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Uzbekistan: architettura, arte e storia sulla via della seta – 2019 – 4a tappa: SAMARCANDA

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Bella e maestosa ha un potere meraviglioso e attraente. Poeti e storici del passato la chiamavano “Roma d’Oriente, la bellezza dei paesi sublunari, la perla del mondo musulmano orientale”. La sua posizione geografica vantaggiosa nella valle di Zarafshan pone Samarcanda al primo posto tra le città dell’Asia centrale. Oggi Samarcanda è inclusa nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2001 per i suoi monumenti unici di architettura antica, famosi in tutto il mondo.

9 MAGGIO

Si inizia la giornata con una visita emozionante: IL REGISTAN.

Ricordiamo il significato di Registan:

Il Registan era una piazza pubblica, (viene in mente l’ agorà greca e il foro romano) dove persone si riunivano per ascoltare i proclami reali, annunciati da squilli di tubi in rame enormi chiamati dzharchis ma anche un luogo di esecuzioni pubbliche. Era anche utilizzata per parate militari, addestramento e cerimonie e spesso nelle vicinanze era presenta lo “Zindan” (prigione).

Su tre lati la piazza è occupata da grandi madrase, di cui i due i portali si fronteggiano riproponendo la singolare disposizione urbanistica identificata con il nome di kosh che come abbiamo visto a Bukhara ha avuto un largo impiego. Registan si riferisce alla sabbia presente che doveva assorbire il sangue che scorreva durante le esecuzioni,  da cui il nome  Registan, “luogo di sabbia” quando questo spazio creato nel XIV secolo (progettato da Timoer Lenk) divenne la scena per le esecuzioni pubbliche. E’ una delle piazze più belle del mondo, grandiosa e intima, più grande di un campo da calcio e pavimentata con mosaico in piastrelle di marmo.

Il complesso è composto da tre madrase:

MADRASA DI ULUGH BEG (XV secolo)

MADRASA DI SHIR-DAR (XVII secolo)

MADRASA DI TILA-KARI (XVII secolo.

Tutte sono riccamente decorate, con splendidi motivi geometrici che sembrano moltiplicarsi all’infinito e con gli arabeschi si avvolgono come rami, piastrelle smaltate turchesi, verdi e gialle. L’ evidente inclinazione di alcuni dei minareti è stata causata dai numerosi terremoti che hanno devastato la zona. È stupefacente quanto il complesso sembra formare una sola unità anche se c’è un periodo di oltre duecento anni tra la costruzione della prima e l’ultima madrasa.

MADRASA DI ULUGH BEG

Nipote di Tamerlano, noto matematico e astronomo, assunse il potere  nel 1409 e nel 1417, diede l’ordine di costruire la madrasa alla quale in seguito sarebbe stato dato il suo nome. La facciata della Madrasa si affaccia sulla piazza, completata con due alti minareti posti negli  angoli e rivestiti di  mattoni smaltati che creano splendidi disegni. Il portale della madrasa è adornato con motivi di stelle a dieci punte che simboleggiano il cielo e l’astronomia. A quel tempo, era il più grande istituto scientifico-educativo di Samarcanda dove si insegnava filosofia, astronomia, matematica, teologia.

MADRASA DI SHIR-DAR

Cupole a costoloni su alte torri sorgono accanto ai due piani della facciata ai lati del portico mentre iscrizioni islamiche, decorazioni geometriche e floreali adornano l’interno.

Lo stile è una imitazione della Madrasa di Ulugh begh costruita tra il 1619 e il 1636 e il suo nome Shir Dor significa “decorato con le tigri” infatti sui timpani dell’arco del portale sono rappresentate tigri con due “soli” antropomorfi che attaccano un daino.

