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Lao, Cambo……& un po’ di Thai!

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Lao, Cambo……& un po’ di Thai!  

22.09.13 – 06.10.13   di  Giusep11

 

22 settembre: partenza

L’avventura comincia con un volo pomeridiano Emirates che fa scalo a Dubai e prosegue per BKK con arrivo alle 13 del giorno dopo. Il volo è tranquillo e tutto procede bene; l’assistenza a bordo è buona e mi diverto a vedere film e ad ascoltare musica.

23 settembre: Bangkok

Arrivo all’orario previsto, rapido passaggio per la visa al passport control,  e con il treno City Line giungo a Phaya Thai da cui con lo Sky Train fino a Mo Chit; da qui con bus-77 fino a Mo Chit bus station. Cerco lo sportello giusto tra i tanti per l’acquisto del ticket per Chiang Khong  e dopo aver girato trovo quello che cercavo ovvero la Compagnia Governativa-999 che ha prezzi più bassi di tutti e ha buoni bus. Ho fatto bene a non acquistare il biglietto su internet perché molto più caro. Scelgo di partire alle 18.40 ed intanto, nell’attesa, affluiscono i ricordi e le sensazioni che mi riportano al viaggio di due anni prima che mi portò qui. Gironzolo, mangio qualcosa e finalmente si parte! Il viaggio è lungo, dura tutta la notte, ma sto comodo avendo i sedili reclinabili.                                                                                                                                                                                         Info:                                                                                                                                                                                                                                             

City Line =48bht

Sky Train(BTS) = 35bht

Bus-77 = 8bht

Bus-999= 520bht (prezzo sul sito-web molto più alto)

Il  mio  tour…….”

Il mio tour

 

24 settembre:…ritorno al nord, il border E’ mattina presto e mi sveglio abbastanza riposato. Occorre ancora qualche ora all’arrivo e l’emozione comincia a salire al pensare di rivedere Chiang Khong che fu la mia prima meta in auto da Chiang Rai 2 anni prima quando feci il tour del nord in solitaria. Ci siamo, pur con un po’ di ritardo arriviamo e veniamo salutati da una pioggerellina. Mi guardo intorno e rivedo quei luoghi a me cari che mi riportano al passato; in particolare rivedo quel ponte che fu protagonista di uno scheck, ovvero fu il luogo in cui fui ripreso dalla proprietaria di un ristorantino che mi inseguì col motorino perchè aveva dimenticato di includere la bottiglia d’acqua nel conto…..che ridere quella sera! Con il tuk tuk arrivo al border, disbrigo velocemente le pratiche e con una piccola imbarcazione attraversiamo il Mekong arrivando all’altra sponda. Sono in Laos! Non vengo accolto con applausi ma da una pioggia che si fa sempre più insistente. Nuove pratiche per il visto e via col tuk tuk al bus station dove mi aspetta il bus per Luang Namtha. Faccio il biglietto e la bigliettaia mi dice che l’orario di partenza è alle 12.30; mi arrabbio in un primo momento pensando di aver perso quello delle 9.30, ma poi capisco che quella corsa non c’era mai stata. Si parte con mezz’ora di ritardo con un bus che sembra una diligenza del far west guidata da spericolati piloti. Questi bus sono dei cargo su cui vengono caricati umani, animali e i più svariati prodotti agricoli che il buon Dio ci da. Le condizioni stradali sono buone e la velocità è sostenuta, ma i driver sono giovani e molto bravi; lungo il tragitto è un continuo fermarsi per far salire e scendere i locali.                                                                                                      

Info:

Visa= 35usd + foto 1(una)

Barca= 40bht

Bus= 9.30-12.30am

Thai_nord_ChaingKong ChiangKong_border

 

24 settembre: Luang Namtha(Munag Sing)

Arriviamo dopo 4 ore, prendo un tuk tuk insieme ad altri per arrivare in centro, mi sistemo in una GH nei pressi del night market e faccio un giretto. Intanto il nigth market si va riempiendo ed è ora di cenare a base di spiedini di carne. La pioggia che stava cadendo durante la notte metteva in serio dubbio la mia permanenza lì per il giorno dopo, ma prima di decidere aspetto il mattino. Avrei voluto permanere due giorni per fare un salto in motorino a Muang Sing ed esplorare quella zona di confine con la Cina, ma al risveglio vedo ancora pioggia per cui decido di trasferirmi alla stazione dei bus per fare rotta su Nong Kiaw. Contratto per 70.000k fino a Pak Mong con sosta a Oudom Xai percorrendo una strada normalmente asfaltata.   

