- A) informazioni generali ns viaggio (pagina 1)
1 – itinerario
2 – costi
3 – info pernottamenti
- B) informazioni generali (pagina 4)
1 – info viabilità
2 – info varie
- C) nostro viaggio giorno per giorno (pagina 6)
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- A) INFORMAZIONI GENERALI NS VIAGGIO:
IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 30 pagine … almeno sapete … di che morte morire se iniziate a leggere … In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte prima della partenza e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa.
1 – ITINERARIO
Quando: 21 giorni dal 02.08.2023 al 22.08.2023.
Perché questo viaggio: il Sud America ci ha affascinati durante il viaggio dello scorso anno in Perù quindi abbiamo deciso di visitare altri stati. Vedendo le immagini meravigliose del deserto di Atacama e del Salar de Uyuni, la meta è stata decisa velocemente. Non potendo portare la macchina affittata in Bolivia (i due stati non hanno accordi), abbiamo trovato una soluzione alternativa per fare tutto in self drive, condizione sempre per noi fondamentale. Si sono poi uniti i nostri compagni di avventure di due viaggi africani, Monica e Pietro, soprannominati i Pocket, solo che questa volta saremo noi 4 senza figli.
Itinerario: volo su Santiago del Cile (visita) (1 notte) – volo su Calama (Deserto di Atacama) – affitto auto – San Pedro de Atacama (6 notti con visita della zona in self drive) – Salar de Uyuni (Bolivia) (3 notti con tour operator, non si può fare da soli) – ritorno a San Pedro e poi Calama (1 notte) – rilascio auto ed affitto nuova auto – spostamento verso nord a Colchane (1 notte) – Salar de Surire – Putre (3 notti per vedere Parco Lauca e Suriplaza) – Arica (2 notti) – volo su Santiago del Cile (visita) (1 notte) – volo di rientro.
2 – COSTI
Prenotazioni: abbiamo fatto tutto da soli
Voli: € 1.929 a testa.
Li abbiamo prenotati 10 mesi prima e con le tariffe più care per avere il rimborso al 100% in caso di annullamento.
– Volo intercontinentale: € 1.743 a testa (prenotato su KLM ma operato da Air France via Parigi)
– Volo interno: € 85 a testa (prenotato su Latam) Santiago del Cile – Calama
– Volo interno: € 101 a testa (prenotato su Latam) Arica – Santiago del Cile
Pernottamenti: € 1.221
03.08.2023 Santiago del Cile – La Quinta – solo pernott. – € 74
04.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
05.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
06.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
07.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
08.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
09.08.2023 S.Pedro – Foresta Atacama – B & B – € 100
10.08.2023 verso Uyuni – Tayka del Desierto – all inclusive – (vedi costo tour)
11.08.2023 Uyuni – Hotel Nido del Flamenco – all inclusive – (vedi costo tour)
12.08.2023 Salar de Uyuni – Hotel Luna Salada – all inclusive – (vedi costo tour)
13.08.2023 Calama – Geotel – B & B – € 53
14.08.2023 Colchane – Inka Thaki – B & B – € 32
15.08.2023 Putre – Terrace Lodge – B & B – € 73
16.08.2023 Putre – Terrace Lodge – B & B – € 73
17.08.2023 Putre – Terrace Lodge – B & B – € 73
18.08.2023 Arica – Panamericana – B & B – € 74
19.08.2023 Arica – Panamericana – B & B – € 74
20.08.2023 Santiago del Cile – Boutique Casa Conde – B & B – € 95
Auto: € 825
– Calama (San Pedro de Atacama): € 454 (importo da dividere con in nostri amici visto che l’abbiamo condivisa)
una Chery Tiggo – affittata tramite Booking da United
– Calama – Arica € 598 (compreso € 254 di drop off) – una Toyota Corolla Cross – affittata tramite Booking da Europcar
Salar de Uyuni: € 1.415
prenotato con il Tour Operator World White Travel (https://worldwhitetravel.com/). Abbiamo scelto un tour privato per noi quattro di 4 giorni (3 notti) con pernottamento in hotel. Essendo in 4 il costo è stato di $ 750 a testa. Le colazioni e le cene le abbiamo fatti nelle strutture dove abbiamo dormito. Tre pranzi, sempre al ristorante in punti d’appoggio in posti sperduti, mentre uno nel Salar de Uyuni con cose preparate da Marco con tanto di tavolo e sedie ed ombrellone.
Non sono compresi nel prezzo gli ingressi ai parchi. Bisogna pagarli in contanti quindi si deve prendere valuta locale (Bolivianos) a San Pedro, in uno dei tanti punti cambio (accettano qualsiasi valuta). Le spese da sostenere a testa sono:
– Eduardo Avaroa Andean Fauna National Reserve: Bolivianos 150 (€ 21)
– Polques Hot Springs: Bolivianos 6 (€ 0,80)
– Incahuasi Island: Bolivianos 30 (€ 4)
– bagni: Bolivianos 6 (€ 0,80) a volta
Altre spese: € 2.162
- ristoranti: € 915
- bar: € 217
- market: € 63
- gasolio Atacama: € 194 (da dividere con i nostri amici)
- gasolio da Calama ad Arica € 120
- Uber: € 98
- Costi ingressi Parchi ad Atacama: € 150
- Costi ingressi Salar de Uyuni: € 50
- Terme € 74
- Attività con l’astronomo: € 52
- varie: € 229
3 – INFO PERNOTTAMENTI
Siti internet:
– La Quinta (Santiago del Cile): https://www.wyndhamhotels.com/laquinta/santiago-chile/la-quinta-hotel-santiago-aeropuerto/overview
– Foresta Atacama Lodge (San Pedro de Atacama): https://www.forestaatacama.com/
– Hotel Tayka del Desierto (verso Uyuni): http://desierto.taykahoteles.com/es
– Hotel Nido del Flamenco (Uyuni): (https://www.booking.com/hotel/bo/nido-del-flamenco.en-gb.html?aid=311984&label=nido-del-flamenco-9m4uF_yG5RB%2AeYqqy7qfJQS590520951571%3Apl%3Ata%3Ap1%3Ap2%3Aac%3Aap%3Aneg%3Afi%3Atikwd-1637563408273%3Alp20617%3Ali%3Adec%3Adm%3Appccp%3DUmFuZG9tSVYkc2RlIyh9YV19IumoQ3O51m4Ge68sOW8&sid=c26212c3b65a0004b3aff06a6a8f141b&dest_id=-703926;dest_type=city;dist=0;group_adults=2;group_children=0;hapos=1;hpos=1;no_rooms=1;req_adults=2;req_children=0;room1=A%2CA;sb_price_type=total;sr_order=popularity;srepoch=1693926492;srpvid=e3506a6c885b00a1;type=total;ucfs=1&#hotelTmpl)
– Hotel Luna Salada (Salar de Uyuni): https://www.lunasaladahotel.com.bo/
– Geotel (Calama): https://www.geotelcalama.com/
– Inka Thaki (Colchane): https://hostal-inka-thaki-colchane.hotelsiquique.com/en
– Terrace Lodge (Putre): https://terracelodge.com/it/
– Panamericana (Arica): https://www.panamericanahoteles.cl/arica/
– Hotel Boutique Casa Conde (Santiago del Cile): https://casaconde.cl/
Info in breve:
Li abbiamo prenotati tutti su Booking 10 mesi prima, annullabili fino a qualche giorno prima e li abbiamo pagati in loco. A parte l’indefinibile Inka Taki di Colchane, ed il Nido del Flamenco (border line) per il resto abbiamo trovato strutture semplici ma pulite.
- La Quinta (Santiago del Cile) Voto – 8
Classica struttura impersonale (tipo l’Holiday Inn) bella e pulita. Ci siamo trovati bene. Abbiamo cenato qui e abbiamo mangiato bene.
- Foresta Atacama Lodge (San Pedro de Atacama) Voto – 8
Siamo stati sei notti in questa hotel. La struttura è piccola e particolare, il legno fa da padrone. La stanno ultimando. C’era una stufa per riscaldare la camera. Le colazioni venivano preparate dal ragazzo che lo gestisce, Claus. Semplici ma buone. Parcheggio interno. Claus ci ha dato tantissime informazioni del posto. Molto cordiale e disponibile. Si è perso sul finale … Ci hanno consentito di lasciare qui la macchina quando siamo andati nel Salar de Uyuni. Gli avevamo detto a che ora saremmo tornati a prenderla. Lui non c’era, si era dimenticato… e abbiamo dovuto aspettare più di un’ora che arrivasse il guardiano della notte. Questo ci ha obbligati a fare il tratto fino a Calama, con il buio pesto.
- Tayka del Desierto (verso Uyuni) – Voto 9
Si trova in una location bellissima, completamente isolato, in mezzo al deserto a mt.4.500 di altitudine. I locali comuni sono ben riscaldati (di notte la temperatura è arrivata a – 15). Le camere hanno il riscaldamento ma non basta, visto che di notte spengono il generatore. Faceva freddo ma non in maniera esagerata. Avendo il termine di paragone di alcuni posti dove siamo stati l’anno scorso in Perù, qui si stava bene. La cena è stata ottima. Siamo usciti a vedere le stelle. Senza inquinamento luminoso, la Via Lattea era uno spettacolo. Hanno delle bombole di ossigeno a disposizione per chi patisce il mal di altitudine. Considerate questa cosa, se decidete di venire a pernottare qui.
- Hotel Nido del Flamenco (Uyuni) – Voto 5
Questo è stato un pernottamento di ripiego visto che abbiamo cambiato il giro all’ultimo. Con questa modifica siamo riusciti a vedere il tramonto nel Salar de Uyuni, in un punto in cui c’era ancora l’acqua. Di per sé il posto potrebbe essere carino. Le camere hanno le pareti ricoperte di blocchi di sale. Sono piccole ma potrebbero avere il loro perché. Il problema è stato che non erano molto pulite. Ci sono delle camere che hanno ottime recensioni ma erano occupate. Fate richiesta di quelle in fase di prenotazione. C’era il riscaldamento. Sia la cena che la colazione sono state molto basiche e non buone.
- Hotel Luna Salada (Salar de Uyuni) – Voto 10
Bellissima struttura con vista sul Salar. È tutta di sale. Anche i pavimenti sono ricoperti di sale a pezzi. Ci sono tante piccole aree relax con i caminetti. Molto ben studiato. C’è riscaldamento ovunque. La cena, vedendo il posto, non è stata all’altezza visto che, quando siamo arrivati noi (un’ora prima della chiusura), alcune cose erano finite. Quello che c’era, era molto buono. Colazione ottima.
- Geotel (Calama) – Voto 7
Hotel di passaggio. Le nostre camere in realtà erano appartamenti. Tutto pulito. C’era il riscaldamento. Ha il parcheggio interno. C’è il ristorante a buffet. Cena medio bassa, colazione buona.
- Inka Thaki (Colchane) – Voto 0
Abbiamo prenotato in questa struttura al confine con la Bolivia in un posto sperduto nel nulla. Non c’erano soluzioni, sapevamo che non sarebbe stato il top ma siamo stati presi in giro. Le due ragazze con le quali abbiamo avuto a che fare, ridevano quando ci lamentavamo e facevano finta di non capire. La prenotazione, fatta via WhatsApp, era per due camere doppie con riscaldamento e bagno in camera. Al nostro arrivo, quelle camere, che erano anche accettabili, sono state date ad una guida con quattro clienti. A noi sono state assegnate quelle che hanno in una palazzina a fianco. Erano senza riscaldamento, una aveva il bagno in camera, quello dell’altra era sulle scale, ma più che altro erano sporche. Il pavimento non so da quanto non vedeva una scopa, e le lenzuola non erano state cambiate. Ci siamo impuntati per avere le altre prenotate ma non c’è stato verso. Abbiamo “dormito” vestiti con 3 gradi in camera. Avremmo voluto dormire in macchina, piuttosto, ma c’era – 10! La cena in compenso è stata buona, come pure la colazione, ma non ce le siamo godute. Hanno il parcheggio interno.
- Terrace Lodge (Putre) – Voto 8
Siamo stati in questo hotel tre notti. Ha solo quattro camere. È il migliore a Putre. Il gestore è stato molto cortese. Ci ha dato delle dritte sul posto. Ci preparava lui la colazione (molto buona). Le camere erano graziose, pulite e con il riscaldamento. C’era il parcheggio interno.
- Panamericana (Arica) – Voto 7
La location di questo hotel era bella, direttamente sul mare. Su quel promontorio ci sono solo due hotel. La struttura però è vecchia. Necessita di molta manutenzione. Hanno il parcheggio interno.
- Hotel Boutique Casa Conde (Santiago del Cile) – Voto 9
Graziosissimo piccolo hotel in centro alla capitale. È una casa privata ristrutturata. Le camere erano belle e super pulite. La colazione è stata ottima, curata nei minimi dettagli.
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- B) INFORMAZIONI GENERALI:
1 – INFO VIABILITA’
Km. da noi percorsi: km. 2.700
– Atacama: km.1.500
– da Calama ad Arica: km.1.200
Patente: la patente internazionale non è obbligatoria. Noi ce l’abbiamo perché la usiamo per altre destinazioni quindi, nel dubbio, l’abbiamo portata dietro. Abbiamo mostrato ai due rental car quella italiana ed andava bene. La polizia non ci ha mai fermati.
Mappe: sono anni che usiamo Maps.me. Si scaricano le mappe della zona di interesse e poi in loco si usano off-line. Ci siamo sempre trovati benissimo. Addirittura, in Africa indica anche le più piccole piste 4×4.
Strade:
Non abbiamo mai trovato pioggia o neve quindi non abbiamo avuto problemi.
– Atacama: tutte in ottime condizioni. Sugli altipiani in alcuni tratti erano sterrate ma sempre molto battute e tenute bene.
Giudizio: Fattibilissimo in self drive.
– da Calama al nord: da Calama a Colchane tutto asfalto poi, passando sulle Ande, fino a Putre, sterrato. Noi avevamo una jeep ma l’ideale sarebbe un 4×4 perché un punto di un paio di km. era ripido e sconnesso. Se lo si fa in senso opposto è molto più facile. Solo quel tratto è stato un po’ brutto, per il resto fattibile in quanto ben battuto. Per le escursioni a Putre, dove c’era sterrato, sempre ben tenuto. Da Putre ad Arica, tutto asfalto.
Giudizio: Fattibilissimo in self drive con super attenzione per quel tratto.
Gasolio o benzina: suggeriscono macchine a benzina perché hanno prestazioni molto più alte con l’altitudine. Se sono a gasolio, come è successo a noi, usare quella con maggior numero di ottani (97). La prima volta abbiamo fatto il pieno con quello a 93 e la macchina faticava a salire. Poi siamo passati a quello più alto e non abbiamo avuto problemi. Le macchine consumano molto a quelle altitudini. Fare il pieno ogni volta che si parte per un’escursione da San Pedro e quando si va al nord, percorrendo la strada che abbiamo fatto noi, da Pozo Almonte fino ad Arica, non si trova più nessun benzinaio, quindi, bisogna fare il pieno a Pozo Almonte (super consigliata anche una tanica). A Colchane abbiamo visto un paio di carelli con la scritta “vendita gasolio” ma non ne conosco l’attendibilità. A Putre invece la vendono in taniche all’Hotel KuKuli. Basta chiedere a qualsiasi market e si viene indirizzati lì. Noi per sicurezza, non conoscendo, il consumo della nostra macchina, abbiamo comprato una tanica a Calama (le vendono in ogni distributore a circa € 15). Non si potrebbero portare all’interno dell’abitacolo ma non avevamo alternative. Le abbiamo riempite a Pozo Almonte, dove poi si lascia la strada principale. Man mano che salivamo di altitudine diretti a Colchane, ogni tanto ci fermavamo a farle sfiatare per ridurre la pressione. Appena abbiamo potuto, le abbiamo rovesciate nel serbatoio.
2 – INFO VARIE
Valute:
– per il Cile: Peso Cileno (CLP) 1 = € 0,0011
– per la Bolivia: Boliviano (BOB) 1 = € 0,14
Abbiamo prelevato nei vari bancomat. I Boliviani li abbiamo cambiati con Euro, in un banco cambi a San Pedro (ce ne sono diversi in centro.
Documenti e visti: per gli italiani non è richiesto il visto. Consultare comunque il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/).
Covid: il Cile ha tolto l’obbligo del certificato vaccinale (in alternativa tampone) a maggio. La Bolivia invece risultava che lo volesse ancora. A noi non hanno chiesto nulla.
Costo benzina: Peso 22,80 (€ 5,70) al gallone – circa € 0,94 al litro
Taxi: abbiamo usato Uber a Santiago e ad Arica. Come sempre, comodissimo e molto conveniente.
Cellulare: copertura quasi ovunque, solo in qualche punto oltre i 5.000 non c’era segnale.
Fuso: – 6 dall’Italia
Fotografia: Ho fatto 4.200 foto … Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300.
Corrente: in Cile le prese sono tipo C e tipo L (quindi vanno bene le spine italiane), in Bolivia le prese sono A e C quindi ci vuole l’adattatore.
Temperatura: a Santiago ed Arica siamo stati in maniche corte durante il giorno e la sera con un giubbotto leggero. A San Pedro e Putre faceva caldo durante il giorno, la sera freschino. Per il resto le giornate passate sulle Ande e nel Salar de Uyuni, la mattina faceva freddo, molto freddo. Durante il giorno, con il fatto che si era ad altitudini elevate, anche se il termometro segnava ad esempio 5 gradi, in realtà a volte eravamo in maniche corte. Il sole era ustionante ma all’ombra ovviamente erano percepiti i 5 gradi. Assolutamente indossare sempre gli occhiali da sole, cappellino e, per chi ha problemi di pelle, crema solare a protezione totale. Noi siamo tornati super abbronzati con un bel segno della maglietta sulle braccia e quello degli occhiali sulla faccia … il resto … bianchi come il latte. Uno spettacolo!!!!
Meteo: abbiamo sempre trovato il sole. Solo una giornata è stata uggiosa (ma senza pioggia) nel tratto più alto delle Ande, rientrando da Uyuni a San Pedro.
Altitudine: per molti è un problema serio. Consigliano di portare da casa il Dyamox, un diuretico che viene usato contro il soroche (mal di montagna). In loco si trovano altri medicinali ma sempre con il componente base del Dyamox. Il mate de coca (the con foglie di pianta di coca), la coca-cola ed abbondanti bevande calde e super zuccherate (assolutamente nulla di freddo) possono alleviare il fastidio. Nel lodge ad altitudini elevate ci sono le bombole di ossigeno. Un consiglio spassionato è iniziare il tour da Atacama e fare le varie escursioni aumentando l’altitudine giorno per giorno, poi passare al Salar de Uyuni. Ad altitudini elevate fare trekking implica camminare per qualche metro e poi fermarsi a respirare. Noi andiamo in montagna ogni week-end quindi non abbiamo problemi a livello fisico, ma a Suriplaza (mt.5.125) dovevamo per forza camminare lentamente e fare diverse soste.
Sicurezza: la capitale dicono che sia pericolosa. Noi siamo sempre stati nelle vie principali e con nulla di valore addosso. Per il rientro una sera, dopo cena, abbiamo chiamato Uber. Per il resto i paesi sono posti assolutamente tranquilli. Sulle Ande, a parte turisti, non c’era nessuno.
Lingua: spagnolo e pochissimo inglese quindi ci conveniva parlare italiano (non conoscendo lo spagnolo)
Giornata tipo: Iniziavamo la giornata all’alba, verso le 6.30. Colazione in hotel, visite e trekking durante il giorno con soste pranzo in macchina mangiando le cose comprate nei market (non ci sono ristoranti sugli altipiani) ed arrivavamo in hotel al tramonto verso le 17.30 – 18.00. Cena sempre al ristorante. Nel tour del Salar de Uyuni, tutti i pasti erano compresi e sono stati fatti in ristorante.
Alba e tramonto: alle 7.00 e alle 18.00
Cibo in Cile: Il Cile offre una vasta gamma di prodotti alimentari di prima qualità, in particolare carne, pesce e frutti di mare (è una delle aree del pianeta più pescose). Non ha però una grande tradizione culinaria anche se si mangia bene spendendo relativamente poco. Sta crescendo comunque il numero di ristoranti che cercano di elaborare in modo creativo e gustoso gli alimenti offerti dal Pacifico e dalle terre del Paese. L’altra ricchezza locale cilena viene dal mare: il pesce fresco, gustato al massimo delle sue potenzialità nel ceviche, una preparazione che prevede la marinatura del pesce crudo con limone o lime e l’aggiunta di cipolla, coriandolo, spezie o altro. La ceviche è un piatto originario del Perù ma diffuso in molte zone del Sud America, e in Cile si prepara soprattutto con spigola, reineta (pesce castagna) e corvina. Un piatto di ceviche e un bicchiere di vino: la perfezione della semplicità. Se vuoi mantenere bassi i costi, piuttosto che ricorrere agli innumerevoli fast-food, ti consiglio di dirigerti verso i mercati municipali presenti nella maggior parte delle città. Oltre ad offrire un’abbondanza di prodotti freschi ed economici, sono solitamente disseminati di bancarelle che vendono cibo. Molti ristoranti offrono un menù del giorno a prezzo fisso, sempre molto più conveniente rispetto alle opzioni à la carte. Il vino cileno è arrivato oramai a livelli di eccellenza mondiale. Anche la birra è decisamente piacevole e, oramai, i birrifici artigianali, che offrono ottimi prodotti, sono presenti un po’ ovunque nel Paese. È un must assaggiare il pisco, la bevanda nazionale, la cui origine è oggetto di contesa tra Cile e Perù e, in particolare, il pisco sour, un cocktail formato, oltre che dal distillato, da zucchero, succo di limone e albume d’uovo
Cibo in Bolivia: La Bolivia, rispetto al vicino Perù, non è famosa per la sua cucina. Ci sono però diversi motivi per sedersi a tavola con piacere! Le principali carni offerte nei ristoranti sono il manzo e il lama cucinati asado (alla brace), parillado (alla griglia). Entrambe si possono trovare anche essicate (charque). Normalmente sono accompagnate da patate, riso, insalata. I principali tagli sono il filetto (lomo) e la punta di petto (churrasco). Il pollo domina in particolare nello street food; ovviamente viene servito anche nei ristoranti e offerto principalmente alla brace (asado) o allo spiedo (broaster). Il pesce (pescado) lo si trova in particolare sull’Altiplano e sul lago Titicaca. Per spuntini veloci da consumare per strada o nei locali le immancabili empanadas, tucumanas o salteñas, in altre parole involtini fritti o al forno ripieni di carne e verdure, i tamales (panini di mais ripieni in vario modo) e le humintas (fagottini speziati, con cipolla, formaggio e uovo). È possibile imbattersi, soprattutto nei mercati, negli anticuchos, spiedini di cuore di vacca. Sopas e chupes (zuppe e minestre) sono molto popolari in tutto il Paese, i cui ingredienti principali sono le patate e la quinoa. I vegetariani non avranno comunque nessun problema a trovare piatti adatti a loro! La frutta è molto coltivata e in Bolivia si ha l’occasione di mangiare varietà che è impossibile trovare in Italia. Divertiti a trovarle e a gustarle direttamente ai mercati! Tra le bevande immancabile il mate de coca, infuso con foglie di coca, ideale per combattere gli eventuali problemi causati dall’altitudine. Molto buone le birre locali tra cui Paceña, Huari, Taquiña. Prima di partire è d’obbligo sorseggiare un calice di vino boliviano, proveniente dall’area di Tarija, dove si trovano i vigneti più alti del mondo. Da non perdere il singani, un brandy di uva bianca, che è alla base del chuflay, preparato con soda e limone.
