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Dagli dèi dell’Olimpo ai monasteri delle Meteore

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Da anni desideravo visitare le Meteore. Un periodo di ferie nella seconda metà di settembre mi è parso subito il momento ideale per andarci, evitando il caldo estivo asfissiante e, magari, le orde di turisti. Avendo a disposizione 10 giorni abbiamo deciso di aggiungere qualche altra visita; la lettura delle guide sulla Grecia continentale mi ha all’inizio confuso le idee, troppi i posti che avrei voluto vedere, ma alla fine abbiamo deciso di optare per: 4 giorni nella zona del monte Olimpo, 4 giorni alle Meteore, per poi riavvicinarsi a Salonicco gli ultimi giorni, decidendo poi da lì escursioni da fare in giornata. L’elenco degli altri posti che avrei voluto visitare nel nord della Grecia è andato quindi già a comporre un nuovo mini-tour da affrontare in uno dei prossimi anni.

VOLO

Il volo A/R da Bergamo per Salonicco con Ryanair ci è costato circa 120 euro a testa, comprensive di priority e bagaglio da stiva; voli puntualissimi e senza intoppi sia all’andata sia al ritorno.

ALLOGGI

Abbiamo passato le prime 4 notti a Litochoro, presso l’appartamento San Giorgio, prenotato su Booking per 172 euro. Si è rivelato un’ottima scelta, come da recensioni: appartamento spazioso e dotato di tutti i comfort (tra cui pulizie giornaliere), in una zona tranquilla, ma che permetteva di raggiungere in pochi minuti a piedi la via principale, con taverne e negozi. Nella stessa palazzina c’erano altri appartamenti in affitto, nonché la casa dei proprietari stessi, gentili e disponibili. Litochoro è una graziosa cittadina ai piedi del monte Olimpo, che racchiude in sé sia l’atmosfera greca sia il fascino della cittadina di montagna (pur essendo anche a 10 minuti dal mare).

Le 4 notti successive le abbiamo passate a Kalambaka all’Apartament Kiki, prenotato tramite Airbnb per 194 euro. Si trattava di un piccolo, ma molto grazioso, appartamento soppalcato (al piano terra la zona giorno, al piano superiore la zona notte); non abbiamo mai conosciuto la vera host poiché abbiamo sempre interagito con sua sorella, che abitava nella casa di fronte, con la quale dividevamo il giardino: per l’occasione ho anche dovuto rispolverare il mio Francese, visto che la signora parlava, oltre al Greco, solo Francese (e molto bene, tra l’altro!). Anche in questo caso l’appartamento era in una via tranquilla, ma a due passi dalla strada principale di Kalambaka e a pochi minuti di auto dalle Meteore.

Kalambaka è una cittadina abbastanza vivace e turistica; più caratteristica la vicina Kastraki, direttamente ai piedi delle Meteore.

Infine le ultime due notti le abbiamo trascorse all’hotel Galaxy Design a Oraiokastro, cittadina alla periferia nord di Salonicco. La zona è stata scelta per comodità, visto che per il volo del ritorno avremmo dovuto essere in aeroporto la mattina abbastanza presto, quindi non volevamo essere troppo lontani. Oraiokastro non è certo un luogo di villeggiatura, ma si è rivelata comunque migliore di come ce la aspettassimo. Anche l’hotel era decisamente carino e molto economico: 83 per due notti con colazione.

MEZZI DI TRASPORTO

Abbiamo noleggiato l’auto tramite Nova Rent a Car: una Panda a 210 euro per 10 giorni, con copertura totale e chilometraggio illimitato. Ottimo prezzo! L’autonoleggio in questione non ha un ufficio in aeroporto, ma il suo addetto ci attendeva all’uscita per accompagnarci alla macchina e farci firmare i documenti: nel giro quindi di pochi minuti eravamo seduti in auto, senza dover fare code e attese. Anche al ritorno abbiamo trovato il solito addetto che ci aspettava, nonostante fossimo anche in anticipo.

Nel nostro spostarci abbiamo spesso utilizzato l’autostrada, che è a pagamento ma con caselli distribuiti in maniera abbastanza spot e con costi contenuti.

Decisamente rari, invece, gli autogrill: per intenderci tornando da Kalambaka a Salonicco ne abbiamo incrociato solo uno in più di 160 km di strada!

Molte ovviamente le strade di montagna o campagna che abbiamo percorso: non è raro imbattersi in queste situazioni.

La benzina ha un prezzo di poco inferiore a quello italiano.