Info:     Bus= 9.30am  70.000k  

 Cambio= Pak Mong 

 

  LunagNamtha_nigthmarketStradaper_PakMong      Strada per_PakMong

 

25 settembre: la tenebrosa Nong Kiaw

Con bus diretto a Vientiane, dopo aver fatto sosta a O. Xai ci dirigiamo verso Pak Mong  viaggiando lungo una strada disastrata che ci rallenta molto. Il numero di fermate è estenuante, ovvero il driver e i suoi assistenti si fermano, incuranti dei passeggeri, ad ogni banchetto che espone merce, come pezzi di maiale, pollo ed ogni altro animale, assistendo ogni volta al valzer delle contrattazioni. Durante il viaggio mi sento camminare qualcosa sulla gamba, sposto delle cose e vedo un animale che sembra uno scorpione o qualcosa di simile; subito allerto il contadino seduto di fianco che lo afferra e lo rimette dentro un contenitore contenente altre bestioline e solo allora capisco che sono animali che si usano per la lotta integrata nelle colture al posto dei prodotti chimici. Veniamo scaricati a Pak Mong e insieme ad altri due ragazzi contrattiamo per un minibus fino a Nong Kiaw(26km). Finalmente arriviamo nel tardo pomeriggio e subito ho l’impressione di essere arrivato in un luogo particolare, molto suggestivo. Dopo esserci sistemati in bungalow, faccio subito un giro di perlustrazione approfittando di fare delle foto durante il tramonto…veramente incantevole questo posto. I bungalow sono molto modesti ma hanno bagno e doccia, inoltre hanno una piccola veranda dove sempre vi è posta un’amaca per potersi rilassare ammirando il lento scorrere del fiume Nam Ou. Al rientro dalla cena è ormai buio e mi metto sull’amaca per riposare e guardare le stelle…finalmente relax. Al mattino dopo mi alzo presto e percorro una strada che attraversa il villaggio e lungo la quale si può arrivare alle grotte che in quel periodo non sono raggiungibili a causa dell’acqua alta del fiume. Osservo attentamente lo svolgersi della vita nel villaggio: si vedono contadini che si recano ai campi, numerosi studenti tutti in divisa pulita ed ordinata che vanno a scuola con le bici tenendo con una mano l’ombrello. Qualche ragazzina si ferma per lavarsi il viso con l’acqua proveniente dalla montagna  che sgorga da una cannella…li trovo gesti veramente genuini. Lungo la strada incontro per due volte una donna con la figlia ed osservo il loro modo di camminare; hanno un portamento così composto ed elegante che farebbero invidia ad un’indossatrice in passerella…sono veramente stupito. Ci sono tantissimi ragazzi molto giovani che hanno dei lineamenti del viso molto delicati: veramente belli. Sarebbe stato bello poter conoscere più da vicino quelle persone per scoprire la loro vita, le loro aspettative, la loro mentalità. Certo che qualcosa si può capire circa le loro tradizione vedendo ragazze molto giovani incinte. E’ proprio carino questo villaggio, c’è un’aria di mistero che lo avvolge soprattutto al tramonto con quella nebbiolina che scende dalle montagne, il riflesso del sole sul fiume, la tranquillità assoluta…mi è piaciuto molto. E’ tardi, vado la boat landing per prendere la barca che mi porterà a Muang Ngoi.     

