- A) INFORMAZIONI GENERALI:
IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 39 pagine … almeno sapete … di che morte morire se iniziate a leggere … In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte prima della partenza e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa.
Quando: 20 giorni dal 31.07.2022 al 19.08.2022.
Perché questo viaggio: avevamo letto che in Perù è super sconsigliato il self drive quindi non lo abbiamo mai preso in considerazione come meta. Noi preferiamo viaggiare da soli, in autonomia. Solitamente questa meta si visita o con tour organizzati con spostamenti in piccoli bus con autista oppure per conto proprio però usando i pullman collettivi (anche notturni per le lunghe tratte). Quando a febbraio ho trovato on-line il diario di viaggio di Pamela, una ragazza che ha fatto questo viaggio affittando la macchina, mi si è aperto un mondo. Il Perù in quel momento non era toccato dalle restrizioni Covid ma, nel dubbio, abbiamo prenotato tutto quello che era da pagare subito, rimborsabile al 100% ed il resto annullabile a ridosso della partenza e da pagare in loco (hotel su booking). Quest’anno anche nostra figlia Martina ci ha dato buca quindi i prezzi riportati sono solo per due persone.
Itinerario: Lima – Paracas – Huacachina – Nazca – Arequipa – Chivay – Canyon del Colca – Lago Titicaca – Montagne arcobaleno (trekking a Palcoyo e Vinicunca) – Cusco – Valle Sacra – Ollantaytambo – Aguas Caliente – Machu Piccu – Cusco – volo per Puerto Maldonado (Amazzonia) e volo di rientro a Lima.
1) COSTI
Prenotazioni: abbiamo fatto tutto da soli
Voli: € 1.815 a testa.
Li abbiamo prenotati 6 mesi prima e con le tariffe più care per avere il rimborso al 100% in caso di annullamento.
– Volo intercontinentale: € 1.438 a testa (prenotato su Klm ma operato da Delta via Atlanta)
(dopo 3 mesi il prezzo era duplicato). Si poteva scegliere Iberia molto più comoda ma carissima già in partenza oppure Air Europa, anche lei comoda ma con ha recensioni negative e comunque più cara.
– Volo interno: € 243 a testa (prenotati su Latam) Cusco – Puerto Maldonado via Lima
– Volo interno: € 134 a testa (prenotato su Latam) Puerto Maldonado – Lima
Pernottamenti:
01.08.2022: Hotel San Agustin (Paracas) – B & B (117 euro)
02.08.2022: B & B El Jardin (Nazca) – B & B (45 euro)
03.08.2022: Hotel Viza (Arequipa) – B & B (87 euro)
04.08.2022: Hotel Viza (Arequipa) – B & B (65 euro)
05.08.2022: Colca Trek Lodge (Canyon del Colca – Pinchollo) – B & B (46 euro)
06.08.2022: Hospedaje y Restaurante Saywa (Lago Titicacca – Llachon) – B & B (34 euro)
07.08.2022: Amantani Lodge (Lago Titicaca – Isola Amantani) – B & B (45 euro)
08.08.2022: UROs Arantawi Lodge (Lago Titicaca – Isole Uros) – B & B (49 euro)
09.08.2022: Casa Chillitupa (Combapata) – B & B (67 euro)
10.08.2022: Tambo del Arriero Hotel Boutique (Cusco) – B & B (72 euro)
11.08.2022: Tambo del Arriero Hotel Boutique (Cusco) – B & B (72 euro)
12.08.2022: Hotel Rupa Rupa High Jungle Eco (Agua Caliente) – B & B (51 euro)
13.08.2022: El Albergue (Ollantaytambo) – B & B (61 euro)
14.08.2022: Tambo del Arriero Hotel Boutique (Cusco) – B & B (60 euro)
15.08.2022: Inkaterra Hacienda Conception (Puerto Maldonado, Amazzonia) – tutto compreso (400 euro)
16.08.2022: Inkaterra Hacienda Conception (Puerto Maldonado, Amazzonia) – tutto compreso (400 euro)
17.08.2022: Holiday Inn Airport (Lima) – B & B (154 euro)
Auto: € 1.470
affittata da Herz con assicurazione completa. L’abbiamo presa all’aeroporto di Lima e l’abbiamo lasciata all’aeroporto di Cusco.
Parcheggi – taxi – pedaggi strade: € 106
Costi ingressi Parchi e Boleti: € 218
Machu Picchu: € 512
– treno: € 116 x 2 = € 232
– pullman: € 32 x 2 = € 64
– ingresso: € 78 x 2 = € 156
– guida nel sito: € 60
Altre spese: gasolio 228 euro; market e bar 58 euro; ristoranti 1.040 euro; Esta per gli Stati Uniti 21 euro a testa; varie 284 euro
2) INFO PERNOTTAMENTI
Siti internet:
– Hotel San Agustin (Paracas) https://www.sanagustinparacashotel.com/es/
– B & B El Jardin (Nazca) https://bb-el-jardin.hoteles-en-ica.com/it/
– Hotel Viza (Arequipa) https://www.vizahotel.com/
– Colca Trek Lodge (Pinchollo) https://colcatreklodge.com/
– Hospedaje y Restaurante Saywa (Llachon) http://www.saywalodge.com/
– Amantani Lodge (Lago Titicaca) https://www.booking.com/hotel/pe/amantani-lodge.it.html
– UROs Arantawi Lodge (Lago Titicaca) https://www.booking.com/hotel/pe/uros-aruntawi.it.html
– Casa Chillitupa (Combapata) https://www.booking.com/hotel/pe/casa-chillitupa-cuzco1234567891011121314.it.html
– Tambo del Arriero Hotel Boutique (Cusco) https://www.tambodelarriero.com/
– Hotel Rupa Rupa High Jungle Eco (Agua Caliente) https://ruparupamachupicchu.com/
– El Albergue (Ollantaytambo) https://www.elalbergue.com/
– Hotel Inkaterra Hacienda Conception (Puerto Maldonado, Amazzonia)
https://www.inkaterra.com/inkaterra/inkaterra-hacienda-concepcion/the-experience/
– Holiday Inn Airport (Lima) https://www.ihg.com/holidayinn/hotels/us/en/lima/limap/hoteldetail?cm_mmc=GoogleMaps-_-HI-_-PE-_-LIMAP
Info in breve:
A parte a Nazca, abbiamo trovato tutte le camere pulite, personale molto cortese e ottime colazioni. Fate attenzione se siete freddolosi perché in molti posti non c’è il riscaldamento nelle camere (i letti hanno molte coperte quindi non si patisce freddo, ma farsi la doccia la sera ed alzarsi al mattino è impegnativo).
– Hotel San Agustin (Paracas) Voto 8
Struttura carina con piscina con camere spaziose tutte vista mare. Parcheggio interno.
– B & B El Jardin (Nazca) Voto 4
Gestito da due persone anziane gentilissime ma non era molto pulito. Parcheggio interno.
– Hotel Viza (Arequipa) Voto 8
Struttura carina con camere appena ristrutturate. Sul tetto c’è un terrazzo dal quale si ha una bella vista sulla città e sul vulcano Misti. Parcheggio interno.
– Colca Trek Lodge (Pinchollo) Voto 8
Bella struttura che si affaccia sul canyon. La nostra camera, la 112 come quella al piano superiore, la 212, sono quelle più esterne verso il canyon e hanno due pareti a finestra. C’è il ristorante per la cena. Non c’è il riscaldamento né in camera né al ristorante (qui però c’è il camino). Parcheggio interno.
– Hospedaje y Restaurante Saywa (Llachon – Lago Titicaca) Voto 6
Oggi c’era la festa del paese quindi quando siamo arrivati, i proprietari non c’erano. Li abbiamo chiamati e ci hanno detto di andare in camera (la porta era aperta). Li abbiamo aspettati lì più di un’ora al buio (non c’era la luce) e al freddo (non c’è il riscaldamento). Quando sono arrivati hanno acceso il generatore ma l’acqua della doccia non ha fatto in tempo a riscaldarsi quindi l’abbiamo fatta fredda. Non c’è il riscaldamento né in camera né al ristorante (arrivava solo un po’ di tepore dalla cucina di fianco). Ci hanno preparato loro cena ed è stata molto buona. Parcheggio interno.
– Amantani Lodge (isola Amantani, Lago Titicaca) Voto 9
Mariluz ed Henry sono persone squisitissime. Nella loro casa hanno 3 camere per i clienti. Puntano molto al rapporto con i loro ospiti. Con Henry siamo andati fino al tempio di Pachamama e ci ha spiegato come si vive sull’isola e ci ha fatto conoscere molte erbe che loro usano come medicine. Mariluz è un’ottima cuoca. Abbiamo cenato e pranzato con loro e poi siamo rimasti parecchio a chiacchierare. Non c’è il riscaldamento né in camera né al ristorante (la cucina di fianco un po’ riscaldava). Hanno i pannelli solari quindi se è nuvolo, la doccia è fredda, come è successo a noi. Tra tutti i pernottamenti della vacanza, questo è quello che ricorderemo più piacevolmente.
– UROs Arantawi Lodge (isole Uros, Lago Titicaca) Voto 7
Ci tenevamo a fare un pernottamento su una delle famose isole flottanti. Sono venuti a prenderci al porto con la loro barca. Hanno 4 camere spaziose e un locale per il ristorante. Il cibo non è stato un gran ché. Bello il giro in barca al tramonto tra le isole, con sosta su una per vedere come vive la gente del posto. Bello soprattutto perché non c’era nessun turista e si potevano vedere le attività giornaliere delle poche famiglie che vivono ancora sulle isole. Nel ristorante non c’è il riscaldamento (hanno coperte in lana) mentre in camera c’è una stufa. Parcheggio in un garage al porto.
– Casa Chillitupa (Combapata) Voto 7
Posto perfetto, se si viaggia in autonomia, sia per il trekking a Palcoyo che Vinicunca. Fanno servizio ristorante per la cena (buona). Non c’è il riscaldamento in camera. Parcheggio nel loro terreno.
– Tambo del Arriero Hotel Boutique B & B (Cusco) Voto 9
Struttura molto bella vicino al centro. Colazione ottima. Parcheggio recintato di fronte.
– Hotel Rupa Rupa High Jungle Eco B & B (Agua Caliente) Voto 7
Semplice ma pulito. Non c’è il riscaldamento. C’è la possibilità di lasciare i bagagli quando si lascia la camera per andare a Machu Picchu. Colazione da asporto, se serve.
– El Albergue B & B (Ollantaytambo) Voto 5
Direttamente alla stazione per Aguas Caliente. Semplice ma pulito. Se si ha la camera verso i binari, si hanno in dotazione tappi per le orecchie. Colazione scarsa. Parcheggio recintato nelle vicinanze.
– Hotel Inkaterra Hacienda Conception (Puerto Maldonado, Amazzonia) Voto 9
Bella struttura immersa nella foresta ammazzonica. Protetta da zanzariere. Tutti i pasti (ottimi) e le attività sono comprse (organizzano tante cose).
– Holiday Inn Airport ( Lima) Voto 8
Ha il servizio navetta per l’aeroporto ed è gratuito. Classico hotel della Holiday Inn perfetto per una notte in arrivo o in partenza. All’interno c’è il ristorante (buono).
3) INFO VIABILITA’
Km. da noi percorsi: km. 2.429
Patente: la patente internazionale non è obbligatoria. Noi l’avevamo fatta per il viaggio fatto ad aprile quindi, nel dubbio, l’abbiamo portata dietro ma abbiamo mostrato alla Herz quella italiana ed andava bene. La polizia non ci ha mai fermati.
Strade: si sconsigliano i viaggi in Perù in self drive per i rischi che ci sono sulla strada. In realtà credo che lo facciano per il semplice fatto che i tour operator, che offrono tour con trasporti con pullmini/pulman, avrebbero meno clienti (ma i rental car lavorerebbero di più). Se il self drive prendesse piede, una grande fetta di persone cambierebbe modo di visitare il Perù. Io posso dire che affittare la macchina e girare per conto proprio è assolutamente fattibile. Bisogna prestare attenzione alla guida perché i peruviani hanno come regola di guida: non seguire nessuna regola. Nelle città superano da destra e non rispettano molto le precedenze. Suonano sempre il clacson, come se avessero ragione in tutto. Mio marito non ha avuto nessun problema a guidare, prestando attenzione e andando piano nelle città, non abbiamo mai rischiato nulla. Abbiamo trovato pesante guidare sulla Panamericana da Ica fino quasi ad Arequipa perché la strada diventa ad una sola corsia per senso di marcia e ci sono migliaia di camion. Nei tratti in cui è dritta, non ci sono problemi e si supera facilmente. Nei tratti in salita e con le curve loro rallentano, facendo fatica a procedere, quindi bisogna prestare molta attenzione nei sorpassi. A volte viaggiavamo ai 30 all’ora quindi abbiamo percorso 550 km. in circa 10 ore. Se non si vuole percorrere tutto questo tratto in un giorno, si potrebbe dormire a Camanà e poi proseguire il giorno seguente. In compenso i paesaggi sono belli. La strada in alcuni tratti è tagliata a metà costa delle montagne e ci sono bei colpi d’occhio sul mare.
Nel tratto invece da Puno verso Cusco ci sono molti rallentatori di velocità (dossi) ma non sono segnalati quindi bisogna andare piano.
Detto questo, il self drive in Perù è fattibilissimo. Per noi era la condizione essenziale per affrontare questo viaggio, perché il fatto di essere completamente indipendenti è impagabile. Se non avessimo potuto farlo in self drive, avremmo cambiato meta. Se si vuole evitare la Panamericana si può arrivare ad Arequipa in aereo e affittare lì la macchina, lasciandola poi a Cusco.
Lungo le strade ci sono spesso caselli dove si deve pagare.
Tempi di viaggio: quelli indicati nell’itinerario, dopo i km percorsi ogni giorno, sono effettivi senza soste.
4) INFO GENERALI
Valuta: Sola 1 = € 0,25 – € 1 = Soles 4 .
A parte il primo giorno dove abbiamo cambiato Euro per Soles, per il resto abbiamo prelevato in Dollari (solo una volta perché quella banca ci consentiva un prelievo maggiore rispetto alla valuta locale) e per il resto in Soles.
Malaria: nell’Amazzonia c’è. Noi non abbiamo mai fatto l’antimalarica neppure per andare in Africa in zone ad alto rischio, nel periodo peggiore. Quindi per andare due notti nella foresta, non l’abbiamo proprio presa in considerazione. Preferiamo fare quella comportamentale: dopo il tramonto rimanere all’aperto il minimo in dispensabile indossando solo abiti chiari che coprano la maggior parte del corpo e spruzzando, sulle parti scoperte, dei repellenti e soprattutto dormire sotto le zanzariere. Sono scelte personali.
Febbre gialla: consigliano di fare il vaccino per l’Amazzonia. Noi l’avevamo fatto per andare in Uganda quindi non ci siamo informati se in realtà fosse solo consigliato o obbligatorio. Abbiamo portato dietro il libretto ma nessuno ci ha chiesto di mostrarlo. Quindi meglio informarsi bene.
Documenti e visti: consultare il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/).
Covid: se vaccinati non serve il tampone in arrivo. Bisogna solo compilare, 48 prima dell’arrivo, una dichiarazione giurata di non positività al Covid sul sito ufficiale (all’arrivo non l’hanno chiesta). Ovunque era obbligatoria la mascherina (anche all’aperto), comunque nessuno diceva nulla se non la si indossava.
Cibo: in Perù si mangia benissimo. La cosa che c’è piaciuta di più è la ceviche (pesce crudo marinato nel lime). Non abbiamo provato la cavia (cuy) perché ci faceva impressione (oltretutto la servono intera …). Come liquore ci è piaciuto il Pisco Sour (lo si può bere come aperitivo, durante la cena e anche come digestivo) fatto con il liquore Pisco e l’aggiunta dell’albume dell’uovo. Come birra invece la Cusquena.
Costo benzina: Soles 22,80 (€ 5,70) al gallone – circa € 1,40 al litro
Cellulare: copertura ovunque
Fuso: -7 dall’Italia
Fotografia: Ho fatto 3.500 foto … Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300.
Corrente: ci vuole l’adattatore. Le prese sono di tipo A (quelle americane a due uscite parallele di tipo lamellare sottili) e C (europea a due poli)
Temperatura: In Amazzonia dai 28 ai 33 con molta umidità. Nel resto dei posti da noi visitati, dai 5 ai 22 gradi. Siccome il Perù si trova più vicino all’equatore rispetto all’Italia, pur essendo inverno, ad agosto, le temperature in quota sono diverse dalle nostre. Per fare un esempio. Da noi in inverno, ad un rifugio vicino a casa nostra, il Regina Margherita, a 4.500 mt, ci sono circa -30. Noi, a 5.100, abbiamo trovato come minima 5°. C’è tanta differenza di temperatura se c’è il sole o meno.
Meteo: siamo stati fortunati. Abbiamo sempre trovato il sole a parte una giornata sul lago Titicaca dove era un po’ nuvoloso. Ha piovuto 3 sere ma quando eravamo in camera per la doccia quindi non ci ha creato problemi.
Altitudine: per molti è un problema serio. Consigliano di portare da casa il Dyamox, un diuretico che viene usato contro il soroche (mal di montagna). In loco si trovano altri medicinali ma sempre con il componente base del Dyamox. Il mate de coca (the con foglie di pianta di coca) ed il the de muna possono alleviare il fastidio. Un consiglio spassionato è iniziare il tour (se non lo si fa partendo in macchina o in pullman da Lima) da Arequipa (mt. 2.300) e finirlo a Cusco (mt. 3.400). Se si prende il volo da Lima, che è sul mare, si arriva già ad altitudini elevate. Si possono passare due giorni ad Arequipa e poi salire. Se si parte da Cusco e si va ad esempio direttamente a Vinicunca, il rischio di stare male è più elevato. Machu Picchu non crea problemi perché è basso. Noi non abbiamo mai avuto problemi, neppure durante i trekking sui 5.000 fermo restando che, a quelle altitudini, si fanno 10 passi e poi ci si deve fermare a respirare.
Sicurezza: non abbiamo mai avuto sensazione di trovarci in posti poco sicuri. I peruviani sono persone splendide e molto cordiali.
Lingua: spagnolo e pochissimo inglese quindi ci conveniva parlare italiano (non conoscendo lo spagnolo)
Immondizia e cani randagi: grande nota dolente entrambe le cose. L’immondizia che viene ammassata in alcuni punti delle città, viene distrutta e portata ovunque dai cani randagi. Quelle povere anime sono sempre alla ricerca di qualcosa da mangiare. Sono a centinaia e sono ovunque. Impressionante. Ne abbiamo visti alcuni morti a bordo strada. Ci hanno detto che l’immondizia è comunque gestita bene perché passano a raccoglierla. Direi molto poco! Mentre per i cani è normale prendere un cucciolo e quando diventa grande, lo si lascia libero. Non commento.
Dove passano i camion ci sono sacchetti ovunque a bordo strada. Li buttano direttamente dal finestrino. Mi ha dato tremendamente fastidio vederli più che altro nel tratto tra Arequipa e Puno. La strada attraversa il parco nazionale di Salinas y Aguada Blanca. Ci sono cartelli di richiesta di salvaguardare le vigogne e la flora. Come si fa a non avere cura neppure di un parco nazionale? Le vigogne, soprattutto nel punto dove c’è una pozza d’acqua, pascolavano tra la plastica.
Giornata tipo: Iniziavamo la giornata all’alba, verso le 6. Colazione in hotel, visite e trekking durante il giorno con soste pranzo nei ristoranti lungo la strada ed arrivavamo in hotel al tramonto verso le 17.30 – 18.00. Cena sempre al ristorante o presso le strutture dove abbiamo dormito (Canyon del Colca, lago Titicaca e Combapata), in questi posti non c’erano ristoranti nelle vicinanze
Opinione generale: questo viaggio ci è piaciuto tantissimo. Il Perù è assolutamente da visitare almeno una volta nella vita. Ci siamo trovati bene in tutto, dalla gente, al cibo e i paesaggi sono assolutamente notevoli.
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- B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:
1) 31 luglio 2022 domenica: Casa / Lima
Due nostri amici ci portano a Malpensa così evitiamo li lasciare la macchina al parcheggio per 3 settimane. Al check-in ci chiedono l’Esta più un documento di autocertificazione dello stato vaccinale (questo per gli Stati Uniti, anche se facciamo solo scalo) e il certificato vaccinale normale richiesto dal Perù. In assenza di questo, si doveva presentare il tampone. Il volo della Delta parte puntuale alle 11.40. Non c’è neppure un posto libero. Dopo 10 ore, alle 15.40 locali atterriamo ad Atlanta (- 6 ore dall’Italia). Non ci chiedono nessun documento quindi passiamo i controlli velocemente. Non dobbiamo riconoscere le valige, vanno direttamente a Lima. Andiamo a vedere dov’è il gate del prossimo volo. Vediamo che stanno imbarcando per Johannesburg!! L’Africa ci “perseguita”. Guardo quelle persone, per molti sicuramente è la prima volta che vanno in quelle terre, ed invidio il fatto che ancora non sanno il bello che vedranno. Per altri è un ritorno, e questi li capisco al 100%. Per noi invece è il momento di trovare un angolino tranquillo dove passare le 7 ore seguenti. Alle 20.00 chiudono quasi tutti i ristoranti quindi fatichiamo a trovare qualcosa da mangiare. Ci pelano per una birra ed un panino.
2) 01 agosto 2022 lunedì: Lima / Paracas – km.298 (h.4 e 1/2)
A mezzanotte si riparte. Il volo dura meno di 6 ore ed atterriamo alle 4.45 locali (-7 rispetto all’Italia). Ci chiedono solo il certificato vaccinale e non la dichiarazione giurata di non positività al Covid. Cambiamo Euro per Soles (questo sarà il cambio più favorevole che avremo pur essendo i aeroporto). Andiamo al banco della Herz per le pratiche per la macchina. Per fortuna siamo solo noi visto che impieghiamo quasi un’ora. Facciamo l’assicurazione completa e paghiamo € 1.470 (al momento della prenotazione avevano bloccato € 1000). Quando usciamo c’è già la luce ma il cielo è nuvolo e c’è la nebbia (17°). La nostra macchina è una Toyota Yaris (5 porte) rossa con solo 3.000 km. Abbiamo deciso di tralasciare la visita della città. Dovesse servire:
INFORAMAZIONI SU LIMA:
Lima è la capitale del Perú; con una popolazione di circa 10 milioni di abitanti è la quinta città più grande del Sud America. Francisco Pizarro, che la fondò nel 1535, la soprannominò la “Cittá dei Re”. E’ il cuore commerciale, finanziario, culturale e politico del Perù. Qui si concentrano i 2/3 dell’industria nazionale e si trova l’aeroporto più grande del paese. Il centro coloniale della città è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall’Unesco nel 1991.
Visitare Lima è un viaggio nella storia del Perù e di tutto il Sudamerica. Tante le cose da vedere e da fare. Nella capitale Peruviana c’è infatti di tutto. Dalle rovine Inca fino ai grattacieli moderni, passando per l’epoca coloniale. Tra bellezze architettoniche, testimonianze storiche e quartieri in cui scoprire le usanze locali.
– PLAZA DE ARMAS: La prima cosa da fare a Lima è andare a vedere il suo cuore pulsante, la Plaza de Armas, una tappa imperdibile Questo grande spazio di forma quadrangolare è circondato dalla Cattedrale e dal Palazzo Arcivescovile da un lato e dal Palazzo del Governo e dal Palazzo Municipale dall’altro. La Plaza de Armas è chiamata anche Plaza Mayor ed è il punto di partenza ideale di una visita a Lima, cominciando dalla Cattedrale, dove è sepolto Francisco Pizarro, il fondatore della città.
– PLAZA SAN MARTIN: La seconda cosa da fare a Lima è andare a vedere un’altra piazza famosa di Lima è la Plaza San Martín. Non è circondata da edifici caratteristici come la Plaza de Armas, ma vale una visita per una curiosità molto particolare. Al centro della Plaza, infatti, si trova un monumento conosciuto come “della Madre Patria”. Una figura femminile che ha sulla testa una specie di copricapo… a forma di lama. Come mai? L’artigiano che la scolpì ricevette istruzione di raffigurare delle fiamme, ma in spagnolo llamas (fiamme) si scrive e pronuncia esattamente come “lama”. Da qui l’equivoco che è rimasto nella storia.
– MONASTERIO DE SAN FRANCISCO: La terza cosa da fare a Lima è vedere il Convento di San Francesco comprende nel suo complesso anche una Basilica, e il colpo d’occhio sulla sua imponente struttura dipinta di giallo ocra è di tutto rispetto. L’inizio delle costruzioni risale al secolo XVI e le caratteristiche che rendono il Convento di San Francesco a Lima una meta interessante sono molte. Le catacombe al suo interno, il suo chiostro e la sua cupola costruita in perfetto stile moresco.
– HUACA PUCLLANA: Huaca Pucllana è un grande sito archeologico in mezzo alla città di Lima, assolutamente da vedere. Occupa circa 6 ettari di superficie. Le sue dimensioni originali erano quasi il triplo, ma ancora oggi la sua struttura e il suo stato di conservazione incutono timore e mettono in connessione con la sacralità degli edifici.Ci troviamo davanti a un sito organizzato su più livelli, con una grande piramide. Al suo interno sono stati ritrovati diversi resti umani, a testimonianza dei rituali che lì si compivano.
– MUSEO LARCO: Per completare il percorso storico alle origini del Perù, a Lima ti consiglio di visitare il Museo Larco o Museo de la Nación. Nel Museo sono conservati artefatti precolombiani come oggetti d’uso comune e accessori religiosi, insieme ad armi e ad una collezione di ceramiche con un tema molto particolare: l’erotismo. Visitare il Museo Larco è un’ottima idea per comprendere più da vicino com’era la vita prima dei conquistadores.
– BARRANCO: Dalla storia arriviamo alla modernità. Il barrio de Barranco a Lima è un delizioso agglomerato di abitazioni dallo stile bohemien, con edifici colorati, street art e murales sui muri delle vie, assolutamente da vedere. Barranco è una tappa obbligata a Lima, anche solo per scattare fotografie deliziose ai suoi angoli più caratteristici, compreso il Ponte Dos Suspiros, un ponte in legno che è il centro della vita del quartiere. Tra le cose da fare al Barranco è di fermarsi anche la sera, a bere un bicchiere e fermarsi nelle sue vie.