Opinione generale: questo viaggio ci è piaciuto tantissimo ed il valore aggiunto è stata la libertà avuta grazie al self drive. I paesaggi sono tutti meravigliosi. I top per me sono stati la Red Rocks Lagoon ad Atacama, Suriplaza al nord ed il Salar de Uyuni in Bolivia. La capitale a mio avviso non merita neppure una visita, ma è giusto dedicare mezza giornata, per farsi un’idea. Ovviamente, essendo sempre Sud America, il confronto con il Perù visitato l’anno scorso, viene spontaneo. Quindi posso dire che i paesini ed i mercati, oltre che il cibo, sono decisamente migliori quelli del Perù. In Cile i paesi sono proprio bruttini ed i mercati, nulla di che. Il cibo è buono ma non spettacolare. L’anno scorso avevamo sempre mangiato benissimo. Rispetto allo scorso anno, dove eravamo sempre a contatto con la popolazione locale vedendo ovunque immagini di vita quotidiana, in questo viaggio è una cosa che è mancata. Sugli altipiani non abita nessuno ed i pochi paesi visti, erano o turistici, quindi non genuini, o disabitati. Le cose da vedere in Perù sono più varie ma i paesaggi sono decisamente, ma decisamente, più belli quelli del Cile. I Cileni li abbiamo trovati tutti molto cortesi, i Boliviani un po’ di meno. Torniamo molto soddisfatti di tutto quello che abbiamo visto e vissuto. È un viaggio che raccomando al 100%.
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- C) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:
1) 02 agosto 2023 mercoledì: Casa / Volo
Eccoci arrivati al giorno della partenza. Nostro figlio Matteo ci porta in aeroporto dove ci troviamo con i nostri amici Monica e Pietro. Soliti controlli, giro al duty-free per le profumazioni di rito ad alle 19.00 puntuali partiamo con Air France. Il volo dura un’ora. L’ala dell’aeroporto del nuovo volo è praticamente deserta e alle 21 anche i bar chiudono. A fatica ne troviamo uno aperto per prendere due cose da mangiare. Alle 23.30 si riparte. L’aereo è pieno. Controlliamo dall’App la posizione gli AirTag messi in valigia. Sono esattamente sotto di noi. Perfetto! Non avremo brutte sorprese all’arrivo.
2) 03 agosto 2023 giovedì: Volo / Santiago del Cile
Tra pasti vari, film e pisolini, le 14 ore di volo passano in fretta. Atterriamo a Santiago del Cile alle 7.30 ora locale (- 6 ore dall’Italia). Dobbiamo compilare il modulo per l’ingresso, dove si dichiara di non avere in valigia determinati alimenti. Non si trova il cartaceo quindi ci colleghiamo ad un wi-fi e lo facciamo on-line. Avvisiamo l’hotel del nostro arrivo quindi, dopo aver recuperato i bagagli, andiamo al punto d’incontro. In 5 minuti siamo in hotel.
Pernottamento: La Quinta – solo pernottamento – € 74
(https://www.wyndhamhotels.com/laquinta/santiago-chile/la-quinta-hotel-santiago-aeropuerto/overview)
Paghiamo il pernottamento. Le camere ovviamente non sono ancora disponibili quindi lasciamo i bagagli, chiamiamo Uber (€ 12) e alle 10.00 partiamo per il centro. Sullo sfondo ci sono le Ande innevate.
Informazioni su Santiago de Chile (mt.570):
Santiago, la capitale, adagiata nella valle centrale del Paese e circondata dalle montagne della cordigliera delle Ande è il centro politico, amministrativo e culturale del Cile. A causa dei numerosi terremoti la città ha subito nel corso degli anni notevoli cambiamenti e oggi edifici storici lasciano spazio a grattacieli e moderni centri commerciali. Il cuore del centro storico si sviluppa intorno alla vivace Plaza de Armas.
Da vedere in breve:
- Mercado Central (pesce e cibo)
- Mercado Vega Central (mercato con tutto)
- Se al Mercado Central trovi principalmente banchi dedicati alla vendita del pesce, poco più a nord al Vega Central trovi… tutto il resto. Qui, infatti, immergendoti nell’allegro vociare dei banchi potrai acquistare salumi, formaggi, frutta, spezie e molto altro. Il Mercado Vega Central di Santiago è un’occasione unica per entrare in contatto con la gastronomia cilena e magari acquistare qualche goloso e gradito pensiero da riportare a casa.
- Plaza de Armas
- Plaza della Constitucion (Palacio de la Moneda)
- Palacio de la Moneda
- Palazzo Cousiño
- il Teatro Municipale
- Paseo Ahumada
- Barrio Bellavista
- Barrio Providencia o Vitacura
- Parque Metropolitano de Santiago (con Cerro San Cristòbal
- Cerro Santa Lucia
- Barrio Lastarria
- Sky Costanera
- Barrio Paris-Londres
- quartiere di Barrio Italia
- Museo della Memoria
- il Museo Nazionale de Bellas Artes
- il MAC (Museo di Arte Contemporanea
Da vedere nel dettaglio:
- Mercado Central costruito alla fine dell’800, in bella struttura di ferro importata dall’Inghilterra che oggi ospita il pittoresco mercato del pesce e dove si trovano ristoranti che offrono ottimi piatti. Il Cile è uno dei maggiori esportatori di pesce e frutti di mare nel mondo. Il miglior pesce cileno a Santiago si trova al Mercado Central, frequentato sia da gente del posto che da turisti.
Tra i piatti più popolari troverete la Paila Marina, una sorta di zuppa di pesce cilena, e il grande granchio rosso fritto, oltre che le classiche empanadas. Un viaggio tra le delizie e la cultura gastronomica davvero gustosa.
Orari: da giovedì a domenica dalle 7:30 alle 17:00; il venerdì dalle 7:30 alle 20:00; il sabato dalle 7:30 alle 19:00
Costo biglietto: gratis
- Mercado Vega Central (mercato con tutto)
Se al Mercado Central trovi principalmente banchi dedicati alla vendita del pesce, poco più a nord al Vega Central trovi… tutto il resto. Qui, infatti, immergendoti nell’allegro vociare dei banchi potrai acquistare salumi, formaggi, frutta, spezie e molto altro. Il Mercado Vega Central di Santiago è un’occasione unica per entrare in contatto con la gastronomia cilena e magari acquistare qualche goloso e gradito pensiero da riportare a casa.
- Plaza de Armas: Progettata a metà del 1500 è ancora oggi è il luogo più bello di Santiago. Oltre a ospitare dei giardini ben curati è attorniata da alcuni degli edifici più belli della capitale. Considerata il vero cuore di Santiago, progettata dall’architetto Pedro de Gamboa nel 1541, è tra le principali attrazioni della città. La piazza è circondata dal verde dei giardini. Vicino potrete trovare gallerie, ristoranti e negozi, oltre che due grandi centri commerciali, come il Portal Fernandez Concha, costruito nel 1869, ricco di gastronomia locale e internazionale. Ancora oggi, Plaza de Armas rimane il centro indiscusso della vita sociale della città, un luogo unico nel quale converge gran parte della sua storia culturale e architettonica. Nella piazza si trovano:
- Cattedrale (ebbe un inizio molto tormentato, in quanto venne distrutta bene tre volte dai terremoti unisce lo splendoredello stile barocco allo stile classico), 9-20 ingresso gratis
- Correo Central
- il Palazzo della Real Audencia, in passato utilizzato come governo
- il Municipio
- il Museo Storico Nazionale
- le Poste Centrali
- Plaza della Constitucion (Palacio de la Moneda)
- Palacio de la Moneda: in stile neoclassico progettato nel 1785
È un elegantissimo palazzo presidenziale, dove il presidente Salvador Allende morì durante il colpo di stato cileno del 1973.
La Moneda ospita anche l’omonimo Centro Culturale, in cui vengono esposte opere d’arte moderna e contemporanea provenienti da tutto il mondo. C’è la statua di Allende, fuori dal palazzo, su cui sono riportate alcune parole del discorso finale che ha pronunciato alla radio mentre i soldati si avvicinavano.
Palacio de la Moneda è situato nel Barrio Civico, si affaccia sulla splendida Plaza de la Costìtution e su Plaza de la Ciudadanìa, nel cuore della città. Il Palazzo è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica del Cile, oltre che essere la sede della Segretaria Generale della Repubblica e del Governo e del Ministero degli Interni.
Fu progettato dall’architetto Joaquì Tosca e inaugurato nel 1805 come sede del conio di monete (Toyal House of Currency di Santiago), mentre nel 1846 diventò a tutti gli effetti sede del Governo. L’11 settembre 1973 fu scosso da uno dei più brutti attentati commessi in Cile: fu restaurato e nel corso degli anni oggetto di alcuni cambiamenti. In ogni caso, resta l’unico esempio di neoclassicismo italiano e tra gli edifici coloniali più belli e rappresentativi di tutto il Cile.
Orari: tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00
Costo biglietto: gratis
- Palazzo Cousiño appartenente alla famiglia Cousiño-Goyenechea, tra le più facoltose dell’epoca
- il Teatro Municipale, un vero gioiello architettonico
- Paseo Ahumada, la via commerciale pedonale piena di negozi, bar e ristoranti,
- Barrio Bellavista (ai piedi della Collina San Cristobal) è pieno di caffè, ristoranti, bar e club alla moda e ospita La Chascona
- La Chascona: la casa-museo del poeta Pablo Neruda. La casa che ha costruito per la sua amante, “La Chascona” (“quella dai capelli disordinati”).
La casa del grande Pablo Neruda, la terza in Cile insieme all’Isola Nera e la Sebastiana a Valparaiso. La Chascona è stata costruita nel 1953 e rappresenta un regalo d’amore per la sua amante Matilde Urrutia, diventata poi la sua terza moglie: il nome sarebbe infatti in suo onore e significherebbe “l’arruffata”.
Oltre che per amore, la casa era come uno scrigno di nuove idee per il poeta. Fu oggetto di raid vandalici del colpo di Stato nel 1973, dove purtroppo si perse del materiale prezioso come libri e quadri; Neruda era infatti un membro dichiarato del partito comunista. Matilde visse nella Chascona fino al 1985. Al suo interno potrete trovare anche una pinacoteca, una caffetteria, un negozio di souvenir e una bellissima terrazza con vista sulla città. È stata ispirata dalla sua passione per il mare; così è stata creata la sala da pranzo come la cabina di una barca, mentre l’interno di un faro è stata la fonte per disegnare il salotto.
Orari: da marzo a dicembre, dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00; gennaio e febbraio da martedì a domenica dalle 10:00 alle 19:00. Lunedì chiuso
Costo biglietto: entrata generale CLP 7.000 (€9,12), CLP 2.500 per studenti e over 60 (€3,26)
- Parque Metropolitano de Santiago (con Cerro San Cristòbal), da dove si può godere di una magnifica vista panoramica della città e della Cordigliera delle Ande (meglio questo del Cerro Santa Lucia perché più alto). Dalla fermata della funicolare sul Cerro de San Cristobal ci sono diversi percorsi da fare. Il punto migliore è dove si trova il Santuario dell’Immacolata Concezione (ha un’immagine della vergine alta 14 metri). Un meraviglioso parco di 720 ettari formato da colline, alla cui vetta spicca il Cerro San Cristòbal con la monumentale statua dell’Immacolata Concezione, che sembra voler abbracciare tutta la città. Dal 1921, grazie all’allora sindaco Alberto Mackenna Subercaseaux, si iniziò a riempire l’area con la vegetazione tipica, andando a formare un meraviglioso bosco che negli anni diede spazio anche allo Zoo Nazionale Cileno con tantissime specie tipiche della regione, dalla volpe delle Ande, al condor al pudu, fino ai fenicotteri e ai pinguini.Sono presenti anche il Santuario dedicato alla Vergine, il Giardino Giapponese e il Parco Bicentenario per bambini. Vi sono anche diversi bar, piscine e zone pic-nic da dove ammirare splendidi panorami mozzafiato. Per salire sulla collina è consigliata la storica funicolare risalente al 1925, o la funivia, rinnovata nel novembre del 2016 e capace di trasportare fino a sei persone per cabina.
Come arrivare: l’entrata principale per parco e zoo si trova in Pío Nono 450, Recoleta – per il giardino giapponese entrata da Pedro de Valdivia – per il parco bicentenario entrata Av. Perú 1001, Recoleta
La funicolare ha 3 stazioni, all’ingresso principale, allo zoo e al Cerro Cristobal. Vivamente consigliata per chi volesse salire in cima al Cerro Cristobal e alla statua dell’Immacolata.
Orari: aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 20:00; il giardino giapponese dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00; lo zoo dal martedì a domenica dalle 10:00 alle 17:00, in estate fino alle 18:00; funicolare dalle 10:00 alle 18:45. il Parco Bicentenario tutti i giorni 24h su 24h
Costo biglietto: parco, giardino giapponese e parco bicentenario gratis; zoo CLP 4.000 (€5,21) per adulti, CLP 2.000 per bambini e anziani (€2,61). La funicolare (andata e ritorno) CLP 2.000 (€2,61) per adulti, CLP 1.500 (€1,95) per bambini e anziani
- Cerro Santa Lucia, dove si può guardare la città dall’alto e le montagne innevate. La collina di Santa Lucia o collina di Huelèn come veniva chiamata prima dell’arrivo degli spagnoli, è il luogo in cui Pedro de Valdivia fondò la Capitale, proprio nel giorno di Santa Lucia il 13 dicembre 1540. Alta circa 70 metri, oggi è un bellissimo parco verde in stile francese nel cuore della città, formato da fontane, terrazze, punti panoramici e sentieri, voluto fortemente da Benjamín Vicuña Mackenna, sindaco della città alla fine del 19° secolo. Un posto straordinario per ammirare un bellissimo panorama delle Ande. Ospita un magnifico parco. Sul punto più alto della collina troverete anche il Castillo Hidalgo, fortificazione che oggi è utilizzata come location per eventi. Nel centro Artesanal de Santa Lucìa si possono trovare bancarelle che vendono strumenti musicali e prodotti di artigianato locale. Nel Centro de Exposicìon de Arte Indigena è possibile osservare dei manufatti indigeni.
Orari: tutti i giorni dalle 8:00 alle 21:00 (l’ascensore è in servizio dal martedì al sabato)
Costo biglietto: gratis
- Barrio Providencia o Vitacura: quartiere alla moda
- Barrio Lastarria: frizzante e mondano quartiere. È un’oasi nascosta nel centro della città, con ristoranti, teatri, gallerie d’arte e boutique di designer emergenti.
- Sky Costanera: Un favoloso punto panoramico a 360° situato al 62° piano a 300 metri di altezza, nell’edificio più alto dell’America latina, la Grande Torre Santiago nel quartiere degli affari chiamato Sanhattan. Una tappa obbligatoria per chi vuole ammirare l’immenso panorama mozzafiato dell’intera città, specialmente quando le giornate sono limpide o prima del tramonto.
Potrete osservare il Cerro Cristobal, le Ande e il Barrio Lastarria fra tutti. La costruzione della Torre è iniziata nel 2006 e terminata nel 2013 con un’interruzione dei lavori causati dalla crisi economica globale nel gennaio 2009. Un’attrazione turistica ultra moderna e da non perdere assolutamente.
Orari: tutti i giorni (esclusi festivi) dalle 10:00 alle 22:00 (ultima corsa in ascensore alle 21:00)
Costo biglietto: bambini dai 4 ai 12 anni CLP 10.000 (€13,01), adulti dai 13 anni in su CLP 15.000 (€19,52), fast pass CLP 20.000 (€26,06). I minori di 4 anni non pagano
- Barrio Paris-Londres: Un piccolissimo barrio molto carino è quello denominato Paris-Londres dal nome delle 2 vie principali; é un minuscolo quartiere sorto intorno alla chiesa di S.Francesco e formato da poche vie strette e acciottolate. Al civico N.38 di Londres c’è un edificio (ora monumento commemorativo) utilizzato come centro di tortura durante la dittatura di Pinochet. È una zona con case vittoriane molto belle
- quartiere di Barrio Italia dove si stabilirono gli artigiani immigrati nel 19° secolo, è un susseguirsi di negozi di antiquariato con bei mobili e simpatici oggetti, gallerie d’arte, bar e ristoranti tradizionali.
- Museo della Memoria e dei Diritti Umani, per gli amanti della storia e della cultura. Il Museo de la Memoria y Los derechos Humanos è relativamente nuovo (è stato inaugurato nel 2010) e racconta tramite documenti originali, filmati, interviste e oggetti quella terribile pagina della storia cilena che fu la dittatura militare di Pinochet che, tra il 1973 ed il 1990, provocò 40000 vittime tra desparecidos ed esecuzioni sommarie. Il museo è molto toccante, quindi se non siete nel mood giusto è meglio evitarlo.
Si compone di tre piani e tra le attività e opere più significative troviamo La Geometría de la Conciencia di Alfredo Jaar, opera realizzata con le sagome dei cileni scomparsi durante la dittatura, ascoltare l’ultimo discorso del presidente Salvator Allende, vedere il cortometraggio dell’attacco al Palacio de la Moneda del regime di Pinochet, e tanto altro importante materiale significativo.
Orari: tutti i giorni (escluso il sabato) dalle 10:00 alle 18:00
Costo biglietto: gratis (audioguida a parte a pagamento)
- il Museo Nazionale de Bellas Artes, che espone opere di artisti cileni tra i quali Roberto Matta e Claudio Bravo
- il MAC (Museo di Arte Contemporanea) che espone fotografie, sculture e opere di artisti cileni e non solo. Negli ultimi anni, Santiago ha avuto una grande rinascita nel campo delle arti, della cultura e della vita sociale, con la comparsa di nuove gallerie d’arte dove espongono artisti emergenti, musei e ristoranti trendy, trasformandosi in una delle capitali più attraenti e vive dell’America Latina.
- Dove mangiare a Santiago del Cile
- Mercado Central: all’interno del mercato del pesce ci sono diversi ristoranti in cui mangiare. Sono aperti solo a pranzo. Si spende poco e si mangia bene.
- Como Agua Para Chocolate (Bellavista): ristorante tipico che richiama il cortile di una casa tradizionale. Ottimo cibo cileno e servizio impeccabile.
- Galindo (Bellavista): un grande classico! Trattoria alla buona dove si mangia bene e a buon prezzo.
- Peumayen (Bellavista): ristorante ricercato di “cucina ancestrale” come amano definirsi. Ripropongo ricette delle popolazioni indigene presentate in chiave gourmet.
- Jardin Mallinkrodt (Bellavista): un giardino che definirei hipster, con un paio di bar e diversi foodtruck di street food diversi (hamburgers, empanadas, ecc). Bell’ambiente e bella atmosfera. Carino anche solo per un caffè o per bere qualcosa.
- Ciudad Vieja (Bellavista): ristorantino carino dove fanno dei panini spaziali (ma anche buonissime insalate). Occhio alle porzioni che sono enormi!
In 20 minuti siamo in centro a Santiago, al Mercato Vega Central (Mercato di frutta e verdura). La taxista ci ha detto di fare molta attenzione perché la città è pericolosa per i furti. È difficile che un abitante del posto parli negativamente della sua città, quindi, vuol dire che dobbiamo fare davvero attenzione. Prima di scendere nascondiamo bene portafogli e passaporti. Io ho lasciato tutta l’attrezzatura fotografica in valigia in hotel. Anche lì potrebbe non essere proprio al sicuro, ma chiusa in una stanzetta forse è meglio che non in giro per la città. Prendo solo la vecchia macchina fotografica e la infilo in fondo allo zaino. Devo dire che abbiamo girato tutto il giorno ma non ho mai avuto sensazione di insicurezza. Visitiamo subito il mercato. La cosa che più ci colpisce sono le tante qualità di avocado. Passeggiamo tra le bancarelle. I venditori sono super simpatici. Alcuni si mettono in posa per farsi fotografare con i loro prodotti. Troviamo un bancomat quindi preleviamo in valuta locale. Questo mercato è carino ma nulla da paragonare con quelli visti in Perù lo scorso anno. Compriamo un sacchetto di banane fritte a fettine. Le mangiamo come fossero patatine. Molto buone. Pensavamo di trovare temperature più rigide, avendo la neve poco distante, ed invece stiamo bene con le maniche corte/golfino. Ci spostiamo poi al Mercato Central. Qui vendono solo pesce e ci sono ristoranti dove poterlo assaggiare. Facciamo un giro tra i banchi. Tanti pesci non li avevo mai visti. Scegliamo un ristorante a caso, il Pailas Marisol. Non c’è ancora nessuno perché è un po’ presto, ma nel giro di poco tutti i tavolini vengono occupati. Ci portano come aperitivo del pisco sour. Questa è una bevanda usata sia come aperitivo, sia durante i pasti sia come dopo cena. È a base del liquore Pisco con l’aggiunta dell’albume montato a neve. Monica prende i calamari mentre io, dopo un anno che me la sognavo, la ceviche (pesce crudo marinato nel lime con il coriandolo ed è leggermente piccante). Questi due piatti li troviamo ottimi. Pier e Pietro invece sbagliano. Chiedono di assaggiare un piatto tipico. Il ragazzo dice che il più buono è l’Eriso Asmatico. Se non ho capito male si chiama così. Decidono di provarlo a scatola chiuso. È una sorta di zuppa di pesce con ricci e granchi, a temperatura ambiente. A tutti e due, sia il gusto, sia il fatto che non è calda, non piace. Pietro riempie il cucchiaio, io lo guardo e … panico … il granchietto appoggiato sopra tutto si muove!!!! Guadiamo in entrambe le ciotole e tutti questi crostacei muovono lentamente le zampette. Pier dice che effettivamente quando ne ha messo uno in bocca, ha sentito qualcosa di strano. Chiamiamo subito il cameriere e lui ci dice che è la caratteristica di questa zuppa e il fatto che i granchi sono vivi, è la prova che è tutto fresco. A certo! Più fresco di così non si può. Restituiscono i piatti ed ordinano del riso con il pesce, specificando che sia morto. Ci siamo rovinati il pranzo tutti e quattro. Paghiamo il conto, ovviamente completo. Ci omaggiano il pisco sour. Spendiamo € 17 a testa. Usciamo e gironzoliamo per il centro. Ci fermiamo in un negozio Claro per acquistare una sim cilena da inserire in un cellulare in più, che abbiamo portato apposta da casa, da usare come hotspot. La sim costa € 2 mentre il contratto che facciamo per 10 giorni (faremo sul sito una ricarica al rientro dalla Bolivia) costa € 7. Passeggiamo lungo le vie centrali. C’è tanta gente. Arriviamo alla Plaza de Armas e poi a Plaza de la Constitución. Non vediamo nulla di bello, a parte il palazzo de la Moneda. Andiamo anche al Barrio Paris-Londres, quartiere carino, e poi alle 16.30 chiamiamo Uber. Con € 17 ci porta in hotel. L’unica soluzione per abituarsi subito al fuso, andando verso ovest, è non andare a dormire quando si arriva. Visitando la città siamo stati impegnati a stare svegli ma a fine pomeriggio la stanchezza si inizia a fare sentire. Arriviamo in hotel in mezz’ora. Doccia, un minimo di cazzeggio e alle 18.30 ci troviamo per cenare. Non abbiamo assolutamente voglia di tornare in centro quindi optiamo per il ristorante dell’hotel. Prendiamo la prima di una lunga serie di birra Austral Calafate. Buonissima. Io prendo un’insalata mentre Pier un hamburger. Spendiamo € 23 a testa. Alle 21, dopo 44 ore da quando ci siamo alzati ieri mattina …. ci stendiamo di nuovo in un letto.
