PREMESSA
Questo viaggio è stato sicuramente un viaggio difficile, il più difficile che abbiamo fatto, sia per la preparazione che per la realizzazione, soprattutto per la parte che riguarda il Botswana.
Non necessariamente bisogna essere esperti di guida sulla sabbia, io non lo sono, però bisogna essere dotati di un ottimo spirito di avventura e un po‘ di coraggio perché a volte le situazioni possono essere complicate.
Anche per i campeggi, noi arrivando da anni di camper, non abbiamo avuto grossi problemi di adattamento, però non bisogna immaginarseli come in Europa, c’è l’essenziale e a volte neanche quello…
Dopo la nostra esperienza, consiglierei di non fare più di tre settimane di jeep/tenda e safari, è molto impegnativo e faticoso, magari abbinando un’ultima settimana, se la si ha a disposizione, dedicandola a un po’ di relax da qualche parte, magari al mare.
Due cose assolutamente necessarie: l’app Track4africa sul telefono con scaricate le mappe dettagliate a pagamento (pochi euro) e la diavolina per accendere il fuoco!
Equipaggio: io, mia moglie Elena e mio figlio Tommaso di 19 anni.
Volo – Il biglietto aereo lo abbiamo comprato a fine settembre 2023 decidendo che l’offerta proposta da Lufthansa sarebbe stata imbattibile sia per prezzo sia per comodità per noi di Milano: costo A/R 790€
partenza da Milano Linate, breve scalo a Francoforte arrivo a Johannesburg alle 8.30 di mattina
ritorno da Windhoek con partenza alle 18.50, breve scalo a Francoforte e arrivo a Linate alle 10.00
I biglietti comprendevano solo bagaglio a mano, abbiamo aggiunto un bagaglio imbarcato al costo di 60€ per l’andata e 60€ per il ritorno.
Auto – Ho preso in considerazione diverse compagnie di noleggio 4×4, prenotando a ottobre con Zebra 4×4 rental che mi ha fatto un po’ di sconto e mi ha convinto con una tariffa decisamente inferiore a quelle che mi proponevano altri (https://www.zebra4x4rental.co.za/):
27 giorni di noleggio a 1800 rand/giorno + 280 rand/giorno full insurance + 4000 rand per il drop off a Windhoek + 800 Airport Collection + 100 Contract Fee + 500 Cleaning cost + 600 Border docs
In totale 57670 rand che corrispondono a circa 2900€
Con la compagnia ci siamo trovati abbastanza bene, è piccola e gestita in proprio da Guy Stringer, la macchina e l’attrezzatura erano un po’ datate, però hanno fatto il loro e quando abbiamo avuto un problema meccanico, Guy si è immediatamente attivato per mandarci incontro una sua persona da Maun che ha riparato il guasto, il tutto senza che noi anticipassimo niente.
Camping – Il più grosso problema del Botswana è la prenotazione dei campeggi, non c’è un ufficio centrale che gestisce tutti i campeggi all’interno dei parchi, come in Namibia, qui ogni campeggio ha un gestore diverso e bisogna contattarlo direttamente via e-mail. Soprattutto per quelli statali gestiti dal DWNP bisogna avere molta pazienza perché per avere una conferma della prenotazione ci vogliono parecchie e-mail di conversazione, in compenso costano molto poco.
In ogni caso per tutto ciò che ho prenotato hanno voluto il pagamento anticipato per dare la certezza della prenotazione.
Poi c’è il discorso della necessità di prenotare con così largo anticipo, secondo la nostra esperienza, molto probabilmente, l’unico parco in cui è veramente necessario è Moremi in quanto i campeggi sono pochissimi con poche piazzole e molto frequentati.
Anche se si vuole dormire all’interno del Chobe River Front, nell’unico campeggio disponibile, lo Ihaha, è sicuramente necessario prenotare con molto anticipo, però per visitare il Chobe si potrebbe anche optare per pernottare all’esterno ed entrare in giornata, non è molto grande e Kasane ha diverse possibilità di alloggio anche economiche.
In Namibia conviene prenotare le notti all’interno dell’Etosha attraverso il loro sito, probabilmente lo Spitzkoppe e i pernotti a Sesriem perché qui ci passano proprio tutti e i posti non sono molti.
Le indicazioni sui siti o le e-mail da utilizzare per prenotare le ho messe nel resoconto giornaliero.
Botswana – A mio parere è un fantastico paese, ancora selvaggio con parchi eccezionali, però difficili da raggiungere, impegnativi da visitare, alcuni senza servizi, soprattutto il Central Kalahari, però per questo unici, capisco perché tanti Sudafricani vengano qui in vacanza.
Mi chiedo solo il motivo per il quale non sistemino almeno le vie di accesso ai parchi che a volte risultano peggiori di quelle interne, e anche quelle interne non ci vorrebbe molto per sistemarle un pochino e renderle un po’ più agevoli. La risposta è che probabilmente a loro va bene così, non vogliono turismo di massa che può accedere in maniera economica e sicura, preferiscono puntare su un turismo di élite che viene trasportato in giro dalle loro agenzie a prezzi esorbitanti, anche se poi le strade messe meglio farebbero comodo anche a loro…
Apparentemente sembra un paese in cui tutti stanno discretamente, non si vede gente molto povera in giro, ogni tanto capita di trovare qualcuno che chiede se si ha del cibo, ma sempre in modo discreto, è un popolo molto orgoglioso.
È un paese poco popolato e forse per questo il governo riesce a garantire a tutti i servizi scolastici (tutti parlano un ottimo inglese) e sanitari, probabilmente le miniere di diamanti più che il turismo garantiscono i fondi necessari.
Ci siamo sempre sentiti al sicuro, in qualsiasi luogo siamo stati, dai paesini sperduti alle città un po’ più grandi come Maun e Kasane ed anche all’interno dei parchi, lontano chilometri da qualsiasi cosa.
Namibia – Qui il discorso è un po’ diverso, abbiamo notato che la parte nord del dito di Caprivi è molto popolata, povera ma autosufficiente, con villaggi molto tradizionali, tanti bambini ma nessuno chiedeva niente, tutti sorridenti che giocavano o camminavano da un villaggio all’altro.
La Namibia a sud di Rundu ci è sembrata un’altra cosa, cittadine molto povere con tanta gente che chiede cibo, soprattutto nei pressi dei supermercati
Poi c’è la Namibia della costa, molto popolata da bianchi, ci ha dato la stessa impressione che ci aveva dato il Sud Africa nel 2001, tutto gestito dai bianchi anche se l’integrazione qui sembra funzionare meglio.
Tutto ben tenuto e pulito con begli edifici coloniali, soprattutto a Swakopmund che sembra un’estensione dell’Europa.
Incredibilmente le strade però in Namibia sono migliori che in Botswana, soprattutto a nord, ben asfaltate e anche quelle sterrate comunque sono ben battute e si possono tenere discrete velocità.
Per il parco Etosha avevo grandi aspettative ma devo dire, forse perché arrivavamo dai parchi del Botswana, mi ha deluso un po’, gli animali sembrano concentrati in alcune zone, soprattutto dove ci sono pozze d’acqua, in altre non si vede niente per chilometri, la zona che ci è sembrata più interessante è quella tra Namutoni e Halali. La zona di Okaukuejo è un’enorme distesa senza un albero, fatico a capire come si riescano ad avvistare animali qui, soprattutto i felini.
Devo dire che la Namibia in generale ci è piaciuta ma non ci ha entusiasmato, tanto deserto, di varie tipologie: sabbia, roccia, montagna. I vari luoghi di interesse sono molto distanti tra di loro e alcuni richiamano paesaggi che abbiamo già visto, soprattutto nei parchi rossi dell’ovest degli Stati Uniti.
Alcuni posti non li abbiamo visti, tipo le Epupa Falls o il Fish River Canyon, troppo distanti per includerli in questo viaggio, per scelta non ci siamo fermati nei villaggi delle popolazioni Himba, diciamo che la cosa ci sembrava un po’ forzata ed eccessivamente dedicata ai turisti, forse è solo una nostra impressione.
Zimbabwe – ci siamo stati poco, ci è sembrato sicuramente il paese più arretrato di quelli che abbiamo visitato, anche se non abbiamo visto troppa povertà, diciamo meglio che in Namibia.
Victoria Falls fa un po’ storia a sé, molto turistica, ben tenuta con tutti i servizi che ci si possono aspettare.
Anche il Robins camp e la zona circostante il campeggio nel parco Hwange ci è piaciuta molto.
Diciamo che non abbiamo decisamente avuto una buona impressione dei funzionari pubblici sia delle frontiere sia del parco, credo che in questo paese la corruzione sia un problema abbastanza evidente.
Mercoledì 7 Agosto / Johannesburg – Big Fig Oasis campsite
Siamo partiti martedì pomeriggio alle 18.05 da Milano Linate facendo scalo un paio di ore a Francoforte, voli tranquilli ed in orario.
Arriviamo a Johannesburg puntuali alle 8.30 di mattina, dopo un momento di perplessità perché non vediamo nessun cartello con il mio nome, appare Guy, il proprietario del noleggio 4×4, con un poco vistoso foglio con scritto il mio nome.
Ci accompagna a prelevare ad un ATM, avevo letto che non è molto conveniente prelevare in aeroporto, però lui ci consiglia di farlo qui che è più sicuro; quindi, prelevo circa 4000 zar (200€) in realtà il tasso di cambio risulterà uguale alle spese fatte in seguito e non mi risulteranno addebitate commissioni.
All’uscita dell’aeroporto ci aspetta un suo collaboratore con la Toyota Hilux 4×4 con doppie tende sul tetto per spiegarci un po’ come funziona. Siamo rimasti sorpresi di trovare direttamente nel parcheggio dell’aeroporto l’auto, però vediamo anche altre persone a cui stanno consegnando il mezzo nel parcheggio quindi presumo sia abbastanza normale se non si noleggia da grosse società.
Dopo una breve spiegazione ci lasciano le chiavi dell’auto e salgono con noi fino al vicino benzinaio, dove noi facciamo gasolio e loro prenderanno un taxi. Il noleggio prevede stranamente il serbatoio vuoto in partenza e vuoto alla riconsegna, avrei preferito da pieno a pieno, comunque non è un grosso problema.
Il gasolio in Sud Africa, come in Botswana e Namibia, ha lo stesso prezzo al litro in tuti i distributori, sarà circa 1,1 €/litro per tutto il viaggio.
La Jeep ha un doppio serbatoio in modo da percorrere circa 1200km con un pieno; infatti, per riempire il tutto ci costerà circa 3200 zar (160€).
Partiamo verso le 11.00 prendendo l’autostrada direzione Pretoria, abbastanza trafficata e come prima esperienza con guida a destra è un bel test… comunque si viaggia bene e passata la zona di Pretoria il traffico si dirada, ogni tanto ci sono caselli per pagare le tratte, un po’ tipo autostrade francesi, ogni tratta costa poco però i caselli sono parecchi, non so per quale motivo ma non riusciamo a pagare con la carta di credito quindi usiamo i contanti che fortunatamente avevamo prelevato in aeroporto.
Dopo circa 2.5 ore arriviamo a Mokopane dove mi ero annotato la presenza di un ristorante della catena Spur Steack Ranch, ricordavo che, quando eravamo stati in Sud Africa nel 2001 si mangiava molto bene spendendo poco. Infatti, mangiamo dell’ottima carne con alcune birre spendendo 1000 zar (50€) in 3.
Ce la prendiamo con comodo, entriamo nel supermarket accanto al ristorante e facciamo un po’ di acquisti per il viaggio che ci aspetta, non cibo che compreremo in Botswana il giorno dopo, però diverse bottiglie di ottimo vino Sudafricano, qui costa dai 3€ in su.
Ripartiamo e stranamente troviamo molto traffico per uscire dalla cittadina, poi fuori dal paese non c’è più nessuno, però il nostro intento di arrivare con il chiaro al campeggio si rivelerà vano.
