a cercarli con un ranger. Si è in piccoli gruppi ma quando se ne trova uno, tutti si concentrano in quel punto. Il povero animale si trova braccato. I ranger con un bastone lo intimano a mettersi sdraiato e fanno le foto con i turisti, alle sue spalle, a debita distanza. Questo non ci è piaciuto, ma, se li si vuole vedere, non si hanno alternative. L’escursione dura dalle 6.00 alle 17.00. Il pranzo è in lunch box. C’è acqua in bottiglia sempre a disposizione e, prima di rientrare al porto, servono the e caffè con barrette di cioccolato.

Opinione di Flores: bella, bella, bella. Di quello che c’è da vedere, non abbiamo trovato nulla da togliere il fiato, ma il contesto di tutto, soprattutto delle persone, ce ne ha fatto innamorare. L’isola è completamente genuina perché toccata poco dal turismo. La cosa bella è stata vedere la gente impegnata nelle attività quotidiane, come decenni fa. Sembra che il tempo si sia fermato, non c’è nulla creato per i turisti. Anche i pernottamenti sono basici, perché le strutture nuove sono poche. Le abbiamo comunque sempre trovate tutto pulite, semplici ma pulite. La vegetazione è rigogliosa. I frutti tropicali crescono spontaneamente. Ci sono tante coltivazioni di riso. Faccio presente che le strade sono tutte a curve e controcurve, visto che l’isola è completamente montuosa. Se posso dare un suggerimento, non fate il giro come lo abbiamo fatto noi, ad anello, perché si percorrono due volte le stesse strade. Prevedete di partire da Labuan Bajo ed arrivare ad Ende o Maumere, o viceversa. Noi non abbiamo fatto questa scelta perché, al momento, le compagnie aeree che partono da questi due ultimi aeroporti, sono sulla black list. L’ideale è mettere i pernottamenti come segue: Ruteng, Bajawa, Riung (2 o 3 notti visto che le Seventeen Island hanno un mare molto bello), Moni e poi finire ad Ende o Maumere. Dell’isola ci sono piaciuti molto il cratere del Kelimutu, con 3 laghi di colore diverso, le Seventeen Island, il villaggio tradizionale Bena, le risaie ed i mercati (soprattutto quello di Ruteng). Se qualcuno è interessato al trekking, valutate di scalare il vulcano Inerie. Lo si può fare anche di notte per vedere l’alba. È alto mt. 2.245 (dislivello + 1.080). Noi non sapevamo si potesse salire, altrimenti lo avremmo sicuramente fatto. La nostra guida, Freddie, non è un dipendente di Perama. Viene contattato in caso di bisogno, quindi lui lavora per vari tour operator ma organizza anche per conto proprio, ovviamente con lui come guida. Se qualcuno è interessato, mi contatti e comunico il suo numero. Facendo direttamente con lui, si salta un passaggio, quindi si risparmia qualcosina.

Opinione di Nusa Penida: La si raggiunge in traghetto (1 ora quelli normali, ½ ora quelli veloci), dal porto di Sanur a Bali. Abbiamo passato tre giorni su quest’isola. Ci è piaciuta molto. Il mare è bello e offre punti perfetti per lo snorkelling. Si ha la possibilità di nuotare con le mante a Manta point. Alcuni punti sono super battuti dai turisti, perché sono davvero belli, però devo dire che non abbiamo avuto mai la sensazione che fossero troppi … La parte centrale dell’isola è molto verde ma non è bella come l’isola di Flores. La parte sud della costa ha scogliere alte battute dal mare agitato. La parte nord invece ha spiagge soggette al fenomeno della marea. Quando il mare si abbassa, si possono vedere le coltivazioni delle alghe. Le spiagge dove si può fare il bagno, si trovano in baie protette.

Opinione di Bali: … Bali … cosa dire di quest’isola?? Ci siamo passati due volte (da Java a Flores e da Flores a Nusa Penida) e poi messo tre notti alla fine del viaggio, solo perché il volo di rientro sarebbe partito da lì. Non ne avremmo voluta fare neppure una, però ci siamo detti: già che passiamo … magari non ci capiterà più di vederla. Siamo quindi arrivati prevenuti, avendo letto tante recensioni negative. Nostro parere: in primis non andare ad agosto. L’ideale ci hanno detto che è maggio. Se proprio non si hanno alternative, se si evita come la peste la parte sud, anche se purtroppo ci si deve passare perché l’aeroporto è in quella zona, allora ha un suo grande perché. In quella zona ci sono il delirio di moto e macchine. Abbiamo impiegato quasi due ore per percorrere km.18. Poi, se uno va per stare in hotel e per la movida, allora è il posto perfetto. A mio avviso, però, Bali è da visitare in lungo e in largo. Offre tanto a livello di templi (ovviamente nei più famosi è pieno di turisti quindi non si percepisce la famosa misticità per la quale Bali, l’isola degli dei, è famosa), a livello di cascate, mercati, natura e risaie. Riguardo a queste, è da evitare, secondo me, quella di Tegallaland visto che è piena di zip line, altalene e cose del genere … anziché perdersi tra i sentieri cullati solo dal rumore dell’acqua che scorre, si sentono le urla di chi ti passa sopra la testa. Ovviamente, anche qui, se piace la cosa, allora è il paradiso … Noi cerchiamo nei vari posti che visitiamo, per quanto è possibile, poco impatto umano. Si sa che ormai per il turismo si fa di tutto, ma bisognerebbe cercare di non stravolgere quello che è l’originalità del posto. Sempre riguardo alle risaie, imperdibili sono quelle di Jatiluwih. Avremmo voluto visitare l’isola con la macchina in affitto, ma vedendo come guidano, abbiamo preso un driver per 3 giorni. Avevo fatto una cernita prima di partire, di posti belli ma poco battuti, quindi, ci siamo fatti portare dove volevamo noi. Purtroppo, non siamo andati nella Sidemen Valley (dicono che sia uno dei pochi posti di Bali ancora genuini) perché abbiamo fatto una modifica di pernottamenti quando eravamo già in Indonesia, togliendo una notte in quella valle, per aggiungerne una a Nusa Penida, per andare a vedere le mante. Ci è piaciuta molto la zona di Munduk. A bocce ferme, posso dire che quello che abbiamo visto, ci è piaciuto, come pure i balinesi, sono persone squisite.

Opinione generale: per noi è stata la prima volta in Asia (a parte un viaggio a Bangkok + un’isola, 25 anni fa) e siamo tornati soddisfatti. Il voto 10 lo prendono le persone, soprattutto gli abitanti di Flores. Torneremo sicuramente.

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  1. C) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:

 

1) 02 agosto 2024 – venerdì

Finalmente il giorno della partenza. Raggiungiamo Malpensa con due nostri amici, con i quali ci aiutiamo sempre con i passaggi in aeroporto.  Check-in e controlli vari, molto veloci. Andiamo a pranzo nella lounge Montale in attesa dell’imbarco. Il volo è pieno. Partiamo alle 13.30 e durerà 11 ore e 20. Ottimo servizio di bordo.

 

 

2) 03 agosto 2024 – sabato – Singapore

Atterriamo a Singapore alle 7.20 locali (per noi l’1.20 di notte). Il fuso è quindi 6 ore in avanti. In 25 minuti da quando scendiamo dall’aereo … usciamo con le nostre valige. Efficienza a mille! I controlli passaporti vengono fatti senza l’ausilio di un addetto quindi non ci fanno il timbro sul passaporto, questo mi spiace. Non ci chiedono la SGAC (Singapore Arrival Card). Probabilmente a sistema vedono che l’abbiamo già fatto. La si può richiedere entro 3 giorni dall’arrivo (https://www.ica.gov.sg/) oppure in loco. Non costa nulla. Noi l’avevamo compilata on-line prima di partire. Una cappa di umidità di avvolge. È umido e molto caldo. Usiamo l’App di Grab per raggiungere il nostro hotel in centro, nel quartiere indiano. Paghiamo € 17. La tratta dura una ventina di minuti. La strada passa vicino al mare ed è costeggiata da piante. Tutto super curato. In hotel ci cambiamo e lasciamo le valige in un locale adibito. Alle 8.30, freschi come delle rose … si fa per dire perché per noi è notte e fino a questa sera non toccheremo letto … usciamo a piedi. Oggi dedicheremo la giornata alla visita della zona del Marina Bay.

Informazioni su cosa vedere a Singapore (da sud-ovest a nord-est, diviso per quartieri):

 

1) Marina Bay:

https://www.lamiaasia.net/singapore/marina-bay/

 

Si può visitare facendo un giro ad anello che parte dal Fullerton Hotel.

 

  • Merlion: Sul lato opposto del Marina Bay Sands c’è il Merlion, il simbolo di Singapore, una fontana con faccia di leone e corpo di pesce che sputa un forte getto d’acqua nella baia. Rappresenta le origini di Singapore: il corpo da pesce rimanda alle semplici origini da villaggio di pescatori, la testa a forma di leone richiama invece il nome originale della città, (Singapura) che in sanscrito significa proprio “Città del Leone”. Fondendo le due parole Mer (da mermaid) e Lion (leone), si ottiene il nome Merlion.
  • Jubilee Bridge: ponte sul fiume Singapore.
  • Esplanade Theatres: centro di arti e spettacolo. Ci sono una sala da concerto ed un teatro dove vengono organizzati festival d’arte, mostre, concerti e spettacoli teatrali.
  • Singapore Flyer: ruota panoramica costruita nel 2008, è alta mt.165
  • Helix Bridge: ponte particolare a forma di DNA.
  • Art Science Museum: edificio a forma di fiore di loto, ospita Mostre ed esposizioni di livello mondiale.
  • Marina Bay Sands: famosissimo hotel a forma di barca. All’ultimo piano c’è la piscina a sfioro più grande del mondo (solo per i clienti).
  • SkyPark: si trova all’ultimo piano del Marina Bay Sands nella zona della poppa della simil barca. Se si vuole vedere il panorama sulla baia, pur non pernottando nell’hotel, questa è un’ottima soluzione. È il posto perfetto per il tramonto, c’è anche un bar/ristorante. Da qui si possono vedere bene gli spettacoli di luce Spectra (leggi dopo).
  • Dragonfly Bridge: ponte che collega il Marina Bay ai Gardens by The Bay.
  • Gardens by The Bay: ha grandi spazi verdi, laghi e fontane, parchi giochi per bambini, sculture d’arte e percorsi pedonali. L’ingresso è gratuito mentre l’accesso al Flower Dome, allaCloud Forest ed allo OCBC Skyway, si paga.
  • Flower Dome: grande serra con piante provenienti da tutto il mondo.
  • Cloud Forest: grande serra con piante. Sembra di essere in una foresta umida. Viene nebulizzata l’acqua per ricreare l’ambiente originale. C’è la cascata interna più alta al mondo.
  • Supertree Grove e OCBC Skyway: strutture artificiali ricoperte di vegetazione, che assomigliano ad alberi giganti futuristici alti fino a mt.50. C’è un ponte sospeso, l’OCBC Skyway, che unisce i due alberi più alti.
  • Garden Rhapsody: spettacolo di luci e musica, che viene fatto tutte le sere dove si trovano i Supertree, alle 19.45 ed alle 20.45. Dura 15 minuti ed è gratuito.
  • spettacolo di luci Spectra: spettacolo di luci laser e musica al Marina Bay Sands, fatto alle 20 ed alle 21 tutte le sere. Il sabato anche alle 22. Dura 15 minuti ed è gratuito. I punti migliori per vederlo sono: la piazzetta a sinistra del negozio di Luis Vuitton, davanti al Marina Bay, poi dall’alto, dallo SkyPark in cima al Marina Bay ed infine dall’altra parte della baia, cioè accanto al Merlion (da qui non si sente la musica). Gli spettacoli sono fatti ad orari giusti per consentire alle persone di assistere sia al Garden Rhapsody che allo Spectra nella stessa serata.

2) Clarke Quay e Boat Quay:

Quartieri che si sviluppano lungo il fiume Singapore, prima che si getti nella baia. Zone vivaci, ricche di negozi, bar e ristoranti. Da qui partono le barche per fare delle piccole crociere lungo il fiume. 

 

3) Chinatown:

https://www.lamiaasia.net/singapore/chinatown/

 

  • Thien Hock Keng: uno dei templi più antichi ed importanti di Singapore, decorato con legno laccato nero e oro, piastrelle colorate, statue di draghi, pavoni e leoni. È stato costruito senza l’utilizzo di chiodi, usando vari materiali, tra cui pietra, piastrelle e legno di vecchie parti di navi.
  • Buddha Tooth Relic Temple: è probabilmente uno dei luoghi più famosi da visitare a Chinatown. Punto di riferimento per la popolazione buddhista di Singapore, questa iconica struttura rossa a quattro piani ospita quello che si ritiene essere il dente canino sinistro di Buddha, trovato in uno stupa crollato in Myanmar nel 1980.
  • Wet Market:sono mercati che vendono prodotti deperibili come frutta, verdura e carne, e si distinguono dai Dry Market che vendono tessuti, elettronica, ecc… Visitare un Wet Market in Asia non è un’esperienza adatta a tutti, soprattutto nelle aree dedicate al pesce e alla carne. Gli odori possono essere forti e spesso troverete carne di animali esotici. Si trova nel seminterrato del Chinatown Complex dove ci sono anche molte bancarelle dove poter mangiare i prodotti acquistati al mercato.
  • Lau Pa Sat Food Folks: è un grande food market dove potete trovare qualsiasi tipo di cibo a prezzi davvero economici. Riconosciuto come monumento nazionale nel 1973, questo mercato è un punto di riferimento sia per i turisti che per la gente del posto.
  • Thye Shan Medical Hall:è uno dei più antichi negozi di medicina tradizionale cinese della zona. Vengono vendute erbe e radici insolite e dall’odore pungente, animali essiccati ed ingredienti medicinali.
  • Chinatown Heritage Centre: ha una collezione di migliaia di vecchie fotografie e manufatti. Grazie alle foto e alle esposizioni potrai conoscere meglio come vivevano i primi migranti cinesi che arrivarono a Singapore e come si sia sviluppato il quartiere di Chinatown. 
  • Sri Mariamman Temple: è il più antico tempio Hindu di Singapore, costruito nel 1827.
  • Panorama dal Pinnacle Duxton Skybridge: edificio residenziale lungo Cantonment Road, con due degli skybridgepiù lunghi del mondo. Molti turisti non lo sanno, ma mentre lo skybridge al 26 ° piano è riservato esclusivamente ai residenti del condominio, quello al 50 ° piano è invece aperto al pubblico, tutti i giorni dalle 9:00 alle 21:00. Sono ammesse solo 200 persone al giorno (http://www.pinnacleduxton.com.sg/Public.html)

 

4) Botanic Gardens: parco gratuito. All’interno ci sono il National Orchid Garden (l’unico a pagamento), la Rain Forest, l’Ethnobotany Garden ed il Jacob Ballas Children’s Garden, area dedicata ai bambini.

 

5) Tion Baru:

https://www.lamiaasia.net/singapore/tiong-bahru/

 

Tra i vicoli di Tiong Bahru non troverai gli onnipresenti centri commerciali di Singapore, ma graziose boutique indipendenti, librerie e negozi di dischi.

 

  • Libreria Woods in the Books: Meravigliosa libreria. Si trova in 3 Yong Siak Street (orari 10-18).
  • Libreria Books Actually: si possono trovare opere di scrittori singaporiani o romanzi rari e di nicchia. Si trova in 9 Yong Siak Street (orari 9-17).
  • Negozio di dischi Curated Records: stile anni 80. Si trova in 55 Tiong Bahru Road (orari dal martedì alla domenica dalle13 alle 20).
  • Negozio vintage Flea & Trees: vengono venduti oggetti per la casa e per la persona. Si trova in 68 Seng Poh Lane. Orari dal martedì al venerdì dalle 17 alle 22 – sabato e la domenica dalle 11 alle 22.
  • Tiong Bahru Market Hawker Centre: posto molto famoso dove si possono mangiare piatti unici.
  • Murales: Singapore è famosa per i suoi murales. In questo quartiere ce ne sono 3 molto belli, disegnati dell’artista locale Yip Yew Chong. Hanno ricchi dettagli storici, raffigurano scene che fanno parte della storia del quartiere. I personaggi nei murales hanno dimensioni reali. 

– Home: raffigura l’interno di una casa tipica del quartiere ai vecchi tempi.

– Bird Singing Corner: i tempi in cui, in una caffetteria di Tiong Bahru, si portavano le gabbie con gli uccellini al bar, e ci si sedeva a far colazione mentre li si ascoltava cantare. 

– Pasar & The Fortune Teller: raffigura una bancarella di cibo, due ragazzi ad un tavolino mangiano, un venditore ambulante indiano che vende la sua merce, un indovino cinese che sta parlando con una cliente, un tavolino con una valigetta aperta con un Buddha, una divinità cinese ed un pappagallo poi un vassoio con vari dolci.

 

 

6) Little India:

https://www.lamiaasia.net/singapore/little-india/

 

  • Indian Heritage Centre: museo che mostra le origini della comunità indiana di Singapore. (https://www.indianheritage.gov.sg/en)
  • Sri Veermakalimman Temple: è il più famoso tempio di Little India. È uno dei più antichi della città ed è dedicato alla dea kali. Sono ammessi visitatori anche non di religione Hindu.
  • House of Tan Teng Niah: coloratissima casa era in realtà l’antica residenza di un ricco commerciante cinese, Tan Teng Niah.
  • Tekka Food Centre: bancarelle dove poter mangiare.
  • Little India Arcade: centro commerciale per prodotti indiani.
  • Campbell Lane: una delle vie più suggestive di Litte India. È
  • Mustafa Centre: aperto 24 ore su 24, è un paradiso per gli amanti dello shopping. A Singapore si dice che se hai bisogno di un oggetto che non riesci a trovare da nessun’altra parte della città, lo troverai sicuramente al Mustafa Centre. 
  • Sri Srinivasa Perumal Temple: Costruito verso la fine del 1800 e dedicato al DioVishnu, è un punto di riferimento religioso per la comunità Hindu di Singapore.
  • Masjid Abdul Gaffoor: moschea dorata è una delle più antiche di Singapore. Possono entrare anche i non mussulmani.

 

7) Kempton Glam (quartiere arabo):

https://www.lamiaasia.net/singapore/kampong-glam/

 

Il nome del quartiere viene da due parole Malay: “Kampong” che significa “Villaggio” e “Glam” che è il nome di un albero molto diffuso in questa zona che veniva usato per costruire le barche. Kampong Glam è un quartiere molto antico, ed era la zona in cui alloggiavano i nobili malesi, seguiti poi da un’ondata di commercianti arabi che si stabilirono nella zona creando un quartiere prettamente musulmano.

 

  • Masjid Sultan (Moschea del Sultano): è la più grande Moschea di Singapore ed il centro religioso più importante per la comunità musulmana di Singapore. Bellissima nella sua architettura e dall’inconfondibile cupola dorata, la moschea fu costruita nel 1824 dal Sultano Hussein Shah. Potrete anche entrare all’interno della moschea e visitarla, in orari stabiliti, solitamente dalle 10am a mezzogiorno e dalle 2pm alle 4pm, ma controllate il sito ufficialeper gli orari aggiornati: https://www.sultanmosque.sg/
  • Malay Heritage Centre: edificio un tempo adibito a residenza della famiglia reale malese ed oggi trasformato in un centro in cui mantenere e diffondere la cultura Malay di Singapore. 
  • Haji Lane: via piena di bizzarre boutique, murales, bar e caffè alla moda che offrono Happy Hours da mezzogiorno alle 8 di sera. Haji Lane è una delle strade più belle di Kampong Glam e sicuramente una delle più fotografate. Il momento migliore per visitare Haji Lane è nel pomeriggio, quando le boutique ed i negozietti sono aperti ed offrono ancora riparo dal caldo pomeridiano ed i bar e locali cominciano a mettere ottima musica ed offrire l’Happy Hour.  
  • Altre vie da vedere: Bussorah Street, Arab Street, Bali Lane.