Info:                                                                                                   

Boat= 11.00am  25.000k

 

NongKiawNongKiaw NongKiawNongKiaw NongKiaw

 

26 settembre: l’inaspettata Muang Ngoi

Appena salito sul boat prendo posto su un sedile/poltroncina molto comodo che fa invidia a quelli seduti sulla panca di legno e sono pronto per godermi gli scenari che offre la natura lungo il fiume Nam Ou. E’incredibile, oltre alle bellezze naturali si possono scorgere scene di vita quotidiana che si sviluppano sulle rive del fiume dove si intravedono dei piccolissimi villaggi in mezzo alla giungla che stimolano la fantasia nel pensare che tipo di vita possano trascorrere. Di tanto in tanto si vedono gruppi di ragazzini che giocano e fanno il bagno nudi nel fiume divertendosi un mondo e i bufali che nuotano nell’acqua…che roba! Arrivati al villaggio prendo posto in bungalow che rispetto a N.Kiaw è di livello inferiore. Di fianco a me arriva una coppia tedesca che avevo conosciuto sul boat e di seguito ci sono due ragazze francesi. Facciamo conoscenza e compilo il registro delle presenze da cui, dopo averlo sfogliato, vedo che l’unica presenza italiana anche in  passato è la mia. Mi riposo un po’ e scalpito nel voler scoprire i dintorni, mi metto in cammino sotto il sole e faccio vari km per raggiungere un villaggio verso l’interno dopo aver passato due fiumi togliendomi opportunamente le scarpe. Incontro per la strada un ragazzo che esce dalla boscaglia con un coltello e si lamenta di aver preso delle sanguisughe che stacca dalla gamba con la lama affilata. Lo aiuto a caricare le canne di bambù che aggancia poi al motorino e parte. Sulla strada del ritorno vedo due ragazze che fanno l’igiene nel fiume tenendo un foulard intorno alla cinta, cosa tipica qui non avendo acqua corrente a casa.                                                                                                                                                      La sensazione che ho al primo impatto con questo villaggio è diversa da N. Kiaw; diciamo che è inferiore alle aspettative soprattutto per l’aspetto di fatiscenza generale. Ormai è quasi sera e per cena mi faccio preparare un’omlette con tre uova accompagnata dalla buonissima birra del Laos. E’ ora di rilassasi sull’amaca a contemplar le stelle e a pensare all’indomani.                                  

Info:                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Birra=10.000k

Acqua1,5lt= 5.000k

 

Nam Ou Nam Ou_Muang Ngoi Nam Ou_Muang Ngoi

 