Arriviamo per le 18.00 circa al Big Fig Oasis che è già buio, comunque suoniamo il campanello e ci aprono, avevo prenotato, quindi facciamo il check-in pagando con carta di credito e ci piazziamo su un bel prato, le piazzole non sono delimitate ma c’è molto spazio, i bagni sono belli, sicuramente un buon campeggio, comodo per attraversare il confine la mattina successiva (https://www.bigfigoasis.com/), unico problema è il ristorante che chiude prestissimo, alle 17.00
Montiamo per la prima volta le tende sul tetto senza grosse difficoltà, ci mangiamo qualcosa e ci godiamo la prima notte africana, il campeggio è molto vicino alla strada però di macchine non ne passano molte, almeno di notte, anche perché il vicino confine è chiuso fino alla mattina.
Dormire nelle tende è abbastanza comodo, anche se dopo massimo 8 ore comincia a farmi male la schiena e sento l’esigenza di scendere, però sono più che sufficienti dal momento che si va a letto massimo alle 22.00 e ci si sveglia quando il sole comincia a spuntare verso le 6.00
Di notte la temperatura scende, ma non farà mai freddissimo, le coperte fornite con le tende saranno più che sufficienti, dormendo con pantaloni della tuta e maglietta, a volte con una felpa ma a volte anche fuori dalle coperte.
Percorsi 433km tutti su strada asfaltata.
Giovedi 8 Agosto / Big Fig Oasis campsite – Khama Rhino Sanctuary
Anche il primo smontaggio delle tende si rivelerà abbastanza agevole, in seguito prendendoci la mano ci metteremo circa 15 minuti per completare l’operazione.
Partiamo e dopo pochissimo arriviamo al confine di Groblesbrug, le formalità doganali dal lato Sudafricano sono abbastanza rapide, mentre dal lato del Botswana a Martin’s Drift, tra vari timbri e passaggi in diversi uffici, tra cui quello per il permesso di ingresso dell’auto (ci sarà da pagare 140BWT – 10€ credo per una assicurazione), ci metteremo poco più di un’ora per entrare in Botswana.
Proseguiamo senza traffico e su strada asfaltata in buone condizioni fino a Palapye dove facciamo tappa al Diphalane Mall dove c’è il negozio Mascom per comprare una SIM per il telefono che per la modica cifra di 6€ avrà una validità di 2 settimane con 5giga di dati, l’operazione per l’acquisto non è semplicissima ma ci pensano loro ad attivare e configurare la SIM.
Dopo una sosta nel vicino supermarket per procurarci del cibo per i prossimi giorni, ripartiamo per il Khama Rhino Sanctuary distante circa 1 ora di strada e per pranzo siamo lì.
Avevo già pagato sia l’ingresso al parco che la notte in campeggio (410 + 390 BWP) quindi dopo il check-in sgonfiamo le gomme della jeep a 1.8 bar, come ci consigliano, essendoci piste con sabbia profonda.
Queste piste immaginavo mi servissero come allenamento per i giorni successivi, in realtà già qui abbiamo trovato piste davvero non messe bene, con sabbia profonda che ci hanno fatto entrare subito in modalità 4×4 che ci accompagnerà per quasi tutto il Botswana.
Ci fermiamo subito ad un’area pic nic a mangiare qualcosa e poi passiamo dal ristorante a prendere un caffè, tanto è l’ora più calda e approfittiamo per riposiamo un po’.
Facciamo, come consigliatoci all’ingresso, il giro di Serwe Pan e Malemas Pan che sono abbastanza vicini al gate, anche se ci hanno dato una piccola mappa capiamo subito che senza l’app Tracks4Africa sarebbe veramente difficile orientarsi. Vediamo parecchi animali, giraffe, impala, facoceri, zebre, kudu e soprattutto alcuni rinoceronti che si abbeverano ad una pozza, un giro di circa 2 ore e mezza, come detto pista difficile, un paio di volte ho messo anche le ridotte per non rimanere insabbiato.
Pur essendo abbastanza noto e sulla strada per andare verso nord, questo parco non è molto frequentato, solo ogni tanto si incrocia qualche altro visitatore o qualche jeep che porta in giro turisti.
Raggiungiamo la piazzola del campeggio, molto ampia sotto un bell’albero, i bagni sono belli con acqua calda, in condivisione con altre piazzole che sono però abbastanza distanti dalla nostra.
Apriamo le tende ed accendiamo il fuoco, con non poche difficoltà, grosso errore non aver preso la diavolina al supermercato, errore che non commetteremo più.
Questa è la prima notte davvero selvaggia, è bellissimo il silenzio e il buio che ci circonda interrotto solo dal nostro fuoco e dal verso di qualche animale. Il campeggio qui non è recintato però di animali pericolosi non dovrebbero essercene, cuociamo la carne sul braii con una bella bottiglia di cabernet sudafricano e poi si va a letto abbastanza provati dalla prima esperienza di off road.
Percorsi 205km di cui 180 su strada asfaltata.
Venerdi 9 Agosto / Khama Rhino Sanctuary – Makgadikgadi Adventure Camp
Dopo aver passato la prima notte nel bush, fresca ma tranquilla, ci dirigiamo verso l’uscita del parco, anche questo tratto è sabbioso; quindi, aspettiamo di arrivare al gate per rigonfiare le gomme riportandole a circa 2.8 bar di pressione. Riprendiamo la strada asfaltata A14 e ci dirigiamo verso Letlhakane che raggiungiamo dopo circa 2 ore, traffico zero e ben tenuta.
Facciamo una sosta ad un supermercato per fare rifornimenti e un po’ di pausa per poi ripartire in direzione Lekhubu island, fino al paese di Mmatshumo la strada è asfaltata, poi inizia lo sterrato, a volte abbastanza impegnativo, soprattutto perché le piste si dividono e non si sa bene quale sia la migliore da prendere, qui funziona, come in tutti i parchi del Botswana, che quando una pista si rovina troppo, ne aprono una nuova, però solo quelli del posto sanno quale è la migliore e anche con Track4Africa, non ti perdi, ma non ti aiuta a decidere quale prendere.
Comunque, dopo un primo tratto nel bush, il panorama si apre in una immensa distesa desertica a perdita d’occhio, c’è una specie di gate sanitario da passare ma non c’è nessuno. Dopo circa due ore arriviamo a Lekhubu, in effetti sembra un’isola che appare dal nulla in mezzo al pan.
Al gate per entrare, dove si dovrebbe pagare, non c’è nessuno quindi entriamo e parcheggiamo in una piazzola del campeggio con un po’ di ombra e pranziamo.
Le piazzole qui sono molto spartane e anche non ben tenute, i bagni sono una buca profonda con un water sopra chiusa da muri fatti con le canne, acqua e corrente non ci sono.
Dopo pranzo saliamo a piedi sull’isola da dove c’è un panorama incredibile sul deserto di sale, sembra non abbia fine, ci dovrebbe essere un sentiero, non è molto chiaro, comunque è difficile perdersi perché l’isola è abbastanza piccola.
Nel tornare incontriamo una macchina con 2 ragazzi, sono i gestori del parco e ci chiedono di pagare per l’ingresso nell’area, anche se non dormiremo qui c’è da pagare una piccola quota, chiaramente in contanti.
Nel frattempo, sono arrivate altre jeep che si stanno sistemando nelle varie piazzole per la notte, noi riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il Makgadikgadi Adventure camp che si trova a circa 1 ora di strada verso nord. Ho preferito prenotare questo campeggio perché mi sembrava un po’ più gestito, in effetti ha i bagni con acqua corrente anche se un po’ oleosa, le piazzole non sono molto grandi e poco distanti tra loro, c’è un braii in condivisione con altre piazzole e una piscina ma senza acqua…
Tutto il camp è recintato, non credo comunque che qui ci siano animali pericolosi.
Diciamo che sembra tutto ancora in costruzione, ci sono anche dei piccoli bungalows molto carini che sta costruendo una donna, non so se un giorno sarà veramente finito questo posto, per ora i 1120zar (55€) che hanno chiesto per dormire sono assolutamente eccessivi.
Nel camping c’è solo un’altra jeep di una famiglia olandese, comincio a pensare che questa esigenza di prenotare tutto con molto anticipo sia un po’ esagerata.
Dopo una doccia accendiamo il fuoco (facilmente avendo comprato la diavolina al supermercato…), grigliamo della carne e dopo cena ci intratterremo davanti al fuoco con la famiglia olandese, loro avrebbero prenotato l’escursione con i Quad per la mattina successiva però non so bene per quale motivo non sarà possibile farla.
Come al solito non ci sono nuvole però c’è anche una luna crescente molto luminosa che rovina un po’ la vista delle stelle, chiaramente notte molto silenziosa, non c’è nulla per chilometri…
Percorsi 270km di cui 200 asfaltati.
Sabato 10 agosto / Makgadikgadi Adventure Camp – Rakops river lodge
Ci svegliamo con calma, non abbiamo fretta oggi, chiudiamo le tende ormai velocemente e ripartiamo per tornare a Letlhakane. Dopo un primo tratto dove percorriamo una strada diversa, riprendiamo quella fatta ieri, però con un po’ più di attenzione, o fortuna, evito un brutto tratto fatto il giorno precedente.
Circa per l’ora di pranzo siamo in paese e andiamo a mangiare qualcosa da Nando’s una catena di fast food che principalmente fa pollo alla griglia ma anche diverse cose sfiziose sempre a base di pollo, direi niente male ad un prezzo irrisorio, unica pecca non vende birra…
Nel pomeriggio decidiamo di provare a passare da Orapa per vedere se c’è la possibilità di visitare il game park o il museo dei diamanti. Sapevo che poteva essere complicato entrare in quanto Orapa è la più grande miniera di diamanti del Botswana e i controlli sono molto severi, in realtà rilasciano facilmente un permesso per entrare a visitare il museo, purtroppo il game park in questo periodo, non so per quale motivo, non è visitabile.
Andiamo a visitare il museo, costo 90 pule a persona, diciamo che mi aspettavo molto di più…ci sono alcune stanze in cui spiegano come si sono formati i diamanti, come si trovano ed estraggono, solo alla fine ci sono delle copie di alcuni diamanti trovati qui e una signora ci accompagna in una stanza chiusa a chiave e ci fa vedere alcune pietruzze…diciamo che non ne vale la pena.
Riprendiamo la macchina e percorriamo in circa 1 ora e mezza la strada che ci separa dal Rakops river lodge dove avevo prenotato una notte al campeggio.
Un bel posto, vicino alla strada, tutto recintato ed elettrificato; le piazzole sono ottime, molto isolate e i bagni sono belli. Hanno anche un ristorante molto carino che, oltre a carne alla griglia, propone 3 piatti tipici locali. Decidiamo di approfittarne e facciamo molto bene perché sono tutti buoni e cucinati molto bene, spenderemo 680 pule per la cena e 390 pule per il campeggio.
Percorsi 247km di cui 190 asfaltati.
Domenica 11 agosto / Rakops river lodge – Central Kalahari Kori campsite 3
Ci svegliamo appena fa chiaro verso le 6.00, smontiamo e partiamo.
Nei giorni precedenti avevo letto sulla pagina Facebook Drivebots che la strada più corta di 42km da Rakops al Matswere gate del Central Kalahari è messa molto male, decidiamo di farla comunque anche su consiglio delle ragazze alla reception che non ci danno altre alternative valide.
Ci fermiamo a sgonfiare le gomme a 2 bar appena comincia la pista di sabbia, ed in effetti almeno per i primi 10km la strada è bruttissima, buche e sabbia profonda, si deve andare molto piano e fare attenzione, anche qui le piste si dividono e prendere quella meno brutta è questione di fortuna…
Ad un certo punto, comunque, la pista rimane brutta ma più fattibile e si può andare leggermente più veloce e come un miraggio vediamo il Matswere gate.
Mesi prima avevo prenotato una notte nella zona di Deception al Kori campsite 3, pensando che fosse molto difficile trovare posto, per poi fare la notte successiva qui al gate dove c’è un campeggio per ritardatari non prenotabile, in modo da essere più vicini a Maun dove nel pomeriggio avremo l’aereo sul delta dell’Okawango.