MADRASA DI TILLA-KORI

Il suo nome significa “ricoperta d’oro” e funziona anche come una moschea. A metà del XVII secolo, la moschea costruita precedentemente da Tamerlano e dedicata alla sua consorte Bibi-Khanym era in rovina quindi Yalangtush-biy la fece costruire sul Registan e venne usata anche come madrasa. La facciata principale dell’edificio è realizzata su due livelli con il portale centrale che presenta una nicchia e due ingressi che conducono al cortile interno, la cupola blu della moschea a sinistra del portale e due minareti su entrambi i lati. La costruzione equilibra magnificamente le due madrase più grandi senza disturbare l’unità dello stile architettonico.  La ricca doratura della cupola e del mihrab superò tutti gli altri famosi edifici dell’Asia centrale.

Ci spostiamo al complesso architettonico voluto da Tamerlano e chiamato Gur-i Amir, tomba dell’ emiro.

MAUSOLEO DI GOUR-EMIR

Inizialmente comprendeva una madrasa edificata per il suo amato nipote Moukhammed-Sultan Mirza ed  intesa come un luogo di apprendimento per i bambini della nobiltà di Samarcanda e una khanaka. L’equilibrio tra forza e raffinatezza è ulteriormente accentuato dai due mausolei che fiancheggiano il Gour-Emir su entrambi i lati pur tuttavia, Tamerlano non visse per vedere il mausoleo finito; morì nell’inverno del 1405 e anche se avesse già preparato un mausoleo nella sua nativa Shakhrisabz, fu Gur Emir che divenne la sua tomba e luogo di sepoltura dei suoi discendenti, infatti qui riposano i suoi due figli  Shahrukh e Miranshah e i nipoti Muhammad Sultan Mirza, Ulugbek ma anche il suo mentore spirituale Mir Said Baraka.

La pianta ottagonale del mausoleo è sormontata da un altissimo tamburo circolare su cui si innalza una formidabile cupola maiolicata ingentilita da 64 nervature che creano giochi d’ ombra. Al centro della sala vi sono i cenotafi che commemorano oltre Tamerlano, Miran shah suo terzogenito, il nipote Moukhammed-Sultan Mirza, Mir Syyd Baraka, Abdurakham Mirza e suo nipote e grande statista Ulugh Beg. Internamente il Gur-e Amir appare come una vasta ed alta sala dotata di nicchie profonde sui lati e variamente decorata.

La lapide del santo Sayyd Umar è collocata al centro in un arco identificato da un palo portante in cima una coda di cavallo.

Incontriamo un gruppo di donne, una ci dice in uzbeko, poi in russo: “da dove venite?”…poi le altre donne aggiungono …”non capiscono neanche il russo”…

Sosta pranzo in hotel con una gradita sorpresa: la “FRANCOROSSO” ci offre due splendide torte!

Visita alla famosa fabbrica di carta di seta MEROS fondata dai fratelli Mukhtarov, sita a Konigil, un villaggio vicino a Samarcanda.. Grazie ai loro sforzi, la fabbrica locale ha riportato in vita un’antica tradizione basata sulle vecchie tecnologie di Samarcanda ed è interessante notare che la produzione è manuale e possiamo osservare il processo di fabbricazione della carta dal vivo.

L’ ambiente è davvero pittoresco: alberi ombrosi, il vicino fiume Siab con acqua gorgogliante che motorizza il mulino che aziona le presse martellanti e una piccola sala all’ingresso per accogliere i visitatori con un dolce tartaro a base di miele e frutta secca accompagnato da tè.

La tecnologia di produzione della carta di Samarcanda è la seguente.

La corteccia di gelso è considerata una materia prima  che viene pulita e fatta bollire in un grande recipiente per circa cinque ore, poi viene battuto  per rendere omogenea e consistente la poltiglia  risultante che viene successivamente posta in una vasca con acqua e filtrata su un grande foglio di flazelin (tulle), pressata su piastre e quindi ricoperta con un foglio successivo di flazelin e una miscela di gelso setacciata e così via.