27/28 settembre:  Luang Prabang…il fulcro

Al mattino presto faccio un ultimo giro per i dintorni e mi reco all’imbarco per ritornare a N.Kiaw e da lì con minibus fino a Luang Prabang. Ripercorriamo il fiume con la barca in senso inverso e la mia attenzione è catturata sempre da quei villaggi formati anche da solo singole capanne in mezzo alla giungla e penso che avrei voluto, avendo più tempo, scoprire la vita rurale di quei villaggi.   All’arrivo vi è un tuk tuk che porta fino alla stazione dei bus che è un po’ distante dal centro di N.Kiaw. Sul bus faccio conoscenza con una coppia del Portogallo con cui scambio delle chiacchiere visto il mio recente viaggio nel loro paese. Il bus-carrozzone parte carico di ogni ben di Dio e si ferma subito per problemi tecnici. Ripartiamo e siamo costretti a fermarci altre volte, ma nessuno ha il pezzo di ricambio; nonostante ciò arriviamo a Luang Prabang. Le stazioni dei bus in Laos sono molto distanti dal centro per cui bisogna sempre prendere un tuk che dopo una ferrea contrattazione ci porta in centro.                                                                                                                                                                             Mi trovo di fronte all’ufficio turistico in cui è possibile prendere una mappa e chiedere informazioni generali. Mi sistemo in GH, affitto una bici e mi metto a scorrazzare per la città arrivando fino alla stazione sud dei bus per organizzare il trasferimento per Vientiane. Verso il tramonto salgo al Wat Phou Si scalando 328 gradini ma ne vale la pena perché la vista da lì è dominante su tutta la città e si può godere del tramonto. Alla discesa ormai è quasi buio e mi trovo praticamente al night market dove è possibile acquistare ricordini e mangiare.                                Alle 5.30 del mattino seguente mi alzo per andare a vedere il rituale dell’elemosina dei monks lungo Sakkaline road(la strada del night market) in cui ci sono dei Wat da cui escono in fila indiana una miriade di monaci che raccolgono le offerte. Arrivo in anticipo sul posto e vedo arrivare anche una macchina diplomatica scortata dalla polizia e da un’ambulanza, e qualcuno dietro i vetri scuri assiste allo spettacolo. Non esiste nessun pudore e vi è poco senso del rispetto, anzi vedo delle cose obbrobriose consumate dai turisti asiatici ed occidentali che si mettono in ginocchio e imitano i locali durante la questua ma solo per farsi fotografare da fotografi professionali che si portano al seguito e che scattano loro foto durante l’offertorio. Tra le varie cose curiose vedo un bambino povero che fa una contro-questua verso i monaci che hanno ricevuto i beni dalle persone, ma viene completamente ignorato…alla faccia della generosità. Ed è curioso che parte del cibo ricevuto viene deposto vicino ai simboli che rappresentano il Budda come offerta in loro onore….certo non di rado si vede del cibo vecchio che staziona lì da giorni ormai avariato! Più tardi mi organizzo per le cascate di Kuang Si, optando in primis per uno scooter che però è abbastanza costoso e poi per un tuk tuk insieme ad altre persone al prezzo di 30.000k. E’ incredibile che sul tuk ritrovo la coppia  di portoghesi ed insieme agli altri è una grande festa in un’orgia di lingua inglese. La giornata alle cascate passa tranquillamente insieme al mio amico di Taiwan, tra un bagno e relax sotto il sole. Passo il pomeriggio rimanente tra le vie della città in cui incontro altre persone già conosciute altrove e approfitto per comprare un dipinto di artista locale per 50.000k che sarà il mio  ricordo del Laos. Luang Prabang è un bel posto, è il fulcro del Laos dove si rincontrano tutte le persone che hai conosciuto in altri posti e che confluiscono lì da nord e da sud. Mi trasferisco alla stazione dei bus facendo l’autostop ad un ragazzo in scooter e opto per un vip bus con sedili reclinabili con food compreso anziché per lo sleeping bus perché non ha i letti singoli, come li avevo trovati in Vietnam, ma sono letti matrimoniali, per cui se sei single…come dire… non sai mai chi ti capita!!! Durante l’attesa in stazione si avvicina un bambino che deambula con difficoltà a causa di qualche malformazione degli arti inferiori e porta sulle spalle un sacco di iuta con dentro, si capisce dal rumore, bottiglie e lattine raccolte per strada. E’ un momento particolare per me, retorica a parte, in cui si prova un profondo affetto per le persone che vivono in cotanta indigenza e certo non mancano le analogie con i nostri ragazzi che vivono in un altro mondo….dorato. In quel momento penso a come avrei potuto aiutarlo immaginando, per un attimo, di prenderlo e portarlo in Italia per curarlo…. continuo a seguirlo con lo sguardo fino a perderlo di vista. Intanto è ora di partire e sul bus dormo beatamente e non sono avvisato allo stop in cui era previsto il pasto per cui resto a digiuno!                                                                                                                                                                                            

Info:    Boat= 9.30am  25.000k           Bus= 11.00am  40.000k         Bus per Vientiane= vari orari_pm

 

La questua Luang PrabangLuang Prabang Luang Prabang

 

29 settembre: Vientiane…la capitale

I bus in Laos partono sempre in ritardo e non rispettano l’orario, ma questo che ci ha portato a Vientiane è stato proprio Svizzero arrivando, inutilmente, alle 6.00am. Prima di muovermi dalla stazione(nord) dei bus aspetto a causa della forte pioggia, ma dopo una mezz’oretta è tutto finito e con tuk tuk vado in centro. E’ domenica, in giro c’è poca gente ed i negozi sono quasi tutti chiusi pertanto, è tutto molto calmo. Qualche giorno prima avevo parlato con due ragazzi di Vientiane che mi avevano detto che questa città è molto calda per la mancanza di montagne intorno, ed infatti è proprio così…c’è caldo ed afa. Gironzolo qui e là senza meta, tento di affittare una bici ma il noleggiatore vuole che lasci il passaporto originale per cui opto per l’esplorazione a piedi. Visito vari monumenti come la grande statua sul lungofiume, lo “stupa nero” That Dam particolarmente venerato dai laotiani; secondo la leggenda locale ospita lo spirito del ‘Naga dalle sette teste  che protegge la città…ma ridotto male. Un importante Wat da visitare è sicuramente il Wat Si Saket che è il più antico di Vientiane(1818) e fu risparmiato dalle distruzioni operate dai Siam che lo usarono come quartier generale. All’interno ho trovato un’atmosfera molto tranquilla e rilassante, nonchè interessante e cordiale è stato l’incontro con due giovani monaci buddisti con cui ho avuto piccolo dialogo…mi è proprio piaciuto! Dal centro, attraverso la città in direzione del Patuxay Arch, quindi arrivo a Pha That Luang un complesso religioso ritenuto simbolo nazionale del paese. Tutto sommato ho trascorso una giornata gradevole nella capitale, forse un giorno pieno è l’ideale per visitarla e a me non è dispiaciuto. E’ormai tardi ed è ora di recarmi alla stazione dei bus per prendere il night bus per Pakse. Anche questa volta non scelgo lo sleeping per via dei letti matrimoniali.                                                                                                                                                       Info:                                                                                                                                                                                                                                       