Usciamo alle 8.30. Questa mattina ci spostiamo a piedi direttamente dall’hotel. Ci fermiamo in un MC Donald’s a fare colazione (€ 10). Ci dirigiamo verso il fiume Singapore. Lungo la strada vediamo la vecchia stazione dei vigili del fuoco (Civil Defence Heritage Gallery) e la stazione della polizia (Old Hill Street Police Station), bell’edificio bianco con le persiane di vari colori. Arriviamo al fiume. L’Elgin Bridge fa da confine tra il quartiere Clarke Quay (a nord) ed il quartiere Boat Quay (a sud). Lungo il fiume, dalla parte opposta, ci sono una serie di ristoranti e poi iniziano i grattacieli. C’è un bel colpo d’occhio. Seguiamo il corso del fiume. Facciamo una sosta in una zona verde per fare due scatti alle fotogeniche Mirror Balls sculpture “24 Hours in Singapore” e poi imbocchiamo il Cavenagh Bridge. Alla fine del ponte, a destra, vediamo l’opera d’arte fatta in bronzo, The River Merchants, e poi a sinistra del ponte, The Five Boys By The River. Costeggiamo il bellissimo Fullerton Hotel e raggiungiamo il simbolo di Singapore, il Merilion. Da qui si ha una bella vista sulla baia e sul Marina Bay Sands Hotel. Imbocchiamo il Jubilee Bridge per raggiungere l’altra riva. Da questo lato, come dal Marina Bay, si ha una vista davvero belle sullo skyline dei grattacieli. Costeggiamo l’Esplande Theatre e il Makansutra Gluttons Bay (zona con bancarelle dove poter assaggiare lo street food, verremo qui a cena). Vediamo da lontano la ruota panoramica Singapore Flyer e poi saliamo sul particolare Helix Bridge per raggiungere la parte davanti al Marina Bay dove ci sono l’Arte Science Museum, dalla forma singolare, una grande fontana piena di nifee lilla ed il famoso negozio di Louis Vuitton. L’idea era di visitare anche i Gardens by The Bay ma siamo provati dal caldo e dall’umidità quindi decidiamo di andare a pranzo e poi in hotel. Chiudiamo l’anello costeggiando tutta la baia dalla parte opposta. I grattacieli sono spettacolari. Essendo sabato gli uffici sono tutti chiusi quindi ci sono poche persone in giro. Andiamo quindi nella zona di Boat Quay per pranzare. Scegliamo a caso, tanto tutti i ristorantini propongono bene o male le stesse cose. Scegliamo il ristorante Dallas (https://dallas.sg/). Ci sediamo sulla terrazza vista fiume. Martina prende un piatto di tacos mentre io e Pier condividiamo un piatto di calamari fritti ed uno di salmone. Tutto molto buono (€ 60). Chiamiamo Grab che con € 7 ci porta in hotel alle 13.30. Recuperiamo le valige e saliamo in camera. È piccola ma pulita. Non vogliamo assolutamente andare a dormire quindi mettiamo i costumi ed andiamo in piscina.  Alle 17.00 usciamo. Prendiamo la metropolitana (€ 2 a testa, tutte le tratte che faremo, le pagheremo questa cifra, non serve avere il biglietto, si usa direttamente la carta di credito) e raggiungiamo i Gardens By The Bay. Siccome abbiamo prenotato la salita allo SkyPark del Marina Bay, per vedere il tramonto da lassù, alle 18.45, abbiamo poco tempo da dedicare ai giardini. Sono molto belli e ben tenuti, vediamo da fuori le due serre, Flower Dome e Cloud Forest, ed i Supertree. Andiamo poi nella parte destra del Marina Bay, dove ci sono gli ascensori. È tutto ben organizzato ed in pochi minuti arriviamo al punto panoramico, nella poppa della “barca”. Ci spaventiamo perché 3 caccia ci passano sopra la testa facendo un rumore pazzesco. Non riusciamo a capire cosa stia succedendo, anche perché immaginavamo che ci sarebbero state tante persone, ma non così tante. Chiediamo info ad un signore della sicurezza che ci dice che oggi è festa nazionale. A me risultava il 9 agosto quando hanno raggiunto l’indipendenza dalla Malesia, ma a quanto pare viene festeggiata oggi, forse perché il 9 è di venerdì. Fatto sta che lo spettacolo Spectra delle 20 non verrà fatto in quanto ci saranno i fuochi d’artificio. Prendiamo allora posizione a fatica in un punto vista baia e decidiamo di attendere, consapevoli del fatto che non riusciremo a vedere i Garden Rhapsody. La vista da lassù è davvero molto bella. Il sole cala dietro ai grattacieli ed il cielo si tinge di rosso. I caccia sfrecciano ancora sopra di noi. Quando c’è il buio completo, inizia lo spettacolo. I fuochi durano più di mezz’ora e sono pazzeschi. Per scendere c’è parecchia coda nel mentre vediamo dall’alto i Garden Rhapsody delle 20.45. Da lassù però non rendono nulla. Scendiamo velocemente ed imbocchiamo l’Helix Bridge, molto bello illuminato, e raggiungiamo la zona dell’Esplanade, il Makansutra Gluttons Bay, dove si può cenare. Nel mentre vediamo da lontano lo spettacolo Spectra delle 21.00 ma non si sente la musica. La zona dove si può cenare è piena di bancarelle dove vengono cucinati tutti i cibi asiatici più particolari. Si ordina quello che si vuole, si paga, si ritira la macchinetta che suonerà quando è pronto e si trova posto sui tavoli in legno. Il cibo migliore è quello thailandese. La zuppa di pesce è spettacolare. Prendiamo poi noodles, gamberi ed altre cose mai assaggiate. In un banchetto vendono anche la birra. Spendiamo in tutto € 70. Super soddisfatti riprendiamo la metropolitana e torniamo in hotel. Oggi abbiamo fatto km.14 a piedi. A mezzanotte, dopo 35 ore da quando ci siamo alzati ieri mattina, ci stendiamo di nuovo in un letto.

Hotel: Ibis Styles Singapore Albert – tripla – no colazione – $ 242 € 164

https://all.accor.com/hotel/B6I1/index.en.shtml

 

 

3) 04 agosto 2024 – domenica – Singapore

Facciamo colazione con calma nel bar dell’hotel (€ 33) e poi dedicheremo la giornata alla visita di Chinatown, del quartiere arabo e di Little India. Alle 9.00 usciamo. Ha appena smesso di piovere ed è nuvolo. Meglio, così non patiremo il caldo di ieri. Prendiamo la metropolitana e raggiungiamo direttamente Chinatown. All’uscita diluvia. Aspettiamo che spiova una mezz’oretta e poi iniziamo il giro. Ci “perdiamo” tra le viuzze. Troviamo questo quartiere davvero bello. Carine le vie Temple Street e Pagoda Street. Ci sono tanti murales. Passiamo in un mercato dove ci sono i durian. Un ragazzo li taglia e diverse persone, con tanto di guanti in plastica, se lo gustano. L’odore è poco piacevole. Vediamo da fuori il Thien Hock Keng Temple mentre visitiamo il Buddha Tooth Relic Temple. È il momento della preghiera quindi assistiamo. Molto bello. Saliamo fino all’ultimo piano dove è custodito il dente (non si possono fare foto in questo locale). Raggiungiamo poi il Lau Pa Sat Food Folks, mercato dove si può mangiare. Siamo tornati verso la baia del Marina Bay quindi ci sono tutti i grattacieli. Anche oggi, essendo domenica, non c’è in giro quasi nessuno. Prendiamo poi la metropolitana per raggiungere il quartiere arabo Kempton Glam. Purtroppo, dobbiamo saltare Tion Baru, per mancanza di tempo. Scendiamo alla fermata Bugis. Ci troviamo davanti dei grattacieli particolari. Per dare un riferimento, in uno di questi si trova l’hotel Andaz Singapore, by Hyatt. Sono a nido d’ape e sono molto fotogenici. Anche il quartiere arabo ci piace molto. Belle Arab Street, Bussorah Street (pedonale), Bagdad Street, Muscat Street, Haji Lane e la moschea del Sultano (non entriamo a visitarla). Decidiamo di pranzare al Sanobar Restaurant, ristorante libanese. Prendiamo 3 cremine (hummus, moutabal, baba ghanouj) con le piadine e poi falafel. Tutto ottimo. Spendiamo € 35. Torniamo a piedi in hotel alle 15.00. Andiamo in piscina. Si mette di nuovo a piovere per una mezz’oretta. Abbiamo prenotato per cena un ristorante indiano molto gettonato, così ne approfittiamo per visitare anche Little India. Usciamo alle 18.00 e raggiungiamo in quartiere in metropolitana. Vediamo da fuori il Sri Veermakalimman Temple, entriamo al centro commerciale Little India Arcade, passeggiamo in Campbell Lane e vediamo la casa colorata House of Tan Teng Niah. Anche questo quartiere è molto bello e caratteristico. Così ci facciamo un’idea di quello che vedremo a Capodanno, anche se qui è tutto pulitissimo, in India, troveremo le cose molto diverse … Alle 20.00 puntuali arriviamo al Khansama Tandoori Restaurant. Assaggiamo varie cose delle quali non ricordo il nome. Uno era un piatto di riso con verdure e pesce, una zuppa di lenticchie, uno di tris di pollo cotto in maniera differente con verdure. Tutto molto buono, ma piccantissimo! Spendiamo € 70. Torniamo poi in hotel in metropolitana alle 21.30. Oggi abbiamo fatto a piedi km.13. Ennesima doccia, sistemiamo le valige ed andiamo a dormire molto soddisfatti di questi due giorni. Singapore ci è piaciuta davvero tanto.

Hotel: Ibis Styles Singapore Albert – tripla – no colazione – $ 242 € 164

https://all.accor.com/hotel/B6I1/index.en.shtml

4) 05 agosto 2024 – lunedì – da Singapore a Java (Bromo) – km.150

Oggi ci spostiamo sull’isola di Java. Chiamiamo un taxi con Grab (€ 22) alle 4.30. Velocemente raggiungiamo l’aeroporto. Il check-in lo facciamo da soli, è tutto automatizzato. Andiamo nella lounge Sats a fare colazione ed attendere il volo per Surabaya. Prima dell’imbarco, compliamo on-line il modulo per la dichiarazione delle merci che l’Indonesia richiede. Si poteva farlo da due giorni prima dell’arrivo (https://ecd.beacukai.go.id/) ma il sito non funzionava. L’aereo, sempre Singapore Airlines, è uguale a quello che ci ha portato qui dall’Italia. Pensavo che per le tratte brevi utilizzassero aeromobili più piccoli ma, vedendo che non c’è neppure un posto libero, vuol dire che questa tratta è molto usata. Partiamo alle 8.30 e dura un paio d’ore. L’isola di Java ha un’ora in dietro rispetto a Singapore ed al resto dell’Indonesia, quindi + 5 rispetto all’Italia. La coda per l’immigrazione è abbastanza lunga. Controllano la dichiarazione delle merci ed il Visto. Si poteva fare anche qui (si chiama VOA) ma noi lo abbiamo fatto on-line (e VOA) sul sito (https://molina.imigrasi.go.id/). Si può fare da 14 giorni prima dell’arrivo. Costa IDR 500.000 (€ 30) a testa. All’uscita troviamo la nostra guida, della quale non ricordo il nome. Rimarrà con noi solo fino a domani, poi avremo un altro ragazzo. Preleviamo da un ATM fuori dall’aeroporto. Conosciamo il nostro driver, Budy, un tipo simpatico con la risata sempre pronta. La macchina è una 7 posti quindi io mi siedo davanti, Pier e Martina sui due sedili posteriori e la guida, in uno dei due posti in fondo. Mi spiaceva lasciarlo dietro ma lui ha detto che quello è il posto delle guide. Budy guida molto bene, ma ha il piede pesante, quindi dopo i primi sorpassi folli … gli diciamo di andare più piano. Non si può avere paura di lasciarci la pelle quando si è in vacanza!!!! Lungo la strada noto diverse moschee. Tutte quelle che vedremo in Indonesia hanno le cupole, non come una mezza sfera come si vede di solito, ma molto più strette alla base quindi risultano più allungate. Ce ne sono tantissime, soprattutto su quest’isola. Qui la maggior parte della popolazione è mussulmana. La guida ci dice che se seguono questa religione, ricevono sovvenzioni. Non sono comunque tanto praticanti. Questo ragazzo non ci fa impazzire. È a modo ma non spiega molto. Siamo noi che dobbiamo continuamente fargli domande. Alle 12.40 arriviamo a Probolingo agli uffici del tour operator al quale si è appoggiato Perama, Mahameru Travel.

Info sul tour privato di tre giorni a Java:

Costo: IDR 2.500.000 (€ 147) a testa x 3 = IDR 7.500.000 € 447

(https://www.peramatour.com/en/tour/detail/194/bali-ijen-bromo-bali) 

Compreso di guida e driver che ci hanno presi all’aeroporto di Surabaya (ci hanno lasciati al ferry per Bali), traghetto, e poi driver fino a Nusa Dua (Bali). Sono compresi i due pernottamenti al Bromo e all’Ijen con colazione, gli ingressi, la guida in loco, le maschere per l’ossigeno all’Ijen. Non sono compresi i pasti.

Con il titolare definiamo la partenza di domani mattina per il Bromo, in base al punto panoramico dove andremo a vedere l’alba. Noi scegliamo la King Kong Hill. Poi ci fa un paio di proposte in alternativa al trekking sull’Ijen visto che purtroppo non si può accedere. Il trekking lo avremmo fatto di notte, con partenza all’1.00 dall’hotel e rientro per colazione a metà mattina, quindi, vogliono impegnarci qualche ora prima del ferry per Bali. Noi scegliamo il parco Baluran. Andiamo a pranzo in un ristorante che si chiama Titin. È a self-service. Il locale è molto spartano. Tutte le cose che si possono scegliere, sia carne che pesce, hanno lo stesso colore arancione … curry e spezie ovunque! Per fortuna a noi piacciono. Spendiamo € 9,50 per tutti e tre. Andiamo poi in un ufficio della Telkomsel per acquistare due sim locali. Costano l’una € 5 per Giga 50. Impieghiamo parecchio tempo perché ci sono diverse persone e gli addetti, sono lentissimi. Rimaniamo stupiti dalla loro gentilezza. Capiremo in fretta che è uno standard per gli indonesiani. Ripartiamo e percorriamo in un’ora e 10, gli ultimi km.40 (dislivello circa mt.2.300) che ci mancano per raggiungere il cratere del Bromo. Questo tratto di strada, tutta curve, attraversa coltivazioni e piccoli paesi. Fuori da tante abitazioni ci sono cartelli con scritto Homestay. Essendo un posto molto frequentato, quando i pernottamenti più in alto vengono prenotati, i tour operator si appoggiano a strutture anche distanti più di mezz’ora dalla caldera. Noi siamo fortunati perché dormiremo lassù. Ci sono molti cartelli che indicano le vie di fuga in caso di eruzione. Il Gunung Bromo è eruttato l’ultima volta nel 2015. Alle 16.30 arriviamo. Fa decisamente fresco. Siccome vogliamo andare a vedere il tramonto sulla caldera, facciamo il check-in in fretta, portiamo le cose in camera e ci facciamo una doccia super di corsa. La camera, una tripla, è veramente molto basica, ma qui mi sa che lo standard non è molto alto. Per dormire poche ore, va bene così. Ci vestiamo con abiti pesanti e giubbotti ed usciamo. Raggiungiamo a piedi, in un paio di minuti, la terrazza panoramica sulla caldera. Il sole purtroppo è calato (alle 17.10) quindi non c’è molta visibilità. Ha comunque un suo perché visto che il cielo si è colorato di rosso.

Informazioni sul Gunung Bromo:

Il Gunung Bromo, con i suoi 2392 metri sul livello del mare, è una vetta relativamente alta.  Il suo fascino non risiede tanto nella sua imponenza quanto, piuttosto, nello scenario in cui è inserito. È uno dei vulcani emersi dall’antica caldera del Tengger. Lo spettacolo creato da queste vette è assolutamente unico, uno degli angoli di Indonesia più suggestivi. A poca distanza, un’altra montagna arricchisce ulteriormente il paesaggio: è il Gunung Semeru, la cima più alta di Java (3676 metri) e uno dei vulcani più attivi del Paese.

Il parco comprende l’intero gruppo montuoso del Tengger, un’area costituita da un apparato vulcanico attivo circondato da una distesa di sabbia.

Nel complesso vulcanico del Tengger una nuova caldera vulcanica si è formata all’interno di una più grande caldera preesistente. Dalla caldera sorgono cinque vulcani: il Bromo (2329 m), il Batok (2470 m), il Kursi (2581 m), il Watangan (2661 m) e il Widodaren (2650 m). Il Batok è l’unico di essi non più attivo ed è ricoperto da alberi di casuarina (in indonesiano cemara). Sul Widodaren, situato accanto al Batok, si trova una grotta considerata sacra dalla popolazione locale.

I cinque vulcani all’interno della caldera sono circondati da una vasta distesa di sabbia chiamata «mare di sabbia del Tengger», che a sua volta è circondata dalla ripida parete craterica della più estesa caldera, con dislivelli di circa 200-600 metri. Altri monti che sorgono attorno alla caldera sono il Pananjakan (2770 m), il Cemorolawang (2227 m), il Lingker (2278 m), il Pundak Lembu (2635 m), il Jantur (2705 m), l’Ider-ider (2527 m) e il Mungal (2480 m). La vetta del Pananjakan è la meta più popolare per osservare l’intero complesso vulcanico.

Facciamo due passi nel piccolo paese per cercare un ristorante, visto che non vogliamo cenare nel nostro hotel. Non c’è molta scelta. Da fuori ci piace molto il Kusuma Kitchen. Entriamo ma ci dice di tornare dopo mezz’ora. Andiamo quindi ad un altro punto panoramico, davanti all’hotel Cemara Indah. Se non ho visto male, questo ed il Lava View Lodge, sono gli unici con la vista sulla caldera. Quando torniamo al ristorante, siamo molto contenti di non aver tardato. Ci sono diverse persone in attesa fuori. Ci sediamo ed ordiniamo. Sono molto lenti quindi la fila fuori dal locale, aumenta a vista d’occhio. Anche se siamo all’interno, non fa molto caldo. Fuori ci sono 10°. Proviamo per la prima volta la birra locale, la Bintang. È leggera e buona. Prendiamo 3 zuppe, due cordon bleu e della carne (€ 25), ci piace tutto. Alle 20.30 siamo al caldo sotto le coperte.

 

Hotel: Caffè Lava Hostel – prenotato da Perama – tripla – B & B

 