La carta viene rimossa dalle piastre e asciugata in posizione verticale per un giorno e risulta molto robusta. Per rimuovere la ruvidezza della carta, il maestro cartaio la lucida su un tavolo di granito con un corno d’osso ottenendo la sua famosa levigatezza.

Ci rechiamo ad assistere ad uno spettacolo al teatro El Merosi.

“L’ EREDITÀ DEI POPOLI” è un fuori programma a cui aderiamo con piacere; racconta l’Uzbekistan tramite la danza e dei magnifici costumi. Il teatro El Merosi propone un viaggio nelle mode e nelle danze che si affermarono in diverse epoche dell’antica Samarcanda. A ispirare gli stilisti che hanno confezionato questi costumi, sono stati i ritrovamenti archeologici ma anche grazie agli affreschi antichi.

La rappresentazione si compone di 11 quadri riferiti a momenti storici:

  1. Saci e Massageti (Sciti) VII-III sec. a.C.-Erano europoidi, parlavano lingue indo-iraniche ed erano eccellenti guerrieri ed arcieri equestri.
  2. Achemenidi VI-IV sec. a.C.-La dinastia dei re dell’ antica Persia.
  3. La dea Anhita-Nella mitologia zoroastriana la dea dell’ acqua e della fertilità.
  4. Il regno di Kushan-Formatosi agli albori del I sec. d.C. raggiunse il massimo sviluppo di prosperità ma anche dello schiavismo.
  5. Danza dei sogni-(La ragazza Sogdiana)-I Sogdiani erano gli antenati dei moderni uzbeki ed erano intermediari commerciali sulla Via della Seta.
  6. L’ impero Sogdiano-Riferimento scenico agli affreschi di Afrasiab l’ originaria fondazione di Samarcanda chiamata Maracanda dagli antichi greci.
  7. Calendario-Gli abiti danno un’ idea del cambio delle stagioni e sono ricostruiti secondo i materiali dell’ “Avesta”, raccolta dei testi sacri zoroastriani, il più antico monumento dell’ antica letteratura iraniana.
  8. Il Munogiot-La danza classica uzbeka su canto Tanovor (La parola composta da due parti: “Tan-corpo o anima“, e “ovar”-piacere, cioè piacere dell’ anima e del corpo.
  9. I Timuridi-Dinastia turca dell’ Asia Centrale (1370-1507) fondata da Amir Timur (Tamerlano).
  10. Lazghi-La danza della Corasmia, focosa, energica e molto appassionata, molto ritmata e alla fine irrefrenabile.
  11. La cerimonia di nozze del XIX sec. è rimasta invariata fino ad oggi. I matrimoni uzbeki si distinguono per la grandezza dei particolari e dei riti.

Dopo un riposino in hotel ci accingiamo a gustare il famoso “PLOV” la versione uzbeka del “Pilaf” (termine inglese  preso in prestito direttamente dal turco “pilav”), orgoglio della cucina uzbeka ma sembra appartenesse alla cucina reale dei Gran Moghul dell’ India (1526-1857).

Consiste principalmente in carne fritta o bollita, cipolle, carote e riso; la variazione consiste nell’aggiunta di uvetta, berberis, ceci e frutta. L’ incarico della preparazione è quasi sempre maschile. I cuochi sono soliti preparare il Plov su una fiamma viva, e nelle occasioni speciali arrivano a servire fino a mille persone con un unico calderone, che può contenere circa 100 Kg di riso. Ecco spiegato il motivo di tanto vanto: ci vuole una certa forza per girare 100 Kg di riso! Ci ospita un locale posto in una casa tagica dove ci viene spiegata la preparazione.

Assaggiamo anche un buon vino uzbeko che non è niente male! Si torna in hotel.