3) 04 agosto 2023 venerdì: Santiago del Cile / San Pedro de Atacama – km.149
(visita: Valle della Luna)
Alle 6.00, con la navetta dell’hotel, andiamo in aeroporto. Dobbiamo fare noi la trafila delle etichette delle valige, per poi lasciarle solo al banco del check-in. Andiamo a fare colazione e poi ci imbarchiamo su un aereo Latam. Partiamo alle 8.30. Noi siamo seduti sul lato destro dell’aereo quindi vediamo benissimo le Ande innevate e poi tutta la zona dei salar, che visiteremo nei prossimi giorni. Dopo quasi due ore atterriamo a Calama. Andiamo subito al banco della First per il ritiro dell’auto. Abbiamo affittato una jeep 2×4 in condivisione con Monica e Pietro, una Chery Tiggo. Avevamo pagato tutto al momento della prenotazione (€ 454 – € 227 a famiglia). Questa macchina la troveremo molto comoda e spaziosa, con un grande bagagliaio ma ogni tanto si accende una spia (arancione). Bastava spegnere e riaccendere la macchina, per farla andare via. Avevamo guardato sul libretto ma non ricordo quale fosse il problema. Fatto sta che ha riportati a Calama senza problemi. Se qualcuno non affitta l’auto, fuori dall’aeroporto ci sono molti taxi che portano a San Pedro per € 15 a testa per 4 persone. C’è anche il pullman ma non so gli orari. Alle 11.15 partiamo subito diretti a sud. Il sole è caldo quindi ci mettiamo in maniche corte. Il cielo è di un blu intenso e l’aria rarefatta. Siamo a mt.2.200. Per 2 settimane non scenderemo mai sotto questa altitudine. La strada che porta a San Pedro de Atacama è quasi tutta diritta e passa nel nulla più assoluto. Non c’è neppure un paesino. Arriviamo a destinazione (km.95) in un’ora e 15.
Informazioni su San Pedro de Atacama.
Il pittoresco villaggio di San Pedro de Atacama si trova a 2440 m.sl.m e si è trasformato nel corso degli ultimi anni da cittadina mineraria in zona turistica, con viali alberati, case di adobe (un sistema costruttivo basato su mattoni fatti di argilla, sabbia e paglia, tipico delle zone aride e desertiche), un’antica piazza dove si affacciano l’edificio municipale e la chiesa di San Pedro risalente al 1774, bar e ristoranti, negozi di artigianato, uffici dei tour operator e il Museo Arqueológico R. P. Gustavo Le Paige che raccoglie più di 380.000 reperti provenienti dalla regione e risalenti alla cultura atacameña. Il paese è un ottimo punto di partenza per visitare le bellezze naturalistiche della zona. La via principale, sterrata, si chiama Caracoles. Appena fuori dalla città c’è un distributore, l’unico della zona.
L’ufficio del turismo:
Punto informazioni Sernatur:
Toconao esquina Gustavo Le Paige, San Pedro de Atacama
lunedì – sabato 09:00 – 20:00 – domenica 09:00 – 18:00
Tel: 600 600 60 66 – Mail: sanpedrodeatacama@sernatur.cl
Informazioni sul Deserto di Atacama:
Al centro del Deserto di Atacama si trova il salar, il lago salato più grande del Cile. Ci sono tanti posti da visitare. Lo si può fare in autonomia, come abbiamo fatto noi, oppure appoggiandosi ai numerosi tour operator che ci sono nelle vie principali. Essendo autonomi, abbiamo unito più visite nella stessa giornata, riuscendo a vedere praticamente tutto in 6 giornate e mezzo.
Tutto quello che c’è da vedere ad Atacama con costi, orari e dove si devono pagare gli ingressi:
- Tebenquinche Lagoon y Ojos del Salar – CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: sabato e domenica (9.00-13.30 e 14.30-17.00) (ultimo ingresso) e lunedì (9.00-12.00)
- Hidden Lagoons of Baltinache (veicoli 4×2 o 4×4) – CLP 10.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-13.30 e 14.30-17.00 (ultimo ingresso)
Verificare bene la strada perché dicono che sia molto brutta – noi non siamo stati
- Geyser del Tatio (veicoli 4×2 o 4×4) – CLP 15.000 – si paga all’ingresso
Orari: 6.00-16.00
- Cejar Lagoon y piedra – CLP 15.000 – si prenota e si paga: www.cejarypiedra.com
Orari: 9.00-12.00 (ultimo ingresso) (il pomeriggio è per i tour operator) – chiuso il martedì – si può fare il bagno
- Terme di Puritama – CLP 30.000 – over 60 CLP 2.500 – consigliato prenotare: https://termasdepuritama.cl/
Orari: 9.30 – 17.00 (bisogna uscire)
- Valle de Catarpe (Garganta del Diablo) – CLP 3.000 – si paga all’ingresso
Orari: 8.30-16.30 (ultimo ingresso)
- Quebrada de Kezala (solo con tour operator) – CLP 5.000 – over 60 CLP 2.500
Orari: 8.00-16.00 (ultimo ingresso)
- Altiplanic Lagoons (Miscanti–Miniques) e Salar de Aguas Caliente Sur (Red Rocks)
Solo Altiplanic Lagoons: CLP 10.000 – over 60 CLP 8.000
Salar de Aguas Caliente Sur (Red Rocks): CLP 10.000 – over 60 CLP 8.000
Entrambe gli ingressi: CLP 15.000 – over 60 CLP 13.000
Orari: 9.00-16.00 (ultimo ingresso)
si prenota e si paga: https://socairechile.cl/ – trovarsi un’ora prima della prenotazione agli uffici di Socaire
- Valle della Luna – CLP 10.800 – si prenota e si paga: www.puntoticket.com
Orari: auto 8.00-16.00 (ultimo ingresso) – ciclisti 8.00-11.00 (ultimo ingresso)
- Chaxa Lagoon – CLP 8.000 – over 60 CLP 4.000
si paga all’ingresso oppure si prenota e si paga: https://comunidadtoconao.cl/wp/
Orari: 7.00-18.00 (ultimo ingresso)
- Valle de Jerè – CLP 2.000 – si paga all’ingresso
Orari: 7.00-18.00 (ultimo ingresso)
- Valle dell’Arcoiris (Rainbow Valley) – CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-17.00 (ultimo ingresso)
- Petroglyphs of Yerbas Buenas – CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-17.00 (ultimo ingresso)
- Pukarà de Quitor – CLP 5.750
Orari: 8.30-17.00 (ultimo ingresso)
- Aldea de Tulor – CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-13.30 e 14.30-17.00 (ultimo ingresso)
Andiamo subito a fare gasolio all’unico distributore presente nel deserto di Atacama, visto che la macchina ce l’hanno consegnata con metà serbatoio. Andiamo in centro e parcheggiamo. A piedi arriviamo nella graziosa piazzetta dove si trova una bella chiesa. Tutte le costruzioni sono in adobe. Caracoles è la via principale. È un susseguirsi di ristoranti, negozi ed uffici dei tour operator. La strada è sterrata e ci sono molti grossi e grassi (vengono sfamati da tutti) cani pacifici che dormono ovunque o che giocano. Andiamo agli uffici del tour operator col quale abbiamo prenotato il tour del Salar de Uyuni:
World White Travel (https://worldwhitetravel.com/) – Orari: 10.30 – 14.00 e 18.00 – 20.00
(Caracoles 362-C – San Pedro de Atacama) (+56 9 8465 2022 +56 9 3383 7873)
Prendiamo accordi sugli orari di partenza e prenotiamo per domani sera il tour astronomico (€ 26 a testa). Andiamo poi a pranzo al Tierra Todo Natural. Il locale è particolare, con due grossi camini in adobe. Mangeremo decisamente bene. Io prendo un’insalata di quinoa con salmone e coriandolo, mentre Pier delle Enchiladas di pollo. Hanno la birra alla spina. Spendiamo € 22 a testa. Percorriamo tutta la via principale, fa caldo. Torniamo poi alla macchina e ci indirizziamo in hotel, dove rimarremo 6 notti facendo escursioni giornaliere per visitare il deserto di Atacama.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
Ci accoglie Claus, un ragazzo giovane che gestisce questo hotel. La struttura è nuova. Ci sono 6 camere. Stanno facendo ancora lavori per abbellirla. È originale con legni che la ricoprono completamente e anche all’interno è tutto legno. Le colazioni le preparerà Claus mettendoci d’accordo sull’orario. Ci sono 6 gatti neri che girano nel giardino. Siccome dovremo cambiare camera dopo la prima notte per problemi di una cliente che non riesce a fare le scale, Claus ci regala una bottiglia di vino per l’inconveniente. Per noi non era un problema ma lui ha insistito per farci tenere il regalo. Ci darà tante informazioni sulla zona. Ci dice che potremo lasciare qui al sicuro la nostra auto quando andiamo 4 giorni nel Salar de Uyuni, piuttosto che parcheggiarla in centro. Pagheremo con carta i pernottamenti. La prima notte dormiremo in una camera doppia al piano superiore poi ci sposteremo a quello inferiore in una tripla. Molto più comodo, così potremo appoggiare sul letto aggiuntivo i vestiti (non ci sono armadi, ci sono solo due ripiani). Le camere hanno tutte una stufetta visto che non c’è il riscaldamento. Noi non la accenderemo mai e staremo bene. Farà leggermente fresco solo al mattino. Lasciamo le valige e partiamo subito per la Valle della Luna, dopo aver acquistato i biglietti on-line.
Informazioni sulla Valle della Luna (mt.2.300):
Costo: CLP 10.800 – si prenota e si paga: www.puntoticket.com
il biglietto vale sia per la Valle della Luna che per il Mirador de Kari (Piedra del Coyote)
Orari: auto 8.00-16.00 (ultimo ingresso) – ciclisti 8.00-11.00 (ultimo ingresso)
Si raggiunge velocemente da San Pedro. Si imbocca la 23 direzione Calama e si supera il ponte, in uscita dalla città. Dopo meno di 1 km, si gira a sinistra e dopo 4 km. si arriva al gate. La strada è sterrata. Da vedere:
- Duna Mayor: il parcheggio si trova a km.6 dal gate. C’è un piccolo tratto da fare a piedi per arrivare alla sommità della duna. Si scende dalla parte opposta. È un percorso ad anello.
- Mirador Achaches: dopo km.1,5 si trova un altro parcheggio. Questo è un piccolo trekking da fare sulla stessa trada.
- Mina Victoria: il parcheggio dista mt.800 da quello di Achaches. Anche qui bisogna fare un piccolo trekking. Ci sono i resti delle case dei minatori
- Las Tres Marías: proseguendo km.2 si arriva all’ultimo punto di interesse. Dista pochi metri dal parcheggio. Si tratta di una formazione rocciosa con 3 punte.
Da qui si deve tornare indietro al gate passando dalla stessa strada dell’andata.
- Mirador de Kari (Piedra del Coyote): punto perfetto per il tramonto. Lo si raggiunge tornando sulla 23 poi si svolta a sinistra. Dopo km.6 c’è lo svincolo, sempre sulla sinistra. Un paio di km dopo si arriva al parcheggio. Ci sono due punti panoramici. Il primo, sulla destra, è perfetto per vedere calare il sole. Il secondo, a sinistra, si affaccia sulla Valle della Luna con lo sfondo delle Ande che si colorano di rosso.
Quest’area protetta è stata dichiarata Santuario della Natura nel 1982 e viene conservata e protetta dall’Associazione Valle della Luna, composta da 6 comunità indigene della popolazione Atacameña e co-amministrato da CONAF. È un posto unico per le formazioni rocciose, per le dune di sabbia, per le piane di sale e per i panorami che al tramonto si colorano di rosso.
Arriviamo al gate alle 15.45, al pelo, visto che l’ultimo ingresso è alle 16. Andiamo direttamente al parcheggio della Duna Mayor. Facciamo la camminata fino alla sommità della duna. Il paesaggio è davvero molto bello. La duna è di sabbia grigia mentre le rocce sono gialle/arancioni. Torniamo alla macchina e andiamo al punto più lontano, Las Tres Marias. Quest’ultimo tratto è tutto ricoperto di sale. Sembra neve. Torniamo indietro con l’idea di andare alla Mina Victoria e al Mirador Achaches ma i guardiani, presenti all’inizio del trekking, ci dicono che non possiamo più accedere perché è tardi. Un vero peccato. Andiamo quindi al gate ed usciamo alle 17.30. Torniamo alla statale e ci indirizziamo verso Calama, al punto panoramico Piedra del Coyote. Se nella Valle della Luna abbiamo trovato solo una decina di persone, qui c’è tanta gente. Vediamo il sole tramontare (alle 18.00) e poi ci spostiamo dal lato opposto per vedere il panorama con lo sfondo della Ande innevate. Bel colpo d’occhio. Torniamo quindi a San Pedro, andiamo al market, all’inizio del paese ad acquistare il pranzo per domani e alle 19 arriviamo in hotel. Tempo di una doccia e poi usciamo a piedi per cena. La sera fa freddo quindi ci vestiamo pesanti. Il centro dista una decina di minuti. Andiamo sulla via Caracoles. Il ristorante che ci ha suggerito Claus (gestore dell’hotel), si chiama Adobe (http://www.cafeadobe.cl/). Abbiamo prenotato nel pomeriggio. Io prendo la cevice, il Pier salmone con verdure, un dolce in condivisione poi il pisco sour. Spendiamo € 30 a testa. Facciamo due passi per il centro e poi torniamo in hotel alle 22.30.
4) 05 agosto 2023 sabato: San Pedro de Atacama – km.270
(visita: Laguna Chaxa, Laguna Cejar ed Arcoiris)
Facciamo colazione e alle 8.00, dopo aver prenotato on-line l’ingresso alla Cajar Lagoon, partiamo. Ci sono 6°. Imbocchiamo la 23 direzione sud passando per il paesino insignificante di Toconao. Dopo km.3 imbocchiamo a destra la B-355. Dopo km.11 si devia ancora sulla destra sulla B-373. Un tratto è sterrato ma tenuto bene. Arriviamo al parcheggio della Laguna Chaxa dopo 50 minuti di viaggio.
Informazioni sulla Chaxa Lagoon (mt.2.300):
Costo: CLP 8.000 – over 60 CLP 4.000
si paga all’ingresso oppure si prenota e si paga: https://comunidadtoconao.cl/wp/
Orari: 7.00-18.00 (ultimo ingresso)
Paghiamo e ci incamminiamo sul sentiero segnato che porta nella laguna. Ci sono delle formazioni rocciose grigie e particolari. Vediamo tantissimi fenicotteri. Riconosciamo quello di James e quello andino. In tutto il viaggio, non riusciremo a vedere quello cileno. Nonostante la temperatura bassa, il sole scalda tantissimo. Cappellino ed occhiali da sole sono obbligatori. Rimaniamo un’ora e poi ripartiamo percorrendo a ritroso la strada fatta all’andata in direzione San Pedro. Ripassiamo Toconao e dopo km.20 giriamo a sinistra. Dopo km.11 arriviamo a destinazione. Dalla Laguna Chaxa abbiamo impiegato 40 minuti per raggiungere la Laguna Cejar.
Informazioni sulla Cejar Lagoon y piedra (mt.2.300):
Costo: CLP 15.000 – si prenota e si paga: www.cejarypiedra.com
Orari: 9.00-12.00 (ultimo ingresso) (il pomeriggio è per i tour operator) – chiuso il martedì – si può fare il bagno
Al momento della prenotazione bisognava indicare l’ora. Noi simo leggermente in ritardo ma non ci fanno storie. Andiamo prima a vedere la laguna Cejar, è una pozza d’acqua bassa circondata da erba gialla. Non ci sono fenicotteri. Ci spostiamo poi nella vicina Laguna Piedra dove si può fare il bagno. Si può rimanere solo mezz’ora. Ci sono delle piccole capanne in legno dove appoggiare i vestiti. L’acqua in alcuni punti è profonda. Pietro e Pier entrano. All’inizio la trovano fredda poi man mano che si spostano verso il centro, trovano una sorta di corrente calda. Essendo salata, galleggiano come nel Mar Morto. Una volta usciti vanno nella struttura vicina, a farsi la doccia (fredda) e a cambiarsi negli spogliatoi. Dobbiamo tralasciare la visita della laguna di Tebinquinche e dell’Ojos del Salar perché è già mezzogiorno e abbiamo ancora tante cose da fare. Pensavamo di inserirli un altro giorno, ma quando andremo all’Ufficio Informazioni scopriremo che sono aperti solo nel week end ed il lunedì mattina. Dalle ricerche che avevo fatto prima di partire, non avevo letto da nessuna parte questa cosa. Abbiamo sbagliato a non andare subito ieri all’Ufficio Informazioni. Non riusciremo quindi a vederli.
Informazioni su Tebenquinche Lagoon y Ojos del Salar (mt.2.300):
Costo: CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: sabato e domenica 9.00-13.30 e 14.30-17.00 (ultimo ingresso)
lunedì 9.00-12.00
Torniamo velocemente a San Pedro. Come ristorante scegliamo l’Emporio Andino. La cameriera del ristorante di ieri sera ci aveva detto che è il posto migliore per mangiare le empandada. Il locale è carino e le empandada effettivamente sono molto buone. Ci sediamo nell’ultimo tavolino disponibile. Questo locale è molto frequentato. Spendiamo € 7 a testa. Alle 14 ripartiamo direzione Valle dell’Arcoiris. Imbocchiamo la 23 direzione Calama e poi, dopo km.33, giriamo a destra, sulla B-207. I paesaggi sono belli, il Vulcano Licancabur è una visione costante. Ci sono molte vigogne e finalmente vediamo i guanachi. L’anno scorso in Perù non eravamo riusciti a vederli. Era molto difficile incontrarli. In Cile ce ne sono molti. Si differenziano dalle vigogne principalmente per il fatto che sono più grossi, hanno il muso di colore grigio e non hanno il pelo lungo sul petto color crema.
Informazioni sui camelidi andini:
- lama: allevati
- alpaca: allevati
- vigogne: non sono mai riusciti ad addomesticarle. Sono selvatiche e super protette
- guanaco: sia selvatici che addomesticati. La loro carne in Cile viene mangiata.
Man mano che procediamo saliamo di altitudine. Dopo km. 23 arriviamo al parcheggio del sito dove ci sono i petroglifi di Yerbas Buenas (dipinti su roccia fatti da uomini preistorici)
Informazioni su Petroglyphs of Yerbas Buenas
Costo: CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-17.00 (ultimo ingresso)
E’un’area di grande importanza storica dovuta a uno dei più importanti gruppi di petroglifi della regione. È un insediamento di Atacameño di oltre 4.000 anni fa. Attraverso questo luogo, le carovane indigene attraversavano il nord-est argentino e l’altopiano boliviano e arrivavano all’Oceano Pacifico. Ci sono varie incisioni e disegni nella roccia come camelidi, uccelli, scimmie e cani. Servivano ai popoli di passaggio come indicazioni, un po’ come i nostri moderni cartelli stradali. Se per esempio era rappresentato un lama, sapevi che in quella zona avresti potuto scambiare carne o pelle dell’animale con altri tipi di beni. Bisogna percorrere un breve sentiero per raggiungere la collinetta dove è possibile vederli.
Tralasciamo la sosta, pensando di fermarci al rientro, ma sarà tardi. Proseguiamo sulla stessa strada. Dopo km.1 imbocchiamo lo sterrato sulla sinistra, che costeggia il Rio Salado. Passiamo un piccolo guado e poi arriviamo al gate dell’Arcoiris. Le rocce qui sono tutte rosse. Solitamente i tour operator vengono al mattino quindi ora non troviamo nessuno. Abbiamo impiegato 1 ora e 10 per arrivare qui da San Pedro (con qualche sosta foto).
Informazioni sulla Valle dell’Arcoiris (Rainbow Valley) (mt.3.500):
Costo: CLP 5.000 – si paga all’ingresso
Orari: 9.00-17.00 (ultimo ingresso)
Paghiamo e proseguiamo sulla strada principale arrivando fino al punto più lontano. Facciamo poi una breve passeggiata addentrandoci nella valle. Le rocce sono tutte rosse ed in alcuni punti sembrano ricoperte di neve, in realtà è sale. Ci sono delle piante grasse, a cespuglio, con grosse spine. Sembrano quelli che da noi vengono volgarmente chiamati “i cuscini della suocera”, le Kroenleinia grusonii Lodé. Le rocce più belle, perché sembrano un arcobaleno, da qui Rainbow Valley, si trovano di fronte al gate. Alle 16.30 usciamo. Quando arriviamo alla strada principale svoltiamo a sinistra per raggiungere dopo km.3, in 10 minuti, un punto panoramico dove c’è una bandiera del Cile. Se avessimo proseguito di altri km.7 saremmo arrivati al paesino di Rio Grande, un paesino fuori dal mondo con una bella chiesa. Noi decidiamo di non andare fin laggiù e non ci fermeremo neppure a vedere i petroglifi di Yerbas Buenas sulla via del ritorno. Senza mai fermarci raggiungeremo San Pedro in 45 minuti, alle 17.45. Andiamo ancora al market a fare due acquisti per il pranzo di domani e poi andiamo in hotel. Alle 20.00 vengono a prenderci con una navetta per fare il tour astronomico, prenotato ieri con il tour operator World White Travel (https://worldwhitetravel.com/). Spenderemo € 26 a testa e durerà fino alle 23.00. In pochi minuti raggiungeremo una struttura senza nessuna illuminazione. Solo in un locale c’è una luce rossa molto debole. Serve per abituare gli occhi al buio. Ci danno qualcosa da bere e poi, dopo essere stati divisi in due gruppi da 10 persone l’uno, usciamo. Ci sediamo in cerchio su alcune sdraio ed il ragazzo, molto preparato, ci spiega tante cose indicando le varie stelle. Io conosco solo la Croce del Sud, punto fisso delle nostre serate africane. L’unica cosa che non sapevo è che dalla punta più bassa, si deve moltiplicare per 5 la misura della croce e quella è la direzione del sud. La Via Lattea è meravigliosa, di una nitidezza incredibile. Andiamo poi a fare delle foto salendo sul tetto di una macchina. Ce le invieranno poi via mail. Andiamo poi a vedere alcune stelle con il telescopio. Infine, torniamo nel locale con le luci rosse. Hanno allestito un bel buffet. Pensavamo che poi saremmo andati a cena al rientro, ma alla fine saremo tutti sazi. Fa molto freddo quindi vestitevi pesanti. Dovesse servire loro hanno dei poncho a disposizione. Andiamo alla navetta e torniamo in hotel. Serata piacevole.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
5) 06 agosto 2023 domenica: San Pedro de Atacama – km.350
(visita: Lagune Miscanti e Miniques, Piedras Rojas e Laguna Tuyajto)
Facciamo colazione, paghiamo on-line gli ingressi (bisogna mettere l’ora in cui si prevede di accedere) e dopo aver fatto benzina, alle 8.00 partiamo con destinazione le Lagune Altiplaniche.