– MIRAFLORES: Immagina un quartiere di edifici moderni, affacciato sul mare. Ecco Miraflores, la zona più elegante e affascinante di Lima. Miraflores, come suggerisce la sua descrizione, è un quartiere prettamente residenziale, ma un giro da queste parti vale la pena per il panorama e per la sapiente alternanza tra zone verdi e bellissimi palazzi moderni. In più, tra le cose da fare a Miraflores, potrai fare shopping nei centri commerciali più “in” di Lima.
– PARQUE DEL AMOR: Quando visiti Miraflores, ti consiglio di organizzarti per andarci nella seconda parte del pomeriggio. Così potrai vedere il Parco dell’Amore al tramonto. Il Parque del Amor è un magnifico giardino, adornato di costruzioni che ricordano il Parc Güell di Barcellona, ed è lo scenario perfetto per godersi le luci della sera guardando il mare. Al centro del parco, la celebre scultura “El Beso” (Il Bacio), dedicata al gesto più romantico del mondo, simbolo per eccellenza dell’amore. Qui c’è il Faro de Miraflores.
– MERCADO CENTRAL: Vicino alla zona del Parlamento, in centro a Lima, si trova il Mercato Centrale. Anche qui, come in molte città del Sudamerica, vale la pena fare un giro per conoscere meglio la città. Nel Mercado Central potrai ammirare l’infinita sequenza di banchi dedicati a ogni tipo di cibo, comprese carne e pesce esposti ovunque. I banchi sono organizzati per categorie merceologiche, e presso alcuni è possibile mangiare. Il ceviche (pesce marinato) che assaggerai qui non lo troverai da nessun’altra parte! E’ una cosa che devi fare assolutamente!
– PARQUE DE LA RESERVA E CIRCUITO MAGICO DEL AGUA: Il Parco della Riserva è una chicca da vedere a Lima. E’ costruito in stile neoclassico e ospita molte opere d’arte realizzate da artisti locali. Al suo interno non perderti il Circuito Mágico del Agua o Magic Water Tour. Un grandissimo sistema di fontane dalle forme più strane, che alle 18 di ogni sera si illumina con un entusiasmante spettacolo di luci e suoni, per chiudere la giornata in bellezza. Rimarrai incantato dalle architetture d’acqua create dai getti delle fontane, ma fai attenzione. Alcuni sono molto alti e rimanere anche bagnati è un attimo!
Sono le 6.30 e c’è già molto traffico (macchine, pullmini collettivi e tuc tuc individuali) In mezz’ora raggiungiamo il mare. C’è un clima uggioso con la nebbia bassa. Ci sono molti ragazzi coraggiosi, con le mute, che fanno surf. Percorreremo la Carretera Panamericana Sur fino alla nostra meta, El Chaco (Paracas), sempre costeggiando il mare. La periferia di Lima ha case fatiscenti. Abbiamo fame ma attraversiamo una zona desertica e c’è solo qualche piccolo agglomerato di case. Passiamo un paio di caselli dove si pagano poche Soles. Prima di Totoritas troviamo un ristorante, da Mario. Fanno solo chiccarron. Non sappiamo cosa sia e la proprietaria non parla inglese quindi lo ordiniamo senza farci tante domande. E’ carne bollita servita con zucca a fette, polpette di zucca e completamente coperta di cipolle crude. Io a casa non mangio carne, quando siamo in viaggio, se non ho alternative, mi adeguo. Qui alternative non ne ho e ho una fame folle. Quindi il primo pasto, alle 9.30 del mattino è una botta energetica con cipolle crude. Iniziamo bene!! Comunque è ottimo. Spendiamo Soles 32 – € 8. Da questo punto in poi troveremo diversi ristorantini lungo la strada (fanno tutti chiccarron), vedremo coltivazioni, allevamenti di polli ed in un tratto passiamo in mezzo alle dune. Man mano che ci spostiamo verso sud, la nebbia se ne va e finalmente si vede il cielo azzurro. In prossimità di Pisco, lasciamo la superstrada ed entriamo in paese. La prima cosa che mi colpisce, a parte i fighissimi tuc tuc personalizzati in maniera diversa dai vari proprietari, sono tutti i fili della corrente che, a fasci, passano di casa in casa e da palo in palo. Questo è un classico in tutto lo stato, come i tuc tuc che sono presenti in tutti i paesi piccoli. Raggiungiamo il mare. C’è un relitto di una nave sulla spiaggia. Da qui fino a Paracas ci sono tante barche, ormeggiate vicino alla riva, con tantissimi cormorani, gabbiani e pellicani appoggiati. Arriviamo al nostro hotel alle 12.
Pernottamento: Hotel San Agustin – B & B – € 117
https://www.sanagustinparacashotel.com/es/
Lo avevamo prenotato su booking e lo paghiamo qui. Abbiamo fatto così per tutti i pernottamenti. La camera sarà disponibile dalle 14. Meglio così perché Pier avrebbe voluto fare un riposino ed io no. Quando si va verso ovest è bene non dormire, anche se per noi è ora di andare a letto, altrimenti si fatica ad abituarsi. Decidiamo quindi di andare subito a vedere la Riserva di Paracas. Il pranzo non lo prendiamo neppure in considerazione, vista la colazione fatta. L’ingresso della riserva è poco distante dal paese.
INFORMAZIONI SULLA RISERVA DI PARACAS:
Costo: Soles 11 – € 2,75 a testa
orari: 9-16
La Riserva di Paracas, dune, deserto, sabbia, spiagge, oceano, è un’area naturale protetta nella Regione di Ica, 260 km a sud di Lima, dichiarata zona protetta nel 1975 per proteggere la fauna e la flora di quella porzione di mare e deserto del Perù. Ha una superficie di 335 000 ettari. L’oceano è molto ricco di plancton, alla base di una piramide alimentare ricca di organismi come delfini, balene, squali. La Riserva protegge, tra l’altro, il pinguino di Humboldt, l’otaria orsina, il leone marino, la sula variegata. E’ un santuario per oltre 74 specie di piante che crescono in questa zona estremamente arida. Ospita anche 216 specie di uccelli, 16 tipi di mammiferi, 10 specie di rettili e 193 specie di pesci. L’area marina protetta si estende per circa 3.350 mq, il 65% è mare e il 35% terra e isole. È considerato uno degli ecosistemi più ricchi e rari del mondo.
Il nome della Riserva deriva dalle tempeste di sabbia (paracas= pioggia di sabbia in lingua quechua) che colpiscono la costa ogni inverno peruviano, in particolare nel mese di agosto. E’ stata la prima area protetta marina del Perù.
La Riserva di Paracas è spettacolare dal punto di vista naturalistico. Il plancton marino contribuisce a mantenere una formidabile piramide alimentare e l’oceano ospita così tantissime specie, da calamari a sgombri sino a squali, delfini e anche balene. La Penisola di Paracas è un ideale punto di sosta per moltissime specie di uccelli migratori; con un po’ di fortuna potrai ammirare i condor, vedere le volpi e altri animali. Anche la storia reclama la sua parte: l’area ospitò una civiltà pre-incaica che raggiunse il suo apice tra i 2000 e i 500 anni prima di Cristo.
– El Chaco (Paracas): Da El Chaco ci passerai sicuramente, perché è il centro più importante dell’area e la porta d’ingresso della Riserva di Paracas. Qui si trovano le agenzie specializzate nei tour della Riserva e nei giri in barca delle Isole Ballestas; è anche il posto migliore per pernottare in zona. El Chaco però non è solo una sosta “di servizio”: questa è una zona di importanti ritrovamenti archeologici e tutto quello che non è stato spostato a Lima puoi ammirarlo nel Museo di Storia di Paracas.
– Centro di Interpretazioni e museo Julio C Tello: Potrai apprezzare questo centro visita, un paio di chilometri dopo l’entrata, nella sua semplicità, perchè consente di capire rapidamente quello che l’area può offrire dal punto di vista storico, naturalistico e geologico. Comunque lo specchio di oceano davanti al Centro ospita, da giugno a agosto, una colonia di fenicotteri, che possono essere ammirati dal vicino Mirador. In vicinanza del centro troverai il museo de Sitio Julio C Tello, che prende il nome dall’archeologo peruviano che scoprì molti reperti della civiltà di Paracas. Oramai in questo museo non rimane molto, dopo il trasferimento di gran parte di ciò che è stato portato nei musei di Ica e di Nasca dopo il terremolto del 2007. In ogni caso potrai osservare mummie, ceramiche, tessuti e altro. In prossimità del centro la strada principale si biforca: a sinistra si raggiunge Punta Arquillo, a destra Puerto general San Martin.
– Necropoli di Paracas: La troverai qualche centinaio di metri dietro il centro visita della Riserva. Ha 5000 anni e qui sono state trovate più di 400 urne funerarie. Potrai osservare quindi solo il sito, mentre i più bei oggetti rinvenuti sono esposito al Museo Regional di Ica o al Museo Larco di Lima.
– La Catedral: è una maestosa formazione rocciosa erosa da vento ed elementi naturali. Anticamente ricordava davvero una cattedrale; oggi per via di un terremoto ha cambiato forma, ma non ha perso la sua maestosità.
– Il candelabro: E’ un geoglifo alto 128 metri e ampio 74 metri che si trova nella parte settentrionale della Penisola. Lo si ammira solo dal mare andando verso le isole Ballestas. Non si ha idea di chi l’ha fatto e perché.
– Laguinillas: Laguinillas è l’unico luogo dove è possibile ristorarsi all’interno della Riserva di Paracas. Cibo e bevande vengono serviti a ogni ora della giornata. L’attesa del rinfresco o del pranzo sarà senz’altro allietata dai pellicani che ti passeranno sopra la testa o che zampetteranno poco distante a te. Alla fine di lunghe giornate tra dune, barche e meraviglie della natura, questa zona ti ristorerai con ottimi manicaretti, soprattutto di pesce. Nella Penisola di Paracas potrai trovare, in tutti i ristoranti, piatti come ceviche e jalea, ovvero pesce crudo marinato e frittura di pesce: non dimenticherai mai più la freschezza e il gusto del pescato di queste zone.
– Spiagge: La Penisola di Paracas offre delle splendide spiagge, dove sedersi e ammirare l’oceano o camminare in cerca di reperti. Playa Roja, La Mina e Yumaque, Supay, Mendieta, El Raspon, Arquilla, Playa Atenas…. Volendo si può arrivare fino alla laguna grande(km.28 più a sud), sulla strada si possono vedere alcune spiagge.
Consiglio: se vuoi entrare in acqua cerca di stare vicino a riva (le correnti possono fare brutti scherzi) e occhio alle meduse.
All’ingresso paghiamo in totale in contanti Soles 22 – € 5,50. Sono le 12.30, ci sono 20°, un po’ di vento ed il cielo azzurrissimo. Rimarremo nella riserva 3 ore e 1/2. Decidiamo di fare il giro in senso orario quindi ci indirizziamo subito alla Cattedrale. In lontananza ci sono delle belle dune, in alcuni punti sono gialle mentre in altri sono rosate. Vicino alla strada c’è un punto dove ci sono mucchi di grosse conchiglie rosa, solo qui. Cosa strana. Al bivio giriamo a destra. Se si prosegue dritto si va alla Laguna grande. Noi la tralasciamo perché non abbiamo tanto tempo. Questa strada, che torna verso nord, ci consente di vedere tutta la parte più bella della riserva. Arriviamo fino al punto panoramico sulla spiaggia Supay, una delle immagini più famose. Molto bello. Ci sono delle scogliere di roccia gialla e sotto una grande spiaggia con il mare arrabbiato. Qualcuno passeggia sulla battigia. Non so dove sia il sentiero per scendere. Proseguendo sulla stessa strada, andiamo poi ai due punti panoramici seguenti, uno sulla Cattedrale (peccato che l’arco di roccia sia crollato, quindi perde il fascino) ed uno sulle scogliere verso sud. Andiamo poi alla Playa Yumaque, al Mirador Istmo e alla Playa Roja. Costeggiamo tutta la baia di Lagunillas raggiungendo il punto più lontano, che è la Punta Arquillo, per poi tornare un pochino indietro e scendere alla Playa Las Minas. Rimaniamo una mezz’oretta a guardare degli uccelli che, con una discesa verticale ed entrando nel mare, si procacciano il cibo. Andiamo poi a Lagunillas dove c’è qualche ristorante. Solitamente chi visita la riserva con un tour organizzato, viene qui a pranzo. Il Candelabro non è raggiungibile via terra quindi andiamo poi verso l’uscita facendo sosta al Museo de Sitio Julio C. Tello. In questa zona c’è un punto con le dune ricoperte di sabbia rossa. Facciamo due passi fino in riva al mare a guardare i fenicotteri e poi usciamo. Questa riserva merita assolutamente una visita. Andiamo in hotel giusto il tempo di una doccia e poi andiamo a piedi al porto. Il lungomare è un susseguirsi di negozietti e ristorantini. Scegliamo il “Sole de Paracas”. Sono e 17.30 quindi il sole si sta abbassando lungo la linea dell’orizzonte e le temperature si abbassano, quindi scegliamo un tavolo all’interno. Al tramonto, alle 18 esco a fare qualche foto. Si colora tutto di rosso. Questo e quello sul Lago Titicaca, saranno gli unici bei tramonti della vacanza. Per cena, non sapendo che i piatti sono abbondanti, prendiamo un piatto di ceviche a testa ed una zuppa di pesce in condivisione. Avremmo dovuto prenderne solo uno per tipo da condividere. Spendiamo Soles 170 – € 42. La nostra prima cena peruviana è stata buonissima. Torniamo a piedi in hotel e finalmente alle 19.30, dopo 44 ore effettive senza considerare il fuso, tocchiamo di nuovo un letto. Avendo evitato di andare a fare un pisolino all’arrivo a Paracs, ci siamo abituati subito al fuso.
3) 02 agosto 2022 martedì: Paracas / Nazca – km. 216 (h.4 e 1/2)
Avendo visto la riserva ieri, ho la possibilità di andare alle Isole Ballestas, solo io perché Pier non ama le barche. Vado alla reception e faccio prenotare da loro. Alle 8.00 un taxi viene a prendermi e mi porta al porto. Avrei potuto andare a piedi ma il servizio prevedeva anche il transfer. Pago Soles 60 – € 15 in contanti. Ci sono molte persone ma è tutto super organizzato. L’escursione dura dalle 8.30 alle 10.00. C’è il sole ed il mare è piatto. Su ciascuna barca ci stanno circa 30 persone.
Informazioni sulle Isole Ballestas:
Le isole Ballestas sono soprannominate le “Galapagos del Perù” per la ricchezza di animali che le abitano. Il nome (balestra) deriva probabilmente dall’attrezzo con cui venivano cacciati gli animali. Si trovano a più di 10 chilometri dalla costa e sono degli isolotti e degli enormi faraglioni battuti dal vento e dall’oceano Pacifico, che formano l’arcipelago delle Chicha assieme alle altre isole di Paracas. Sono anche soprannominate “’le isole del guano”, per l’abbondanza di questo fertilizzante naturale. Se sei sensibile a questo odore, preparati a tapparti il naso!
Le “Galapagos del Perù” sono abitate da diverse specie animali. La loro sopravvivenza è data dal fatto che ognuna di loro occupa una determinata nicchia ecologica, ossia ha una propria specializzazione alimentare e abitudini di vita grazie a cui non entra mai (o solo parzialmente) in competizione con una altra specie che vive nello stesso ambiente.
Gli animali più fotografati sono senza dubbio i leoni di mare (lobos de mar) o le otarie orsine, che se ne stanno per lo più spaparanzati sugli scogli. Tra i volatili la presenza più massiccia è quella dei pellicani bruni, che convivono con le sule del Perù, le fotogeniche sule piediazzurri, i cormorani peruviani, il cormorano zamperosse, la sterna di Paracas e il pinguini di Humboldt. A febbraio e marzo è possibile anche – con un po’ di fortuna – ammirare i condor, che arrivano qui per cacciare un po’, prima di ritornare ai loro siti di nidificazione.
Lungo la rotta per le isole Ballestas si trova Punta Pejerrey, dove è possibile ammirare il Candelabro, chiamato così per la sua forma a tre braccia. E’ un gigantesco geoglifo (incisione sulla pietra come una grande pittura muraria), osservabile su un fianco della Penisola di Paracas. Ci sono diverse interpretazioni su questo incredibile “disegno”. Alcuni pensano che questo geoglifo, che punta verso il meridione, fosse in relazione con le Linee di Nazca. Altri affermano che fosse una sorta di faro per i naviganti; c’è invece dice che sia la sagoma di un cactus, una pianta sacra alla cultura Chavin. Infine alcuni studiosi ritengono che sia la costellazione della “croce del sud”.
Per la tua escursione alle isole Ballestas, ti consiglio di portarti la crema e un cappello per proteggerti dai raggi solari. Il cappello è anche protettivo nei confronti degli uccelli e delle loro deiezioni.. Sono tanti!Se soffri il mal di mare, cerca di raggiungere le isole partendo presto, in quanto nelle prime ore della giornata il mare è più calmo.
Le isole Ballestas sono raggiungibili unicamente in barca sia in servizio condiviso (imbarcazione di circa 36 passeggeri con guida parlante in inglese/spagnolo) o in servizio privato. La partenza è dal porto di Paracas alle ore 8 e 10. Talora anche alle 12, se la domanda è alta. Non si può scendere a terra durante la visita, ma solamente ammirare dalla barca gli animali.
Costeggiamo la riserva fino al Candelabro. E’ un mistero chi ha fatto questo disegno ed è pazzesco che, con le intemperie, non si sia rovinato. Andiamo poi direttamente alle isole. Le raggiungiamo in 20 minuti di navigazione costeggiamo solo la prima. Ci sono tanti archi di roccia. Vediamo i pinguini in alto sulle scogliere (sono una decina tra adulti e cucciolotti), tantissimi uccelli e poi, nel canale di mare tra la prima e la seconda isola, i leoni marini. Ce ne sono molti, alcuni sono in acqua a caccia mentre altri sulle rocce in posizioni assurde. Vediamo sull’isola di fronte, l’unica spiaggia presente, dove vanno a partorire. Rientriamo poi direttamente al porto. Vado a piedi fino in hotel. Pier ha già caricato la macchina quindi partiamo subito direzione sud. Attraversiamo una zona desertica per poi arrivare nella zona di Guadalupe dove ci sono molte coltivazioni e vediamo delle baraccopoli su una collina. Raggiungiamo Ica in un’ora e mezza.
Informazioni su Ica:
Soprannominata città del sole eterno, ha due obelischi al centro della piazza e rappresentano le culture nazca e paracas. E’ famosa per le aziende vinicole e per le coltivazioni di asparagi, cotone e frutta. C’è una graziosa cattedrale in via di ristrutturazione dopo il terremoto del 2007, ma i lavori sono lunghi
Appena fuori dalla città iniziano le dune. Arriviamo quindi all’oasi di Huacachina.
Informazioni su Huacachina:
E’ un’oasi naturale in mezzo al deserto, nel Sud-Ovest del Perù, che sorge attorno a un piccolo lago naturale circondato da bellissime palme.
La leggenda narra che, molte lune fa, una principessa stava facendo il bagno nuda nella laguna, allora poco più grande di una piscina. Mentre si guardava allo specchio, vide un cacciatore locale che la spiava. La principessa indossò rapidamente la sua tunica e fuggì, lasciando cadere lo specchio che, rompendosi, formò la laguna, mentre il mantello della principessa, strisciando sulla sabbia, creò le dune.
Per molto tempo Huacachina è rimasta un tesoro per pochi. A metà del secolo scorso i VIP di Lima si recavano qui per rilassarsi e per bagnarsi nelle acque dalle proprietà curative. In seguito venne frequentata per lungo tempo solo dai backpackers, che giungevano qui dopo un lungo, interminabile e scomodo viaggio su bus affollati. Ora si arriva ad Ica su comodi bus turistici da Lima e da lì in dieci minuti di taxi si è tra le dune.
Da oasi in cui pigramente rilassarsi all’ombra delle palme, Huacachna si è trasformata velocemente nel tempo in capitale degli sport su sabbia. Le specialità del posto sono il sand-board (scendere le dune su una tavola da snow board), le corse con le dune-buggy e la sera feste rumorose. Ma basta anche salire sulle dune e guardarsi attorno o starsene tranquilli al bordo dello specchio d’acqua per godersi alla grande questo magnifico posto!
Per cui se ti sei fatta/o una idea idilliaca di Huacachina, non andare neanche, a meno che ti trovi a passare da queste parti nel mezzo della settimana in un periodo fuori stagione. Se invece ti va di liberare l’adrenalina del tuo corpo, benvenuta/o a Huacachina!
Lo sviluppo turistico di Huacachina ha contributo a prosciugare la fonte di acqua che alimentava la laguna che ora viene tenuta in vita da fonti artificiali alternative. Sia il sand-board che il dune-buggy sono attività che lasciano i segni sia sulla sabbia (le tracce dei pneumatici) che per aria (rumore e inquinamento da scarichi). L’ambiente del deserto è fragile, per cui decidi tu cosa fare.
Parcheggiamo. Paghiamo Soles 3,60 – € 0,90 a testa per salire sulle dune a piedi. Ci sono 29°. Da lassù il paesaggio è bello e l’oasi sarebbe spettacolare se non ci fossero gli edifici, per lo più fatiscenti. Si sente costantemente il rumore delle dune-buggy. A mio avviso dovrebbero distruggere tutto, portare via ciò che è “umano” e lasciare che la natura riprenda il suo spazio. Dovrebbero mettere qualche navetta che porta fino qui da Ica, in modo tale che i turisti possano godere della pace di un posto che, se tornasse agli antichi splendori, sarebbe molto bello. Così com’è non ci è piaciuto. Andiamo in un bar per un toast, una corona ed una spremuta (Soles 27 – € 6,75). Fino ad ora abbiamo avuto contatti impersonali con la gente del posto, qui possiamo apprezzare la cortesia e la gentilezza dei peruviani per la prima volta. Il proprietario si siede in un tavolino vicino a noi e, pur parlando solo spagnolo, fa in modo di farsi capire e si sforza di capire l’italiano. Abbiamo una piacevolissima conversazione al punto tale che ci spiace andare via ma alle 13.30 dobbiamo per forza partire. Fino ad Ica la strada è un’autopista a due corsie per senso di marcia, dopo diventa una sola corsia per senso di marcia quindi incominciamo a trovare i famigerati camion. Essendo l’unica strada che porta in Cile, su questo lungo tratto ce ne sono a migliaia (quasi fino ad Arequipa, dove arriveremo domani sera). La cosa che più ci ha colpiti è la quantità di altarini, in memoria di persone morte in incidenti lungo la strada. In tutto il Perù ce ne sono ma su questo tratto sono tanti. Decidiamo quindi all’istante di andare piano e di superare proprio solo quando si ha un’ottima visibilità. Passiamo diversi paesi e siamo rallentati dai tanti semafori. Dopo 40 minuti finalmente la strada diventa più scorrevole. La strada da Ica a Camanà che faremo oggi e domani, passa in mezzo al deserto. Solo in prossimità dei fiumi (hanno creato delle valli profonde), ci sono tante coltivazioni e ci sono paesi. In prossimità dei paesi ci sono bancarelle che vendono, tra l’altro, verdure, aranci ed olive. Acquistiamo un pacchettino di quelli che ci sembrano pop corn, ma non ci fanno impazzire. Vicino a Palpa (famosa per i suoi aranceti) vediamo coltivazioni di cotone. Non ne avevamo mai viste. Passiamo la città e dopo circa 10 km, ci fermiamo al Mirador de las Lineas de Palpa. Sono enigmatici geoglifi come quelli di Nazca. Il più famoso è quello della Familia Real di Paracas ovvero la Madre, il Padre e il Bambino (in tutto sono 8 figure). La famiglia si vede dalla torretta che si trova a fianco della Panamericana. Non si paga per salire. E’ un po’ traballante. I disegni sono verso ovest quindi, essendo ora pomeriggio, sono completamente in controluce. Bisognerebbe venire al mattino. Proseguiamo e dopo 12 km passiamo per un paese senza fermarci, dove c’è il Museo Maria Reiche. Dovesse interessare è la casa dell’archeologa e matematica tedesca che studiò le linee per tanti anni. Da quando è morta, nel 1998, è diventata un museo. Dopo altri 4 km. arriviamo al Mirador de las Lineas de Nazca. Questa zona, a circa 25 km. a nord di Nazca, è il punto il cui ci sono le linee e i geoglifi più famosi. Dalla torretta del mirador si possono vedere la lucertola, l’albero e le mani (o rana, dipende da come uno la vede). La coda della lucertola è tagliata dalla strada. C’è il divieto assoluto di camminare fuori strada. Sulla sinistra hanno appena costruito una torretta sulla quale si può salire (dalle 8 alle 18 e costa Soles 6 – € 1,50 a testa). Quanto le linee quanto i disegni meritano assolutamente di essere visti. Alcune linee sono perfettamente parallele, a perdita d’occhio. Non faremo il sorvolo di questo posto perché abbiamo letto che i piloti guidano in modo poco sicuro.
Informazioni sulle Linee di Nazca:
Dove prenotare i voli: https://www.findlocaltrips.com/tour-details/nazca-lines-flight-aeroparacas
$ 84 a testa dura 30 minuti
I geoglifi di Nazca, detti anche “linee di Nazca”, si trovano nella arida pianura costiera peruviana circa 400 km a sud di Lima e coprono circa 450 kmq di deserto. Non sono soltanto linee ma anche geoglifi con forme umane ed animali. Rappresentano uno degli enigmi più impenetrabili dell’archeologia moderna.
I più famosi si trovano nell’area a circa 20 km a nord di Nazca e sono circa 800.
I geoglifi possono essere suddivisi in tre fasi cronologiche che vanno dal periodo Chavín (500-300 aC) a quello della cultura Paracas (400-200 aC), sino alla fase di Nazca (200 aC-500 dC), che ha prodotto la grande maggioranza dei geoglifi. Generalmente vengono distinte due categorie di geoglifi. Il primo gruppo raffigura varie forme naturali come animali, uccelli, insetti, la scimmia. Il più grande di tutti è il pellicano, lungo 285 metri. La seconda categoria comprende le linee geometriche, generalmente diritte, alcune lunghe parecchi chilometri, che si incrociano formando tantissime e diverse figure geometriche come triangoli, spirali, rettangoli, linee ondulate. Sono Patrimonio Umanità Unesco.
Storicamente importanti come Machu Picchu, le linee di Nazca fanno parte del patrimonio culturale del Perù e sono un residuo significativo di una delle numerose culture antiche che abitavano il continente molto prima dell’arrivo degli europei.
