In oltre quindici anni di viaggi non era mai capitato di tornare per una seconda volta nello stesso posto, perché ci piace scoprire e conoscere sempre posti nuovi. È chiaro che, con il passare del tempo, i luoghi a portata di portafoglio e distanza ragionevole con ferie e tempi di vacanze diminuiscono, quindi, per la prima volta, abbiamo valutato la possibilità per le nostre vacanza estive di tornare in un luogo in cui eravamo già stati.
Pensando alle vacanze più belle e ai luoghi che più di tutti ci hanno affascinato, la scelta non è stata difficile e abbiamo deciso di tornare per la seconda volta a Gran Canaria, la più meridionale delle Isole Canarie, quella che più ci era piaciuta delle quattro principali, quella con il clima migliore (almeno per il periodo in cui siamo stati, sempre a luglio) e con il paesaggio più vario.
La distanza è ragionevole e soprattutto il costo di questa meta è molto abbordabile, così riusciamo anche a organizzare per più tempo della settimana che avevamo fatto nel 2016 e possiamo pensare di vedere luoghi che, per mancanza di tempo, non eravamo riusciti a vedere la scorsa volte, oltre naturalmente a rivedere i luoghi che ci erano rimasti nel cuore, prima fra tutte le dune di Maspalomas e poi la spiaggia di Amadores e la sua camminata verso Puerto Rico, oltre a tanti altri.
A marzo prenotiamo per metà luglio il volo con Ryanair a prezzo molto buono, questa volta si parte da Bologna che per noi è ancora più comodo e anche gli orari sono buoni, partendo nel mezzogiorno si arriva prima di cena e al ritorno non ci aspetta la levataccia dello scorso viaggio con partenza alle 6.00, ma si ritorna nel primo pomeriggio, potendo così sfruttare la mattina dell’ultimo giorno di vacanza.
La scorsa vacanza eravamo stati, trovandoci benissimo, al Seaside Sandy Beach. Guardiamo subito questo stesso hotel per il pernottamento, ma, purtroppo, è assolutamente fuori budget per noi. Nel 2016 avevamo sfruttato la gratuità della figlia sotto i 14 anni nel letto aggiunto, questa volta avremmo dovuto prendere una camera tripla con tre adulti e il costo lievita in modo improponibile. Poco male, ci mettiamo alla ricerca di soluzioni alternative che di certo non mancano in una isola turistica.
Ci viene l’idea di andare in appartamento, ne valutiamo parecchi sempre nella zona attorno alle dune di Maspalomas, che è la nostra preferita. Le alternative sono molte, quelli con la posizione migliore sono proprio nel Paseo che porta da Playa del Ingles al centro delle dune, alcuni sono già esauriti, ma altri sono disponibili, ne mettiamo in lista tre, sono piuttosto piccoli ma, come detto, in ottima posizione e con prezzo ragionevole. La soluzione preferita però è un grande appartamento in un residence, decisamente più distante dal mare e dalle dune, ma che sembra veramente molto molto bello al Palm Oasis Maspalomas, più o meno allo stesso prezzo degli altri. La distanza dal mare sarebbe stata compensata dal fatto che avremmo noleggiato sicuramente l’auto per tutta la durata della vacanza. Lo prenotiamo con tariffa cancellabile.
Qualche settimana dopo, guardando altre strutture vediamo che un hotel della catena inglese Servatur che ci considera ancora la ragazza di 14 anni compiuta come gratuita e sostanzialmente a poco più di quello che spenderemmo per l’appartamento, potremo andare in all inclusive. La zona è simile, poco più di un chilometro dal mare, tra Playa del Ingles e Maspalomas, in più qua offrono anche la navetta gratuita per il mare.
La scelta è difficile, ormai ci eravamo abituati all’idea di andare in appartamento con tutto quello che comporta, ma, anche considerando di farci sempre i pasti “in casa”, la convenienza dell’all inclusive appare evidente e, pur con pochissime recensioni di italiani, ma molte, la maggioranza positive, di stranieri, soprattutto inglesi e tedeschi, cambiamo idea e prenotiamo, questa volta definitivamente per il Servatur Waikiki.