16 SETTEMBRE – PARTENZA: LITOCHORO

Partiti in perfetto orario da Bergamo alle ore 9.40: due ore di viaggio, ritirati in fretta i bagagli, recuperata ancora più rapidamente l’auto e alle 13.30 eravamo in autostrada in viaggio verso Litochoro. Dopo esserci sistemati nel nostro appartamento San Giorgio, siamo andati alla scoperta di questa cittadina ai piedi del monte Olimpo dove, come già detto, si fondono le tipiche caratteristiche greche ad una atmosfera molto più da città di montagna. Da Litochoro parte la strada d’accesso al parco del Monte Olimpo, quindi qui vi sono diversi centri di informazione turistica. Abbiamo perlopiù passeggiato per la città, un po’ provati dal caldo che per essere metà settembre era abbastanza notevole.

Per chi vuole farsi qualche giorno alla scoperta del Monte Olimpo consiglio assolutamente Litochoro come base di appoggio.

17 SETTEMBRE – MONTE OLIMPO E DION

Il Monte Olimpo non ha bisogno di presentazioni: la montagna greca per antonomasia, nota nella mitologia per essere la dimora degli dei. È inoltre la montagna più alta di Grecia (quasi 3000 metri) e qui è stato fondato il primo parco nazionale greco. Raggiungere la sua cima (Mytikas) non è cosa alla portata di tutti, visto che si tratta di una escursione di 18 km e non propriamente semplice, ma vi sono comunque diversi sentieri a quote più basse che possono essere percorse anche dai meno esperti.

Prima di tutto abbiamo iniziato la nostra giornata con una sosta al Centro Visitatori del Parco Nazionale, dove è possibile leggere informazioni su flora e fauna del parco, vedere un po’ di foto e chiedere informazioni sulle escursioni al personale.

Siamo poi saliti in macchina fino a Prionia (dando un passaggio a due escursionisti polacchi), l’ultima località raggiungibile in auto, a 1100 metri. Credevo che Prionia fosse un vero e proprio paesino, in realtà vi è soltanto un ristorante che vende anche qualche souvenir. Da lì parte la salita verso la cima: poco meno di 2000 metri di dislivello, come dicevo non proprio alla portata di tutti. Ovviamente non essendo noi degli alpinisti esperti non abbiamo minimamente preso in considerazione l’idea di raggiungere la cima, ma abbiamo lo stesso imboccato il sentiero per raggiungere una cascata a pochi minuti di cammino.

Sarà solo la prima di una serie di cascate e cascatelle che vedremo in quei giorni: il monte Olimpo è ricco di acqua.

Abbiamo poi intrapreso il sentiero in direzione opposta, cioè in discesa verso Litochoro, per raggiungere il monastero di Agios Dionysou, ma le indicazioni lasciavano un po’ a desiderare e dopo un bel po’ che camminavamo del monastero non vi era traccia e il cielo si era anche fatto minaccioso, quindi abbiamo deciso di tornare indietro e raggiungere il monastero in macchina.

Arrivati al monastero, da lì abbiamo poi imboccato un altro sentiero che conduceva alla grotta sacra: una ventina di minuti di cammino e abbiamo raggiunto quella che altri non è che una micro-chiesetta costruita nella roccia.

Questo primo approccio col monte Olimpo è stato davvero soddisfacente!

Siccome era ancora presto, abbiamo deciso di proseguire la giornata a Dion, cittadina non lontana da Litochoro, per visitare l’omonimo sito archeologico. Su questo sito avevo letto pareri contrastanti: chi diceva che era assolutamente da non perdere e chi, invece, ne parlava malissimo. Devo dire che ci avviciniamo forse di più a questa seconda opinione: si tratta fondamentalmente di un grande parco dove, qua e là, vi sono resti di bagni, teatri, etc, ma il tutto è abbastanza poco curato. Diciamo che, tutto sommato, ci siamo fatti una passeggiata.

Poiché il biglietto di ingresso (8 euro) comprendeva anche la visita al non lontano museo archeologico, ne abbiamo approfittato: noi non siamo appassionati di archeologia, ma questo museo su tre piani può risultare interessante a chi si diletta con questa materia.

18 SETTEMBRE – PLATAMONAS, VALLE DI TEMBI E MONTE OLIMPO

Come prima tappa della giornata siamo andati a visitare il castello di Platamonas; dalle sue mura si ha una bella vista sulla costa e sul Monte Olimpo, anche se quella mattina il tempo non era bellissimo (ma forse meglio, altrimenti ci saremmo di sicuro bruciati).