Informazioni sulle Altiplanic Lagoons (Miscanti–Miniques) e Salar de Aguas Caliente Sur (Red Rocks) (mt.4.200):
Solo Altiplanic Lagoons: CLP 10.000 – over 60 CLP 8.000
Salar de Aguas Caliente Sur (Red Rocks): CLP 10.000 – over 60 CLP 8.000
Entrambe gli ingressi: CLP 15.000 – over 60 CLP 13.000
Orari: 9.00-16.00 (ultimo ingresso)
trovarsi un’ora prima della prenotazione agli uffici di Socaire
si prenota e si paga: https://socairechile.cl/
Imbocchiamo la 23, direzione sud, percorsa ieri fino alla Laguna Chaxa. Oggi per la prima volta supereremo i mt.4.000. Passiamo senza fermarci per Toconao e dopo km.30 ci fermiamo a fare la foto al cartello del Tropico del Capricorno. L’altra volta che lo abbiamo passato insieme a loro, eravamo in Namibia nel 2017. Vediamo una graziosissima pseudovolpe chiamata Zorro Chilote o Zorro de Darwin (zorro si pronuncia Sorro). Sulla sinistra della strada vediamo in lontananza i Vulcani Lascar ed Agua Calientes. Man mano che si procede si sale di quota. Lungo la strada si vede l’immensità del deserto di Atacama. Vediamo dei fiori viola che sembrano i lupini, non so come si chiamano. Dopo km.20 dal cartello del Tropico arriviamo a Socaire alle 9.30. All’inizio del paesino c’è una strada a sinistra che porta al Salar di Acqua Calientes. Se quella fosse la vostra meta, non passate assolutamente da qui. La strada è bruttissima anche per un 4×4. Se volete andare a vedere quel Salar, la strada giusta parte da km.10 dopo Toconao e passa per Talabre. Noi all’inizio del paese parcheggiamo sulla destra dove ci sono gli uffici per l’accesso alle Lagune Altiplaniche. I biglietti si possono fare solo on-line quindi, se arrivate qui senza averlo fatto, le ragazze vi danno il wi-fi per poterli pagare al momento. Facciamo un giro in questo paesino fuori dal tempo, facciamo due foto alla graziosa chiesetta di adobe e poi partiamo. In mezz’ora percorriamo in km.20 che ci portano allo svincolo per le Lagune Miscanti e Miniques. Questo tratto di strada è bellissimo. Ci sono ciuffi a erba gialla ovunque e molte graziosissime vigogne (le adoro) pascolano tranquille. Vediamo cartelli stradali di pericolo di trovare sulla strada zorro (le pseudovolpi) e suri (simili agli struzzi ma più piccolini). Imbocchiamo la strada sterrata sulla sinistra che sale sulla collina. Queste lagune non sono raggiungibili quando nevica molto. Arriviamo al gate (km.6 dallo svincolo sulla statale 23) (mt.4.200) dove ci controllano i biglietti. In questo posto troveremo solo una ventina di persone. La strada scende leggermente. Da qui il panorama è magnifico. Sulla sinistra c’è il Cerro Miscanti che si specchia nell’omonima laguna. Sulla destra c’è il Vulcano Miniques (la laguna però non si vede in quanto si trova oltre un’altra collinetta). La differenza tra Cerro e Vulcano è che il Cerro (pronunciato Serro) è una semplice montagna. Diverse vigogne pascolano tranquille a bordo lago, dove alcuni grossi uccelli neri, le Tagua Cornuta, nuotano tranquilli. L’acqua è blu e non è gelata. Parcheggiamo. C’è un sentiero ben segnalato che si avvicina al lago e lo costeggia sulla destra. Ci vestiamo e lo percorriamo. Nonostante la temperatura bassa, il sole scalda quindi togliamo il piumino e rimaniamo in pile. Il posto è davvero bello. Non ci dà fastidio l’altitudine. Mi manca solo un po’ il fiato quando, essendo rimasta indietro per fotografare, faccio un tratto di corsa per raggiungere gli altri. Ci spostiamo poi in macchina al parcheggio della Laguna Miniques. Anche questa è bellissima con l’omonimo vulcano sullo sfondo. L’acqua è blu e non è ghiacciata. Facciamo due passi fino ad un punto panoramico sulla destra, dopo i bagni. Torniamo poi al parcheggio per la laguna Miscanti e pranziamo in macchina, guardando la laguna, con la spesa fatta ieri sera. Ci indirizziamo poi all’uscita. Siamo rimasti qui 2 ore. Alle 13.00 siamo di nuovo sulla strada principale. Giriamo a sinistra. La strada costeggia il Vulcano Miniques. Dopo km.40 percorsi in 45 minuti arriviamo al punto panoramico sul Salar de Aguas Caliente Sur III (Red Rocks) oppure Salar Piedras Rojas. Wow, wow, wow! Spettacolo pazzesco. Sembra la tavolozza di un pittore. L’acqua, non ghiacciata, è azzurro chiaro, dovuto al fatto che il fondo è sale. Le rocce intorno sono rosse e sullo sfondo c’è un Cerro/Vulcano del quale non conosco il nome, rosso con la sommità bianca. Io definisco posti wow, i posti imperdibili. Questo è un triplo wow. Foto di rito e poi scendiamo fino al parcheggio. Un signore ci controlla il biglietto (lo stesso usato per le due lagune viste prima). Ci vestiamo ed iniziamo il sentiero ad anello di km.2,5 che porta fino al bordo della laguna. Lo percorreremo con calma in un’ora incontrando solo 5 ragazzi. Non so quante foto ho fatto. Qui fa freddo perché c’è vento. Arriviamo fino all’acqua. Sembra Maldive solo che sulla piccola spiaggetta non c’è sabbia ma sale. Anche qui, come alle lagune Miscanti e Miniques, c’è una ragazza che controlla che vengano rispettate le regole. Ci dice con si può neppure toccare l’acqua per non contaminare il posto. Parliamo con lei. Ci dice che questa è un’annata assolutamente anomala. Solitamente a luglio ed agosto ci sono 2 mt di neve e – 30°. Anche qui il cambiamento climatico si sente. A noi è andata bene perché con la neve molti posti non saremmo riusciti a vederli, ma per l’ambiente e gli animali, non è il massimo. Ci spostiamo di km.4 fino al Mirador de Aguascalientes. Saliamo a piedi sulla collinetta dal quale si vede il Salar da un’altra angolazione. Dovrebbe esserci un geyser ma non lo vediamo. Proseguiamo ancora di km.7 fino al Mirador Laguna Tuyajto. Anche questa è bella, circondata da qualche Cerro/Vulcano. Da qui, a km.27, c’è la frontiera con l’Argentina. Super soddisfatti della giornata, alle 15.30 imbocchiamo la strada del rientro. Percorriamo km.161 in 2 ore e mezza, senza fermarci. Andiamo a fare gasolio. Siccome la macchina oggi non è stata molto performante sulle salite (quando abbiamo fatto il pieno ieri abbiamo usato il gasolio con ottani più bassi, 93, e che costava meno) ora usiamo quello migliore, 97. Con questo la macchina andrà ovunque senza fare fatica. Andiamo poi a comprare due cose per il pranzo di domani, poi andiamo in hotel per la doccia ed usciamo subito a piedi. Raggiungiamo il ristorante Baltinache. Ci sediamo nella seconda saletta dove c’è una stufa a legna. Arriveranno poi solo altri due signori. Il menù è fisso e molto buono. Zuppa di zucchine poi a scelta o guanaco con verdure oppure riso con gamberi e poi mele cotte su un letto di quinoa. Prendiamo anche una bottiglia di vino, una birra e 4 pisco sour. Spendiamo € 40 a testa.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
6) 07 agosto 2023 lunedì: San Pedro de Atacama – km.183
(visita: Geyser del Tatio, Guatin Canyon e terme di Puritama)
Visto che ieri abbiamo avuto una giornata bella piena … oggi vogliamo replicare in meglio con la partenza alle 04.50 del mattino per la vista del Geyser del Tatio. Claus ci ha fatto trovare 4 breakfast box in cucina.
Informazioni sul Geyser del Tatio (mt.4.300):
Costo: CLP 15.000 – si paga all’ingresso
Orari: 6.00-16.00
Il Tatio (da Kunza “tata-iu”), che significa “il nonno che piange”, è il più grande gruppo di geyser dell’emisfero australe e il terzo più grande del mondo, dopo Yellowstone (USA) e Dolina Giezerow (Russia). L’area geotermica è formata da circa 80 geyser a cono vulcanico dove, con la complicità dell’altura, l’acqua a 85°C va in ebollizione e diventa vapore. Solitamente succede a 100° ma qui, con l’altitudine, il punto di ebollizione scende. L’escursione si può fare tutto l’anno, ma bisogna considerare che può raggiungere i -20° in inverno. I geyser fanno maggiore getto durante la notte, quindi bisogna andare a vederli all’alba, quando le temperature sono impegnative. Durante la giornata, sono sempre belli ma meno scenografici.
Viaggiamo sulla B-245 per km.80 fino a destinazione. Fate attenzione su una cosa. A Guatin bisogna girare a sinistra rimanendo sempre sulla B-245. Non andate dritto direzione Terme di Puritama. Quella strada, la B-256, è bella fino alle terme, poi diventa terribile anche per un 4×4. Uscirà poi al Vado Rio Putana, prima del Tatio. Impiegheremo 1 ora e 30 da San Pedro. La strada è tutta sterrata. Viaggiando al buio completo, non ci rendiamo minimante conto di quello che ci circonda. Per fortuna che non è una strada ad anello altrimenti ci saremmo persi dei bei paesaggi, che avremo la possibilità di vedere al rientro. All’inizio non troviamo nessuno poi, gli ultimi km. raggiungiamo qualche pulmino dei tour operator. All’arrivo, alle 6.20 paghiamo ed entriamo puntando subito alla zona dell’upper bacin, visto che dicono che, all’alba, sia più bella del middle e del lower. Ci imbacucchiamo come se dovessimo andare sull’Annapurna e scendiamo. Credo che la temperatura che troviamo qui, -15°, sia simile a quella dell’Annapurna!!! C’è già visibilità. Il sole sorge alle 7.00 ma qui arriverà alle 7.40, visto che siamo dietro ad una collina. Questo sarà l’unico posto in tutta la vacanza (a parte Uyuni) in cui troveremo diversi turisti. Facciamo un giro tra i geyser. Ce ne sono davvero tanti. Alcune persone si siedono dove la terra è calda per evitare l’assideramento. Le foto si sprecano ma quando arriva il sole, mi rendo subito conto che le butterò via quasi tutte. Farò delle foto molto belle al vapore con il sole alle spalle e terrò praticamente quasi solo quelle. Alle 8.15 ci spostiamo al middle basin dove ci sono le terme (Pozon Rustico) ma non ha più aperto dopo il Covid. Facciamo un giro tra i geyser che ci sono qui e poi torniamo alla macchina quasi di corsa per svestirci il più possibile. Con il sole fa caldo. C’è un’escursione termica pazzesca, anzi, l’escursione forse non è tantissima ma il sole ci fa cuocere. Alle 9.00 andiamo via decisamente molto soddisfatti. Percorriamo a ritroso la strada fatta questa mattina, per km.3 circa, dove c’è la deviazione, non segnalata, per il Geyser Blanco. Ci fermiamo subito e facciamo colazione. Ci guardiamo intorno. Il paesaggio è molto bello. Le montagne, sulla sommità, sono rosse e bianche. Durante tutto questo viaggio, i colori delle montagne ci lasceranno a bocca aperta più volte. Avremo sempre la sensazione di essere in una tavolozza di colori di un pittore. Degli uccelli bianchi con la testa nera, vengono a mangiare le briciole che ci cadono dai panini. Non sapendo com’è la strada per scendere al geyser, lasciamo qui la macchina e andiamo a piedi. Ci vogliono 5 minuti. In effetti è un po’ ripida, ma fattibile. Arriviamo al geyser. C’è un pullmino con ragazzi italiani che fanno colazione e basta. Questo posto non è molto frequentato. Non so perché viene chiamato geyser visto che non ha il classico sbuffo di vapore. La zona è tutta bianca. L’acqua bollente esce da qualche fessura creando dei rigagnoli dove si sono create alghe verdi ed arancioni. Scende poi dalla collina ed alimenta un ruscello sottostante. Lo raggiungiamo. Pier toglie le scarpe ed immerge i piedi. Ci pentiamo subito di non aver portato i costumi. Arrivano due ragazzi che si svestono e si immergono in una pozza. Peccato. Ci sono dei ciuffi d’erba congelati. Il vapore crea goccioline che poi di notte gelano. Ci è piaciuto questo posto. C’è un sentiero che costeggia il torrente ma non so dove porta. Risaliamo mettendoci in maniche corte. Alle 10.45 partiamo. La nostra meta è il Guatin Canyon e lo raggiungeremo in 2 ore e 15 perché ci fermeremo diverse volte a fare foto. A km.24 dal Tatio c’è il Vado Rio Putana (il vulcano Putana è sul confine con la Bolivia) che crea un bofedale (pianura alluvionale acquitrinosa) dove ci sono vigogne e molti uccelli. Queste pianure pullulano sempre di vita. L’acqua è bassa ed in alcuni punti si ghiaccia. Ci sono delle abitazioni, credo di pastori. Dopo km.10 arriviamo a Machuca. Ci fermiamo per fare una foto dall’alto al villaggio e poi andiamo a parcheggiare per visitarlo. Nessuno abita qui, è un punto di sosta per i turisti. Si possono comprare cose tipiche e mangiare. Si avvicina il guardiano e ci dice che è tutto chiuso ma che possiamo ugualmente andare fino alla chiesa ed usufruire, a pagamento, dei bagni. Le case sono tenute bene. La chiesa è molto graziosa. Probabilmente tengono aperto solo quando c’è molto turismo. Pensavo fosse un posto originale dove la gente del posto viveva di pastorizia, quindi, chiesa a parte, non mi fa impazzire. Anche qui c’è un bofedale con alcuni fenicotteri. Proseguiamo. Poco prima di Guatin, si costeggia il Rio Puritama dove ci sono molte piante di Cortaderia Selloana, volgarmente chiamata Erba della Pampas. Km.4 prima del paese, sulla sinistra, ci sono le terme.
Informazioni sulle Puripobre Hot Springs (mt.3.000):
Come raggiungerle: Da San Pedro: Si trovano sulla B-245. Si parcheggia a destra lungo la strada, km.4 dopo lo svincolo a Guatin tra la B.-245 e la B-256 che porta alle terme di Puritama.
Costo: gratis
Bisogna camminare circa 40 minuti lungo il fiume per raggiungerle. L’acqua è leggermente meno calda delle terme di Puritama (queste sono a monte quindi più vicine alla sorgente). Non ci sono spogliatoi.
Noi vogliamo vedere il Guatin Canyon con i suoi cactus quindi non ci fermiamo.
Informazioni sul Guatin Canyon (mt.3.000):
Da San Pedro: si trova sulla B-245 circa 1 km. prima dopo lo svincolo, a Guatin, tra la B.-245 e la B-256 che porta alle terme di Puritama. Non è segnalato. Al parcheggio c’è un bar. Il trekking è gratuito, parte proprio dal bar. Se si segue il sentiero, si arriva fino ad una cascata, ma non so quanto tempo ci vuole.
Per fortuna abbiamo le mappe di Maps.me, altrimenti non avremmo trovato il posto. Parcheggiamo in prossimità del punto di partenza, dove c’è un piccolo punto ristoro. Essendo le 13 abbiamo fame quindi andiamo al bar e la signora, gentilissima, ci dice che ha solo bevande. Ci lascia sedere sul portico a pranzare con le nostre cose. Acquistiamo solo delle bibite. Ci mettiamo in pantaloncini corti ed iniziamo il trekking, seguendo il fiume. Posto particolare. Ci sono tantissimi cactus molto alti, e lungo il fiume, l’erba della pampas. Facciamo un tratto abbastanza lungo poi accantoniamo l’idea di proseguire perché c’è una discesa importante dove il terreno è molto sdrucciolevole. Siccome il fiume è parecchi metri più sotto e non c’è nessuna protezione, evitiamo di cercarci grane. Dove c’è un accesso facile, scendiamo a toccare l’acqua, è appena tiepida. Torniamo al parcheggio dopo un’ora e ci spostiamo di km.11, imboccando la B-256, per andare alle terme di Puritama. Le raggiungiamo in 10 minuti.
Informazioni sulle Terme di Puritama:
Costo: CLP 30.000 – over 60 CLP 15.000 – consigliato prenotare: https://termasdepuritama.cl/
Orari: 9.30 – 17.00 (bisogna uscire)
Non abbiamo molto tempo perché sono le 15.00. Parcheggiamo e scendiamo lungo una strada carrabile, sterrata, ma usata solo da chi lavora qui. In meno di 10 minuti siamo giù. Purtroppo molte pozze sono già all’ombra quindi andiamo velocemente in quella più in basso per non ghiacciare quando si esce. Le pozze sono collegate da passerelle di legno. Ci sono i bagni e gli spogliatoi. Sono tutte belle con piccole cascate e circondate dall’erba della pampa. Ciascuna ha la sua privacy. Monica non entra quindi ci fa il servizio fotografico. Ci è piaciuto molto. Peccato essere di corsa per via del sole. Avremmo dovuto venire prima qui e poi andare al Guatin Canyon. Sarebbe stato bello avere un paio d’ore intere. Quando usciamo il freddo è impegnativo ma non eccessivo. Non vengono forniti gli asciugamani, noi avevamo i nostri. Alle 16.30 siamo alla macchina e dopo 50 minuti (abbiamo trovato lavori sulla strada che ci hanno portato via tempo), arriviamo a San Pedro. Solita spesa al market per domani, doccia ed usciamo per cena. Scegliamo La Pica del Indio, suggerito da Claus. Cena nulla di che. Pier prende un mix di carni, io una bistecca con le patatine. Spendiamo € 18 a testa. Andiamo poi in un bar a prendere un pisco sour ed un gin tonic. Ci pelano € 26. Il gin costa una follia. Facciamo i soliti due passi sulla via Caracoles e alle 22.30 siamo a letto.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
7) 08 agosto 2023 martedì: San Pedro de Atacama – km.370
(visita: Cerro Toco – Quebrada Quepiaco – Salar de Pujsa – Caldera La Pacana – Salar de Aguas Calientes I – Salar Quisquiro)
Facciamo colazione e poi partiamo subito alle 8.00. Oggi tenteremo il trekking al Cerro Toco e poi visiteremo altre lagune Altiplaniche, nella Riserva Los Flamencos. Facciamo solo una sosta veloce al benzinaio. In mezz’ora percorriamo i km.36 che ci portano allo svincolo per il Cerro Toco. La strada, la 27, costeggia il vulcano Licancabur, il filo conduttore della nostra vacanza a San Pedro, ed il vulcano Juriques.
Informazioni sul Cerro Toco (mt.5.604):
Vulcano per principianti, facile da scalare. Bisogna essere ben acclimatati altrimenti non si riesce a camminare. Se si sale con un 2×4 si può arrivare solo al parcheggio dell’Osservatorio a mt.5.124, altrimenti, con un 4×4 si arriva a mt.5.310. Da lì si raggiunge la vetta in un’ora e mezza (km.3 andata e ritorno). Se c’è neve non avventuratevi lassù’ con la propria macchina, andate con un tour organizzato. Se fate in self drive, sappiate che la strada per arrivare non è bellissima in quanto abbastanza ripida. Ci sono un paio di cartelli di avvertimento che ci si trova su terreno privato, ma nessuno dice nulla.