La scelta, a posteriori, si è rivelata assolutamente azzeccata, siamo stati davvero molto molto bene. L’hotel Waikiki non è di lusso, ma ha tutto quello che si possa chiedere in una vacanza al mare. Ottimo rapporto qualità-prezzo. Per una famiglia si spende molto meno che in altri hotel in zona della stessa categoria. Stanze non tanto grandi ma molto comode, funzionali e pulite. All inclusive reale con amplissima scelta da mattino fino a mezzanotte. Cibo piuttosto vario e di buona qualità. Non vicinissimo alla spiaggia ma con navetta gratuita a orari stabiliti e comunque anche a piedi si arriva alla spiaggia di Playa del Ingles in una ventina di minuti. Staff cordiale e sempre disponibile a venire incontro alle esigenze degli ospiti. Cassaforte in camera gratuita, teli mare a 5 euro la settimana. Palestra a disposizione gratuitamente. Migliorabili il wi-fi piuttosto lento e instabile e il fatto che i lettini in piscina siano vicinissimi tra di loro e prenotati dalle 8 del mattino, ma nel complesso davvero consigliatissimo per il rapporto qualità-prezzo, soprattutto alle famiglia ma anche a coppie e singoli.
La vacanza è pensata per riposarci, rilassarci, ma anche e soprattutto per andare in giro per l’isola, quindi un’idea fissa era comunque noleggiare un’auto per tutta la durata della vacanza. Per fortuna come avevamo già sperimentato in tutte le altre vacanze alle Canarie, i noleggi costano davvero molto poco. Nelle altre occasioni avevamo sempre noleggiato auto dal gruppo di Cicar- Cabrera Medina e Payless, questa volta decidiamo di noleggiare da un altro gruppo presente alle Canarie, a Gran Canaria in particolare, Auto Reisen, che per la fantastica somma di 163 euro ci offre un’utilitaria per 14 giorni con tutte le assicurazioni comprese, ovviamente senza alcuna franchigia.
Il 16 luglio quindi partiamo, con un’oretta di ritardo dall’aeroporto di Bologna. Il volo, forse per la prima volta, è abbastanza tormentato, per oltre un’ora subiamo una forte turbolenza che fa ballare non poco l’aereo tra la paura e le grida di qualche passeggero spaventato, piano piano si torna alla normalità. Arriviamo a Gran Canaria senza riuscire a recuperare tempo, se non qualche minuto, ma finalmente la vacanza è iniziata.
Al banco di Auto Reisen la procedura per il ritiro dell’auto è velocissimo, tanto che io ho le chiavi dell’auto in mano ancora prima che arrivino le valige al rullo. Ci consegnano una Seat Ibiza con 70000 chilometri, un pochino malandata, ma per quello che la paghiamo va benissimo. La recuperiamo al garage del piano interrato dell’aeroporto e si parte finalmente in direzione sud.
Mezz’ora di autostrada comoda e gratuita che ben ricordiamo, tanto che il navigatore dello smartphone ci serve praticamente solo una volta usciti dall’autostrada per trovare l’hotel, che non fatichiamo troppo a trovare, vedendone le sue cinque torri direttamente dall’autostrada, poco prima di uscire dallo svincolo.
Arriviamo all’ora di cena, il tempo di sistemare i nostri bagagli nella camera del Waikiki che ci hanno assegnato nella torre C e facciamo giusto in tempo a capire un attimo dove si trovano le varie zone dell’hotel che ci interessano, poi andiamo a cena e poi siamo già pronti per la prima passeggiata serale verso le nostre amate dune di Maspalomas, che rivediamo con grande emozione, avendoci lasciato un ricordo indelebile nel primo viaggio.
Il secondo giorno siamo già pronti per vivere la nostra vacanza, molto particolare soprattutto per mia moglie che si era rotta un dito quindici giorni prima di partire e quindi era in vacanza con avambraccio e due dita bloccate da due stecche di Zimmer e da una fasciatura rigida che immobilizzava tutto l’arto. Non si è demoralizzata e, con una specie di guantone protettivo che copriva tutta la fasciatura era pronta a vivere la sua vacanza di mare e così è stato non perdendosi nemmeno un bagno nel freddo Oceano a cui comunque ci siamo abituati presto.