5) 06 agosto 2024 – martedì – da Java (Bromo) a Java (Ijen) – km.233

Alle 2.30, con 4° usciamo dalla camera vestiti di tutto punto. La nostra guida ci attende con una jeep Toyota compatta dove nella parte posteriore, si possono sedere 4 persone visto che non ci sono i classici sedili ma due panche sui due lati, si viaggia quindi storti. Il driver non è il nostro Budy. Appena usciamo dal parcheggio del nostro hotel rimaniamo impressionati dalla fila ininterrotta di altre Toyota. Un rumore di motori pazzesco. Incolonnati viaggiamo per mezz’oretta per raggiungere uno dei punti panoramichi perfetti per vedere l’alba, sulle pendici del Pananjakan, quindi a nord della caldera. Si può scegliere la vetta a mt.2.770 oppure poco più sotto la King Kong Hill o il Seruni. Noi abbiamo optato per la King Kong. Parcheggiamo quando vediamo le prime macchine a bordo strada. Oltre vuol dire che oltre non c’è più posto. L’autista gira in modo da essere in direzione giusta per andare via, quando ci saranno ancor più macchine in movimento, che renderebbero impossibile invertire la posizione. Scendiamo e camminiamo a piedi circa 10 minuti facendo fatica a respirare per quello che esce dalle centinaia di moto che salgono, incastrandosi con le jeep, che cercano di raggiungere il punto panoramico più alto. Eravamo a conoscenza di questa cosa, ma è decisamente peggio di quanto ci aspettassimo. Lasciamo la strada principale ed in pochi minuti troviamo una serie di warung (bancarelle dove si può mangiare). Si ha la possibilità di bere qualcosa di caldo e fare una colazione molto basica. Noi per pochi euro prendiamo the, caffè e dei cioccolati. Fa freddissimo quindi, nonostante siamo vestiti da montagna, ma quando usiamo questo abbigliamento facciamo trekking quindi ci si scalda, decidiamo di affittare dei giubbotti pesanti. Costano circa € 2 l’uno. Per fortuna li abbiamo presi. Camminiamo, usando le nostre torce, ancora pochi minuti ed arriviamo alla King Kong Hill. C’è una sorta di terrazzo dove le persone stanno incominciando a prendere posto. La nostra guida suggerisce di andare più in alto. Poi, quando sorgerà il sole e ci sarà visibilità, vedremo gente appollaiata ovunque. Raggiungiamo il punto massimo in cui si può andare. Pier e Martina si siedono su una roccia e fanno un grande errore perché poi vedranno ben poco. Io trovo uno spazio, vicino alla recinzione di protezione, vicino a 4 fotografi attrezzati con cavalletti. Rimarrò lì in piedi dalle 3.30 alle 17.30 quando sorgerà il sole. Per fortuna abbiamo affittato i giubbotti perché non sarei resistita tutto il tempo. Il mio è lungo fino quasi alle caviglie ed ha un grosso cappuccio. Non è il massimo dell’igiene ma con il vento che soffia, per fortuna alle mie spalle, la temperatura che si percepisce, è ancor più bassa. Più che il tempo passa, più la gente cerca di trovare spazio. Mi ritrovo come una sardina con i pali in legno della recinzione della pancia. Man mano che il sole si avvicina alla linea dell’orizzonte c’è sempre più visibilità. Lo spettacolo è notevole. La nebbia copre tutta la grande caldera lasciando vedere solo i vulcani al centro. Il Semeru, sullo sfondo, ogni tanto lascia uscire un po’ di vapore, il Bromo invece, lo fa continuamente. Si può fare volare il drone, senza però farlo andare nella caldera, quindi Pier ne approfitta. Alle 6.00 la nostra guida viene a chiamarci perché dice che è ora di andare. Non capisco il perché di tutta questa fretta, mi sarebbe piaciuto godermi il posto un attimino di più, senza tutta quella ressa. Un conto è ammirare la caldera con la nebbia all’interno, visibile solo all’alba, quello che si può vedere all’interno, è uguale in qualsiasi ora del giorno. Torniamo ai warung per rendere i giubbotti, e poi andiamo sulla strada principale. Tutti stanno scendendo, quindi c’è ancor più caos di macchine e moto. Troviamo il nostro driver e scendiamo. Alle 7.00 arriviamo al centro della caldera. Siamo a mt.2.138 e ci sono 13°. Parcheggiamo e seguiamo il fiume di persone che si dirigono verso il piccolo vulcano del Bromo. Se qualcuno non vuole camminare ci sono dei cavallini che possono portare. Siamo nel famoso mare di sabbia. Raggiungiamo il vulcano ed impieghiamo quasi 40 minuti a salire (sarebbe stato fattibile in meno di 5 minuti) perché sulla sommità c’è poco spazio quindi si deve aspettare che qualcuno scenda. Fa caldo quindi ci dobbiamo svestire fino a rimanere in maniche corte. Quando raggiungiamo il bordo della caldera facciamo due foto al vapore e alla parte centrale sul fondo, gialla di zolfo, e poi scendiamo. Siamo alla macchina alle 8.50. Ripartiamo subito e raggiungiamo il nostro hotel per fare colazione. Nulla di che. Recuperiamo i bagagli e alle 10.00 partiamo. Chiediamo a Budy di guidare con calma. Le curve per scendere ci cullano e ci addormentiamo. Alle 11.30 arriviamo a Probolingo. Andiamo agli uffici e cambiamo guida. Per le prossime 24 ore avremo Iono, un ragazzino tutto pelle ed ossa ma super dinamico, con una ricrescita di capelli scura di circa 10 centimetri su tinta quasi bionda … tipo particolare ma super gentile. Ripartiamo subito. Dopo un paio d’ore ci fermiamo per pranzo in un ristorante lungo la strada, Setia Restaurant. Prendiamo una zuppa vegetariana, una di noodles e pollo ed un riso con pollo (€ 9 per tutto). Tutto molto aliato ma buonissimo. Faccio i complimenti al cameriere. Corre subito in cucina e torna con il cuoco che non sa più cosa fare per ringraziarmi, tra parole, sorrisi ed inchini a mani giunte. Gli indonesiani sono spettacolari. La gentilezza fatta persona. Ripartiamo alle 14.00. Finalmente il susseguirsi di case finisce, lasciando spazio alla vegetazione e alle coltivazioni. Facciamo solo una sosta veloce all’ingresso del parco Baluran, dove andremo domani mattina, per vedere se potevamo acquistare i biglietti, ma è tutto chiuso. Da fuori non ci ispira per niente perché la struttura è mezza diroccata. Lo chiamano l’Africa indonesiana (dovrebbe esserci qualche leopardo e ci sono i bufali asiatici). Diciamo a Iono che forse non è il caso di tornare fino a qui domani mattina, visto che ci vuole un’oretta in macchina. Gli diciamo che vorremmo prendere il traghetto dopo colazione. Lui dice che assolutamente riusciamo a fare tutto e che ci tiene a portarci qui perché è bellissimo. Scopriamo poi che il suo interesse è dovuto al fatto che non c’è mai stato. Addirittura, ci propone di partire alle 3 di questa notte per andare a vedere l’alba da una collinetta nel parco. Gli diciamo di no. Un’ora dopo, alle 18.00 arriviamo finalmente a destinazione. Siamo parecchio provati da tutti i rischi che abbiamo corso in strada, sia per colpa di altri, che per i sorpassi di Budy. Ormai è buio. Non ricordo né il nome dell’hotel né quello del paese, so solo che eravamo vicini a Ketapang. La struttura è carina, gestita da ragazzine musulmane. Ceniamo nel grazioso ristorante all’aperto, in mezzo al giardino. Prendiamo 1 carbonara, 1 fish & cips, 1 piatto di calamari fritti, 1 piatto di spezzatini di mucca, 2 porzioni di patatine e 3 the (niente birra perché non ce l’hanno). Spendiamo € 9. Siamo allibiti dai prezzi … il cibo non è stato nulla di che. Ci colleghiamo al sito ufficiale di Bali (https://lovebali.baliprov.go.id/) per pagare la tassa di soggiorno. Costa IDR 150.000 (circa € 9), si può anche pagare in contanti all’arrivo sull’isola. Se si esce da Bali per visitare altre isole e poi si ritorna, non si deve pagare nuovamente. Alle 21 andiamo a dormire. Se avessimo avuto la fortuna di poter salire sull’Ijen, saremmo partiti questa notte all’1.00.

 

 

Informazioni sull’Ijen:

Il Kawah Ijen è solo uno dei 130 vulcani d’Indonesia. Cosa lo rende così meritevole d’attenzione? Il suo cratere principale ospita il più grande lago acido nel mondo, acido a causa delle emissioni solforose del vulcano. Ma il Kawah Ijen è ancor più famoso per un altro motivo, le sue fiamme blu.

L’attività del vulcano è tale da portare in superficie emissioni di gas solforoso. A contatto con l’aria il gas si accende di un fuoco blu elettrico, con fiamme anche di 5 metri d’altezza la cui temperatura supera i 600 °C. Di notte anche la lava, per quanto più difficile da scorgere data la grande quantità di fumo, assume un colore blu-violaceo a causa della grande quantità di zolfo al suo interno. Parte del gas si condensa in liquido, liquido che da origine a lastre di cristalli di zolfo di grandi dimensioni che vengono caricate in ceste di vimini e portate a spalla a valle. Si, a spalla. Tanto che lungo il tragitto ti imbatterai in affaticati minatori con ceste, anche dal peso di 90 Kg, in spalla: cerca di non ostacolarli e lascia loro il percorso libero. Questi lavoratori, a causa dei fumi tossici e delle poche precauzioni messe in atto, hanno un’aspettativa di vita che non va oltre i 50 anni: il loro lavoro è considerato uno dei più pericolosi al mondo. Non a caso, una volta sul fondo del cratere, a pochi metri dal lago, sarai costretto ad indossare una maschera antigas (la si noleggia in loco) per proteggere le vie respiratorie.

Un’altra località dove sono visibili le fiamme blu è il vulcano Dallol in Etiopia.

È necessaria una camminata di due ore per raggiungere il bordo del cratere, seguita da una discesa di 45 minuti per raggiungere la riva del cratere. Si parte dal parcheggio all’1.30 di notte circa e si scende dopo l’alba. Questa escursione si può fare anche di giorno, ma non si possono vedere le fiamme blu.

 

Hotel: ??? – prenotato da Perama – due doppie – B & B

6) 07 agosto 2024 – mercoledì – Da Java (Igen) a Bali (Nusa Dua) – km.194

Questa notte ha piovuto. Facciamo colazione alle 6.30 (come ho scritto nella prefazione ci portano 3 toast, con pane non tostato, lattuga, una fettina di formaggio ed una di prosciutto, cipolle come se non ci fosse un domani ed una dose abbondante di ketchup) e poi partiamo alle 7.00. Chiediamo di nuovo a Iono se facciamo in tempo a fare tutto perché vorremmo prendere il ferry prima di mezzogiorno. Lui riconferma la cosa. Fatto sta che, se ieri andavamo veloci, questa mattina Budy va come un matto. Arriviamo al parco Baluran. abbastanza incazzati, alle 8.00. Sono solo km.27 ma c’è traffico. Iono va a prendere i biglietti ed entriamo. Facciamo un piccolo tratto di strada nella vegetazione poi passiamo in una zona chiamata savana, tutta gialla di erba bruciata, con il vulcano Baluran sullo sfondo. Vediamo qualche cervo samara (li vediamo noi, Iono e Budy non li avevano notati) e due bufali (sembrano mucche). Raggiungiamo una spiaggia sul mare (Bama Beach) dove ci sono delle scimmiette. Mi sembrano Cercopitechi (in Africa si chiamano Vervet monkey) ma qui mi dicono che si chiamano Macahi long tail. Rimaniamo lì mezz’ora a non fare nulla e poi torniamo al gate alle 9.30. Qui ci aspetta un’altra ora di guida folle per arrivare a Ketapang, dove prenderemo il traghetto per Bali. Si è verificato quello che avevamo intuito. Tutto questa corsa per stare 1 ora e mezza nel parco. Non ne è valsa proprio la pena. Il traghetto è compreso nel pacchetto di Perama. Costerebbe a testa IDR 10.600 € 0,60. Salutiamo Budy e Iono e ci imbarchiamo. È un traghetto che porta anche le macchine quindi saliamo con loro e poi dobbiamo andare al piano di sopra portando le nostre 3 valige su una scaletta ripidissima. Per fortuna per scendere ci sarà il passaggio pedonale comodo. Il traghetto parte alle 11.00 e raggiungiamo Gilimanuk a Bali in un’ora. Qui il fuso è come a Singapore quindi dobbiamo portare di nuovo l’orologio avanti di 1 ora. Scendendo non ci chiedono la tassa di soggiorno “I love Bali” e non vediamo neppure cartelli che dicono di pagarla. All’uscita troviamo il nostro driver. Perama ci aveva dato il suo numero quindi ci siamo scritti su whatsapp per definire l’orario del nostro arrivo. Partiamo subito. Dobbiamo percorrere km.140 per arrivare al nostro hotel. Di primo impatto Bali mi piace perché la vegetazione è rigogliosa, ci sono fiori ovunque. Diciamo al driver che vorremmo pranzare quindi dopo mezz’ora, dopo il paesino Penginoeman ci fermiamo in un ristorante grazioso che si chiama Luvi Cafe & Restaurant. È un ristorante giapponese. Prendiamo 1 pou, 2 porzioni di crocchette di pollo ed 1 di ravioli di gamberi poi 1 zuppa di pollo (€ 17), tutto ottimo. Ripartiamo alle 14.00. Siccome la strada è lunga, chiacchieriamo con il driver. Non parta bene inglese ma ci si capisce. Ci chiede cosa facciamo nei prossimi giorni e quando gli diciamo che torneremo a Bali tra due settimane, si propone di farci come driver. Gli dico cosa vorrei vedere e poi pattuiamo il prezzo, circa € 40 al giorno. Avendo visto come guidano a Java, immaginiamo che sia lo stesso a Bali, quindi, facciamo una valutazione sull’annullare la macchina. Ci costerebbe circa € 300 per poi lasciarla due giorni ferma al porto, quando andremo a Nusa Penida. Questo signore guida bene fino ad un certo punto. Quando entriamo nel traffico folle, circa a Canguu, inizia ad andare come un matto. Raggiunge il top nei pressi della nostra destinazione, quando la strada è libera. Da panico. Quando arriviamo al nostro hotel a Nusa Dua, alle 19.00, gli diciamo che è un incosciente e di ritenersi libero per le giornate che avevamo definito. Entriamo in hotel abbastanza tirati … ma vedendo quanto è grazioso … ci riprendiamo subito. All’ingresso c’è un laghetto con grosse carpe koi. Ci accolgono due ragazzi gentilissimi con un cocktail di benvenuto. La struttura ha la piscina, una struttura aperta sui lati, con il ristorante, una zona massaggi, il tutto in un giardino bel curato. La nostra camera è vista piscina ed è molto grande con un salottino. Quella di Martina, è una doppia standard ma anche questa molto carina. Anche se è buio, facciamo il bagno in piscina. Non abbiamo voglia di uscire a cena quindi stiamo in hotel. Ceneremo benissimo. Pier prende un grosso hamburger con verdure varie, io e Martina due piazzi di noodles con verdure e pollo poi le immancabili Bintang. Spendiamo € 37. Rimaniamo poi a bordo piscina fino a quando non cala la palpebra.

Hotel: Green D’Mel Luxury Homestay – due doppie – B & B – IDR 1.483.920 € 84

https://reserve.greendmel.com/

 

 

 

 

 

7) 08 agosto 2024 – giovedì – da Bali a Flores (Labuan Bajo)

Mattinata di cazzeggio. Dopo un’ottima colazione Martina sta in piscina a studiare visto che ai primi di settembre dovrà dare un esame che non è riuscita a preparare per luglio, io e Pier andiamo a fare due passi al mare. Lungo la strada vediamo i primi di una lunga serie di tempietti con le offerte (cestini di foglie di palma con fiori, cibo ed incensi). Arriviamo in fretta al mare. La spiaggia, dove non ci sono gli hotel, è piena di plastica, davanti agli hotel invece, è tenuta bene. Il mare è tranquillo quindi questo lato dell’isola è perfetto per i bambini. Ci fermiamo a chiacchierare con delle signore gentilissime che mi mostrano come fare i cestini delle offerte. Ora è comodo, visto che usano la cucitrice per fermare le foglie. Un tempo erano solo intrecciate. Torniamo in hotel per un bagno in piscina ed una doccia prima di partire. Chiamiamo Grab alle 12.00 (€ 6) ed in mezz’ora siamo in aeroporto. Questa volta l’autista è una donna e guida benissimo, quindi non guidano tutti come matti! Facciamo il check-in poi andiamo in una lounge a pranzo. Il volo Air Asia, al completo, parte alle 16.00. La maggior parte dei turisti va a Flores solo per Komodo, pochissimi visitano l’isola, non essendo ancora conosciuta. Il volo dura un’oretta.

Informazioni su Flores:

L’isola Nusa Tenggara orientale, è chiamata semplicemente Flores.

Ci sono tre aeroporti: Labuan Bajo, Maumere ed Ende. Le compagnie che arrivano sull’isola sono Air Asia, Garuda e Lions.

Fa parte dell’arcipelago noto con il nome di Piccole Isole della Sonda.  A nord è lambita dal Mar di Flores mentre a sud è bagnata dalle acque del Mare di Savu. Il bamboo fa da padrone sull’isola e viene utilizzato per tutto, essendo molto resistente. Ci sono piante da frutto tropicali (durian, jack fruit, banane, dragon fruit, mangosteen, palme da cocco, manghi, avocado, macadamia, ecc.). Vengono coltivati riso, mais, ananas, caffè, cacao, pepe e chiodi di garofano. La pesca è una delle attività principali.

È famosa per l’arcipelago di Komodo, una delle sette meraviglie del mondo naturale, unico posto al mondo dove vivono i varani, i famosi draghi di Komodo.

È attraversata in tutta la sua lunghezza dalla Flores-Highway (km.670), una strada tortuosa in cui si susseguono di continuo saliscendi e curve, nei punti più elevati lo sguardo spazia fino al mare. Questa strada tocca le principali città dell’isola (si contano sulle dita di una mano) e attraversa un territorio impervio, con montagne e vulcani solcati da profonde gole ricoperte da foreste tropicali in cui si nascondono villaggi tradizionali fatti di capanne in legno con il tetto ricoperto di paglia, qua e la si scorgono risaie a terrazza. Il bamboo fa da padrone sull’isola e viene utilizzato per tutto, essendo molto resistente. Ci sono piante da frutto tropicali (durian, jack fruit, banane, dragon fruit, mangusteen, palme da cocco, manghi, avocado, macadamia, ecc.). Vengono coltivati riso, mais, ananas, caffè, cacao, pepe e chiodi di garofano. La pesca è una delle attività principali.

Sono presenti 14 vulcani attivi. I loro profili imponenti dominano e determinano la geografia dell’isola. Il principale vulcano di Flores è Kelimutu, alto circa 1.700 metri e caratterizzato dalla presenza di tre laghi dalle acque di colore diverso: Tiwu Ata Mbupu, il Tiwu Nuwa Muri Koo Fai e il Tiwu Ata Polo. Gli amanti della natura, del trekking e delle escursioni rimarranno incantati da questi laghi, i cui incredibili colori variano a seconda della turbolenta attività gassosa dei crateri del Kelimutu. Questi spettacolari laghi rappresentano il cuore naturalistico e spirituale dell’isola di Flores, presso la quale convivono numerosissime credenze spirituali. È considerato sacro dalla popolazione dell’etnia Lio. Anche altri vulcani possono essere scalati. Non distante dal vulcano Kelimutu troviamo uno dei principali centri urbani dell’isola di Flores, la città di Maumere. Il litorale di Maumere presenta le condizioni perfette per praticare immersioni subacquee e lo snorkeling. Un altro posto bellissimo per fare snorkeling è il parco delle Seventeen Islands a Riung. A un centinaio di chilometri da Maumere troviamo il capoluogo di Flores, Ende, dal quale è possibile prendere i traghetti che portano a Timor.

Una peculiarità culturale di Flores è data dalla forte presenza della Chiesa cattolica dell’isola, diversamente da quanto accade nel resto dell’arcipelago indonesiano, caratterizzato da una netta prevalenza dell’Islam. L’Indonesia è infatti il più grande Paese musulmano al mondo e Flores rappresenta un’eccezione significativa, dato che il cattolicesimo qui praticato è profondamente connesso e influenzato dai culti animisti antichissimi, legati alla credenza nel mondo degli spiriti e alle forze della natura, presenza viva e talvolta terrorizzante, in un’isola spesso scossa da sismi e da tremende eruzioni vulcaniche.

 

Recuperiamo le valige, troviamo subito il driver dell’hotel ed in pochi minuti siamo a destinazione. Ci portano le valige al piano superiore dove c’è la reception, facciamo il check-in e saliamo velocemente in camera perché vogliamo goderci il tramonto. La camera è molto grossa, con il letto matrimoniale e due singoli. È un locale unico quindi in laterale c’è una piccola cucina con un grosso tavolo. Il terrazzo è molto grande. Carino, però dovrebbero fare manutenzione ai serramenti, alle tende ed al bagno. Ci godiamo il tramonto. Di fronte a noi c’è una grande baia, molto bella. Essendo in alto abbiamo un’ampia visuale. Il sole tocca la linea dell’orizzonte, proprio di fronte a noi, alle 18.00. Nella mezz’ora seguente si colora tutto di rosso. Super soddisfatti, ci sistemiamo e ci laviamo. Alle 19.00 puntuali partiamo con la navetta dell’hotel per raggiungere il centro. La zona del porto e dei ristoranti, si trova in una baia di fianco a quella che vediamo dal nostro albergo. Ci hanno suggerito di andare a cenare alle bancarelle sul lungomare. Saranno una trentina, una di fila all’altra. Espongono tutte il pesce fresco dalle 17.00. Aragoste, granchi e cicale sono vivi. I tavoli sui quali mangiare sono nella parte sul retro, sul mare, sotto una struttura in legno e tela. È una cosa spartana, ma ci piace un sacco. Ci portano senza averli ordinati, un’insalata e poi delle melanzane fritte. Prendiamo un’aragosta, poi una porzione di calamari grigliati, una di gamberi grigliati ed una di fritti, una di water spinach, due birre bintang e spendiamo € 40. Dire è era tutto buono è dir poco. I ragazzi che ci servono sono gentilissimi. Andiamo poi in un market ad acquistare qualcosa per colazione domani mattina. Dovendo partire presto la faremo in camera. Alle 21.00 puntuali andiamo al punto d’incontro con la navetta dell’hotel e rientriamo. Di primo impatto, quest’isola ci piace. Una volta in hotel andiamo in panico perché ci arriva un messaggio da chi gestisce l’escursione di domani nell’arcipelago di Komodo, che ci dice che domani non è sicuro che le barche possano partire. Dice che è meglio annullare oppure rimandare. Ci sembra follia poi scopriremo che Flores ha un grande problema con il carburante. Arriva al porto di Reo e poi viene distribuito su tutta l’isola. Dipende però da quando arrivano le barche. Spesso capita che finisca o che non ci sia per tutti. Scriviamo subito a Perama per avere delucidazioni. Anche se sono le 22 ci rispondono subito. Alle 24 finalmente arriva il messaggio di conferma, così possiamo andare a dormire tranquilli. Sarebbe stato proprio un gran peccato non andare a visitare una delle 7 meraviglie del mondo naturale.

 

Hotel: Sunset Hill Hotel – monolocale – no colazione – IDR 916.750 € 55

Homepage

 

8) 09 agosto 2024 – venerdì – Flores (Labuan Bajo) – in giornata Komodo in barca

Alle 6.00 il nostro taxi arriva a prenderci per la giornata a Komodo. Il sole sta sorgendo. Andiamo a recuperare altre persone e poi andiamo al porto.