Alla reception ci dicono che facendo la strada sterrata lungo la recinzione nord si arriva a Maun in due ore e se vogliamo probabilmente ci può essere posto per un’altra notte dentro al parco.
Telefonano all’ufficio di Gabarone ed in effetti la piazzola risulta libera anche per la notte dopo, paghiamo con carta di credito il pernottamento aggiuntivo e l’ingresso per un giorno in più.
I costi sono 120 pule a notte per il campeggio 190 pule l’ingresso al parco a persona al giorno e 75 pule per la macchina al giorno. I Koricamp costano molto poco perché sono tra i pochi campeggi gestiti direttamente dal Department of Wildlife and National Parks (DWNP), per prenotarli bisogna scrivere via e-mail direttamente a loro (dwnp@gov.bw)
Compriamo legna ed entriamo, la pista risulta molto migliore di quella fatta per arrivare al gate, comunque ci vogliono quasi due ore per arrivare nella zona di Deception.
Decidiamo di andare verso Leopard pan e mangiare qualcosa li, ci accorgiamo subito che una delle grosse differenze con il parco Kruger in Sudafrica è la mancanza di aree di sosta picnic all’interno dei parchi, questo rende le visite complicate perché in teoria gli unici punti in cui si è autorizzati a scendere dalla macchina sono i campeggi che però sono pochi e molto distanti tra loro.
Sulla strada vediamo diversi animali, è tutto molto secco e semidesertico, ci sono comunque orici, springbok, impala, gnu, struzzi
A Leopard pan troviamo un’area che sembra autorizzata per la sosta, comunque molto aperta anche se ombreggiata, nelle ore centrali fa parecchio caldo, ci fermiamo a fare picnic e a riposarci un po’.
Dopo pranzo andiamo al Sunday pan dove c’è anche una bella waterhole piena di animali che bevono e stanno all’ombra delle piante nelle vicinanze, questa è la zona che ci è piaciuta di più in questo parco, molto piena di vita.
Prima che venga buio arriviamo al nostro kori 3, probabilmente il migliore in quanto è un po’ defilato dalla pista principale, molto ampio con una bella zona per fare fuoco e braii. Il bagno è una buca profonda con water sopra delimitato da muri in legno, così come quella che dovrebbe essere una doccia dotata di secchio in cui bisogna mettere acqua, non in dotazione, perché qui acqua e corrente non esistono, un posto molto selvaggio senza recinzioni a diretto contatto con la natura, suoni e rumori di insetti e animali sono vicinissimi.
Grigliamo carne facendo attenzione a rimettere impacchettate nel frigorifero le buste con sangue ed eventuali pezzetti di carne cruda per evitare che l’odore possa attirare animali (quando la carne è cotta loro non dovrebbero più essere interessati) poi ci godiamo il calore del fuoco fino circa alle 22.00
Le notti sono fresche ma non freddissime, dopo che il fuoco si spegne, evitiamo di scendere per andare al bagno, vedendo le impronte sulla sabbia alla mattina, sicuramente qualche visitatore curioso è passato intorno alla nostra jeep…
Percorsi 157km tutto su pista sabbiosa
Lunedi 12 agosto / Central Kalahari Kori campsite 3
Ci svegliamo all’alba e in poco tempo ormai siamo pronti a partire.
Avendo tutto il giorno a disposizione decidiamo, sbagliando, di fare il giro Deception – Letiahua – Pokoje – Phukwi – Passarge – Leopard – Kori.
Assolutamente troppo lungo, la pista è sempre sterrata/sabbia a volte profonda, la velocità che si tiene è molto bassa e le zone per fare sosta sono poche.
In tutta la giornata per i chilometri percorsi, gli animali che abbiamo visto sono stati pochi, l’area è molto vasta, tutto molo asciutto e le 2 pozze che ci sono non sono belle come quella a Sunday.
Abbiamo incrociato pochissime altre jeep, il guidatore di una di queste ci ha detto che hanno visto diversi leoni a Piper pan, per noi troppo distante, e alcuni verso Passarge però noi non ne vedremo.
Verso le 14.00 ci fermiamo a fare una pausa a Passarge valley campsite 3 dove incontriamo un’altra jeep con 2 ragazzi italiani che non avevano prenotato niente ma al gate gli hanno trovato 3 notti in posti diversi, tra cui una in questo, il mio sospetto che il prenotare tanto in anticipo non sia così necessario aumenta.
Insomma, in questo giro un po’ di animali li abbiamo visti, anche alcune giraffe, però è stato troppo dispersivo, rientriamo poco prima che faccia buio al nostro Kori 3 parecchio stanchi.
Sarebbe stato sicuramente meglio concentrarci solo nella zona di Passarge, Leopard e Sunday, ci servirà da lezione per una prossima volta.
Accendiamo il fuoco e ci rilassiamo nel silenzio interrotto solo dai vari versi di animali piò o meno vicini, ceniamo e dopo qualche birra ci ritiriamo nelle nostre tende.
Percorsi 244 km tutti su pista.
Martedì 13 agosto / Central Kalahari Kori campsite 3 – Maun
Al solito ci alziamo quando albeggia verso le 6.00, partiamo in direzione del Matswere gate.
Sulla strada vediamo ancora alcuni animali, soprattutto abbiamo un incontro ravvicinato con un gruppo di Licaoni (african wild dog) pare molto rari da vedere, li avevamo tutti intorno alla jeep che giocavano fra di loro, per ora è stato l’incontro più emozionante.
Dopo circa 2 ore arriviamo al gate, sono stati 2 giorni impegnativi ma il fascino di questo parco, il più selvaggio ed isolato di tutti, è indubbio, ci ripromettiamo di tornarci tra qualche anno dedicandoci un po’ più tempo attraversandolo magari dallo Tsau gate fino al Matswere gate.
Dopo aver registrato la nostra uscita dal parco, prendiamo la strada sterrata che corre lungo la recinzione verso nord in direzione Maun; sono circa 100km di strada sabbiosa ma tenuta abbastanza bene, tranne in alcuni tratti, ci metteremo circa 2 ore ad arrivare a Makalamabedi.
Sulla strada incontreremo anche 2 struzzi di cui uno non lascerà la strada per alcuni chilometri correndo davanti a noi a 40km/h…
A Makalamabedi ci fermiamo a gonfiare un po’ le gomme perché inizia la strada asfaltata, circa 75km per arrivare a Maun, un’altra ora circa.
Ci fermiamo poco prima del centro a fare il check-in da Jayla Homestay che avevo prenotato tramite Booking (940bwp a notte per 3 persone circa 33€), la stanza non è ancora pronta, ci saremmo fatti volentieri una doccia, comunque essendo ora di pranzo andiamo in centro e mangiamo qualcosa da KFC.
Dopo pranzo proviamo a passare dall’ufficio del DWNP per pagare i successivi ingressi ai parchi, però hanno finito le ricevute, quindi, dicono di passare domani…
Prima di partire avevo prenotato alla Blue Major il volo sul delta dell’Okawango per le ore 16.00, quindi bisogna essere in aeroporto da loro per le 15.00
Il volo sarebbe dovuto costare 250USD a persona, però via mail abbiamo concordato 190USD a persona, loro hanno detto che potevano fare quel prezzo avendo 3 posti liberi su un aereo da 6 persone, in realtà poi l’aereo sarà da 3 + il pilota, diciamo che come su tutto anche su questo bisogna contrattare…
Dopo aver pagato ci accompagnano all’interno dell’aeroporto, dove bisogna fare tutti i controlli come se si partisse per un volo normale, tra l’altro arrivati all’aereo mi accorgo che ho dimenticato la macchina fotografica in macchina, quindi doppio giro di controlli, comunque sono stati carinissimi nell’accompagnarmi alla macchina.
L’aereo è microscopico con il pilota che è un ragazzo molto simpatico e professionale, dopo un breve briefing decolliamo, sembra di essere a bordo di un giocattolo.
Lo spettacolo è fantastico, si vedono un sacco di animali e anche parecchia acqua, anche se dicono che quest’anno ha piovuto poco quindi ce ne dovrebbe essere poca.
Comunque, è tutto molto bello, purtroppo le foto si fanno fatica a fare perché l’aereo non è molto stabile, gli animali sono distanti e dovendo zoomare si fa fatica a tenere ferma la macchina.
Passiamo sopra a Xakanaxa e al parco Moremi e dopo quasi 1 ora rientriamo all’aeroporto, niente da dire, esperienza fantastica, ci sarei stato su mezza giornata…
Torniamo soddisfatti all’homestay e finalmente riusciamo a farci la doccia, l’appartamento è molto carino arredato in modo moderno, anche il bagno ha tutto il necessario, a parte la mancanza di una parete della doccia che crea un po’ di allagamento in tutto il bagno…
Concordiamo con Jayla di fare l’escursione in Mokoro la mattina seguente, avevo già avuto da lei un preventivo di costo via mail che mi sembrava abbastanza conveniente (330bwp l’ingresso, 800+800bwp i mokoro dovendo prenderne 2 in quanto siamo in 3 persone, 700dwp di commissione per lei, in tutto circa 60€ a persona).
Per cena decidiamo di andare alla Okawango Brewery, mangeremo dell’ottima carne con diverse birre spendendo 1150bwp.
Percorsi 264km di cui 140km di sterrato
Mercoledì 14 agosto / Maun – Mokoro station – Maun
Alla mattina Jayla ci fa incontrare u simpatico ragazzo Laski che ci accompagnerà fino alla Mokoro station e ci attenderà riaccompagnandoci in città, questa cosa non credo sia strettamente necessaria, però credo che per entrare alla Mokoro station se non si ha una guida che interagisce con i locali può essere un po’ complicato.
Comunque, per arrivare alla Mokoro station si devono percorrere circa 40km da Maun in direzione parco Moremi fino a Matsaudi su strada asfaltata ma piena di grosse buche, per poi prendere una strada sabbiosa, abbastanza profonda per altri 25km circa, ci impiegheremo poco più di 2 ore.
La Mokoro station è un posto fantastico, ci sono tanti turisti che attendono di essere imbarcati, però sul fiume a poca distanza ci sono un sacco di ippopotami, alcuni in acqua, alcuni fuori a prendere il sole, già solo questo è uno spettacolo.
Dopo poco arrivano due ragazzi che ci conducono alle nostre barche, la navigazione lenta sul fiume è molto bella e rilassante, si passa vicino ad ippopotami e bufali di fiume, qualche uccello interessante, pescatori anche loro sui mokoro che stendono reti in acqua.
Dopo un po’ ci fermiamo e scendiamo a terra, sembra una grossa isola, da qui proseguiamo a piedi, anche qui ci sono un po’ di altri turisti, ma la zona è abbastanza grande quindi dopo poco ci si disperde.
Vediamo da molto vicino un branco enorme di gazzelle che non so perché si mettono a correre tutte insieme, uno spettacolo. Ad un certo punto il ragazzo che ci accompagna si spaventa parecchio perché scorge dietro un cespuglio un grosso bufalo a non più di 10 metri da noi, allora con molta calma ci allontaniamo e prendiamo un’altra strada, pare siano molto pericolosi se si spaventano.
Facciamo un bel giro interessante, ci fanno notare le diverse impronte a terra e gli escrementi dei vari animali, è emozionante perché sarà l’unico posto in cui si può girare a piedi liberamente dove sono presenti animali selvatici.
Rientriamo dove avevamo attraccato i mokoro e pranziamo con i panini che ci eravamo portati, offriamo anche qualcosa ai due ragazzi, che apprezzano molto, soprattutto il fatto che non siamo vegetariani!
Riprendiamo il mokoro per un’altra ora circa, ci colpisce il fatto che i ragazzi per dissetarsi riempiono una bottiglia con l’acqua del fiume e la bevono, devono avere dei grossi anticorpi…
Arriviamo alla mokoro station passando molto vicini ai soliti ippopotami che stazionano li, salutiamo i ragazzi lasciandogli qualcosa di mancia, sono stati molto carini, saranno circa le 14.30
Riprendiamo la nostra jeep con Laski che ci stava aspettando, rifacciamo la stessa strada della mattina e in altre 2 ore arriviamo a Maun dove facciamo tappa al supermercato per acquistare cibo e birre per i prossimi 2 giorni.