Primo giorno abbiamo provato ad usare la navetta dell’hotel, che in realtà è la corsa gratuita in un bus convenzionato con sei hotel della zona che porta, a seconda degli orari, nella spiaggia di Playa del Ingles oppure in quella accanto al faro di Maspalomas. Per il primo giro prendiamo la prima corsa disponibile che, poco dopo le 9 del mattino, porta a Playa del Ingles, dove ritroviamo la lunga spiaggia a quell’ora quasi deserta, che si riempie di turisti a mano a mano che passano le ore fino a diventare affollatissima nelle prime ore del pomeriggio. Facciamo la prima delle tante lunghe passeggiate nella spiaggia fino ad arrivare nel tratto che accosta le dune e ci fermiamo a riposarci e anche a rotolarci nelle dune che ritroviamo così anche con la luce del sole.
Il tempo è bello, l’ideale, caldo ma non troppo, sui 26-27 gradi e una leggera brezza non certo fastidiosa, che attenua il calore. Il clima è rimasto piacevole per tutta la vacanza, solo un paio di giorni il caldo è leggermente aumentato e forse solo in un’occasione il vento ha dato fastidio tanto che hanno dovuto mettere le protezioni davanti agli ombrelloni (sempre pronte) per evitare che la sabbia finisse negli occhi dei bagnanti, ma comunque siamo stati davvero fortunati come clima.
Per tutta la vacanza abbiamo, in linea di massima seguito lo schema di andare in giro per l’isola al mattino e poi restare in spiaggia a Playa del Ingles al pomeriggio, andando verso la spiaggia in macchina, più comoda rispetto agli orari prefissati della navetta e abbiamo anche sempre trovato un parcheggio gratuito piuttosto comodo appena sopra il Paseo, poi facendo la scalinata a piedi si arriva in spiaggia in pochi minuti.
Il secondo giorno quindi siamo pronti per partire alla (ri)scoperta dell’isola. Iniziamo subito andando verso una spiaggia che non avevamo visto la vacanza precedente, Anfi del Mar. Si arriva a Arguineguin in una ventina di minuti di auto e poi dopo qualche tornante si è nel piccolo villaggio prettamente turistico di Anfi del Mar. Parcheggiamo in un garage al coperto a pagamento che sovrasta la spiaggia che appare splendida, bianca, molto più chiara di quella di Playa del Ingles o Maspalomas, con un sacco di grandi palme che danno l’impressione di essere in un angolo dei Caraibi piuttosto che in un’isola dell’Oceano Atlantico orientale. Scendiamo una lunga scalinata a piedi (ci sarebbe anche un ascensore) e ci piazziamo nella spiaggia ancora abbastanza deserta. Qua, come in tutte le spiagge dell’isola c’è sia la possibilità di noleggiare ombrellone e lettini (sempre molto economici, dai 2.5 euro a pezzo al giorno di Playa del Ingles e Maspalomas ai 4 euro di Anfi e Amadores), sia la possibilità di mettersi autonomamente dove si vuole anche potendo usare un proprio ombrellone.
La spiaggia è piuttosto piccola, molto carina, sicuramente bella da vedere con un mare limpido e invitante anche se molto freddo almeno al mattino presto, ma a noi manca soprattutto la possibilità di fare lunghe passeggiate nel bagnasciuga che adoriamo. Facciamo un giro nel piccolo paese, tutti grandi hotel e qualche negozietto e poco più e poi finalmente ci tuffiamo nell’Oceano, Debora, con il suo guantone blu che fa paura a qualche bimbo che la vede, ma le permette di fare il bagno senza problemi. Sarà il primo di tantissimi bagni in un’acqua che ogni giorno, probabilmente per abitudine ci sembrerà sempre meno fredda. Lasciamo Anfi con la sensazione di un luogo un pochino costruito ad arte e meno naturale di altri, ma indubbiamente molto suggestivo.