Incise sul terreno del deserto tra il 300 a.C. e il 500 d.C., le linee di Nazca hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo da quando sono state scoperte il secolo scorso. Alcuni, come la storica Maria Reiche, affermano che si tratta di calendari astronomici, altri che sono sentieri cerimoniali. C’è poi chi ha tirato in ballo gli extra terrestri…
Dopo una serie di incidenti capitati durante i sorvoli delle linee di Nasca, in fase di decollo o di atterraggio, il governo peruviano è diventato molto rigido nei controlli delle compagnie aeree che offrono i loro servizi, attualmente una dozzina. I piloti ora sono due e uno di loro è praticamente una guida che spiega, che consente di focalizzare meglio le linee, identificando così i disegni e assiste i passeggeri.
E’ meglio essere i primi a volare nella giornata. Due i motivi: alla mattina presto ci sono molte meno turbolenze e l’aria è più limpida. Inoltre, in caso di brutto tempo e di conseguente rinvio del volo, si sarà sempre i primi della lista a partire. Se il programma prevede, dopo il sorvolo, di continuare il viaggio verso Arequipa, sarà ragionevolmente possibile prendere il bus nel pomeriggio per arrivare in serata a destinazione. Gli aerei sono piccoli, da 4 a 12 posti. Quindi se soffri di claustrofobia, meglio lasciare perdere. Inoltre l’aereo farà un po’ di acrobazie piegandosi sui due lati, per dare la possibilità ai passeggeri seduti nelle due file di ammirare le linee. Quindi se soffri sobbalzi del genere, risparmia i tuoi soldi, a meno di essere sicuro che pastiglie, chewing gum e altro per il mal d’aria, facciano il loro effetto.
Proseguiamo poi di un paio di km dove c’è un parcheggio. Paghiamo Sole 3 – € 0,75 a testa. Si vede molto bene il disegno del gatto (è sul fianco di una collinetta) anche se è in controluce (meglio venire al mattino). Saliamo poi sulla collina fino a due punti panoramici. Il deserto sicuramente è particolare, di colore rosso, e si vedono bene tante linee. Raggiungiamo Nazca alle 17.15. Il paese non è nulla di che. Andiamo al nostro B & B.
Pernottamento: B & B El Jardin – Nazca – B & B – € 45
https://bb-el-jardin.hoteles-en-ica.com/it/
E’ recintato con mura alte (si può parcheggiare nel giardino). Ci sono due edifici, in uno abitano i proprietari e nell’altro hanno le camere. Paghiamo in contanti. I proprietari sono due persone anziane gentilissime ma la struttura non è ben tenuta, la camera è pulita ma il bagno non molto. Non mi sento di consigliarla. Come paragone di prezzo, penso all’hotel nel Canyon del Colca dove andremo tra qualche sera, tutta un’altra cosa. Chiediamo un consiglio per cena e ci indirizzano da Elrico Pollo. Andiamo a piedi perché dicono essere sicuro. Per raggiungerlo percorriamo una strada con soli negozi di ogni genere. Quando arriviamo là capiamo che fanno solo polli allo spiedo e, non avendo visto altri ristoranti, decidiamo di fermarci, anche se non siamo molto convinti. Avremmo voluto mangiare altro. C’è solo gente del posto, nessun turista. Pier prende mezzo pollo, io solo un quarto, come contorno hanno insalata e patate (non ci sono alcolici). Spendiamo Soles 65 – € 16. Devo dire che però era buonissimo. Per tornare in hotel passiamo in un’altra via. Questa è piena di ristoranti. Va beh, alla fine il nostro pollo ci è piaciuto molto. Raggiungiamo la piazza principale e ci sediamo in un bar grazioso e prendiamo due birre. La chiesa è aperta quindi entriamo un attimo. C’è la messa. Torniamo al B &B e alle 21.00 dormiamo … per modo di dire, i cani della casa di fianco, abbaiano l’impossibile tutta la notte.
Informazioni su quello che c’è da vedere vicino a Nazca:
– Riserva nazionale Pampas Galeras: (km. 90 ad est di Nazca) è uno dei posti migliori del Perù per vedere le vigogne
– Cerro Blanco: (km.14 ad est di Nazca) la duna di sabbia più alta del mondo. Si trova a mt.2.078 sul livello del mare (mt.1.176 m dalla base alla cima). E’ stata considerata una montagna sacra per la civiltà di Nazca. Il vero nome di questa duna di sabbia è in lingua quechua “Yuraq Orqjo”, significa “Montagna Bianca”. Per raggiungere la vetta ci vogliono 3 ore di cammino. Sta diventando famosa per il sandboarding.
4) 03 agosto 2022 mercoledì: Nazca / Arequipa – km.552 (h.10 e 1/2)
Belli freschi e riposati …… per modo di dire visto che, oltre ai cani, alle 4 del mattino hanno iniziato a cantare anche alcuni galli, ci alziamo all’alba. La colazione è semplice ma i due proprietari si fanno in quattro per fare in modo che sia tutto a posto (a loro do voto 9, il resto 4). Ci regalano una grossa cirimoia da mangiare durante il viaggio.
Alle 7.30 partiamo diretti a sud. Ci sono 13° e c’è la nebbia per un’oretta poi esce il sole.
Ci scoccia parecchio aver dormito male perché oggi dobbiamo percorrere la strada più difficile di tutta la vacanza … ed è necessario che Pier sia super vigile alla guida. La nostra idea era di arrivare a dormire ad Arequipa in modo tale da avere domani una giornata intera di stacco dalla guida e per poter vedere la città con calma. Non sapendo però quanto tempo avremmo impiegato a coprire la distanza, per sicurezza abbiamo messo il pernottamento a 400 km. da Nasca, a Camanà (man mano che procediamo ci rendiamo conto che ce la possiamo fare quindi abbiamo annullato l’hotel a Camanà e abbiamo aggiunto una notte ad Arequipa).
Appena imbocchiamo la Panamericana ci troviamo in processione dietro ai primi camion … e qui iniziano i sorpassi … dopo un po’ ho smesso di contarli ma ho idea che ne avremo fatti più di 300, prima di arrivare ad Arequipa. Se la strada fosse stata a due corsie per senso di marcia, non ci sarebbero stati problemi per i sorpassi. Per di più, nei tratti in salita, i camion fanno fatica a salire quindi la velocità si riduce anche ai 30 km/h. A parte questo dettaglio, il paesaggio è bello e siamo contenti di aver scelto di fare questo tratto. Ci sono parecchi punti ristoro lungo quasi tutto il percorso, ovviamente davanti hanno grossi parcheggi per consentire ai tir di fermarsi. Dove ci sono i letti dei fiumi ci sono coltivazioni, più che altro ulivi (quindi ci sono banchetti che vendono olio). I primi 140 km., fino a Tanaka, sono praticamente tutti dritti e passano per una zona desertica. A Tanaka si arriva sul mare (ci sono 20° ma c’è vento) e lo si costeggia fino a Camanà. Da Tanaka ad Ocona (circa 200 km.) (quindi fino ad una cinquantina da Camanà) la strada è tutta tornanti e senza vegetazione. In alcuni tratti è tagliata a metà del fianco delle montagne e a strapiombo sul mare arrabbiato. Paesaggisticamente molto bello. In un tratto ci sono anche grossi cactus. Evitiamo di fermarci a guardare il paesaggio perché c’è poco spazio. Perdiamo 1 ora di tempo per alcuni lavori lungo la strada. Il tratto era in salita quindi i tir facevano fatica a partire quando il semaforo diventava verde. Ne conseguiva che ci si spostava di pochi metri ogni volta. Arriviamo a Camanà alle 14.45 (km.400 – 7 ore). Questa è una località di villeggiatura per gli abitanti di Arequipa. Il paese non è bello. Troviamo un ristorante, da Morena, proprio sulla strada uscendo dal paese. Diciamo che siamo di corsa ma perderemo più di 1 ora. Avremmo dovuto organizzarci con il pranzo al sacco ma giustamente Pier aveva bisogno di staccare un attimo. Lui prende un fritto misto, io un filetto di pesce con patate, entrambi abbondantissimi, ne sarebbe bastato uno in due (Soles 78 – € 19,50). Alle 16 ripartiamo. Ero convinta che tutti i camion avrebbero proseguito dritti lungo la costa ed invece la Panamericana arriva fino quasi ad Arequipa per poi tornare sul mare … Facciamo un tratto in salita e raggiungiamo un altopiano battuto dal vento. Le nuvole si spostano velocissime. In 3 ore e mezza (km.150) arriviamo al nostro hotel.
Pernottamento: Hotel Viza – B & B – € 87 (camera king)
https://www.vizahotel.com/
Cosa importante e non da poco: hanno il parcheggio (è un garage dove possono ritirare 4 macchine). Chiediamo se possiamo tenere la stessa camera anche domani sera, per non rifare le valige ma ci dicono che sono al completo quindi dovremo lasciarle in un locale adibito. La camera è molto bella. Ci docciamo e poi usciamo subito a cena. L’hotel è in centro quindi in 5 minuti, camminando in una bella via principale, siamo a Plaza de Armas. Il famoso ristorante Zig Zag lo abbiamo prenotato domani sera quindi ora scegliamo a caso. Andiamo da Dimas. Bel locale. Prendiamo due ceviche (me ne sono innamorata), una zuppa di quinoa, due Cusquena (immancabili) e proviamo il primo di una lunga serie di Pisco Sour (buonissimo). Ceniamo molto bene (Soles 151 – € 38). Facciamo due passi ancora per Plaza de Armas. Di notte è molto bella, forse più che di giorno, per via delle illuminazioni. Belli anche tutti gli archi negli edifici che la circondano. Come città ci piace subito. E’ ben tenuta. Andiamo poi in hotel. Visto che oggi abbiamo fatto proprio solo due cosine, siamo un po’ piallati e sarà così per tutta la vacanza, visto i ritmi che terremo. Ma ci si riposa a casa, quando si è via bisogna sfruttare ogni minuto!!!
5) 04 agosto 2022 giovedì: Arequipa – km.0
Notte stupenda senza un rumore! Siamo svegli presto e prenotiamo on-line l’ingresso al Monastero di Santa Catalina. Facciamo colazione e poi usciamo.
Informazioni su Arequipa (altitudine mt. 2.335) :
Arequipa è una delle città più belle del Perù. Si trova a una altitudine giusta per il nostro organismo. E’ chiamata “la città bianca”: il suo centro storico, patrimonio UNESCO dal 2.000, è infatti interamente costruito in sillar, una pietra lavica candida. Tra vulcani e impronta coloniale, il fascino di questa città a quasi 2500 metri di altezza è unico. Arequipa è rinomata come gemma culturale e culinaria
E’ “guardata a vista” dai vulcani Chachani e Misti.
Da vedere:
– Plaza de Armas (più bella di notte): Come in tutte le città coloniali, il cuore di Arequipa è la sua Plaza de Armas. Uno spazio vivo, sempre pieno di gente, delimitato ai quattro lati da splendidi edifici coloniali, tra cui la Cattedrale. Plaza de Armas è il luogo perfetto per iniziare la visita di Arequipa, magari sorseggiando una chicha (bevanda tipica peruviana, fatta con mais fermentato. Può essere alcolica e analcolica ed è un classico durante aperitivi, spuntini, pranzi, cene, soste rinfrancanti. Potrai berla in diverse varianti e con tanti ingredienti aggiuntivi, come la frutta o le spezie, e sarà sempre come assaporare una bibita nuova. Come il piscosour, non puoi lasciare il Perù senza averla bevuta almeno una volta. Ad Arequipa la troverai al mercato, nei bar e anche nelle chicherias, piccoli locali specializzati in chichas)
– Catedral de Arequipa: La Cattedrale di Arequipa, affacciata sulla Plaza de Armas, è un imponente edificio originario del secolo XVI. Terremoti e usura del tempo hanno reso necessarie diverse ricostruzioni della Cattedrale, nel secolo XIX e XX, ma nonostante questo ancora oggi è una costruzione maestosa, che definisce il panorama della città.
– Monastero de Santa Catalina: fondato nel 1579 ed aperto al pubblico dal 1970, una vera cittadella nella città, dipinta di blu e rosso. Il complesso religioso copre un’area di 20,000 mq, si sviluppa tra passaggi stretti e tortuosi, viuzze colorate e giardini rigogliosi. – Costo dei due biglietti: 80 soles. Bellissimo il Monastero di Santa Catalina ad Arequipa è unico nel suo genere. Visitando il Monastero ti perderai tra i suoi vicoletti, passando dai chiostri agli alloggi delle monache, fino ai refettori. La sua atmosfera mistica, immersa nel silenzio, in contrasto con i colori accesi delle costruzioni, ti rimarrà impressa per sempre. In alcuni giorni è possibile visitare il Monastero di notte: verifica se coincide con le date della tua visita ad Arequipa, è un’esperienza ancora più suggestiva. Si può visitare da soli o con guida. La visita dura circa un’ora. E’ aperto anche due sere a settimana e la visita viene fatta a lume di candela.
– Museo Santuario Andinos: Nel Museo SantuariosAndinos di Arequipa è conservata una mummia molto importante: si tratta di Juanita, la doncella del hielo (la fanciulla del ghiaccio). Juanita cinque secoli fa era una ragazzina adolescente, che è stata sacrificata dagli Inca ai loro Dei per scongiurare il pericolo di altre eruzioni. Proprio un’eruzione ha permesso il ritrovamento di questa straordinaria mummia, perfettamente conservata nei ghiacci per 500 anni. Il Museo SantuariosAndinos è dedicato interamente a lei.
– Iglesia de La Compañía: Anche la Iglesia de La Compañía di Arequipa è bianca, costruita con la pietra lavica locale. Le sue facciate però, finemente scolpite con dettagli che sono quasi ricami, sembrano fatte di un materiale quasi impalpabile. La Iglesia è stata costruita tra il XVI e il XVII secolo e segue lo stile barocco, mescolandosi con elementi decorativi locali. Non perderti all’interno del suo complesso gli scenografici chiostri.Un giudizio: (10 soles) carina ma non imperdibile
– Yanahuara: Yanahuara è un barrio di Arequipa conosciuto per le sue costruzioni in stile spagnolo, ma soprattutto per la sua vista. La piazzetta principale, Plaza de Yanahuara, è adornata infatti da un magnifico belvedere, da cui lo sguardo spazia sull’intera Arequipa e sui vulcani che la circondano, tra cui il Misti. In più, ogni venerdì nella Plaza de Yanahuara si tiene il mercato: occasione ideale per abbinare panorami e souvenir!
– Mercado de San Camilo: A proposito di mercati, ad Arequipa il mercato principale si chiama Mercado San Camilo, uno dei più conosciuti del Perù.E’ situato in pieno centro storico. Non puoi perderti il San Camilo perché è una meravigliosa girandola di colori e sapori: qui potrai ammirare i variopinti banchetti dei fruttivendoli, assaggiare prodotti locali e anche acquistare tessuti in lana d’alpaca e oggetti tipici.E’ principalmente dedicato al cibo, e qui potrai assaggiare deliziosi frullati e succhi di frutta preparati al momento: non farti scappare l’ottima papaya locale! I mercati alimentari sono generalmente aperti tutti i giorni dalla mattina fino al tardo pomeriggio, ma la domenica capita che chiudano dopo pranzo.
Torniamo subito indietro a portare il giubbottino. Pensavo facesse fresco, essendo a 2.300 mt di altitudine, ma con il sole si sta bene solo con il golf (a volte anche maniche corte). Andiamo direttamente al Monastero ed entriamo per primi alle 9.00 (Soles 40 – € 10 a testa). Gironzoliamo per conto nostro per un’oretta visitando le celle delle monache e curiosando in ogni angolo. Volendo si poteva prendere una guida ma noi preferiamo fare da soli. Ci sono diversi ragazzi con tavolozza e colori. Molto bello e ben tenuto. I colori dei muri sono rosso mattone e blu. Usciamo davvero soddisfatti. Andiamo poi fino al negozio Mondo Alpaca. Sul retro hanno un micro-museo. Ci sono alcune donne che tessono la lana di alpaca e c’è qualche spiegazione poi ovviamente ci sono una decina di esemplari che si possono accarezzare. Mi piacciono da morire! I lama sono brutti ma gli alpaca sono carinissimi!! Compriamo una sciarpa per Martina e poi proseguiamo il giro. In un negozio prendiamo una sim peruviana (soles 29 € 7,25) per avere un pochino più di internet oltre al contratto che Pier ha sul suo telefono. Abbiamo portato apposta un cellulare in più. Useremo quindi questo come hotspot. Andiamo al punto panoramico nel quartiere Yanahuara, dal quale c’è un bel panorama della città e del vulcano Misti poi torniamo in centro per mangiare due panini in un bar. Andiamo poi al famoso Mercado de San Camilo. Io adoro i mercati e questo mi piace un sacco. Su un lato c’è un susseguirsi di banchetti dove fanno i frullati. Alcuni tipi di frutta non li avevo mai visti. Ne prendiamo uno alla cirimoia … buonissimo. Ci sono poi i banchetti dove vendono verdura e frutta, carne, pesce, formaggi, cereali e chi più ne ha più ne metta e poi si passa sopra, alla parte delle stoffe coloratissime. Alle 3.30 andiamo in hotel. Avendo la cena da Zig Zag alle 18 (unico orario disponibile ma va bene così), facciamo in tempo solo a riposarci un attimo, fare una doccia …. ed è già ora di uscire. Il locale è bello e mangeremo benissimo, una delle cene migliori della vacanza. Prendiamo una ceviche di trota in condivisione, Pier un piatto con tre tipologie di carne servite sulla pietra lavica ed una serie di salsine e verdure, io lo stesso ma con la trota poi un dolce in condivisione e le birre (Soles 265 – € 66). Torniamo poi in hotel stra soddisfatti e alle 20.30 dormiamo …. I tempi saranno sempre questi, sfruttando al massimo le ore di luce, partiremo quasi sempre poco dopo l’alba, che è alle 6.00, per poi andare a dormire presto.
Pernottamento: Hotel Viza – B & B – € 64,80 (camera queen)
https://www.vizahotel.com/
6) 05 agosto 2022 venerdì: Arequipa / Pinchollo – km.195 (h.4 e 1/2)
Alle 7 siamo i primi ad andare a fare colazione, avremmo preferito partire prima ma abbiamo dovuto adeguarci agli orari. In mezz’ora siamo in macchina. Oggi testeremo per la prima volta come regge il nostro corpo all’altitudine. Arriveremo a 4.910 mt. Nel dubbio, nel thermos (che riempio ogni mattina con il the) questa volta metto il Mate de Coca (le bustine le troveremo in tutti gli hotel da qui a Cusco).
Percorreremo la 34A fino a Patahuasi e poi la 34E e la S1 fino a Chivay. Da qui per raggiungere Pinchollo, dove dormiremo, seguiremo il Canyon del fiume Colca.
Impieghiamo 1 ora per arrivare a Yura, il primo paese fuori dalla città, senza andare a vedere le Canteras de Sillar. Sono le cave della pietra Sillar con la quale è stata costruita Arequipa. Dal colore di questa pietra, la città è chiamata la Ciudad Blanca. Si può vedere come viene lavorata. Le tralasciamo perché abbiamo tante cose da fare e abbiamo paura di essere tirati con i tempi. Facciamo solo una sosta all’autolavaggio perché, l’altro ieri sulla Panamericana, abbiamo sporcato tantissimo la macchina. La strada comincia a salire e ….. file di camion!!! Questo proprio non lo immaginavo. Ci troviamo incolonnati a viaggiare ai 20 km/h. Dalla presenza dei tir ne consegue l’immondizia lungo le strade. Entriamo nella Reserva Nacional Salinas y Aguda Blanca.
Informazioni sulla Reserva Nacional Salinas y Aguda Blanca (mt. 4.300):
La Riserva (3000 kmq) protegge la vigogna e il guanaco, due delle 4 specie di camelidi (lama e alpaca, abbondantemente addomesticati, sono gli altri due componenti della quaterna). Le vigogne sono decisamente più avvistabili dei guanachi. Le vigogne vivono in Perù vivono solo qui.
La Riserva di Aguada Blanca ySalinas è una vasta area che racchiude paludi, zone di acqua salmastra, grandi vallate sull’ltopiano, montagne innevate e vulcani come il Misti, il Pichu Pichu e il Chachani, e diverse lagune di rara bellezza. La riserva ospita anche i resti di foreste e praterie andine abitat di specie vegetali tipiche come la Yareta (Azorella sp .) il Queñual (Polylepis sp .) il kcapo (Parastrephia lepidophylla) utilizzato dalla popolazione locale come legna da ardere e per alimentare animali erbivori
La creazione della riserva:
Il territorio della Riserva di Aguada Blanca y Salinas è stato creato e dichiarato protetto dal Decreto Supremo 070-79 del 9 agosto 1979. In seguito il 28 ottobre 2003 i “Bofedales”, la “Laguna de Salinas” e la “Laguna indiana” sono stati designate zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar .
Gli obbiettivi della Riserva: Gli obiettivi della riserva consistono nel conservare la flora e la fauna e la bellezza paesaggistica e delle tante formazioni geologiche della zona, promuovendo la salvaguardia e quindi l’uso razionale delle alte specie andine.In particolar modo la riserva si propone di proteggere gli habitat che offrono le condizioni ottimali per lo sviluppo delle popolazioni di vigogna (Vicugna vicugna ) taruca (Hippocamelus antisensis) fenicotteri rosa ( Phoenicopterus ruber chilensis) .
La Riserva è ampiamente popolata e la maggior parte del suo territorio appartiene a tredici comunità rurali, che su di essa posseggono e più di un centinaio di immobili privati
– Laguna de Salinas: E’ una lago di acqua salata alimentato dall’acqua piovana. E’ possibile ammirare le tre specie di fenicotteri (andino, cileno e di James) e altre specie di uccelli da gennaio a maggio, quando la laguna abbonda solitamente di acqua. Da giugno a dicembre si trasforma in una distesa di sale. Ci sono escurioni che portano a visitarla partendo da Arquipa. Non è sulla strada che porta a Puno.
Questa zona tra il vulcano Misti e il Canyon del Colca è la Pampa de Toccra (pampas = pianure d’alta quota). Quando raggiungiamo i 3.200 troviamo i cactus, l’unico tipo di vegetazione presente. I paesaggi sono belli ed iniziamo a vedere le prime vigogne. La cima delle montagne è innevata. Arriviamo sull’altopiano dove c’è la Laguna de Pampa Blanca (mt.4.080 e ci sono 11°). Immaginavo temperature più basse, visto che qui è inverno e siamo a 4.000 mt. ed invece si sta bene. Dove è presente l’acqua e vediamo molte vigogne che bevono. Sullo sfondo c’è il Vulcano Misti. Scendiamo dalla macchina a guardare uno spettacolo della natura, con animali selvatici da salvaguardare, con alle spalle i tir che sfrecciano uno dietro l’altro a velocità sostenuta (essendo in piano) e plastica ovunque (esce dai sacchetti dell’immondizia e il vento la sposta). Fortuna che siamo in una riserva! Farò delle belle foto ma faccio fatica a calarmi nel contesto naturale. I tir non si possono evitare, l’immondizia si. Ci spostiamo di pochi km a Patahuasi dove si paga il pedaggio (Soles 3,90 – € 1). Abbiamo impiegato 3 ore ad arrivare qui, dal nostro hotel in centro ad Arequipa. Questo è l’unico paesino che si incontra. C’è qualche ristorantino dove poter mangiare un boccone. Dopo lo svincolo, a destra si va a Puno (noi domani dovremo tornare fino a qui per poi proseguire verso il lago Titicaca) mentre a sinistra si va verso il Chivay ed il Canyon del Colca, la nostra destinazione di oggi. Ci fermiamo, poco dopo, dove ci sono dei ristoranti. Sulla destra si vede il Bosque de Piedras Los Castillos de Patahuasi (pietre erose dal vento a forma di funghi sul lato della montagna). Sul retro delle costruzioni ci sono alpaca e pecore che pascolano, io vado a fotografarli mentre Pier, per provarlo, va a prendere un bicchierone di Mate de Coca (Soles 5 – € 1,25). Oltre all’infuso ci sono anche le foglie. Non patiamo al momento il mal di altitudine ma l’abbiamo preso perché è una cosa tipica del posto. Devo dire non così terribile come pensavo.
Per fortuna da qui in poi non troveremo più camion e possiamo goderci la bellezza del paesaggio, facendo soste tranquille, in posti in cui non c’è nessuno. Ci sono rigagnoli d’acqua ovunque, in alcuni punti ghiacciati, e tantissime vigogne. Non c’è vegetazione. Vedremo molti alpaca e lama con i pastori. Le loro abitazioni hanno delle recinzioni con muretti in pietra dove ritirano gli animali di notte. Ci fermiamo a fare due foto ad una famiglia, mamma, papà e due bambine, che stanno facendo il bucato in un ruscello. Bell’immagine e loro fanno dei grandi sorrisi. Si inizia poi a salire per coprire i 600 mt di dislivello che ci separano dal bel Paso de Patopamba dove c’è il Mirador de los Volcanes. Da Patahuasi abbiamo impiegato 1 ora e mezza.
Informazioni sul Paso de Patopamba (mt.4.910):
E’ una tappa obbligata nel tragitto da Arequipa al Canyon del Colca. Si possono ammirare ben 8 vulcani sopra i 5000 metri. Oltre all’immancabile Misti metri 5822, che domina il paesaggio anche di Arequipa, ci sono: Chucura (5360 m), Mismi (5593 m) Ubinas (5672 ma sulla pietra al mirador ch’è scritto 4270 m), Sabancaya (5980 m), Hualca Hualca (6025 m),Chachani, (6057 m), Ampato (6200 m). Il Sabancaya fuma ancora dopo la scorsa eruzione.
Parcheggiamo (ci sono 6°) ma ci fermiamo poco perché è tutto nuvolo quindi i vulcani non si vedono. Siamo ad un’altitudine mai provata in vita nostra. Manca un po’ il fiato ma non ci da fastidio. Pier si prova la saturazione con l’orologio … segna 85 …… Iniziamo la discesa verso Chivay. La strada ha parecchi tornanti e ci sono tanti alpaca e lama anche qui. Copriamo il dislivello di quasi 1.300 mt. in mezz’ora.
Informazioni su Chivay (mt.3.635):
Chivay è il principale centro turistico della valle. E’ una cittadina, circondata da colline terrazzate (alcuni terrazzamenti sono vecchi più di 1400 anni, che hanno consentito all’uomo di coltivare la montagna) e da picchi nevosi. Il piccolo paese vive attorno alla Piazza principale e al vicino mercato. Siediti in un posto strategico per ammirare il flusso di persone, le donne vestite tradizionalmente e gli incredibili ape car, che ogni proprietario personalizza a piacimento.