Costo del tour: IDR 1.350.000 € 80 a testa x 3 = IDR 4.050.000 € 241

https://www.peramatour.com/en/tour/detail/107/one-day-komodo-tour

  • Incluso: transfer al porto, barca condivisa, pranzo, acqua, maschera – boccaglio – pinne.
  • Escluso: tasse di ingresso nel parco. IDR 350.000 € 20 a testa.

 

Si visitano:

  • Isola Padar: trekking fino alla vetta (30 minuti) per vedere il panorama sulle tre baie con la sabbia di colori diversi. Una è bianco perla, un’altra nero carbone e la terza è di un rosa molto raro.
  • Pink Beach sull’isola Padar: colore rosa. Snorkeling.
  • Isola di Komodo: Trekking sull’isola per cercare di vedere i draghi.
  • Taka Makassar: snorkeling.
  • Manta Point: snorkeling con le mante.
  • Isola di Kanawa: ultima tappa spiaggia/snorkeling.

Informazioni su Komodo:

Il parco nazionale di Komodo è un’area naturale protetta situata nei pressi delle piccole Isole della Sonda nella regione racchiusa tra le isole Nusa Tenggara Orientale e Nusa Tenggara Occidentale. Il parco include le isole vulcaniche di Komodo, Rinca e Padar, oltre ad altre isole minori, e copre un’area totale di 1817 km² (603 km² dei quali su terra). Il parco nazionale venne creato il 6 marzo 1980 al fine di proteggere il drago di Komodo (Varanus komodoensis). Nel 1986 venne inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO e Riserva dell’Uomo e della Biosfera dall’Unesco, entrambe indicazioni dell’importanza biologica del Parco. L’11 novembre 2011 è stato dichiarato una delle “Nuove sette meraviglie del mondo naturali”. Circa 4000 persone vivono all’interno del parco. Oltre ad essere la dimora del drago di Komodo, il Parco offre rifugio a molte altre importanti specie terrestri come la gallinace dai piedi arancioni, un ratto endemico e il cervo di Timor. Inoltre, il Parco comprende uno degli ambienti marini più ricchi tra cui barriere coralline, mangrovie, letti di alghe, monti e baie semi-chiuse. Questi habitat ospitano oltre 1.000 specie di pesci, circa 260 specie di coralli da costruzione di scogliere e 70 specie di spugne. Dugongo, squali, mante, almeno 14 specie di balene, delfini e tartarughe marine vivono qui.

Informazioni sui draghi di Komodo:

Sono è specie di lucertola gigante che vive solo sulle isole di Komodo e Rinca. Possono raggiungere i 3 mt di lunghezza ed il peso di 70 kg. Nell’arcipelago ci sono circa 5.000 esemplari. Il loro pasto preferito sono i cervi di Timor. Mordono le prede, iniettando il veleno, le seguono fino a quando muoiono per infezione e poi le mangiano. Mangiano anche carogne. La dieta del drago di Komodo è molto varia e comprende invertebrati, altri rettili (compresi gli esemplari più piccoli della propria specie), uccelli e loro uova, piccoli mammiferi, scimmie, cinghiali, capre, cavalli e bufali d’acqua. Gli esemplari giovani mangiano insetti, uova, gechi e piccoli mammiferi. Occasionalmente divora anche esseri umani, sia vivi che morti, disseppellendone i cadaveri dai cimiteri. Questa abitudine ha costretto gli abitanti di Komodo a spostare i loro cimiteri da terreni sabbiosi a quelli argillosi, nonché a collocare sopra i corpi sepolti pile di pietre per scoraggiare le lucertole. Secondo il biologo evoluzionista Jared Diamond, il drago di Komodo potrebbe aver sviluppato dimensioni così grandi per catturare gli ormai estinti elefanti nani del genere Stegodon, che un tempo vivevano qui. Poiché il drago di Komodo non è dotato di diaframma, non può suggere acqua mentre beve e nemmeno lapparla con la lingua. Invece, beve raccogliendo una sorsata d’acqua, per poi inclinare la testa facendo sì che l’acqua scenda in gola. Durante il pasto, gli esemplari più grandi mangiano per primi, mentre quelli più piccoli seguono un particolare ordine gerarchico. Quando i grossi maschi fanno valere i loro diritti, quelli più piccoli manifestano la loro sottomissione con il linguaggio del corpo e sibili rumorosi. Quando due draghi sono delle stesse dimensioni possono ingaggiare una sorta di combattimento «wrestling». Di solito i perdenti si ritirano, ma in alcuni casi vengono uccisi e divorati dai vincitori.

Gli escrementi del drago di Komodo sono quasi sempre bianchi, poiché il loro stomaco non è in grado di digerire il calcio presente nelle ossa degli animali divorati. L’accoppiamento avviene tra maggio e agosto e le uova vengono deposte in settembre. Ne vengono deposte circa una ventina in nidi abbandonati di megapodio, uccelli che costruiscono grossi nidi con mucchi di vegetazione marcescente, o in cavità scavate appositamente. Rimangono in incubazione per sette od otto mesi e si schiudono in aprile, quando gli insetti sono più numerosi (nutrimento dei piccoli varani). I giovani draghi di Komodo sono molto vulnerabili e per questo motivo trascorrono gran parte del tempo sugli alberi, fino a circa l’età di tre anni, al sicuro dai predatori e dagli adulti cannibali. Divengono maturi all’età di otto o nove anni e si stima che possano vivere fino a 30 anni. Gli scienziati occidentali avvistarono per la prima volta il drago di Komodo nel 1910. Da allora, le sue grosse dimensioni e la sua spaventosa reputazione lo hanno reso un ospite molto popolare degli zoo. In natura il suo areale si è però ridotto a causa delle attività umane e per questo motivo viene inserito dalla IUCN tra le specie vulnerabili. Gode però della completa protezione da parte della legge indonesiana e per garantirne la sopravvivenza è stato istituito un apposito parco nazionale, il Parco nazionale di Komodo.

Ci dividono in gruppi e paghiamo le fees di accesso al parco (IDR 350.000 € 20 a testa). Stupidamente non chiediamo se si può usare il drone. Quando chiederemo una volta arrivati a Padar, ci risponderanno di sì, ma bisognava pagare al porto una tassa. Peccato. Tutte le barche fanno le stesse tappe, però ognuno fa il suo giro, per evitare che ci siano troppe persone nello stesso posto. Fanno così anche per le Pink Beach. La nostra barca si chiama New Hope 9, del tour operator East Cruise (https://eastcruisekomodo.co.id/). Saremo in 30. Pier e Martina salgono sulla parte alta, io rimango seduta nella parte esterna sul retro. Tutti gli altri si siedono all’interno. Partiamo spediti. Vediamo molte barche, stile velieri, che vengono usate per le crociere di 3 giorni. L’idea è molto bella, però, come ho scritto, dicono che la pulizia lascia a desiderare. In un’ora raggiungiamo l’isola di Rinca. Questa credo che sia la prima tappa per tutti visto che ci sono molte barche. Si avvicinano al pontile per scaricare le persone e poi gettano l’ancora nella baia. Il colore del mare è molto bello. Vogliamo salire sulla collina per vedere il panorama dall’alto. La raggiungiamo in una ventina di minuti. Camminando in processione i tempi si dilatano. Noi abbiamo messo le scarpe da trekking non sapendo com’è il sentiero. Ci divertiamo un sacco, e come noi tutti gli europei, a vedere delle asiatiche salire con i sandaletti con tanto di abiti lunghi eleganti sintetici e gli ombrellini. Fa un calo pazzesco, ok fare foto per Instagram (tutto in questi posti ruota intorno al selfie perfetto da pubblicare) ma con 40° come fai ad indossare quei vestiti plastificati che ti si appiccicano al corpo!!! Ci estraniamo dalla gente per goderci il paesaggio che è bellissimo. Si vedono le tre spiagge con la sabbia di tre colori diversi. Facciamo diverse foto e poi scendiamo al porto. Tutti rimangono lì ammassati ad aspettare di salire, noi ci allontaniamo sulla spiaggia. Lì saremo solo in 10. È molto bella. Arrivano 3 cervi di Timor. Su quest’isola non ci sono i draghi quindi non hanno predatori. Camminano nell’acqua. Sono graziosi. Hanno i palchi poco sviluppati e ricoperti di velluto. All’ora stabilita torniamo alla barca e alle 10.00 si riparte. In 10 minuti circumnavighiamo l’isola e ci fermiamo su una Pink Beach. Siamo i primi ad arrivare quindi ce la godiamo da soli. Io non capisco gli asiatici. Gli europei che ci sono sulla barca si spostano all’istante nella due parti opposte della spiaggia. Loro rimangono tutti in pochi metri quadrati vicino alla barca … mah … gente strana. Noi raggiungiamo l’estremità di destra. Martina e Pier usano le nostre maschere e boccagli e fanno snorkelling. Io faccio foto a dei coralli bellissimi. Purtroppo, ce ne sono tanti sulla spiaggia. Sono di un bel rosso acceso. Si sa che poi diventeranno bianchi. La sabbia è effettivamente rosa perché sono presenti tanti piccoli pezzi di coralli, ma non così tanto rosa come si vede nelle foto su internet, evidentemente super saturate. Il mare è cristallino. Proprio bello. Dopo un’ora si riparte. Raggiungiamo velocemente l’isola Komodo. Attracchiamo al lungo pontile. Vediamo parecchi pesci. Speravamo in una tartaruga, ma nulla. Raggiungiamo il Visitor Center. Qui ci sono un ristorante spartano e qualche bancarella. Ci fanno un breve briefing e poi ci dividono in gruppo di una ventina di persone. Ci sono vari percorsi da fare a piedi, ci dicono che noi faremo il più breve. È tutto in piano. Due ranger vengono con noi. Sono armati di un lungo bastone a due punte. Avevo letto pareri discordanti su questa cosa. Alcuni dicevano che avevano visto dei draghi già in questo punto e che sembravano drogati. Noi dobbiamo camminare una decina di minuti nel bosco prima di vedere il primo. Bisogna assolutamente stargli lontani. Non ci si deve mai mettere sulla strada che loro stanno percorrendo, solo in laterale o sul retro. La saliva è velenosa, quindi dovessero morsicare, sarebbe un grande problema. Proseguiamo e dopo un po’ ne troviamo un altro, sempre in movimento. I ranger lo fanno fermare e poi fanno delle foto a chi vuole lo scatto, a debita distanza, con il drago. Se fino a qui la cosa mi piaceva, vederlo bloccato, perché, secondo me, intimorito dai bastoni, per fare le foto, potrebbero anche evitarlo. Torniamo alla spiaggia. Qui ci sono dei cervi di Timor, il pasto preferito dei draghi, che passeggiano, cercando di rubare qualcosa da mangiare al ristorante. Prima di salire sul pontile, vediamo un altro drago che arriva dalla spiaggia. Una volta saliti sulla barca, consegnano a ciascuno un vassoio con il pranzo. Si parte subito, sono le 13.30. senza attendere che si finisca. In mezz’ora arriviamo in un punto in cui il mare è di un colore strepitoso. Siamo arrivati a Taka Makassar. Non attracchiamo sulla piccola isola, ma su una lingua di sabbia in mezzo al mare, visto che c’è la bassa marea. Ci sono solo 10 barche ma c’è tanta gente. Peccato. Chi viene con le crociere di tre giorni, può godersi questi posti quando tutti vanno via. Pier e Martina fanno ancora snorkeling. Rimaniamo qui un’oretta poi ci spostiamo a Manta Point. Ci feriamo in mezzo al mare senza nessun punto di riferimento. La guida dice di entrare in acqua solo se si è ottimi nuotatori perché ci sono correnti forti. Solo in 8 ci prepariamo ad entrare, io nel dubbio metto il giubbotto salvagente. Pier si tuffa per primo ma dopo poco, sentendosi trascinare via, alza la mano e gli buttano un salvagente. Lo recuperano così. Io e Martina accantoniamo all’istante l’idea di entrare. Degli altri 5, solo due ragazzi che fanno abitualmente sub, riescono ad andare e tornare, senza aiuto. Gli altri tre li recuperano con il salvagente. I due ragazzi dicono che c’erano due mante. Bellissima esperienza ma molto rischiosa. Rimaniamo qui poco tempo e poi ci spostiamo all’ultima isola, Kanawa, dove rimarremo un’oretta. Qui saremo solo 2 barche quindi ci godiamo la pace su una bella spiaggia bianca con il mare cristallino, senza fare il bagno. Alle 16.30 si riparte. Servono una bevanda calda e del cioccolato. Arriviamo al porto alle 17.00 puntuali. Si sono molti taxi sui quali veniamo distribuiti. Il nostro che ci riporta in hotel poi ci chiede € 6 perché dice di essere un privato non convenzionato con le barche. Va beh. Ci godiamo un altro bellissimo tramonto poi doccia ed usciamo con la navetta alle 19.30. Vogliamo assolutamente tornare a cena alla bancarella di ieri sera. Scrivo sempre cosa prediamo almeno ci si rende conto dei costi. Questa sera scegliamo: un granchio, due tipi diversi di “shell”, tipo grosse vongole, cotte con salsine strane, un water spinach, un riso bollito, ed un grosso pescione cotto alla griglia. Da bere due bintang ed una noce di cocco. Spendiamo € 27. Siamo sempre più allibiti dai prezzi. Ieri sera abbiamo speso di più perché avevamo preso l’aragosta. Alle 21.30 rientriamo. Recuperiamo le cose che avevamo fatto lavare dall’hotel, sistemiamo le valige e andiamo a dormire super soddisfatti della giornata.

Hotel: Sunset Hill Hotel – monolocale – no colazione – IDR 916.750 € 55

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9) 10 agosto 2024 – sabato – Flores da Labuan Bajo a Bajawa – km.265

Ci siamo messaggiati ieri con la guida che avremo in questi giorni, per organizzare la giornata. Lui ci aveva detto che sarebbe arrivato questa mattina alle 7.30 con partenza dopo le 8.00. Noi, vedendo tutti i km. che dobbiamo percorrere, volevamo partire prima ma lui ci dice di no. Capiremo poi il motivo.

Costo del tour di 6 giorni 5 notti: IDR 6.000.000 € 352 a testa – totale IDR 18.000.000 € 1.073

 https://www.peramatour.com/en/tour/detail/77/the-great-flores-land-tour.

  • Incluso: driver e guida – giornata in barca con pranzo a Riung
  • Escluso: pasti – costi d’ingresso ai parchi.

Puntuali scendiamo e conosciamo Freddie, un metro e quaranta di gentilezza assoluta e grande preparazione su tutto quello che riguarda l’isola. Andiamo a fare colazione all’ultimo piano dell’hotel. È a menù fisso quindi io e Martina ne condividiamo una, non sapendo come guida il driver … Pier la prende completa mentre Freddie prende un solo caffè. Paghiamo € 20, super caro rispetto a quello speso ieri sera a cena. Freddie ci spiega che non si poteva partire prima, anche se sarebbe stato l’ideale andare via alle 6.00 per due motivi:

– ci sono dei lavori lungo la strada quindi la mattina non si può passare, viene aperta alle 12.00 quindi non aveva senso alzarsi presto per poi rimanere in coda

– il driver Rudy doveva attendere le 8.00 per poter fare gasolio. Ci dice che ha dormito in coda al distributore per riuscire a fare il pieno tra i primi questa mattina. Loro abitano a Bajawa, la nostra destinazione finale di oggi, quindi ieri sera, quando sono arrivati, il distributore era già chiuso. È prassi a Labuan Bajo fare così per accaparrarsi il gasolio. Nel corso di questi giorni, ad ogni distributore, vedremo file assurde di macchine e moto. Capita che finisca e che si debba attendere l’arrivo del camion dal porto. Pazzesco. Manco in Africa abbiamo mai visto cose simili.

Rudy arriva alle 8.30 quindi possiamo partire. Il nostro driver è un omone tatuato, di poche parole, che poi scopriremo ascoltare musica rock ad alto volume quando viaggia da solo (ha un amplificatore enorme nel bagagliaio) ma squisitissimo. Ottimo guidatore (va piano) e super attento ad ogni cosa. Inchiodava subito appena mi vedeva alzare la macchina fotografica. Sia lui che Freddie, si sono fatti in quattro per assecondare ogni nostra richiesta … anche tagliare un pezzo di bamboo che volevo portare a casa …

La macchina è una Toyota come quella di Java e Freddie si posiziona all’ultimo posto.

Oggi visiteremo:

  • Melo Village: villaggio con panorama su Komodo.
  • Cancar: risaia a ragnatela Spider Web.
  • Ranamese: una riserva naturale montuosa – lago vulcanico profondo 21 metri.
  • Aimere: viene prodotta la tradizionale bevanda alcolica conosciuta come “arak” (vino).
  • Bajawa: piccola cittadina.

 

Tutte le strade che percorreremo, circa km.1.000, in questi 6 giorni saranno a curve. Pochi km li troveremo senza. Freddie le chiama snake roads. Si snodano tra la vegetazione lussureggiante e sono tutte più o meno simili. Attraversano villaggi, coltivazioni e zone completamente disabitate. In qualche punto ci sono affacci sul mare. In prossimità dei villaggi vedremo ovunque chiodi di garofano, caffè e cacao stesi al sole ad essiccare. Vengono posizionati su tavoli in legno ma anche a bordo strada. Se ripenso a Flores, la prima cosa che me la fa ricordare, è proprio il profumo dei chiodi di garofano. Vedremo persone che svolgono le loro attività quotidiane, bimbi che vanno e vengono da scuola con le divise colorate, e tanti cani. Questi vengono trattati bene, non ne abbiamo visti denutriti. Ogni villaggio che vedremo ha un mercato dove vendono frutta, verdura, galline (le tengono in gabbie fatte di canne di bamboo), e quelli più riforniti hanno carne e pesce. Gli abitanti di Flores non si può dire che non siano puliti. Vedremo ovunque bucato steso ad asciugare. La cosa particolare dell’isola è che nel prato davanti alle case, proprio all’ingresso, ci sono le tombe, strutture enormi di marmo, dei parenti morti. Abbastanza macabro. Le persone che un tempo si spostavano a piedi ora utilizzano biciclette, moto, auto (poche) oppure i taxi collettivi. Questi sono forti da vedere. Quando vengono usati i camion, la gente si siede ovunque, anche sul tetto, ed hanno sempre un amplificatore con musica ad altissimo volume. La cosa che mi è piaciuta tanto di quest’isola sono proprio le persone. Sono tutte pronte ad un saluto, ad un sorriso, ad uno scambio di parole, e di si divertono un sacco a farsi fotografare. Ci siamo sentiti sempre a nostro agio. In 50 minuti percorriamo km.20 per arrivare al punto panoramico al Melo Village, dal quale si vedono, molto da lontano, le isole dell’arcipelago di Komodo. Poco oltre ci fermiamo per vedere due ragazzi che raccolgono i chiodi di garofano. Salgono sulle piante utilizzando delle scale fatte da una canna di bamboo nella quale hanno inserito dei legni come scalini. Sicurezza zero. Raccolgono solo quelli che sono ancora verdi. Se hanno già fatto il fiore, non sono più utilizzabili. Li mettono in ceste di bamboo che tengono sul fianco con una tracolla di corda. Ogni tanto scendono a scaricare il bottino su un telo dove una ragazza li stacca uno ad uno. Verranno poi stesi al sole ed in tre giorni saranno pronti per essere impacchettati e venduti. Vedendo che sono interessata a tutto quello che cresce in natura, Freddie farà in modo di farmi vedere tanti frutti e a darmi spiegazioni. Lì vicino vediamo una pianta piena di jack fruit, sono simili al durian, ma sono dolci e molto buoni. Per il terribile durian invece non è stagione. Ora sono molto piccoli, verranno pronti a dicembre. Peccato, tornerò a casa senza averlo assaggiato. Alle 12.00 arriviamo all’interruzione della strada. Stanno allargando la carreggiata. Appena ci fermiamo arrivano di corsa dei bambini che ci vendono delle arachidi. Chiedo se posso fare una foto e loro si mettono ad urlare per la gioia! Dopo 5 minuti, ne abbiamo una trentina intorno alla macchina. Io intuisco subito che cosa vogliono ma temporeggio perché mi diverto un sacco a guardarli che continuano a passarmi di fianco facendomi grandi sorrisi. Quando scendo, c’è un’altra esplosione di gioia. La macchina fotografica in questo viaggio sarà sempre molto apprezzata dai locali. Dopo pochi minuti, la strada viene aperta. Viaggiamo decisi fino a Cancar dove arriviamo alle 13.00. Abbiamo percorso km.80 (dal Melo Village) in 2 ore e mezza effettivi di viaggio. Qui a Cancar, siamo a mt.1.000 di altitudine, ci sono le coltivazioni di riso a ragnatela (spider web). Paghiamo € 1 a testa per poter accedere. Il sentierino che sale sulla collina passa in mezzo a tante piante di ananas con il frutto. In meno di 10 minuti arriviamo. È proprio un gran bel colpo d’occhio, ci sono diverse ragnatele. Peccato che nella maggior parte il riso o è già stato tagliato oppure è appena stato piantato. Facciamo volare il drone. Riprese dall’alto rendono ancora di più, peccato che dove ci sono le piccole piantine, non si vedono dall’alto, sembra che ci sia solo acqua. Tutte le risaie che troveremo a Flores saranno così. Quando raccolgono, nel giro di poco riseminano, è un ciclo continuo. Freddie ci dice che nel giro di 2/3 settimane, sarà tutto verde, quindi molto più bello.