Al pomeriggio, come faremo quasi sempre, andiamo al mare (un pochino mosso quasi tutti i giorni) a Playa del Ingles e poi piscina dell’hotel nel tardo pomeriggio, quando i clienti tedeschi vanno a cena molto presto, alle 18.30, noi ci godiamo la piscina quasi vuota altrimenti sempre pienissima e con tantissimi bambini, che pure avevano la loro splendida piscina in un’altra zona anche con giochi acquatici. Poi, la sera, solito giro sulle dune di Maspalomas, sono talmente tante che ogni sera potevamo decidere un percorso diverso, qualche volte le abbiamo attraversate tutte fino al mare per poi tornare via spiaggia verso il centro, altre volte siamo andati in direzione del faro, altre ancora ci siamo fermati a “scalare” le dune più alte per poi tornare verso la base, insomma anche con l’aiuto del sole ancora alto fin oltre le 21.00, prima di un tramonto ogni sera sempre più bello e suggestivo abbiamo avuto sempre modo di esplorare nuove parti delle dune.
Per la seconda uscita decidiamo di andare nella spiaggia più bella nel ricordo della vacanza precedente, Playa de Amadores, sempre nel sud dell’isola, pochi chilometri dopo Anfi. Ci si arriva molto facilmente, l’uscita dell’autostrada GC-1 è quella di Puerto Rico e poi c’è il bivio che porta proprio davanti alla splendida caletta di Amadores. Il parcheggio è gratuito (arrivando presto alla mattina) proprio davanti alla spiaggia. Il luogo è veramente suggestivo e emozionante soprattutto al mattino presto con la spiaggia gialla quasi completamente deserta e ancora più suggestiva è la camminata nel Paseo che porta a piedi a Puerto Rico.
È poco più di un chilometro in un sentiero asfaltato molto comodo da fare anche se con tanti saliscendi, in posizione leggermente rialzata quindi a picco sul mare con la vista dell’Oceano che si estende all’infinito. Le due calette di spiaggia e mare calmissimo di Amadores e Puerto Rico sono divise da tratti di mare impetuoso con le onde che si scagliano sulle rocce, popolate da granchi giganti rossi e neri. Facciamo con calma, godendoci il panorama tutta la passeggiata, alla fine ci fermiamo qualche minuto davanti alla spiaggia di Puerto Rico che si sta popolando di gente che arriva dalla tante case affittate in zona e poi riprendiamo il percorso contrario per tornare ad Amadores, che nel frattempo si è riempita di gente come era lecito aspettarsi.
Prendiamo posto e dopo esserci riposati un po’ sotto il sole, facciamo il bagno nel mare limpidissimo e splendido di Amadores per poi tornare in hotel in tempo per trovare ancora il ristorante aperto per il pranzo. Solito pomeriggio tra mare e piscina, serata con una fantastica e gustosissima paella preparata in una teglia immensa e poi rotolamento nelle dune.
Il giorno seguente decidiamo di andare a ritrovare un altro posto che ci era rimasto nel cuore, Mogan, un borgo fatto da casette tutte bianche, che si innalza su una collinetta a picco sul mare dove un porticciolo con tante piccole barche confina con un’altra bella spiaggia che ha la forma tondeggiante di una caletta riparata dal vento che garantisce sempre mare calmo.
Noi ci alziamo sempre presto e alle 9 in genere siamo già nella spiaggia o nel luogo che desideriamo visitare e in questo modo riusciamo a goderci lo spettacolo di scenari naturali suggestivi ben prima che la grande massa di persone arrivino, ma questa volta restiamo stupiti dal trovare già la mattina presto un notevole numero di persone che sono in riva al mare a Mogan. Il motivo è che quel giorno era prevista una importante competizione sportiva, la traversata a nuoto da Tautito a Mogan, gara di mondo in mare aperto molto nota alle Canarie con tantissimi partecipanti, 1500 metri tra le onde dell’Oceano, oltre a diverse gare per ragazzi e bambini ovviamente molto più brevi. Nella spiaggia di Mogan era previsto l’arrivo e tutto era pronto per aspettare i nuotatori con una struttura eretta proprio in riva al mare. La musica a tutto volume di sottofondo con diversi annunci del presentatore intrattenevano chi era arrivato per assistere alla gara e tutti i turisti come noi, trovatisi lì per caso.