Ci siamo poi spostati verso la valle di Tembi, senza ben sapere cosa aspettarci (ma tutte le guide ne parlavano). La strada che conduce a Larissa attraversa questa valle; ad un certo punto abbiamo visto parecchie auto parcheggiate e abbiamo intuito di fermarci. Dopo esser scesi da alcune scale e superati i negozi di souvenir abbiamo attraversato il ponte sul fiume e ci siamo trovati di fronte ad un monastero. Se passate di lì potete fare una sosta, ma non starei ad andarci apposta in questa valle!

Abbiamo poi fatto una pausa per il pranzo lungo la costa a Leptokaria: nel frattempo la giornata era diventata decisamente più soleggiata e la spiaggia, nonostante fosse il 18 settembre, era abbastanza gremita; tra le macchine parcheggiate spiccavano quelle con targa dei Balcani o dell’Europa orientale, come avevamo già notato al castello.

Visto il ritorno del sole, il richiamo del monte Olimpo si è fatto forte: tra l’altro il giorno prima, a Dion, avevamo visto delle indicazioni per una cascata. Tornati a Dion, quindi, abbiamo imboccato una delle strade che salgono sull’Olimpo. La cascata in questione è raggiungibile in pochi metri dalla strada principale: è un angolo davvero bucolico e non stupisce che ci fossero diverse persone anche a fare il bagno.

La strada che saliva sul monte, e che in teoria conduceva ad un rifugio, diventava poi sterrata: ne abbiamo percorsa un bel pezzo, ma del rifugio non vi era ancora traccia e non essendoci indicazioni su quanto mancasse (ed essendo lo stato della strada non ottimale) ad un certo punto abbiamo desistito.

Abbiamo poi concluso la giornata con una visita al monastero di Agios Dionysou, omonimo del monastero già visitato il giorno precedente, ma ben diverso. Con tutti questi monasteri abbiamo iniziato a fare le prove generali per le Meteore!

19 SETTEMBRE – MONTE OLIMPO E PANTELEIMONAS

Ancora in giro per il Monte Olimpo, ma da un’altra strada: alla fine di essa, un po’ di scalini per raggiungere una chiesetta semi-abbandonata lungo il torrente. Al ritorno, vicino a dove avevamo parcheggiato l’auto, abbiamo visto un cartello, scritto solo in Greco, indicante un altro sentiero che conduceva ad una cascata. 10 minuti scarsi di cammino e abbiamo raggiunto questo angolo bucolico.

Una grossa cosa negativa che devo segnalare, invece, della zona del monte Olimpo, è il grande numero di cani randagi: probabilmente cani che un tempo erano domestici e poi abbandonati, perché non erano aggressivi, anzi sembravano gradire la compagnia dell’uomo. Però, per chi come me ha un po’ timore dei cani, un po’ inquietante, oltre che molto triste. Quel giorno un cane ci è pure salito in macchina, quasi ci piangeva il cuore a farlo scendere (la scena, però, è stata parecchio grottesca).

Nel pomeriggio abbiamo vagato un po’ nei dintorni per poi soffermarci a Palaios Panteleimonas, un grazioso villaggio un po’ in altura dove vale la pena fare due passi.

Molti alberi avevano già colorazioni quasi autunnali, il che con le temperature decisamente estive faceva un certo contrasto.

20 SETTEMBRE – SPOSTAMENTO A KALAMBAKA: METEORE!

Quella mattina la giornata si presentava magnifica: quasi era un peccato doversene andare da Litochoro! Ma ci aspettavano le Meteore, quindi la malinconia era compensata dalla gioia. Partiti poco dopo le 9.30, a mezzogiorno eravamo già a Kalambaka, con una mezz’ora abbondante di anticipo rispetto all’ora che avevamo comunicato alla nostra host; per fortuna la sorella della padrona di casa abitava nello stesso cortile, quindi ci siamo in fretta sistemati. La casa, come già detto, era davvero carina e accogliente. La signora, ci ha dato un po’ di dritte e informazioni sulla città e sulle Meteore, soprattutto riguardo a orari e giorni di apertura (che si sono rivelati leggermente diversi da quelli che avevo scaricato da internet prima di partire). Dopo un veloce pranzo in una delle tante ghirerie di Kalambaka, siamo partiti alla scoperta delle Meteore: la strada principale attraversa il villaggio di Kastraki e poi inizia a salire, verso questi complessi di roccia; abbiamo iniziato a vedere i monasteri che sovrastano i pinnacoli. Una vera emozione essere in questo posto che sognavo da anni!