Ripartiamo alle 13:30. Passiamo di fianco ad un distributore. C’è una lunga coda di macchine in attesa perché hanno finito il gasolio. Alle 14 arriviamo a Ruteng. Abbiamo impiegato mezz’ora per percorrere km.26. È ora di pranzo quindi andiamo al ristorante Agape Cafe’. Locale carino e pulito. Le cameriere super gentili e sorridenti. Prendiamo una zuppa di pollo, una carbonara, una bistecca con verdura, una birra e spendiamo € 14. Si può pagare con la carta di carta di credito, in pochi posti l’accettano. Si avvicina una suora. Voleva scambiare due parole, avendoci sentito parlare in italiano. Ci dice che a Flores ci sono molte missioni italiane. Lei ha studiato la nostra lingua in una di queste e poi ha deciso di farsi suora. Sono sette anni che vive a Roma in Vaticano. In questi giorni è tornata per le vacanze al suo paese. Alle 15 ripartiamo. Impiegheremo tre ore e mezza per percorrere km.140 facendo solo due soste. La prima la facciamo dopo km.20, che percorriamo i 45 minuti, al lago Ranamese. Paghiamo € 6 in contanti a testa. Rudy rimane in macchina a fare un pisolino. Noi quattro andiamo a vedere il lago. È di un colore verde scuro circondato da fitta vegetazione. Aver avuto tempo si sarebbe potuto fare trekking, oppure anche solo una passeggiata fino ad una cascata. Rimaniamo solo una ventina di minuti poi ripartiamo alle 16. Vedendo che si incomincia a far tardi ed abbiamo ancora tantissimi chilometri da fare chiediamo a Freddie di non fermarci a vedere la distilleria del liquore arak ad Aimere. Lui ci tiene a farcela visitare perché è una cosa tipica di Flores quindi acconsentiamo di fare una sosta veloce. Percorriamo km.80 in due ore. Arriviamo ad Aimere con il buio. La distilleria in realtà è una tettoia in lamiera, sotto la quale il liquido prodotto dai frutti della palma Lontar viene fatto bollire in grosse pentole. Viene poi lasciato a riposare in grossi bidoni di plastica. Diventa un liquore molto forte che ha un ruolo importante nella cultura dell’isola in quanto nessun evento rituale o cerimonia si svolge senza questo distillato. È una cosa artigianale che non viene venduta nei negozi ma soltanto in questo posto. Ripartiamo e percorriamo gli ultimi km.35 in un’ora e mezza per arrivare a Bajawa. Arriviamo parecchio provati perché quest’ultimo tratto da Aimere è tutta a curve e controcurve, peggio della strada fatta fino ad ora. Oltretutto la macchina di Rudy ha i vetri completamente oscurati quindi non vediamo assolutamente nulla. Arriviamo a destinazione con lo stomaco in gola. Siamo a mt.1.200 di altitudine e fa decisamente freddo. L’albergatore ci chiede se vogliamo cenare ma siamo abbastanza nauseati quindi diciamo di no. L’albergo è semplice ma pulito. Abbiamo due camere doppie. Facciamo la doccia e ci riprendiamo. Decidiamo quindi di uscire a cena. Martina va a dormire. Cerchiamo un ristorante su google maps, ci vestiamo pesanti ed usciamo a piedi. Raggiungiamo il Kartini in una decina di minuti. Il paesino è abbastanza grande ma non c’è in giro nessuno. Il ristorante è carino e pulito. Le cameriere non parlando inglese ma ci si capisce. Prendiamo una zuppa di verdure con la coda di mucca, un piatto di noodles con verdure e carne e due birre bintang. Spendiamo € 16. Apprezziamo la passeggiata di rientro dopo tanti chilometri fatti in macchina. Alle 22:30 dormiamo.

 

Hotel: Bajawa Roo Hotel – due doppie – B & B

IDR 900.000 € 54

 

 

10) 11 agosto 2024 – domenica – Flores da Bajawa a Moni – km.195

Oggi visiteremo:

  • Bena: villaggio con case tradizionali.
  • Malanage hot springs: bagno in un ruscello
  • Nanga Panda: spiaggia è ricoperta da pietre turchesi levigate dal mare.
  • Ende: mercato
  • Risaie verso Moni

 

Ci alziamo con calma e andiamo in terrazza a fare colazione. È semplice, con pancake e frutta, ma buona. Rudy e Freddie hanno dormito da un’altra parte. Alle 8:30 partiamo diretti al villaggio tradizionale Bena. Ci fremiamo a fare qualche foto al vulcano Inerie (mt.2245). Lo si può scalare in circa tre ore e mezza, di notte, per vedere l’alba dalla vetta. Ci sarebbe piaciuto fare questo trekking ma non abbiamo il tempo. Questa mattina l’umore è decisamente migliore rispetto a ieri, quando siamo arrivati a Bajawa. Eravamo davvero provati da tanti chilometri in macchina con pochissime soste. Oggi sappiamo che vedremo molte cose e quindi le aspettative solo alte. Bajawa è famosa per le foreste di bamboo. Ci fermiamo a fare delle foto e dico che mi piacerebbe portarne a casa un pezzo da usare come porta cose. Poco dopo vediamo un signore con un machete. Freddie gli chiede se ce ne può tagliarne uno. Visto che acconsente, Freddie ne sceglie uno che è caduto e da istruzioni su come lo vorrei al gentilissimo signore. In un attimo ho il mio pezzo perfetto lungo circa cm.50. Nei giorni seguenti mi rendendo conto che è pesante da portare in valigia e che poi una volta a casa, comunque, lo vorrei tagliare a metà. Ne parlo in italiano con Pier facendo qualche gesto e Freddie mi ha capita. Una mattina me lo troverò perfettamente diviso in due. Questo ragazzo è davvero speciale.  Ci fermiamo poi ad acquistare il frutto della passione in un banchetto lungo la strada. In un’oretta arriviamo a destinazione, al villaggio Bena, ai piedi del vulcano Inierie. Paghiamo € 1,50 a testa per l’ingresso. Ci danno una sciarpa da mettere sul collo per rispetto degli abitanti. Qui vivono nove clan della tribù Ngada. Le capanne hanno una disposizione ovale e al centro c’è il cuore del villaggio. Nella loro semplicità sono ecologiche e funzionali, il materiale (paglia e bambù) mantiene fresca la casa. Il tetto alto funge da ripostiglio e serve per la ventilazione, sia che si tratti del fumo del fuoco acceso al centro o dell’aria fresca migliore di un climatizzatore. All’esterno delle abitazioni ci sono corna di bufalo e mascelle appese. Testimoniano l’usanza di fare sacrifici sugli altari monolitici, risalgono all’età della pietra, davanti alle loro abitazioni. Il sacrificio di bufali, maiali o polli è una forma di venerazione delle anime dei morti e delle divinità. Ma tutta la piazza, attorno a cui stanno le abitazioni, è avvolta da un’atmosfera magica e simbolica.

Il rapporto con gli antenati è così sentito e stretto che le tombe degli antenati sono davanti all’abitazione della famiglia. Dobbiamo fare attenzione a dove camminiamo per non calpestarle. Le si riconosce dal fatto che sopra di queste ci sono dei piatti con alcune cose da mangiare. Faccio diverse foto perché il posto si presta. Fotografo anche delle signore anziane che cercano di sistemarsi i capelli prima dello scatto e poi si mettono in posa. Ridono come delle matte quando faccio loro vedere gli scatti. Ci sono alcuni bimbi che giocano ed alcune signore che tessono delle sciarpe. Su alcune stuoie, oltre ai chiodi di garofano, ci sono dei pezzi di cocco ad essiccare. Acquistiamo delle ciotoline fatte di noce di cocco. Freddie ci spiega bene la storia di questo villaggio. Qui le persone vivono come un tempo coltivando i loro terreni ed allevando le loro mucche. Pier fa volare il drone. Il paese rende molto anche dall’alto. Abbiamo apprezzato la visita di questo villaggio. Rimaniamo qui poco più di un’ora poi ci spostiamo. In meno di 10 minuti arriviamo alle Malanage hotspring. In questo posto ci sono due fiumi uno di acqua gelata e un altro di acqua caldissima che si uniscono quindi la temperatura è ottimale per fare il bagno. Per accedere dobbiamo pagare € 1 a testa. Ci sono degli spogliatoi molto basici e non molto puliti. Ci immergiamo ed è una sensazione molto piacevole. Saremo solo noi ed una famiglia di spagnoli. Ci sistemiamo e poi torniamo la macchina. Freddie ci fa vedere delle piante di pepe. Prende un rametto e poi qualche chiodo di garofano. Li terremo sul cruscotto ad essiccare. A fine vacanza avremo queste due spezie pronte per l’utilizzo. Ripartiamo senza fare soste alle 12.00. In 2 ore e 45 percorriamo i km.100 che ci separano da Nanga Panda. Questo posto è famoso per i sassi blu che sono presenti sulla spiaggia. Lungo la strada vediamo vari banchetti dove vengono venduti per abbellire le case o i giardini. C’è un piccolo ristorante quindi ordiniamo e poi ci sediamo sotto le tettoie vista mare. Prendiamo un piatto di riso con il pesce e due paste con il pesce. Spendiamo € 9. Il pranzo lo sarà nulla di che anche perché nella pasta con il pesce hanno messo il ketchup al posto del sugo di pomodoro. Andiamo poi in spiaggia. Ci sono molti sassi azzurri, non blu. Il colore rende di più quando sono bagnati. È bello il contrasto di questo colore con il nero della sabbia. Facciamo volare il drone. Ripartiamo alle 16. In 35 minuti percorriamo i km.30 che ci separano dalla cittadina di Ende. La strada costeggia il mare. Prima di entrare nella città vediamo una moschea fotogenica con alcune case sulla spiaggia. Mentre viaggiamo parliamo del nostro albergo Riung. Quando abbiamo prenotato non pensavamo che per percorrere km.17, la distanza dall’albergo al paese, ci sarebbe voluta un’ora. Freddie quindi ci suggerisce di cambiarlo. Su Booking ne troviamo uno che si chiama Loca lobo. Quando avevamo prenotato, 11 mesi fa, non c’era. Noi man mano che il tempo passa, controlliamo sempre se c’è qualcosa di migliorativo ma questo non lo avevamo visto. Sembra molto bello. Lo prenotiamo e, non potendo più annullare l’altro, perderemo € 120.  Quando arriviamo ad Ende Freddie ci chiede se vogliamo vedere il mercato. Io li adoro quindi accetto all’istante. Vendono sia carne che pesce, frutta e verdura. Facciamo due passi e faccio tantissime fotografie, visto che le persone apprezzano.  Loro si divertono a farsi fotografare e io più di loro. L’immagine più bella che riesco ad immortalare e quella di tre signori. Uno mi sorride felicissimo di farlo ma non pensa che, sorridendo, mostra tutta la bocca sdentata. I due amici lo indicano ridendo a crepapelle. Lui subito rimane stupito di non essersi ricordato della cosa, poi incomincia ridere e noi con lui. È stato un momento molto simpatico. Alle 17 ripartiamo. Dobbiamo percorrere più soltanto km.50 per raggiungere il nostro pernottamento quindi facciamo qualche sosta per fotografare delle risaie terrazzate. Arriviamo dopo un’ora e mezza a Moni. Anche oggi è stata una giornata intera di viaggio ma abbiamo fatto tantissime soste. Se si fa un tour si sa che si deve viaggiare continuamente, ma un conto è farlo senza quasi mai fermarsi, un conto è visitare diverse cose. Quindi ci siamo goduti molto di più la giornata. Il nostro albergo è decisamente basico, forse il più semplice di tutta la vacanza, ma non ci sono molte alternative. Abbiamo due camere doppie, sono pulite ma veramente molto semplici. Hanno solo il letto all’interno ed una sedia. Anche qui siamo in quota quindi fa freschino. Il ristorante che scegliamo è di fianco all’hotel e si chiama Mopi’s. C’è musica dal vivo. Non ha neppure un tavolo libero.  È il migliore del paese, forse l’unico, quindi non abbiamo alternative. Inizialmente dobbiamo condividere un tavolo con ragazzi poi quando se ne libera un altro, ci spostiamo. Dobbiamo aspettare un’ora e mezza però non ci pesa perché la musica è piacevole.  Abbiamo preso un hamburger di pollo, un piatto di spiedini di pollo ed una coscia di pollo, tutti e tre con verdure e riso, e due bintang. Abbiamo speso € 21. Soddisfatti della giornata e della cena, andiamo a dormire.

 

Hotel: Mahoni Guest House – due doppie – B & B – IDR 522.000 € 32

https://www.booking.com/hotel/id/mahoni-guest-house.it.html

 

 

11) 12 agosto 2024 – lunedì – Flores da Moni a Riung – km.226

Oggi visiteremo:

  • Kalimutu Three Color Lake: trekking sul monte Kelimutu per vedere i tre laghi vulcanici colorati.
  • Ndua Ria: tradizionale mercato di frutta e verdura appena raccolta dalle fattorie locali.
  • Villaggio Wologai: case ben curate, costruite nel tradizionale stile architettonico lionese.
  • Riung: villaggio di pescatori. È l’accesso alle 17 Islands.

 

Questa mattina la sveglia suona presto, per salire sul Kelimutu. In realtà, veniamo svegliati molto prima dai galli che cantano. In questa vacanza verremo sempre svegliati dai galli a Flores e dai richiami alla preghiera dei muezzin, sulle altre isole. Indossiamo vestiti pesanti. Alle 6.00 partiamo. La signora dell’albergo ci fa trovare la colazione pronta, ancora calda, da mangiare sul vulcano (pancake alla banana e dei succhi). La nostra meta dista km.14. Un tempo si saliva di notte per vedere l’alba dalla vetta. Ora è vietato quindi si può accedere solo dalle 6 alle 23. Arriviamo al gate dopo 20 minuti. Paghiamo € 9 a testa + 0,60 per la macchina. Dopo altri 10 minuti arriviamo al parcheggio. Per arrivare sulla vetta dobbiamo camminare per circa km.1,5 km. Impieghiamo una ventina di minuti. Il sentiero è facile.  Il paesaggio da lassù è veramente molto bello. Vediamo il lago nero (Tiwu Ata Mbupu) da una parte mentre dall’altra gli altri due. Sono separati solo da un muro di roccia. Uno è azzurro (Tiwu Nuwa Muri Koo Fai) mentre l’altro (Tiwu Ata Polo) è un verde-nero. Quest’ultimo può diventare marrone, dipende dal periodo dell’anno e da vari altri fattori.  Le credenze locali dicono che nel loro interno ci sono le anime dei defunti. Nel lago nero quelle delle persone anziane, nel lago azzurro quelle delle persone giovani invece nel lago verde-nero quelle delle persone cattive. Rimaniamo una mezz’oretta in vetta mentre facciamo colazione per vedere il sole che arriva ad illuminare il lago più chiaro. Pier scende pochino più in basso per far volare il drone, visto che in alto c’è vento. Quando scendiamo, per ultimi, non lo vediamo. Pensiamo si sia già incamminato verso la macchina. Quando arriviamo, non lo troviamo. Freddie si preoccupa. Il sentiero non è pericoloso quindi non c’è la possibilità che possa essere caduto da qualche parte. Non è tranquillo quindi torna su. Quando scende è ancora più agitato perché non ho trovato. Decidiamo di risalire io e Martina. Lo troviamo che sta scendendo. Si era seduto su un sasso vicino al sentiero ma noi proprio non lo avevamo visto. Rendendosi conto dell’ora e vedendo che non c’era più nessuno in vetta, si stava incamminando alla macchina.

Ripartiamo alle 8:30. Ieri, salendo, avevo visto un bel mercato lungo la strada quindi avevo chiesto a Freddie se potessimo fermarci questa mattina. Lui si ricorda di tutto, non dobbiamo mai ripetergli le cose, quindi fa fermare Rudy. Acquistiamo del frutto della passione in un banchetto. Una ragazza che vende mandarini, con una bellissima bimba in braccio, si rivolge a noi in italiano. Ci dice che ha studiato la nostra lingua in una missione, come la suora trovata a Ruteng. Facciamo due parole e poi proseguiamo. Dal parcheggio del Kelimutu fino alla tappa seguente, il villaggio Wologai, percorriamo km.22 in 50 minuti. Paghiamo € 2 a testa per l’ingresso. Per rispetto del luogo religioso dobbiamo indossare una sorta di pareo. Un signore anziano, molto distinto, ci fa da guida. Questo villaggio non è abitato. Viene utilizzato soltanto per le cerimonie. Alle 10 ripartiamo. Ci fermiamo ancora alle risaie terrazzate che abbiamo visto ieri sera e poi andiamo diretti ad Ende. Percorriamo km.45 in un’ora e 10. Ci fermiamo a fare gasolio e poi ripartiamo. Anche su questa strada ci sono dei lavori come quelli trovati ieri quindi non si può passare. Ne approfittiamo per andare in spiaggia a fare due passi. La sabbia è nera e ci sono dei bambini che stanno giocando. Appena aprono la strada ripartiamo. Alle 12.30 arriviamo a ristorante di Nanga Panda, dove ci siamo fermati ieri. Prendiamo due piatti di noodles da condividere. Spendiamo € 8. Ripartiamo alle 13:30. Dobbiamo percorrere km.97 per arrivare al paesino di Riung e poi km.20 per arrivare al nostro hotel. La strada è molto più scorrevole delle altre. Ci fermiamo una mezz’oretta per un caffè, in un villaggio. Rudy ha bisogno di riposarsi un attimo. Facciamo poi una sosta veloce in un punto panoramico ed una a Riung per acquistare delle patatine ed una birra per fare un aperitivo. Arriviamo al nostro lodge, alle 17.45, puntuali per il tramonto. Si trova in un fiordo con vista verso ovest. Ci sono solo 5 camere su palafitte, tutte fatte in bamboo. Ci accoglie Augus, il proprietario. Ci dice che ha progettato e costruito la struttura. Molto carino. La sua casa è sulla collina appena sopra i bungalow. Abbiamo due camere doppie. Fuori da ciascuna c’è un portico con un grosso tavolo. Il bagno ha il pavimento coperto di rocce azzurre di Nanga Panda. Ci portano come cocktail di benvenuto, una grossa noce di cocco ciascuno.

Informazioni sulle noci di cocco: Freddie ci aveva spiegato che i cocchi da bere non sono maturi quindi tutti pieni di liquido e senza cocco. Man mano che il tempo passa, lo strato bianco di cocco cresce, fino ad un paio di centimetri (per intenderci, quelli che vendono i “cocco bello cocco” sulle nostre spiagge) ed il liquido sparisce quasi completamente.  

 

Ci chiedono se vogliamo la cena servita nel portico oppure al ristorante. Noi optiamo per cenare in camera e tra pollo e pesce, scegliamo tutti pesce. Puntuali alle 19.30 arrivano due ragazzi con un vassoio con un pescione enorme e delle verdure, ovviamente anche l’immancabile Bintang. C’è qualche zanzara quindi attacchiamo il ventilatore. La cena sarà ottima. Alle 21.30 ci ritiriamo sotto le zanzariere.