Arrivando presto abbiamo comunque trovato un posto in riva al mare e, prima di fare il bagno, decidiamo di fare una delle più faticose, ma anche più belle passeggiate, quella, non molto lunga, ma con un dislivello pazzesco, che porta in cima alla collinetta che sovrasta il paese, da dove si ammira un panorama fantastico su tutto il golfo. Ci incamminiamo subito e attraversando le viuzze che accostano le casette bianche e i piccoli negozietti del paese arriviamo in una mezz’oretta di cammino in cima al belvedere. Il tempo di sederci, quasi sfiniti e poi tante tante foto per immortalare uno dei paesaggi emblematici di quest’isola. La ridiscesa verso la spiaggia è ovviamente meno faticosa della salita ma bisogna stare attenti a non scivolare visto che le stradine sono davvero ripide.
Arriviamo giusto in tempo in spiaggia per entrare nell’acqua, con la musica dell’organizzazione della traversata che si alterna alle voci dello speaker che annuncia l’imminente arrivo dei nuotatori. Facciamo il bagno e usciamo proprio per assistere all’arrivo dei concorrenti, che si rivela molto emozionante perché a vincere è Carmelo Santana Sanchez, un nome che non vi dirà assolutamente nulla, come non lo diceva a noi, ma il suo arrivo davanti a tutti ha lasciato i tanti turisti con il fiato sospeso perché intanto Carmelo è molto più grande della maggior parte dei muscolosi atleti che partecipavano alla gara, ma soprattutto perché Carmelo è senza una gamba e i suoi saltelli con una gamba sola per sprintare per arrivare prima nella decina di metri di spiaggia prima di tagliare il traguardo per primo sono stata una delle cose più emozionanti di questa vacanza. Dopo l’arrivo si è infilato una protesi e sembrava avere molta più energia dei tanti ragazzi arrivati dopo di lui. Un esempio di forza di volontà e tenacia che ha stupito tutti. Ho poi scoperto che è stato campione paralimpico di nuoto di fondo ed ha fatto numerose traversate anche molto più lunghe. Sono contento di averlo visto, anche se in modo del tutto casuale.
Con ancora negli occhi quelle immagini emozionanti siamo tornati verso Maspalomas nel nostro hotel e nel pomeriggio abbiamo fatto una passeggiata nel senso opposto del solito ovvero non verso le dune di Maspalomas, ma questa volta verso San Agustin arrivando fino alla Playa de Las Burras, spiagge forse più tranquille e meno affollate rispetto a Playa del Ingles ma anche con meno sabbia a disposizione e più zone rocciose. Per tornare indietro facciamo il Paseo che, esattamente come dal lato che facciamo tutte le sere verso le dune, anche in questa zona viaggia parallelo alla spiaggia in zona rialzata una ventina di metri più in alto della spiaggia e ogni tanto ci sono le scalette che portano al mare.
Siamo già arrivati al primo week end e, per evitare troppa gente in giro, comprese le gite domenicali dei locali residenti a Las Palmas, decidiamo di restare in zona, facendo però entrambe le mattinate lunghe passeggiate in riva al mare, tra la spiaggia di Playa del Ingles e il faro di Maspalomas. Per uno strano fenomeno legato alle maree la spiaggia nel giro di poche ore si allunga e restringe anche di parecchi metri. Con la bassa marea, al mattino presto, è molto più comodo passeggiare sul bagnasciuga perché si riescono a evitare i sassi che sono in alcuni punti inevitabili quando la marea è alta e quindi fare anche alcuni chilometri sulla lunga spiaggia diventa una delle sensazioni più piacevoli di questa vacanza.
La domenica pomeriggio ci prendiamo anche un paio di ore per cercare una lavanderia self-service per lavare e asciugare un po’ di bucato, mentre la sera facciamo il solito giro in mezzo alle dune di Maspalomas, con il tramonto che ogni sera diventa sempre più spettacolare. In un giretto tra i vari negozietti ci siamo lasciati contagiare anche dalla moda dei materassini gonfiabili. Nessun fenicottero o cigno, belli da vedere, ma sicuramente scomodi e ingombranti da spostare, ma abbiamo preso un bel materassino grande e colorato che riusciamo anche a portare in macchina nei vari spostamenti.