Da non perdere le vicine terme La Calera, a circa 3 km di distanza. Un altro posto da visitare è l’Osservatorio Astronomico (chiuso da gennaio a marzo), che sfrutta la limpidezza del cielo sopra il canyon per farti scoprire la via Lattea e tanto altro…Per gli appassionati, Chivay è un ottimo punto di partenza per i numerosi itinerari escursionistici che si possono fare nella zona.
Chivay è l’unico punto bancomat del canyon.
Qui si acquista il Boleto Turistico per il Canyon del Colca in una struttura sulla sinistra, appena prima di entrare a Chivay. Costa Soles 70 (€ 17,50) a testa (pagamento in contanti e in Soles)
Entro a pagare il Boleto e poi andiamo in città. Parcheggiamo nella piazza principale circondata da ristorantini. Ne scegliamo uno a caso e pranziamo sul balcone al primo piano. Ci sono 13° ma si sta bene. Prendiamo due zuppe di quinoa buonissime e un piatto di cassava fritto (Soles 73 – €18). I nostri vicini prendono la cavia (cuy). Fa proprio impressione perché la servono intera e con le zampe larghe. Facciamo un giro al mercato, piccolo ma grazioso. La maggior parte delle donne indossa i tipici abiti. Alcune signore, questo in tutto il Perù, hanno al seguito un piccolo di alpaca ed un agnellino. Facendosi fotografare racimolano qualche soldo. Andiamo a prelevare, facciamo benzina, facciamo la gincana tra un gruppo di pecore che attraversa la strada e poi alle 15.30 partiamo direzione Pinchollo, dove dormiremo. Abbiamo scelto il pernottamento lassù per evitare di fare la strada due volte domani mattina, dovendo poi andare a Puno, risparmiamo del tempo. E poi è molto più scenografico dormire sul canyon che non in città.
Informazioni sul Canyon del Colca:
Il Canyon del Colca, con i suoi 3.270 metri, è considerato il secondo Canyon più profondo al mondo, dopo il vicino Cotahuasi, ed è grande due volte il più noto Gran Canyon americano. E’ lungo 100 km. Da punto di vista geologico è considerato “giovane”, in quanto si è formato “solo” 100 milioni di anni fa!
E’ una delle zone più maestose e interessanti da visitare dell’intera catena andina del Perù, è una zona dalle antichissime tradizioni ed è uno dei pochi posti del Pianeta dove è molto facile vedere i condor! E’ un posto ricco di storia (è stato abitato già in epoca-pre-incaica), di cultura (da scoprire diversi paesini) e, ovviamente di natura.
– Antichi abitanti: La valle è abitata da più di 2000 anni dai Collaguas, discendenti degli Aymara, che arrivarono qui provenienti dalla regione del lago Titicaca e che si mantennero relativamente indipendenti sotto il dominio Inca, conservando le proprie tradizioni.
– I Colcas: Per sopravvivere, i Collaguas si inventarono un modo per immagazzinare grandi quantità di grano da conservare per i periodi meno propizi. Nacquero così i magazzini, noti come “colcas“, che diedero il nome alla valle. Nelle grotte di Pumunuta, è possibile vedere colche circolari fatte di fango e paglia, con un diametro di un metro.
– Terrazze: La valle ospita circa 8000 ettari di terrazze di origine preincaniche, utilizzate per coltivare patate, quinoa, mais.
– Miniere: La valle ha miniere di argento e rame, scoperti nel 1600. Proprio la presenza di queste miniere fu il motivo della costruzione, nel 1940, della prima strada che attraversava la valle.
– Architettura: La valle è anche molto interessante dal punto di vista architettonico. I paesi di Lari, Yanque, Cabanaconde e Sibayo ospitano chiese di epoca coloniale, mentre molte case possiedono i tetti in ichu, un tipo di paglia che cresce in alta quota. E’facile poi imbattersi negli abitanti vestiti in modo tradizionale, in particolare le donne che indossano gonne lunghe e cappelli adornati di nastri.
– Condor: L’animale al centro della attenzione nel canyon è senza dubbio il condor andino, l’uccello che ti stupirà per la sua apertura alare, la più grande al mondo (circa 3 metri di lunghezza) e che può vivere sino a 70 anni. Nel canyon, affermano le guide, vivono circa 45 esemplari che, al mattino, sfruttano le correnti termiche ascensionali per alzarsi in volo e andare a cacciare. E’ stato creato un punto di osservazione particolare, la Cruz del Condor, proprio per osservare questi animali. Le ore migliori per osservarli sono al mattino o nel tardo pomeriggio.
– ll fiume Colca: Il fiume Colca, conosciuto anche come fiume Majes, che percorre il canyon, nasce a sud est del villaggio Janq’u Lakaya. I Maya ritenevano che scorresse direttamente nella Via Lattea e per questo motivo facevano sacrifici o ponevano doni direttamente nel fiume, perché li portasse con sé.
Punti d’interesse e paesini:
– Yanque: E’ il primo villaggio che troverai partendo da Chivay, andando verso la Cruz del Condor. La principale attrazione è, probabilmente, il gruppo di danzatrici in vestiti tradizionali che, ogni mattina dalle 7 in poi, intrattiene i turisti che transitano per il paese con la Wititi, la danza tipica del posto. Da non perdere la bianca e barocca Iglesia de la Inmaculada Concepción. Yanque offre anche un piccolo museo archeologico, dei bagni termali (niente a che vedere con quelli di Chivay) e delle rovine pre-incaiche. E’ possibile noleggiare mountain bike e fare escursioni a cavallo.
– Maca: A mio parere ospita la più bella chiesetta del canyon, quella di Santa Ana, in stile barocco e ricostruita nel 1759 dopo che un incendio bruciò la precedente. La chiesa è stata ristrutturata. Nelle immediate vicinanze un immancabile mercatino di souvenir, con la possibilità di farsi immortalare, fotograficamente parlando, con un rapace o un baby alpaca. Nei pressi di Maca potrai vedere las chullpas colgantes, delle tombe pre-incaiche e alcuni splendidi esempi di terrazzamenti, una dimostrazione di come è possibile fare agricoltura anche dove il pendio è scosceso.
– Mirador de Antawilqui
– Mirador Antahuilque
– Pinchollo (mt.3.580) : E’ l’ultimo paesino prima di arrivare alla Cruz del Condor ed è considerato uno tra i più poveri della vallata. Vale la sosta per consumare qualcosa, per visitare il piccolo museo e l’ufficio turistico con il suo plastico del canyon e una esposizione fotografica. C’è un trekking che dura 4 ore che porta ad un geyser attivo che, prima di un recente terremoto, eruttava in maniera spettacolare.
– trekking per andare a vedere un geyser
– Cruz del Condor (mt.3.800): punto di osservazione dei condor soprattutto dalle 8 alle 10 del mattino per le correnti ascensionali. Non pensare di essere uno dei pochi fortunati ad ammirare le evoluzione dei condor. Ti troverai assieme a decine di persone desiderose di avvistare i rapaci. Il posto è comunque splendido: più di 1000 metri sotto di te il Rio Colcano, sopra di te il Nevado Mismi. E’ praticamente inutile andare a gennaio/febbraio in quanto è improbabile vedere di condor.
Il momento migliore per vedere i condor è al mattino presto quando iniziano a svilupparsi le correnti ascensionali che consentono loro di mantenere il volo, dalle 8 alle 10.
Visitare il piccolo museo e l’ufficio turistico con il suo plastico del canyon e una esposizione fotografica.
– Cabanaconde: Viene considerato il paese più autentico del canyon del Colca, anche perché è quello meno visitato. Si trova a 15 minuti dopo la Cruz del. E’ il centro del trekking del canyon del Colca. Da qui partono diversi itinerari da 1 a più giorni.
Belli i punti panoramici Achachiwa, Mirador De Cejana e Mirador de San Miguel
– La discesa nel Canyon da Cabanacode: ha un dislivello di 1.200 metri. Il trekking dura dalle 2 alle 3 ore e arriva a Sangalle, un’oasi dove è possibile pernottare, per poi risalire il giorno dopo. Si possono noleggiare dei cavalli se non si vuole camminare!
Ci fermiamo in tutti i punti panoramici. Il sole va e viene creando dei bellissimi controluce di raggi che illuminano il canyon. I pendii che scendono al fiume sono tutti terrazzati per consentire le coltivazioni. Davvero bello. Tutti i paesini che incontriamo sono deserti perché i turisti percorrono questo tratto di strada al mattino per andare a vedere i condor. Domani mattina, quando torneremo a Chivay, vedremo in ogni punto panoramico le venditrici con i classici capi colorati in lana di alpaca. Noi ora ci siamo potuti godere il panorama in completa solitudine. Questa è una delle cose positive del viaggiare in autonomia. Si possono scegliere gli spostamenti e decidere di fare le visite in qualsiasi momento (vedi ad esempio Palcoyo dove andremo tra 4 giorni).
Arriviamo al nostro lodge alle 16.30. La struttura è bella ed è vicino al canyon. La nostra camera, la 112, come quella sopra, credo la 212, sono le più belle perché hanno due lati con i finestroni (uno verso il canyon). In camera non c’è il riscaldamento ma il letto ha 30 cm. di coperte pesanti. La doccia è calda. Non essendoci ristoranti in zona, l’hotel organizza la cena. Saremo solo noi due più un gruppo di 6 turisti. Nel centro del locale accendono il camino. Non fa caldissimo ma si sta bene senza giubbotto. Il problema di tanti posti in Perù è proprio l’assenza del riscaldamento. Bisogna vestirsi a strati. Io sto bene con i calzettoni da montagna, i leggins (sotto i pantaloni da trekking pesanti) e la maglia termica (sotto il pile), praticamente uno spettacolo di sexosità, ma da questa sera, fino a Cusco, bardandomi così, starò benissimo. Pier mi dice che sono esagerata, lui tutto questo freddo non l’ha sentito ma io patisco quindi preferisco vestirmi. Prendiamo due zuppe ed un piatto di pollo con verdure (Soles 94 – € 23,50). Rimaniamo un pochino vicino al camino e poi andiamo a dormire. Sotto le coperte fa fin troppo caldo. In compenso avremo il naso e le orecchie gelati.
Pernottamento: Colca Trek Lodge – Pinchollo – B & B – € 46
7) 06 agosto 2022 sabato: Pinchollo / Llachon – km.395 (h.4 e 1/2)
Dopo una notte di silenzio completo, alle 6 siamo svegli. Albeggia e la nebbiolina si alza dal canyon. Prendiamo coraggio e ci alziamo, vestendoci in 5 secondi. Andiamo a fare colazione e alle 7.30 partiamo. Oggi il cielo è completamente sereno e ci sono 2°. Lungo la strada vediamo diversi cavalli liberi. In alcuni punti ci sono molti cactus. C’è un posto di blocco dove controllano il boleto turistico. In 20 minuti siamo alla Cruz del Condor, a 3.800 mt. Il parcheggio è deserto. Ci sono solo 4 persone. Andiamo nel punto panoramico più basso. Non vediamo nessun pennuto che vola poi, di colpo, la corrente ascensionale ne fa salire uno, poi un altro ed un altro ancora. Arriveremo ad averne 12 sopra la testa. Essendoci il sole, ci dobbiamo togliere cuffia, guanti e giubbotto. Nel mentre sono arrivati molti turisti. Eravamo così presi dai condor da non accorgerci della gente che ci ha circondato e della temperatura …. Alcuni volano a meno di 10 metri da noi. Alcuni hanno il collare bianco e sono più scuri, altri sono tutti marroni. Non so se è questa la differenza tra maschio e femmina. Hanno un’apertura alare pazzesca. Andiamo poi al punto panoramico più alto, dove c’è la croce. Siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo visto, ci saremmo fermati ancora un attimo ma ora c’è troppa gente quindi alle 9 andiamo via. E poi abbiamo parecchi km da percorrere. Incrociamo tanti pullmini che salgono. Una possibilità per venire fino a qui se non si ha la macchina, è unirsi a dei tour giornalieri che partono e tornano ad Arquipa. Se invece si prendono i bus notturni per arrivare a Chivay, poi ci sono dei bus normali che fanno la spola da Chivay a qui. Ci fermiamo ancora in tutti i punti panoramici dopo esserci svestiti perché ci sono 20° …. Le donne hanno allestito tutti i loro banchetti colorati. In un’ora siamo a Chivay. Non ci fermiamo e saliamo direttamente al Mirador de los Volcanes, che raggiungiamo in mezz’ora. Ritorniamo quindi a 4.910 … questa vacanza è tutto un su e giù tra le varie altitudini. Facendo così però il corpo si acclimata. Essendoci un bellissimo sole (6°) ci godiamo il posto. Ci sono solo una manciata di turisti. Quelli che arrivano con i tour organizzati da Arequipa, ora sono tutti alla Cruz del Condor …. riusciamo sempre ad evitare gli assembramenti di persone. Il paesaggio è davvero bello. Non c’è foschia quindi tutti i vulcani si vedono benissimo, compreso quello che fuma. Oggi vedremo nella condizione migliore tutto questo tratto fino a Patahuasi. Ieri era coperto, quindi non era proprio il massimo. Oggi, con il sole, è tutt’altra storia. Ci fermeremo a fare parecchie foto alle vigogne. Ce ne sono tantissime, insieme ad alpaca e lama. Prima di arrivare al bivio noto un vulcano bellissimo proprio di fronte a noi. C’è il Misti a destra, e questo si trova alla sua sinistra. Ha la sommità bianca mentre le pendici sono rosse. Non conosco il nome. Raggiungiamo Patahuasi in 1 ora dal Mirador de los Volcanes. Dico a Pier che voglio andare ancora alla laguna delle vigogne a fare due foto con il Misti alle spalle ed il cielo sereno. Paghiamo il pedaggio (Soles 3,90 – € 1) e percorriamo quei pochi km. in direzione opposta a quella nella quale dovremmo andare. Ritorniamo poi a Patahuasi e paghiamo nuovamente. Dovesse interessare, poco dopo lo svincolo c’è il Bosque de Piedras de Puruña. Da qui fino al nostro pernottamento sul Lago Titicaca (mt.3.830) , a Llachon, impiegheremo 4 ore effettive di viaggio (km.240). Abbiamo paura di trovare di nuovo file di camion ed invece non ne troviamo nessuno. Forse il sabato non possono viaggiare. Dopo un’oretta ci fermiamo a mangiare due panini al volo, presi in un banchetto vicino ad un benzinaio. Raggiungiamo poi il Mirador dos Flamingos (ce ne sono alcuni in una laguna) e poi la Laguna Lagunillas (molto grande). Siamo sui 4.400 mt. Da qui si inizia a scendere. Avendo alle spalle il sole che si sta abbassando, tutta l’erba gialla sembra oro. Questo è un bel tratto. Ci sono molte case di mattoni fatti impastando terra e paglia, sembrano quelle viste in Uganda. Passiamo Juliaca (bruttissima) e raggiungiamo la penisola dove si trova Llachon.
Informazioni sul lago Titicaca (mt.3.830):
E’ il lago navigabile più alto del mondo, il 12° più grande del Pianeta. Segna il confine tra Perù e Bolivia; per il 60% circa appartiene al Perù, per il restante alla Bolivia. E’ lungo 204 chilometri e largo 65 chilometri con una superficie complessiva di 8373 chilometri quadrati.
Sarà normale, se arrivi direttamente da Lima, che si trova sul livello del mare, avere dei problemi di acclimamento, visto che l’aria è decisamente rarefatta. Tieni poi conto che, se visiterai alcune isole, l’altezza potrà aumentare. Infatti, il punto più alto dell’isola di Taquile è di metri 4050 slm, mentre il punto più alto dell’isola Amantani, (Pachamama) si trova a 4120 metri di quota slm.
– L’isola di Taquile, patrimonio mondiale dell’umanità:
Un’oasi di colore in mezzo al Lago Titicaca: l’Isola di Taquile è così perché i suoi edifici colorati ricordano le atmosfere dei climi caldi, ma anche per l’eccellenza nella lavorazione tessile. A Taquile infatti potrai osservare gli artigiani impegnati nella creazione di stoffe variopinte e acquistare ottimi manufatti come sciarpe, guanti, cappelli, che ti terranno al caldo durante le fredde notti andine e saranno souvenir graditi e autentici.
Abitata da poco più di 2.000 persone, Taquile è una delle isole più belle del Lago Titicaca. Lo scenario è semplicemente mozzafiato. Taquile è famosa non solo per la sua posizione e i suoi panorami, ma anche per le sue incredibili tradizioni, come l’abilità degli uomini a sferruzzare, (sì, sanno lavorare a maglia e proprio bene!) e per la possibilità di essere ospitati dalle famiglie del posto. Un formidabile modo per entrare in contatto con la cultura locale.
L’isola di Taquile non è piatta e la sua altitudine varia notevolmente a seconda della posizione. Il porto si trova a metri 3810 slm. La piazza principale a 3950 metri slm, mentre il punto più alto è a 4050 metri slm (alcune fonti riportano 4150 metri).
L’arrivo a Taquile è piuttosto agevole; il problema è però, una volta approdati, salire i 525 gradini che separano il porto con la piazza principale del paese. Il sentiero sale abbastanza dolcemente, ma è l’altitudine che fa venire il fiatone. Il punto più alto dell’isola è a 4050 metri quindi, a meno di non provenire da Cusco e avere salito sul Vinicunca, il respiro potrebbe mancare.
Non c’è problema: siediti e guardati attorno! Il paesaggio è veramente incantevole e la vista sia sul lago Titicaca che sulle montagne circostanti è fantastica. In alternativa puoi ammirare i terrazzamenti agricoli si cui sono ricchi i pendii dell’isola.
L’agricoltura è la principale fonte di sostentamento degli abitanti di Taquile. I terrazzamenti hanno consentito di aumentare le superfici coltivabili per produrre patate, mais, fagioli e quinoa. Senza questo accorgimento, gli abitanti sarebbero stati dipendenti come gli Uros dalle risorse esterne.
Voglio sottolineare un aspetto che mi ha incantato da subito in Perù e che ho ritrovato a Taquile. L’organizzazione sociale si basa sulla ayllu, ossia non c’è la proprietà privata delle terre ma solo quella collettiva. Gli appezzamenti da coltivare vengono quindi distribuiti senza alcuna distinzione tra le famiglie. Un modo questo per fronteggiare la povertà.
La pesca contribuisce a arricchire di proteine le tavole degli isolani che hanno imparato a fare a meno della energia elettrica. Solo da poco, le case (e non tutte) sono dotate di pannelli fotovoltaici, ma candele e torce sono ancora i
sistemi di illuminazione principale.Da un po’ di tempo la ricchezza locale è aumentata grazie al turismo.
La gente di Taquile è nota per tessere alcuni dei tessuti più belli del Perù, qui creati da uomini e donne. Gli isolani indossano ancora abiti tradizionali. Ogni famiglia possiede almeno quattro diversi tipi di costume: per lavoro, tempo libero, matrimoni e feste.
La lana, sia di lama che di alpaca, utilizzata per gli abiti tradizionali, è solitamente filata dalle donne, ma a Taquile anche gli uomini filano la lana, oltre a lavorare a maglia i loro tipici cappelli conici (chullos).
Già all’età di 10 anni, un ragazzino è già in grado di lavorare a maglia il suo chullo che, a seconda dello stato nuziale può essere rosso (sposato) o con degli inserti bianchi (single).
Un’altra caratteristica dell’isola e la possibilità di convivere prima di sposarsi. Un modo per provarsi vicendevolmente tra uomini e donne. Mi è stato raccontato che non è così infrequente che, dopo un periodo di convivenza durante il quale è nato anche un pargolo, la coppia decida di ritornare alle famiglie di origine e di non proseguire con la convivenza.
Nella piazza principale di Taquile ha sede la cooperativa dove puoi acquistare tutto ciò che viene tessuto sull’isola. Portati denaro da Puno, in quanto non c’è bancomat e non vengono accettate le carte di credito.
L’isola non ha bancomat, per cui ricordati di prelevare soldi a Puno, prima di partire. Anche perché i motivi per acquistare prodotti locali certo non mancano!
Prenditela comoda quando arriverai a Taquile, goditi il sentiero che ti porterà nel paese e ricordati che stai respirando l’aria rarefatta dei 4000 metri!
Se decidi di passare una notte a Taquile, ricordati che le case non hanno riscaldamento e sono molto semplici. Per cui porta con te vestiti pesanti (avrai freddo – eventualmente – solo verso ora di cena, quando il sole calerà). Una volta sotto lo strato di coperte starai benissimo!
– Amantani, l’isola dell’ospitalità’:
Amantani è la più grande isola del lago Titicaca ed è la prima ad avere proposto l’ospitalità diffusa, ossia la possibilità di trascorrere una o più notti presso una famiglia del posto e di consumare con lei i pasti.
Scherzi a a parte, come a Taquile, le case non sono riscaldate e il mio consiglio è quello di portarti indumenti caldi, tra cui un piumino leggero, da utilizzare durante il passaggio giorno-notte sino a poco prima di infilarti sotto le coperte. Una volta raggiunto il materasso, ci penserà la spessa coltre di coperte, messa a disposizione dalla famiglia, a farti passare splendidamente la notte. Ricordati che potresti condividere il bagno con altre persone.
Un aspetto particolare è la gestione del turismo. Non tutta la quota versata dal turista per il suo soggiorno rimane alla famiglia abitante. Una parte va a un fondo per lo sviluppo di iniziative comunitarie a Amantani.
Amantani è abitata da circa 4000 persone, quasi il doppio di Taquile, di etnia aymara, che parlano quechua.
Le nuove generazioni parlicchiano l’inglese. Ricordati sempre che italiano e spagnolo sono abbastanza simili, per cui parlando piano e con l’aiuto magari di gesti, dovresti farti comprendere! L’isola è dominata da due piccole alture: uno è il Templo de Pachamama (Madre Terra) e l’altro il Templo de Pachatata (Padre Terra).
Gli isolani sono stati bravissimi a aumentare la superficie coltivabili terrazzando i pendii dell’isola. L’isola produce principalmente mais, patate, fagioli, quinoa che costituiranno la base della tua cena, presentati sotto forma di semplici ma gustose ricette locali.
Ad Amantani è possibile ovviamente acquistare prodotti locali, tra cui quelli tessili. Qui, a differenza di Taquile, gli uomini non lavorano però la lana all’uncinetto.
Amantani è facilmente raggiungibile da Puno con una delle tante escursioni che partono dalla citta. Puoi prendere anche il classico piccione con due (o tre) fave e quindi prendere parte a un tour che, nello stesso giorno, ti consente di sbarcare sulle isole degli Uros, a Taquile e Amantani.
L’isola non ha bancomat, per cui ricordati di prelevare soldi a Puno, prima di partire.
Ospitalità nelle case: E’ una delle esperienze più belle che si possano fare durante un viaggio in Perù. Essere ospitati da una famiglia locale. Questa stessa esperienza può essere fatta anche ad Amantani e si sta diffondendo in altre isole del Titicaca.
In pratica si passano 24 ore a Taquile (se vuoi anche più), avendo così la possibilità di esplorare in tranquillità l’isola, sia autonomia che guidati da un membro della famiglia e di conoscere da vicino il tessuto sociale dell’isola.
La sistemazione è molto semplice; il bagno potrà essere esterno alla stanza. Cena e colazioni saranno semplici ma abbondanti. Le case di Taquile, così come quelle della maggior parte delle abitazioni in Perù, non hanno riscaldamento, per cui portati vestiti pesanti.
Un piumino di quelli leggeri è perfetto per fronteggiare il freddo che arriverà con il calare del sole. E’ l’unico posto al mondo dove sono passato in pochi minuti da t-shirt, calzoncini e sandali a scarponcini, strati di pile, piumino e cappellino in testa! L’esperienza però merita, te lo assicuro. Oltre al pernottamento, il “pacchetto” prevede il pranzo, la cena e la colazione. Un bel modo per contribuire alla economia locale!
– le isole galleggianti degli Uros: il popolo locale Uros iniziò a costruire queste isole, composte da canne di totora (tipica pianta locale che è anche commestibile) per allontanarsi dagli invasori Inca e trovare riparo proprio in mezzo al lago. Le isolette, un vero e proprio arcipelago, sono collegate tra loro da passaggi pedonali ed è possibile visitarle, camminarci e imparare dai discendenti degli Uros a fabbricare e rinnovare le piattaforme, ancorate al fondale o semoventi. Quelle degli Uros, realizzate interamente con canna di tortora, sono senza dubbio le isole più visitate del Lago Titicaca. Si trovano a circa mezz’ora di barca da Puno, sul lato peruviano. La maggior parte dei tour guidati si limita a visitarne un paio. Nella più grande, Huacavacani, diverse famiglie vivono accanto a una scuola missionaria avventista.
– la totora: La totora è una canna palustre abbondante nel lago Titicaca. Gli Uros hanno imparato a utilizzarne le radici che, intrecciate tra di loro, formano la base delle isole galleggianti su cui vengono distesi e intrecciati vari strati di totora essicata, che agiscono così da coibentazione. Le isole durano dai dodici ai quindici anni e ci vogliono due mesi di lavoro comunitario per realizzarne una nuova.
Camminare su un’isola galleggiante è una sensazione molto strana; è come essere su un trampolino inumidito. Durante la stagione delle piogge (dicembre-marzo) non è insolito che alcune isole si muovano sulla superficie del lago. La totora viene utilizzata per costruire le capanne e le balsas, le tipiche imbarcazioni
Visitando le isole, appare quasi immediato il connubio antico/moderno, dove l’antico è rappresentato dall’utilizzo della totora, mentre il moderno è rappresentato dai pannelli solari che hanno portato l’elettricità, seppure limitata alla potenza del pannello, agli Uros.
– il turismo e la cultura Uros: L’influenza delle culture come quella Aymara, ha causato progressivamente la perdita della cultura degli Uros. La loro lingua madre è praticamente scomparsa. Gran parte della popolazione ha sangue misto quechua e aymara.
Le cose sono migliorate negli ultimi anni e il turismo rappresenta probabilmente il maggior introito per gli Uros e il principale strumento che consente la sopravvivenza delle popolazione e delle cultura. Molti Uros vivono ora sulla terraferma e raggiungono ogni mattina le loro isole per raccontare la loro vita (o quella dei loro avi?) e vendere i loro articoli ai turisti.Hanno perso sicuramente un po’ della loro autenticità ma, a mio parere, sono dei “testimoni storici”. Per questo credo che, malgrado tutto, valga la pena visitare le isole degli Uros anche se, a volte – mi dico – gli Uros sembrano un po’ la rappresentazione di loro stessi.