 

Hotel: Loca Lobo Lodge – due doppie – B & B – IDR 1.590.545 € 93

https://itslocalobolodges.com/

 

 

12) 13 agosto 2024 – martedì – Flores Riung – in giornata arcipelago 17 Islands in barca – km.30

La colazione ci viene servita nel portico. È a base di frutta tropicale e pancake. Alle 8.30 partiamo. In mezz’ora arriviamo al porticciolo di Riung, il gate per le Seventeen Islands. Paghiamo € 6 a testa per accedere al parco. La barca è solo per noi. Il tour operator Perama ci aveva detto che non avevano attrezzatura per fare snorkeling quindi noi abbiamo avevamo la nostra, in realtà hanno tutto. Freddie viene con noi perché i proprietari della barca, che sono papà e figlio, persone squitissime, non parlano inglese. Visiteremo solo tre isole. Ci fermiamo dopo poco per fare il primo snorkeling. Gettiamo l’ancora in mezzo al mare. Freddie è un ottimo nuotatore, quindi, sta vicino a Martina che si allontana di più dalla barca. Ci sono molti pesci e diverse stelle marine sia blu che arancioni con del blu alle estremità. Noi facciamo volare il drone. Rende molto vedere la barca dall’alto, in mezzo al mare di un colore bellissimo. Raggiungiamo poi Tiga Island. Facciamo il bagno e camminiamo sulla spiaggia di sabbia bianca. Molto bello. Nel mentre papà e figlio preparano il pranzo. Sarà tutto ottimo con un grosso pesce alla griglia (vengono sempre usate le foglie di banano come piatti) poi noodles, verdura e frutta. Rimaniamo in questo piccolo paradiso, siamo solo 4 barche) fino alle 13.30. Ci spostiamo poi vicino a Tembang Island. La raggiungiamo a nuoto dalla barca nuotando tra i coralli. Ci spostiamo poi a Rutong Island dove rimaniamo un’oretta. Pier sale al punto panoramico al centro dell’isola per fare volare il drone. Io e Martina ci godiamo il mare. Queste isole incontaminate sono proprio belle. Quando torniamo alla barca, ci offrono anguria e noci di cocco da bere. Alle 16.00 arriviamo al porto. Se qualcuno organizza per conto proprio quest’escursione, il costo per la barca è di IDR 2.300.000 € 135, sia che si è da soli che, come noi, in tre. Andiamo in paese per acquistare delle patatine e della birra per fare un aperitivo. Compriamo due bottiglie anche per Freddie e Rudy.  Alle 17.00 siamo in hotel, in tempo per far volare il drone al tramonto. Questo è proprio un bel posto. Sembra di essere fuori dal mondo. Questa sera avremo una bellissima sorpresa. È il compleanno del proprietario Augus, quindi, ha organizzato una festa sulla collina, dove abita lui, sopra le nostre camere. Siamo in 8 ospiti, tutti i driver e guide, e dei suoi amici. C’è tantissimo da mangiare e bintang a fiumi. Oggi ha pescato 3 grossi pesci, lunghi più di cm.50, e li ha cucinati alla griglia, poi ci sono riso, noodles, verdure, frutta ed una grande torta. Chiacchieriamo molto volentieri con Augus ma anche con gli altri ospiti, due coppie di ragazzi giovani, e soprattutto con un ragazzo da solo. È inglese ma lavora a Labuan Bajo da anni, per studiare il corallo. Freddie è sempre in piedi a controllare che per noi sia tutto ok quindi ci spiace. Gli diciamo di andare a sedersi con i suoi amici e di godersi la serata. Non essendoci inquinamento luminoso, le stelle si vedono benissimo. Quando siamo nell’emisfero australe, per noi il cielo è una calamita, ed in un secondo troviamo la Croce del Sud, compagna di tante serate africane. In questa vacanza non riusciremo ad individuarla neppure una volta. Ci ritiriamo in camera super contenti della piacevole serata. Augus è stato proprio un ottimo padrone di casa.

Hotel: Loca Lobo Lodge – due doppie – B & B – IDR 1.590.545 € 93

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13) 14 agosto 2024 – mercoledì – Flores da Riung a Ruteng – km.160

Facciamo colazione presto e poi paghiamo la cena della prima sera € 25 (ieri sera era tutto offerto). Quando stiamo per partire, arriva Augus di corsa. Ha fatto tardi ieri sera, ma ci teneva a salutarci. Mi porta un fazzoletto, una decina di semi di papaia che gli avevo chiesto ieri mattina. Non pensavo si ricordasse, così sul cruscotto, oltre al pepe, ai chiodi di garofano, alla cannella e ai semi del frutto della passione, mettiamo anche quelli della papaia ad essiccare. Freddie e Rudy mi prendono in giro ogni volta che aggiungo qualcosa, dicono che trasformo la macchina in una piantagione tropicale! Alle 8.00 partiamo.

Oggi visiteremo:

  • Strada costiera e zona non frequentata dai turisti
  • Ruteng:
  • Villaggio di Ruteng Pu’u: È un villaggio tradizionale

Freddie ci dice che faremo una strada diversa per raggiungere Ruteng. Il programma diceva che saremmo dovuti tornare indietro dalla stessa strada del primo giorno, via Bajawa ed Aimere, ma lui dice che non ha senso. La strada che percorremmo questa mattina costeggerà un tratto il mare. Dice che è molto bella perché non passa nessuno, quindi, è una zona ancor più genuina delle altre viste in questi giorni. Noi siamo super contenti della modifica e quello che vedremo supererà le aspettative, soprattutto per il contatto con le persone. Sarà il tratto di strada che ci piacerà di più di tutta l’isola. Passeremo diverse risaie poi vari tipi di coltivazioni. Ci fermiamo a guardare una signora che tesse, dei ragazzi che mettono il riso nei sacchi ed altre persone impegnate in varie attività. Le case sono tutte in bamboo e sono su palafitte. Nella zona sotto la casa, al riparo dal sole e dalle piogge, hanno le cucine e le zone relax. Ci fermiamo a fotografare una bellissima casa nel nulla ed ecco che escono dalla vegetazione tre donne con diversi bimbi. Vogliono esser fotografate. Si pettinano, si sistemano i vestiti e poi si mettono in posa. I bimbi, non vedono turisti molto spesso, ci guardano intimiditi, guardano soprattutto i miei capelli (sono bionda). Lungo la strada vediamo anche diversi bufali. Passiamo in un punto dove Freddie ci dice che qui vive qualche drago di Komodo, ma che è difficilissimo vederli. Alle 11.30 arriviamo ad un paesino che si chiama Reo. Si trova all’interno di un fiordo. Qui arrivano le barche con il rifornimento di carburante che verrà poi distribuito su tutta l’isola. Non era previsto ma vogliamo fare due passi. Freddie stranamente ci lascia andare da soli. Non che siano pericolose le soste che facciamo … tutt’altro … ma lui deve essere pronto a soddisfare ogni richiesta. Facciamo due passi lungo il canale e poi entriamo in una stradina. Arriviamo in un mercato del pesce. Ci invitano ad entrare e ci fanno vedere ogni sorta di pesce. Il più incredibile è un calamaro lungo più di un metro. La signora, che ci tiene a farcelo vedere, fa fatica a sollevarlo. Ovviamente c’è puzza, ma credo che non ci sia nulla di più bello, quando si viaggia, di visitare i mercati. È intorno a questi che si vede la vera vita degli abitanti del posto. Arriviamo alla macchina e ripartiamo alle 12.00. Lasciamo il mare ed iniziamo a salire. Siccome Rudy ha capito che mi piacciono le piante ed i frutti tropicali, quando vede una pianta di durian, l’unica che ancora non ci hanno fatto vedere, si ferma. C’è solo il “problema” che si trova nel giardino di una casa. Siccome ci sono tanti tipi di piante, Freddie ce le mostra tutti con calma. I proprietari, quando ci vedono, si avvicinano e ci sorridono. Quando andiamo via, ci ringraziano della visita. Sono allibita. Vorrei vedere cosa gli viene detto, ad esempio in Italia, ad un turista che si ferma a guardare le piante, dentro ad un giardino privato … Arriviamo a Ruteng alle 13.30. Andiamo nello stesso ristorante di 4 giorni fa, l’Agape Cafe’. Prendiamo 3 piatti di riso con pollo grigliato e verdure. Spendiamo € 15. Andiamo poi in hotel. Ci addentriamo in una viuzza piena di galline a bordo strada. Man mano che procediamo il pensiero è: dove caspita andremo a dormire? Ci fermiamo nell’ultima casa. Ci accolgono con un the due ragazze gentilissime. Come ho scritto all’inizio, questa era una casa, sistemata ora per accogliere i turisti.  Hanno tre camere doppie + una singola nella struttura principale, ed una tripla nella casetta di fianco. I bagni sono in comune (questo non lo avevamo inteso prenotando, altrimenti avremmo scelto altro), erano nuovi di pacca e pulitissimi. Le camere, ne avevamo due doppie, erano semplici ma pulite, le lenzuola avevano un profumo buonissimo. Risulterà poi un soggiorno molto piacevole. Possiamo confermare le alte recensioni che ha su Booking. Martina rimane qui a studiare, io e Pier andiamo con Freddie e Rudy a visitare il villaggio tipico Pu’u. Paghiamo l’ingresso € 4 a testa. Dobbiamo indossare una stoffa sulle gambe poi a me viene data una fascetta color oro da mettere sulla fronte come fosse una coroncina. A Pier danno una sorta di cappellino. Ci sono solo 5 strutture in legno, a punta, perfettamente tenute. Entriamo in una. All’interno c’è un grosso locale dove ci accoglie il capovillaggio che recita una sorta di preghiera di benvenuto e ben augurante. Ci sono delle porte in laterale dove vivono le famiglie. Nella parte alta ci sono diversi piani, dove un tempo mettevano le scorte di cibo. La cucina è sul retro. Facciamo due passi poi Freddie ci fa vedere 5 grossi alveari attaccati sulla sommità di un albero. Alla fine del giro, torniamo in paese. Ci facciamo lasciare in centro e torniamo in hotel a piedi alle 17.30. Mandiamo un messaggio a Freddie per dire che siamo rientrati, così è tranquillo. Passano poi a prenderci per portarci a cena in un hotel, Spring Mile Boutique Hotel. La struttura è bella, mangeremo male. Il ristorante è impersonale e le cameriere non sono per niente gentili. Prendiamo un piatto di maiale, uno di mucca con del sugo, uno di mucca grigliata, un dolce e spendiamo € 30. Avremmo dovuto cenare nel nostro B & B, avremmo sicuramente mangiato meglio. Freddie e Rudy vengono a recuperarci e poi ci facciamo lasciare in centro per tornare a piedi. Ovviamente altro messaggino quando arriviamo a destinazione. Freddie lo apprezzerà molto.

Hotel: Mama’s Homestay – due doppie – B & B – IDR 600.000 € 36

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14) 15 agosto 2024 – giovedì – Flores da Ruteng a Labuan Bajo – km.115

Dopo una notte tranquillissima ed una semplice ma ottima colazione, alle 9.30 partiamo.

Visitiamo:

  • Mercato di Ruteng
  • Villaggio di Lembor: zona di risaie. La maggior parte del villaggio di Lembor è occupata da fattorie.

Per arrivare a Labuan Bajo dobbiamo sempre aspettare l’apertura della strada alle 12.00 quindi ce la prendiamo comoda. Chiediamo a Freddie di andare a vedere le due chiese che ci sono in centro. Una è chiusa ma nell’altra possiamo entrare. Sia Freddie che Ruby sono cristiani quindi ci dicono che si sono sposati in chiesa. Rudy ha 4 figli, l’ultimo di un anno. Freddie invece ha solo una figlia di 8 anni. Dice che ne ha voluta solo una per garantirle gli studi fino all’università. A Flores le scuole sono a pagamento già dalle elementari. Lui vuole darle la possibilità di farsi una vita altrove. Le sta facendo studiare il mandarino e con lei parla sempre in inglese. Quando torniamo alla macchina gli chiedo se c’è un mercato. Lui dice di si ma che di solito non porta i turisti perché c’è un po’ di puzza. Noi diciamo che non ci interessa e che vogliamo andare. Ci piacerà tantissimo. Si trova in alcune vie all’aperto, dove ci sono negozietti e bancarelle esterne, sia al coperto. Qui ci sono galline vive (ma non puzzano), la macelleria (un ragazzo sta facendo a pezzi un maiale) ed una parte molto caratteristica (che ovviamente puzza) dove c’è tantissimo pesce essiccato. Non avevamo mai visto uno così. Poi ovviamente vendono frutta e verdura, riso, mais, tabacco e stoffe. Faccio tante foto. Saremo gli unici turisti. Sarebbe stato un gran peccato non vederlo. Quando torniamo alla macchina, vedo Rudy appoggiato alla fiancata, e di fianco a lui c’è il bicchierino con i miei semi di papaia ad essiccare. Gli dico che è proprio una persona speciale. Lui mi risponde: sul cofano seccano meglio. Poche parole ma proprio gentile. Poteva lasciarli in macchina, io non mi sarei mai aspettata nulla, ma lui l’ha fatto. Proseguiamo. Ci fermiamo poi in un bar tutto di bamboo in mezzo ad una risaia, con vista su alcune signore che raccolgono il riso. Passiamo vicino ad una scuola e tutti i bimbi, con le divise, camminano a bordo strada diretti a casa. Bello. Arriviamo in anticipo all’interruzione, ma la strada non è chiusa. Si sono dimenticati di mettere la sbarra. Noi, non sapendolo, passiamo. Vediamo così gli operai che lavorano, spostando sassi, senza scarpe. Abbiamo guadagnato mezz’ora. Alle 15.00 arriviamo a Labuan Bajo. Diciamo a Freddy che vorremmo fare un ultimo pranzo tutti insieme. Andiamo all’Alma Restaurant. C’è una bella terrazza con vista dall’alto sulla cittadina. Mangiamo molto bene. Prendiamo una zuppa di zucca e pesce, un fish & cips, un tonno alla grigia e due pesci che non conosco. Spendiamo € 50 in tutto. Alle 16.00 siamo in hotel. I saluti non sono mai belli. Ci dispiace che questa avventura sia finita. Freddy e Rudy ci lasceranno un ottimo ricordo di loro. L’hotel è bello con un grande giardino e la spiaggia. Andiamo a fare un bagno in piscina. Andiamo poi a vedere il tramonto in spiaggia. Questa non è nulla di che ed il fondo del mare è melmoso. Il sole cala dietro Komodo e tutto diventa rosso. Andiamo a farci la doccia e poi usciamo a piedi. Non vogliamo mangiare in hotel. Proviamo ad andare al Wae Rebo Resto ma è in un hotel quindi non ci ispira. Arriviamo poi al Bajo Art Cafè. È carino e mangeremo bene. Prendiamo due piatti di noodles con il pesce, una zuppa di pesce e poi un pesce alla griglia con verdure. Spendiamo € 15. In 15 minuti a piedi torniamo in hotel.

 

Hotel: The Jayakarta Suites Komodo Flores – due doppie – B & B – € 98

https://www.jayakartahotelsresorts.com/en/hotel/the-jayakarta-suites-komodo-flores

 

 

 

 

15) 16 agosto 2024 – venerdì – da Flores (Labuan Bajo) a Bali (Sanur) – km.18

Mattina di cazzeggio in attesa del volo di questa sera per Bali. Ci alziamo con calma e facciamo una colazione spettacolare. Andiamo poi in spiaggia a fare due passi e per il resto stiamo in piscina. Dobbiamo lasciare la camera alle 12.00. Abbiamo chiesto se, pagando, potevamo tenerla di più ma dicono che sono al completo quindi non è fattibile. Ci facciamo la doccia e poi andiamo a pranzare al ristorante della piscina. Prendiamo una pizza e due zuppe di pesce (€ 23). Andiamo poi ancora in piscina. Alle 14.30, con la navetta dell’hotel, andiamo in aeroporto. Il volo Air Asia parte puntuale alle 17.30 e dura un’ora. All’aeroporto di Bali non ci controllano l’avvenuto pagamento della tassa turistica che abbiamo pagato a Java, prima di arrivare sull’isola. Non vediamo neppure gli sportelli dove lo si deve fare. Se uno non lo sa, non la paga e nessuno controlla. Recuperiamo le valige poi chiamiamo Grab. Ci troviamo subito in mezzo ad un delirio di moto e macchine. Dobbiamo arrivare a Sanur, a km.18 dall’aeroporto, perché domani abbiamo il ferry per Nusa Penida. Impieghiamo più di un’ora e mezza per arrivare a destinazione. L’hotel è molto carino. È su due piani e si affaccia sulla piscina. La nostra camera trova al piano superiore ed è graziosa. Hanno aggiunto un letto per Martina. La proprietaria, una signora francese, ci suggerisce per cena il warung Margot. Dice che possiamo andare tranquillamente a piedi ma che dobbiamo affrettarci perché chiude presto. Decidiamo quindi di rimandare la doccia al rientro e di incamminarci subito. Il locale ha un bel giardino con un laghetto con le carpe Koi e si affaccia sul fiume. I camerieri sono gentili. Prendiamo un cordon bleu, una zuppa di pesce, una zuppa di gamberi ed una zuppa di verdure. Spendiamo € 24. Torniamo in hotel e andiamo a dormire alle 23.

 

Hotel: Tropical Bali Hotel – una quadrupla – B & B – IDR 1.215.000 € 71

Tropical Bali Hotel – Sanur | Hotel

 

 

16) 17 agosto 2024 – sabato – da Bali (Sanur) a Nusa Penida – km.51

La colazione, ottima, a base di frullato di papaya e dolcetti vari, ci viene servita nel terrazzo davanti alla nostra camera. La proprietaria dell’hotel ci aveva detto che oggi, essendo l’Indipendance Day, ci sarà molto più traffico del solito. Ha organizzato la nostra colazione in anticipo per farci arrivare al porto senza problemi. Molto gentile.

Chiamiamo Grab e raggiungiamo il porto di Sanur in 10 minuti (€ 6). Ci sono tantissime persone ma tutto è organizzato bene. Ogni barca ha un suo colore, quindi, vengono dati dei pass con il cordino del colore corrispondente. Questo aiuta gli operatori ad indirizzare su quella giusta. L’isola si può visitare anche in giornata. Ci sono tanti tour operator che organizzano questa escursione da Bali. Si può scegliere di visitare solo la parte est oppure solo la parte ovest oppure entrambi. Noi abbiamo prenotato il traghetto sul sito di Direct Ferris (https://www.directferries.it/), pagando € 25 a testa andata e ritorno, e verrà operato dalla Angkal. Ci eravamo accorti subito che c’era una differenza di orario tra la nostra prenotazione (per le 9.00) e l’orario indicato sul sito della Angkal (indicava le 8.30). Nel dubbio siamo arrivati al porto alle 8.00. Quando andiamo gli uffici della Angkal ci dicono che non possiamo più salire, anche se la partenza avverrà dopo mezz’ora. Spieghiamo la cosa dell’orario, controllano la prenotazione e ci sistemano su un’altra barca, la Star Fish, che parte alle 9.00. Partiamo puntuali. Noi avevamo scelto la Angkal perché impiegava mezz’ora ad arrivare a destinazione, con la Star Fish arriveremo dopo un’ora.  Il mare è abbastanza piatto quindi non si balla più di tanto. Arriviamo al porto di Nusa Penida (Toyapakeh/Banjar Nyuh) alle 10.00. Appena sbarchiamo troviamo il nostro driver Gede.

Informazioni su Gede: avevano parlato bene di lui su un gruppo Facebook di Bali. Avevano postato il suo biglietto da visita quindi lo avevamo contattato mesi prima su WhatsApp (+62 82340177365). Avevamo pattuito due giornate piene con lui ed il transfer l’ultima mattina al porto. Lo abbiamo pagato in contanti l’ultimo giorno € 123. Abbiamo poi prenotato tramite lui l’escursione per vedere le mante ma i trasferimenti erano compresi nel prezzo, quindi, anche se abbiamo aggiunto un giorno, il suo compenso non è variato. Posso dire che guida bene, la macchina la puliva tutte le sere ed è sempre stato puntuale. Non sa praticamente nulla di nulla, quindi fa proprio solo da driver.  

Informazioni su Nusa Penida (cosa vedere in senso antiorario):

  • Crystal Bay: baia protetta con spiaggia di sabbia bianca. C’è la possibilità di fare snorkeling.
  • Angel Billabong: insenatura nelle rocce. Con la bassa marea si creano delle piccole pozze dove poter fare il bagno.
  • Broken Beach: c’è un grande arco creato dall’oceano che ha corroso la roccia. L’acqua entra in questo grande “buco”. Si trova vicino all’Angel Billabong.
  • Kelingking Beach: la spiaggia più famosa dell’isola. La si può vedere dall’alto delle scogliere oppure scendere in spiaggia (circa 20 minuti per scendere e 40 per salire). Il sentiero è molto brutto e pericoloso, per entrare in mare bisogna essere ottimi nuotatori perché le onde sono grandi e c’è molta corrente. Stanno costruendo, con non poche polemiche perché rovina il paesaggio, un ascensore per scendere.
  • Tembeling Beach and Forest: per raggiungerla bisogna arrivare ad un parcheggio e da lì fare una passeggiata su un sentiero in cemento (circa mezz’ora). Se si vuole risparmiare tempo, ci si affida a qualche locale che porta, in moto, in un secondo parcheggio dal quale la passeggiata è solo di 10 minuti. Sconsigliano di arrivare fino a qui con il proprio motorino visto che la strada è stretta e molto pendente. Una volta raggiunta la spiaggia, c’è una piscina naturale. Pochi turisti la visitano.
  • Peguyangan Waterfall o Guyangan Waterfall: non c’è alcuna cascata ma un luogo sacro e una sorgente d’acqua naturale. È anche noto come “la scala blu di Nusa Penida”, data la presenza di una scalinata blu che scende lungo la scogliera. Il cammino verso il basso offre un’incredibile vista sulle montagne circostanti e sull’oceano. É necessario indossare un sarong in quanto, al termine del percorso, c’è un luogo sacro per gli induisti.
  • Suwehan Beach: bella spiaggia con pochi turisti. Ci sono circa 250 scalini per scendere dalla scogliera.
  • Rumah Pohon Tree House: per raggiungerla bisogna scendere da una ripida scalinata. E’ una casetta sull’albero con vista panoramica sulla Diamond Beach e sulle isole di fronte. Punto fisso per le instagrammer.
  • Thousand Islands Viewpoint: appena sopra la casa sull’albero c’è questo viewpoint dal quale si gode la stessa vista, ma più ampia, della casetta sull’albero.
  • Diamond Beach e Atuh Beach: il parcheggio per queste due spiagge. Si trovano una destra e l’altra a sinistra della scogliera. Dalla punta della scogliera c’è un bel panorama su una roccia con un arco battuto da grandi onde. Per la famosa Diamond Beach, bellissima con palme fotogeniche, si deve scendere per la ripida scalinata sulla destra. La spiaggia è agibile solo quando c’è la bassa marea. L’Atuh Beach si raggiunge scendendo a sinistra. Qui, essendo una baia protetta, il mare è più calmo. Ci sono ombrelloni.
  • tempio Goa Giri Putri: è piccolino e si trova in una grotta, per accedere bisogna calarsi da una stretta feritoia nella roccia.