Alla deviazione non ci sono indicazioni del percorso da fare in macchina per arrivare all’Osservatorio Simons. All’inizio della pista sterrata c’è un cartello con scritto che stiamo entrando in una zona privata. Avevo letto di diversi turisti che hanno sono saliti da soli, con la propria auto. Il cartello c’è ma non ci sono problemi se si passa. Non vogliamo essere così sfacciati quindi proseguiamo, seguendo le indicazioni di Maps.me, e poco dopo troviamo un’altra strada senza nessun cartello. Sono solo km.12 per arrivare ma sono abbastanza impegnativi per la pendenza, e noi non abbiamo un 4×4. Impieghiamo mezz’ora. Il paesaggio è lunare. Arriviamo al parcheggio 2×4, a mt. 5.124, in prossimità dell’osservatorio. C’è un altro parcheggio oltre, a mt.5.310. Non è nostra intenzione arrivare fino in vetta, anche se è un trekking molto semplice. Vogliamo testare come reagiamo a quelle altitudini visto che tra una settimana vorremo fare il trekking a Suriplaza, motivo per il quale andremo fino nel nord del Cile. Ci vestiamo pesanti perché fa freddo. Non c’è neve da nessuna parte, altrimenti sarebbe assolutamente sconsigliato venire da soli visto che servono ramponi e attrezzature varie. Noi proviamo a salire, proprio perché non c’è neve. Iniziamo a camminare sulla strada. Ci supera un Hilux 4×4 ma fa fatica a salire perché è molto sconnessa. Il fiato manca ma procediamo. Ad un tratto Pier dice che non sta bene. Si è piagato ad allacciarsi la scarpa e quando si è alzato gli girava la testa e ha sentito una fitta ad un polmone. Non si scherza con queste cose, quindi siamo tornati all’istante alla macchina. Cosa inspiegabile perché l’anno scorso abbiamo fatto due trekking in Perù a queste altitudini e non ha avuto problemi, neppure a Suriplaza, a fine vacanza, ne avrà. Si è fatto l’idea che si è agitato nel tratto di strada per salire all’osservatorio, visto che la nostra macchina non è per niente performante. Combinazione non perfetta per una camminata a quelle altitudini. Pazienza, gli è spiaciuto, ma la salute come prima cosa. Quando arriviamo alla macchina, passano 4 jeep di persone che lavorano all’osservatorio e ci fanno grandi saluti. Questo dimostra, che se fosse consentito venire fin quassù, ci avrebbero detto qualcosa. A scendere guida Pietro così lui si riprende. Alle 10.00 siamo alla strada principale. Come da programma proseguiamo per la visita delle lagune sulla statale 27, tutta perfettamente asfaltata, che porta al Paso de Jama, frontiera con l’Argentina. Saremo ad altitudini tra i 4.500 e i 4.700. Dopo km.7 superiamo lo svincolo per la frontiera con la Bolivia Hito Cajon (mt.4.480) dove passeremo tra due giorni per andare al Salar de Uyuni. Anche qui i paesaggi sono molto belli ma si differenziano da quelli della B-357 percorsa due giorni fa, per il fatto che la sabbia e le rocce sono tutti rossi e non ci sono ciuffetti d’erba, è tutto desertico. Tanti vulcani fanno da cornice. Dopo altri km.34 arriviamo al punto panoramico, a mt.4.680, sul Rio Quebrada Quepiaco. Bellissimo. C’è una piana con l’acqua ghiacciata, i ciuffetti d’erba gialla, ghiacciati pure loro. Creano un bel contrasto con il resto del paesaggio fatto di collinette di sabbia rossa. Le dune, in piccolo, sembrano qualche angolo del deserto del Namib. Solitamente ci sono i fenicotteri ma ora è impensabile visto che è tutto troppo ghiacciato. Vediamo un pullmino di turisti, l’unico che incrociamo in tutta la giornata, per il resto saremo soli, a parte qualche auto che va alla frontiera. Costeggiamo il Rio, sempre tutto gelato, fino a quando si arriva in un punto spettacolare, nel Salar de Pujsa (mt.4.535). Qui c’è solo il lago con il ghiaccio di colore azzurro in contrasto con il resto del paesaggio rosso, non ci sono tracce di ciuffetti gialli. Qualche vigogna cerca di bere nell’unico punto dove l’acqua scorre. Sullo sfondo c’è il fotogenico vulcano Pili (Acamarachi). Pier vede su Maps.me che c’è una strada che porta fino all’interno della laguna. Non è segnalata quindi, non avessimo avuto l’applicazione, non avremmo saputo della sua esistenza. Appena la imbocchiamo ci rendiamo subito conto che in realtà è molto usata. Ci sono tante tracce di pneumatici ed il fondo è ben tenuto. Arriviamo fino a dove riusciamo, poi c’è un punto in cui si dovrebbe superare un piccolo rigagnolo quindi ci fermiamo. Non vogliamo avere problemi con la macchina, visto che non è un Land Cuiser. In lontananza c’è una tromba d’aria che solleva la sabbia. C’è vento e fa freddo ma il paesaggio è splendido quindi stiamo giù un attimo a fare foto. Torniamo alla statale (abbiamo fatto km.6 nel Salar) e proseguiamo per km.14 circa. Arriviamo alle 13.00 in un punto panoramico sulla Caldera la Pacana (mt.4.535), nel Salar de Aguas Calientes I. Questa caldera, con i suoi km.68 di diametro, è la seconda più grande al mondo. Inizia da qui ed arriva fino al Paso de Jama, confine con l’Argentina. Vediamo le formazioni rocciose chiamate Monjes de La Pacana (dicono assomiglino a dei monaci) sulla sinistra e la laguna sulla destra. Anche qui c’è il contrasto dell’azzurro dell’acqua con il rosso delle rocce. In questo punto c’è l’accesso al bellissimo Salar de Tara, dicono uno dei più belli, ma è chiuso al turismo per qualche anno, per far sì che si annullino gli effetti negativi del passaggio dell’uomo, nell’ecosistema delicatissimo. Andiamo a vedere i Monjes da vicino. Il più famoso è l’indiano. È alto circa mt.30 e si staglia da solo verso il cielo. Facciamo un giro in macchina viaggiando sulla sabbia/ghiaia e poi ci fermiamo a pranzare. Anche se ci mettiamo sottovento, è impensabile stare fuori. Peccato. Siamo leggermente rialzati quindi di fronte a noi abbiamo il Salar a perdita d’occhio, ed è tutto per noi. Da soli in mezzo al nulla. Mentre i miei tre compagni schiacciano un pisolino, io sistemo i video che ho fatto con il telefono. Devo fare una cernita perché ne faccio troppi, ma i posti sono talmente belli …. Ripartiamo fino a raggiungere il punto panoramico proprio davanti al Salare de Aguas Calientes I. Sul lato sinistra l’acqua (non gelata) è azzurra mentre sulla destra è blu intenso. Hanno microorganismi diversi che la colorano in maniera differente. Intorno all’acqua c’è un tratto ricoperto di sale bianco e poi il rosso della sabbia/ghiaia. Alle spalle della laguna c’è un grosso Cerro o Vulcano dai colori rosso e giallo. Qualche vigogna bruca i pochi fili d’erba presenti. Chissà com’è questo paesaggio con la neve … noi la vedremo solo in lontananza sulle vette più alte. Proseguiamo per altri km.22 fino al Mirador sul Salar de Quisquiro, chiamato anche Salar de Loyoques (mt.4.430). Anche questo Salar di 80 kmq è un gran colpo d’occhio. Qui il bianco del sale fa da padrone. Facciamo una sosta veloce poi decidiamo, essendo solo a km.23 dal confine con l’Argentina, di andare a vederlo. Si trova in una bella location, in mezzo all’ennesimo Salar. Facciamo le foto ai cartelli e alla fila di macchine in attesa del loro turno e poi imbocchiamo la strada del ritorno alle 15. Sono km.167 e li percorreremo in 2 ore senza fare soste. Anche oggi giornata super bella quindi andiamo a festeggiare con un aperitivo al Bar Lola. Il locale è molto carino, averlo saputo saremmo venuti una sera a cena. Ora è presto per mangiare quindi ci sediamo sul terrazzo sopra, all’aperto. Con il sole fa caldo. Prendiamo 4 spritz (buonissimi) e 4 empanada (€ 10 a testa). Andiamo poi in uno dei tanti punti cambio che ci sono in centro. Praticamente quasi tutti danno la possibilità di cambiare qualsiasi valuta in qualsiasi valuta. Noi diamo dollari per Bolivinos, la valuta che dovremo usare tra due giorni in Bolivia. Facciamo il conto di quello che ci serve, tanto sono spese fisse. Non avremo solo comprese le bevande durante le cene, quindi facciamo una stima indicativa. Tanto quello che ci avanzerà lo lasceremo di mancia al driver. Andiamo poi in una lavanderia, vicina all’Emporio Andino dove siamo stati a pranzo qualche giorno fa. Si trova in via Caracoles n°169, ha lo stesso ingresso del Redstons pizzeria. Abbiamo preparato già ieri sera il sacchetto delle cose da lavare, e lo abbiamo tenuto in macchina. Si paga a kg, se non ricordo male € 4. Andiamo poi in hotel a lavarci. Per cena andiamo al tanto decantato El Charrúa, dicono che la pizza sia buonissima. Pier e Pietro la provano, io e Monica prendiamo delle insalatone. Siamo ancora sazie dall’empanda dell’aperitivo quindi vogliamo stare leggere. In questo locale non hanno la birra, dovesse interessare. Spendiamo € 13 a testa. La pizza è buona ma super carica. Dopo i soliti due passi, andiamo a dormire.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
8) 09 agosto 2023 mercoledì: San Pedro de Atacama – km.76
(visita: Vallecito – Valle de Catarpe – Garganta del Diablo)
Oggi è la tanto nominata “giornata cuscinetto”. Giornata più sciallata tenuta per vedere quello che non siamo riusciti a vedere nei giorni precedenti. Ogni giorno dicevamo: se non riusciamo a vedere una cosa, la inseriamo nella giornata cuscinetto. Eravamo convinti che questa giornata sarebbe stata la più pesante di tutte, nel caso in cui avessimo dovuto saltare da destra a manca per vedere le cose rimaste. In realtà la tabella di marcia, che avevo fatto, è stata rispettata, se non per la Laguna Tebinquinche (saltata il primo giorno ma aperta solo nel week end ed il lunedì mattina), le Hidden Lagoons of Baltinache (tralasciate visto che dicono che la strada sia terribile), Vallecito e la Valle di Morte/Marte. La scelta è obbligata. Usciamo con calma con destinazione Vallecito (Magic Bus) che si trova vicino a San Pedro. Imbocchiamo la 23 direzione Calama per km.14 poi deviamo a sinistra sulla B-242 (che porta alle Hidden Lagoons of Baltinache). Dopo km.7 (costeggiando la Valle della Luna), si gira a sinistra su una strada sterrata. Non ci sono indicazioni, ma il punto di riferimento è un’antenna molto alta, bianca e rossa. Dopo pochi km, non si può sbagliare perché ci sono le tracce di pneumatici di altre macchine, si arriva al parcheggio del Magic Bus. Si tratta di un bus dimenticato qui, chissà per quale motivo. È rimasto solo lo scheletro. Questo non è il motivo primario per venire fino a qui, ma il paesaggio lo è, perché è particolare. È il classico deserto con rocce ma la cosa diversa è che all’interno hanno quarzo bianco. Facciamo due foto al Bus, che comunque è carino, e poi facciamo due passi sul sentiero che c’è, guardando il muso del bus, sulla sinistra. Saliamo nel punto più alto dal quale si vede bene il panorama. Anche qui sembra di essere sulla Luna anche se è tutto giallo. Anziché tornare dalla stessa strada, visitiamo la zona. Pier vede che c’è una strada di uscita sulla statale 23 sotto San Pedro, quindi decidiamo di passare di lì. Anche qui siamo completamente soli. Troviamo una grande duna di sabbia e poi formazioni rocciose particolari. Dopo due ore dalla partenza da San Pedro, ritorniamo a San Pedro. Visto che è presto andiamo alla Valle della Morte/Marte, ma il sito è chiuso. Andiamo quindi a parcheggiare a San Pedro. Andiamo agli uffici della World White Travel per definire l’orario in cui il driver verrà a prenderci domani mattina per andare ad Uyuni e per compilare i moduli per la frontiera con la Bolivia. Ci avevano mandato i giorni scorsi i link per farlo on-line ma avevamo dei dubbi su uno quindi lo facciamo ora, con il loro aiuto. Torniamo poi all’Emporio Andino per pranzo. Le empanada sono una scelta ottima per un pranzo veloce. Io prendo un’insalatona e Pier l’empanda. Da bere scegliamo dei frullati di frutta che vengono serviti con petali di fiori. Buonissimi. Spendiamo € 10 a testa. Ripartiamo e andiamo, vicino a San Pedro, nella Valle de Catarpe (Garganta del Diablo)
Informazioni sulla Valle de Catarpe:
Costo: CLP 3.000 – si paga all’ingresso
Orari: 8.30-16.30 (ultimo ingresso)
Imbocchiamo la B-245 e giriamo subito a sinistra, costeggiando il lato sinistro del Rio San Pedro. C’è un piccolo guado da fare, se non lo si vuole fare, non si gira subito ma si prosegue ancora per 100 metri, oltre il fiume, e si svolta lì. Il gate dista km.3,5 dal centro di San Pedro. Paghiamo in contanti. Ci dicono che bisogna uscire per le 18.30. La strada è sterrata. Il paesaggio non è niente di che. C’è un villaggio. Dopo km.7 arriviamo alla graziosa Iglesia de San Isidro. Torniamo poi indietro di km.3 al parcheggio della Garganta del Diablo. Tante persone fanno questa escursione in bici da San Pedro. Percorriamo a piedi, in mezz’ora, i km. 2 del canyon e poi saliamo al Mirador Pukara de Quitor, in 20 minuti. La vista da lassù è molto bella. Si vede benissimo il vulcano Licancabur. Volendo, ci sarebbe un sentiero che va in quella direzione, ma non so dove porta. Non riusciamo a vedere il tramonto perché dobbiamo fare il sentiero a ritroso, e non riusciremmo ad uscire per le 18.30. Riesce a rimanere lì chi è in bici. Torniamo in città, doccia ed usciamo per cena. Visto che ci era piaciuto il ristorante Baltinache, decidiamo di tornare là. Appena entriamo sentiamo: ciaooooooo. Non avevamo ancora aperto bocca, ma loro hanno già capito che siamo italiani. Sono milanesi, e sono in viaggio di nozze. Lui ci farà morire dal ridere, lei è un po’ imbarazzata da tutte le stupidate che lui dice, per fare il simpatico. Lo soprannomineremo Amoreeeeee, visto che ogni volta che apre bocca coinvolge la moglie nei discorsi, chiamandola così. Siamo in tavoli separati ma è come se fossimo nello stesso. Quando vanno via, lui ci bacia. Che tipo strano. La cena di stasera sarà: crema di zucchine, come l’altra sera, poi un piatto di formaggio e verdure, uno di pesce con verdure, un dolce al cucchiaio, una bottiglia di vino, una birra e 4 pisco sour. Spenderemo € 42 a testa. Questa è l’ultima sera a San Pedro quindi finiamo con un’ottima cena. Andiamo poi in hotel a sistemare le valige. Le alleggeriamo di cose che non servono nei prossimi 4 giorni, lasciandole in macchina.
Pernottamento: Foresta Atacama Lodge – con colazione – € 100
(https://www.forestaatacama.com/)
9) 10 agosto 2023 giovedì: San Pedro de Atacama / Salar de Uyni
Facciamo colazione presto e alle 7.30 ci troviamo con il nostro driver che ci porterà al confine con la Bolivia. Percorriamo la strada (km.44) fatta l’altro ieri fino ad Hito Cajon. In 45 minuti ci alziamo di mt.2.040 arrivando a mt.4.480. Consiglio: organizzate l’estensione in Bolivia, dopo aver passato qualche giorno a San Pedro, alzandosi di quota con le varie escursioni. Questo vi consentirà di patire di meno l’altitudine. La maggior parte delle persone che va subito al Salar de Uyuni, poi sta male. Ne vedremo diversi con l’ossigeno. La frontiera è piccola e si entra con la macchina. Ci fanno poi scendere per il controllo documenti. Proseguiamo per qualche km. e poi arriviamo alla frontiera boliviana. Il nostro autista ci affida a Marco, lui sarà il driver per la parte boliviana. La macchina è un 4×4. Non si potrebbe viaggiare con altro tipo di macchina visto che le piste sono tutte sterrate e sabbiose. Non avendo accordi tra i due stati, per il passaggio della frontiera con le macchine, tutti si devono organizzare in questa maniera. Le strade che percorreremo in avvicinamento ad Uyuni più o meno le avevamo viste su Google Maps invece, quella che faremo l’ultimo giorno, ritornando in Cile, non riusciamo a capire dove passa. Non è segnata da nessuna parte. In effetti passerà su piste sperdute nelle Ande, dove non incontreremo neppure una macchina. Il nostro driver, Marco, ci piace da subito. Parla solo spagnolo ma ci capiamo alla perfezione. In questi prossimi giorni rimarremo sempre ad altitudini elevate, da un minimo di mt.3.600 di Uyuni ad un massimo di mt.5.000 al Geyser Sol de Mañana. Marco ci accompagna in una casetta dove troviamo un’abbondante colazione. Tutte le colazioni e le cene saranno servite negli hotel in cui dormiremo, i pranzi in strutture lungo la strada. Avendo scelto i pernottamenti in hotel, e pagando di più, questo è il servizio. Se avessimo scelto gli ostelli con le camere condivise, i pranzi sarebbero stati con lunch-box. Ci mettiamo poi in coda per il controllo passaporti. Per fortuna facciamo svelto, perché c’è un vento gelido. Ci spostiamo poco oltre in macchina, in un’altra struttura, per il controllo dei QR code che ci sono arrivati dopo aver compilato ieri i documenti on-line. Chi non lo ha fatto deve farlo ora. C’è il wi-fi al quale potersi collegare. Paghiamo Bolivianos 150 a testa per l’ingresso alla Eduardo Avaroa Andean Fauna National Reserve. Alle 10.00 finalmente partiamo. Abbiamo impiegato 1 ora e 45 per tutta la trafila delle frontiere. Ci troviamo di fronte una piana con la Laguna Blanca (a destra) e la Laguna Verde (a sinistra) ed i vulcani tutto intorno. Che posto! La Laguna Blanca prende questo nome dal suo colore, dovuto alla presenza soprattutto del minerale borace. L’acqua è buona. Questa alimenta la Laguna Verde che invece ha un’acqua tossica dovuta alla presenza dell’arsenico. Questo fa si che non ci siano fenicotteri come nelle altre lagune della zona. Il colore verde è molto più intenso in presenza di vento che smuove i minerali presenti nel lago. I vulcani Licancabur e Juriques si specchiano nella laguna Verde. Questo posto, vista la vicinanza con il Cile, è possibile visitarlo con escursioni giornaliere da San Pedro. Parcheggiamo alla Laguna Blanca. Il pelo dell’acqua è leggermente gelato visto che di notte si arriva a – 20° ma poi con il sole il ghiaccio si scioglie. Foto di rito poi ci spostiamo al punto panoramico sulla Laguna Verde. Bellissimo. Marco ci dice che l’affascinante Licancabur è facilmente scalabile. Partendo da qui è più breve perché si parte da un’altitudine maggiore rispetto al lato del Cile. Dopo una sosta velocissima per fotografare un solitario zorro (la similvolpe), ripartiamo decisi per raggiungere la tappa seguente. I paesaggi sono notevoli. Arriviamo dopo 40 minuti nel Deserto Salvador Dalì. Questa piana di sabbia/ghiaione è gialla ma le montagne/vulcani che la circondano, sono di colori diversi. Sempra la tavolozza del famoso pittore. Proseguiamo e in 10 minuti raggiungiamo la Laguna Polches. C’è qualche costruzione in muratura dove vivono le persone che lavorano qui (ci sono un paio di ostelli). Questa laguna salata è molto grande. C’è la possibilità di fare il bagno in due pozze di acqua calda. Una ha la temperatura di 38°, l’altra poco meno. L’acqua sgorga direttamente dal terreno e viene incanalata dentro le due piscine (profonde solo circa cm.60), per poi andare nella laguna. Andiamo in un ufficio a pagare l’accesso alle piscine (Bolivianos 6 a testa) e poi andiamo a cambiarci nel piccolo spogliatoio (molto basico e non pulitissimo). La temperatura è strana. All’ombra fa decisamente freddo, d’altronde siamo oltre i mt.4.500. Al sole, in un punto riparato, ci sono 18°. Le piscine non sono riparate quindi sono battute dal vento gelido. Usciamo dallo spogliatoio in costume con sopra la giacca a vento, per poi lasciare tutto a bordo piscina, e in un secondo siamo nell’acqua. Che bella sensazione! Monica non entra quindi ci fa le foto. Vista la temperatura molto alta, non si deve stare immersi più di 30 minuti. Quando il vento smette un attimo di soffiare, prendiamo coraggio ed usciamo. Pensavo peggio. Ci vestiamo velocemente e andiamo a piedi, in compagnia di qualche vigogna, nella struttura dove faremo pranzo. All’interno si sta bene. Questo è un albergo, Hotel Ecologico de Piedra. Il tavolo è apparecchiato per 4. Diciamo subito a Marco di venire a sedersi con noi. Apprezza la cosa e va in cucina a prendere piatto e posate anche per lui. Il bere è compreso (durante le cene invece no). Mangiamo abbastanza bene ed abbondante. Troviamo vari tipi di verdure, cotte e crude, purè, carne e poi frutta.
Alle 13.30 ripartiamo. Usciamo dalla riserva (conservare il biglietto pagato perché al rientro serve ancora) ed in mezz’ora arriviamo ai geyser di Sol de Mañana. Si trovano in un’area geotermica che si estende per oltre 10 kmq. Prendono il nome (Mañana vuol dire mattina) dal fatto che hanno la potenza massima al mattino (anche mt.15), come reazione al freddo, come i Geyser del Tatio. Se si fa il giro contrario al nostro, i tour operator portano qui all’alba. Questi sono i geyser che si trovano ad altitudine maggiore al mondo (mt.4.950). L’acqua sgorga a 95°. Ovviamente non c’è confronto con i Geyser del Tatio, ma sono molto belle le piccole pozze di fango che gorgogliano e i colori della terra: rosso (ferro), giallo (zolfo), bianco (senite vulcanica). Facciamo due foto e poi ripartiamo. Dopo un’ora arriviamo alla Laguna Colorada. Le aspettative sono altissime, dalle foto viste dovrebbe essere meravigliosa. La profondità massima della laguna è di circa 1 metro e mezzo. Il folklore locale afferma che l’acqua è rossa per il sangue degli dei. In realtà questo colore è dovuto al ferro, alghe e microorganismi ed è in gran contrasto con il bianco del sale (borace), i ciuffetti di erba gialli, il verde delle alghe, il rosso del paesaggio circostante, il rosa dei fenicotteri ed il color panna delle vigogne. Andiamo a piedi fino ad un edificio sulla punta della penisola e poi scendiamo alla laguna, da lì rientrando alla macchina. Impieghiamo un’oretta. Non so quante foto faccio. I fenicotteri che vediamo sono Andini e di James. Essendo con la luce alle nostre spalle, i colori rendono maggiormente. Proprio bello.
Ripartiamo diretti al Deserto del Siloli (significa dove il vento corre veloce) caratterizzato da formazioni rocciose particolari. Dopo altri 40 minuti di viaggio arriviamo, alle 17.45, al nostro Hotel, il Tayka del Desierto. Siamo in mezzo al nulla. Solo deserto di sabbia e rocce. Che posto. La struttura è a semicerchio quindi tutte le camere e la zona ristorante, hanno la vista panoramica sul paesaggio e sul tramonto. La prima cosa che notiamo sono due signore che respirano attaccate a grosse bombole di ossigeno. Siamo a mt.4.500 quindi a qualcuno dà fastidio l’altitudine. Facciamo velocemente il check-in ed andiamo in camera. Una delle differenze tra hotel ed ostelli è la presenza o meno del riscaldamento. Noi troveremo la camera tiepida visto che ci sono due termosifoni bollenti, ma non bastano a scaldare i muri gelidi. Di notte la temperatura esterna arriva a – 20 ed il generatore viene spento. Riparte verso le 5 del mattino. Comunque, non si sente freddo, naso a parte …, perché i letti hanno coperte molto calde. Facciamo la doccia e alle 19.00 puntuali siamo a cena. Fa caldo perché ci sono stufe e funghi riscaldanti. Marco si siede con noi. La cena sarà buona ed è a menù fisso. La zuppa è ottima poi portano un piatto unico, anche questo molto buono, con pollo, patate, riso ed un’insalata di verza rossa. Per finire il dolce. Dobbiamo pagare solo le bevande. Finiamo la serata giocando a calcio balilla. Usciamo un attimo per vedere le stelle. La Via Lattea è spettacolare ma riusciamo a rimanere fuori poco, visto che ci sono 20° sotto lo zero. Alle 21.30 siamo a letto. Alle 22 spengono il generatore ma la luce nelle camere rimane.