Passiamo di nuovo dall’ufficio del DWNP e questa volta riusciamo a pagare l’ingresso per 2 giorni al parco Moremi e per 2 giorni al Chobe riverfront (270bwp a persona al giorno + 75bwp al giorno per la macchina a Moremi +115bwp al giorno per la macchina al Chobe), il tutto è possibile pagarlo con carta di credito.
Torniamo alla homestay e ci rilassiamo un po’, per cena abbiamo prenotato qui da Jayla che propone alcuni piatti tradizionali. Devo dire buoni anche se le porzioni sono un po’ scarse e da bere c’è solo acqua, volendo è possibile portarsi le proprie birre.
Il costo di 200 pule a testa lo trovo un po’ caro, soprattutto se paragonato alla cena tipica a Rakops dove avevamo speso più o meno lo stesso, mangiando meglio e più abbondante con birre incluse.
Percorsi 128km di cui 50km di sterrato
Giovedì 15 agosto / Maun – South gate – 3th bridge – South gate
Partiamo verso le 6.30, la strada è la stessa di ieri per i primi 40km asfaltati fino a Shorobe, poi inizia lo sterrato su sabbia, è abbastanza battuto quindi si riesce a tenere una buona velocità, la strada è molto larga, quindi non ci sono problemi quando si incrociano altri veicoli.
Bisogna passare un check point sanitario, ma andando verso nord non si viene fermati, in teoria servirebbe per separare in qualche modo la zona con animali selvatici da quella con animali per allevamento, però non essendoci gran recinzioni non ho idea di come possa funzionare…
Dopo la deviazione per Moremi incominciamo già a vedere animali, soprattutto giraffe.
Verso le 8.30 siamo a South Gate dove ci registriamo e diamo un’occhiata alla nostra piazzola per la notte (prenotata mesi prima via mail da Kwalate safaris che gestisce il campeggio al costo di 510bwp a persona kwalatesafari@gmail.com), molto ampia con i bagni comuni non molto distanti, c’è acqua ma non la corrente, diciamo che sembra quasi un campeggio normale.
Ripartiamo in macchina in direzione 3th bridge stando quasi sempre sulla strada principale, vedremo un sacco di animali, giraffe, zebre, di tutto, ma soprattutto elefanti, davvero tanti che spesso attraversano la strada quindi ci si deve fermare ed attendere il loro passaggio, a volte sono talmente tanti che la macchina risulta circondata.
La strada, anche se “principale” non è bellissima, sempre sabbia non molto profonda, ci sono anche 2 ponti in stato molto precario, però fortunatamente in questa stagione è possibile passare dal letto del fiume che è in secca.
Anche in questo parco le aree sosta non esistono, quindi arriviamo fino a 3th bridge per pranzare, chiediamo alla reception ma ci dicono che non è possibile usufruire delle piazzole in quanto sono tutte occupate, ma ci danno la possibilità di mangiare in una zona ombreggiata proprio al gate, poco distante da noi ci sono delle zebre al pascolo
Ce la prendiamo abbastanza con comodo e dopo pranzo decidiamo di fare il loop della zona a nord che risulterà molto bello anche se abbastanza lungo in quanto la strada è stretta e sabbiosa quindi molto lenta, passa molto vicino all’acqua e c’è molta fauna presente.
Terminato il loop facciamo la stessa strada per tornare a South gate non facendo molte deviazioni perché si sta facendo tardi; infatti, arriviamo alla nostra piazzola che praticamente è buio.
Apriamo le tende, accediamo il fuoco e andiamo a farci una doccia, con le pile accese perché, come detto, non c’è corrente. Cuciniamo della carne alla griglia, qui sembra tutto un po’ più sicuro rispetto al Central Kalahari in quanto ci sono diversi altri campeggiatori nelle vicinanze e ci abita anche il personale, però non essendoci recinzioni la sicurezza è solo apparente.
Infatti, riceviamo la visita di 2 tassi del miele, molto agguerriti, che non hanno paura di niente, né del fuoco né tantomeno di noi, ad un certo punto uno si infila nel cesto dell’immondizia che non avevamo chiuso bene e non c’è verso di farlo uscire…
Andiamo a letto nelle nostre tende, sperando di non avere altre visite, notte fresca come quasi sempre soprattutto verso la mattina prima che albeggia, mai freddissima.
Percorsi 220km di cui 180 sterrati
Venerdì 16 agosto / South gate – Xakanaxa – Mankwe camping
Oggi l’intenzione è di visitare la zona a nord del parco, partiamo alle 7.30 circa, probabilmente essendo più a nord viene chiaro un po’ più tardi e alzarsi con il buio ci sembra eccessivo.
La strada che va verso Xakanaxa è sterrata ma ben tenuta, però non vedremo molti animali fino ad arrivare all’entrance gate di Xakanaxa.
Infatti poco dopo vediamo un paio di jeep ferme in una radura, ci dirigiamo anche noi li, e vediamo un gruppo di leoni, un grosso maschio che sta per i fatti suoi in mezzo all’erba e, a poca distanza, 3 o 4 femmine con i cuccioli che si nascondono tra l’erba alta. Incontro molto emozionante anche perché la distanza tra noi e loro era di pochi metri.
Proseguiamo per la zona lungo il fiume, ma l’acqua è arrivata molto vicina alla strada, quindi decidiamo di tornare un po’ indietro e andare lungo il bordo nord del parco verso north gate.
In questa zona vedremo un po’ di animali ma non potremo avvicinarci troppo al fiume perché l’acqua impedisce il transito su alcune strade. Come al solito non ci sono aree di sosta quindi ci fermiamo in una zona BOGA camp, che non ho ben capito cosa significhi, comunque sembra apparentemente sicura quindi pranziamo e ci riposiamo un po’.
Proseguiamo fino a north gate / Khwai, qui avevamo sentito dire che è probabile la presenza di leoni, però noi non ne vediamo e vedremo anche pochi animali, decidiamo perciò di uscire visto che ci aspettano due ore di strada per arrivare al Mankwe camping.
Il ponte di north gate per uscire da Moremi è abbastanza impressionante, strettissimo, di legno, dà l’impressione di essere molto pericolante, eppure ci transitano molti veicoli al giorno, perché non farne uno migliore con i soldi incassati dagli ingressi al parco rimane un mistero.
La strada che scende verso Maun è abbastanza buona, anche se sempre sterrata, avevo scelto il Mankue camping per sostare un po’ più vicini a Maun visto che il giorno successivo dovremo fare parecchia strada, arrivare in città sarebbe stato troppo distante (prenotato su Booking costo 965pule).
Arriviamo al camping che il sole sta scendendo, facciamo in tempo a fare un bagno in piscina e bere una birra, poi ci accompagnano alla piazzola che dista circa 15 minuti dalla reception.
Questo è un posto abbastanza esclusivo per quando riguarda i lodge e la zona reception; invece, la zona camping è spartana, piazzola non enorme e bagni in comune con altre 2 piazzole nei pressi, c’è acqua, anche calda ma non corrente, quindi altra doccia con pila accesa.
Percorsi 180km tutti sterrato
Sabato 17 agosto / Mankwe camping – Elephant Sands
Oggi è una giornata in cui è previsto un trasferimento abbastanza lungo, però la maggior parte di strada dovrebbe essere asfaltata quindi ci svegliamo senza particolare fretta.
Andando verso sud incontriamo di nuovo il check point sanitario, questa volta un uomo esce dalla sua postazione e con uno spruzzino innaffia le gomme e ci fa passare con le scarpe in un recipiente contenente, probabilmente, del disinfettante, poi ci chiede se abbiamo del cibo, gli lasciamo una confezione di wurstel e una di pane in cassetta che vengono apprezzate molto, non so il suo turno in questo luogo sperduto quanto possa durare e quanto possa guadagnare…
Percorriamo i circa 60km di sterrato che ci separano da Shorobe in circa 1 ora e mezza, ci fermiamo poco prima del paese ad un Curio Shop a fare qualche acquisto di artigianato locale, hanno delle cose carine a buon prezzo.
Proseguiamo per la solita strada asfaltata con buche, è la quarta volta che la percorriamo, fino ad una caffetteria molto carina che avevamo notato precedentemente (sembra una ex fabbrica) per fare colazione.
Dopo aver fatto il pieno di gasolio a Maun, partiamo in direzione Nata, strada asfaltata e ben tenuta, c’è da fare una sosta per il solito gate sanitario che trovo sempre alquanto curioso, la procedura e sempre la stessa: si passa con l’auto dentro a una specie di disinfettante per le gomme poi bisogna scendere e passare le scarpe in una vaschetta.
Ad un certo punto però la macchina perde potenza di colpo e non va oltre gli 80km/h, è successo sicuramente qualcosa, procediamo piano fino ad un piccolo villaggio e proviamo ad aprire il cofano, non ne capisco niente di motori, mandiamo un messaggio a Guy, il noleggiatore, ma non c’è molto campo per i dati, allora decidiamo di proseguire piano fino a Gweta dove dovrebbe esserci un benzinaio.
Nel frattempo, ci risponde Guy che riesce a monitorare la nostra posizione via satellite e dice di aver fatto partire un suo collaboratore da Maun che ci raggiungerà sulla strada per vedere cosa è successo, concordiamo di trovarci a Gweta perché sula strada non ci sono aree dove sostare in sicurezza.
Arrivati a Gweta attendiamo l’arrivo del meccanico che tarda perché nel frattempo ha bucato una gomma…
Comunque, arriva e riescono a riparare velocemente il danno che si era creato, per fortuna non era niente di grave.
Riusciamo a ripartire che sono le 17.30 passate e c’è ancora parecchia strada per arrivare ad Elephant Sands, in più la strada ogni tanto diventa sterrata e ci fa rallentare la marcia.
Praticamente da Nata in poi guidiamo al buio e non è il massimo per la possibile presenza di animali a bordo strada, arriviamo ad Elephant Sands circa alle 20.00, avevo prenotato tempo prima direttamente da loro via e-mail, pagando 593bwp il campeggio per 3 persone.
Mentre andiamo a registrare il nostro arrivo rimaniamo subito stupiti dalla presenza di elefanti ovunque, non mi ero neanche accorto ma di fianco a dove avevo parcheggiato ce ne era uno…
Anche se è tardi riusciamo a mangiare al ristorante, c’è un ricco buffet con diversi tipi di carne, abbastanza buono, il costo è di 257 pula a persona escluso le bevande.
Adiacente al ristorante c’è una ampia zona all’aperto con piscina che si affaccia su una pozza vicinissima dove ci sono un sacco di elefanti che bevono o si fanno il bagno, la cosa è abbastanza surreale.
Dopo cena parcheggiamo meglio la jeep e apriamo le tende, in realtà capiamo poco di come sono delimitate le piazzole, c‘è gente parcheggiata ovunque, direi che non c’è la necessità di prenotare prima, lo spazio è molto grande e credo che prendano tutti quelli che arrivano.
Ci sono dei bei bagni comuni con acqua calda e corrente, sono circondati da spuntoni per evitare che gli elefanti si avvicinino troppo, in effetti sono un po’ ovunque dentro al campeggio, anche durante la notte si sentono i loro rumori molto vicino.
Percorsi 460km tutti di asfalto
Domenica 18 agosto / Elephant Sands – Robins camp
Ci alziamo con comodo e andiamo a bere un caffè al bar/ristorante restando per un po’ a guardare gli elefanti nella pozza.
Verso le 8.00 partiamo, c’è un breve tratto di sterrato da percorrere prima di rientrare nella strada asfaltata, in meno si 2 ore arriviamo alla frontiera di Pandamatenga per entrare in Zimbabwe.