Abbiamo deciso di iniziare dal monastero di Varlaam, visto che l’indomani sarebbe stato chiuso. Una piccola premessa: tutti i monasteri abitati e visitabili (6) sono raggiungibili tramite un numero cospicuo di gradini, tra i 150 e i 300; l’ingresso ad ogni monastero costa 3 euro e servirebbe un adeguato abbigliamento: gonna sotto il ginocchio e spalle coperte per le donne; pantaloni lunghi per gli uomini. Dico servirebbe perché in realtà solo in uno dei sei monasteri ho visto prestare particolare attenzione, in particolare quasi ovunque gli uomini entravano anche in pantaloncini e talvolta ho visto anche donne in pantaloni. In ogni caso all’ingresso dei monasteri vi sono i parei e i gonnelloni per coprirsi (io avevo gonna lunga e pashmina nello zaino che prontamente mi infilavo). Vi sono anche monasteri disabitati o abbandonati, nel corso dei nostri giorni di vacanza ne abbiamo individuati parecchi.

Varlaam è uno dei monasteri più grandi e con più cose da visitare; la musica sacra in sottofondo creava anche una bella atmosfera nonostante la grande presenza di turisti.

Ci siamo poi spostati verso il monastero di Agios Stefanos, abitato dalle suore, il più meridionale dei monasteri. Questo è decisamente più piccino di Varlaam e si visita in poco tempo.

Lungo la strada che va verso i monasteri della Santa Trinità e Agios Stefanos sorgono due punti panoramici da cui si gode una vista spettacolare, anche se il pomeriggio non è il momento migliore, sia per la luce sia per il quantitativo di gente. Ecco, la nota dolente: il quantitativo di turisti. Non che ci aspettassimo di essere lì da soli, ma essendo settembre inoltrato ci immaginavamo una affluenza un po’ più scarsa, invece il numero di persone era impressionante! Tantissimi pullman, soprattutto, di viaggi organizzati da tutta Europa (in particolare Europa dell’est) nonché un numero altissimo di Giapponesi. Decisamente ci aspettavamo una atmosfera più… raccolta.

Già verso le 17, tuttavia, coi monasteri ormai chiusi, il quantitativo di gente è drasticamente diminuito e, tornati verso Varlaam e il vicino Gran Meteora, ci siamo goduti il paesaggio con un po’ più di quiete.

21 SETTEMBRE – FULL IMMERSION METEORE!

Giornata interamente dedicata alle Meteore. Per prima cosa siamo tornati al punto panoramico, per goderci il paesaggio con un po’ più di quiete e una luce migliore.

Abbiamo poi visitato il monastero della Santa Trinità, che per la sua posizione è forse il più suggestivo (vi hanno anche girato scene di un vecchio film di 007). E’ anche il più impegnativo da raggiungere, visto che prima bisogna scendere per poi risalire nuovamente; c’è una teleferica, ma credo venga usata solo per necessità.

Siamo poi andati al monastero di Roussanou. E qui siamo decisamente capitati nel momento sbagliato: il monastero (di suore) era in quel momento preso da assalto da diversi gruppi, anche di italiani, e muoversi nei suoi piccoli spazi era quasi impossibile. La nostra permanenza quindi è durata ben poco.

Bisognosi di un po’ di tranquillità, abbiamo temporaneamente lasciato la zona più turistica e raggiunto il  vicino villaggio di Vlichada: avendo poi trovato dei tavolini da pic-nic ne abbiamo approfittato per mangiare, gustandoci oltre al cibo anche il paesaggio e la pace.

Siamo poi andati a Gran Meteora: questo è il monastero più grande e quindi, fortunatamente, nonostante la tantissima gente, ce lo siamo riusciti a godere. Molte le cose da visitare al suo interno, tra cui alcune stanze dedicate alle attività più manuensi svolte un tempo nei monasteri… ma la più fotografata resta la cella con all’interno un numero considerevole di teschi!

Poiché l’ultimo monastero che ci mancava all’appello di venerdì era chiuso, abbiamo proseguito con una visita al grazioso villaggio di Kastraki.

A Kastraki siamo anche tornati la sera per cenare nella buona taverna Batalogianni (grazie Vale per il consiglio!), ma prima della meritata cena siamo tornati al solito punto panoramico per vedere il tramonto; ovviamente non eravamo stati gli unici ad avere questa idea, ma la ressa non era, tutto sommato, troppa. Andare a vedere il tramonto alle Meteore è tanto scontato e banale, quanto imperdibile e spettacolare: non per nulla le agenzie che organizzano escursioni propongo, tra le varie attività, proprio le uscite al tramonto.