Pernottamento: Hotel Tayka del Desierto – con colazione e cena
(http://desierto.taykahoteles.com/es)
10) 11 agosto 2023 venerdì: Salar de Uyni
Ci svegliamo a metà notte con un leggero cerchio alla testa, io non molto, Pier un po’ di più e questo gli porta un po’ di nausea. Stando sdraiati sembra che manchi l’aria. La voglia sarebbe quella di spalancare la finestra. A me passa quando ci alziamo, a lui un po’ di fastidio fino a quando non ci abbassiamo di altitudine. Metto i vestiti sui termosifoni quindi, quando ci alziamo, vestendoci subito, non sentiamo freddo. A colazione ci sono parecchie persone con facce allucinate. Un conto è salire di quota, rimanerci qualche ora, e poi abbassarsi, come abbiamo fatto noi a San Pedro, un conto è rimanere così tante ore e poi più che altro mettersi a letto. La colazione è abbondante e buona. Marco ci dice che c’è un cambiamento di programma. Siccome c’è ancora dell’acqua in una piccola area del Salar de Uyuni, hanno modificato l’hotel in modo tale da arrivare a vedere il tramonto in quel punto. Faremo quindi due notti ad Uyuni, ma in hotel diversi. Quello della seconda notte rimane confermato. Alle 8.30 partiamo. Ora ci sono – 10, ma il sole scalda quindi la temperatura si alza velocemente. Andiamo a vedere un canyon (saremo solo noi) dove ci sono tanti esemplari di viscaccia (lagidium viscacia), un simpaticissimo roditore con lunghi baffi. Percorriamo a piedi il canyon, quindi non scappano, e riusciamo a vederne diversi da vicino. Al mattino escono dalla tana per scaldarsi al sole, ed è più facile vederli. Marco ci recupera quando siamo quasi alla fine del percorso. Passiamo per la Laguna Ramatidas senza fermarci, ed in mezz’ora arriviamo alla Laguna Honda. Questo nome significa profonda, non per la profondità dell’acqua che solo cm.30/40, ma per il fatto che si trova in una conca. Bel colpo d’occhio. Tutt’intorno ci sono ciuffi lunghi di erba gialla. Scendiamo a piedi e costeggiamo l’acqua. Al centro ci sono diversi fenicotteri ma non riesco a capire di quale tipologia, visto che sono molto lontani. Marco sì è spostato dall’altra parte della laguna quindi lo raggiungiamo. Passiamo poi per la Laguna Chiarkhota ma non ci fermiamo. La seguente è la bellissima Laguna Hedionda. Questa parola significa puzzolente, per colpa dello zolfo. In realtà non si sente molto. Ha un alto contenuto salino, del 66-80%, e una profondità media di una ventina di centimetri. È frequentata dai fenicotteri che sono di colore bianco, in quanto le microalghe presenti nella laguna sono povere di carotenoidi, che contribuiscono invecce a dare la colorazione rosa delle penne dei fenicotteri che vivono nella laguna Colorada. Qui vivono anche altri uccelli, come diverse specie di anatre e le oche andine. All’inizio chiediamo a Marco di fermarsi in modo tale da costeggiare a piedi l’acqua fino al punto panoramico vicino a delle costruzioni. Una di queste è Los Flamencos Eco Hotel. Da fuori non è nulla di che, ma avevamo visto delle immagini degli interni, e ci sembrava molto bello. Lui ci aspetterà là. La laguna è strapiena di fenicotteri di James ed Andini. Sullo sfondo c’è un vulcano. Faccio tantissime foto. Molto bello. Una volta raggiunto Marco ci spostiamo alla Laguna Cañapa. Qui facciamo solo sosta foto senza passeggiata. Ci sono molti fenicotteri e c’è una grande distesa bianca (minerale borace). Arriviamo poi alle 12.30 al Mirador Volcano Ollague. Questo è un vulcano attivo, si vede il fumo che esce su un versante. Facciamo una passeggiata in quella direzione per vederlo più da vicino. Ci sono formazioni di roccia particolari e molte sono completamente coperte da una sorta di muschio verde molto duro che si chiama Llareta o yareta (azorella compacta). Veniva usato ai tempi come combustibile per i treni. Siccome ne hanno fatto un uso pazzesco e siccome cresce molto lentamente (circa cm.2 all’anno), ora è protetta. Cresce solo ad altitudini elevate (mt.3.500-4.500). È bello il contrasto del suo colore, con il colore giallo del paesaggio circostante. C’è un altro vulcano molto fotogenico sulla sinistra dell’Ollague, credo si tratti del Callejón Cañapa. Torniamo alla macchina dove si trova il nostro ristorante. Oggi mangeremo insalate miste con cuore di palma, altre verdure, carne, riso e frutta. Cibo sempre buono. Alle 13.30 ripartiamo. Facciamo solo una sosta con breve passeggiata alla Laguna Turchieri (nera). L’acqua è davvero scura. Qui ci sono tante Llareta molto fotogeniche. Partiamo alle 14.30. Viaggiamo senza quasi più fermarci. Facciamo solo sosta foto in una zona dove c’è un’incredibile eruzione vulcanica. Tantissimi kmq sono ricoperti di lava rossa. La strada passa proprio in mezzo. Ci fermiamo poi a San Cristobal per fare due passi nel paese e per vedere il mercato coperto. Nulla di che, si può anche evitare la sosta. Alle 17.00 arriviamo in hotel ad Uyuni.
Pernottamento: Hotel Nido del Flamenco – con colazione e cena
(https://www.booking.com/hotel/bo/nido-del-flamenco.en-gb.html?aid=311984&label=nido-del-flamenco-9m4uF_yG5RB%2AeYqqy7qfJQS590520951571%3Apl%3Ata%3Ap1%3Ap2%3Aac%3Aap%3Aneg%3Afi%3Atikwd-1637563408273%3Alp20617%3Ali%3Adec%3Adm%3Appccp%3DUmFuZG9tSVYkc2RlIyh9YV19IumoQ3O51m4Ge68sOW8&sid=c26212c3b65a0004b3aff06a6a8f141b&dest_id=-703926;dest_type=city;dist=0;group_adults=2;group_children=0;hapos=1;hpos=1;no_rooms=1;req_adults=2;req_children=0;room1=A%2CA;sb_price_type=total;sr_order=popularity;srepoch=1693926492;srpvid=e3506a6c885b00a1;type=total;ucfs=1&#hotelTmpl)
Le recensioni di quest’hotel su Booking sono molto buone ma abbiamo idea che, chi le ha lasciate, lo fa fatto perché gli sono state assegnate le camere belle. Le nostre hanno le pareti in sale, c’è una stufetta per riscaldare, ma sono microscopiche e più che altro il piumone non è il massimo della pulizia. Cazzeggiamo fino alle 19.30. La cena viene servita all’interno della casa. Non sarà nulla di che. La zuppa è buona ma il piatto unico con carne e verdure, trova il tempo che trova. La cosa piacevole della serata, sono quattro ragazzi italiani con i quali facciamo due chiacchiere. Abbiamo avuto una mezza idea di chiamare un taxi per andare a fare un giro in centro ma poi loro ci dicono che non merita, quindi accantoniamo l’idea. Alle 22.00 andiamo a dormire.
11) 12 agosto 2023 sabato: Salar de Uyni
Dopo colazione arriva Marco e alle 9.00 partiamo. Passiamo per il centro. Effettivamente è un brutto paese. Andiamo al “Cementerio de Trenes”. che si trova poco distante. Ci lascia qui a fare due passi nel mentre lui va a prendere il nostro pranzo.
Informazioni sul Cimitero dei treni: È un posto decisamente singolare. I treni furono realizzati in Gran Bretagna e servivano per trasportare i minerali estratti dal Salar sino Antofagascta, sulla costa cilena. Questi treni sono stati usati per riportare ad Uyuni i feriti nella guerra del Chaco e per essere curati. Per questo motivo, la cittadina si fregia del titolo di “Figlia prediletta della Bolivia”. Purtroppo, il crollo dell’industria mineraria negli anni ’40, rappresentarono la fine dei sogni di gloria e locomotive e vagoni, una ventina circa, vennero lasciati dove si trovavano. Pian piano sono stati smantellati da mani avide di metallo da rivendere e dai turisti in cerca di souvenir particolari. I venti salati di Salar de Uyuni hanno corroso buona parte dei treni, ma gli scheletri sono comunque ancora sufficientemente in forma per essere esplorati e fotografati durante l’oretta di permanenza che solitamente viene destinata per la visita del cimitero.
Facciamo un giro. Il posto è particolare ed i treni fotogenici. Quando arriva Marco ci spostiamo a Colchani.
Informazioni su Colchani: A 20 chilometri circa da Uyuni si trova il pittoresco villaggio di Colchani, che rappresenta la porta di ingresso al Salar. Questo piccolo villaggio, di circa 600 anime, ospita la più grande cooperativa di lavorazione del sale della Bolivia. Il Salar de Uyuni contiene circa 10 miliardi di tonnellate di sale, di cui 25.000 tonnellate sono scavate e lavorate ogni anno a Colchani. Gli abitanti del paese utilizzavano il sale come oggetto di scambio con altre comunità indigene già da tantissimo tempo. Ogni anno carovane di lama percorrevano incredibili distanze (fino a 560 km fino a Tarija) trasportando sale, tornando con coca, mais e altre merci non prodotte nell’Altiplano.I tour al Salar de Uyuni includono anche una visita a una tradizionale fabbrica di sale in cui vedere il processo di estrazione e raffinamento. Il sale, una volta estratto ancora con pale e picconi, viene essicato nei forni alimentati con la thola, un arbusto che cresce abbondante da queste parti. Una volta raffinato e dopo l’aggiunta di iodio, è impacchettato e venduto.
Vediamo il museo del sale e ci spiegano come viene lavorato. Ne acquistiamo alcune piccole confezioni da usare in cucina (aggiungono spezie) ed altre per fare il bagno (aggiungono petali di rosa). Facciamo un giro nei negozietti. Io e Monica compriamo due golfini di alpaca molto carini e poi la quinoa (dovremo dichiararla in frontiera in uscita dalla Bolivia). Per la prima volta abbiamo contatto con la popolazione boliviana e devo dire che non sono il massimo della simpatia. Non sono come i peruviani o i cileni. Ripartiamo diretti al Salar de Uyuni alle 11.00. L’inizio del Salar è proprio fuori dal paese. In questo punto ci sono degli hotel costruiti interamente in blocchi di sale. Non si può venire qui e non dormire in uno di questi alberghi. È una cosa assolutamente particolare. Noi stasera dormiremo al Luna Salada. Quanto gli alberghi, quanto le case, ogni 10/15 anni devono essere ricostruiti completamente perché la pioggia li scoglie lentamente. Questo è un posto pazzesco. Ci troviamo di fronte solo il bianco del sale e l’azzurro del cielo. Dopo le piogge, quando l’acqua evapora, il sale si concentra creando il perimetro di forme geometriche.
Informazioni sul Salar de Uyuni:
Questo immensa piana di 10.600 kmq è la più grande distesa salata al mondo, di trova a 3.650 mt di altitudine. Il Salar si è formato a seguito del processo di trasformazione che ha coinvolto diversi laghi preistorici. È coperto da alcuni metri di crosta di sale i quali formano una distesa quasi perfettamente pianeggiante con variazioni medie di elevazione circoscritte in un metro su tutta l’area occupata dalla salina. La crosta funge da fonte di sale e copre una salamoia eccezionalmente ricca di litio. Stando ad un articolo del 2009 realizzato da Joshua Keating sul Foreign Policy, essa conterrebbe tra il 50% e il 70% delle riserve di litio conosciute al mondo. L’ampiezza dell’area, i cieli limpidi e l’eccezionalità della superficie così pianeggiante, rendono il Salar ideale per calibrare gli altimetri dei satelliti di osservazione della Terra. Quando si verificano delle precipitazioni, un sottile strato di acqua piovana trasforma la salina in uno specchio d’acqua. Il Salar funge inoltre da principale via di trasporto per attraversare l’altiplano boliviano. Il sito è localizzato in una zona attiva a livello vulcanico (famoso il Tunupa, anche se oggi dormiente) a causa della sua posizione così vicina alla cordigliera delle Ande. Qui vivono 80 tipi di uccelli, e sulle isole le viscacce (simili ai conigli). Con le piogge arrivano i tre tipi di fenicotteri (Andino, Cileno e di James).
Nella parte più ad est del Salar si trova un punto dove sgorga l’acqua salata. Si chiama Ojos del Salar. Si dice che sia miracolosa per i dolori alle ossa. La popolazione locale la usa molto. Se ci si sposta di km.7 all’interno del Salar, si arriva all’ingresso ufficiale. C’è una grossa scritta fatta di sale: Dakar Bolivia. Poi c’è un punto in cui ci sono grosse bandiere di molti stati del mondo ed il primo hotel di sale della Bolivia e del mondo, il Palacio de Sal. Fu costruito nel 1993-1995 ma poi dovettero chiuderlo nel 2002 perché, con gli scarichi, inquinava troppo. Ora è museo. Quando il Salar si riempie di acqua, durante il periodo delle piogge (da dicembre a marzo) con i tour si arriva solo fino a qui. Le macchine si rovinano troppo a viaggiare nell’acqua salata.
Facciamo una sosta veloce alla sorgente e poi ci spostiamo a quella che viene chiamata la Plaza de las Banderas. Facciamo le foto di rito alla grossa scritta Dakar Bolivia, alle bandiere e visitiamo il caratteristico hotel. Le camere sono chiuse ma da una porta, si intravede l’interno. Molto particolare. C’è una signora che sta cucinando il Chicharron (tipo di cottura della carne) di Lama, con le patate. Ne prendiamo una porzione (Bolivianos 10 – € 1,40) e la dividiamo tra tutti e quattro. Molto buono. Ripartiamo viaggiando su una pista di sale con il Salar a 360°. Solo in pochi punti non si vede nulla all’orizzonte, perché i vulcani che ci sono intorno alla piana, sono tutti oltre i mt.6.000. Ci fermiamo ogni tanto a fare foto alle formazioni geometriche di sale e al nulla assoluto. Vediamo, già da molto lontano, l’Isla Incahuasi. In 40 minuti arriviamo a destinazione.
Informazioni sull’Isla Incahuasi: Nel cuore del Salar de Uyuni ci sono 30 isole. La più famosa, e l’unica visitabile (le altre sono protette per preservare l’ecosistema) è l’Isla Incahuasi. Il nome, che significa “casa degli Inca” in lingua quechua, evidenzia l’importanza di questo posto per gli Inca. Prima dei veicoli a motore la gente del posto usava Isla Incahuasi come punto di sosta nell’attraversamento della distesa di sale. Questa collina è quanto rimane di un antico vulcano sommerso, quando nell’area del Salar si trovava un gigantesco lago, circa 40.000 anni fa. Ancora adesso è possibile vedere sulle rocce o all’interno delle cavità, i resti di alghe e altri organismi fossilizzati. È uno dei punti più affascinanti del Salar. Dalla cima della collina, raggiungibile in poco più di 10 minuti con un comodo sentiero ad anello, si vede il deserto di sale con una vista a 360°. Gli abitanti dell’isola sono, oltre alle graziose e cicciotte viscacce, cactus giganti che hanno centinaia di anni e crescono al ritmo di un centimetro all’anno. Sono di colore verde scuro, ma quando sono in carenza di acqua, sulla punta diventano bianchi. La maggior parte di essi è alta più di due metri e alcuni raggiungono addirittura i 12 metri. Molti di loro c’erano già, probabilmente, ai tempi degli Inca. Vicino all’isola, ma nel Salar, ci sono dei tavoli con delle sedute, rigorosamente tutto in sale, per chi si ferma qui a pranzo. Sull’isola ci sono i bagni. Per accedere all’isola bisogna pagare Bolivianos 30 (4 euro) a testa.
Migliaia di cactus si stagliano contro il cielo. Bellissimo. Parcheggiamo a ridosso dell’isola. Solo noi ed un’altra jeep, parecchio distante, ci fermeremo qui a pranzare. Facciamo due passi mentre Marco organizza per il pranzo. Al nostro rientro troviamo un grosso ombrellone, che aveva caricato questa mattina sul tetto della jeep, tavola imbandita e sedie. Non so se abbiamo un permesso speciale o meno, comunque questa è una cosa super privilegiata perché le altre persone usufruiscono dei tavoli di sale, dalla parte opposta dell’isola, davanti all’ingresso, mentre altri vanno via. Anche oggi troviamo molta verdura, carne alla griglia (l’ha tenuta al caldo in borse termiche), quinoa e frutta. Sotto all’ombrellone fa freddo mentre al sole fa caldo. C’è un’escursione termica notevole. Neppure sotto all’ombrellone si riesce a stare senza occhiali da sole per il grande riverbero. Tutto il giorno non siamo mai riusciti a togliere il neppure il cappellino. Lo tenevamo con la tesa ben abbassata sugli occhi. Ne conseguirà che questa sera, nonostante la crema solare, saremo tutti in modalità panda con la zona occhi bianca e le guance ustionate. Dopo pranzo andiamo all’ingresso dell’isola dove paghiamo Bolivianos 30 (€ 4) per accedere all’isola. Il percorso è a senso unico. Impiegheremo 1 ora. Molto bello. Arriviamo fino al punto più alto dal quale c’è un bel panorama. Non vediamo nessuna viscaccia. Il sole ci cuoce. Stiamo in maniche corte. Quando scendiamo ripartiamo subito. Ci fermiamo a fare foto e video simpatici. Marco usa il nostro telefono per fare un video in prospettiva. Sembra che usciamo da un tubo di patatine Pringles. Poi con una funzione del telefono fa un altro video in time-lapse, girandoci intorno con la macchina, mentre noi cambiamo posizione. Verrà velocizzato in 10 secondi. Poi le foto in cui sembra che un dinosauro di plastica ci mangi. Il risultato sarà molto carino. Ci divertiamo come bambini. Ci spostiamo poi nell’unico punto in cui c’è ancora acqua. Qui è un gran peccato che le jeep non si parcheggino tutte allineate in modo tale da non disturbarsi a vicenda per vedere il tramonto. Noi avremo davanti 3 jeep con relative persone. Cerchiamo di focalizzare sul bello che vediamo e non sulle persone. Riuscirò comunque a fare foto bellissime. Marco ci ha procurato degli stivali di gomma, altrimenti non potremmo scendere dalla macchina. L’acqua è alta solo 10 cm. Il cielo ha nuvolette molto fotogeniche che rendono tutto ancor più bello. Se il cielo fosse stato tutto sereno, non avrebbe reso così bene. Le nuvole si specchiano nell’acqua. Prima sono bianche, poi, man mano che il sole cala, diventano rosa. Spettacolo. Marco scarica un piccolo tavolino e prepara l’aperitivo con tanto di vino rosso e stuzzichini. La ciliegina sulla torta!!! Rimaniamo fino a dopo che il sole cala. Siamo congelati, anche perché abbiamo i piedi nell’acqua fredda, quindi, saliamo volentieri al caldo della jeep. Proprio bello! Nel mentre vediamo il cielo nero in direzione est. Marco dice che a Potosì sta nevicando. Spero che smetta perché altrimenti domani sulle Ande, dovendo fare una strada alternativa per tornare in Cile, potremmo avere problemi. Nessuno pulisce quelle strade. L’altra, che abbiamo fatto in andata, è molto battuta quindi viene sempre sistemata, ma è più lunga. Alle 18.40, con il buio pesto, arriviamo al nostro hotel. Questa è un’altra chicca della vacanza. Hotel stupendo. Tutto di sale. Ci sono tanti piccoli locali con i caminetti accesi, per terra ci sono chicchi di sale. Avremmo potuto venire qui a dormire anche ieri sera! O non c’era posto o costava troppo. La camera è bella riscaldata. Doccia e poi a cena. Stasera è tutto a self-service. La cena non sarà all’altezza perché molte cose sono finite e non sono state ripristinate. Posso capire che molti saranno andati a mangiare alle 18.30, ma se fanno servizio fino alle 21.30 non possono non avere più carne alle 20.00. Quello che troveremo sarà comunque ottimo. Al nostro arrivo ci hanno dato un buono a testa per un liquore quindi andiamo al bar a bere un pisco sour. Tentiamo di uscire a vedere le stelle, ma c’è – 15 quindi ci ritiriamo al caldo in camera.
Pernottamento: Hotel Luna Salada – con colazione e cena
(https://www.lunasaladahotel.com.bo/)
12) 13 agosto 2023 domenica: Salar de Uyni / Calama – km.100
Dopo una super colazione, ammirando il panorama dalla finestra sull’immensità del Salar, con alcune vigogne che pascolano, alle 8.30 partiamo. Proprio un gran bel posto. Vediamo alcune macchine con la neve sul tetto per la nevicata di ieri nella zona di Potosì. Oggi è tutto sereno. Viaggiamo per un lungo tratto su asfalto, passando per San Cristobal (la strada che abbiamo fatto ieri) poi inizia lo sterrato. Vediamo due nandù (uccelli simili agli struzzi ma più piccoli) chiamati, in lingua Quechua, Suri. Dopo circa 2 ore e mezza, arriviamo alla Laguna Catal o Escondida. Saremo solo noi ed un’altra jeep con 6 persone. Camminiamo tra le rocce gialle e lavorate dagli agenti atmosferici, di un’immensa colata lavica. Dobbiamo fare attenzione a dove mettiamo i piedi perché il sentiero è coperto di muschio zuppo d’acqua. Ci sono tanti rigagnoli di acqua che è gelata in alcuni punti. Arriviamo alla laguna. L’acqua è quasi nera e ci sono riflesse le nuvolette e le rocce. Un centinaio di lama pascolano appena oltre. Alcune oche delle Ande nuotano tranquille. Molto bello. Torniamo alla macchina. Nel mentre Marco ha organizzato il pranzo in un ristorante vicino al parcheggio. Qui si sono anche delle abitazioni delle persone che gestiscono il ristorante e che si occupano dei lama. Pranzo sempre a base di carne, riso, verdure e frutta. Sempre buono. Alle 13.00 partiamo decisi diretti alle Ande. Saliremo fino a mt. 4.900 senza incrociare nessuna macchina. Il tempo è uggioso e le nuvole sono basse. Sembra di essere su un altro pianeta. La strada è brutta, tutta sconnessa. Costeggiamo la Laguna Capina e alle 14.30 arriviamo al gate della Eduardo Avaroa Andean Fauna National Reserve. Marco entra a far controllare i nostri biglietti di due giorni fa e poi ripartiamo subito. Essendo nella riserva, le strade vengono sistemate quindi viaggeremo decisi senza più essere sballottati. Il paesaggio è tutto rosso, di sabbia e roccia. Arriviamo alla Laguna Polches, dove ci siamo fermati il primo giorno per fare il bagno alle terme e per pranzo. Anche qui non c’è nessuno. I turisti passano al mattino, come abbiamo fatto noi, diretti al Salar de Uyuni. Non sembra neppure lo stesso posto dell’altro giorno. La laguna non rende nulla come colori. Chi l’ha vista oggi è stato sfortunato. Facciamo una sosta quindi scendiamo. Nevica. Pazzesco. Sarebbe stato bello fare ancora un bagno alle terme, ma non abbiamo tempo. Proseguiamo passando per la Laguna Verde e la Laguna Blanca. Anche loro non rendono come colori. L’unica cosa bella è il fatto che non c’è assolutamente nessuno. Arriviamo al gate di uscita dal parco. Ricontrollano i biglietti pagati. Andiamo poi al punto di frontiera dove avevamo fatto vedere i QR code per l’ingresso in Bolivia. Dobbiamo compilare di nuovo on-line quelli per l’ingresso in Cile (come avevamo fatto in arrivo a Santiago). Usufruiamo del wi-fi. Andiamo poi alla frontiera per i timbri. Non sembrano neppure i posti visti due giorni fa, essendo completamente deserti. Troviamo il driver che ci aveva portati qui da San Pedro. Siamo puntuali. L’appuntamento era per le 16.30. Marco lascia la macchina, non potendo portarla in Cile, e sale con noi. Un nuovo tour riparte tra due giorni, quindi, rimane a San Pedro in attesa dei nuovi clienti. Saliamo alla frontiera cilena. Controllano le valige. Dichiariamo la quinoa e vogliono vederla. Essendo secca non ci sono problemi. Non si possono importare cose fresche. Oggi abbiamo impiegato un’ora per tutta la burocrazia della frontiera. Ripartiamo e raggiungiamo San Pedro alle 18.00. Arriviamo all’hotel per ritirare la macchina ma abbiamo l’amara sorpresa di non trovare Claus. Se durante il nostro soggiorno gli avevamo dato un bel 10. Ora si merita uno zero. Lo sapeva che saremmo arrivati intorno alle 18 a ritirare la macchina. Gli abbiamo anche mandato un messaggio dalla frontiera. Comunque, per farla breve, lui è in struttura solo per le colazioni e per l’accoglienza ai clienti, quindi ora non c’è. Si è dimenticato e ha lasciato in cucina il telefono. Il driver e Marco sono super gentili perché rimangono con noi fino a quando un ragazzo, dopo tante telefonate con vari intermediari (hanno parlato loro), arriva ad aprirci. Siamo furenti perché abbiamo perso un’ora e mezza e abbiamo ancora un’ora di strada al buio completo, per arrivare a Calama. Partiamo subito. Dire che la strada è buia è dir poco, oltretutto c’è il rischio di trovare animali sulla carreggiata. Arriviamo all’hotel alle 20.30. Calama non è una città tranquilla quindi avevamo scelto un pernottamento con parcheggio recintato. Tutta la struttura lo è. Ci sono diversi appartamenti (carini e puliti) e ha anche un ristorante. Perfetto. Fa il caso nostro così non dobbiamo uscire. Facciamo la doccia e poi andiamo a cena. È a buffet, discreta. Spendiamo 27 euro a testa. Ed ora finalmente si va a dormire.