Dal lato del Botswana ce la sbrighiamo in modo molto veloce, c’è una ragazza che fa tutto, timbra i passaporti e ci apre la sbarra per passare, dal lato dello Zimbabwe la cosa si complica.
Al nostro arrivo siamo da soli, la trafila è molto lunga e abbastanza ridicola, si passa da uno sportello all’altro prima per le persone poi per il veicolo, ci sono circa cinque persone che lavorano dietro a questi sportelli compilando moduli con carta a carbone e timbrando cose…
Qui, come sapevo, si paga tutto in dollari, paghiamo 30usd a persona per il visto di ingresso più 60usd per l’assicurazione per l’auto a noleggio. Poi non si sa bene perché passiamo in un altro ufficio dove c’è un ragazzotto che sembra essere a capo della stazione, non funziona il computer quindi ci compila manualmente delle carte che dovremo presentare probabilmente all’uscita del paese, ci chiede quanto pensiamo di dover pagare per la jeep, io sapevo che altri avevano pagato i 60usd che già avevamo pagato + altri 50usd, quindi gli dico che secondo me in tutto dovremmo pagare 110usd per la macchina, lui dice che la macchina è grossa quindi dobbiamo pagare non altri 50usd ma altri 90usd, però vedendo il mio stupore decide che gli bastano altri 70usd, il tutto con un bel cartello sopra la testa con scritto che in Zimbabwe non c’è corruzione…sta di fatto che gli diamo altri 70usd altrimenti non ne usciamo.
Dopo più di un’ora riusciamo a passare il border, lasciando ovviamente la mancia anche al poliziotto che alza la sbarra per farci passare.
La strada è tutta sterrata ma non sabbiosa, si viaggia tranquilli, passiamo il gate del parco Hwange dove ci si registra, il pagamento si farà in un ufficio al Robins camp.
Alle 12.30 circa arriviamo al camp, tutto molto bello, piscina, ristorante, bar, una torretta panoramica, sembra tutto nuovo, paghiamo i 60usd per il campeggio per 3 persone che avevo prenotato sul loro sito internet (https://www.robinscamp.com/about-robins-camp/).
Poi passiamo all’ufficio del parco per pagare l’ingresso, a me risultava che il costo fosse di 15usd a persona + 15usd per l’auto, le tariffe non sono scritte da nessuna parte e la ragazza ci chiede di pagare 80usd senza lasciarci nessuna ricevuta, che cosa le si può dire?
Le chiediamo se per il giorno dopo può essere una buona idea proseguire all’interno del parco fino a Hwange per poi andare a Victoria Falls, lei ci dice che è un’ottima idea è che la strada è in buone condizioni.
Parcheggiamo presso la nostra piazzola, non sono molto grandi e sono vicine tra loro, i bagni comuni però sono belli con acqua calda e corrente.
Andiamo a fare un bagno rinfrescante in piscina per poi farci dei panini presso dei tavolini vista bush nella zona piscina, nel frattempo prenotiamo la cena al ristorante.
Verso le 16.00 usciamo per un giro a loop nelle vicinanze del camp, non molto lontano dall’uscita vediamo una jeep ferma quindi ci avviciniamo e vediamo 3 leonesse che si riposano nell’erba.
Le vediamo molto da vicino, loro non sono per niente infastidite dalla nostra presenza, nel frattempo arrivano altre jeep così decidiamo di proseguire.
La strada e il bush qui non sono sabbiosi, c’è uno sterrato duro con sassi, si guida abbastanza agevolmente, vediamo anche diversi animali e il paesaggio è gradevole, c’è anche un bel laghetto che al tramonto è spettacolare.
Rientriamo al camp che sta facendo buio, tutta la struttura, al contrario che in Botswana, è recintata ed elettrificata, nel frattempo sono arrivate altre persone ma il campeggio non mi sembra comunque pieno, anche qui credo si possa evitare di prenotare molto prima. Ceniamo al ristorante, il menu prevede 3 portate, niente di interessante ma comunque abbastanza buono, spenderemo 60€ per 3 persone.
Percorsi 240km di cui 90 di sterrato.
Lunedi 19 agosto / Robins camp – Victoria Falls
Decidiamo di fare il giro attraverso il parco in direzione Hwange, confortati anche dalle indicazioni della ragazza dell’ufficio del parco.
La strada fino a Deteema Dam è bella e soprattutto la vista del lago è spettacolare, decidiamo di proseguire per una via secondaria indicata su Track4africa che dovrebbe ricongiungersi alla principale a Mandavu Dam.
Decisione sbagliatissima perché al di fuori della via principale le strade sono tenute malissimo, strette con tronchi e rami sulla strada, bisogna scendere a spostarli, molto tortuose e lente; quindi, prendiamo una deviazione che ci riporta sulla strada principale circa 15km dopo Dattema dam, ma qui mi accorgo che abbiamo forato e la gomma posteriore è a terra.
Mi metto a lato della strada, ma anche se è la strada principale non passa assolutamente nessuno, proviamo a prendere il jack (il crick si chiama così) ma non sappiamo bene come si usa e comunque perde olio quindi risulta inutilizzabile. Decido di provare a gonfiare la gomma al massimo e tornare indietro dove avevamo visto un camping vicino al lago, la gomma regge e al camping ci sono due ragazzi molto disponibili che però non hanno un jack, dicono che comunque non c’è problema e in effetti con l’aiuto di sassi presi in zona riusciamo ad alzare la jeep e cambiare la gomma, questi ragazzi sono stati fantastici, gli lasciamo 20usd di mancia meritatissimi.
Qui commettiamo il secondo errore della giornata, con il senno di poi, visto che abbiamo perso parecchio tempo, avremmo dovuto tornare al Robins camp e fare la strada più corta per Victoria Falls, però non ci pensiamo e così riprendiamo la strada per Hwange.
Si rivelerà molto lunga e poco interessante anche se con un buon fondo battuto, pochissimi animali, bella la zona di Mandavu Dam, però per la paura di fare troppo tardi ci passiamo di sfuggita.
All’uscita del parco ci chiedono la ricevuta del pagamento, che non abbiamo, l’uomo al gate capisce che probabilmente all’ufficio non ce l’hanno fatta perché ci ha fatto pagare di più, così non dice niente e ci fa passare. Qui la strada prosegue sterrata in una brutta zona in cui c’è una grossa miniera, credo di carbone, fino ad arrivare alla strada asfaltata, ma ormai praticamente siamo a Hwange.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa in un fast food che fa pizza e pollo fritto, per poi proseguire sulla strada principale, per un primo tratto senza asfalto, poi asfaltata ma piena di buche, sono 100km in cui non si riesce ad andare molto veloce.
Quando incrociamo la strada che arriva dal Robins camp ci viene l’illuminazione che sarebbe stato molto meglio fare quella strada e malediciamo le confortanti indicazioni della ragazza all’ufficio del parco.
Comunque, alle 17.00 arriviamo al Livingstone Lodge a Victoria Falls che avevo prenotato tramite Booking al costo di 79usd, è un posto molto bello, c’è la piscina e la stanza è molto confortevole con un bel bagno, ci voleva dopo una giornata abbastanza movimentata.
C’è anche il servizio lavanderia, quindi ne approfittiamo per fare una lavata delle cose usate nel viaggio fino ad ora.
Per cena andiamo a mangiare al ristorante House of Zulo dove mangiamo bene, anche selvaggina tipo Kudu e coccodrillo, con birra dello Zinbabwe pagando in tutto 68.5usd.
Percorsi 258km di cui 158 di sterrato.
Martedì 20 agosto / Victoria Falls – Kasane
Nel prezzo dell’hotel c’è compresa la colazione, abbastanza abbondante con bacon uova e fagioli…
Ci dirigiamo al parcheggio delle cascate, come al solito c’è una persona che promette di controllare l’auto con la speranza di avere dopo una mancia, che ovviamente gli si darà.
C’è ancora poca gente, avendo letto che si rischia di fare la doccia durante la visita ci mettiamo le ciabatte e andiamo al gate a pagare l’ingresso, 50usd a persona.
Si può percorrere un itinerario circolare, noi cominciamo da Devil’s cataract per poi fare tutti i viewpoint lungo la scarpata sino ad arrivare all’ultimo dove di vede il ponte che attraversa lo Zambezi facendo da confine con lo Zambia.
Le cascate sono molto spettacolari, credo che in altri periodi dell’anno ci debba essere ancora più acqua però anche così fanno la loro figura. Solo in un tratto gli schizzi d’acqua tornano su e fanno effetto doccia, niente di così drammatico rispetto a come avevo letto da qualche parte, come detto, forse in altri periodi non si riesce neanche a passare.
Prima di uscire torniamo ai primi viewpoint perché nel frattempo il sole si è alzato e non lo abbiamo più contro facendo le fotografie.
In tutto ci resteremo un paio d’ore, una volta usciti, ci dirigiamo verso il ponte, alla frontiera basta dire che si va solo a visitare e rilasciano un foglietto che permette di accedere senza formalità doganali.
Anche la vista dal ponte è molto spettacolare, proprio nel mezzo c’è una postazione per fare bungee jumping e mentre siamo li un ragazzo tutto imbragato si butta giù nel vuoto, diciamo che non lo farei dalle nostre parti, di certo non lo farei qui dove le norme di sicurezza non mi sembrano esemplari…comunque il ragazzo sopravvive e viene recuperato dagli addetti.
Torniamo alla macchina e ripassiamo dall’hotel per ritirare la roba lavata, poi prendiamo la strada per Kasane. Qui la strada è ben asfaltata e in neanche 1 ora siamo al confine di Kazungula.
Non c’è molta gente, comunque, ci mettiamo un bel po’ di tempo, soprattutto dal lato del Botswana e per la prima volta notiamo un atteggiamento un po‘ scorbutico degli addetti alle varie funzioni di timbraggio.
A Kazungula passiamo da Mario’s garage che è convenzionato con il nostro noleggiatore per avere un consiglio su dove far riparare la gomma, e dove comprare un nuovo Jack.
Ci fa andare al vicino Dave’s Tyres che si attiva subito per riparare la gomma, nel frattempo Elena e Tommaso vanno a fare un po‘ di spesa nel vicino supermercato.
La riparazione costerà 60bwp, approfitto anche dell’adiacente benzinaio per fare il pieno di gasolio.
Ci rimettiamo in macchina per andare al vicino Thebe River Safaris dove pernotteremo, avevo prenotato direttamente da loro tramite e-mail costo 417bwp (reservations@theberiversafaris.com)
Arriviamo alla reception circa alle 14.30, chiedo se è ancora possibile fare l’escursione in barca che avevo letto doveva partire alle 15.00, in effetti ci dice che è possibile ma di sbrigarci che stanno per partire le jeep, paghiamo l’escursione 1740bwp a persona e lasciamo la nostra auto di fronte alla reception.
L’escursione è su una grossa barca collettiva, ci saranno una trentina di persone, durerà circa 3ore, ne vale assolutamente la pena perché si ha una visione diversa della zona da quello che si può vedere da terra.
Vedremo molti animali, coccodrilli, bufali, ippopotami e tanti elefanti, davvero molto bello, anche il panorama, soprattutto il ritorno sul fiume con un bellissimo tramonto.
Ritornati al camping facciamo il check-in e ci posizioniamo nella nostra piazzola, è buio ma ormai siamo diventati esperti nel montaggio e in pochi minuti è tutto pronto, questo è un luogo recintato ed elettrificato quindi non è necessario accendere il fuoco. Il campeggio è bello, le piazzole sono ampie anche se vicine tra loro, c’è una piscina e i bagni comuni sono puliti con acqua calda e corrente.
Per cena approfittiamo del ristorante, Tommaso vuole provare la pizza, visto che c’è anche il forno a legna; se non la chiamassero pizza potrebbe anche essere buona, comunque è commestibile.
Buoni gli hamburger, diciamo che si mangia abbastanza bene, spenderemo 500bwp con diverse birre.
Percorsi 92km tutti di asfalto.