Siccome dovremo prendere domani mattina il traghetto per Amantani che parte da Chifron, decidiamo di andare a vedere se il porticciolo è sicuro o meno per lasciare la macchina. In paese c’è la festa, sia oggi che domani quindi ci imbottigliamo in un mix tra persone e macchine. Sarebbe bello fare due passi ma ormai è tardi e non sappiamo dove parcheggiare. Torniamo leggermente indietro ed imbocchiamo una strada sterrata che ci fa evitare il paese. Questa penisola sembra un posto dove il tempo si è fermato. Ci sono pastori che riportano a casa il gregge o le mucche, fuochi accesi nelle case di mattoni di terra, persone che rientrano dai campi con ortaggi vari. Molto bello, poi anche qui il sole è alle spalle … e la luce a fine giornata, rende tutto più bello. Arriviamo al nostro pernottamento appena dopo il tramonto. Abbiamo perso un’ora in paese. Da una parte è andata bene così perché i proprietari della casa sono ad una festa in un altro paese quindi ci dicono che arriveranno a breve, di aprire il cancello a mano per parcheggiare e di andare in camera. Ci sono anche altre due coppie nella nostra situazione e sono abbastanza scocciati. La luce non c’è, la camera è gelata come pure l’acqua della doccia. Benissimo. Il nome della casa su Booking indicava che facevano servizio ristorante, ma non ne siamo sicuri. Fuori non c’è nessun posto dove andare a mangiare quindi ci vediamo a passare la serata al buio, al freddo, senza doccia e senza cena. Dopo 1 ora la famiglia arriva. Per fortuna che, quando ci aveva contattati per sapere l’orario di arrivo, le avevamo detto alle 17. Noi siamo arrivati alle 18 per il traffico in paese e la proprietaria ci bussa alla porta della camera alle 19. E’ tutta bella sorridente, in abito tradizionale da festa, e ci chiede se va tutto bene. Me la sarei mangiata. Ci dice che possono farci cena. Ottimo. Accendono il generatore quindi la luce arriva ma l’acqua calda no, quindi doccia gelata. Ci rivestiamo velocissimamente ed attendiamo cena al caldo sotto le coperte. La cena sarà ottima. Hanno un locale con un grosso tavolo e la cucina a fianco. Non è riscaldato ma c’è tepore grazie al fuoco che usano per cucinare. Apprezziamo tantissimo la zuppa di quinoa e poi ci porta un pesce del lago Titicaca, fritto, con verdure ed il dolce. Questa cena ci costa la cifra “folle” di Soles 32 – € 8 a testa. La signora rimane un po’ a chiacchierare con noi e ci racconta della loro vita in questo posto fuori dal mondo. Fino a pochi anni fa, la penisola non aveva strade quindi l’unica possibilità per raggiungere Puno, nel caso in cui avessero avuto necessità di acquistare qualsiasi cosa, era con la barca. Racconta che quando erano piccoli, impiegavano tantissime ore per raggiungere la città visto che le barche erano a remi. Partivano con scorte di cibo perchè il lago stanca e mette appetito. Non sa perché ma sentivano la costante necessità di mangiare. Poi sono arrivate le barche a motore che hanno abbreviato il viaggio, e poi hanno costruito la strada. Apprezziamo molto queste chiacchiere. D’altronde l’home stay serve proprio per avere contatto stretto con la gente del luogo, cosa che negli alberghi non avviene. E’ una cosa che ci piace. Lei parla spagnolo e noi italiano, ma ci si capisce alla perfezione. Andiamo poi in camera. La stanchezza, l’ambiente freddo ed il tempore delle coperte conciliano il sonno.
Pernottamento: Hospedaje y Restaurante Saywa – B & B – € 34
http://www.saywalodge.com/
8) 07 agosto 2022 domenica: Llachon / Amantani – km.0
Notte super silenziosa. Il sole sorge il sole appena dopo le 6. Vediamo quindi com’è il posto. Si vede il lago dalla camera (ha due grosse finestre su due lati). Il mobilio è semplice ma è tutto pulito. Usciamo per andare a fare colazione. Ci sono 5°. Vediamo nel prato delle grosse bacinelle con il detersivo per il bucato. Ovviamente qui la lavatrice non c’è. La colazione sarà molto buona con frittata, frutta e dolci. Paghiamo il conto in contanti ed in Soles per il pernottamento, la cena ed il transfer fino al porto (Soles 25 – € 6,25). Ci consiglia di lasciare la macchina qui da lei al sicuro (così possiamo lasciare un borsone per evitare di portarne due ad Amantani) e di farci portare da suo marito fino al porto. In condizioni normali non ci sono problemi a lasciarla là ma, con il fatto che c’è la festa, vengono tante persone da Puno, quindi può capitare il malintenzionato. Le barche fanno servizio da Chifron dalle 6 alle 14. Sono barche private di Amantani e la prima corsa parte da là alle 5 del mattino ed impiega 40 minuti per arrivare. Parte quindi ad ogni ora, circa, aspettano sempre che sia quasi piena. Non ci sono barche al pomeriggio perché si alza il vento quindi il lago diventa molto mosso. Oltre ad essere pericoloso, poi le persone stanno male. Questa tratta da Chifron fino ad Amantani è percorsa dai locali, quindi saremo solo noi stranieri. I turisti vanno a Puno e poi prendono battelli pubblici o privati per arrivare all’isola, se pernottano, altrimenti fanno tour giornalieri organizzati che portano, oltre ad Amantani e Taquile, anche alle isole Uros. Noi ovviamente facciamo le cose diverse da tutti. Quindi prendiamo posto dopo aver pagato Soles 10 – € 2,50 a testa. Nell’attesa di partire osservo le persone che ci sono vicine a noi. Hanno tutti i visi bruciati dal sole, soprattutto gli anziani. C’è una signora, non so darle l’età perché a loro non vengono i capelli bianchi, ma dalle rughe ha sicuramente visto parecchie primavere. Indossa vestiti colorati e di stoffa spessa. Qui le temperature sono simili tutto l’anno. Dal tramonto all’alba fa sempre freddo mentre di giorno, se c’è il sole, fa molto caldo. Se è nuvolo ovviamente le temperature sono basse, non come di notte ma basse. La signora vicino a noi, ha diverse borsette che contengono bacinelle di varie dimensioni. Ci siamo fatti l’idea che ha preso la barca questa mattina presto da Amantani, per andare a fare la spesa, ed ora torna a casa. Salendo è inciampata e ha fatto un volo pazzesco. Stoffa dei vestiti che indossa, bacinelle e scarpe dappertutto! Le prendo al pelo la mano e le evito di cadere malamente picchiando la testa. Mi ringrazia con un tremendo sorriso sdentato e ride come una matta. Ci sono poi uomini anziani tutti eleganti nella loro semplicità. Anche loro sono andati a fare la spesa quindi hanno diverse borse. Ci sono poi due mamme con due bimbi sulle spalle. Nelle stoffe piegate che portano attaccate alla schiena riescono ad inserire di tutto, anche i loro figli. Una bimba che avrà un paio d’anni, indossa una bella cuffietta rosa fatta a mano, ed è tutta sorrisini. L’altra non avevamo idea che ci fosse perché è neonata ed è completamente nascosta e protetta dalla stoffa. Fa due versi quindi la mamma la prende e l’allatta. Classiche immagini di vita normale peruviana, e noi abbiamo il privilegio di poterle osservare. Partiamo dopo una decina di minuti. Il lago è piatto. Il cielo è per lo più nuvoloso. La barca, anche questa ha visto parecchie primavere, va pianissimo. In meno di 40 minuti arriviamo. Su booking avevamo scritto alla struttura dicendo l’orario di arrivo e se potevano venire a prenderci. Ci hanno risposto ok. Aspettiamo un attimo ma non vediamo nessuno. Chiamiamo al telefono ma non rispondono. Ci sono dei ragazzi con le moto e ci dicono che loro fanno servizio taxi al costo di Soles 15 – € 3,75 a moto. Il borsone riusciamo a legarlo dietro alla mia. In 5 minuti arriviamo al nostro pernottamento.
Pernottamento: Amantani Lodge (famiglia Henry e Mariluz) – B & B – € 45
https://www.booking.com/hotel/pe/amantani-lodge.it.html
Ci sono Mariluz ed Henry che ci attendono all’ingresso, tutti sorridenti. Lui ha l’abito della festa, scarpe tirate a lucido, pantaloni blu eleganti con camicia bianca, giubbottino blu e cappello. Lei indossa gli abiti tipici. Non parlano inglese, ecco perché ha risposto al nostro messaggio su booking solo con ok e non con le info chieste su come arrivare da loro. Ci piacciono subito. Henry va a finire si sistemare la nostra camera (letto a tre piazze con bagno, senza riscaldamento, pulitissimo) mentre noi andiamo sul retro, con vista terrazzamenti che scendono al lago, a chiacchierare con Mariluz. Ci capiamo bene pur parlando ognuno la propria lingua. Organizziamo la giornata. Abbiamo fatto in modo di arrivare presto in modo tale da poter sfruttare bene il tempo sull’isola. Partiamo quindi subito con Henry che ci vuole accompagnare fino al tempio di Pachamama. Lui viene vestito elegante, con le scarpe lucide (dopo due minuti saranno tutte impolverate) con sotto il cuoio. Noi siamo in completa tenuta da trekking, per di più pesante perché è nuvolo e fa freddo. Il dislivello è di circa 300 mt. che copriamo in 1 ora. Noi siamo grandi camminatori … a casa e non a queste altitudini …. qui sfiguriamo di brutto. Ci fermiamo più volte a svestirci perché è uscito il sole quindi fa caldo. Con Henry troviamo questa scusa, in realtà ne approfittiamo per respirare. Lasciamo il sentiero sterrato e troviamo quello bello lastricato che parte dal centro del paese ed arriva sia al tempio di Pachamama che a quello di Pachatata. Arriviamo in vetta (mt.4.109). C’è un bel panorama di tutta l’isola. E’ tutta terrazzata. Chissà come è bello nei mesi in cui ci sono le coltivazioni. Ora c’è solo erba gialla. Il tempio è in pietra a forma circolare (senza tetto) con al centro un punto per fare il fuoco. Henry ci spiega che ci sono 10 comunità che vivono sull’isola. 5 credono in Pachamama e 5 in Pachatata. Il terzo giovedì di gennaio, alle ore 12, c’è la festa. Ciascuna comunità si ritrova nel suo tempio. Indossano tutti abiti tipici e ci sono canti e balli. Ci racconta tante cose della vita sull’isola. Si curano con le erbe presenti in loco seguendo i consigli dello sciamano. In caso di necessità hanno anche un’ostetrica, un dentista, un medico, un’infermiera ed un tecnico. Sono autosufficienti in tutto, il turismo è una cosa in più che aiuta ma non è fondamentale. Durante il periodo del Covid i traghetti non partivano. Sono rimasti isolati per 1 anno e mezzo, fino a novembre dello scorso anno. Hanno fatto tre dosi di vaccino anche perché, senza di quello, non potevano salire sul traghetto. Ci indirizziamo poi verso Pachatata ma, chiacchierando non ci siamo resi conto dell’ora quindi, allo svincolo, scendiamo in paese. Mariluz ci attende all’1 per pranzo. Henry ci mostra delle piante e ci dice per cosa vengono usate. Prende dei rametti di muña per fare la tisana dopo pranzo. Al nostro arrivo Mariluz ci attende tutta sorridente. Il pranzo sarà buonissimo. Iniziamo con una zuppa di quinoa. La ciotola, una volta vuotata, lascia vedere sul fondo un disegno fatto a mano con i nomi di Mariluz ed Henry. Anche le ciotole personalizzate!!! Si vede che sono avanti. Ci porta poi il secondo che è un piatto unico con crocchette di pollo (impanate con la quinoa), tre tipi di patate ed una verdura che ci dice essere “oca”. Non capiamo cosa sia, sembrano i germogli di qualche pianta, comunque molto buona. Questo pranzo ci costa Soles 20 – € 5 a testa. Rimaniamo parecchio a chiacchierare poi andiamo a fare un giro in “centro”. Percorriamo a ritroso la strada fatta in moto questa mattina. Ora è tutto nuvolo quindi fa freddo. Ci sono molte case costruite con i mattoni di terra e paglia. Vediamo un posto dove li preparano. Sentiamo musica in lontananza. Andiamo a curiosare. E’ un matrimonio. Tutti gli invitati ballano in cerchio e bevono litri di birra. Andiamo al porticciolo e poi alla piazza principale. Prendiamo in un bar due birre ed un pacchetto di patatine e ci sediamo sulle panchine di fronte alla chiesetta. Torniamo poi in hotel. Anche stasera doccia gelata. Mariluz ci spiega che hanno la corrente da circa 4 anni, prima avevano solo candele, e da ancor meno hanno i pannelli solari. Se è nuvolo non caricano quindi niente acqua calda. Andiamo poi a cena, almeno in quel locale fa più caldo. Arrivano anche i due figli. Hanno 19 e 21 anni. Ci sediamo a tavola tutti insieme così possiamo chiacchierare mentre ceniamo. I due loro ragazzi partono il lunedì mattina con il primo traghetto delle 5 e vanno a Puno a studiare. Hanno un appartamento in affitto. Tornano sull’isola il venerdì sera. Sono ragazzi molto educati. I soldi che guadagnano con l’ospitalità servono per farli studiare. Avendo la casa grande, qualche anno fa, hanno creato una camera per gli ospiti. Ora ne hanno tre ma è il numero massimo altrimenti non riescono a garantire un bel rapporto con gli ospiti. Sicuramente questo è il loro punto di forza e chi sceglie l’home stay cerca proprio il contatto con i padroni di casa. La cena è stata a base di zuppa di mais poi riso con diverse verdure e per finire mela a fettine con cannella. Immancabile tisana di muña. Anche questa la pagheremo Soles 20 – € 5 a testa. Ci ritiriamo poi in camera. In meno di due minuti ci cambiamo e andiamo al caldo sotto le coperte. Fa un freddo abbastanza impegnativo……
9) 08 agosto 2022 lunedì: Amantani / Isola Uros – km.81 (h.4 e 1/2)
Anche questa mattina ci alziamo e ci vestiamo alla velocità della luce. La colazione è a base di pancake. Paghiamo il conto ad Henry mentre Mariluz va a prendere dei vestiti tipici (ce li fa indossare per fare una foto tutti insieme) e delle cose fatte da lei all’uncinetto e a maglia. Pier compra una cuffia. Arrivano le due moto a recuperarci. Salutiamo le due persone splendide che ci hanno ospitato. Ci spiace tanto andare via. Questo posto ci rimarrà nel cuore. Paghiamo sempre Soles 15 – € 3,75 a moto. Alle 7.30 andiamo via in modo tale da prendere il ferry delle 8. Anche per questo paghiamo come all’andata, Soles 10 € 2,50 a testa. Oggi c’è vento quindi il lago è mossissimo. Dire che si balla è dir poco. Oltretutto la barca, che è vecchia, cicola ad ogni onda …. Per fortuna arriviamo velocemente sulla terraferma. Troviamo il taxi che ci aspetta per portarci a Llachon, dove abbiamo dormito l’altra sera prima di andare ad Amantani, a recuperare la macchina. Il proprietario non poteva quindi ha fatto venire un suo amico. Paghiamo Soles 25 – € 6,25. Una volta arrivati alla casa, il cancello è chiuso con una catena. Si sono dimenticati di lasciarlo aperto! Pier telefona alla proprietaria che dice che arriva subito. Dopo mezz’ora ancora nulla, ma lei non risponde più alle telefonate. Dopo quasi un’ora arriva un’altra signora di corsa. Meglio non commentare. Finalmente rientriamo in possesso della nostra macchina. Percorriamo a ritroso la strada fatta due giorni fa. Ci sono molti pastori che portano gli animali ai campi. Raggiungiamo Puno. E’ meno brutta di Juliaca, ma niente di che. Il proprietario dell’hotel sulle isole Uros ci aveva dato le coordinate del porticciolo (Puerto Kalapajra) dove vengono a prenderci e dove possiamo lasciare la macchina in un garage (Soles 10 – € 2,50). Questa è un’ottima cosa. Ci dice che è l’unico ad averne uno quindi altri lodge spesso glielo affittano. Alle 11.30, puntuale, la nostra barca arriva. Il transfer (andata e ritorno) costa Soles 10 € 2,50 a testa. C’è il sole e ci sono 13°. Il signore che ci viene a prendere è il proprietario che gestisce il lodge la con moglie e figlio. Parla solo aymara, quindi fatichiamo a capirci. Alla prima isola paghiamo l’ingresso all’area (Soles 8 – € 2 a testa). C’è un bel sole quindi, quanto le canne di totora che crescono nell’acqua, quanto le capanne costruite sulle isole, sono di un giallo acceso. Raggiungiamo il nostro pernottamento in 20 minuti.
Pernottamento: UROs Arantawi Lodge – B & B – € 49
https://www.booking.com/hotel/pe/uros-aruntawi.it.html
Ci sono solo 4 camere. La nostra rimane sulla destra ed è più grossa delle altre. Tutte hanno un terrazzo esterno con sdraio ed un letto. All’interno la nostra ha un letto matrimoniale enorme ed un letto singolo. C’è un fungo riscaldante. Il bagno è sul retro. Oltre alle 4 camere ci sono la struttura ristorante ed un’altra struttura dove abitano i proprietari. Andiamo a pranzo. Ci preparano zuppa di quinoa poi filetto di trota sempre con quinoa e verdure. Buono. Costa Soles 40 – € 10 a testa. Rimaniamo un po’ sul terrazzo a prendere il sole. Se si alza il vento bisogna coprirsi altrimenti si riesce a stare in maniche corte. Alle 15.30 partiamo per un giro tra le isole con il figlio del proprietario (lui parla benissimo inglese). Ci spiega come vengono costruite e com’è la vita della popolazione Aymara che le abita. Le isole sono 120. Impiegano 2 anni a costruirle e durano 40 anni ma ogni 15 giorni devono fare dei ritocchi aggiungendo altra totora. Un tempo anche le barche erano di totora, ma durando solo 1 anno, sono passati a quelle di plastica. Costeggiamo la parte più esterna dove ci sono gli hotel (qui non vengono i visitatori giornalieri perché le barche, con il moto ondoso, rovinano la totora) e poi ci addentriamo tra le isole turistiche. Alcune sono abitate sempre, altre invece i proprietari vivono sulla terraferma e vengono qui al mattino quando arrivano i turisti. Le visite guidate sono al mattino quindi noi vedremo una realtà diversa, senza una barca, senza nessuna persona, tranne quelle che ci abitano, e con la luce del tramonto. Scendiamo a visitarne una. Le donne stanno pulendo il pesce per preparare la cena. I bambini giocano e gli uomini non si vedono. Compriamo una sciarpa e poi proseguiamo il giro. Andiamo fino alla scuola. Ci sono 3 casette. Dentro sono attrezzate con banchi, lavagne ecc.ecc. Vediamo il tramonto e poi rientriamo. Tutto si colora di rosso. Bella esperienza soprattutto per il fatto che abbiamo visto com’è realmente la vita di queste persone (delle poche che ancora vivono qui costantemente), senza spettacolini vari per turisti. Meno male che la mia incapacità di star ferma, quando sono in vacanza non voglio tempi morti, mi ha fatto chiedere ai proprietari dell’isola, di fare un giro al tramonto. Le altre due coppie che hanno pernottato con noi, sono rimasti a riposarsi sul terrazzo. Al rientro accendiamo il fungo per riscaldare l’ambiente gelido. Facciamo la doccia (calda) e poi andiamo a cena. Per fortuna che ci sono delle coperte di lana da mettere sulle gambe perché il locale non è riscaldato. La cena non sarà nulla di che. Anche questa la paghiamo 40 Soles 10 – € a testa. Andiamo in camera sotto una spanna di coperte a guardare un film.
10) 09 agosto 2022 martedì: Puno / Combapata – km.339 (h.5)
Anche oggi abbiamo un’infinità di cose da fare quindi chiediamo di fare colazione presto (nulla di che) e poi alle 7.15 partiamo in barca. Ci sono 7°. Bella esperienza, peccato il cibo che poi lo ricorderemo come il peggiore della vacanza. Recuperiamo la macchina, andiamo a prelevare e poi partiamo.
Informazioni su quello che c’è da vedere da Puno a Combapata:
– Pukara una piccola città dove c’è il sito archeologico di Kalassaya
– Raya Pass(mt.4.335): bel panorama – ghiacciai a 6000 m
– Las Colcas de Raqchi: bellissimo sito archeologico. E’ una città Inca completa di mura e suddivisa in zone, delle abitazioni alla zona militare e quella religiosa
Il paesaggio è bello, tutto con erba gialla, case di mattoni costruiti con terra e paglia, ed animali che pascolano. A 30 km. dal passo Raja si incomincia a salire. La neve è poco distante. Sono posti molto belli con un grande pianoro e le montagne alle spalle. Arriviamo al passo dopo 3 ore e mezza di viaggio da Puno. Ci sono 11°. Proseguiamo ed arriviamo a Combapata dopo circa 1 ora. Imbocchiamo la strada sterrata che porta a Palcoyo.
Informazioni su Palcoyo (mt.4.910):
Se si ha la propria macchina lo si può fare in autonomia.
Partenza trekking: mt. 4.722
Altitudine: mt. 4.910
Dislivello: mt. 188 fino al Bosque de Piedra, il punto più alto. Fino agli altri punti panoramici c’è invece solo un leggera salita.
Km: 2 circa a tratta fino al Bosque de Piedra
Tempi: 45 minuti circa a tratta fino al Bosque de Piedra
Volendo si può fare un anello visitando tutti i punti panoramici
Palcoyo è una catena montuosa che sembra un insieme di arcobaleni e per questo motivo si distingue dalla montagna di Vinicunca che invece possiede solo una montagna colorata.
Il sentiero che porta a Palcoyo è meno accidentato e più dolce rispetto a Vinicunca. La prima parte di camminata è molto facile, tutta pianeggiante e porta direttamente a un mirador da dove ammirare, (tempo permettendo) l’Ausangate (6385 metri), chiamata dalle comunità locali “Apu”, la montagna sacra.
Da questo punto panoramico si prosegue in salita per circa 15 minuti lungo un percorso zigzagante, fino al Bosque de Piedra (4.910 mt.). Se non c’è neve si può fare un anello e scendere da lassù direttamente al parcheggio.
Strada: da Combapata si percorrono in macchina circa 17 km. (1 h. e 15) fino al parcheggio a 4.722 mt. Poi si prosegue a piedi
Impieghiamo 1 ora e 15 per percorrere 17 km. di sterrato. I paesaggi sono belli, la terra è tutta rossa, ci sono rigagnoli di acqua e tanti alpaca. Al villaggio paghiamo Soles 15 – € 3,75 a testa per l’accesso. Le case sono tutte di mattoni rossi fatti di terra e paglia. Arriviamo al parcheggio a 4.722 mt. ci sono 19°. Siamo solo noi. Anche questa è una cosa ottima del fatto di avere la propria macchina. I tour da Cusco portano i turisti qui al mattino quindi, essendo le 14, sono già tutti quanti tornati verso la città. Ci sono alcuni muratori che stanno costruendo una struttura per turisti con bagni ecc. ecc., altrimenti non ci sarebbe nulla. Faremo il giro in 2 ore percorrendo 4 km. Il fatto di essere da soli è davvero impagabile. Arriviamo all’affaccio sulla valle. Wow. E’ tutto rosso, ci sono tanti alpaca e lama che pascolano. C’è il sole quindi i colori rendono tantissimo. Alla nostra destra c’è la prima delle montagne arcobaleno, in lontananza vediamo quella più famosa ma ovunque ce ne sono di più piccole. Al contrario di Vinicunca dove c’è solo 1 montagna arcobaleno, qui ce ne sono diverse. Imbocchiamo il sentiero lastricato, con una pendenza minima, che ci porta al famoso Palcoyo. L’altitudine si sente ma, non facendo fatica a camminare, ci muoviamo velocemente. Oltre Palcoyo c’è un’altra grossa montagna arcobaleno. Da qui si sale fino al Bosque de Piedra (mt.4.910). Ogni 10 passi ci fermiamo a respirare. Facendo sforzo fisico, l’altitudine si sente. Per fortuna non ci da fastidio, a parte il fiato corto. In vetta ci troviamo in mezzo a delle particolari formazioni rocciose che si stagliano verso il cielo. Dal parcheggio a lassù il dislivello è di 188 metri. Dalla cima si potrebbe scendere dalla parte opposta fino alla macchina, ma c’è la neve quindi non chiudiamo l’anello ma torniamo dalla stessa strada. Nel mentre il cielo si è coperto e la temperatura scende in picchiata a 6° e si alza il vento. Torniamo velocemente alla macchina, dopo aver fatto spostare una trentina di alpaca che non ne volevano sapere di uscire dal sentiero. Questo posto ci è piaciuto un sacco. Percorriamo a ritroso la strada dell’andata. Arriviamo al nostro hotel a Combapata (mt.3.530) alle 17.30.
Pernottamento: Casa Chillitupa – B & B – € 67
https://www.booking.com/hotel/pe/casa-chillitupa-cuzco1234567891011121314.it.html
La proprietaria è stata in Italia tanti anni quindi parla molto bene l’italiano. La struttura è semplice ma carina e pulita. La doccia non sarà molto calda. Non c’è il riscaldamento. Fanno servizio ristorante per cena. Non ci sarebbero altre possibilità nelle vicinanze perché l’hotel si trova ad una decina di km. da Combapata, verso Palcoyo. La cena sarà buona con piatto unico carne, riso e verdure ed il dolce. Spendiamo Soles 29 – € 7,25 a testa. Subito dopo, il letto con le coperte calde chiama.
11) 10 agosto 2022 mercoledì: Combapata / Cusco – km.167 (h.4 e 1/2)
Oggi facciamo la partenza intelligente, che poi non si rivelerà tale, ragionando sugli orari di partenza dei tour di gruppo da Cusco. Non potendo visitare Vinicunca nel pomeriggio, quando sarebbe impossibile farlo da soli come Palcoyo ma sicuramente con molta meno gente, decidiamo di partire prestissimo. In realtà quando arriveremo al parcheggio, ci sarà già tanta gente in “processione” e tanti anche già in vetta. Avremmo dovuto partire prima in modo tale da iniziare a camminare all’alba, quindi alle 6.