Bus: 7.30pm  110.000k

VientianeVientiane VientianeVientiane Vientiane_Vat SiSAketVientiane_That Dam Vientiane_Pha That Luang Vientiane_Pha That Luang

 

30/01 sett/ottobre: Don Det & Don Khon…..le isole della pace

Arrivo al mattino presto a Pakse, una città non proprio bella che non fa una bella impressione. Le strade sono fatiscenti e a me pare come una città fantasma. Il driver non mi porta fino alla stazione dei bus, ma mi ferma in una mini stazione privata(gestita da loro amici…penso) dove vi è una sala d’aspetto con divani, poltrone e un ufficio in cui acquisto il biglietto per Don Det. Più tardi arriva un mini bus che ci prende e ci porta in un’agenzia da cui, insieme ad altri, dopo aver validato il ticket, veniamo ricaricati e finalmente si parte. Il proprietario dell’agenzia mi propone di acquistare il biglietto per Siem Reap ad un prezzo vantaggioso, ma non fidandomi declino l’invito ed infatti vengo poi a scoprire che avrei pagato di più rispetto ai prezzi di Don Det. La strada è in buone condizioni e dopo qualche ora arriviamo a Ban Nakasang, praticamente in una stazione dei bus vicina al molo da cui con una barchetta si arriva a Don Det. Quando si arriva sull’isola ci si trova su un main street e bisogna decidere dove prendere il bungalow, ovvero se dal lato sun set o sun rise. Se si decide per la prima soluzione bisogna fare un bel  po’ di strada prendendo la direzione destra  e viceversa se si decide per il sun rise. Debbo dire che la parte più frequentata dai turisti e la zona con le migliori strutture è la zona sun set, ma credo che abbia la grande controindicazione del notevole caldo da sopportare durante il pomeriggio. A me non interessa molto questo e mi fermo al primo bungalow che trovo. Queste strutture sono veramente minimali, infatti non hanno la doccia e i bagni nelle camere ma bensì all’esterno ed scarseggia l’acqua corrente; inoltre quando si arriva si ha subito la sensazione della fatiscenza generale. Dopo essermi sistemato mi metto subito a camminare sia verso sinistra che verso il sun set per vedere le tipologie delle strutture in quella zona; devo dire che i bungalow sono migliori, hanno un’esposizione che da sul tramonto e tra l’altro scorgo una struttura di più alto livello che arriva a 180.000k/notte. Certo è bello vedere il tramonto ma il sole lì picchia forte e il caldo si sente. Il giorno dopo mi alzo di buon mattino, affitto la bici e si parte per scoprire le meraviglie dell’isola. Inizialmente, dopo aver attraversato il ponte(French Bridge) che collega Don Khon, vado verso una direzione che mi porta nei pressi delle cascate e arrivo ad una spiaggia dove vi è la confluenza di più fiumi che creano un effetto particolare sulla superficie dell’acqua e da cui si può vedere la Cambogia. Nel primo pomeriggio cambio direzione e mi inoltro lungo una strada sterrata in mezzo alla boscaglia che conduce fino al dolphin view da cui vi è l’imbarco per andare a vedere i delfini. Devo dire che la vista dei corsi d’acqua e della vicina Cambogia è magnifica, ma dei delfini neanche l’ombra. Resto lì per un po’ e dopo aver ingurgitato una lattina di coca riparto per Don Det bucando la ruota, fortunatamente, a 50metri dalla GH. E’ stata una giornata molto calda che riesce ad abbronzare anche una ragazza inglese e anche divertente per i giri in bici che finiscono puntualmente con la ruota bucata dalle pietre taglienti. Acquisto il biglietto per Siem Reap per l’indomani e dopo aver cenato ritorno in bungalow per rilassarmi e preparare il bagaglio. Durante la notte arriva una heavy rain che non ci fa dormire fino al mattino e alle 8.30 arriva la barca che ci porta  indietro a Ban Nakasang. Al molo ci aspettano delle persone che ci danno dei moduli da riempire per passare la frontiera e a cui affidiamo i nostri passaporti. Restiamo in attesa alla stazione dei bus per un’ora e via si parte per la Cambogia, facendo una sosta al confine che deve essere attraversato a piedi e dove si incontra un ometto con la gobba che con un giocattolino pretende di misurare la temperatura. Al mio rifiuto mi dice che non sarei passato, ma anche se mi sono concesso gli ho fatto capire che non avrebbe beccato neanche un dollaro. Don Det è un classico posto per backpackers, è un posto dove ci si riposa senza pretendere nulla, dove si beve una birra guardando il tramonto e si fa amicizia, senza crearsi troppe attese, senza pensare di fare un’esperienza di cultura locale, senza pensare di trovare sistemazioni lussuose…è solo un’isoletta. 