Mercoledì 21 agosto / Kasane – Ihaha campsite (Chobe riverfront)
Ci svegliamo all’alba, chiudiamo le tende e partiamo per il vicino Sedudu gate del Chobe riverfront.
All’ingresso facciamo vedere la ricevuta del pagamento effettuato a Maun e ci inoltriamo nel parco, vediamo subito diverse giraffe, decidiamo di passare per la strada più interna, in realtà in questa zona non vedremo molto, una volta rientrati sulla strada “principale” lungo il fiume vediamo subito molte jeep ferme, ed infatti scorgiamo anche noi sotto un grande albero un grosso leone maschio, deve essere abbastanza vecchio perché la criniera non è più bella folta.
Proseguiamo lungo il fiume e qui vediamo molti animali, giraffe, kudu, molte gazzelle, zebre, elefanti, sciacalli e scimmie che all’area picnic se non si presta attenzione si fiondano immediatamente dentro l’auto.
Per pranzo andiamo alla nostra piazzola prenotata all’ Ihaha campsite tramite la stessa agenzia di South gate a Moremi, la Kwalate safaris che gestisce il campeggio al costo, come per l’altro, di 510bwp a persona (kwalatesafari@gmail.com).
Nel pomeriggio avremo la fortuna di vedere altri leoni, saranno ben 6 in tutta la giornata, di cui una leonessa vista solo da noi senza altre jeep a pochi metri di distanza.
È un parco molto bello per la presenza del fiume, diverso da tutti gli altri in cui siamo stati, è piccolo e le piste non sono facili neanche qui, in alcuni punti c’è molta sabbia, anche profonda, ormai abbiamo accumulato un po’ di esperienza e ci muoviamo abbastanza agilmente, comunque in un punto dovrò mettere le ridotte per uscire da un mezzo insabbiamento, diciamo che non bisogna mai abbassare la guardia…
Ritorniamo prima che faccia buio alla nostra piazzola, è davvero uno spettacolo, con vista fiume e un tramonto bellissimo. Uno dei gestori passa a controllare se va tutto bene, si raccomanda di accendere il fuoco e di non andare al bagno di notte perché, come al solito, non ci sono recinzioni e passano molti animali, in effetti l’ultima leonessa che abbiamo visto era a pochi chilometri di distanza.
In giornata abbiamo avuto a che fare con dei babbuini nel campeggio che volevano entrare nella pattumiera; quindi, chiediamo se possono essere molesti anche di notte, ma ci dice che di notte vanno a dormire e possono creare disturbo solo di giorno.
I bagni comuni sono vicini, in buono stato con acqua calda e zona lavaggio piatti ma senza corrente.
Dopo aver acceso il fuoco cuociamo della carne sul braai con gli immancabili baked beans, sempre facendo attenzione ai resti di carne cruda e ci godiamo una magnifica stellata, la luna che nei primi giorni era molto luminosa ora sorge tardi.
Percorsi 111km solo 11 di asfalto.
Giovedì 22 agosto / Ihaha campsite (Chobe riverfront) – Katima Mulilo
Ci alziamo come di consueto appena fa chiaro, qui che siamo più a nord verso le 6.30, dopo un caffè partiamo per visitare la zona verso Ngoma gate, sia lato fiume sia all’interno.
Come il giorno precedente notiamo che gli animali li avvistiamo soprattutto sulle strade vicino al fiume; quindi, non stiamo più ad addentrarci ma rifacciamo alcune strade del giorno precedente vicino all’acqua.
Verso le 12.00 soddisfatti del safari e anche un po’ stanchi, decidiamo che è il caso di uscire e ci dirigiamo allo stesso gate da dove siamo entrati per poi andare a Kasane prima che chiudano i negozi per comprare un nuovo Jack da Motovac (costo 263bwp).
Andiamo a pranzo da Nando’s per poi prendere la strada asfaltata per la frontiera con la Namibia.
In frontiera sono tutti molto gentili, da entrambe le parti, paghiamo 445nad credo per l’assicurazione auto.
Non ci mettiamo molto ad attraversare i confini, i namibiani ci omaggiano anche di una carta stradale della Namibia.
La strada fino a Katima Mulilo è ben asfaltata, e in circa 1 ora siamo in paese.
Proviamo ad andare al negozio della MTC per acquistare una SIM per il telefono ma c’è molta fila e pur non essendo neanche le 16.00 non accetta altri clienti, così ci dirigiamo alla vicina Kololo Guesthouse che avevo prenotato tramite Booking (costo 1080nad).
Il posto è carino, ben recintato, le stanze sono abbastanza grandi con un bel bagno, soprattutto c’è una fantastica birreria che spina dell’ottima birra a costo irrisorio.
Per cena decidiamo di andare al Passionate restaurant del quale ho letto delle buone recensioni su google, non che Katima offra una gran quantità di ristoranti, però mangeremo bene spendendo 870nad in tutto.
Percorsi 226km di cui 85km di sterrato dentro al Chobe
Venerdì 23 agosto / Katima Mulilo – Rundu
Oggi ci aspetta una giornata di trasferimento, ce la prendiamo con comodo sapendo che comunque la strada dovrebbe essere tutta asfaltata.
Come il tratto di strada fatto ieri da Ngoma gate, tutta la zona di Caprivi è molto abitata ai lati della strada, cosa che in Botswana non avevamo mai visto. Ci sono tanti villaggi con molta gente che cammina da un villaggio all’altro, anche tanti bambini. Le case e i villaggi sono molto semplici ma carini con abitazioni a capanna tradizionali, è una zona interessante che meriterebbe più attenzione anche se non ci sono vere attrazioni turistiche.
Mi ero annotato che potevamo fare una sosta al Buffalo Park poco prima delle Popa Falls, però dopo tutti i parchi che abbiamo fatto non ne avevamo voglia, e anche le Popa Falls non è che ci ispirino molto.
Decidiamo di fare solo una sosta in un nuovo centro commerciale appena dopo Divundu per comprare qualcosa da mangiare per poi proseguire.
Arriviamo abbastanza presto a Rundu e parcheggiamo al nuovissimo Shopping Mall dove troviamo un negozio della MTC e riusciamo a comprare una SIM, costo 110nad per una settimana con 8 giga, poi si potrà ricaricare.
Dopo aver fatto un giretto in questo moderno centro commerciale, andiamo al vicino Tambuti Lodge, sul fiume, prenotato dal loro sito, costo 1060nad ( https://tambuti.com.na/ ).
Il posto è molto bello, immerso nel verde con anche una piccola piscina.
Ci rilassiamo un po’ fino all’ora di cena che faremo presso il loro ristorante.
Assaggeremo i vermi del Mopane, piatto tipico della zona, da provare anche se un po’ particolare…poi mangeremo dell’ottimo pesce di fiume, spesa 810nad.
Percorsi 513km tutti di asfalto.
Sabato 24 agosto / Rundu – Namutoni
Dopo aver fatto colazione al lodge facciamo il pieno di gasolio e partiamo in direzione Grootfontein.
Ad un certo punto passiamo una frontiera veterinaria che divide la zona nord in cui ci sono animali per il sostentamento e selvatici con il sud dove dovrebbero esserci allevamenti di bestiame, almeno questo ci è sembrato di capire, in sostanza ci chiedono solo da dove veniamo e dove siamo diretti.
La sostanziale differenza dopo questa frontiera è la mancanza di villaggi ai lati della strada che ci avevano accompagnato fino a quel punto, qui ci sono recinzioni lungo la strada, probabilmente sono grandi fattorie.
Arrivati a Grootfontein abbiamo il primo impatto con un Africa povera che ancora non avevamo visto.
Dopo aver parcheggiato presso un supermercato, un ragazzo ci dice che ci controllerà la macchina in cambio di qualcosa da mangiare, nel frattempo molti bambini si affiancano alla macchina chiedendo del cibo. Noi facciamo un giro al supermercato, anche per sgranchirci un po’ le gambe, ma anche questo non sembra un gran che, compriamo giusto qualcosa per il ragazzo e per i bambini per poi riprendere il viaggio verso Tsumeb.
Questo paese è molto più carino dell’altro e sembra esserci un po’ meno povertà, facciamo un giro in macchina per poi fermarci ad un supermercato abbastanza grosso e ben fornito in modo da comprare viveri per i prossimi 2 o 3 giorni.
Verso le 12.00 siamo alla reception dell’Etosha a Namutoni, avevo prenotato con molto anticipo sul sito ufficiale dei parchi della Namibia, un sito internet fatto bene, il costo è di 1500nad per 3 persone sia per questo campeggio sia per la notte successiva ad Halali (https://nwr.cimsoweb.com/?currentSlide=0).
L’ingresso al parco lo paghiamo con carta di credito all’apposita reception 1000nad, in pratica si paga 150nad a persona + 50nad per il veicolo e si paga in base alle notti che si sta all’interno, altrimenti avremmo dovuto pagare per 3 giorni e non per 2.
Tutta l’aerea è recintata ed elettrificata, qui è tutto molto più organizzato e moderno rispetto al Botswana, c’è anche una grossa piscina che andiamo subito ad utilizzare.
All’ingresso del campeggio c’è un signore che ci assegna la nostra piazzola, non c’è molta ombra ma riusciamo a piazzare il tavolino sotto una pianta e pranziamo.
Con calma nel pomeriggio usciamo per un safari decidendo di non allontanarci troppo, facciamo il loop dal Fischer’s Pan e poi quello del Groot Okevi dove ci sono anche due pozze d’acqua, qui la strada è in terra battuta, ben tenuta non ci sono problemi di guida.
Vediamo parecchi animali, il paesaggio è diverso dai parchi del Botswana, molto arido un po’ tipo il CKNP ma senza sabbia, ci sono soprattutto molti Orici.
Al tramonto rientriamo al campeggio e ci sediamo al view point su una pozza d’acqua in cui arrivano diversi animali ad abbeverarsi tra cui una numerosa mandria di gnu.
Andiamo alla nostra piazzola e ci prepariamo per la notte, qui non sarebbe neanche necessario accendere il fuoco, però ci serve per cucinare e anche per scaldarci, dopo il calare del sole la temperatura scende, ma è piacevole bere qualche birra accanto al fuoco.
C’è una bella stellata, però le luci del campeggio disturbano un po’ la visuale.
Percorsi 490km di cui 60 di sterrato all’interno del parco.
Domenica 25 agosto / Namutoni – Halali
Dopo aver smontato decidiamo di rifare il piccolo loop di Groot Okevi perché ci era piaciuto, però a parte i soliti erbivori non vediamo altro di interessante; quindi, prendiamo la strada principale per Halali.
Poco dopo vediamo diverse jeep ferme a bordo strada, ci fermiamo anche noi e con qualche difficoltà vediamo un leopardo accucciato dietro un cespuglio, incontro emozionante anche perché non ci era mai capitato di vederne uno.
Proseguiamo verso Halali un po’ sulle strade interne un po’ su quella che costeggia il pan, le strade sono sempre in buone condizioni, però non vediamo un gran che, è tutto molto arido e all’interno, comunque, la vegetazione è abbastanza folta, anche se ci fossero animali si fa farebbe fatica a vederli.
Il lato verso il pan è molto aperto, con poche piante, ad un certo punto attraversiamo una piana apparentemente senza fine, dove non ci sono strade secondarie ma neanche animali.
Per pranzo arriviamo al campeggio di Halali dove ci registriamo e prendiamo una piazzola, qui è self-service. È molto simile a Namutoni, tutto recintato con piazzole abbastanza vicine e dei buoni blocchi con i servizi con tutto il necessario. Anche qui c’è una grossa piscina dove ci rilassiamo un po’ prima di uscire nel pomeriggio.
Facciamo un giro lungo la strada che costeggia il pan ma non vediamo un gran che, quando stiamo per rientrare invece vediamo un grosso rinoceronte bianco femmina con il piccolo e poco dopo un rinoceronte nero che pascola tranquillamente.
Ci intratteniamo un po’ troppo e così dobbiamo correre per rientrare al camping prima che faccia buio, comunque su queste strade si riescono a tenere buone velocità.