La proprietaria dell’hotel ci organizza presto la colazione. Ci dice che l’unico accesso aperto ora per la Montagna Arcobaleno è da Cusipata. A marzo ed aprile è stata chiusa completamente per diverbi tra proprietari terrieri su chi dovesse accaparrarsi gli accessi dei turisti). Alle 6.15 partiamo. In 15 minuti siamo sulla strada principale e dopo mezz’ora arriviamo a Cusipata allo svincolo (dovesse interessare c’è un ponte Inca a Checaupe). La strada da qui è sterrata. Percorriamo 25 km in 1 ora e 10. Paghiamo due pedaggi, uno di Soles 10 – € 2,50 a testa ed uno di Soles 40 – € 10 a testa, tutti in contanti. Ci sono già tanti pullmini davanti a noi. Ci rendiamo subito conto che dovevamo partire prima.
Informazioni su Vinicunca (mt.5.036):
Se si ha la propria macchina lo si può fare in autonomia.
Partenza trekking: mt.4.604
Altitudine Vinicunca: mt. 5.036 – dislivello 432
Altitudine punto panoramico Valle Rojo: mt. 5.069 – dislivello mt. 465
Km: 9 circa anello Vinicunca – Valle Rojo (se si va e si torna da Vinicunca sono meno di 4 km. a tratta)
Tempi nostri con soste fotografiche: 4 ore circa anello Vinicunca e Valle Rojo (se si va e si torna da Vincincuca sono meno di 3 ore)
E’ incredibile come, con il semplice passa parola e grazie ai social network, una località rimasta per centinaia di anni sconosciuta e spopolata, si sia riempita improvvisamente di migliaia di persone, che la considerano oramai una meta imprescindibile in un viaggio in Perù.
E’ il caso del oramai popolarissimo Vinicunca che, dal 2015 è diventata, complici anche ai cambiamenti climatici, una delle mete più agognate e richieste, una volta arrivati a Cusco. Fino a prima di quella data erano inaccessibili in quanto considerate come montagne sacre e quindi da proteggere.
Gli straordinari colori delle montagne sono dovuti a due principali fattori. La presenza di minerali nel terreno: (giallo= zolfo, rosa= manganese, rosso= ossido di ferro, bianco= carbonato di calcio, blue/verde= ossidazione del rame, nero= granito, marrone= conglomerato formato da detriti della falda e magnesio, nero= presenza di granito), che nel corso di milioni di anni si sono depositati e sovrapposti grazie anche allo scontro delle placche che formano la crosta terrestre e che hanno creato la catena andina.
La bellezza naturale della varietà dei colori è impeccabile e per questo molte persone la chiamano la Montagna dei Sette Colori, montagna arcobaleno, rainbow mountain o cerro colorado, visto che questa tonalità si deve ad una complessa storia geologica di sedimenti marini, lacustri e fluviali che si sono accumulati in milioni di anni.
Le temperature possono variare dai 5 ai 35 °C
Questo nome deriva da due parole quechua. ‘Wini’ significa pietre nere (abbondanti nel luogo). “Kunka” significa collo passante o a forma di bottiglia. Ciò a causa della forma della montagna.
Dal punto in cui si lascia l’autoveicolo alla cima della montagna, è un susseguirsi di parti ripide e più dolci; in particolare l’ultimo tratto è il più arduo sia per la lunghezza del pendio che per la quota in cui ci si trova. In caso di pioggia il sentiero per il Vinicunca si può trasformare in una sorta di torrentello, rendendo la zona fangosa e scivolosa. Presta veramente molta attenzione!
In molti ignorano la presenza dell’imponente montagna ApuAusangate alle loro spalle e men che meno vengono a conoscenza di una delle vallate più belle che la Cordigliera Vilcanota nasconda: la Valle Rojo. La si raggiunge scendendo leggermente a destra di Vinicunca e percorrendo un traverso fino al punto panoramico Mirador Hatun Rit’ Iyoq: mt. 5.069.
Strade:
Ci sono due possibilità per raggiungere Vinicunca. Spesso le comunità locali litigano per chi deve gestire gli accessi. A volte capita anche che venga chiuso.
– da Cusipata sono 25 km. in macchina (1 h e 10) per raggiungere il parcheggio di Llacton (Phutawasipata) a mt.4.604. – dislivello a piedi 432 mt. – Poi si prosegue a piedi per 4 km. a tratta (circa 1 h. e 30).. Se si va anche al punto panoramico sulla Valle Rojo aggiungere 1 km.. Da qui si può scendere senza tornare verso Vinicunca, collegandosi alla strada più a valle.
– da Checacupe sono 42 km. in macchina (1 h e 10) per raggiungere il parcheggio di Quesiuno a mt.4.376. Dislivello a piedi 693 mt. Poi si prosegue a piedi per 5 km. a tratta (le tempistiche non le so). Se si vuole andare anche al punto panoramico sulla Valle Rojo bisogna proseguire in senso opposto alla strada di arrivo. Scendere un tratto poi imboccare un sentiero che va a sinistra che taglia la montagna di traverso. Poi bisogna ritornare indietro dalla stessa strada. La si allunga in tutto di circa 1 km. e mezzo.
– I Tour da Cusco partono alle 4/5 del mattino.
https://www.exploorperu.com/tours/rainbow-mountain-trekking-tour-cusco-peru/
ritrovo 6.40 a Cusco con pranzo. Chiedere no transfer, arriviamo in macchina ($ 88 = € 77 x 2 = € 154)
Arriviamo al parcheggio alle 8.10, a mt.4.604, dove ci sono tanti negozietti che vengono i classici tessuti, bibite e foglie di coca per l’altitudine. Ci sono 7° e c’è un bellissimo cielo tutto sereno. Qui inizia la processione di persone su un sentiero sterrato ma perfettamente tenuto, e di cavalli che portano i turisti che non se la sentono di camminare, su un sentiero di fianco. Quelle povere anime mi fanno una pena infinita. Vengono letteralmente trainati dai proprietari. In salita camminano spediti, quando scendono lo fanno di corsa, per ottimizzare i tempi e portare su altre persone. Se si fa questa scelta bisogna considerare che non si arriva fino a Vinicunca. Si viene lasciati prima dell’ultimo tratto di salita, il più difficile, poi bisogna proseguire a piedi. Il paesaggio è bello, ci sono le montagne innevate che fanno da cornice. Deve aver nevicato i giorni scorsi perché, dove non picchia il sole, o picchia poco, c’è ancora parecchia neve. Camminiamo lentamente non per fatica perché il sentiero sale poco, ma per la mancanza di ossigeno. Ogni tanto ci fermiamo a respirare ma procediamo bene. Tanta gente si ferma e torna indietro. Ci estraniamo dalle persone che ci sono intorno. Sapevamo che sarebbe stato così quindi cerchiamo di concentrarci sul paesaggio e sulla respirazione. Camminando ci mettiamo in maniche corte. Impieghiamo circa 1 ora e mezza per arrivare in vetta. Non ci fermiamo dove si ferma la maggior parte della gente, nella parte bassa, ma arriviamo sulla collinetta di fronte alla montagna colorata, dove c’è il cartello con l’altitudine. Da lassù la vista è magnifica. La collinetta è tutta coperta di neve fresca. Lassù c’è vento quindi dobbiamo coprirci. Sulla destra di Vinicunca vediamo il sentiero traverso che porta al punto panoramico sulla Valle Rojo. Focalizziamo da dove parte (si trova vicino a dove arrivano i cavalli) quindi scendiamo velocemente e lo imbocchiamo. Appena dopo paghiamo l’ingresso a due signori (Soles 10 – € 2,50 a testa) (questo tratto di montagna appartiene alla loro comunità quindi non c’entra con il biglietto pagato lungo la strada). Anche questo sentiero è ben tenuto ma è stretto, essendo sul fianco della montagna. Le rocce sono di un colore pazzesco. Camminiamo in leggera salita per mezz’ora ed arriviamo fino all’affaccio sulla valle Rojo. Anche qui bisogna pagare ai proprietari terrieri Soles 10 – € 2,50 a testa. Da qui si può salire a due punti panoramici, pochi metri più in alto, uno sulla destra ed uno sulla sinistra. Noi andiamo a sinistra, al Mirador Hatun Rit’ Iyoq, ed arriviamo al punto più alto mai toccato in vita nostra, mt.5.069. Lassù saremo solo noi. A fare questa deviazione in tutto vedremo 20 persone, un vero peccato che molti non sappiano che esiste questo punto panoramico, perché è magnifico. Sotto di noi abbiamo una conca completamente rossa. Nei punti più alti c’è il grande contrasto con la neve bianca mentre nella parte più bassa c’è un po’ di erba verde/gialla. Sicuramente il sole rende tutto ancor più bello. Dobbiamo metterci cuffia e guanti perché il vento porta aria gelida. Per scendere non torniamo al punto dove abbiamo preso la deviazione dal sentiero principale che porta a Vinicunca, ma scendiamo direttamente da qui e ci lo ritroveremo più sotto, quasi al parcheggio. Ci sono ancora tante persone che si apprestano ad iniziare la camminata. Qui credo che non ci sia la possibilità di non trovare nessuno, andando il pomeriggio, come Palcoyo ieri, ma sicuramente c’è molta gente. Se lo si fa in autonomia consiglio di provare a venire dopo pranzo e poi mettere il pernottamento sulla strada principale, ad esempio a Cusipata, anziché arrivare a Cusco. Arriviamo al parcheggio alle 12.20 super soddisfatti, ci sono 15°. Per tornare alla strada principale impieghiamo più tempo della salita perché ci fermiamo a fare foto. Non lo abbiamo fatto all’andata per non perdere tempo. Fotografo delle signore anziane che portano la legna sulle spalle, dei bimbi, delle case in mattoni di terra rossa con i cavalli che pascolano fuori (sono quelli che portano le persone a Vincunca), una signora che fa il bucato nel fiume e che stende i panni sui sassi ad asciugare, tante fattorie con i recinti in pietra dove pascolano gli alpaca, ecc.ecc. Molto bello vedere come vivono le persone del posto. Mi affascinano molto i vestiti che indossano. Ogni posto ha la sua tipologia di abito e di cappello. In un’ora e mezza siamo quasi alla strada principale. Poco prima vediamo dei ristoranti quindi decidiamo di fermarci a pranzo. Qui portano i clienti i tour operator dopo il trekking, prima di tornare a Cusco. Curiosiamo in un paio e vediamo grandi tavolate e self-service. Ne scegliamo uno ancora deserto e più piccolo, il Vinicunca Restaurant. Cibo buono e spendiamo Soles 80 – € 20 in due. Ripartiamo alle 14.30.
Informazioni su quello che c’è da vedere da Cusipata a Cusco:
– Andahuaylillas (a 45 km da Cuzco): sorge una bellissima chiesa, Iglesia de San Pedro, chiamata la Cappella Sistina del sud America, costruita dagli spagnoli sulle macerie di un tempio Inca
– Tipon (a 30 km da Cusco): sito Inca con 12 splendidi terrazzamenti ed un ingegnoso sistema di irrigazione. Uno dei siti più belli di Cusco.
Facciamo solo una sosta veloce a lavare di nuovo la macchina. In due ore siamo a Cusco. Ci sono 20° ed il cielo è tutto sereno.
Informazioni su Cusco, sulla Valle Sacra e sul Boleto Turistico
1) Informazioni su Cusco (mt.3.400):
Cuzco , come la chiamiamo noi occidentali, oppure Cusco, come è comunemente chiamata dai Peruviani, o meglio ancora Qosq,o, come si dovrebbe dire nella lingua Quechua, del popolo Andino Peruviano, è l’antica capitale dell’Impero Inca.
Qosq,o in lingua Quechua vuol dire ” Ombelico”…questo nome le venne dato per 2 motivi, il primo, perché si trova in una conca tra le montagne, a 3326 metri di altitudine, e vista dall’alto ha davvero la forma di un ombelico.
Il secondo motivo e perché essendo la Capitale dello sterminato Impero Inca, era considerata “l’ombelico del mondo”.
Il centro del potere da cui si irradiava la forza, la giustizia, e la ricchezza della classe dominante, appunto il popolo Inca che dominava su tutti gli altri popoli degli altopiani Andini.
Gli Inca, in poco più di 200 anni, a partire dal XIII secolo erano riusciti a dominare su tutti i popoli che vivevano dalle Ande della Colombia, agli altopiani del Cile centrale, oltre 4000 km di lunghezza di territori, unificando sotto il suo dominio una massa incredibile di reami, potentati, e citta stato che fino ad allora avevano continuamente guerreggiato tra loro…
Cuzco è una splendida città, il centro Archeologico e Storico più Importante di tutte le 3 Americhe…per visitare la città, compresi almeno un paio di importantissimi musei necessita di non meno di 3 giorni.
Da vedere a Cusco:
– Plazas de Armas: Siamo in una città sudamericana, è naturale: l’inizio della visita di Cusco parte dal suo cuore, la Plaza de Armas. Qui, in questo animato quadrato, potrai ammirare antichi edifici religiosi e governativi, alternati a bar frequentatissimi, agenzie di viaggi perfette per organizzare giri dei dintorni e piccoli ristoranti in cui gustare qualche specialità locale. L’importanza di questa piazza è anche simbolica: qui fu giustiziato alla fine del secolo XVIII Tupac Amaru II, condottiero Inca simbolo della ribellione ai colonizzatori.
– Catedral de Cusco: La Cattedrale di Cusco è stata costruita, come molti edifici religiosi locali, sulle rovine di un antico tempio Inca. Il suo stile che mescola barocco e rinascimento produce un effetto estetico notevole, e la rende a tutti gli effetti uno dei più famosi simboli della città. La Cattedrale, dichiarata Patrimonio UNESCO, è anche sede dell’Arcidiocesi di Cusco.
– Mercado de San Pedro: E’ uno dei migliori mercati del Perù ed è il luogo ideale per immergersi nella cultura locale. Il più importante mercato qui si chiama Mercado Central de San Pedro (Mercato Centrale di San Pedro), è a pochissima distanza dalla Plaza de Armas e al suo interno trovi stoffe, oggetti tipici, frutta e verdura e soprattutto molti banchetti, in cui provare il cibo locale, come zuppe e pesce fritto preparato al momento.
– Tandapata: una via acciottolata molto antica, bella e ancora parecchio autentica.
– Palazzo Arcivescovile – Inca Roca: Un altro esempio del rapporto tra radici Inca e cultura religiosa è il Palazzo Arcivescovile, che ospita anche il Museo di Arte Religiosa: lungo le sue mura, anticamente parte del palazzo Inca Roca, potrai osservare le testimonianze delle capacità costruttive degli Inca, capaci di intagliare e incastrare perfettamente pietre di dimensioni gigantesche.
– Corinchaca-Santo Domingo: A proposito di edifici religiosi costruiti su rovine di templi Inca: il Coricancha a Cusco racconta esattamente una storia del genere, ma con un finale diverso. In quest’area, infatti, sorgeva il Tempio Inca del Sole, distrutto nel secolo XVII per costruirvi sopra la Chiesa di Santo Domingo. Questa, però, non è sopravvissuta ai terremoti che l’hanno martoriata negli anni, e ha nuovamente lasciato spazio al basamento (intatto!) dell’antico tempio, che ancora oggi fa intendere chiaramente quale poteva essere il suo splendore originario.
– Piedra de los 12 Angulos: La maestosità delle costruzioni Inca e il mistero delle loro tecniche costruttive sono ben raccontati da una delle più intriganti attrazioni di Cusco: la pietra dei 12 angoli (piedra de los 12 ángulos). Questo immenso masso è la componente principale di un muro portante del Palazzo dell’Arcivescovo. Si tratta una pietra intagliata con 12 angoli e perfettamente incastrata tra le pietre circostanti, tanto che non si riesce a infilare nelle fessure neanche un foglio di carta. Nessuno sa ancora come gli Inca potessero trasportare e lavorare pietre così grandi, con una precisione di tale livello. Intorno al palazzo sono “nascosti” tra le pietre anche un serpente e un puma: ci vuole un po’ ma è possibile riconoscerne le sagome. Si trova in Calle Hatunrumiyac, una bella via con delle grosse pietre a fare da basamento agli edifici
– Museo Inca: Alle spalle della Cattedrale di Cusco sorge il Museo Inka: visitarlo è un ottimo modo per farti un’idea di come poteva essere la vita di ogni giorno prima dei Conquistadores. Il museo infatti ospita al suo interno una vasta e interessante collezione di oggetti d’uso comune come vasi e utensili, tessuti, ceramiche, armi e molto altro, oltre ad alcune mummie molto ben conservate. Non mancano, infine, gli oggetti dedicati ai cerimoniali sacri, una parte fondamentale della vita ai tempi degli Inca.
– Museo Machu Picchu: Un altro museo che non puoi perderti a Cusco è il Museo Machu Picchu, ideale da visitare subito dopo aver visto il magico sito archeologico. Al Museo di Casa Concha potrai vedere una vastissima collezione di oggetti ritrovati proprio a Machu Picchu, assieme a più di 100 scheletri risalenti al periodo Inca, alcuni quasi completi.
– Barrio de San Blas: Per concedersi un po’ di svago il Barrio de San Blas a Cusco è perfetto! E’ un quartiere alternativo molto affascinante, con vie acciottolate strettissime e molto caratteristiche ed il mercatoQui infatti troverai tanti caffè, baretti e ristorantini in cui passare una piacevole serata. La zona è movimentata e forse un po’ “hipster”, ma davvero piacevole per una serata di relax e divertimento.
– Barrio Santa Ana: Dal Barrio di Santa Ana godrai una vista meravigliosa su Cusco e i suoi dintorni, circondati dall’atmosfera calorosa e autentica di uno dei quartieri popolari storici della città.
– Mercado del Baratillo: Se ami i mercati delle pulci, cerca di fermarti a Cusco di sabato: in questo giorno si tiene il Mercado del Baratillo, ed è una vera meraviglia. Al Baratillo (alle spalle del più “istituzionale” San Pedro) si trova davvero di tutto, e curiosando si possono fare ottimi affari, in particolare se sei a caccia di qualche pezzo di artigianato che sia davvero “locale”.
2) Informazioni sulla Valle Sacra:
E’ la Valle del Rio Urubamba conosciuta come El Valle Sagrado (la Valle Sacra), da Pisac ad Ollantaytambo.
Le rovine di Cusco si trovano tutte sulla stessa strada che porta da Cusco a Pisac/Calca e si possono visitare una dopo l’altra.
– Sacsayhuaman: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/cusco/centros-arqueologicos/sacsayhuaman)
E’ il più bel sito di Cusco. Sorge su una collina e rappresenta la testa di un puma il cui corpo è Cusco. E’ un sito cerimoniale in cui si praticava il culto del dio Sole, quindi non è una forte militare ed è caratterizzato da grossi monoliti intagliati ad incastrarsi perfettamente
Ci si arriva anche a piedi, in taxi o con il proprio mezzo.
– Qenqo: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/cusco/centros-arqueologicos/qenqo)
Era un luogo dedicato alle mummificazioni.
– PukaPukara: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/cusco/centros-arqueologicos/pukapukara)
Fortezza rossa costruita con pietre di forma irregolare con funzione di difesa militare.
– Tambomachay: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/cusco/centros-arqueologicos/tambomachay)
Splendida costruzione formata da 4 pareti di pietre tagliate a perfezione. Come da tradizione di ingegneria idraulica da queste pareti sgorga acqua la cui provenienza è ignota. Una serie di fonti e canali d’acqua scorrono da un terrazzamento all’altro. La tradizione conosce questo monumento come “El Baño de la Ñusta” per l’esistenza di due acquedotti che trasportano acqua cristallina tutto l’anno.
– Pisac: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico – uno dei siti più belli
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/valle-sagrado-de-los-incas/centros-arqueologicos/pisac)
Piccolo paese ai piedi delle rovine di un tempio inca (1/2 ora A/R)- mercato tutti i giorni è il più grande e più turistico della regione – porta della Valle Sacra – laboratorio dell’argento.
Al Mercado Central di Pisac, uno dei più conosciuti e frequentati dai turisti, molti acquisti vengono fatti tramite il baratto.
Il Parco Archeologico Nazionale Pisac è costituito da gruppi di reperti archeologici, tra cui piattaforme, acquedotti, strade legate a mura e portali, corsi d’acqua canalizzati, cimiteri, ponti, ecc. L’area coperta da questo gruppo è di 4 kmq. Su quest’area si trovano i ruderi che occupano le colline, si presentano a formare gruppi di complicata disposizione, mentre in altri si notano costruzioni isolate degli altri gruppi.
– Tipon: orari 7-18 – ingresso Boleto Turistico
(https://www.cuscoperu.com/es/viajes/valle-sur/centros-arqueologicos/tipon)
(si trova ad est) è uno dei siti più belli di Cusco dove si possono ammirare dodici grandi terrazze verdeggianti in cui avrete la sensazione di stare in un luogo mistico sicuramente usato dagli Inca per i riti religiosi. L’assenza di rumori e la calma del luogo vi faranno sentire rilassati e tranquilli, e il silenzio assoluto verrà rotto solo dalla caduta dell’acqua che scorre attraverso dei canali tipici dell’ ingegneria idraulica Inca che irrigano tutte le terrazze durante la secca e drenano durante le piogge.si deve salire su a piedi (molto lontano) o con taxi.
3) Informazioni sul Boleto Turistico:
(https://www.bigliettomachupicchu.com/come-acquistare-biglietto-turistico-cusco/)
(https://www.cuscoperu.com/es/informacion-util/boletos-turisticos/boleto-turistico-del-cusco)
Bisogna acquistare il Boleto Turistico per visitare i palazzi di Cusco ed i templi della Valle Sacra.
Il biglietto turistico consente di accedere alle attrazioni turistiche più popolari di Cusco e dei suoi dintorni.
Ci sono 4 diversi tipi di biglietto. Nessuno di loro include Machu Picchu e le saline di Maras.
Si può entrare una volta sola per sito. Se non si ha il Boleto Turistico non si può accedere ai vari siti in quanto non si può acquistare il biglietto singolo.
Si può acquistare:
– All’ingresso di ogni sito.
– Alla sede principale COSITUC : Gallerie turistiche, Av. Sol N ° 103 (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17:30 e il sabato, dalle 8:30 alle 12:30).
– Alle Filiali OFEC: Calle Garcilaso s / n (dal lunedì al sabato dalle 8 alle 17 e domenica dalle 8 alle 20).
- a) Biglietto turistico integrale: Soles 130 € 33 – vale 10 giorni – include tutti e 3 i circuiti (16 siti)
Luoghi inglusi: Sacsayhuaman – Qenqo – Puca Pucara – Tambomachay – Museo di arte contemporanea – Museo storico regionale – Museo di arte popolare – Museo del sito di Qoricancha – Centro Qosqo per l’arte nativa – Monumento all’Inca Pachacuteq – Pikillaqta – Tipon – Pisac – Ollantaytambo – Chinchero – Moray.
- b) Circuito 1: siti archeologici di Cusco – Soles 70 € 18 – vale 1 giorno – include 4 siti
Luoghi inclusi: Sacsayhuaman – Qenqo – Puca Pucara – Tambomachay
- c) Circuito 2: circuito turistico dei musei e della valle del sud – Soles 70 € 18 – vale 2 giorni – include 8 siti
Luoghi inclusi : Museo di arte contemporanea – Museo storico regionale – Museo di arte popolare – Museo del sito di Qoricancha – Centro Qosqo per l’arte nativa – Monumento all’Inca Pachacuteq – Pikillaqta – Tipon
- d) Circuito 3: siti archeologici della Valle Sacra degli Incas – Soles 70 € 18 – vale 2 giorni – include 4 siti
Luoghi inclusi: Pisac – Ollantaytambo – Chinchero – Moray
Arriviamo quindi a Cusco. La periferia della città è proprio brutta. C’è immondizia ovunque. Raggiungiamo velocemente il nostro hotel. C’è un parcheggio proprio di fronte. E’ recintato. Il gestore abita lì, in una micro casetta. Dovesse servire, tra il parcheggio e l’ingresso dell’hotel, c’è una lavanderia. In realtà Cusco è piena di lavanderie, ma questa è comoda e vicina.
Pernottamento: Tambo del Arriero Hotel Boutique – B & B – € 72
https://www.tambodelarriero.com/
L’hotel è bello. E’ la classica struttura centro/sud americana a due piani. Tutte le camere si affacciano sui due cortili interni, dove ci sono piante e fontane. La nostra camera è bella. Non c’è il riscaldamento. Pier va in lavanderia a portare alcune cose che ci serviranno per il trekking a Machu Pucchu. Ci sognavamo una bella doccia bollente ed abbondante ed invece hanno un problema con l’acqua quindi dobbiamo aspettare un’oretta. Nel mentre prenotiamo il ristorante di questa sera. Essendoci tantissimi turisti, è bene prenotare sempre, anche da un giorno con l’altro, soprattutto se si vuole andare in un ristorante preciso. Usciamo a piedi, l’hotel è a 5 minuti dal centro. Cusco ha un fascino più antico e decadente rispetto alla bianca Arequipa. Tutti i palazzi e le chiese sono di pietra color sabbia. Ci piace da subito. La Plaza de Armas, con le due cattedrali ed i balconi in legno, è molto bella. Raggiungiamo la Uchu Peruvian Steakhouse, dietro la cattedrale di Cusco. Ceneremo benissimo. Prendiamo una cevice da condividere e poi due piatti con tris di carne e 3 tipi di verdura. Prendiamo anche una bottiglia di vino e il Pisco Sour alla fine. Spendiamo Soles 314 – € 79 ma il costo maggiore è quello del vino, non proprio la metà ma quasi. Facciamo ancora due passi per il centro, nelle belle vie acciottolate, e poi andiamo in hotel. Anche oggi giornata impegnativa ma molto soddisfacente. Alle 22.30, in mega ritardo rispetto alle altre sere, andiamo sotto la calda coltre di coperte.