Gede ci aveva scritto nei giorni scorsi per definire l’orario preciso di arrivo. Ci ha chiesto una nostra foto per riuscire a identificarci con facilità. Dobbiamo pagare € 1,50 a testa per le tasse di accesso all’isola. Con Gede avevamo stabilito di visitare oggi la parte ovest mentre domani la parte est. Avevamo previsto solo due notti sull’isola, ma oggi faremo una modifica. Ne aggiungeremo una, cancellando la prima notte a Bali nella Sidemen Valley, quindi, avendo un giorno in più, andremo a vedere le mante. Partiamo alle 10:45. La prima tappa sarà alla Klingking Beach che raggiungeremo in 40 minuti (km.15). Le strade sono molto strette e sconnesse. La vegetazione è meno bella di quella di Flores. Al nostro arrivo troviamo un grande parcheggio e paghiamo € 0,60 per sostare. Questo sarà il punto dell’isola dove troveremo più turisti. La parte sud dell’isola è caratterizzata da scogliere alte quindi la famosa spiaggia la vedremo dall’alto. C’è qualche punto panoramico, senza protezioni, dal quale poter guardare il panorama. Se si vuole scendere sulla spiaggia si deve percorrere un sentiero che dicono sia pericolosissimo. Ci vuole circa mezz’ora per scendere ed un’ora per risalire. Il fatto di non essere scesi sarà un mio rimpianto ma non abbiamo molto tempo per visitare tutte le cose che dobbiamo vedere oggi. Stanno costruendo un ascensore, che deturperà il paesaggio, per portare i turisti al mare. Ci sono tantissime polemiche su questo, ma i lavori procedono. Io e Martina, ma come noi tanti non asiatici, ci divertiamo un sacco a guardare delle ragazze, credo cinesi, che si fanno foto a vicenda. Sapevamo che Nusa Penida fosse l’isola delle influencer, ma non pensavamo di vedere tante scene assurde. Come a Komodo, arrivano con vestiti lunghi sintetici, nonostante il caldo, che coprono con degli spolverini. Alcune in traghetto avevano addirittura i bigodini in testa. Prima di farsi fotografare si sistemano alla perfezione trucco, parrucco e vestiti. In ogni posa fanno decine di scatti. Il problema è che ovviamente i posti che occupano per diversi minuti l’una, sono quelli in cui c’è il panorama migliore. Tutti i non influencer che vogliono anche solo guardare di sotto, devono attendere. Molti sono parecchio infastiditi, ma alle ragazze non interessa nulla perché non rinunciano neppure ad uno scatto. Rimaniamo un’oretta e poi ci spostiamo alla Brooken Beach e all’Angel Billabong. Sono vicini quindi non serve spostarsi in macchina. Per arrivare impiegheremo 35 minuti (km.9). Paghiamo ancora € 0,60 per parcheggiare. Rimarremo anche qui un’oretta. Andiamo prima a vedere l’Angel Billabong. Si tratta di un’insenatura dove, con l’alta marea, il mare entra all’interno con molta potenza, quando c’è la bassa marea, ci delle piccole pozze dove potersi immergere. Carino. Andiamo poi a piedi alla Brooken Beach. Anche qui l’oceano, con la sua forza, ha creato un arco nella roccia. L’acqua ha eroso la roccia creando una baia rotonda. Facciamo delle belle foto con il drone. Ci spostiamo poi in macchina per pranzare al Resto d’Uma. Il locale è all’aperto ed è carino. Prendiamo tre piatti di noodles con il pesce. Non mi saranno nulla di speciale (€ 18). Andiamo poi alla Cristal Bay. Impiegheremo meno di mezz’ora per percorrere km.18. Paghiamo i soliti € 0,60 per il parcheggio. La spiaggia è bella, di sabbia bianca. Essendo pomeriggio il mare non è cristallino. Quando passeremo di qui per andare a vedere le mante, vedremo un’acqua trasparentissima. Ci sono dei warung e sulla sinistra ci sono gli ombrelloni. Noi andiamo a destra, dove non c’è nessuno. Le onde sono abbastanza tranquille perché la baia è riparata. Facciamo il bagno volentieri. Rimaniamo un’oretta, fino alle 16.30. Torniamo da Gede. Ha la risposta per le mante. Oggi ne avevamo parlato. Aveva contattato subito un suo amico che organizza quest’attività. Ci dice che la possiamo fare domani mattina alle 7.00. La barca tutta per noi costa € 176. Glielo confermiamo. Lui ci farà i transfer. In mezz’ora (km.9) raggiungiamo il nostro hotel. Il posto, come avevamo visto dalle foto, è davvero molto bello. La nostra camera è stupenda. Ci hanno aggiunto un letto per Martina. Chiediamo se hanno disponibilità per una notte in più ma ci dicono che hanno solo una villa con piscina privata. Il costo è assolutamente esagerato quindi cercheremo altro per la notte che aggiungiamo sull’isola. Pazienza. Ci godremo queste due notti prenotate. Siccome l’hotel si sviluppa dall’alto verso il basso, essendo sulla scogliera, scendiamo in camera con una macchinetta elettrica. Per intenderci, nella parte più alta c’è la reception, scendendo ci sono le camere, e quasi sul mare, ci sono il ristorante, la piscina infinity e la spa. Lasciamo i bagagli ed andiamo in piscina. Facciamo il bagno e prendiamo l’aperitivo. Non abbiamo voglia di uscire per cena quindi rimarremo in hotel. Prendiamo due piatti di pesce ed uno di degustazioni (tanti assaggini di cibi balinesi). Tutto buono (€ 80).

 

Hotel: Pramana Natura – doppia + 1 letto – B & B – IDR 1.989.000 la doppia + 750.000 Marty = IDR 2.739.000 € 165

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17) 18 agosto 2024 – domenica – Nusa Penida – km.10

Alle 6.30 puntuali Gede arriva a prenderci. Raggiungiamo una spiaggia, a nord del porto ufficiale, in pochi minuti. Da qui partono le barchette per le varie attività in mare. Il sole sta sorgendo sul mare. Paghiamo in contanti l’affitto privato della barca IDA 3.000.000 (€ 176). Alle 7.00 partiamo. Passiamo sotto il nostro hotel e poi costeggiamo tutta la costa sud. Vediamo Crystal Bay dove siamo stati ieri, poi la Broken Beach ed infine la Klingking Beach. Arriviamo in 40 minuti a Manta Point. Siccome il sole sorge oltre le scogliere, il punto immersione è completamente al buio e l’acqua è scurissima. Il mare è molto agitato e le onde si infrangono contro le alte pareti rocciose. Bisogna immergersi prima del punto in cui si creano le onde, altrimenti si finisce contro le rocce. È parecchio pericoloso quindi indossiamo il giubbotto salvagente, oltre alle pinne. Siamo solo un una decina di persone su 4 barche. Aspettiamo il via libera di una guida che si è tuffata. Fino a quando non ne vede una, non fa scendere nessuno. Gli avvistamenti non sono assicurati, ma ci sono molte possibilità di vederle. Io non sono molto acquatica e vedendo la situazione, non sarei mai entrata in acqua. Ma la possibilità di vedere le mante è davvero rara quindi prendo coraggio e mi tuffo. Siamo parecchio sballottati dalle onde. Sia la nostra guida che le altre, prendono i salvagenti rotondi e ci dicono di attaccarci così hanno sotto controllo la situazione. Per noi è una sicurezza così possiamo guardare le mante senza l’assillo di finire nel ricciolo delle onde. A due metri sotto di noi, ce ne sono tre enormi. Due sono tutte nere mentre l’altra ha la parte anteriore bianca. Non conosco la differenza. La nostra guida fa video, che poi ci invierà, con la GoPro. Rimaniamo in acqua mezz’ora. Risaliamo e ripartiamo decisi. Loro hanno il tempo misurato perché dopo hanno altre prenotazioni. In un punto vediamo dei delfini. Chiedo di avvicinarci ma loro dicono che siamo in ritardo …. Facciamo ancora una sosta in una baia protetta. Entriamo in acqua in mezzo a tantissimi pesci. Siccome il fondale è basso e c’è il sole, la visibilità è ottima. Alle 9.45 siamo di ritorno al porto. Andiamo direttamente in hotel, ancora in tempo per fare colazione. Oggi sarà una giornata di cazzeggio a bordo piscina. Pranziamo nel ristorante dell’hotel. Prendiamo una tartare di tonno, un panino con il pollo e del pollo alla griglia, entrambi con le verdure (€ 33). A metà pomeriggio, siccome io e Pier non siamo proprio capaci a stare fermi, andiamo a piedi fino al porto. Non facciamo la strada delle macchine, c’è un sentiero che porta direttamente alla spiaggia. Ci sono tanti coralli rossi. Facciamo volare il drone e poi andiamo fino in centro. Torniamo in tempo per l’aperitivo al tramonto, in piscina. Questa sera abbiamo prenotato in un ristorante vicino al nostro hotel. Si chiama Warnakali. È molto grazioso. Si cena in una terrazza tra la piscina ed il mare. Siamo tutti europei tranne una famiglia, sono una decina, di cinesi. Siamo allibiti dalla loro maleducazione, urlano, ridono, si continuano a muovere in mezzo ai tavoli, con il cibo in mano.  Tutti gli altri clienti sono evidentemente infastiditi, noi, essendo proprio di fianco a loro, lo siamo ancora di più perché non riusciamo neppure a dire una parola. Pier si alza di scatto e sentiamo un’ovazione da parte di tutte le altre persone. Va dal direttore e chiede che ci spostino di tavolo. Il signore non sa più cosa fare per scusarsi con noi e con gli altri, ma dice che ha le mani legate e non può dire nulla. Riusciamo a goderci la cena quando finalmente se ne vanno. Prendiamo 6 piatti di sushi, una zuppa di pesce e due piatti di pesce grigliato (€ 60). Rientriamo in hotel sempre a piedi.

 

Hotel: Pramana Natura – doppia + 1 letto – B & B – IDR 1.989.000 la doppia + 750.000 Marty = IDR 2.739.000 € 165

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18) 19 agosto 2024 – lunedì – Nusa Penida – km.54

Chiudiamo le valige, facciamo colazione e alle 9.00 aspettiamo Gede. Purtroppo, non essendoci disponibilità in questo hotel per la prossima notte, dobbiamo cambiare posto. Oggi visiteremo la costa est dell’isola, e percorreremo la strada sulla costa nord. Questa parte non ha le scogliere alte, come quella a sud, ed è soggetta alla danza delle maree. Questa mattina la marea sarà alta. Al rientro invece sarà bassa quindi vedremo tutte le coltivazioni di alghe, scavate nella roccia. Impieghiamo 1 ora e 35 minuti (km.33) per arrivare al parcheggio della Atuh Beach e della Diamond Beach. Paghiamo sempre € 0,60 per il parcheggio ed € 2 a testa l’ingresso. Ci regalano anche una bottiglietta di acqua a testa. Gede ci dice di prenderci tutto il tempo che vogliamo. Si tratta di un promontorio sul lato sinistro del quale, c’è l’Athu Beach (ombrelloni e possibilità di fare il bagno perché è riparata) mentre su quello destro c’è la bellissima Diamond Beach (accessibile solo con la bassa marea e mare molto mosso). Facciamo il periplo del promontorio per vedere tutto. Dalla punta più estrema vorremmo fare volare il drone ma c’è troppo vento e non ci fidiamo. Un centinaio di metri sotto di noi ci sono delle rocce con un arco ed il mare arrabbiatissimo, si infrange su queste. Andiamo poi ai punti panoramici sulla Diamond Beach. Mamma mia che bello! La sabbia è bianchissima, il mare è azzurro con grosse onde, e ci sono delle palme molto coreografiche. Peccato che ci siano i tralicci della zipline e poi quelli delle altalene, che rovinano il paesaggio. Non so come si possano dare i permessi per la costruzione di queste cose. E poi la cosa che fa sorridere … è che non c’è nessuno che le usa. Vogliamo raggiungere la spiaggia. Il sentiero è stato scavato nella roccia. Nel primo tratto non si riesce quasi a passare perché è pieno di cinesine impacchettate nel cellofan, che fanno le foto. Una volta superate, arriviamo alla spiaggia in pochi minuti. Saremo solo in 5. Anche qui c’è un’altalena, ma di poco impatto. Martina vuole fare le foto. Sceglie un abito lungo bianco. Paghiamo € 15. Andiamo poi in spiaggia. La marea si sta abbassando quindi c’è parecchio spazio sulla spiaggia. Molto bella anche da sotto. Risaliamo. Non abbiamo voglia di scendere all’Atuh Beach. Quindi andiamo al bar, che c’è all’ingresso, a bere qualcosa. Gede non lo vediamo mai ma lui vede sempre noi. Tutti i driver si trovano a chiacchierare quando i clienti visitano. Ci spostiamo poi di km.1 al parcheggio per visitare la Rumah Pohon Tree House e il Thousand Islands Viewpoint. Paghiamo € 1,50 a testa per l’ingresso. Scendiamo un ripido sentiero fino alle case sugli alberi. Una non è niente di che, l’altra, la più famosa per gli instagrammer, è più carina. Ci sono parecchie persone in attesa per salire sulla scala e fare la famosa foto (costa € 4,50). A noi non interessa quindi andiamo appena sopra, fino al punto panoramico Thousand Islands. Si vede la Diamond Beach dall’altra parte. Bello. Chiacchieriamo poi un’oretta con due ragazzi squisitissimi, lui romano e lei brasiliana. Risaliamo e con Gede ci spostiamo alle 14.30 al ristorante Kubu Resto, dove mangeremo malissimo e l’igiene non mi sembra neppure il massimo. Prendiamo due paste con il pesce ed una zuppa di pollo per € 20. Tornando indietro vediamo l’insegna del Luwak Coffe. Gede ci dice che possiamo assaggiarlo. Saliamo. Ci accoglie un signore molto gentile. Oltre al caffè ci fa assaggiare diversi tipi di the. Questo è un caffè particolare. I luwak, dei simpatici animaletti simili ai procioni, mangiano le bacche del caffè, il chicco non lo digeriscono quindi lo espellono intero. Viene poi lavato e tostato. Arriviamo poi nel nuovo hotel alle 17.00. La struttura è in legno con il classico tetto arrotondato. Ci sono 5 camere ma si può fare solo una prenotazione, quindi sarà tutta per noi. Le camere al piano superiore sono più belle, le due che prendiamo noi, al piano terra, risulteranno umide. C’è una piccola piscina. È carino, se non fosse per l’umidità in camera. C’è una cucina dove poter cucinare. Noi vogliamo uscire. La ragazza che ci accoglie ci consiglia il Penida Colada. Dopo la doccia usciamo a piedi. Passiamo davanti a quel ristorante ma non ci sembra molto tipico quindi proseguiamo per andare a vedere un ristorante giapponese del quale avevamo visto delle ottime recensioni. Si chiama Sushi Island. Ci fermiamo qui. Prenderemo 2 sushi, 2 noodles, 2 sashimi, 1 goyoga (€ 33) tutto ottimo. Torniamo a piedi in hotel.

 

Hotel: Putra Bali Villa by Bukit Vista – 1 villa per 10 – solo pernottamento – IDR 1.553.499 € 92

https://www.booking.com/hotel/id/putra-bali-villa.it.html

 

 

19) 20 agosto 2024 – martedì – da Nusa Penida a Bali (Ubud) – km.4 + 70

Siccome la colazione non è compresa, andiamo a piedi in un piccolo bar che si trova sulla strada principale, Penida Bantry. Prendiamo 3 ottime brioches, 1 the, 1 cappuccino ed una spremuta (€ 12). Alle 8.30 puntuali Gede arriva a prenderci e ci porta al ferry. Mentre aspettiamo di partire, ci divertiamo a guardare le persone che sbarcano. Ci sono sempre le asiatiche vestite in maniera assurda. Anche oggi alcune hanno i bigodini in testa. Una, la peggiore, indossa, una sorta di doposcì, con il pelo lungo, ed un giubbottino di pelo leopardato (ci sono 30°). Partiamo alle 9.40. Saremo solo in 15. A quest’ora tutti arrivano quindi le barche in partenza sono mezze vuote. Questa volta la barca è della Angkal. È meno bella della compagnia dell’andata ma è velocissima quindi in mezz’ora siamo al porto di Sanur. Ci eravamo scritti con il driver che avremo nei prossimi giorni, per concordare un punto d’incontro. Anche se non lo avessimo stabilito, lo avremmo visto immediatamente. Ha una macchina rossa con la scritta “Perama” (il tour operator) sui fianchi. Lui si chiama Tarsi. Pagheremo a Perama IDR 2.550.000 (€ 150) per averlo con noi per 3 giornate piene. Si rivelerà sia un ottimo driver che un’ottima guida. Lui è proprio dipendente di Perama. Lavora con loro da tantissimi anni. Ci troveremo davvero bene con lui. Sarà sicuramente il valore aggiunto di Bali. Rimarrà con noi oggi e domani poi, dopodomani, ha altri clienti con in quali starà diversi giorni. Ci affiderà ad un suo collega per portarci da Ubud all’hotel vicino all’aeroporto. Gli espongo la mia idea di giro ma gli dico che ovviamente è tutto modificabile in base a quello che lui ritiene meritevole o meno. Lui non varierà nulla perché dice che la mia proposta ha un senso logico di giro, di interesse ma soprattutto con un ottimo rapporto bellezza/pochi turisti.