10 maggio

Oggi una serie di visite interessanti. Si inizia con la:

MOSCHEA BIBI KHANYM

La costruzione della moschea che  doveva essere la più bella e più grande del regno, impiegò cinque anni dal 1399 al 1404 e fu dedicata alla moglie preferita di Temur, Bibi Khanym, che era una principessa cinese. Costituita da un cortile rettangolare di 109 per 167 metri, circondato da lussuose gallerie, le cui arcate contenevano più di trecento colonne di marmo, minareti che torreggiavano su ciascun lato, muri esterni lunghi circa 167 metri e larghi 109 metri, pareti scintillanti e un imponente portale della moschea decorato con marmi.

Purtroppo Il complesso non riuscì a svolgere in pieno il suo ruolo per colpa dei molti terremoti tanto che nel 1646 le funzioni del venerdì furono trasferite nella moschea ubicata nella madrasa TILLA-KORI che fa parte del complesso del Registan.  La costruzione conservava un Corano  (Corano Osman), secondo la tradizione uno dei più antichi corani della storia, che è ora a Tashkent ma il suo leggio in marmo, a cui vengono attribuiti poteri magici, è ancora lì.

SIAB BAZAR

Il mercato centrale di Samarcanda si trova vicino alla moschea di Bibi-Khanum. Non ha più i suoi vecchi edifici, ma è ancora possibile trovare qui lo spirito del vecchio centro commerciale e la cultura della grande città, con frutta secca e noci, dolci tradizionali, così gustosi che i residenti della capitale vengono fin qui per acquistarli.

Attraversando il portale d’ ingresso, ci ritroviamo in un’atmosfera diversa, quasi magica, con molti colori vivaci, un baccano di voci di clienti e commercianti che affollano il mercato  per comprare e vendere iniziando prima dell’alba e finendo in tarda serata. I numerosi chai-khanas (padiglioni per bere il tè) sono pieni dell’atmosfera dell’ospitalità tradizionale di Samarcanda.

E infine, il caratteristico pane di Samarcanda “obi-non”, cotto in forni d’argilla.

Cos’è un mercato orientale senza assaggiare ?! lì, come in qualsiasi altro bazar, i venditori di buon cuore non solo ti permetteranno di assaggiare il prodotto prima di acquistarlo, ma anche di insistere in quanto la principale caratteristica di un bazar orientale è quella di contrattare, un’abitudine che gli abitanti asiatici hanno formato dall’infanzia. l mercato di Siab ha un’altra caratteristica: questo è il posto dove puoi trovare le ultime notizie e gli eventi che si verificano in città. Gli uzbeki sono molto socievoli e le persone vengono coinvolte in conversazioni anche con estranei.

Poco distante c’è la

MOSCHEA DI HAZRAT-HIZR

E’ un’ antica moschea dedicata al profeta al-Khidr costruita nell’ VIII secolo poi incendiata e distrutta dalle orde di Gengis Khan nel XIII secolo e da allora rimase un rudere fino al 1854 quando venne ricostruita. Negli anni ’90 del secolo scorso un ricco cittadino di Bukhara finanziò il restauro e oggi può essere considerata una delle più belle moschee della città. Nel piazzale superiore, da cui si ha una suggestiva vista panoramica della città, si trova la tomba del presidente e grande statista e politico Islam Karimov.

 La prossima tappa è il museo archeologico che ospita alcuni reperti dell’antica Afrosiab, conquistata da Alessandro Magno nel 329 a.C. e, in seguito, distrutta dai mongoli di Gengis Khan nel 1220.

Di Afrasiab sono state ritrovate le mura e vari edifici, in uno di esso fu scoperto un grande affresco (visibile nel museo) che rappresenta una carovana di importanti personalità e ambasciatori in visita al re e, seppure parziale e danneggiato, rende l’idea tramite un accurata ricostruzione dell’importanza della città.

Torniamo indietro e superando la già vista Moschea di HAZRAT-HIZR, entriamo nel sito della

NECROPOLI DI SHAKHI ZINDA  OVVERO “DEL RE VIVENTE”

Uno dei monumenti architettonici più misteriosi e unici di Samarcanda  luogo di sepoltura di persone reali e nobili, consiste di file di raffinate tombe di colori  scintillanti, combinate armoniosamente in una composizione vivace e commovente, con i mausolei  raggruppati lungo la stretta via medievale, costruiti uno dopo l’altro tra l’ XI e XV sec.