12) 11 agosto 2022 giovedì: Cusco – km.0
Oggi sarà una giornata tranquilla senza toccare la macchina. Siccome ci siamo resi conto che la camera che ci hanno dato questa notte, non è quella prenotata, lo facciamo notare e ci dicono che la cambiano. Chiudiamo i borsoni e li lasciamo alla reception. Li troveremo nella camera nuova questa sera. Facciamo colazione (ottima) e alle 9.00 usciamo per visitare la città. Gironzoliamo per il centro visitando tutto quello che c’è da vedere da fuori. Andiamo al Mercato San Pedro. Facciamo un giro veloce perché decidiamo di venire dopo domani, in rientro da Machu Picchu, per comprare quinoa e altro. Se facciamo acquisti ora, dobbiamo portarceli dietro tutto il giorno. Andiamo poi nel bel quartiere San Blas ed entriamo nel piccolo mercato. Ci sono tanti peruviani che pranzano. Ci sono diversi micro ristorantini (3 metri quadrati), uno di fila all’altro, con le panche oltre il bancone. Una signora cucina all’interno ed i clienti pranzano rivolti verso di lei. Non so se riesco a spiegare bene. Comunque ci attira molto, anche perché, se la gente del posto viene qui, vuol dire che è buono. Pier sono giorni che vede la pubblicità del Caldo di Gallina quindi lo vuole provare. Sceglie un punto ristorante e glielo ordina (Soles 10 – € 2,50). A me non ispira molto quindi scelgo un minestrone di verdura dalla signora di fianco (Soles 5 – € 1,25). Qui non servono birra quindi in un altro banchetto prendiamo l’acqua. Devo dire che si rivelerà un’ottima scelta. Quando usciamo cerchiamo un posto dove stare un attimo a rilassarci. Troviamo un piccolo bar dentro un cancello, dove c’è una zona verde. Prediamo due birre produzione locale. Ci portano 3 assaggini in piccoli cicchetti così possiamo scegliere quella che preferiamo. Molto buona. Rimaniamo un’oretta in questo angolino tranquillo, sotto un pergolato (al sole fa troppo caldo). Proseguiamo poi, percorrendo delle belle vie, fino alla statua del Cristo Blanco. Questo è un ottimo punto panoramico sulla città. Andiamo poi al sito archeologico di Saqsaywaman. Questo è l’unico raggiungibile a piedi da Cusco. All’ingresso compriamo il Boleto Turistico integrale (Soles 130 – € 33 a testa). Sicuramente vedremo questo sito, poi Moray ed Ollantaytambo quindi conviene. Queste rovine ci piacciono molto. E’ tutto ben curato, l’erba è perfettamente tagliata. Per la prima volta vediamo da vicino il lavoro pazzesco che facevano gli inca sulla pietra. Tra una e l’altra non passa neppure uno spillo. Le lavoravano a mano levigando millimetro per millimetro fino a farle combaciare alla perfezione. Il problema è che alcune rocce sono enormi, ed ai tempi non avevano le gru. Troviamo un punto panoramico sulla città ma è meno bello rispetto alla vista dal Cristo Blanco. La visita non richiede molto tempo. Rimarremo circa 45 minuti. Scendiamo in città e torniamo al nostro hotel alle 16.30. Andiamo nella nostra nuova camera, quella prenotata mesi fa. E’ grandissima, con salottino e bagno con vasca idromassaggio ad angolo. Nel mentre che ci sistemiamo si scatena un grosso temporale. Organizziamo i bagagli per i prossimi giorni. Sul treno per Machu Picchu, che prenderemo domani, si può portare solo un bagaglio a testa (massimo 5 km). Metteremo quello che ci servirà per la notte e per il giorno dopo nello zaino grosso da montagna di Pier (il mio è tutto occupato dall’attrezzatura fotografica). Quando usciamo per fortuna ha smesso di piovere. Andiamo a cena alla Ceviche Seafood Kitchen, in Plaza de Armas. Abbiamo prenotato ieri sera. Ceneremo benissimo condividendo un piatto di ceviche, una zuppa di pesce ed un piatto di pesce grigliato, con due birre ed un pisco sour (Soles 267 – € 66). Torniamo poi in hotel, sempre a piedi.
Pernottamento: Tambo del Arriero Hotel Boutique – B & B – € 72
https://www.tambodelarriero.com/
13) 12 agosto 2022 venerdì: Cusco / Ollantaytambo / Agua Caliente – km.103
(h.4 e 1/2)
Dopo un’ottima colazione, paghiamo il conto, lasciamo uno dei due borsoni alla reception (torneremo qui a dormire fra 3 giorni) e alle 8.00 andiamo alla macchina. Paghiamo Soles 50 – € 12,50 al parcheggiatore.
Informazioni su quello che c’è da vedere da Cusco ad Ollantaytambo:
– Chinchero (mt.3.762) orari: 7-18 (ingresso Boleto Turistico)
splendido villaggio – chiesa (a pagamento) mentre sito archeologico non è molto interessante – c’è il mercato il martedì, il giovedì e la domenica (bello soprattutto la domenica in quanto tutti si vestono con i vestiti tradizionali) – al mercato si svolge l’antica pratica del trueco (baratto)
da non perdere le dimostrazioni delle tecniche di lavorazione dei tessuti, che è la peculiarità di questo villaggio, noto proprio per la qualità dei suoi manufatti tessili e per le antiche tecniche di tintura utilizzate.
– Salineras di Maras (mt.3.050): orari 7-17 (soles 5 € 1,25) (non è compreso nel Boleto Turistico)
ci sono migliaia di saline
– Moray (mt. 3.497): orari 7-18 (ingresso Boleto Turistico)
c’è un anfiteatro di terrazzamenti concentrici e microclimi differenti per le coltivazioni.
– sito archeologico di Ollantaytambo (mt.2.800): (ingresso Boleto Turistico) rovine inca a gradoni.
– resti di Pinkuylluna di Ollantaytambo: rovine di granai
Saltiamo Chinchero perciò lo vedremo tornando indietro (sarà domenica) per vedere il marcato. Andiamo alle Salineras di Maras. Arriviamo dopo 1 ora e mezza di viaggio da Cusco. Paghiamo Soles 5 – € 1,25 a testa. Lungo la strada ci sono due punti in cui ci si può fermare con la macchina e le si vede dall’alto. Già da lassù sono un gran bel colpo d’occhio. Arriviamo fino alla fine della strada dove si puà parcheggiare. A piedi ci avviciniamo alle pozze. Vediamo la sorgente di acqua salata che sgorga dalla roccia che alimenta tutte le vasche. Davvero molto bello. Il bianco del sale, illuminato dal sole, rende ancor di più. Ci sono 13°. Rimaniamo una mezz’oretta e poi ci spostiamo a Moray che raggiungiamo in 40 minuti. Qui ci sono 18°. Ci chiedono il Boleto Turistico. Guarderemo i terrazzamenti concentrici solo dall’alto. Si potrebbe scendere e andare dalla parte opposta. Dicono che dal primo cerchio all’ultimo, ci siano 15° di differenza. Questo garantirebbe coltivazioni diverse. Rimaniamo una ventina di minuti e poi ripartiamo. Ci sono dei bei paesaggi con tante piante di agave. In mezz’ora ci abbassiamo a mt. 2.865 arrivando al fiume Urubamba e all’omonimo paese. Qui in basso ci sono 24°. Ci sono molte coltivazioni. Dopo un’altra mezz’oretta, alle 12, arriviamo ad Ollantaytambo (mt.2800). Parcheggiamo oltre il fiume in un grosso parcheggio (Soles 5 – € 1,25) e andiamo a vedere il sito archeologico. Ci chiedono il Boleto Turistico. Ci sono vari terrazzamenti e noi arriviamo alla sommità. Da lassù c’è un bel colpo d’occhio su questo paesino molto particolare, tutto in pietra, che sembra fuori dal tempo. Sulle pendici della montagna di fronte ci sono i resti di quelli che erano i granai dove venivano ritirati i raccolti. Si potrebbe andare fino là a piedi, ma non abbiamo tempo. Per uscire dal sito, percorriamo un sentiero in piano a mezza costa, sulla sinistra e da lì scendiamo. Andiamo in centro a piedi. La piazza, molto graziosa, ha una parte verde al centro e tutt’intorno ci sono ristorantini. Scegliamo l’Apu Plaza Inn. Mangeremo bene, una zuppa di quinoa per me ed alpaca con verdure per il Pier, più una birra (Soles 90 – € 22,50). Dovendo arrivare almeno 45 minuti prima alla stazione, recuperiamo la macchina ed andiamo a parcheggiare nelle vicinanze. Ci sono un paio di parcheggi comodi. La zona della stazione è chiusa con cancelli e fanno entrare solo chi ha il biglietto per il prossimo treno. Noi dormiremo domani notte proprio all’interno, all’ El Albergue, quindi andiamo a verificare che abbiano la prenotazione fatta su booking. Chiediamo se possiamo lasciargli il nostro secondo borsone, per non lasciarlo in macchina. Dopo la risposta affermativa, Pier lo va a prendere. Il treno è già sulle rotaie. Ad una ventina di minuti dalla partenza, ci vanno salire.
Acquisto biglietto del treno della Perù Rail:
Costi a testa: andata $ 57 + ritorno $ 65 = $ 122 = € 116
(Acquistati sul sito: https://www.perurail.com/) (rimborsabili al 65% fino a 72 ore prima) oppure alla biglietteria di Ollantaytambo (lo sconsiglio perché si rischia di non trovare posto)
I posti sono assegnati. I nostri sono sul lato sinistro del treno, in senso di marcia, quindi il panorama sarà più bello perché si vedono scorci sul fiume Urubamba. Cambiamo il nostro posto con una famiglia canadese, dando loro la possibilità di stare tutti e tre vicini. Noi ci troveremo faccia a faccia con una coppia italiana, Lara e Michele. Incominciamo subito a chiacchierare quindi non ci accorgiamo che il treno parte alle 15.37 puntuale e l’ora e mezza di viaggio passerà velocissima. Appena dopo le 17 arriviamo ad Agua Caliente.
Informazini su Agua Caliente (mt.2.040):
E’ un paesino insignificante incastrato tra montagne, dalle pendici quasi verticali, la cui vita si svolge in funzione della visita di Machu Picchu.
Al nostro arrivo troviamo la proprietaria dell’hotel con un cartello con il nostro nome e quello della famiglia canadese trovata sul treno. Loro devono ancora acquistare il biglietto del pullman che porta da Agua Caliente fino su all’ingresso di Machu Picchu, quindi li porta davanti agli uffici.
Acquisto biglietto del bus Agua Caliente-Machu Picchu:
Costo a testa: andata e ritorno $ 34 € 32
(https://www.bigliettomachupicchu.com/servizio-autobus-machu-picchu/) (rimborsabili al 65% fino a 72 ore prima) oppure agli uffici in centro ad Agua Caliente che si trovano in una traversa vicino alla partenza dei bus.
Qui veniamo a conoscenza di una cosa che ci manda un po’ in panico. C’è una manifestazione di protesta perché la gente del posto vuole che il governo porti di nuovo gli accessi a Machu Picchu ai numeri pre-Covid. Ora sono al 30%. Ovviamente più biglietti venduti, più lavoro hanno hotel e ristoranti. La ragazza dell’hotel ci dice che i bus domani non ci saranno. L’unico modo per farsi ascoltare è quella di bloccare i turisti o con il treno, o col il bus o con l’accesso a Machu Picchu. Da quando abbiamo deciso di venire in Perù, ho letto su vari gruppi facebook di questi scioperi. Noi il biglietto del pullman lo abbiamo e ci dicono che ci verrà rimborsato. Parliamo con i canadesi e decidiamo di venire qui domani mattina alle 4.30 (il primo pullman parte alle 5.30). Se lo sciopero è confermato, partiremo a piedi per arrivare su alla Cittadella. Sono circa 400 mt di dislivello. La strada è a tornanti ma il sentiero li taglia tutti. Il problema sarà il buio pesto, visto che non abbiamo torce. Useremo i cellulari. Ci girano parecchio le scatole ma così almeno la Cittadella la vedremo, ovviamente non riusciremo anche a salire sulla Montana Machu Picchu perché non riusciremmo a stare dentro ai tempi degli accessi (quando si prenotano le varie cose si hanno orari fissi da rispettare). La maggior parte delle persone visitano solo Machu Picchu, visto che i trekking per la Montana Machu Picchu o Huayna Picchu, oltre ad essere a numero limitato di accessi, richiedono prestanza fisica. Questo vorrà dire che la Cittadella domani sarà quasi deserta. Ci sono parecchie persone arrabbiate perché dicono che hanno organizzato il viaggio in Perù principalmente per vedere Machu Picchu.
Noi ci allontaniamo e raggiungiamo il nostro hotel. Non ci fosse stata la proprietaria non lo avremmo mai trovato perché sono un hotel dentro l’altro, tutti sviluppati in salita. Ci sono un’infinità di scalini.
Pernottamento: Hotel Rupa Rupa High Jungle Eco – B&B – € 51
Home
Ci mettiamo d’accordo sulla colazione per domani mattina (ci farà trovare questa sera un box alla reception) e ci dice che possiamo lasciare una borsa con le cose che non ci servono per il trekking, direttamente in camera. Quando torneremo indietro ce le consegnerà lei. Almeno così evitiamo di portarci dietro tuta e cose da bagno. Andiamo in camera e si scatena un temporale. Facciamo la doccia (calda ma in camera non c’è riscaldamento), scegliamo il ristorante su tripadvisor ed usciamo. Non piove più per fortuna. Abbiamo i poncho ma non è il massimo uscire in modalità spaventapasseri. Facciamo due passi per il paese e poi andiamo a cena da Julian, lungo i binari. Prendiamo osso buco con verdura e lomo saltado poi birra e pisco sour (Soles 250 – € 62). Il cameriere è gentilissimo ed il cibo buono. Facciamo ancora due passi zona partenza del bus per carpire qualche info. Ora il panico sale a mille. Ci dicono che lo sciopero adesso coinvolge anche i treni. Domani nessuno potrà arrivare o andare via da Aqua Caliente. Ci dicono che ci sono solo due possibilità per andare via. La prima è camminare 30 km. sui binari per tornare ad Ollantaytambo. La seconda è andare a piedi lungo i binari, in direzione opposta, fino ad Hydroelectrica (il capolinea del treno) e da lì prendere il taxi che porta su per la montagna fino ad un paesino. Lì bisognerà prenderne un altro fino ad un altro paese e poi ancora un altro fino ad Ollantaytambo. Il tutto richiede due ore a piedi e 6 in strade di montagna, sterrate e a strapiombo. Ottimo. C’è tanta gente impanicata perché, come noi, domani deve tornare a Cusco perché il giorno dopo ha il volo per Lima e di conseguenza l’intercontinentale. Io avevo messo apposta una giornata cuscinetto, perché avevo timore di questi scioperi. Ciò non toglie che non sappiamo se durerà uno o più giorni, quindi dobbiamo trovare una soluzione anche noi. Decidiamo quindi di andare sempre alle 4.30 alla fermata. Se il treno non c’è, ci incamminiamo verso Hydroelectrica, di certo non saremo soli. Il vociare dei manifestanti si fa sentire sempre di più (è comunque una manifestazione assolutamente pacifica). Andiamo in camera. Non riusciamo a dormire per la preoccupazione. Sognavo Machu Picchu da una vita. L’importante è riuscire a tornare a Cusco in tempo per il volo. Verso mezzanotte sentiamo degli urli di gioia. Ci siamo fatti l’idea che possano aver trovato un accordo con il governo. Pensiamo di scendere in piazza per capire se effettivamente è così, ma diluvia ancora e vogliamo evitare di inzuppare i vestiti. Prendiamo sonno a fatica.
14) 13 agosto 2022 sabato: Machu Picchu / Ollantaytambo – km.0
Alle 4.30 siamo alla fermata del pullman (si trova oltre il Puente Enafer, dove il rio Aguas Calientes si getta nel fiume Urubamba). Alcune persone si stanno incamminando a piedi verso Machu Picchu. Ci mettiamo in coda, siamo i decimi. Non si sa ancora nulla. Vedo un responsabile che arriva quindi vado a chiedergli info. Sciopero annullato! Tutto confermato! E vai si va a Machu Picchu! Dopo poco arriva tanta gente. Prendiamo il primo pullman che parte alle 5.30. E’ ancora buio pesto e la strada è tutta sotto la vegetazione. Vediamo ogni tanto qualche torcia di chi sta salendo a piedi. Due signori fanno segno di fermarci. Abbiamo qualche posto vuoto quindi li fanno salire. Sono stravolti. Dicono che è durissima. Arriviamo al parcheggio che sta albeggiando. Noi abbiamo il biglietto per la cittadella e per il trekking alla Montana Machu Picchu.
Acqusito del biglietto per Machu Picchu + trekking Montana Machu Picchu:
Costo a testa: $ 78 = € 74 – Con ingresso alla Cittadella dalle 6 alle 7 e alla Montana dalle 7 alle 8
(acquistati sul sito: www.bigliettomachupicchu.com) (rimborsabili al 65% fino a 72 ore prima)
La mia idea era di andare a vedere l’alba alla casa del guardiano e visitare la Cittadella una volta scesi. Ci si avvicina un signore, guida certificata, che parla italiano quindi decidiamo di entrare con lui. Chiede $ 60. Dice che ci fa da guida nella Cittadella e poi ci porta in tempo all’ingresso per la scalata della Montana Machu Picchu, poco prima delle 8 (noi abbiamo l’accesso dalle 7 alle 8).
Informazioni su Machu Picchu (mt.2.430):
1) Dove si trova: si trova ad un centinaio di km da CUSCO, nella valle dell’Urubamba, scendendo dall’altopiano Andino verso la zona Amazzonica del Perù.
2) Perché questo nome: molto semplicemente in lingua Quechua (la lingua Incas, tutt’ora parlata da praticamente tutta la gente che abita sulle Ande Peruviane ed Ecuadorene) vuol dire ” Montagna vecchia”, contrapposta al picco che le sta di fronte, immortalato in tutte le foto, che invece si chiama Huayna Picchu, ovvero “montagna giovane”. Questo perché in realtà nessuno sa come si chiama la città… Quando all’inizio del 900 l’esploratore americano Hiram Bingham scopri le rovine, chiese agli abitanti del posto come si chiamava quella città, e loro risposero semplicemente nel loro modo di indicare quel luogo, Machu Picchu, montagna vecchia, perché livellata dal tempo… E questo fu il nome con cui passò alla storia.
3) A cosa serviva: In realtà anche su questo gli storici sono sempre stati molto discordanti sulla sua funzione, e le ipotesi sono diverse… Città Sacra, abitata da sacerdoti del culto del Sole… Avamposto commerciale, dove venivano immagazzinati i prodotti alimentari che provenivano dalla zona Amazzonica del regno… Fortezza di confine, a protezione della strada che seguendo la valle del fiume URUBAMBA arrivava fino nel cuore del regno Inca… Centro di villeggiatura invernale per la Corte dell’Inca… Negli ultimi anni gli Archeologi tendono a privilegiare quest’ultima ipotesi. La cosa certa è che questo luogo resto’ sempre sconosciuto ai Conquistadores Spagnoli.
4) Come arrivare: ci sono quattro possibilità.
– Con mezzi autonomi (macchina propria o tour privato) da Cusco fino ad Ollantaytambo e poi in treno da qui fino ad Agua Caliente. Da Aqua Caliente alla cittadella o a piedi o con un pullman. Viene fatto o in giornata o con uno o più prenottamenti ad Agua Caliente.
– quella di gran lunga più gettonata è il viaggio in treno turistico da Cusco, tutto in giornata. Si parte molto presto dalla stazione centrale di CUSCO, 4 ore per arrivare al terminale della ferrovia ad Aguas Caliente. Arrivati ad Aguas Caliente si prende il pullman fino al piazzale di ingresso al sito. Dopo la visita della cittadella, si riprende il bus, ed il treno per tornare a CUSCO in serata…
– Alcuni ci arrivano a piedi, facendo il famoso Inca Trail, e cioè partendo dal paese di Ollantaytambo un percorso che si snoda per 3 giorni sui crinali delle montagne (solo per chi è allenato, visto che si cammina sempre ben oltre i 3000 metri) si arriva direttamente al sito archeologico, entrando dalla Porta del Sole (un tempo l’unico ingresso a Machu Picchu). Precisazione, fino alla fine degli anni 90 era possibile farlo in completa autonomia, senza la necessità di guide, ma dal 2001 il governo per evitare il sovraffollamento, gli incidenti, ed anche le non rare aggressioni ai turisti, ha istituito l’obbligo della prenotazione, e della presenza obbligatoria di guide autorizzate. Questo ha evitato che diventasse una sorta di Cammino di Santiago con folle oceaniche di trekkers (non immaginate lo schifo che molti pseudo viaggiatori lasciavano lungo il sentiero), ha portato una maggior sicurezza, una selezione nella qualità della gente perché non costa poco.
– con vari piccoli pullmini che attraversano le montagne, con diverse ore di viaggio, da Ollantaytambo alla centrale Idroelettrica, poi trekking fino ad Agua Caliente. Spiego:
Tutti vi diranno che non esiste una strada per mezzi a motore che arriva ad Aguas Caliente, vi diranno che esiste solo il treno oppure l’alternativa e farsela a piedi sull’Inca Trail… e tecnicamente hanno ragione… Non esiste una strada che arriva ad Aguas Caliente, perché la valle dell’Urubamba, dopo Ollantaytambo è talmente stretta che c’era lo spazio solo per fare la ferrovia e nient’altro … Ma… Nessuna guida vi dirà che in realtà una strada che parte da Ollantaytambo c’è, che seguendo la parte alta… mooolto alta della valle, arriva fino alla famosa Centrale Idroelettrica, vero punto finale di arrivo della ferrovia.
Funziona così… Oramai col passa parola è diventato un Must, e quindi molte agenzie si sono organizzate per vendere questo servizio, sulle vetrine hanno grossi cartelli con scritto Hydroelettica.
Si parte al mattino molto presto (5) da Cusco con un bus di media grandezza verso Ollantaytambo, arrivati qui la strada inizia a salire sul lato destro della valle, la strada è sterrata, e chi soffre di vertigini e meglio che non guardi di sotto, oppure che si sieda sull’altro lato del bus, il baratro e veramente impressionante, e di guardrail manco a pagarli… Verso le 10/ 11 del mattino si arriva al paese di Santa Teresa, dove si fa colazione, e si cambia bus… Si procede ancora per circa 2 ore in uno scenario che a parole mi viene difficile descrivere tanto se ne viene rapiti, dire mozzafiato e dire poco, il problema è che l’attenzione viene rapita anche dal baratro alla sinistra del bus, che, se è possibile e ancora più ansiogeno di prima. Arrivati al paesino di Santa Maria, si cambia ancora per l’ultimo tratto che viene fatto con dei Micro, piccoli furgoncini da 15 posti, perché la strada diventa ancora più stretta… Verso le 2 del pomeriggio si è arrivati alla Centrale Idoroelettrica, quindi ci si trova dalla parte opposta di Aguas Caliente rispetto all’arrivarci in treno…
Preso accordi con gli autisti, che si faranno trovare nello stesso posto a mezzogiorno di 2 giorni dopo… Si inizia il cammino di 12 km sul sentiero che costeggia i binari del treno fino ad Aguas Caliente… Non è un trekking, ma una passeggiata di circa 2 ore e mezza, massimo 3 ore, ma proprio massimo… Il sentiero e in totale pianura nel fondovalle,. Tra una natura rigogliosa, sovrastati dai picchi coperti di verdissima foresta che incombono sul fiume Urubamba… Davvero una piacevolissima passeggiata in totale sicurezza… Arrivati ad Aguas Caliente, si cerca il pernottamento in base alle proprie disponibilità, la scelta è vasta… Si acquista il ticket per il bus che al mattino dopo vi porterà su al sito archeologico, il giorno dopo, si visita il sito, il tutto porta via almeno 8 ore, si torna ad Aguas Caliente, si cena si pernotta, e al mattino dopo colazione, si rifà il cammino inverso lungo i binari del treno fino alla centrale Idroelettrica, per essere li entro mezzogiorno, in serata verso le 20 si rientra a Cusco
5) Biglietti Machu Picchu:
www.bigliettomachupicchu.com
- a) biglietto Machu Picchu Solo + Ponte Inca (mt.2.430): $ 60
– si può stare all’interno 4 ore.
– ingressi dalle 6.00 alle 14.00 (si può entrare fino alle 15.00) (250 persone per ora)
- b) biglietto Machu Picchu + Huayna Picchu (mt.2.693): $ 78
– dislivello mt.263
– si può rimanere nel sito 6 ore
– massimo 200 persone possono accedere (50 persone in 4 fasce orarie dalle 7 alle 10, si può entrare fino alle 11)
– il trekking richiede 2 ore se si va a Huayna Picchu e si torna dalla stessa strada
– il trekking richiede 4 ore se si va a Huayna Picchu e si scende dal Tempio della Luna (mt.2.266), l’unico sito Inca nel mezzo di una grotta.
– video huaynapicchu: https://www.youtube.com/watch?v=FCEEJyDM9Oo
– La salita a Huayna Picchu è considerata una delle migliori passeggiate brevi al mondo.
– non è accessibile ai bambini sotto i 12 anni
– la scala per salire è chiamata la scala della morte, non è consigliabile salire se si soffre di vertigini
– una volta scesi bisogna seguire i percorsi segnati ed uscire
– Ingresso a Machu Picchu dalle 6 del mattino / Ingresso a Huayna Picchu dalle 7 alle 8 del mattino (50 persone)
– Ingresso a Machu Picchu dalle 7 del mattino / Ingresso a Huayna Picchu dalle 8 alle 9 del mattino (50 persone)
– Ingresso a Machu Picchu dalle 8 del mattino / Ingresso a Huayna Picchu dalle 9 alle 10 del mattino (50 persone)
– Ingresso a Machu Picchu dalle 9 del mattino / Ingresso a Huayna Picchu dalle 10 alle 11del mattino (50 persone)
- c) biglietto Machu Picchu + Montagna Machu Picchu (mt.3.061): $ 78
– dislivello mt.631
– si può rimanere nel sito 7 ore
– massimo 400 persone possono accedere (200 dalle 7 alle 8 e 200 dalle 8 alle 9))
– il trekking richiede 4 ore
– la salita è meno impegnativa di Huayna Picchu. E’ fattibile anche con i bambini
– l biglietto ti consente di rientrare a Machu Picchu per visitare il sito archeologico.
– una volta scesi bisogna si ha ancora la possibilità di visitare la cittadella
– Ingresso a Machu Picchu dalle 6 del mattino / Ingresso alla montagna Machu Picchu dalle 7 alle 8 del mattino (200 persone)
– Ingresso a Machu Picchu dalle 7 del mattino / Ingresso alla montagna Machu Picchu dalle 8 alle 9 del mattino (200 persone)
- d) biglietto Machu Picchu + Huchuy Picchu (mt.2.497): $ 60
– dislivello mt.67
– si può rimanere nel sito 6 ore
– massimo 400 persone possono accedere (50 persone in 8 fasce orarie dalle 7 alle 14, si può entrare fino alle 15)
– il trekking richiede 1 ora a tratta – è solo 1 km. ma ripido con gradoni
– la salita è meno impegnativa di Huayna Picchu. E’ fattibile anche con i bambini sorvegliati
-Il biglietto ha lo stesso costo dell’ingresso “Machu Picchu Solo”. Pertanto, è un’eccellente opzione avventurosa durante il viaggio.