Cosa vedere a Bali:

Dovesse servire, questo è il link della mappa che ho creato, con quello che c’è da vedere:

 

https://www.google.com/maps/d/u/0/edit?mid=10aP1SCVy_Rd7h2_7SZ8DoZmaAqitF-Dy&ll=-8.358766142836428%2C114.91822522306329&z=10

  1. a) Spiagge più belle:

penisola Uluwatu: Melasti Beach

nord est: Amed

nord: Lovina

sud: Sanur e Legian Beach

nord ovest: isole Menjangan

sud: Nusa Dua

 

  1. b) Cascate più belle:

nord: Sekumpul 

nord: Leke Leke

nord: Ngung Ngung

 

  1. c) Tartarughe:

nord: Amed – Lipah Beach

est: Padangbai – Blue Lagoon Beach

Nusa Penida: Crystal Beach

 

  1. d) Templi più belli:

Tanah Lot

Uluwatu

Besakih Tempio Madre

 

 

1) ZONA EST

 

Se si passa dalla costa

– Kusamba: lavorazione sale

– Padangbai Blue Lagoon Beach: tartarughe               

– Tenganan Pegringsingan ancient village: villaggio tradizionale

– Ujung Water Palace: palazzo sull’acqua

– mare Amed e tartarughe a Lipah Beach                                       

 

Se si passa dall’entroterra:

– zona Sidemen: risaie, villaggi e tessitura telai

 

Poi le strade si uniscono e si prosegue:

– tempio Taman Tirta Gangga: tempio con passatoie sull’acqua

– tempio Pura Lempuyang Lumur: porta del paradiso

– vulcano Gunung Agung

– tempio Pura Besakih: tempio madre                   

– vulcano con lago Batur – paesino Kintamani e tempio Pura Ulun Danu Batur: bella zona con villaggi di pescatori   

 

2) ZONA CENTRALE

– cascata Aling Aling

– cascata Sekumpul                 

– cascata Gitgit:

– cascate gemelle Banyumala: poca gente – fare bagno

cascata Air Terjun Munduk

cascata Air Terjun Melanting

– marcato Candi Kuning                        

– molto bella zona Manduk con laghi gemelli Danau Tamblingan e Danau Buyan  

– Twin Lake Viewpoint tra i due laghi              

– altopiano Bedugul

– Handara Gate (porte infinito) tra i due laghi gemelli

– tempio Pura Ulun Danu Beratan: tempietto su lago                  

– cascata Banyumala          

– cascata Leke Leke                     

– cascata Nungnung

– risaie Jatiluwih:                         

– tempio Pura Luhur Batukaru:

 

3) UBUD

– Campuman Ridge Walk (Il sentiero parte dal centro di Ubud, in corrispondenza dell’entrata dell’Ibah Luxury Villas Resort, si snoda su un crinale da cui si gode di una vista ampia e spettacolare sulla vallata)

– tempio Pura Gunung Lebah: si trova sulla Campuman Ridge Walk:

– mercato                          

– tempio Pura Taman Saraswati o Desa

– Ubud Palace: palazzo reale

– risaia di Matahari (di fianco all’entrata del ristorante Paon Ubud, troverete un cartello che indica “Rice Terrace”, entrate nella piccola stradina e dopo solo pochi metri vi troverete immersi in un’oasi di pace)

– villaggio Sayan: zona artisti, pochi minuti dal centro di Ubud, sul fiume, qui è stato ambientato il famoso libro Una casa a Bali

– tempio Pura Dalem Agung Padangtegal

– villaggio Panestanan: (case tradizionali, gallerie d’arte)

– villaggio Pengosekan: (artigiani intagliatori del legno)

– foresta delle scimmie

 

4) appena a NORD di UBUD

– risaie Tegallalag:                                     

– tempio Gunung Kawi Sebatu: bello           

– tempio Tirta Empul:                               

– tempio Candi Tebing Gunung Kawi

 

5) appena a EST di UBUD

– cascata Air Terjun Tibumana

– cascata Tukad Cepung                 

 

6) appena a SUD di UBUD

– tempio Pura Taman Ayun

– cascate Tegenungan

– tempio Goa Gajah

 

7) SUD

– Tanah Lot: tempio sul mare

– Uluwatu: tempio sulle scogliere, bello per il tramonto

Noi oggi vedremo:

  • Tibumana Waterfall
  • tempio di Tirta Empul
  • tempio Gunung Kawi Sebatu
  • risaie Tegallalang

La prima tappa, la Tibumana Waterfall, dista km.32 e li percorreremo in 1 ora. Durante questo tragitto lui ci spiega tante cose di Bali. Tra queste ci dice che i cestini di fiori, che vengono posizionati fuori dalle porte o che vengono porate nei templi, si chiamano Canagan (significa offerta a Dio). Ci spiega anche che tutte le persone che muoiono, vengono cremate e poi le ceneri sparse nei fiumi e nei laghi. Prima di arrivare al parcheggio delle cascate, ci fermiamo a fare delle foto alle mondine che stanno raccogliendo il riso a mano. Si mettono in posa per gli scatti. Molto graziose. Paghiamo il parcheggio € 0,30. Non lo scriverò più ma ogni volta che fermiamo la macchina da qualche parte, bisogna pagare. L’ingresso alle cascate costa € 2 a testa. Scendiamo fino al fiume e poi arriviamo alla cascata. Ci vanno una decina di minuti. Si trova in una bella location. Ritornando alla macchina vediamo un banchetto che vende frutti tropicali. Prendiamo il jackfruit, i mangosteen e le patatine di cassava. Tutti buoni. Il jackfruit è dolcissimo ma squisito. La visita alla cascata ha richiesto mezz’ora. Ripartiamo ed in 45 minuti percorriamo i km.32 che ci separano dal tempio Tirta Empul. Ci sono tante macchine. Questo tempio è uno dei più visitati di Bali. Indossiamo il sarong (viene dato all’ingresso gratuitamente) ed entriamo. Costa € 3 a testa. I giardini sono molto belli. È famoso perché c’è una sorgente sacra quindi i fedeli vengono qui a fare il bagno per purificarsi. Posso farlo anche le persone che non sono induiste. L’acqua della sorgente, che è pulita e trasparente, è raccolta in un grande lago. Da qui viene incanalata nel punto in cui ci si può immergere, ed esce in vari getti. I fedeli devono lavarsi sotto tutti, partendo dal primo di sinistra. Carino, ma se fossero solo tutti fedeli, sarebbe molto più caratteristico. C’è anche un grande lago con le carpe koi. Impieghiamo, più tempo di quello dedicato alla visita, per uscire perché il percorso obbligato passa in un labirinto di negozietti. La visita ha richiesto mezz’ora. Andiamo poi a pranzo al Pangkon Bali Resto, che si trova lì vicino. È all’aperto, in mezzo alle risaie e ci sono dei coniglietti che girano nel giardino. Prendiamo una pasta con il ragu’ di anatra (in balinese ha il simpatico nome di bebek ed è uno dei piatti più famosi), una zuppa di noodles ed una di pollo. Tutto buono (€ 23). Partiamo alle 14.45. In 5 minuti arriviamo alla prossima tappa, il tempio Gunung Kawi Sebatu. Paghiamo € 1,70 a testa ed indossiamo il sarong. Questo tempio ci piace tantissimo. Anche qui si possono fare le purificazioni coma a Tirta Empul. Non c’è nessun turista, quindi ce lo possiamo godere. Anche qui c’è un lago, con un tempietto al centro, dove vengono raccolte le acque sacre per poi essere incanalate per i bagni. Nei tempi si fa di tutto, anche il bucato, difatti vediamo una signora, in disparte, che lava i vestiti. Rimaniamo una mezz’oretta e poi ci spostiamo di pochi km. alle risaie di Tegallalang. Paghiamo € 3 a testa. Questo posto, del quale avevo tante aspettative, sarà quello che mi deluderà più di tutti. Ci sono diversi ingressi ma tutti sono uguali. Propongono zip-line, altalene e foto nei cuori. Si affittano gli abiti con lo strascico e si può fare il servizio fotografico. Scendiamo nelle risaie, ma anziché goderci la pace rotta solo dal rumore dell’acqua, sentiamo costantemente urli di persone che ci passano sopra la testa o che vengono spinte sulle altalene. Rimaniamo giusto 15 minuti e ce ne andiamo. Siamo ad Ubud, il posto più trafficato di Bali dopo la parte sud, quindi ci troviamo incolonnati. Tarsi oggi ha fatto sempre vie traverse, ma qui non ci sono alternative. Andando piano notiamo i tanti negozietti che vendono le cose più particolari. Ci sono tanti intagliatori di legno e poi ci piacciono tantissimo dei vasi in vetro che vengono posizionati su tronchi. Il pernottamento delle prossime due sere lo avevamo scelto volutamente nella periferia di Ubud, per evitare di rimanere completamente imbottigliati nel traffico quindi in un’ora dalle risaie, alle 17.00, arriviamo a destinazione. Salutiamo Tarsi che torna a casa, a Denpasar, per la notte. L’hotel è molto carino, ci sono circa 7 chalets in mezzo al verde. Il nostro è l’unico molto grande con un locale unico con salotto e cucina poi in un altro locale la camera ed infine il bagno esterno. Ha anche un grande terrazzo esterno e si trova vicino alla piscina. Gli altri chalets sono solo camere. Ci sistemiamo, facciamo la doccia e poi usciamo per cena. Chiamiamo Grab. Spendiamo € 1,60 per farci portare al ristorante Bebek Tepi Sawah. Qui ad Ubud l’anatra (bebek) è un piatto molto gettonato. Il locale è molto bello. Il nostro tavolo è all’aperto, in mezzo al giardino, sotto un gazebo. Ci sono dei laghetti ed in un punto c’è il riso. Dei ranocchi saltellano nei sentierini. Prendiamo due piatti di anatra ed uno di pollo. Tutti hanno verdure e salsine ottime ma molto piccanti. Condividiamo poi un dolce. Davvero molto buono (€ 40). Torniamo in hotel ancora con Grab (€ 4). Alle 21.30, soddisfatti della giornata, andiamo a dormire. Eravamo dubbiosi su Bali, ma oggi ci è piaciuto molto.

Hotel: Villa Waturenggong Ubud – villa con piscina – B & B – IDR 1.303.804 € 74

https://katestravelexperience.eu/villa-waturenggong-ubud-indonesia

 

 

20) 21 agosto 2024 – mercoledì – Bali (Ubud) – km.152

Oggi vedremo:

– tempio Pura Ulun Danu Bratan

– marcato Candi Kuning

– Bali Handara Gate

– Twin Lake View

– cascata Air Terjun Munduk

– risaie Jatiluwih

– tempio Pura Luhur Batukaru

Ieri sera avevamo pattuito con la ragazza del B & B di fare colazione alle 7.30 perché alle 8.00 saremmo dovuti partire. Noi arriviamo puntuali. Ci aspettavamo di trovare pronto ed invece i due ragazzi, devono ancora iniziare a preparare. Ne consegue che mangeremo solo della frutta e che Tarsi ci deve aspettare. Partiamo diretti a nord-ovest. Quella zona è frequentata solo da turisti quindi non troveremo traffico. I paesaggi sono belli. Saliremo di quota fino ad arrivare a mt.1.200. La strada si snoda in mezzo alla fitta vegetazione. Ci fermiamo in un posto simile a quello visto a Nusa Penida, per fare gli assaggi di the e caffè. Questo è molto più bello, tutto in mezzo a piante e frutti tropicali. La signora ci spiega tante cose. Vediamo anche un luwak in una gabbia. È un animaletto molto grazioso, anche se fa pena vederlo rinchiuso. Paghiamo € 3,50 a testa la degustazione ma non compriamo nulla nel piccolo negozietto anche perché gr.100 di luwak coffee costano € 25. Arriviamo al mercato di Candi Kuning. La frutta e la verdura esposte sono molto invitanti. Questo posto è famoso per la coltivazione delle fragole. Ne vedremo tante in vendita sia qui al mercato, che lungo la strada. Compriamo del luwak coffe e del mangosteen the spendendo € 8 in tutto. Proseguiamo ed in 5 minuti arriviamo sul grazioso lago dove si trova il tempio Pura Ulun Danu Bratan. Arriviamo alle 10.45 (km.45 dal B & B). Paghiamo € 4,50 a testa l’ingresso. La visita richiede circa 45 minuti. I giardini sono tenuti in maniera perfetta ed il tempio è molto caratteristico, trovandosi nel lago. Assistiamo ad una cerimonia religiosa. Proseguiamo poi verso il punto più lontano da raggiungere, costeggiando i due laghi gemelli. Appena dopo il tempio vediamo l’Handara Gate, una delle tante porte del paradiso famose a Bali e poi c’è un punto panoramico dal quale vedere entrambe i laghi. In questo ci fermeremo al ritorno. Arriviamo al parcheggio della cascata Air Terjun Munduk in 35 minuti (km.16 dal tempio). Paghiamo € 2,50 l’ingresso. Il sentiero che scende al fiume è tenuto bene e si cammina senza problemi. Ci sono dei banchetti dove acquistare spezie. Anche qui, come a Flores, ci sono chiodi di garofano ad essiccare. In 15 minuti siamo giù. La cascata è molto bella. Sulle pareti rocciose laterali, c’è molta vegetazione. Questa cascata assomiglia al Salto do Cabrito che si trova sull’isola Sao Mighuel alle Azzorre. In 10 minuti risaliamo. Ci spostiamo di pochi km. per pranzo al The Northview Bali – Ngiring Ngewedang Restaurant. C’è una terrazza panoramica. Prendiamo una zuppa di mucca (in Indonesia la parte di mucca usata è la coda), una di pollo ed una bistecca alla griglia con verdure (€ 31). Tutto buono. Ripartiamo alle 14.00. Abbiamo ancora tante cose da vedere. Ci fermiamo al punto panoramico sui due laghi. Spesso capita a Bali, che nei punti di interesse, ci siano dei signori con animali esotici. Si possono fare le foto insieme a loro. Proprio una cosa che non sopporto. C’è un grosso pitone bianco e giallo, delle iguane che sembrano drogate (non è possibile che stiano ferme su un piedistallo senza essere legate), idem per i pipistrelli (non ne ho mai visti così grandi) e per i luwak. Ci fermiamo giusto il tempo di una foto panoramica. Stanno arrivando le nuvole. Tersi ci dice che è normale. Nel pomeriggio, essendo in quota, il cielo si copre sempre. Ci fermiamo lungo la strada in un punto in cui ci sono delle scimmie (tipologia Macaco coda lunga). Siccome non andremo a visitare il tempio che c’è a Ubud, faccio due foto veloci. Arriviamo poi alle risaie Jatiluwih senza fare soste. Abbiamo impiegato 1 ora e mezza per percorrere km.40. Paghiamo € 3 a testa. Tarsi ci scarica in un punto e, dopo averci fatto vedere su una mappa, il percorso da fare a piedi, ci dice che ci viene a prendere alla fine del sentiero. Ce ne sono diversi, tutti percorribili per conto proprio. Noi faremo quello di un’ora. Le risaie sono spettacolari! Altro che quelle famose di Tegallalang. Queste sono patrimonio Unesco. Non ci sono altalene né zip-line, solo il silenzio ed il rumore dell’acqua, rotti ogni tanto solo dal muggito di qualche mucca. Le tengono rinchiuse in serragli ed usano le loro feci come concime, almeno così facendo hanno la materia prima comoda senza doverla spostare. Purtroppo, il cielo, essendo in alto, è coperto. Conviene venire a vederle al mattino. Anche se è una cosa più tipica del Vietnam, vedendo tante mondine con il classico cappello di paglia, ne copro uno per ricordo (€ 0,40). Abbiamo ancora un’ultima tappa, il tempio Pura Luhur Batukaru. Impieghiamo mezz’ora per percorrere km.10. Paghiamo € 2,40 e ci danno il sarong. Questo tempio ci piacerà molto perché, a parte essere completamente da soli, la nebbia aumenta la misticità del posto. C’è un grande lago che raccoglie l’acqua sacra. Ci sono dei macachi molto poco socievoli. Io adoro tutti gli animali, ragni a parte, ma gli unici che mi fanno paura sono proprio le scimmie perché sono cattive, imprevedibili e hanno dei denti molto pericolosi. Rimaniamo una mezz’oretta e poi partiamo. Impieghiamo 1 ora e 40 per percorrere gli ultimi km.40 che ci separano dal B & B. Arriviamo alle 19.00 con il buio. Tarsi ci propone di aspettarci mentre facciamo la doccia per poi portarci al ristorante. Non accettiamo perché deve viaggiare ancora 2 ore per tornare a casa. Comunque, ha fatto un bel gesto. Lo salutiamo perché domani avremo un altro driver. Ci spiace proprio perché, come ho scritto, è stato il valore aggiunto di queste giornate a Bali. Dopo la doccia chiamiamo Grab. Paghiamo esattamente come ieri sera. Come ristorante scegliamo Bebek Joni. Preferiremo quello di ieri sera. Anche questo è all’aperto, con un bel giardino, con i laghetti con le ninfee, ma i tavoli sono tutti insieme sotto la stessa struttura in legno, quindi, era più originale quello di ieri sera. Prendiamo due bebek ed un cordon bleu. Tutti con verdure e salsine (€ 47). Spendiamo di più di ieri sera e lo abbiamo trovato meno buono. Torniamo in hotel sempre con Grab.

Hotel: Villa Waturenggong Ubud – villa – B & B – IDR 905.472 € 53

https://katestravelexperience.eu/villa-waturenggong-ubud-indonesia

 

 

21) 22 agosto 2024 – giovedì – Bali da Ubud a Nusa Dua – km.68

Oggi vedremo:

– Giro per Ubud e mercato

– Tempio Pura Taman Ayun

– Tempio di Tanah Lot

Ci alziamo presto ed alle 7.30 troviamo il nuovo driver, del quale non ricordo il nome. Tarsi gli ha dato le istruzioni di quello che vorremmo vedere oggi. Anche lui arriva puntuale ma sarà proprio una delusione. Non parla, se gli chiediamo qualcosa, risponde a monosillabi e guida lentissimo. I giorni scorsi, non avremmo visto neppure la metà delle cose, se avessimo avuto lui, e non avremmo avuto tutte le informazioni che ci ha dato Tarsi. Anche lui è un dipendente diretto di Perama ma è anziano quindi non ha tanta voglia di fare. Pazienza. Siccome non abbiamo voluto fare colazione nel B & B, vista l’esperienza di ieri mattina, decidiamo di andare in centro ad Ubud, così ne approfittiamo per vedere com’è. In 20 minuti arriviamo. Stabiliamo un punto di incontro con il driver e ci dice di chiamarlo quando abbiamo finito. Andiamo nell’unico bar aperto. In realtà è un bel ristorante (Gedong Sisi), ma fanno anche le colazioni. Prendiamo tre colazioni complete (brioches, frutta e succhi) € 18. Facciamo poi due passi, vediamo il palazzo reale e poi percorriamo una piccola via pedonale piena di negozi e di gallerie d’arte. La costruzione dove c’era il mercato, quasi di fronte a dove abbiamo fatto colazione, è bruciato qualche giorno fa. Avevamo visto delle immagini pazzesche con tantissimo fuoco. Chiamo il driver e alle 9.30 partiamo. La prima tappa è il tempio Pura Taman Ayun. Lo raggiungiamo in 1 ora (km.16). Non c’è assolutamente traffico ma viaggiamo ai 30 km./h. …. L’ingresso costa € 1,80 a testa. Dobbiamo indossare il sarong. Il posto è bellissimo. I giardini molto curati. Il tempio è circondato da un canale di acqua. Incrociamo Tarsi con i nuovi clienti. Fortunati loro!!!!! La visita richiede poco più di mezz’ora. All’uscita non chiamiamo il driver ma ci presentiamo direttamente alla macchina. Si era parcheggiato in un posto nascosto in attesa della telefonata quindi si stupisce dal fatto che lo abbiamo trovato …. e succederà la stessa cosa altre due volte … non sa che abbiamo gli AirTag nelle valige!!!! Ripartiamo diretti per il tempio di Tanah Lot. Arriviamo dopo 40 minuti (km.16). L’ingresso costa € 4,50 e rimarremo un’ora. Anche qui i giardini sono curati. Andiamo prima all’arco di roccia sul quale c’è un piccolo tempio. Il mare è arrabbiato quindi grandi onde si infrangono sulle rocce. Ci spostiamo poi ad un altro piccolo promontorio sul quale c’è un altro piccolo tempio. Da qui si ha un bel colpo d’occhio sul tempio principale. Gli schizzi delle onde arrivano a bagnarlo tutto. C’è alta marea quindi non lo si può ovviamente raggiungere a piedi. Anche qui ci sono dei ragazzi con dei pitoni. Raggiungiamo poi il punto più vicino al tempio principale. Sicuramente è molto caratteristico, vista la location. Ci sono tanti ristoranti ma non ci va di fermarci qui quindi torniamo dal driver e gli chiediamo di portarci in un ristorante che conosce. Lui ci propone di andare a Kuta. In un’ora e mezza (km.19) arriviamo a destinazione. La zona è super incasinata, ma lo sapevamo. Il ristorante non è nulla di che. Si chiama The Lokal 80361. Prendiamo due noodles ed una zuppa di pollo (€ 20). Facciamo un giro nei negozietti di vestiti e borse di marca falsi, ce ne sono ovunque, e poi alle 15.30 ripartiamo. In 40 minuti (km.18) arriviamo in hotel. Io e Martina stiamo in piscina, mentre Pier va a fare due passi e fa un sopralluogo al ristorante giapponese che ha trovato su internet, che si trova a km.2 dal nostro hotel. Arriverà con il buio. Doccia e poi chiamiamo Grab (€ 4 a tratta) per raggiungere il Barong Tei Casual Japanese Restaurant. La location è bella. C’è una piscina e si affaccia sulla spiaggia. Prendiamo diversi piatti di pesce e sushi. Tutto davvero ottimo (€ 63). Finiamo in bellezza l’ultima serata indonesiana.

 

Hotel: Green D’Mel Luxury Homestay – due doppie – B & B – IDR 1.861.380 € 103

https://reserve.greendmel.com/

 

 

22) 23 agosto 2024 – venerdì

Dopo colazione, alle 9.30 chiamiamo Grab che con € 8 ci porta in aeroporto. Solito giro nella lounge per stuzzicare qualcosa e poi alle 13.10 partiamo. Il volo fino a Singapore dura 2 ore e 20. Facciamo due passi nell’aeroporto. Entriamo nello spazio delle farfalle. Ce ne sono di bellissime. Siccome abbiamo tante ore di attesa, e nelle lounge si può stare al massimo tre, andiamo prima nella Marhaba e poi nella Sats. In entrambe ci sono cose interessanti da mangiare. Alle 23.30 ripartiamo. Questa volta, essendo per noi notte, riusciremo a dormire.

 

 

23) 24 agosto 2024 – sabato

Dopo circa 12 ore atterriamo alle 6.20. Nostro figlio Matteo, con il nostro labrador Buddy, sono fuori ad attenderci …

 

 

Alla prossima!

Anna, Marty e Pier

PS: Se volete qualche info in più: african.dreams2019@gmail.com

PS: Se volete vedere farvi un’idea di come siano i posti, guardate i video che ho fatto con le mie foto

Singapore: https://www.youtube.com/watch?v=QSdij9sQrY8

Indonesia: https://www.youtube.com/watch?v=YTsS5BXvFLg

The post Singapore ed Indonesia (Java-Komodo-Flores-Nusa Penida-Bali) appeared first on Il Giramondo.


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