Info:     

Biglietto per Siem:35usd(fissi)  8/8.30pm                                                                                                        

Bungalow da 20.000k                                                                                                                                                                      

Border 30usd + foto

 

DonDetDonDet DonDetDonDet DonDet DonDetDonDet

 

02/03/04 ottobre: Siem Reap….i templi Khmer

La strada per Siem è in condizioni pietose che costringe i mezzi a rallentare notevolmente e che ci comporta anche una foratura di una ruota cambiata con metodo al limite del ridicolo. Dopo aver cambiato bus a Kampong Cham(scalo tecnico), arriviamo a Siem alle 2 del mattino e sotto una fitta pioggia mi reco con tuk tuk alla GH Garden Village che non avevo neanche prenotato. Fortunatamente trovo posto e mi metto d’accordo con il driver per l’indomani circa il giro da fare ai templi: contratto per 2 giorni 22usd. Faccio il biglietto per singolo giorno e iniziamo con la visita di Angkor Wat, a seguire tutto Ankgor Thom e Ta Prom. Senza entrare nel particolare diciamo che in questo primo circuito mi hanno colpito maggiormente quelle faccione del Bayon veramente suggestive e le gradi formazioni arboree che quasi inglobano le strutture del tempio del Ta Prom ..the temple of the trees. Molto meno mi ha colpito Ankgor Wat che resta il più visitato in assoluto ed è quello che si è conservato meglio nel tempo, gli altri sono allo stato di rovine. Una nota abbastanza negativa è il comportamento dei turisti, quasi tutti asiatici, all’interno dei siti che pensano, per la maggiore, a farsi le foto a vicenda in tutte le posizioni possibili e prima di poter scattare una foto ce ne vuole, bisogna aspettare che finiscano tutto il servizio fotografico. Si possono vedere ragazze in posizioni osè che farebbero arrossire Tinto Brass; addirittura ho visto una ragazza Koreana che si è fatta fotografare sospesa nell’aria dopo che con un colpo di reni ha spiccato un salto…poveri Khmer come si rigirano nelle loro tombe. Tra una pioggia e l’altra terminiamo la giornata e ritorniamo in città concordando col driver di rivederci alle 5am per vedere l’alba da Angkor Wat. La mia GH si trova nei pressi dell’old market dove nel pomeriggio è tutto un’esplosione di bancarelle dai gioielli agli arrosticini e approfitto per mangiare qualcosa. Faccio un giro per la città e mi ritiro presto perché sono proprio a corto di sonno. Sono le 5.30am e il driver è già arrivato; mi chiede extra money per vedere l’alba ma mi oppongo fermamente e così si parte. Attraversando la città a quell’ora si vedono i turisti un po’ brilli che escono dai locali accompagnati da donzelle locali “di mestiere”, che sono lì per rendere meno noiosa la loro permanenza a Siem.                                                                             Arriviamo e già ci sono molte persone  appostate sul muretto di fronte ad Angkor Wat alle spalle del quale sta spuntando il sole. Sono vari gli scatti che faccio per cogliere le varie sfumature, i  riflessi dei raggi sull’acqua alle varie angolazioni. Oggi è il giorno del giro più lungo che comprende Preah Khan, Neak Pean, Ta Son, East Mebon, Pre Rup e Ta Keo; questi Wat sono di minore importanza e necessitano di minor tempo per essere visti e in aggiunta sono completamente deserti da essere l’unico visitatore. Non mi ha stupito Ta Son così esaltato in altri diari, mentre interessante ho trovato Ta Keo a forma di piramide su cui si domina tutta la giungla circostante ed è strategico per ammirare il sun set. Il giro, anche se comprende molti wat, termina presto e così lascio per sempre la zona dei templi per tornare a Siem. Passo il pomeriggio il giro per la città e non manca una puntatine all’old market dove si trova sempre qualcosa da mangiare; acquisto il biglietto per Poipet non nell’agenzia dove mi aveva portato il driver ma da Sorya transport che costa la metà. Ricomincia a piovere e ritorno in GH per preparare il bagaglio e riposarmi un po’.                                                                                                                                                                                                                    