Pernottamento: Geotel – con colazione – € 53
(https://en.geotelcalama.com/)
13) 14 agosto 2023 lunedì: Calama / Colchane – km.2 + km.522
Oggi ci sposteremo nell’estremo nord del Cile. Facciamo colazione poi partiamo subito. Rabbocchiamo la benzina, acquistiamo dal benzinaio (le vendono in tutti) due taniche ad € 15 l’una, per sicurezza, visto che non troveremo distributori nei prossimi giorni, e alle 8.30 siamo in aeroporto a rendere la macchina. Prendiamo poi due taxi, visto che con i bagagli non ci stiamo tutti su uno. Ci chiedono € 10 l’uno per fare km.3 per raggiungere l’altro rental car, la Europcar. Qui affitteremo due macchine, Toyota Corolla Cross sempre benzina. Sono jeep 2×4. Abbiamo fatto questa scelta perché la strada che faremo domani non sarà proprio il massimo e non ci sarà copertura del telefono; quindi, è meglio essere in due mezzi. Essenziale non avere una berlina. Le avevamo prenotate sulla Booking pagando solo la parte dell’affitto. Il drop off pensavamo di doverlo pagare ora. Invece ci arriverà l’addebito dopo il rilascio ad Arica. Lasciamo la città dopo aver fatto una sosta al Mall a comprare una nuova card della macchina fotografica. Avendo fatto tante panoramiche, me ne rimane solo una da 1.000 foto, ma preferisco non rischiare. Ci fermiamo solo un attimo a vedere, da fuori, la più grande miniera di rame a cielo aperto al mondo, la Chuquicamata. Avremmo voluto visitarla perché dicono sia molto interessante, ma dopo il Covid non hanno più fatto visite guidate. Alle 10.30 partiamo. Viaggiamo decisi senza fare soste. La strada, la statale 24 per km.85 e poi la 5, sono asfaltate e ben tenute. Ci dobbiamo fermare ad una sorta di frontiera a km.170 (1 ora e 45 di viaggio) da Calama, appena dopo Quillagua. Si passa dalla regione di Antofagasta a quella di Tarapacá. Siccome Iquique è una città portuale quindi, zona franca, per entrare nella regione di Antofagasta, bisogna sdoganare le merci. Parcheggiamo lungo la strada e andiamo a piedi agli uffici. Quando i due poliziotti leggono sui passaporti la nostra nazionalità, si guardano un secondo poi uno si alza e si allontana. Dopo un attimo sentiamo le note de L’italiano di Celentano. Pazzesco. Trovarne di posti di frontiera così! Ci controllano anche i documenti della macchina e dopo 5 minuti in tutto, partiamo. Dovesse interessare, lungo la strada si possono vedere i Geoglifi di Pintados.
Informazioni dui Geoglifi di Pintados: Nella zona di Pintados potrai ammirare una testimonianza della storia dell’umanità: i giganteschi geoglifi, ovvero simboli scavati sui fianchi delle colline risalenti al V secolo dopo Cristo. Si tratta di disegni che servivano a segnalare a stranieri e viandanti la presenza di comunità organizzate e di risorse come l’acqua. Per le loro dimensioni, i geoglifi riuscivano a orientare e informare chi attraversava questi territori anche a grande distanza. L’arte rupestre di Cerros Pintados comprende la più grande collezione di geoglifi del Sud America. Più di 400 immagini adornano questa collina nella Reserva Nacional Pampa del Tamarugal. Figure che rappresentano uccelli, animali, persone e motivi geometrici sembrano danzare lungo la collina. Più a nord, i geoglifi Tiliviche decorano una collina che si trova non lontano dalla Pan-Americana. Questi geoglifi, probabilmente realizzati tra il 1000 e il 1400 d.C., raffigurano una grande carovana di lama diretta verso il mare, a testimonianza delle attività commerciali tra l’altiplano e la costa.
Arriviamo a Pozo Almonte alle 14.10. Acquistiamo qualcosa di mangiare, per oggi e domani, in un market lungo la strada. Non c’è nessun ristorante che ci ispira. Andiamo poi a pranzare in un parco giochi all’ombra. Patiamo tantissimo il caldo, ci sono 34°. Facciamo poi benzina riempiendo anche le taniche. Questo è l’ultimo distributore che troveremo fino ad Arica. Avremo la possibilità di fare un minimo di rabbocco a Putre in un hotel che ne ha sempre disponibile. Alle 15.45 partiamo diretti di nuovo sulle nostre adorate Ande. Dovesse interessare lungo la strada, o deviando fino al mare, ci sono da vedere queste cose:
Informazioni sulla città fantasma di Humberstone:
(http://www.museodelsalitre.cl/)
Orari 16 marzo – 30 novembre dalle 9 alle 18 mentre 1° dicembre – 15 marzo dalle 9 alle 19
costo CLP 4.000 € 5
A circa un’ora di auto da Iquique si trova la città mineraria, ora città fantasma, di Humberstone. Costruita nel 1870/1880, Humberstone supportare le raffinerie di nitrati dell’epoca. Fu un alveare di attività per più di cinquant’anni. Il periodo d’oro non ebbe lunga vita: in Germania, alla fine degli anni 1920, si iniziarono a produrre sinteticamente nitrati e le raffinerie cilene non furono progressivamente più convenienti. Humberstone chiuse nel 1960, lasciando a spasso circa 3000 operai. Visitare Humberstone e la vicina Santa Lucia, è una esperienza decisamente particolare. A Humberstone molte case sono state ristrutturate e sembra che il tempo si sia fermato. Era praticamente una piccola città dove, oltre ai macchinari e alle case degli operai, non mancava praticamente nulla. È possibile vedere il teatro, dove all’epoca di esibirono famosi artisti, la sala da ballo, la piscina, il mercato, l’albergo, la chiesa e così via. Dal 2005, è stata dichiarata un Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Informazioni su Iquique:
È una città incredibile, l’altopiano posizionato a 1.500 m di quota, è distante solo poche decine di chilometri dalla linea di costa. Si scende velocemente e si raggiunge la Città, non prima però di trovarsi di fronte a una gigantesca duna di sabbia alta circa 800m. L’Oceano Pacifico è l’anima di questa città. Qui si fa surf e tante altre attività sportive acquatiche. Iquique è la capitale della Regione di Tarapacá e della Provincia di Iquique ma la sua importanza è cresciuta solamente negli ultimi due secoli. Per centinaia di anni è stata infatti una piccola comunità di pescatori sino al grande boom della produzione dei nitrati del XIX° secolo, quando la sua importanza crebbe notevolmente. Le persone che si arricchirono grazie ai nitrati scelsero Iquique come dimora, costruendo palazzi opulenti, che ancora oggi testimoniano il passato che fu. Molte di queste dimore hanno bisogno di essere restaurate, ma quelle che sono state ristrutturate offrono un perfetto spaccato della bellezza delle case e testimoniano anche il buon gusto degli architetti di allora. Quando l’importanza dei nitrati scemò, Iquique ritornò alle sue origini, anche se in chiave moderna e oggi, la città, è una delle capitali mondiali della farina di pesce. Ma anche il turismo ha la sua importanza. Alla base di una catena montuosa costiera, Iquique è infatti benedetta dal bel tempo praticamente tutto l’anno ed è diventata popolare tra famigli e surfisti, che vengono qui attratti dalle onde, dalle lunghe distese di spiagge bianche e anche dal suo status di duty-free.
Informazioni sul Gigante di Atacama:
Quando si devia dalla 5 alla 15, dopo km.16, c’è il Gigante di Atacama, il geoglifo più grande del mondo (mt.86), bastano pochi minuti per vederlo.
Partiamo quindi alle 15.45 da Pozo Almonte, a mt.1.050 di altitudine. Percorriamo per km.30 la statale 5 poi, ad Huara, svoltiamo a destra, sulla 15. È tutto asfalto fino a destinazione. Facciamo un passo a mt. 4.351 ed arriviamo alle 18.15 a Colchane a mt.3.708. In due ore e mezzo abbiamo fatto mt.3.300 di dislivello. Ogni tanto ci fermiamo per togliere il tappo della tanica di benzina, almeno non ha troppa pressione. Il paesaggio è molto bello. Avendo il sole alle spalle, il colore delle montagne, già bello di suo, rende ancora di più. Fino ai mt. 2.700 circa ci sono piante grasse simili alle euforbie, poi troviamo cactus e vediamo di nuovo le bellissime vigogne che pascolano. Arriviamo a Colchane, un posto di frontiera. Oltre, a km.2, c’è la Bolivia. Vediamo dei cartelli con scritto: vendita benzina, ma non abbiamo verificato se realmente si possa acquistarla. Il paese è proprio brutto. Non ci sono alternative valide, a parte un hotel frequentato da camionisti, quindi andiamo all’Inka Taki, prenotato via whatsapp. Come ho scritto all’inizio avremmo dovuto trovare due camere doppie con riscaldamento e bagno in camera. Hanno un parcheggio recintato. Al nostro arrivo, quelle camere, che erano accettabili, sono state ad una guida con 4 clienti. A noi sono state assegnate quelle che hanno in una palazzina a fianco. Erano senza riscaldamento, una aveva il bagno in camera, quello dell’altra era sulle scale, ma più che altro erano sporche. Il pavimento non so da quanto non vedeva una scopa, e le lenzola non erano state cambiate. Ci siamo impuntati per avere le altre prenotate ma non c’è stato verso. Ci siamo più che altro sentiti presi in giro perché le due ragazze che ci hanno accolto, facevano finta di non capire cosa dicessimo, perché non sapevano se fossimo noi che avevamo prenotato le camere belle oppure il gruppo che è arrivato dopo. Hanno temporeggiato fino a quando sono arrivati anche gli altri. Decisamente molto poco corrette. Alternative non ne avevamo quindi ci siamo fatti la doccia, almeno era calda, e poi siamo andati a cena. La zona ristorante è riscaldata. Mangiamo molto bene, una zuppa di verdura e poi della carne con verdura (€ 10 a testa), ma siamo talmente arrabbiati che non ce la godiamo neppure. Andiamo in camera. Ci sono 3°, fuori -10. Volevo dormire in macchina, ma mi avrebbero trovata ibernata. Metto lo zaino della macchina fotografica contro il muro e mi appoggio a quello, completamente vestita. Man mano che le ore passano il freddo si fa sentire quindi mio malgrado, mi devo coprire con le coperte. Questo è il peggior pernottamento fatto in vita nostra.
Pernottamento: Inka Thaki a Colchane – con colazione – € 32
(https://hostal-inka-thaki-colchane.hotelsiquique.com/en/)
14) 15 agosto 2023 martedì: Colchane / Putre – km.240 di sterrato
Dopo aver scritto una pessima recensione del posto su Google Maps, e una buona colazione, ce ne andiamo. Ci sono zero gradi ma il sole inizia subito a scaldare. Travasiamo completamente la benzina nel serbatoio e partiamo alle 8.30. Il Primo tratto lo facciamo nel Parque Nacional Volcan Isluga (mt.5.000). Questo parco è caratterizzato da una vegetazione tipica andina: arbusti nani, cactus, quenoa, l’unico albero che sopravvive a 4.500 metri, e tante Llareta. Oggi viaggeremo solo su sterrato in ottime condizioni, tranne un punto di un paio di km., in salita, che sono impegnativi.
Informazioni sulla strada che percorriamo:
Torniamo indietro, sulla strada dalla quale siamo arrivati ieri, per km.4, e poi giriamo a destra sulla A-385 per km.37. Dove c’è una deviazione, la A-385 va a sinistra ma noi proseguiamo dritto sulla A-395 per km.18. Qui bisogna fare attenzione perché la strada prosegue ma va in Bolivia quindi non si può percorrere, anche se sarebbe più corta per arrivare al Salar de Surire. Si deve girare a sinistra (è sempre la A-395). Qui inizia il tratto brutto in salita. Sono circa km.15 prima del Salar de Surire. Per questo consiglio, chi vuole fare self drive, di fare il giro in senso opposto al nostro, se si ha una jeep non 4×4. Appena si arriva sull’altopiano, è di nuovo sterrato ottimo e pianeggiante. Dopo km.25 si arriva al Salar de Surire e si incrocia la A-319. Per raggiungere le sorgenti termali di Polloquere bisogna andare a destra e proseguire per km.13. Se si prosegue oltre si circumnaviga il Salar (km.28 dalle terme).
Percorreremo questa strada fino al Salar de Surire, senza incontrare nessuno, sempre ad oltre mt.4.500. I paesaggi sono molto belli. Si passa in piccoli villaggi fantasma, ed in altri abitati da pastori che pascolano i loro lama. Nel primo tratto si vede molto bene il Vulcano Islunga, che dà il nome al Parco Nazionale nel quale ci troviamo. È un vulcano attivo. Si vedono tre colonne di fumo che escono dalla sommità. Il paesino Islunga ha una chiesa ed è disabitato, nonostante ci siano molte case. Costeggiamo il fiume Islunga, in alcuni tratti è gelato. Dove c’è lo svincolo con la A-377 che porta a Coraguano, dovesse interessare, ci sono le Termas de Enquelga. Arriviamo ad Arabilla (paesino disabitato con case in terra mezze distrutte). Qui c’è una laguna molto bella, la Laguna Aravilla, piena di lama che pascolano, papere e vediamo anche due nandù, la si vede bene dal Mirador Suricayo. Ci fermiamo poi a Vilacollo dove ci sono case in terra tenute bene ed una graziosa chiesetta. Proseguiamo e facciamo due piccoli guadi con l’acqua ghiacciata. Arriviamo poi al tratto in salita. La macchina non fa fatica ma si deve andare pianissimo perché ci sono tanti buchi. Il paesaggio è bello, tutto rosso con i muschi verdi Llareta che fanno da contrasto. Quando arriviamo sull’altopiano, troviamo sulla sinistra il Cerro Rojo. Questo passo, a mt.4.700, è il punto più alto, nonostante l’altitudine ci sono 9° e si sta bene solo con il pile. Iniziamo poi a scendere per arrivare nel Salar de Surire.
Informazioni sul Salar de Surire (mt.4.200):
Si estende per circa Km.158 ed è ampio kmq 113. Visto da lontano potrà sembrarti un gigantesco lago bianco. A differenza del suo vicino meridionale, il Salar de Atacama, è completamente piatto. Il nome Surire deriva dalla parola “suri” con cui è chiamato localmente il nandù, una sorta di struzzo sudamericano che è possibile ammirare da queste parti. Tre dei quattro fenicotteri del Nuovo Mondo (andini, cileni e James) vivono qui. una strada che segue il perimetro (km.42 h.1). È un immenso salar che protegge il fragile ecosistema andino. Incredibile il colpo d’occhio, il bianco abbagliante del salar, il cielo dalle mille tonalità di azzurro, i fenicotteri rosa in volo e le fumarole dei geyser e delle piccole lagune di acqua termale lo rendono magico. Ci sono le sorgenti termali di Polloquere con vista sul Salar de Surire (si può fare il bagno). Non c’è nessun servizio.
La vista del Salar è un gran bel colpo d’occhio. Arriviamo alle terme di Polloquere alle 12.00. Saremo solo noi ed altri 4 ragazzi su un’altra macchina. Dal parcheggio, guardando la piscina naturale, l’acqua esce dal terreno sulla destra, creando una nuvola di vapore, quindi, non immergersi in quel punto perché è ustionante. Scorre poi verso sinistra fino a perdersi nel Salar. Ci cambiamo in macchina e ci immergiamo sulla sinistra. Piacevole sensazione. Il panorama è pazzesco. Il bianco del Salar da una parte, un vulcano rosso dall’altra. Le vigogne che pascolano ed i fenicotteri in lontananza. Quando usciamo non geliamo come alle terme in Bolivia. Il sole è caldo. Mangiamo un boccone e alle 13.30 partiamo. Vogliamo circumnavigare il Salar quindi proseguiamo sulla stessa strada. Vediamo le ossa di una vigogna, perfettamente ripulite. Qui ci sono i puma e i condor, il primo lo avrà ucciso, l’altro avrà fatto il lavoro di finitura. Dalla parte opposta, rispetto alle terme, ai piedi del Vulcano Aritinca (mt.5.597) ci sono molti fenicotteri. C’è una strada che si avvicina all’acqua dove c’è una legenda con qualche info sulle tre tipologie che vivono qui, cileno, andino e di James. Completiamo il giro. Qui c’è un punto di controllo documenti dell’auto. La cosa più simpatica è un baby lama con una bandana sul collo, che viene sfacciatamente vicino a farsi accarezzare. Alle 14.30 ripartiamo percorrendo la A-235. Entriamo nella Riserva Nacional Las Vicunas.
Informazioni sulla Reserva Nacional Las Vicunas:
Si estende per kmq 2100. Ospita alcuni luoghi incredibili come saline, alte pianure e laghi. È stata creata per proteggere le vigogne dei camelidi che, a differenza dei cugini lama e alpaca, non si è mai riusciti ad addomesticare. Un problema, considerando che la loro lana, molto sottile, è anche molto pregiata e ricercata, motivo per cui la vigogna è stata oggetto di una caccia spietata, sino a spingerle quasi sull’orlo dell’estinzione. Oggi è illegale uccidere una vigogna. Grazie agli sforzi coordinati di Ecuador, Bolivia, Cile e Perù, il numero di questi animali si è accresciuto e il futuro è ora più roseo per le vigogne.
In questo tratto il punto di vista fisso è il bellissimo Vulcano attivo Guallatiri. Con i suoi mt.6.071 è tra i vulcani attivi più alti del mondo, la sua ultima eruzione risale al 1960. La sommità è ricoperta dalla neve ed una colonna di fumo esce costantemente. Arriviamo alle 15.30 al piccolo paesino Guallatiri (mt.4272) dove c’è una graziosa chiesetta del XVII° secolo. Una volta lasciato il Vulcano Guallatiri, l’occhio si fissa sul Vulcano Parinacota (mt.6.380) che sarà il filo conduttore dei prossimi giorni. Anche lui ha la neve sulla sommità. Arriviamo poi alla statale 11, a Las Cuevas, e svoltiamo a sinistra. Dopo km.20, alle 18, arriviamo a Putre (mt.3.500). Andiamo in uno dei tanti market ad acquistare qualcosa per il pranzo di domani e poi andiamo al nostro hotel.
Pernottamento: Terrace Lodge – con colazione – € 73
(https://terracelodge.com/it/)
Ci accoglie Francisco, persona super squisita e molto disponibile a darci tante info sulla zona. Questo è il miglior hotel di Putre. Ha solo 5 camere che si affacciano sulla valle. C’è un piccolo giardino e si può parcheggiare la macchina all’interno della struttura. Le camere sono piccole ma graziose. C’è una stufetta per riscaldare l’ambiente. La colazione sarà molto buona. Arrivando dall’hotel di Cochane, questo è un 5 stelle! I locali chiudono presto quindi facciamo la doccia ed usciamo subito per cenare. Il paesino è carino, con un ruscello, ben incanalato, che lo attraversa. Ci sono una piazza ed una chiesetta, proprio in centro. Ci sono diversi ristorantini ma Francisco ci dice che non sono il massimo, quindi, seguiremo le sue indicazioni ed andiamo alla Casona. Ci sediamo vicini al camino acceso quindi staremo bene. Prendiamo una pizza da condividere, poi un filetto con verdure, un salmone con purè, due birre ed il pisco sour. Tutto molto buono (€ 20 a testa). Pagamento in contanti. Quando usciamo, vedendo che molte persone arrivate per cenare, hanno dovuto andare via perché il ristorante era pieno, preferiamo andare a prenotare per domani sera, nella seconda scelta che ci ha dato Francisco, la Paloma. Anche lì è pieno. Oggi, 15 agosto è festa quindi c’è parecchia gente. Da domani non troveremo nessuno e lì saremo solo in 10. Facciamo due passi ma fa molto freddo quindi ci ritiriamo al caldo delle nostre camere.
15) 16 agosto 2023 mercoledì: Putre – km.138
Durante la buona colazione, Francisco ci da qualche info su Suriplaza, la nostra meta di oggi e motivo per il quale abbiamo inserito in questo viaggio, il nord del Cile. Prima di partire andiamo in centro, all’hotel Kukula (chiedete a qualsiasi market e vi indirizzeranno lì), per comprare della benzina. Paghiamo € 30 una tanica da lt.20. La facciamo dividere tra le due macchine. Alle 8.40 partiamo. Fino a mt.4.000 si ha la possibilità di vedere i guanachi ed i cervi, oltre, solo alpaca, lama e vigogne. Noi vedremo solo dei guanachi. Peccato per i cervi, nonostante mi sono cavata gli occhi per cercarli, in questi 3 giorni, non sono riuscita a scovarli. La strada sarà per lo più asfaltata ma dove è sterrata, è ben tenuta. Imbocchiamo la statale 11 e dopo km.9 giriamo a sinistra sulla A-23. La strada sale velocemente di altitudine sulle pendici del Vulcano Taapacà (mt.5.860). Non ci sono protezioni. Dopo km.9 c’è un punto panoramico sul Canyon del Rio Liuta. Questo potrebbe essere un ottimo posto per vedere il tramonto. Dopo altri km.9 giriamo a destra sulla A-125. Dopo km.20 arriviamo a Colpita. In questa piana ci sono molti lama ed alpaca che brucano. Dopo il paese si gira a destra sulla A-127. Dopo km.1 si gira a sinistra. Su Google Maps la strada non è indicata ma sulle mappe di Maps.me, invece si. Dopo circa km.20, alle 10.40, arriviamo a Suriplaza. Posto da urlo. Sulla destra si vede la Valle della Luna con le sue montagne bianche, sulla sinistra la Valle di Marte con le sue montagne rosse, nere e gialle. Ovunque rocce coperta di Llareta. Non capisco come facciano a dire che per venire qui ci vuole un 4×4 e bisogna avere la guida. Noi avevamo già idea di fare quest’escursione da soli. Quando poi ho chiesto info ad un ragazzo, che ha scritto una recensione di questo posto su Trip Advisor, e lui mi ha detto che è venuto con la sua macchina e che non ci sono problemi, non ho avuto dubbi. Ovviamente se nevica è un altro discorso. Non troviamo anima viva. Andiamo prima nella Valle di Marte per il trekking. Parcheggiamo fino a dove la macchina riesce a salire poi la parcheggiamo di lato. Siamo a mt.4.860. Mettiamo i giubbotti nello zaino perché, essendoci il sole, si sta bene solo con il pile. Per raggiungere la vetta, ci sono due possibilità. I sentieri si intravedono. La prima è andare proprio verso la vetta, che si vede chiaramente, e scalare dal lato frontale, salendo a zig-zag, oppure, come abbiamo fatto noi, prenderla in laterale per poi camminare in cresta. Puntiamo ad un colletto sulla sinistra e saliamo in diagonale. Facciamo qualche passo e poi ci fermiamo a respirare. L’ossigeno manca. Quando raggiungiamo la nostra prima meta, vediamo dall’altro versante, una valle spettacolare. Guai venire a Suriplaza e non arrivare almeno fino a qui. Il bello di questo posto, sono proprio le valli nascoste. L’immagine è quella, non riesco neppure a descriverla, ma ci provo. È tutto giallo di varie tonalità ed è come se ci fossero delle lingue di un ipotetico vulcano. Monica patisce quindi si siede qui e ci aspetta, noi proseguiamo sulla destra. Il vento è molto forte quindi fa freddo e dobbiamo vestirci. Non riusciremo ad arrivare in vetta, dalla quale risulta che si veda un’altra valle, oltre. Ci dobbiamo fermare poco prima per il vento e anche perché, continuando a fermarci a fare foto e video, perdiamo un po’ il ritmo. Arriveremo fino a mt.5.125. Torniamo da Monica al colletto e proseguiamo ancora oltre per raggiungere un’altra montagnola dalla quale si ha una visione più ampia del posto e si vede bene la Valle della Luna dall’alto. Noto, guardando in quella direzione, una montagna molto rossa, sulla sinistra della montagna principale della Valle della Luna. Dopo proporrò di andare a vederla. Torniamo quindi da Monica e scendiamo insieme. Arriviamo alle macchine dopo 2 ore e 20. Ci spostiamo poco più sotto, in un pianoro dove tutte le rocce sono coperte di Llareta e pranziamo. In qualsiasi direzione guardiamo il paesaggio è bellissimo e poi lo apprezziamo ancor di più per il fatto che siamo completamente soli. Andiamo poi in macchina alla Valle della Luna. Facciamo due foto e poi ci spostiamo alla sua sinistra perché vorrei arrivare alla montagna rossa vista dall’alto. Seguiamo delle tracce di pneumatici fino a dove riusciamo poi proseguiamo a piedi. Arriviamo alla sommità di una collinetta ma è un’anticima. Oltre c’è un tratto in piano e poi un’altra collinetta. Delle impronte di altri turisti, proseguono in quella direzione. Noi dobbiamo accantonare l’idea perché si è fatto tardi. Sono già le 16.00. Raggiungiamo velocemente la strada principale, vicino al paesino di Colpitas. Qui abbiamo due possibilità di strada. Entrambe si uniscono sotto al vulcano Taapacà. Se andiamo a sinistra percorriamo la strada di questa mattina (km.23), se andiamo a destra passiamo per il paese Ancolacane e poi per Quebrada Allane (km.65). Vedendo l’ora e non sapendo com’è la strada più lunga, decidiamo di tornare dalla stessa già percorsa. Peccato. Arriviamo dopo le 18.00 a Putre. Doccia e subito a cena. Il ristorante Paloma è deserto. Non essendo giorno di festa, saremo solo noi quattro ed altre sei persone. Ci fanno sedere al tavolo di fianco al caminetto acceso. Mangeremo molto bene. Prendiamo una pizza in condivisione poi uno stufato di alpaca ed un filetto con riso e verdure. Da bere vino, birra e poi proviamo un pisco diverso dal solito, il pisco Tumbo (molto buono). Spendiamo € 16 a testa. Facciamo i soliti due passi ma fa freddo quindi ci ritiriamo nel caldo della nostra camera. Anche oggi giornata super.