– nuovo percorso inaugurato nel 2021
Nel piazzale dove si arriva con il pullman, oltre ad un albergo con ristorante, ci sono due ingressi. Quello a destra porta alla parte bassa e al trekking di Huayna Picchu. Quello di sinistra porta alla parte alta e al trekking della Montana Machu Picchu. Comunque a me le cose non sono chiare. Se il percorso all’interno della Cittadella è a senso unico, noi teoricamente siamo entrati contromano. Non so se questo ci è stato consentito perché eravamo con la guida. Siamo i secondi ad entrare dalla porta destra. La maggior parte delle persone va a sinistra. Facciamo un piccolo tratto e ci troviamo di fronte ad una delle immagini più belle viste in vita mia. C’è ancora la nebbia (scomparirà con l’arrivo del sole dopo le 7) che rende tutto ancor più magico. Entrando prestissimo la mattina, si ha la possibilità di essere quasi da soli. Noi in queste due ore, in questo tratto, vedremo solo una ventina di persone. Dicevo, la Cittadella è di fronte a noi con lo scenografico Huayna Picchu alle spalle. Uno dei motivi per i quali ho scelto di scalare la Montana Machu Picchu è perché si vede la cittadella con Huayna Picchu. Fossimo saliti su questo, avremmo avuto una visuale che mi affacinava di meno. La nostra guida ci fornisce tantissime informazioni. Consiglio vivamente di fare la visita con chi ti può spiegare tutto bene. Per quanto si possa leggere prima di arrivare, si capisce molto di più con una persona che ti spiega i vari punti man mano che li si trova davanti. Abbiamo apprezzato molto averlo con noi. Arriviamo fino all’inizio del trekking a Huayna Picchu. Anche da laggiù si ha un bel colpo d’occhio della cittadella con l’altissima Montana Machu Picchu alle spalle. Sappiamo essere più di 600 mt di dislivello e noi siamo molto allenati ad andare in montagna, ma vista così, ci fa tentennare sulla riuscita della scalata. Il sole sorge e la nebbia si disperde. Andiamo poi all’uscita ed entriamo dall’altro ingresso. Raggiungiamo velocemente il punto di controllo per la salita alla Montana. La nostra guida ci saluta qui. Sono le 7.55 quindi siamo nei tempi giusti. Registriamo l’ingresso (all’uscita dovremo poi firmare l’uscita) ed incominciamo a camminare. Ci mettiamo subito in maniche corte. Fa molto caldo. Tutto il percorso è a gradoni, tutto ma proprio tutto, non molla mai (alcuni sono molto stretti al punto tale che in discesa dovremo appoggiare i piedi di lato). C’è solo solo un paio di punti un po’ esposti per il resto è in mezzo alla vegetazione. Tante persone boccheggiano come se non ci fosse un domani e tornano indietro. Abbiamo un’ottima andatura e raggiungiamo la vetta in un’ora e 10, stra soddisfatti. La vista da lassù è magnifica. Rimaniamo un’oretta in contemplazione. Scendendo mi metto in pantaloncini. Non fatelo o mettete un repellente (ho capito poi perché all’inizio c’erano dei ragazzi che lo spruzzavano). Non ho visto neppure un insetto ma mi sono trovata con le gambe piene di puntini rossi. Nel giro di qualche ora sono spariti e non mi hanno dato prurito. Dopo il trekking andiamo alla Casa del Guardiano. Da qui ci si trova di fronte la classica immagine della Cittadella con Huayna Picchu alle sue spalle. Chiediamo se possiamo andare al ponte inca, che si trova sulla sinistra ma ci dicono che non possiamo con il nostro biglietto. Sul sito c’era scritto che era aperto a tutti. Boh, ci sono meccanismi che non ho capito. Prima di uscire dall’ingresso principale, vado ancora a fare il giro fatto questa mattina con la guida (Pier mi aspetta fuori). Solo il nostro biglietto (trekking Montana) consente di farlo. Lo faccio velocemente perché c’è troppa gente. Questa mattina, senza nessuno e con la nebbiolina, era mille volte più affascinante. Per prendere il pullman c’è una fila lunga ma è tutto ben organizzato ed in 10 minuti saliamo. Alle 13.00 siamo ad Agua Caliente. Andiamo a pranzo, sempre lungo i binari, al Full House. Prendo una rainbow salad, Pier un riso con il pesce e l’immancabile Cuzqueña (Soles 120 – € 30). Abbiamo un paio d’ore prima di prendere il treno quindi andiamo in hotel a prendere la borsa che avevamo lasciato in camera. La proprietaria, gentilissima, ci dice che se vogliamo aspettare il treno da loro, all’ultimo piano c’è un terrazzo con divanetti. Ne approfittiamo e sarà un’ottima soluzione. Abbiamo il wi-fi. Piuttosto che stare in un bar! Andiamo poi alla stazione. Passiamo in una zona coperta piena di negozietti. All’ingresso troviamo Lara e Michele. Che coincidenza. Sul treno però non riusciremo a stare vicini. Ci mettiamo d’accordo per trovarci per cena questa sera ad Ollantaytambo. Alle 16.45 puntuali partiamo ed alle 18.30 arriviamo a destinazione. Scendiamo dal treno ed entriamo in hotel.
Pernottamento: El Albergue – B & B – € 61
https://www.elalbergue.com/
In camera troviamo il nostro borsone. Non c’è il riscaldamento. Ci sono i tappi per le orecchie, nel caso in cui il treno dia fastidio. Non avevamo inteso che l’hotel fosse proprio nella stazione, altrimenti credo che avremmo cercato altro. Comunque non ci ha dato fastidio il rumore, un po’ per la stanchezza ma anche per il fatto che nelle ore centrali della notte non arriva e parte nessun treno. Tempo di una doccia e ci troviamo con Lara e Michele al ristorante Mawic che si trova sulla strada che porta alla stazione. Saremo solo noi ma mangeremo bene (trota con verdure ed alpaca con verdure – birra) (Soles 120 – € 30). Rimaniamo fino alle 22 poi la proprietaria ci fa un po’ pena visto che sbatte testa dappertutto dal sonno, quindi usciamo. Andiamo in piazza dove troviamo solo un bar aperto. Prendiamo 3 pisco sour che ci aiuteranno a non sentire il freddo visto che sono dose tripla rispetto a quelli presi precedentemente. Rimaniamo a chiacchierare fino ad oltre mezzanotte e poi torniamo a piedi all’hotel. Serata molto piacevole. A dirla tutta saremmo rimasti ancora a chiacchierare ma considerando che la notte scorsa l’abbiamo quasi passata in bianco, che siamo in piedi dalle 4, e che abbiamo scalato la Montana Machu Picchu e che domani la sveglia suona alle 7, forse è bene andare a dormire. Ci mettiamo d’accordo di trovarci per cena anche domani sera.
15) 14 agosto 2022 domenica: Ollantaytambo / Cusco – km.83 (h.4 e 1/2)
Abbiamo dormito bene e non abbiamo sentito i treni che iniziavano a viaggiare. Facciamo colazione, paghiamo il conto e andiamo a recuperare la macchina. Ci sono 15° ma con il sole fa caldo. Non troviamo nessuno al quale pagare il parcheggio. Alle 8.30 partiamo. Per raggiungere Chincero impieghiamo un’ora e mezza.
Informazioni su Chincero (mt.3.762):
Bel villaggio – chiesa (a pagamento) mentre sito archeologico non è molto interessante (orari: 7-18 ingresso Boleto Turistico – c’è il mercato il martedì, il giovedì e la domenica (bello soprattutto la domenica in quanto tutti si vestono con i vestiti tradizionali) – al mercato si svolge l’antica pratica del trueco (baratto)
da non perdere le dimostrazioni delle tecniche di lavorazione dei tessuti, che è la peculiarità di questo villaggio, noto proprio per la qualità dei suoi manufatti tessili e per le antiche tecniche di tintura utilizzate.
Parcheggiamo vicino al mercato e facciamo un giro. E’ piccolo ma grazioso. Ci sono delle signore che cucinano chicharron. Ci sono diversi peruviani seduti ai tavoli che lo mangiano. Pier ha l’acquolina in bocca ma è presto per pranzare quindi accantona l’idea. Qui si dovrebbe pagare con il baratto ma noi abbiamo visto le persone che facevano acquisti, farlo con i soldi. Non andiamo a vedere il sito archeologico. Oggi cambiamo i programmi e tralasciamo il sito archeologio di Pisac per andare a restituire la macchina. Avremmo dovuto farlo domani mattina prima del volo ma non ci fidiamo. Visto che sarà presto non ci sarà nessuno a controllarla. Gli accordi sono di lasciarla in un punto preciso nel parcheggio dell’aeroporto. Abbiamo letto che qui a Cusco capita che vengano addebitati danni che in realtà non ci sono. Abbiamo scritto alla Herz e ci hanno detto che oggi nel pomeriggio sono chiusi, quindi andiamo a portarla ora. In un’ora e mezza siamo al rental car. Abbiamo percorso, con questa macchina, 2.429 km. Prendiamo un taxi che per Soles 20 – € 5, ci porta in hotel.
Pernottamento: Tambo del Arriero Hotel Boutique – B & B – € 60
https://www.tambodelarriero.com/
La camera è quella della prima sera. Troveremo all’interno il nostro borsone lasciato in custodia all’hotel 3 giorni fa. Pier va a portare due cose in lavanderia poi usciamo a piedi e torniamo ancora al quartiere San Blas. Scegliamo un ristorantino, Native, che ha solo 3 tavoli. La proprietaria chiacchiera un po’ con noi. Le piace creare piatti con i fiori. Ha la cucina a vista ed il locale è proprio piccolo. Prendiamo una ceviche di trota, una zuppa di zucca ed un piatto di fettuccine con lomo (Soles 100 – € 25). Tutto ottimo. Facciamo ancora un giro per le viuzze e poi torniamo in hotel. Si scatena un temporale. Organizzo tutte le nostre cose per il volo e per l’Amazzonia. Quando domani arriveremo a Puerto Maldonado, lasceremo i borsoni in un deposito dell’hotel e potremo portare in canoa (arriveremo al nostro pernottamento con questo mezzo) solo 1 bagaglio da 10 kg.a testa. Avevo già preparato a casa una borsa con i vestiti estivi e con le cose che ci serviranno per due notti, quindi faccio svelto. Tempo di una doccia ed usciamo. Ci troviamo con Lara e Michele nella Plaza de Armas. Andiamo a cena da Morena (prenotato tre giorni fa, abbiamo aggiunto oggi, passando di persona perché non rispondono al telefono, altre due persone). Il cibo è buono. Prendiamo una zuppa di pollo, una di zucca ed una cevice con ovviamente la birra (Soles 140 – € 35). Quando usciamo andiamo in un bar a prendere un pisco sour e rimaniamo fino a mezzanotte a chiacchierare. Mai fatto così tardi in tutta la vacanza, come queste due sere, ma la compagnia meritava.
16) 15 agosto 2022 lunedì: Cusco / Puerto Maldonado
Alle 4.30 arriva il nostro taxi che per Soles 20 – € 5 ci porta in aeroporto. Il volo parte puntale alle 7. In poco più di 1 ora siamo a Lima, facciamo colazione ed attendiamo due ore prima di imbarcarci nuovamente. Dopo 1 ora e 40 atterriamo a Puerto Maldonado. Abituati alle temperature delle Ande, i 30° con un tasso di umidità del 95% ci tolgono il fiato. Il vaccino della febbre gialla non è richiesto ma consigliato, come pure l’antimalarica. Il vaccino lo avevamo fatto per andare in Uganda, quindi ho il libretto ma non lo chiede nessuno. L’antimalarica non la facciamo neppure per andare in Africa quindi ovviamente qui, per soli due giorni, non l’abbiamo neppure presa in considerazione. Troviamo subito la referente del nostro hotel. Ci portano con un piccolo pullman ad un deposito dove lasciamo le valige e poi andiamo al porticciolo sulle rive del Rio Madre de Dios, un affluente del Rio delle Amazzoni. Saliamo su una canoa a motore che in 20 minuti ci porta in hotel. La vegetazione sulle rive è fitta. Nell’acqua ci sono i pirana, le anaconde ed i caimani. Sulla terraferma ci sono i giaguari. Noi ovviamente non vediamo nulla, il fattore “lato B” fa tanto.
Pernottamento: Hotel Inkaterra Hacienda Conception – full board – $ 400 – € 400
https://www.inkaterra.com/inkaterra/inkaterra-hacienda-concepcion/the-experience/
Per due giorni faremo i passivi in tutto. Qui è ogni cosa è organizzata nel minimo dettaglio. Ci sono diverse attività che occupano ogni momento delle giornate. I pasti e gli snack sono tutti inclusi. Si mangia molto bene. Non sono comprese solo le bevande.
Informazioni sulla Foresta Tambopata.
La foresta pluviale è in un territorio con precipitazioni annuali elevate, crescita fitta di piante e temperature elevate. È habitat naturale per due terzi dei vegetali ed animali del mondo. Si dice che ci siano ancora tantissime specie da essere scoperte in questo ambiente. La Riserva Nazionale di Tambopata è una delle poche foreste pluviali tropicali ancora vergini e facilmente accessibili. La riserva, con la sua area di 274.690 ettari, è nota per la sua grande biodiversità così come i suoi magnifici paesaggi naturali. Puerto Maldonado, noto come il “Capitale della biodiversità”, è la città più grande della regione di Tambopata. Si trova alla confluenza dei fiumi Tambopata e Madre de Dios. Si trova a 400 metri sul livello del mare. Sebbene la foresta pluviale sia nota per ospitare un vasto numero di specie, gli animali tendono a nascondersi dalla presenza umana, rendendo difficili gli avvistamenti. La ricchezza del bacino amazzonico crea uno scenario spettacolare per il birdwatching e altre attività eco-compatibili. Circa 590 diverse specie di uccelli, tra cui tucani, tanager, pigliamosche e coloratissimi are, sono stati avvistati in giro per la riserva. A causa del clima tropicale della regione è comune osservare tanti tipi di insetti.. Le foreste pluviali tropicali sono state chiamate i “polmoni della terra per la produzione di ossigeno e le “farmacie più grandi del mondo”, per via delle molte erbe medicinali che si trovano lì. Nell’acqua vivono pirana ed anaconde, sulla terraferma giaguari, tarantole e tanti altri animali.
Arriviamo alle 14.30. La struttura è molto bella. Ci sono 25 chalet nascosti nella vegetazione. La struttura principale, dove ci sono 5 camere, è tutta in legno e completamente chiusa da zanzariere. Ha due piani, al primo c’è il ristorante mentre al secondo c’è una zona relax con divani e poltrone. In alcuni momenti della giornata e della notte, la corrente viene tolta. Andiamo subito a pranzo. Ci saranno sempre un antipasto, un piatto principale ed il dolce, tutti a scelta. Ci sistemiamo in camera ed alle 16 abbiamo appuntamento nella struttura delle attività, per le spiegazioni. Le guide sono tutte molto preparate. Per ogni cosa spiegano come bisogna vestirsi e cosa bisogna portarsi dietro. Chi viene qui, si ferma per 2 o 3 notti, non di più. Ci dividono in gruppi in base alla lingua. Noi saremo sempre con una coppia toscana e la nostra guida è Leon. Dire che è preparata è dir poco. Riconosce tutti i versi degli uccelli. E’ un’enciclopedia vivente. Ci dice che prima era un bracconiere, andava a caccia da quando era bambino, poi ha capito che il turista porta soldi e viene qui solo se c’è qualcosa da vedere. Quindi è passato dalla parte opposta. Il discorso è lo stesso dell’Africa. Anzichè uccidere i rinoceronti per pochi soldi (perché il corno vale cifre esorbitanti ma a loro arrivano pochi dollari) è meglio preservarli così i turisti arrivano per vederli, pagano i lodge (dove tanta gente trova lavoro) e pagano le guide. L’introito è sicuramente maggiore ma il soldo immediato fa più gola.
Dicevo di noi. Andiamo all’incontro dove ci danno info su come verranno organizzati i prossimi due giorni e poi partiamo per una passeggiata nella proprietà. Abbiamo pantaloni lunghi e maniche lunghe e ci siamo spruzzati con l’antiparassitario, ma non vediamo zanzare. Leon ci spiega delle piante (la più bella è il fico perché ha delle radici aeree spettacolari), degli animali, degli insetti ecc. ecc. La mia curiosità più grande sono i pirana. Lui dice che le notizie che arrivano a noi da film e quant’altro sono solo fantasia. Loro fanno il bagno nel fiume e non vengono attaccati dai famosi assassini. Il rischio c’è se si ha una ferita. Idem sono le anaconde o i caimani. Il rischio grande sono gli insetti, più che altro la zanzara che porta la febbre dengue, che vive nelle cittadine e dove c’è l’acqua pulita, al contrario delle zanzare anophele della malaria. Se vieni punto una volta te la cavi. La seconda rischi tantissimo di morire. La passeggiata dura un’oretta. Vediamo le formiche siluro (pericolose) ed un roditore leggermente più piccolo del capibara. L’hotel non ha recinzioni quindi gli animali vagano liberi. Non oso immaginare, se non ci fossero le camere e la struttura ben protetta dalle zanzariere, cosa si rischierebbe di incontrare all’interno. Tornando vediamo un bradipo attaccato al ramo di un albero. Grandissima fortuna. E’ a 50 metri dall’hotel. Considerando che sono venuta qui per cercare di vederlo (ovviamente mi sarebbe piaciuto vedere anche l’anaconda ed il giaguaro, ma non potevo pretendere tanto) posso dire che questo avvistamento ha giustificato alla grande il fatto di essere venuta a Puerto Maldonado. Andiamo alla struttura principale a bere un the e mangiare della torta. Un minimo di relax ed una doccia e alle 19, con il buio pesto (ci hanno fornito delle torce), andiamo alla struttura delle attività. Andiamo alla canoa e navigheremo un’oretta vicino alla riva. Vedremo diversi caimani, alcuni nell’acqua ed altri sulla riva, ed un bellissimo capibara, il cibo preferito del giaguaro. Torniamo poi all’hotel in tempo per la cena. Altra doccia, anche se dopo 5 minuti sarebbe il caso di farne un’altra, e poi si va a dormire.
17) 16 agosto 2022 martedì: Puerto Maldonado
Facciamo colazione alle 5.30 ed alle 6.00 siamo in canoa. Navighiamo per una mezz’oretta godendoci l’alba che colora tutto di rosa. La nebbiolina rende tutto più affascinante. Ormeggiamo sulla riva e ci incamminiamo verso il lago Sandoval. La camminata è tutta su una passerella il legno rialzata da terra una ventina di centimetri. Siamo circondati da una vegetazione lussureggiante, da scimmie che urlano ed uccelli che cantano. Vediamo diversi pappagalli. Uno è grandissimo. Vediamo due tarantole nella tana sottoterra (sono animali notturni ed escono solo di notte quindi noi le intravediamo nel buco), altri tipi di ragni e formiche. Percorriamo con calma i 3 km che ci separano dal lago. Impiegheremo circa un’oretta. Arriviamo dove sono ormeggiate delle piccole canoe. Leon rema. Siamo sempre noi 4 italiani. Usciamo dalla vegetazione ed arriviamo al lago. Sulle rive ci sono palme molto alte. Bell’ambiente. Costeggiamo un lungo tratto dove vedremo molti uccelli come i cormorani ed altri tipi dei quali non ricordo il nome, caimani e tartarughe con le farfalle arancioni appoggiate sul carapace e sul muso. Dopo un’oretta torniamo indietro. Escursione piacevole e rilassante. Ci incamminiamo per tornare alla canoa. A metà strada Leon ci chiede se vogliamo fare una cosa diversa rispetto a quello che fanno gli altri. Lo ha chiesto perché ha capito che ci piace l’avventura. Propone di tornare al lodge a piedi da qui passando tutto nella foresta. Il sentiero non ha la passerella. E’ proprio un sentiero in mezzo al nulla. Tutti accettiamo all’istante ma quando ci dice che c’è il rischio molto alto, camminando con la vegetazione che ci può arrivare addosso, di trovarci sul corpo qualche zecca, accantoniamo l’idea. Evitiamo di andare a cercarci grane visto che siamo dall’altra parte del mondo. Il morso della zecca è molto pericoloso se è infetta. Peccato, ci sarebbe piaciuto molto. Arriviamo alla barca e alle 10.30 siamo in hotel. Relax, pranzo e alle 14.30 ripartiamo. Pier rimane in camera perché quello che andiamo a fare (ponti sospesi) non gli piace particolarmente e quindi ne approfitta per riposarsi, dopo il tour de force dei giorni scorsi. Facciamo una mezz’oretta in barca. Al nostro arrivo (ormeggiamo sempre sulla riva) troviamo una torretta il legno molto alta. Saliamo fino alla sommità, siamo oltre le piante. Credo a 10 metri d’altezza. Iniziamo quindi il percorso sui lunghi ponti. Passiamo uno ad uno. Bello. Qui si hanno grandi possibilità di vedere i bradipi, ma nulla. Alla fine del percorso c’è una casetta in legno. Si può pernottare qui. Ci sono due amache per dormire, portano un wc mobile, la doccia ovviamente non c’è e la cena viene servita sulla torretta di fianco, dalla quale poi noi scendiamo. Leon ci dice che costa sui 500 € tutto il pacchetto. Non si rimane da soli perché, a terra, c’è una guardia per sicurezza. Torniamo al lodge per le 16.30. Solita trafila con merenda, doccia, aperitivo con il pisco sour e patatine fatte con banane fritte e alle 18 si riparte. Questa volta camminiamo nella proprietà ma con il buio pesto, così Leon ci può mostrare come cambia la foresta dal giorno alla notte. In realtà vedremo diversi animali. Come primo un ricchio (da noi vivono per terra ma qui sono sugli alberi), poi una sorta di cicala gialla enorme (ci dice che è una gran fortuna averla vista), diverse rane e poi il pezzo forte, una tarantola su un ramo. Io sono aracnofobica a mille ma mi piace vedere gli animali nel loro ambiente quindi anche si mi fa schifo, la guardo e la fotografo. Credo che il mio ribrezzo sia inversamente proporzionale alle dimensioni. Più sono piccoli più mi danno fastidio. Questa invece la guardo con interesse. Prima di avvicinarci Leon ci ha fatto spegnere le torce. Non essendoci la luna ed essendo nella vegetazione fitta, il buio è pazzesco. I rumori e i versi degli animali hanno venire la pelle d’oca. Leon accende all’improvviso la torca indirizzandola su un ramo vicino a noi. Ed eccola, immobile e, onestamente posso dire, bella. Tempo di fare una foto ed un video col telefono e torna nella tana. Bella esperienza. Di zanzare neanche l’ombra. Andiamo a cena e poi meritato riposo.
Pernottamento: Hotel Inkaterra Hacienda Conception – full board – $ 400 – € 377
https://www.inkaterra.com/inkaterra/inkaterra-hacienda-concepcion/the-experience/
18) 17 agosto 2022 mercoledì: Puerto Maldonado / Lima
Avendo il volo al pomeriggio, facciamo ancora un’attività, solo noi 4 con Leon. Prendiamo una piccola canoa e facciamo un giro su un ramo del fiume. Anche qui vediamo uccelli e tartarughe. Ci fermiamo vicino ad una pianta e mi cade l’occhio su una decina di gobbette attaccate al tronco. Sono disposte in verticale e tutte alla stessa distanza una dall’altra. Devo aver fatto una faccia strana, perché Leon ride e mi dice che sono pipistrelli. Non l’avrei mai inteso. Li guardo con il teleobiettivo ed effettivamente hanno gli occhietti e le ali piegate. Sono vicini ma ad occhio nudo, essendo piccolini, non riuscivo a distinguere i dettagli. Carinissimi. Facciamo poi due passi a piedi fino ad un nascondiglio in legno e zanzariere, che si affaccia su una pozza d’acqua. Leon ci dice che qui vengono a volte con i turisti, di notte, ad aspettare gli animali. Torniamo poi all’hotel. Troviamo una decina di scimmie con i piccoli attaccati alla pancia, che fanno un gran baccano, a pochi metri dalla struttura principale. Faccio delle belle foto. Pranziamo. Questo pasto non è compreso e costerà Soles 200 – € 50. Prima di partire paghiamo il conto delle bevande (Soles 240 – € 60). Raggiungiamo la canoa che ci porterà al porto di Puerto Maldonado dove ci attende il pullmino. Andiamo al deposito a recuperare i borsoni e alle 14.30 puntuali siamo in aeroporto. Il volo parte puntuale alle 16.30 e arriviamo a Lima dopo 1 ora e mezza. Prendiamo un taxi che ci porta al nostro hotel (Soles 50 – € 12,50, una follia) che è vicinissimo all’aeroporto.
Pernottamento: Holiday Inn – B&B – € 154
https://www.ihg.com/holidayinn/hotels/us/en/lima/limap/hoteldetail?cm_mmc=GoogleMaps-_-HI-_-PE-_-LIMAP
Sistemo per l’ennesima volta i borsoni mettendo dentro tutte le cose usate in Amazzonia. Non abbiamo voglia di cercare un ristorante fuori e di prendere di nuovo il taxi quindi ceniamo nell’hotel (Soles 200 € 50). Molto impersonale ma buono. Domani abbiamo una levataccia di nuovo quindi andiamo subito a dormire.
19) 18 agosto 2022 giovedì: Lima / Casa
Facciamo colazione poi con la navetta dell’hotel andiamo in aeroporto. Inizia quindi il lungo viaggio di ritorno. Se all’andata c’è sempre l’entusiasmo del viaggio quindi, anche se sono tante ore, passano veloci, il rientro invece è sempre pesantissimo. Partiamo alle 9 e dopo quasi 7 ore atterriamo ad Atlanta. Ceniamo con un panino ed un’insalata terribili. Dopo 6 ore di scalo ripartiamo.
20) 19 agosto 2022 venerdì
Il volo fino ad Amsterdam dura 8 ore e mezza. Dopo 4 ore si riparte e finalmente dopo 1 ora e mezza siamo a Malpensa.
Cos’altro dire? Torniamo super soddisfatti da questa avventura. Tornassi indietro rifarei tutto esattamente come l’abbiamo organizzato. E’ andato tutto bene e senza nessun intoppo.
Il Perù ci ha lasciato bellissimi ricordi. Ricorderemo i paesaggi meravigliosi, il cibo ottimo ma soprattutto i grandi sorrisi e la gentilezza di un popolo davvero ospitale. Mariluz ed Henry di Amantani avranno un posticino solo per loro nella nostra mente e nel nostro cuore.
Alla prossima!
Anna e Pier
PS: Se volete vedere farvi un’idea di come siano i posti, guardate il filmino che ho fatto con le mie foto