La seconda settimana l’abbiamo inaugurata con la gita a Puerto Rico, località turistica, già vista a piedi nella passeggiata da Amadores. Questa volta arriviamo direttamente a Puerto Rico, il parcheggio è a pagamento ma molto vicino alla spiaggia. Facciamo la solita passeggiata nei dintorni, dove c’è anche il porticciolo con l’imbarco per le tantissime escursioni in mare. Siamo tentati dal fare nei giorni successivi l’escursione alla ricerca di delfini e balene, ma alla fine desistiamo temendo il mare mosso e il conseguente mal di mare. La spiaggia è molto grande a Puerto Rico, arriva, come al solito, molta gente, ma c’è ampiamente spazio per tutti. Il mare è pulito e calmo e il bagno è molto piacevole anche perché inizia a fare abbastanza caldo, una delle prime occasioni in cui il caldo si è fatto sentire in modo leggermente fastidioso.
Ormai abbiamo visto tutte le spiagge che volevamo vedere, comprese Taurito e Tauro, di passaggio, quindi non resta che tornare in quella che ci è piaciuta di più, e la scelta e facile e conferma le impressioni del 2016, è sicuramente Playa de Amadores. Torneremo altre due mattinate ad Amadores, spiaggia davvero incantevole con il plus della passeggiata che porta a Puerto Rico a picco sul mare in una scenario da favola.
Quest’anno decidiamo di non tornare a Las Palmas, la capitale dell’isola, già vistata bene la scorsa volta che non ci aveva entusiasmato, una città molto frequentata e con la spiaggia di Las Canteras, secondo noi, molto meno affascinante di quelle a sud dell’isola.
Decidiamo quindi di fare un’escursione in montagna, andando verso il centro dell’isola, diretti verso la punta più alta dell’isola e una tra le più alte di tutte le Canarie, la cima di Roque Nublo. Andiamo questa volta di pomeriggio per avere più tempo a disposizione, pranziamo presto e partiamo subito verso i duemila metri di Roque Nublo.
La strada inizia presto a salire e i tornanti a comparire all’improvviso davanti a noi. Non abbiamo fretta e andiamo lentamente cercando di gustarci il panorama che si trasforma molto rapidamente, passando da quello tipico di una zona balneare a quello di alta montagna con curvoni che lasciano intravedere lo strapiombo sotto di noi e attorno solo rocce brulle e tante tante montagne.
Nella strada si attraversano paesini caratteristici, che sembrano essere rimasti fermi nel tempo al secolo scorso, ben lontani dalla confusione e dalla moltitudine di turisti e di costruzioni residenziali di Playa del Ingles. Il primo di questi è Fataga, un delizioso villaggio di casette bianche che sembrano incastrarsi l’una sull’altra. Tutte le case hanno balconcini in legno pieni di fiori colorati e appariscenti, le stradine sono lastricate di pietra. Tutto lascia intendere che qua la vita scorra molto lentamente e serenamente. Ci fermiamo qualche minuto ad ammirare questo borgo a pochi chilometri dalla grande spiaggia ma lontanissimo anni luce da quello che abbiamo visto per dieci giorni finora.
Proseguendo si trovano capanne con i cammelli evidentemente pronti ad aspettare i turisti per il classico giro, poi altri ristoranti più o meno originali quasi incastonati nelle rocce che ormai la fanno da padrone dello scenario in cui siamo. Si superano ponti che sembrano avere millenni ma ancora resistono, accampamenti rurali che sembrano ancora essere utilizzati, diverse botteghe artigianali per la produzione di prodotti a base di aloe vera e ancora qualche casetta sparsa che sembra abbandonata ma che invece probabilmente ospita qualcuno che preferisce ancora vivere a contatto con la natura.
L’ultimo tratto è quello più ripido e pieno di tornanti, che a volte costringono la nostra macchina a una enorme fatica e anche a mettere la prima. Finalmente dopo un’ora e un quarto di guida arriviamo al piccolo parcheggio di fronte al sentiero che porta a Roque Nublo. Troviamo posto senza problemi e appena scesi dall’auto, sentiamo l’enorme differenza tra l’aria condizionata che avevamo dentro e il caldo soffocante che invece c’è all’esterno.
Qualche recensione di questo luogo ci aveva messo in guardia per il possibile freddo rispetto alla costa visto che siamo saliti di duemila metri di dislivello e invece troviamo caldissimo, altre 4-5 gradi in più rispetto a Maspalomas e non tira un filo di vento.