Dopo cena andiamo al view point che c’è all’interno del campeggio con vista proprio su una pozza d’acqua illuminata. È una cosa molto curiosa, diversi animali si susseguono a bere, si fa un po’ fatica a distinguere quelli piccoli, gli elefanti la fanno da padrona e fin quando non se ne vanno un timido rinoceronte gira intorno alla pozza senza avvicinarsi troppo.
Percorsi 212km tutti sterrato
Lunedi 26 agosto / Halali – Etosha Trading post
Come al solito ci alziamo quando albeggia, l’alba è sempre un po’ più tardi, penso perché ci stiamo spostando verso ovest, dopo aver chiuso le tende decidiamo di fare la strada interna del Rhino drive.
È una strada abbastanza lunga e non vedremo praticamente nessun animale, arrivati alla strada vicina al pan, il paesaggio diventa molto aperto e desertico, anche qui pochi animali, decidiamo di non addentrarci più verso l’interno, anche perché qui non si vedono alberi per molti chilometri e il paesaggio sembra tutto simile.
Alle 11.00 circa siamo al camp di Okaukulejo dove ci fermiamo a fare una pausa.
Devo dire che siamo un po’ delusi dalla mattinata e soprattutto dal paesaggio, poco interessante di questa parte di parco, decidiamo di fare un largo loop che passa per Okondeka dove c’è una pozza d’acqua.
Infatti, in zona ci sono un po’ di animali, per il resto niente.
Sulla strada per Adamax c’è un’area picnic recintata in cui ci fermiamo a mangiare qualcosa per poi riprendere la strada e rientrare a Okaukulejo.
Siamo un po’ annoiati, forse abbiamo fatto troppi safari o probabilmente l’Etosha è molto meno entusiasmante dei parchi del Botswana.
Dopo Okaukulejo inizia subito una strada asfaltata che conduce all’uscita del parco, poco prima del gate c’è un piccolo loop sterrato dove riusciamo a vedere ancora alcuni animali.
Al gate ci rompono le scatole per alcuni sacchetti di plastica del supermercato che abbiamo sul cassone pieni di cose, pare che da regolamento non si possa portali all’interno del parco, comunque se li prendono e noi proseguiamo fino al vicino Etosha trading post campsite.
Questo campeggio lo avevo prenotato su booking anche se poi il pagamento, come per altri, lo hanno voluto tramite una loro procedura bancaria, comunque con carta di credito senza spese, costo 825nad.
All’ingresso del campeggio c’è un benzinaio con un riparatore di pneumatici e si accorgono che abbiamo una gomma un po’ sgonfia, in effetti provandola con l’acqua troveremo un foro che ci ripareranno. Seconda foratura per fortuna senza complicazioni.
Il campeggio sarà il migliore che troveremo in tuta la vacanza, ampia piazzola con bagno privato e una bella piscina, c’è un market anche abbastanza fornito.
Manca solo il ristorante, ce ne sarebbe uno al lodge ma non è vicino, quindi anche questa sera cucineremo noi della carne alla brace con pomodori e gli immancabili fagioli in scatola.
Percorsi 203km di cui 25 asfaltati
Martedi 27 agosto / Etosha Trading post – Spitzkoppe
Ci svegliamo senza fretta, c’è parecchia strada da fare ma abbiamo finito i safari.
Il percorso è tutto su strada asfaltata in buone condizioni, si viaggia bene, passiamo di sfuggita la cittadina di Outjo che ci sembra abbastanza carina, forse si poteva pensare di pernottare qui.
Poco dopo prendiamo la deviazione per la M63 per Kalkfeld che è sterrata, ben battuta, sono 80km e ci impiegheremo circa 1 ora, poi la strada C33 torna ad essere asfaltata.
Passiamo Omaruru, anche questo paesino sembra carino, ma per pranzo è un po’ presto, allora proseguiamo fino a Karibib dove ci fermiamo ad un grosso supermercato e andiamo a pranzare da Die skuur, un bel posto dietro ad un supermercato, sembra chiuso ma bisogna suonare il campanello e ti aprono, fanno delle ottime schnitzel con buona birra, spenderemo 625nad.
Proseguiamo per altri 60 km di strada asfaltata fino a quando prendiamo la deviazione sulla D1918 sterrata per Spitzkoppe, saranno altri 30 km anche qui ben battuti.
Arriviamo alla reception dello Spitskoppe restcamp dove avevo prenotato e pagato tempo prima, costo 660nad per una notte (https://www.spitzkoppe.com/).
Tutta la zona è molto particolare in quanto è praticamente una montagna che si alza dal deserto sui 1000m di quota, ricorda un po’ il parco di Arches nello Utah, però qui è tutto molto più in piccolo.
All’ingresso ci sono dei bagni con acqua corrente e docce ed un ristorante bar che chiude prestissimo.
Le varie piazzole sono disseminate lungo la strada che gira per tutto il parco, si può scegliere quella che si vuole occupandola con il tavolino, noi scegliamo quella proprio dietro all’arco naturale di roccia, è abbastanza isolata e dispone come le altre di braai e un bagno essenziale, senza acqua e corrente.
Dopo aver preso la piazzola, ci dirigiamo con la macchina allo Small Bushmans Paradise, dove c’è una ragazza che ci accoglie e molto gentilmente ci accompagna al vicino sito con alcune pitture rupestri.
In realtà c’è solo una piccola parete con alcuni disegni, neanche tanto antichi, la visita è veloce, comunque non ha un costo, si lascia solo una mancia a discrezione del turista.
Dopo ci dirigiamo al Bushmans Paradise, un’altra area con alcune incisioni rupestri, qui è un po’ più complicato arrivarci, bisogna salire su una collina, un po’ impegnativo, saranno 20 minuti di strada, fattibile da tutti. Anche qui ci sono alcuni disegni sulla parete, credo risalgano a 2000 anni fa, sono carini ma niente più, forse vale di più il contesto delle rocce che li circonda.
Come per l’altro luogo, si lascia una mancia a discrezione.
Parlando con la guida ci convinciamo a fare la mattina successiva un’escursione più impegnativa sempre con lui, si tratta della Pontok Route, un trekking abbastanza impegnativo, ce lo aveva proposto anche la signora della reception facendolo però passare come un sentiero fattibile da tutti, non è così.
Torniamo alla reception per pagare il trekking che costerà 450nad a persona, pagamento solo cash.
Ormai sono le 18.00 e il sole sta quasi calando; quindi, ci dirigiamo velocemente alla nostra piazzola e prima ancora di aprire le tende, saliamo al vicino grande arco naturale per fare alcune foto al tramonto, ci sono parecchi turisti però il luogo rimane molto affascinate.
Apriamo le tende e accendiamo il fuoco, oltre che per cucinare anche per scaldarci perché fa freschino, c’è una bella stellata senza luna e nessuna luce nei dintorni, solo il nostro fuoco.
Percorsi 423km di cui 80km di sterrato.
Mercoledì 28 agosto / Spitzkoppe – Cape Cross – Swakopmund
Ci troviamo alle 7.00 alla reception con la nostra guida come concordato la sera prima, ci sono anche altre 2 ragazze che verranno con noi.
Ci dirigiamo con la jeep praticamente dal lato opposto della montagna e dopo aver parcheggiato iniziamo la salita. Per un primo tratto è abbastanza in pendenza ma il sentiero è facile, a circa metà salita la cosa si complica perché ci si deve arrampicare anche a 4 zampe, la cosa non è molto pericolosa ma richiede comunque un po’di agilità e una discreta forma fisica.
In poco più di 2 ore arriviamo in cima alla montagna e lo spettacolo è meraviglioso, la vista spazia a 360 gradi con il nulla desertico ovunque, si scorgono solo in lontananza altre montagne che dovrebbero essere il Brandberg dove ci sono altre pitture rupestri tipo la White lady.
Dopo esserci riposati un po’ iniziamo la discesa che è anche più impegnativa della salita.
Non ci sono catene in aiuto, in alcuni tratti ci vorrebbero, le 2 ragazze si lamentano che alla reception non avevano spiegato chiaramente che il trekking era difficile, altrimenti non lo avrebbero fatto, in effetti alla reception l’informazione non è chiara, tende forse a cercare di vendere l’escursione, il ragazzo che ci fa da guida invece era stato molto più chiaro.
Dopo non meno di 4 ore e mezza ritorniamo alla macchina che comincia già a fare molto caldo.
Prendiamo un’uscita secondaria del campeggio (che senza Track4africa avremmo fatto fatica a trovare) per imboccare la D1925 che ci porta al raccordo con la D1918 per Hentie’s Bay.
In tutto sono 110km di sterrato che si percorrono in circa 1 ora e mezza.
Questa strada non sembra molto in discesa ma ci porterà da 1000 metri di quota alla costa oceanica dove ci attende una discreta nebbia, forte vento e un freddo che ancora non avevamo minimamente provato.
Ci fermiamo a pranzo al Jakkalsputz restaurant dove mangeremo dell’ottimo pesce spendendo 825nad.
Notiamo subito che qui c’è la presenza di molti bianchi, non ne avevamo ancora visti per tutta la vacanza, anche il locale è gestito da bianchi, quasi tutti biondi, di chiara origine tedesca.
Dopo pranzo imbocchiamo la C34 verso nord, ben asfaltata, per tutto il tratto il panorama è abbastanza desolante fatto di deserto ovunque non passando molto vicina all’oceano.
In circa mezzora siamo alla reception di Cape Cross.
L’ingresso costa come per l’Etosha 150nad a persona + 50nad per il veicolo, cosa abbastanza discutibile in quando qui più di 1 ora non credo ci si stia.
Percorso l’ultimo tratto di strada lungo l’oceano, arriviamo a questa enorme colonia di otarie del capo, sono davvero tantissime fuori e dentro l’acqua, di tutte le dimensioni, ci sono anche molti cuccioli.
C’è puzza ma non mi sembra niente di così incredibile come avevo letto in alcuni diari, forse perché c’è molto vento, fa anche freddo; quindi, dopo aver percorso tutto il giro delle passerelle in legno, rientriamo al calduccio in macchina.
Ripartiamo e percorriamo velocemente i 120km che ci separano da Swakopmund, traffico assente.
Arriviamo alla reception dell’Alte Brucke, un bel campeggio che avevo prenotato e pagato tempo prima costo 1200nad per 2 notti (www.altebrucke.com).
Dispone di belle piazzole con bagni privati dotati di doccia e acqua calda, molto bello anche se abbiamo preferito il campeggio “trading post” fuori dall’Etosha.
Approfittiamo anche del servizio lavanderia visto che staremo qui due notti.
Quando cala la sera, fa ancora più freddo e il vento non accenna a fermarsi, comincio a pensare che sarebbe stato meglio prendere un lodge…
Ci copriamo con tutto quello che abbiamo e andiamo a piedi al vicino centro per cenare all’ Altstadt Restaurant, fanno cucina tedesca con porzioni molto grandi e ottima birra, fa un po’ effetto essere in Namibia e mangiarsi Stinco al forno e schnitzel però per il clima che c’è vanno benissimo… costo 1140nad
Rientriamo al camping, il vento per fortuna sta un po’ calando, ci copriamo bene e andiamo a letto, la notte sarà di sicuro la più fredda che abbiamo fatto ma ben vestiti e sotto le coperte si è dormito bene.
Percorsi 316km di cui 110km di sterrato.
Giovedì 29 agosto / Swakopmund
Ci alziamo che fortunatamente c’è il sole e il vento ha smesso di soffiare forte, non fa caldo ma si sta bene.
Oggi incredibilmente giornata relax, passeggiamo lungo l’oceano fino in centro, c’è un grande mercato all’aperto dove vendono artigianato locale, sono molto insistenti quindi non ci viene molta voglia di curiosare, ci sono anche delle donne Himba in abiti tradizionali, anche loro molto insistenti…
La cittadina di Swakopmund si rivela molto carina e piena di begli edifici coloniali, giustamente viene considerata la città del baltico più a sud della Germania, direi definizione azzeccata.