Info:

Tuk tuk: 11usd/dì                                                                                                                                                                                                                                                                                         Ticket: 20usd/dì

Alba di Angkor Vat

Alba di Angkor Vat Bayon Bayon Tha Prom

 

05 ottobre: train express to Bangkok

Mi alzo di buon mattino e scendo alla reception dove attendo il bus che effettua servizio di pick up gratis. Alla guida del bus non ci sono i soliti ragazzi, ma un signore anziano e questo mi inquieta perché temo di arrivare tardi al border. Tutte le persone sul bus sono diretti in Thai e ci arriveranno sempre in bus che cambieranno dopo la frontiera a Poipet; l’unico che ha scelto una strada singolare sono io, ovvero quella di prendere il treno a Aranyaprathet: la prima città Thai appena dopo il confine. Tutti rimangono meravigliati di questo e mi guardano con aria strana, ma io sono stufo dei bus e voglio cambiare, anche perché il viaggio fino a Bangkok costa solo 48bht. Durante il tragitto per Poipet sostiamo varie volte tra cui una fermata tecnica che dura troppo e mi fa proprio incavolare quella al bus station di Poipet per validare i biglietti di quelli che avrebbero proseguito col bus…cioè tutti. Ripartiamo di nuovo e si arriva proprio al border, scendo velocemente e in pochi minuti disbrigo le pratiche per lasciare la Cambogia per passare all’altro lato dove mi attende l’immigration della Thai. Prima di arrivare all’ufficio per il timbro si passa per il controllo antidroga che il poliziotto mi fa saltare. Timbro e via, sono in Thai: grande ritorno, che gioia! Esco fuori e vedo un altro mondo, la gente è diversa, finalmente sorridono, vedo improvvisamente una realtà differente molto più sviluppata, c’è un gran sole….è tutto diverso e anche a me torna la voglia di sorridere. Salto su un tuk-taxi che per 2usd mi porta alla stazione dei treni(6km) e prima di congedarlo vado a chiedere se il treno c’è veramente o è sospeso causa piogge del periodo. Tutto ok, pago e saluto il tassista. Pensavo di fare tardi ma ero in grande anticipo perché al confine sono stato velocissimo. Ho letto varie storie negative su Poipet ma non ne ho visto neanche una: il transito è stato veloce ed in sicurezza. Alla stazione conosco una ragazza locale che parla bene l’inglese a cui chiedo delle informazioni. E’ ora di partire, vi è solo la terza classe con sedili di legno oppure, per i più raffinati ed esigenti, allo stesso prezzo, i lussuosi soft seat, il tutto rinfrescato non dalla viziata aria condizionata ma dai ventilatori posti sul soffitto della carrozza. Il treno è controllato da vari poliziotti di frontiera che passano ripetutamente e mi salutano con gesto militare. Sono troppo contento di stare su quel treno e di essere, forse, l’unico non asiatico; tra l’altro sul treno passano ripetutamente i contadini che vendono ogni ben di Dio per essere rifocillati…insomma non manca niente neanche le belle ragazze Thai! Ma il bello deve ancora venire, si, perché ci stiamo inoltrando in mezzo alla campagna e lo so che mi aspetta un grande spettacolo della natura che non tarda a manifestarsi. Infatti vedo che il treno passa attraverso le immense risaie e rimango sorpreso di vedere delle fermate proprio in mezzo ai campi…che bello. Ad un certo punto il treno rallenta perché il livello dell’acqua in quel tratto è un po’alto, ma niente di che si prosegue. Numerosi sono i campi che per le numerose piogge diventano laghi e vengono sfruttati per la pesca da uomini e donne che si immergono fino alle ascelle per buttare la rete nella speranza di prendere qualcosa. Passano le ore e ci avviamo verso il tramonto; i colori cominciano a cambiare, i raggi del sole riflettono sull’acqua, e una timida nube nasconde parzialmente il sole. E’ veramente uno spettacolo! Un altro vantaggio di prendere il treno è quello di poter scendere in alcune stazioni a Bangkok che sono collegate con la City Line che porta all’aeroporto, per cui non è necessario scendere a Hua Lamphong per poi tornare indietro, ma scendo comodamente a Phetchabury e via con la City Line fino all’aeroporto. E’ inutile la Thai è straordinaria! Dopo aver passato la notte a   riparto ber Roma dopo aver fatto scalo a Dubai.