Capiamo subito che ci aspetterà una passeggiata molto faticosa lungo il sentiero che porta a Roque Nublo che deve essere fatto necessariamente a piedi, ma ormai siamo lì e non vogliamo certo rinunciare. Forza e coraggio e si parte !!!
Il primo tratto è il meno faticoso, poi, man mano che si sale, il sentiero diventa sempre più impervio e ripido e la fatica e il caldo soprattutto si fanno sempre più forti, ma, con qualche pausa nello poche zone in ombra che troviamo, dopo una quarantina di minuti arriviamo finalmente davanti alle due grandi rocce di Roque Nublo.
Le rocce sono davvero altissime. Da lontano non sembra, ma da vicino fanno veramente impressione come fa impressione il paesaggio attorno, tutto brullo con arbusti altissimi che coprono lo strapiombo verso la valle.
Ci fermiamo una mezz’oretta anche per smaltire la fatica e poi piano piano riprendiamo il cammino in discesa, un pochino meno faticoso, ma comunque impegnativo anche perché bisogna sempre fare attenzione a non cadere scivolando nelle rocce. Riprendiamo quindi la macchina e torniamo verso Maspalomas fermandoci in un punto panoramico dove si riescono a vedere le dune anche a decine di chilometri di distanza.
Arriviamo in hotel stanchissimi, è già ora di cena, ma assolutamente soddisfatti per essere riusciti a fare questa escursione così impegnativa.
La sera del 27 luglio facciamo in tempo ad ammirare l’eclissi di luna dalle dune di Maspalomas, osservatorio privilegiato che porta tantissima gente pronta per immortalare la luna rossa, che, come qualche volta accade, è però forse meno bella di quello che ci si poteva immaginare.
La vacanza vola tra altre passeggiate sulla spiaggia e giri nel paese che siamo quasi arrivati in fondo. Ci resta da tornare un paio di volte dall’altro lato di Maspalomas, quello verso il faro, una volta autonomamente, una volta con il bus dell’hotel e poi torniamo ancora un’altra volta a Playa de Amadores e infine decidiamo di fare un’intera giornata nella spiaggia di Playa del Ingles noleggiando lettini e ombrelloni e sfidando il mare che in questi ultimi giorni di vacanza è diventato parecchio mosso.
L’ultima “impresa” che volgiamo fare in questa vacanza è quella di attraversare tutte le dune a piedi partendo da Playa del Ingles arrivando al faro di Maspalomas, tutto a piedi dal lato della spiaggia passando sopra le dune. Sono circa 4.5 Km, ma ovviamente il percorso è tutt’altro che comodo da fare.
Ci alziamo presto la domenica mattina, andiamo in macchina fino alla spiaggia e poi partiamo per la nostra piccola grande avventura. Il piano è arrivare alle 11.30 al faro e poi prendere il bus che porta in hotel, piano B di emergenza sarebbe quello di tornare in taxi, ma non ce ne è stato bisogno, perché abbiamo camminato benissimo e senza problemi, con qualche pausa coricati nelle dune, siamo arrivati alla fine del nostro cammino in ampio anticipo e, prima di salire in bus abbiamo anche avuto il tempo di fermarci un po’ nella spiaggia di Maspalomas.
Felici per essere riusciti a portare a termine anche questa impresa, recuperiamo poi la macchina nel pomeriggio andando sempre con il bus dell’hotel verso la spiaggia di Playa del Ingles e poi tornando appunto con la nostra macchina che era lì dalla mattina.
Ormai la vacanza è finita ci resta solo l’ultima mattinata che passiamo a rilassarci in piscina, dopo aver riordinato i nostri bagagli e ritorniamo con calma verso l’aeroporto, dove, dopo aver lasciato la macchina a noleggio, aspettiamo il nostro volo Ryanair che, puntuale, ci riporta a Bologna in serata.
È stata una vacanza molto piacevole e emozionante anche rispetto alle più rosee aspettative, il prossimo anno cercheremo probabilmente una meta nuova in cui non siamo mai stati, ma non mi sento affatto di escludere per il futuro un terzo viaggio a Gran Canaria.