Anche qui la presenza di bianchi è predominante, sembra un po’ di essere in Sud Africa, quasi tutte le attività sono gestite da bianchi, però la coesistenza sembra essere buona.
Andiamo alla ricerca del negozio dell’agenzia Amazing 5, trovata su internet, da cui volevo acquistare l’escursione a Walvis bay, la troviamo chiusa però, contattandoli telefonicamente, poco dopo arriva una ragazza che si scusa per l’inconveniente e ci spiega che stanno cambiando sede.
Ci accordiamo per dove trovarci il giorno dopo a Walvis bay concordando il pagamento di 4200nad per 3 persone, l’escursione prevede l’uscita in barca e un giro in kayak.
Ci rechiamo in un supermercato dove riusciamo a ricaricare la scheda telefonica per un’altra settimana, il costo è meno di 5€.
Per pranzo andiamo a mangiare dell’ottimo pesce al Fish Deli spendendo 1000nad, proviamo anche le ostriche locali piccole ma molto saporite.
Passiamo il pomeriggio passeggiando e prendendo il sole, finalmente è uscito con decisione e anche il vento è cessato, diciamo che è una bella giornata al mare come se fosse primavera da noi.
A cena proviamo il Kucki’s pub con schnitzel e un tipico stufato sudafricano, sempre con ottime birre al costo di 1150nad.
Anche la notte sarà meno fredda della precedente
Km percorsi 0
Venerdì 30 agosto / Swakopmund – Walvis bay
Percorriamo la strada per Walvis bay trovando un traffico che non vedevamo dall’inizio del viaggio, comunque arriviamo in orario al nostro appuntamento al molo turistico.
La giornata è nebbiosa e fredda, la nostra barca, rispetto ad altre, è abbastanza piccola, siamo noi e altre 3 persone del posto, amici del proprietario, che probabilmente hanno approfittato del fatto che c’era posto in barca, tutti bianchi, tranne l’aiutante che è nero.
Subito c’è la sorpresa di un grosso pellicano che atterra sulla barca ingolosito dai pesci che gli vengono offerti, poco dopo sale in barca anche un’otaria molto amichevole, anche troppo, che scorrazza sopra le persone sedute, per poi, una volta soddisfatta del cibo offertogli, tornare in acqua.
Staremo in giro tutta la mattina vedendo molti delfini, anche delle balene, difficili da avvistare perché finché non escono con la coda non si notano, abbiamo visto anche alcuni pinguini non molto da vicino.
Chiaramente ci sono anche un sacco di otarie e quando prendiamo il kayak praticamente pagaiamo a fianco a loro, un’esperienza decisamente interessante.
Rientriamo in porto che, soprattutto io, risento un po’ di mal di mare, quando la barca restava ferma per vedere gli animali beccheggiava parecchio.
Andiamo a fare il check-in al lodge che avevo prenotato su Booking, il Tiende Laan, costo 1070nad, appartamento molto carino con un bel bagno anche se tutto abbastanza piccolo, unico problema è il parcheggio che risulta essere un po’ stretto per manovrare con mezzi grossi come il nostro.
La mia intenzione nel pomeriggio era di andare alla Duna 7, però siamo stanchi; quindi, decidiamo di riposarci un po’ e fare solo un giro in macchina nella baia fin dove si può andare in autonomia.
Infatti ad un certo punto la strada diventa molto sabbiosa e per arrivare fino a Sandwich Harbour è decisamente consigliabile utilizzare un’escursione organizzata, noi abbiamo deciso di non farla anche per il costo non da poco.
Comunque si rivela un’ottima idea perché il paesaggio è molto bello e ci sono un sacco di fenicotteri rosa.
La cittadina di Walvis Bay è abbastanza brutta senza niente di interessante, in pratica un grande porto commerciale con il solo piccolo porticciolo turistico ad avere un interesse dove ci sono alcuni locali, prettamente frequentati da turisti e bianchi del luogo.
Per cena abbiamo prenotato all’Anchors Waterfront, consigliato dal capitano della barca che abbiamo preso la mattina. Si rivelerà buono, però ci aspettavamo qualcosa di meglio anche perché caro per gli standard locali, il costo sarà di 1300nad.
Fa abbastanza freddo, stanotte siamo ben contenti di dormire in un lodge…
Percorsi 90km asfalto
Sabato 31 Agosto / Walvis bay – Sesriem
Oggi sarà una giornata di viaggio per spostarci nel deserto del Nabib.
Ci svegliamo senza fretta e dopo aver fatto l’ultimo pieno alla jeep partiamo imboccando la C14 che si dirige all’interno verso il deserto, per un primo tratto si presenta asfaltata e abbastanza trafficata, poi improvvisamente non c’è più nessuno e la strada diventa sterrata…comunque è ben battuta e si viaggia discretamente.
C’è da fare anche un passo in montagna con una bella salita ma niente di incredibile.
Arriviamo abbastanza presto a Solitaire dove facciamo una pausa, questo posto è surreale in quanto non si capisce il motivo della sua esistenza, in mezzo al nulla a distanze siderali da altri paesi.
La cosa più caratteristica di questo luogo sono delle vecchie macchine diroccate all’ingresso che creano un’atmosfera da Radiator Springs del film Cars.
È evidente che i pochi abitanti di questo paese vivono tutti per il passaggio dei turisti, che sono tanti, una pausa qui la fanno tutti, ovviamente assaggiando anche la famosa torta di mele…
Riprendiamo il viaggio e qui la strada si fa pesante, molto corrugata con sassi e buche, inspiegabile il motivo per cui non la sistemino visto che è frequentata da centinaia di turisti.
La cosa più incredibile è che dopo due ore che sembrano non finire mai, all’incrocio per Sesriem inizia una bellissima strada asfaltata per gli ultimi 12km!
Comunque arriviamo al Sossus Oasis Camp che avevo prenotato precedentemente, si trova dietro al benzinaio dove c’è anche un piccolo supermercato; un ottimo campeggio appena fuori dell’ingresso del parco, poche piazzole ben distanti con bagni privati, c’è anche una piscina, molto fredda (costo 1650 nad per 2 notti).
Passiamo il pomeriggio a riposare e rinfrescandoci in piscina, qui di giorno la temperatura è molto alta, per questo l’escursione alle dune è raccomandabile farla al mattino presto.
Splendida serata con una bella stellata, ci sono poche luci, in pratica solo quelle delle altre piazzole dove ci sono accesi dei fuochi.
Percorsi 318km praticamente tutti sterrato
Domenica 1 Settembre / Sesriem – Sossusvlei – Sesriem
Il vantaggio di dormire all’interno del parco, quindi nel campeggio della NWR, è che si può partire prima al mattino, mentre se si è esterni l’ingresso è alle 7.00, comunque non mi sembra così fondamentale.
C’è una breve coda per entrare regolata da un uomo che si segna la targa e ci assegna un numero, non si sa perché.
Ci fermiamo poco dopo al gate dove c’è l’ufficio per pagare l’ingresso (al solito 500nad).
La strada anche qui è perfettamente asfaltata quindi si procede velocemente, il paesaggio è abbastanza monotono, andando avanti per un bel tratto si cominciano a vedere le dune.
Dopo 45km arriviamo al parcheggio della Duna 45, c’è un po’ di gente ma non molti affrontano la salita alla duna, quindi, non è affollata.
Iniziamo la scalata, è abbastanza faticoso camminare sulla sabbia, però la temperatura è ancora fresca quindi si sale bene, in cima si è molto in alto e si ha una bella visuale a 360° del deserto e delle altre dune circostanti.
Per scendere non si utilizza lo stesso lato, altrimenti ci si incrocerebbe con le persone che salgono, ci si butta giù su uno dei due versanti e poi si torna sul sentiero che affianca la duna.
Ovviamente le scarpe sono strapiene di sabbia, alcuni vanno a piedi nudi, potrebbe essere una buona idea, di scorpioni non ne abbiamo visti…
Ritornati alla macchina proseguiamo per Sossusvlei, sempre su strada asfaltata fino al parcheggio, qui comincia una strada su sabbia, in alcuni tratti abbastanza profonda, non è molto lunga circa 4km, dopo le esperienze fatte avremmo anche potuto farla con la nostra jeep, però essendo l’ultimo giorno decidiamo di prendercela comoda ed utilizzare la navetta (costo 150nad a persona).
Da dove ci lascia la jeep c’è un bel pezzo da fare a piedi per raggiungere Deadvlei e già comincia a fare caldo, vediamo la grande duna Big Daddy dove alcune persone l’hanno scalata e ora sono in cima, deve essere bello, però bisognerebbe essere qui molto presto al mattino.
Scavallato un promontorio, appare questa specie di laguna secca con alberi pietrificati tra alte dune di sabbia, il nome Deadvlei direi molto azzeccato, è chiaramente molto affascinante e fotogenico, non a caso è forse il posto più noto in Namibia.
Dopo aver passeggiato in lungo e in largo e fatto una buona dose di foto, ritorniamo al parcheggio dove c’è un po’ di fila per riprendere la navetta.
Raggiunta la nostra jeep non ci resta che ripercorrere i 60km di asfalto per tornare a Sesriem, se sono sembrati noiosi all’andata, figuriamoci al ritorno, ci vuole circa 1 ora.
Ci piazziamo nella nostra piazzola che sono circa le 13.00, pranziamo e pomeriggio relax, anche oggi fa molto caldo quindi bagno in piscina, l’acqua è la più fredda mai sentita, ci si può stare dentro veramente poco ma è decisamente rinfrescante.
L’ultima notte in Namibia passa abbastanza tranquilla, se non fosse per uno sciacallo che viene a rovistare nella nostra pattumiera…
Percorsi 125km tutti di asfalto
Lunedi 2 Settembre / Sesriem – Windhoek
È l’ultimo giorno e abbiamo l’aereo alle 18.50 a Windhoek, in teoria in 4 ore dovremmo essere in città.
Il campeggio ci ha dato indicazioni sulla strada migliore da fare, che comunque prevede di ripercorrere la strada fino a Solitaire.
In circa 2 ore ci arriviamo, da questo senso di marcia la strada sembra leggermente più agevole, rimane comunque molto brutta.
Dopo una sosta per colazione con torta di mele ripartiamo sulla C14 per poi girare quasi subito sulla D1275, che è sempre sterrata ma tenuta meglio.
Poco dopo inizia una salita impressionante, fortunatamente questo tratto di strada è pavimentato, fino ad arrivare alla Spreetshoogte pass da dove si ha una bella visuale sul deserto sottostante.
Si prosegue fino a Nauchas per poi prendere la D1261 che incontra la C24 e finalmente si imbocca la B1 che è asfaltata.
Abbiamo ancora del cibo che ci è avanzato, allora ci fermiamo al parcheggio di un supermercato di Rehoboth e come pensavamo si avvicinano dei ragazzini a cui diamo tutto quello che ci è rimasto.
Verso le 12.30 siamo in città e ci dirigiamo al Joes’s beerhouse per un ultimo pranzo africano, è un locale molto turistico ma anche frequentato da gente del posto, si mangia bene, anche selvaggina con ottima birra.
Qui ci mettiamo in contatto con la persona a cui dobbiamo lasciare la jeep che ci raggiunge al locale. Diciamo che la jeep non la lasciamo in ottime condizioni, parafango anteriore e posteriore sono un po’ ballerini, dopo quattro settimane di strade sterrate molto complicate è difficile riportare una macchina in perfette condizioni, comunque avendo fatto la full insurace (molto raccomandata) non ci sono problemi.
Lasciamo nel parcheggio la nostra jeep, carichiamo le valigie sulla sua auto e ci accompagna all’aeroporto che dista circa 45 minuti.
L’aereo sarà in orario, anche se l’AIRBUS A330 della Discover non risulterà molto comodo, soprattutto per il poco spazio tra i sedili, simile alle low cost, però qui il volo dura 10 ore e mezza fino a Francoforte…
Percorsi da Sesriem a Windhoek 340km di cui 100 asfaltati
Percorsi in totale nel viaggio 6765km
Testo del Diario di Viaggio
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