 Seguendo la piantina ecco la sequenza dei monumenti:

planimetria tratta da “Medioevo- Samarqanda” di Franco Brun

Una composizione vivace e commovente, vari mausolei sono raggruppati lungo le strette vie medievali tanto che viene anche chiamato “cimitero di strada”.

Tutti sono quadrati, con una cupola, il cui ingresso è segnato da un portico, ricchi di decorazioni architettoniche, maioliche e mosaici.

Riprendiamo il percorso che in pullman stavolta ci porta all’

OSSERVATORIO DI ULUGH BEG

La meraviglia  dell’Uzbekistan medievale, una costruzione unica per il suo tempo, fu costruita da Mohammed Taragai Ulugh Begh, nipote di Amir Timur ,  nel 1428-1429 in cima a una collina. La costruzione aveva una forma rotonda, 46 metri di diametro e 30 metri di altezza e un enorme sestante era posto nella sala principale per le osservazioni della Luna, del Sole e di altre stelle della volta celeste.

La meraviglia  dell’Uzbekistan medievale, una costruzione unica per il suo tempo, fu costruita da Mohammed Taragai Ulugh Begh, nipote di Amir Timur ,  nel 1428-1429 in cima a una collina. La costruzione aveva una forma rotonda, 46 metri di diametro e 30 metri di altezza e un enorme sestante era posto nella sala principale per le osservazioni della Luna, del Sole e di altre stelle della volta celeste.

Fra gli altri strumenti usati nell’osservatorio vi erano la sfera armillare e l’astrolabio di cui osserviamo delle riproduzioni nell’ annesso museo.

La precisione delle osservazioni degli astronomi di Samarcanda è sorprendente, perché sono state realizzate senza l’ausilio di strumenti ottici, ad occhio nudo. Le tavole astronomiche contengono il coordinamento di 1018 stelle. Con incredibile precisione, il calcolo  fatto da Ulugh Beg della lunghezza di un anno , che era pari a 365 giorni 6 ore 10 minuti 8 secondi poco si discosta da quello fatto in tempi moderni che è di 365 giorni 6 ore 9 minuti 9,6 secondi, quindi l’errore è solo meno di un minuto. Sfortunatamente solo la parte sotterranea del sestante e la base dell’edificio sono state salvate: pochi anni dopo, nel 1449, il centro scientifico fu distrutto da fanatici religiosi e fu riscoperto solo nel 1908 dall’archeologo russo V.L. Vyatkin. Anche la preziosa biblioteca  saccheggiata. Peccato. Mi ha tanto ricordato l’ osservatorio Jantar Mantar a Jaipur in India.

Si continua con la visita della fabbrica di tappeti “Khudjum”, dove vengono prodotti rigorosamente artigianalmente veri capolavori tessuti su telai verticali o orizzontali  utilizzando solo fili di seta naturale.

Nel laboratorio tante ragazze lavorano ai telai ma noto che sono sedute su una panca molto scomoda….

Sfortunatamente,  alla meta’ del XIX secolo la tecnologia di produzione di questi articoli unici fu quasi persa e solo alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, con un compito faticoso, il commercio dimenticato è stato ripreso gradualmente a Margilan, Khiva e Samarcanda. A sorpresa ci portano alla famosa piazza Registan illuminata: quanta bellezza tutta insieme! Vero gioiello situato nel cuore dell’antica città di Samarcanda, ha guadagnato la sua fama mondiale grazie al grande complesso architettonico che è diventato un monumento dell’architettura orientale.

Domani partiamo  con il treno veloce  Afrosiab che sfreccerà con punte fino a 254 km/h lungo i circa 320 chilometri tra Samarcanda e la capitale Tashkent dove arriveremo dopo  2 ore e 10’.

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