22 SETTEMBRE – SETTIMO MONASTERO, METEORE E VARIE ED EVENTUALI

La sorella della padrona di casa ci aveva parlato di un “settimo monastero”, raggiungibile con un sentiero che partiva dai pressi di Gran Meteora. Nei giorni passati avevamo provato ad individuarlo, ma non era proprio segnalato; per fortuna ci è venuto in auto il navigatore del cellulare, che ce lo ha indicato.

30-40 minuti di cammino e si arriva al monastero di Ypapanti: secondo le indicazioni, dal lunedì al venerdì mattina dovrebbe essere aperto, noi ci siamo andati di sabato quindi sapevamo che l’avremmo trovato chiuso, ma il nostro scopo era fare la camminata fino ad esso.

Bella poi la vista dalla collinetta esattamente di fronte.

Non eravamo soli, abbiamo incontrato diversi gruppi di escursionisti con guida: infatti a Kalambaka ci sono molte agenzie che organizzano hiking tra le Meteore, tra cui la più famosa è Visit Meteora, di cui mi sono studiata il sito prima di partire.

Tornati dalla nostra passeggiata ci attendeva l’ultimo monastero, quello di Agios Nikolaos: è il più piccino e il primo che si incontra salendo da Kastraki. Ma, grazie anche alla scarsa ressa trovata in quel momento, è uno di quelli che ci siamo goduti di più. Piccolo ma carino!

Sarà la stanchezza cumulata dal giorno prima, sarà la passeggiata a Ypapanti, ma i gradini di Agios Nikolaos ci hanno letteralmente distrutto, quindi abbiamo optato poi per un pomeriggio più soft.

Nonostante avessi letto che la grotta di Theopetra fosse chiusa, abbiamo provato ad andarci lo stesso. Ma in effetti risulta chiusa a tempo indeterminato. Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere questa grotta, che era già abitata 130000 anni fa.

Tornando a Kalambaka abbiamo deciso di farci un giro al Museo di Storia Naturale e dei Funghi (ingresso 5 euro). Ci sono i classici diorami, ma ben fatti, di diverse ambientazioni, e poi un intero piano dedicato ai funghi; presente anche un piccolo shop che vende funghi e altri souvenir. Nulla di imperdibile, ma se volete passare un po’ di tempo in tranquillità è un posto carino.

Sulla scia delle visite culturali siamo poi andati a Kastraki a visitare il Museo di Storia Geologica delle Meteore. Considerato che l’ingresso è pure gratuito, consiglio vivamente di fare una sosta in questo museo, dove viene descritta la nascita delle Meteore dal punto di vista geologico e ci sono anche diverse informazioni di geologia e scienze della terra (materie a noi particolarmente care). La visita si conclude con la visione di un breve video.

Dopo tutta questa “cultura”, mi era tornata voglia di camminare. Quindi abbiamo imboccato un sentiero che parte da una chiesetta nella parte alta di Kastraki e abbiamo raggiunto uno degli spuntoni di roccia che prima ammiravamo da lontano. Peccato solo che nel sentiero moscerini e zanzare ci hanno dato il tormento!

Quel giorno siamo tornati letteralmente distrutti, ma davvero contenti!

23 SETTEMBRE – PYLI, ELATI, PERTOULI E ANCORA METEORE

Avendo visitato ormai tutti i monasteri, abbiamo deciso di dedicare l’ultimo giorno di soggiorno a Kalambaka ad una gita a Elati, sui vicini monti del Pindo. A dire il vero siamo stati molto indecisi, in quanto la sorella della padrona di casa ci aveva consigliato di andare a visitare Metsovo, che in effetti dalla guida non sembrava niente male. Però la strada sarebbe stata decisamente più lunga, quindi alla fine siamo rimasti sulla nostra idea originale (e Metsovo è finita nella lista delle mete per la prossima vacanza greca).

Sulla strada verso Elati prima abbiamo fatto una sosta a Pyli, dove si trova un antico ponte di pietra.

Abbiamo poi iniziato a salire su per le montagne fino ad arrivare ad Elati, piccolo ma grazioso villaggio. Se non fosse per le scritte con l’alfabeto diverso, sembrerebbe tranquillamente di essere in un paesino sulle Alpi: case di legno e pietra, balconi fioriti, negozi di souvenir tipicamente montani… Una Grecia decisamente diversa rispetto a quella dell’immaginario collettivo.