 

Thai_Aranyaprathet_station Tramonto_Thai

 

Considerazioni:

E’ normale che quando si è già visitato gli altri stati vicini a Lao e Cambo viene sempre da fare paragoni. Ebbene, se dovessi fare una classifica metterei questi in fondo, perché nulla hanno a che fare con lo splendore della Thailandia e del Vietnam. Diciamo che non c’è niente che ti possa spaventare dalla bellezza (a parte i tepli Khmer), come invece può succedere a Halong Bay, o rimanerre affascinati come a Doe Mae Salong. Ho potuto capire che in Laos la gente è molto riservata, sorride poco, è molto tranquilla, molto dignitosa, e non si percepisce per niente il senso del pericolo. Passare qualche settimana qui serve per rilassarsi, per scaricarsi dalle tensioni occidentali, ma non certo per vedere chissà quale meraviglia del mondo. Come mi è successo in Thai, mi piace di più la gente del nord, soprattutto quella trovata a Nong Kiaw; peccato non aver potuto, per una questione di incomunicabilità, conoscere più approfonditamente quelle genti. Rimango colpito dalla grazia e dal portamento anche delle contadine, dalla grande maggioranza dei giovani e dalla loro vivacità. Poco da dire sulla Cambogia che pare, dalla strada percorsa in bus, una baraccopoli. Non so se l’arretratezza di questa nazione è dovuta solo alla povertà oppure è voluta, anche se in  parte, dalla gestione politica. Perché non si capisce come è possibile tenere le strade in quelle condizione anche quelle nei pressi dei templi Khmer che richiederebbero pochi soldi rispetto all’incasso giornaliero per visitare gli stessi.                                                                                                                                                                                                                                     

Con questo non voglio dire di essere rimasto deluso, voglio solo evidenziare le differenze che ho visto e le diverse sensazioni sentite a pelle. Con Laos e Cambogia concludo così la mia esplorazione in quella regione del sud-est asiatico che comprende anche Thai e Vietnam.   Certo c’è ancora da vedere molto, ma non so se tornerò ancora.

Distanze percorse:

3.325 Km in autobus

- 250 Km in treno

Info generali:

Moneta Laos: solo Kip “

Cambo: usd e Riel Carta credito: generalmente non accettata

Assicurazione: viaggi_sicuri

Vaccinazioni:  //

Percorribilità stradale Laos: normale a parte dei tratti descritti

Meteo: caldo non eccessivo, periodo ideale

Abbigliamento: maglietta, short, sandali, scarpe trekking

Siti-web: Hobomaps.com(consigliatissimo)

Wikitravel.org

holiday-in-angkor-wat.com/angkor-wat-pass.html

canbypublications.com/cambodia/buses.htm

 

Spero di esservi stato utile con le informazioni riportate che molto spesso sono carenti in altri diari……


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