Pernottamento: Terrace Lodge – con colazione – € 73
(https://terracelodge.com/it/)
16) 17 agosto 2023 giovedì: Putre – km.147
Oggi la giornata è dedicata alla visita al Parco di Lauca.
Informazioni del Parco Nazionale Lauca (mt.4.570):
Habitat di lama, alpacas, vigogne e uccelli andini. I due grandi vulcani Parinacota (6.438m) e Pomerape (6.282m) dominano questo grande altipiano. È un parco selvaggio e remoto, noto per i suoi incredibili paesaggi formati da vulcani, campi di lava, laghi e caldere. Il Parco Nazionale di Lauca si estende per 1390 chilometri quadrati e si fregia del titolo di Riserva della Biosfera dell’UNESCO, che promuove lo sviluppo sostenibile e relazioni costruttive tra i visitatori, la popolazione locale e la natura. Circa 200 membri della popolazione Aymara continuano a vivere nel parco secondo il loro stile di vita tradizionale, utilizzando le risorse naturali della zona in modo sostenibile. L’area protetta ospita oltre 130 specie di uccelli vivono qui e ne fanno una delle migliori aree di birdwatching nel nord del Cile.
- Las Cuevas: c’è un percorso ad anello da fare a piedi dove si vede una laguna da un lato della strada, ed alcune rocce con molte viscacce, dall’altro lato.
- Lagunas Cotacotani: A circa 8 km a est di Parinacota potrai ammirare la splendida Laguna Cotacotani, che significa “terra di molti laghi” in lingua quechua. Questa serie di stagni, circondata da un paesaggio lunare desolato formato da eruzioni vulcaniche, attira molte specie di uccelli, tra cui le oche andine.
- Villaggio Parinacota: All’interno del Parco nazionale Lauca, ti imbatterai nel magnifico villaggio di Parincota, uno dei più belli di tutto il Cile. È un villaggio cerimoniale degli Aymara. Al suo centro troverai la Iglesia Parinacota imbiancata a calce, risalente al 1789. All’interno potrai ammirare murales raffiguranti peccatori e santi e un “tavolo che cammina“, che i parrocchiani hanno incatenato al muro per paura che porti la morte nel villaggio, muovendosi durante la notte e fermandosi davanti all’uscio di casa della persona destinata a morire.
Nelle stazioni della Via Crucis, gli Aymara hanno raffigurato i tormentatori di Cristo non come soldati romani, ma come conquistatori spagnoli. Solo 18 persone vivono nel villaggio di Parinacota, ma molti altre si raggruppano qui per degli eventi annuali come la Fiesta de las Cruces, che si tiene il 3 maggio, e la Fiesta de la Virgen de la Canderlaria, a febbraio.
- Lago Chungarà: dove si specchia, nelle acque turchesi, il maestoso vulcano Parinacota (6.438 mt.). È l’immagine che più rappresenta questo parco. Dichiarato dall’Unesco Patrimonio Mondiale della Biosfera per la ricchezza di fauna. Ospita colonie di fenicotteri, gabbiani delle Ande, condor, vigogne e guanachi e una moltitudine di uccelli.
Partiamo alle 9.00 con 5°. Saliamo subito di quota fino ad arrivare in mezz’oretta a Las Cuevas. Parcheggiamo sul lato destro della strada, in un parcheggio. Il sole, nonostante i mt.4.480, come al solito, scalda quindi scendiamo in pile e basta. Il sentiero parte dal parcheggio. Ne percorriamo un tratto verso la laguna. Solitamente qui ci sono molti uccelli ma ora è tutto gelato quindi ci sono solo alcune vigogne. Attraversiamo poi la strada ed imbocchiamo il sentiero che ci riporta alla macchina, costeggiando alcune rocce piene di viscacce. Non hanno paura di noi, si fanno avvicinare abbastanza. Uno fa un fischio e tutte scappano. Capiamo subito il perché. Un falco nero è arrivato a posarsi su una roccia. Quando se ne va, escono tutte di nuovo. Carino. Torniamo alla macchina e proseguiamo. Da qui fino al Lago Chungarà sarà tutto un susseguirsi di Mirador dove ci si può fermare con la macchina. Il posto è molto bello. È un altopiano dove ci sono tante lagune, in parte gelate, create dal Rio Lauca, piene di vigogne, alpaca e lama. Dove c’è una laguna più grossa, vediamo molti fenicotteri. Si potrebbe raggiungerli a piedi. Decidiamo di andare al ritorno (poi accantoneremo l’idea per via dell’orario). I due vulcani Parinacota e Pomerape (con le sommità piene di neve) saranno un’immagine costante. Proprio bello. Francisco ci aveva suggerito per pranzo il ristorante Donna Vicky. Si trova sulla destra, un km dopo lo svincolo per il villaggio Parinacota. Noi abbiamo le nostre cose da mangiare però ci fermiamo a vedere cosa propone. I ragazzi sono molto gentili e hanno molte cose interessanti. Il locale è semplice ma pulitissimo. Decidiamo di venire qui a mangiare più tardi. Raggiungiamo poi il Lago Chungarà. Facciamo sosta al primo punto panoramico (Mirador Payachatas) e poi andiamo fino a dove possiamo con la macchina, oltre c’è la frontiera con la Bolivia. Parcheggiamo e andiamo a piedi fino all’acqua. Ci sono molti fenicotteri. Bell’immagine con il Parinacota alle spalle. Torniamo poi indietro un pochino e vediamo un pontile. Scendiamo a piedi. Il vulcano si riflette nell’acqua dove ci sono diversi grossi uccelli neri, tipo anatre, che fanno il nido con le alghe raccolte nell’acqua. Andiamo poi al Mirador sulla Laguna Cotacani. Se il Lago Chungarà è il classico lago molto grosso, questa Laguna è formata da tanti piccoli laghetti, circondati di erba gialla e sale bianco. C’è una strada sterrata che consente di arrivare vicino all’acqua ma abbiamo fame quindi proseguiamo ed andiamo a pranzo. Prendiamo due zuppe di pollo con quinoa e verdure, poi Pier ordina un piatto che non riusciamo a capire cosa sia. Gli arriverà una pasta con ragù di alpaca. Dice molto buona. Io di solito non mangio carne da anni, quando sono in vacanza qualche strappo lo faccio se non ho alternative, ma mangiare l’alpaca proprio non ce la farei. Spendiamo la cifra folle di € 5 a testa. La zuppa l’ho apprezzata molto. Oltre a noi, ci sono anche due guide con i loro clienti. C’è un altro ristorante lungo la strada dove abbiamo visto tanti camion parcheggiati fuori. Non abbiamo capito come mai non vengono qui. Magari l’altro è più economico ancora. Ci spostiamo poi, costeggiando lagune con praticelli pieni di lama ed alpaca, al villaggio Parinacota. Ci sono 13°. Il paese è particole e grazioso, pur non avendo nulla di particolare. C’è una piazza con una chiesa. Percorriamo le due vie principali costeggiate da case tutte in adobe bianca. Vediamo in un cortile due cagnolini. Il paese è abitato da qualche anima ma noi non incrociamo nessuno. Saliamo fino ad un punto panoramico, facciamo due foto agli alpaca, andiamo a vedere il piccolo cimitero e poi ripartiamo. Non sappiamo quando avremo la fortuna di poter vedere di nuovo le vigogne e questi meravigliosi paesaggi andini quindi, in silenzio, assaporiamo ogni immagine. Facciamo solo una piccola deviazione per vedere un punto in cui c’è una sorta di imbuto fatto di pietre, dove raggruppavano le vigogne per tosarle. Dovesse interessare si trova vicino al Las Cuevas (la nostra prima tappa di questa mattina). La deviazione è sulla sinistra, dopo km.1,3 dallo svincolo con la A-211, la strada che porta al Salar de Surire, dalla quale siamo arrivati due giorni fa. Non c’è nessuna indicazione. La strada è sterrata. Raggiungiamo il posto dopo qualche chilometro. Carino ma si può anche saltare. Torniamo verso Putre e poi andiamo alle terme Jurasi. Non sono indicate su Google Maps ma su Maps.Me invece sì. Le raggiungiamo velocemente. L’ingresso costa € 4 a testa. Sono molto basiche. C’è solo uno spogliatoio e non ci sono le docce. Non forniscono teli. Ci si sciacqua prendendo l’acqua con un secchio da una tinozza. Pier e Pietro si buttano addosso l’acqua senza porsi il problema, peccato che è gelata e non se lo aspettavano! Quanto ridere! Le pozze sono tre o quattro, non ricordo. Hanno l’acqua scura e il fondo sabbioso. Non sono assolutamente all’altezza delle terme di Puritama, ma per un bagno ristoratore a fine giornata, al tramonto, ci stava. C’è anche una piscina nella quale poter nuotare. Alle 17 siamo in hotel. Questa cena torneremo alla Casona. Stesso tavolo vicino al camino. Prendiamo cevice, salmone con verdure, dolce, birra e vino. Spendiamo € 18 a testa. Pagamento sempre in contanti.
Pernottamento: Terrace Lodge – con colazione – € 73
(https://terracelodge.com/it/)
17) 18 agosto 2023 venerdì: Putre / Arica – km.153
Facciamo colazione con calma, regaliamo le due taniche della benzina a Francisco e poi partiamo.
Informazioni su quello che si potrebbe vedere da Putre ad Arica:
- Socoroma (km.23 da Putre) (deviazione km.5 dalla strada principale)
- Chapiquiña (deviazione km.17 dalla strada principale) e Belén (km.16 oltre Chapiquiña)
- Pukara of Copaquilla: Questo belvedere ti offre una vista speciale sulla vallata, puoi sentire il piccolo fiume che scorre tra i sassi.
- Azapa Valley (a km.7 da Arica) bvalle con coltivazioni e degustazioni. Ci sono anche musei con mummie e geoglifi sulle rocce
Le Ande ci salutano facendoci vedere come ultimi animali, dei bellissimi guanachi. La strada scende rapidamente di altitudine. Ci fermiamo solo in un punto panoramico a Pukara. Passiamo in una zona completamente desertica dove ci sono tanti cactus candelabro. Sbagliamo poi strada. Volevamo vedere l’Azarpa Valley ma il navigatore ci fa prendere, anziché la comoda A-143 che arriva direttamente a San Miguel Azarpa, la più corta A-19. I paesaggi sono belli ma la strada non è per niente sicura perché è tagliata tra le rocce su versanti delle montagne e non ci sono reti di protezione. Se si stacca un sasso arriva direttamente sulla strada. La facciamo a velocità sostenuta perché non ci sentiamo sicuri. Una volta arrivati a San Miguel non ci fermiamo neppure. Avevo un’idea completamente diversa del posto. È proprio brutto. Puntiamo quindi ad Arica.
Informazioni su Arica:
Sulla punta estrema del Cile, Arica è la città più settentrionale del paese e un piacevole luogo dove sostare su un tratto di costa che un tempo apparteneva al Perù. Nel 1880, durante la guerra del Pacifico, i soldati cileni assaltarono infatti El Morro, una fortezza posta in cima a una scogliera ad Arica. Tre anni dopo, gran parte della terra a nord di Antofagasta, che un tempo faceva parte del Perù e della Bolivia, apparteneva al Cile. Sebbene l’Arica di oggi sia ferventemente cilena, è possibile vedere l’influenza peruviana nelle strade e nei colorati mercati della città. Arica si promuove come “la città dell’eterna primavera “, ma il suo clima temperato e le spiagge non sono l’unica ragione per visitarla.
Davedere:
- Aduana de Arica: Di fronte al Parque General Baquedano, l’Aduana de Arica, l’antica sede doganale della città, è una delle creazioni di Alexandre Gustave Eiffel. Attualmente ospita il centro culturale della città, dove potrai trovare reperti sul nord del Cile, vecchie fotografie di Arica e opere di pittori e scultori locali.
- El Morro de Arica (museo e punto panoramico sulla città): Sospesa sopra la città, questa ex roccaforte peruviana è stato il luogo di una delle battaglie chiave della Guerra del Pacifico. La fortezza ora ospita il Museo de las Armas, che commemora quella battaglia.
- Estacíon Ferrocarril: A nord del Parque General Baquedano ti imbatterai nella stazione ferroviaria della oramai defunta ferrovia Arica – La Paz. I treni non attraversano più le montagne verso la capitale boliviana, ma vengono organizzati viaggi di andata e ritorno quattro volte a settimana verso l’altopiano con il treno “El Dorado de los Andes”. L’edificio del 1913 ospita un piccolo museo con una locomotiva e altri resti della ferrovia.
- Iglesia de San Marcos: Situata sulla Plaza Colón, la Iglesia de San Marcos fu eretta nel 1876 e costruita interamente in ferro. Alexandre Gustave Eiffel, progettista della famosa torre parigina, fece realizzare i singoli pezzi della chiesa in Francia che venne quindi assemblata nella città, dopo avere navigato negli oceani Atlantico e Pacifico.
- Plaza Colón
- Casa Della Cultura (progettata nei laboratori del francese Gustavo Eiffel)
- Terminal Agropecuario Arica (mercato)
Arriviamo alle 13 ci sono 22° ed è parecchio ventilato. Passare dal nulla assoluto della Ande, ad una città super caotica, non ci fa piacere. Andiamo a fare il pieno alle macchine, passiamo da un auto lavaggio e poi puntiamo al mare. La lunga spiaggia è bella. Si sviluppa dal porto in direzione nord. Non è questo il periodo ideale per fare vita da mare, quindi, c’è solo qualche surfista con la muta che sfida delle onde non troppo alte. Troviamo un bar graziosissimo sulla spiaggia (Punto Surf Arica) quindi decidiamo di fermarci a pranzare. Prendiamo dei super frullati di frutta e dei panini (€ 12 a testa). Ci godiamo il sole caldo e poi ci spostiamo in hotel. Percorriamo tutta la costa (c’è la possibilità di passeggiare lungo mare), superiamo il porto e lo troviamo sulla destra. Questa zona è rocciosa e ci sono solo due alberghi vista mare. Il nostro sarebbe una bella struttura, ma è decisamente vecchia.
Pernottamento: Panamericana Hotel – con colazione – € 74
(https://www.panamericanahoteles.cl/arica/)
Lasciamo le valige in camera e andiamo in aeroporto a consegnare la macchina. Avremmo voluto tenerla fino alla partenza del volo dopo domani, ma ci hanno detto, al momento della prenotazione, che non era fattibile perché gli uffici sono chiusi nel week end e che dovevamo consegnarla oggi, venerdì, entro le ore 17.30. Noi arriviamo alle 16.30 e non c’è già più nessuno. La responsabile di un altro rental car vicino, ci dice di lasciare le chiavi in una cassettina. Quando prenderemo il volo domenica mattina, saranno ancora parcheggiate nello stesso punto. Per tanto così potevano farcele tenere fino alla fine della vacanza! Chiamiamo Uber (€ 10) e torniamo in hotel. Facciamo un aperitivo in piscina guardando il tramonto, doccia e poi usciamo a cena a piedi (il ristorante è vicino). Andiamo al Maracuja. Ce lo ha consigliato Francisco di Putre. Locale molto bello con terrazza su palafitta, direttamente sul mare. Mangeremo molto bene, due piatti a testa di pesce più il dolce, vino e birra, spendendo € 28 a testa. Apprezziamo la passeggiata per tornare in hotel.
18) 19 agosto 2023 sabato: Arica
Dopo un’ottima ed abbondante colazione, alle 9.00 usciamo. Raggiungiamo il centro dove c’è la piazza poi prendiamo Uber (€ 3) per raggiungere la sommità del Morro (siamo pigri e non abbiamo voglia di fare la salita a piedi). Da lassù c’è un bel panorama della città. La nebbiolina, caratteristica della costa (anche in Perù l’anno scorso l’avevamo trovata al mattino presto) verso le 11 si dissolve. Scendiamo a piedi e andiamo a vedere il museo delle mummie (carino) (€ 2 a testa) che è di strada. Facciamo un giro per le vie del centro poi decidiamo di tornare a pranzo al bar dei surfisti quindi facciamo un tratto con Uber e poi facciamo una passeggiata lungo mare. Anche oggi un mega frullato a testa e poi condividiamo un panino (la colazione è stata molto abbondante …) (€ 9 a testa). Prendiamo ancora Uber e torniamo in hotel alle 14.30 per l’unico pomeriggio di relax della vacanza. Pietro, coraggioso, fa il bagno in mare, mentre noi stiamo spiaggiate al sole in piscina. Aperitivo al tramonto, doccia e torniamo a cena al Maracuja. Anche stasera, due piatti a testa di pesce, dolce, vino, birra e pisco sour (€ 32 a testa).
Pernottamento: Panamericana Hotel – con colazione – € 74
(https://www.panamericanahoteles.cl/arica/)
19) 20 agosto 2023 domenica: Arica / Santiago del Cile
Oggi abbiamo il volo per tornare a Santiago. Non sapendo se qualche taxista di Uber era già operativo presto, abbiamo prenotato ieri un taxi tramite l’hotel. Spendiamo per tutti € 30. Follia visto che l’altro ieri Uber ci ha preso per la stessa tratta un terzo, ma ora è tratta notturna. Lasciamo l’hotel alle 5.45. Parte solo il nostro volo quindi l’aeroporto è vuoto. Facciamo colazione e poi partiamo alle 8.00 con il patema, visto che domani abbiamo l’intercontinentale, che una valigia possa essere rimasta a terra. L’AirTag non ce la fa vedere sotto di noi. Dopo 2 ore e mezza atterriamo. Le valige ci sono tutte. Probabilmente l’App non era aggiornata. Decidiamo d’ora in poi di usarli, ma di controllare la posizione solo se non ci dovessero arrivare i bagagli a destinazione. All’uscita troviamo il taxi che ci ha prenotato l’hotel. Spendiamo per tutti € 85 (andata + ritorno). In 40 minuti siamo in hotel.
Pernottamento: Hotel Boutique Casa Conde – con colazione – € 95
L’hotel è graziosissimo ed i proprietari super gentili. Ci sistemiamo in camera e alle 12.30 usciamo. Chiamiamo Uber che per € 3 ci porta al Barrio Bellavista. Passeggiamo per questo quartiere grazioso. Ci fermiamo a pranzo da Gutzaria. Prendiamo due insalatone (€ 14 a testa). Proseguiamo il giro a piedi fino ad arrivare al Cerro San Cristobal. Facciamo un po’ di coda per salire con la funicolare (€ 8 a testa). Da lassù c’è un bel colpo d’occhio sulla città da un lato e sulle Ande, dall’altro. Prendiamo anche la funivia ad ovetti per arrivare dalla parte opposta della collina. Devo dire che avevo grandi aspettative su questo posto, in realtà è tenuto male. Rimaniamo poco e poi scendiamo. Andiamo a piedi fino al Cerro Santa Lucia ma stanno chiudendo quindi ne vediamo solo un pezzo, ma anche questo non è ben tenuto. Chiamiamo Uber e torniamo in hotel alle 18.00. Per cena usciamo a piedi e andiamo al ristorante che ci ha prenotato il proprietario dell’hotel, l’Ocean Pacific’s (https://oceanpacifics.cl/). Ci ha detto di andare a piedi e tornare con Uber perché di notte è pericoloso. Anche all’andata onestamente non mi è sembrato il massimo. Avremmo dovuto fare in taxi tutte e due le tratte. Il locale è particolarissimo (un po’ di dubbio gusto) ispirato al mare. Il nostro tavolo è in una saletta privata. Mangeremo molto bene. Prendiamo un piatto di grosse vongole gratinate da condividere, poi un piatto di fritto misto ed un tonno, vino, birra e caffè. Spendiamo € 32 a testa. Finiamo in bellezza la vacanza cilena. Chiamiamo Uber e torniamo in hotel.
20) 21 agosto 2023 lunedì: Santiago del Cile/Volo
Dopo una colazione spettacolare curata nel dettaglio e con porcellane molto belle, alle 8.30 partiamo. Finiamo gli ultimi soldi comprando dei cioccolatini. Il volo parte alle 12.30 e dura 13 ore. Come all’andata è tutto pieno.
21) 22 agosto 2023 martedì: Volo / Casa
Arriviamo a Parigi alle 7.30 locali. Per noi sono l’1.30 di notte. Il volo seguente sarebbe dovuto partire alle 15.30 ed invece c’è un ritardo quindi partiremo alle 17.30. Avevamo una mezza idea di prendere un taxi ed andare in centro a Parigi, ma saremmo stati un pochino tirati. Aver saputo del ritardo, avremmo potuto farlo, piuttosto che passare tutte quelle ore in aeroporto. Abbiamo cercato di entrare in una longue ma erano tutte piene. Sono state ore pesantissime. Almeno in aereo si è un minimo comodi per dormire e poi ci sono i film da guardare. Il volo per Milano dura 1 ora e 10. Quando usciamo ci sono i nostri figli a prenderci con una bellissima sorpresa. Hanno portato anche il nostro labrador Buddy che fa il matto quando ci vede.
Alla prossima!
Anna e Pier
NB: se volete altre info, contattatemi senza problemi: african.dreams2019@gmail.com
PS: Se volete vedere farvi un’idea di come siano i posti, guardate il filmino che ho fatto con le mie foto
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