In realtà ad Elati non c’è molto da fare, quindi abbiamo proseguito verso Pertouli, che non è un vero e proprio paese ma piuttosto una località, famosa d’inverno per lo sci. Abbiamo poi fatto una sosta pranzo in un boschetto ed essendo domenica non mancavano famiglie e gruppi di amici a grigliare o fare picnic.

Siamo tornati poi verso Kalambaka scendendo da un’altra strada: abbiamo così visto le Meteore anche da un altro punto di vista.

E a quel punto, essendo ancora presto, abbiamo deciso di proseguire la giornata proprio con una nuova camminata alle Meteore.

Infilandoci in una stradina che parte dalla strada principale a Kastraki raggiungiamo la vecchia cappella di Panagia; di fronte a noi un monastero, ma un cartello sul cancello ci proibiva l’ingresso.

Da lì, però un sentiero abbastanza breve permetteva di raggiungere le rovine del monastero di Agios Nikolaos di Badova, praticamente incastonato nella roccia.

Tante sono le rovine che si possono notare qua e là alle Meteore, alcune, come quella appena descritta, facilmente raggiungibili, altre più impegnative. D’altronde le Meteore sono molto frequentate anche dai climber!

24 SETTEMBRE – ARRIVEDERCI METEORE

Anche il soggiorno alle Meteore si era concluso e con malinconia era giunta quindi l’ora di riavvicinarci a Salonicco. Dopo poco meno di 3 ore di viaggio siamo arrivati al Galaxy Design di Oraiokastro, che come già detto è stato decisamente meglio rispetto alle aspettative. Oraiokastro è una cittadina alla periferia nord di Salonicco, ma anch’essa è stata meno peggio del previsto; la posizione dell’hotel era poi comoda per raggiungere le vie centrali con bar e ristoranti. Il pomeriggio si è poi concluso con un giro nei dintorni, ma senza una meta ben precisa.

25 SETTEMBRE – EDESSA E PELLA

Leggendo la guida della Grecia continentale per organizzare il viaggio, mi ero imbattuta in Edessa, cittadina del nord della Grecia, nota per le sue cascate. Da subito essa è diventata la mia meta per l’ultimo giorno.

Oraiokastro ed Edessa non sono vicinissime ma è comunque una gita fattibile in giornata (poco meno di 100 km).

Il tempo, che fino al giorno precedente era decisamente estivo, aveva nel frattempo subito un brusco mutamento: già dalla sera prima erano arrivati venti freddi, che avevano comportato un crollo delle temperature e un cielo decisamente nuvoloso. Andando verso Edessa, inoltre, qua e là si vedevano i danni provocati dal forte vento.

Edessa di per sé non è nulla di che, ma la cascata è effettivamente abbastanza suggestiva; forse, però, in una giornata di sole, sarebbe stato ancora più bello.

Dietro di essa è possibile entrare in una piccola grotta per il costo irrisorio di 50 centesimi.

Nei dintorni della cascata è poi possibile visitare un rettilario e diversi musei, cosa che noi abbiamo fatto.

Tornando verso Oraiokastro, essendo ancora presto, ne abbiamo approfittato per una sosta più “culturale” a Pella: ex capitale dalla Macedonia, non stupisce che qui si trovi quindi un importante sito archeologico e, non lontano, un museo. Il biglietto costa 8 euro e dà diritto a visitare entrambi.

26 SETTEMBRE – RITORNO A CASA

Stavolta era davvero arrivato il momento di tornare a casa: alle 10 ci attendeva il nostro volo per Bergamo. Fortunatamente avevamo scelto l’ultimo alloggio in maniera tattica e in meno di mezz’ora eravamo in aeroporto.

10 giorni che, se da una parte sono volati, dall’altra sono stati molto intensi. Le tanto sognate Meteore non mi hanno deluso, anzi: nonostante la gran folla (inaspettata) di visitatori, mantengono ancora un fascino indescrivibile; il Monte Olimpo e i suoi dintorni ci hanno regalato degli scorci bellissimi; ho anche avuto un assaggio dei monti del Pindo, che mi ha fatto accrescere la voglia di visitarli.

La Grecia per fortuna è a poche ore di volo (ed economica, cosa che non fa mai male…) e le sue regioni settentrionali saranno sicuramente ancora meta di uno dei futuri viaggi.

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