Budapest è una di quelle città situate in quella parte di Europa tra Est e Ovest con influenze europee, ma anche sovietiche e persino turche, che non abbiamo mai visitato. Quindi appena trovo i voli ad un ottimo prezzo, non ci penso troppo e prenoto per 4 giorni nella capitale dell’Ungheria.
Parto da Bergamo con Ryanair, volo puntuale e rapido in meno di un’ora e mezza siamo già a Budapest e il bagaglio arriva sul nastro prima ancora noi. Decidiamo subito di fare l’abbonamento ai mezzi pubblici nel piccolo sportello dell’azienda dei trasporti che è subito sulla destra appena usciti dall’area protetta dell’aeroporto. Scopriamo che la bimba può fare un abbonamento speciale per studenti che dura un mese e comunque costa meno di quello da 72 ore standard.
Per arrivare in centro si prende il bus 200E appena fuori dal terminal che (facendo molte fermate) arriva al capolinea sud della metropolitana M3 in circa mezz’ora. A quel punto per andare verso l’hotel scelto ci serve un’altra mezz’oretta di metro cambiando a Deak Ferenc Ter, il principale snodo della metro di Budapest, dove passato le linee 1, 2 e 3. A quel punto con due fermate di linea rossa siamo a Blaha Lujza Ter e finalmente scendiamo per cercare l’hotel. E’ molto vicino alla grande piazza, dobbiamo solo riprendere il sottopasso e scegliere un’altra uscita per essere dalla parte giusta.
Abbiamo scelto l’Hotel Ibis Budapest City, perché avevamo trovato un’ottima offerta che ci consentiva di avere il terzo letto aggiunto sostanzialmente gratis. L’hotel è ben tenuto, molto pulito in una posizione non centralissima ma molto vicino sia alla metro che a molti tram e bus. Arrivando con la metro bisogna prendere il sottopasso H per arrivare direttamente a pochi metri dall’ingresso dell’hotel. Staff disponibile e cordiale. Colazione piuttosto essenziale come anche le dotazioni della camera. Ottimo rapporto qualità prezzo anche per chi viaggia in famiglia avendo la possibilità di avere il letto aggiunto in camera per il figlio sostanzialmente gratis. Wi fi gratuito molto veloce. Cassetta di sicurezza disponibile gratuitamente alla reception. Late check out a soli 10 euro consente di avere a disposizione la camera fino a tarda sera, opzione utilissima per chi ha il volo molto tardi come noi l’ultimo giorno di permanenza.
Il tempo di sistemare le valige e decidiamo subito di andare verso il centro di Budapest, rifacciamo le due fermate di metro verso Deak Ferenc e poi proseguiamo a piedi verso il Danubio.
Per prima cosa cerchiamo un ufficio cambi per convertire euro in fiorini ungheresi. Ce ne sono davvero tanti in zona, tutti con i cambi (e le eventuali commissioni) esposte. Cerchiamo quello che ci sembra più conveniente e così ci mettiamo in tasca un po’ di fiorini.
Senza dover camminare molto arriviamo al grande Ponte delle Catene, uno dei simboli di Budapest. E’ il Ponte che unisce Pest con Buda, è sorretto da grandi piloni e appunto da pesanti catene da cui il nome. E’ un nodo importante della città, sempre trafficato sia di auto che di pedoni che lo attraversano in entrambe le direzioni, Decidiamo di non attraversarlo, lo faremo il giorno seguente e di restare nella zona pedonale di Pest per finire il giro centrale che ci eravamo prefissati.
Proseguiamo quindi sul lungo Danubio, ammirando da lontano l’imponente Palazzo Reale che si trova sulla collina di Buda, proprio di fronte a noi. Prima di arrivare al Ponte Petofi, ci spostiamo verso il centro di Pest per arrivare rapidamente in Vaci Utca, la principale via pedonale del centro di Pest, è la zona più animata della città, luogo di ritrovo e di passaggio di tanti turisti ma anche di budapestini che trascorrono in compagnia un sabato pomeriggio di fine estate. E’ piena di locali di ogni genere, ristoranti, pub, caffè e di tanti negozi, da quelli eleganti o di grandi firme e quelli di souvenir o comunque di merce molto economica. Questo è il posto dove Budapest assomiglia di più a tante capitali europee occidentali, sempre in movimento e animate da continui movimenti di persone. Quasi tutte le altre zone di Budapest che vedremo invece saranno caratterizzate da una grande calma, da silenzio e tranquillità in una atmosfera un po’ antica di altri tempi e altre situazioni. Entriamo in qualche negozio di Vaci Utca un po’ distrattamente e velocemente riproponendoci di tornare nei giorni successivi, ma purtroppo il tempo inclemente non ce ne darà più la possibilità. Peccato.
Siamo ormai stanchi e affamati, facciamo una rapida cena e poi torniamo in hotel.
La domenica ci svegliamo molto presto come sempre quando siamo in vacanza e dopo una abbondante colazione il programma prevede la visita della collina di Buda. Andiamo come sempre fino a Deak Ferenc in metro e poi a piedi verso Roosvelt Ter e il Ponte delle Catene che questa volta attraversiamo tutto a piedi, fermandoci più volte per fare le fotografie al Danubio e ad entrambi i lati di Buda (con il panorama del Palazzo Reale, della Chiesa di Matyas e del Bastione dei Pescatori) e di Pest (con il panorama del Parlamento). Fatto tutto il Ponte delle Catene ci ritroviamo a Clark Adam Ter, l’inizio di Buda e a questo punto per salire fino al Palazzo reale e alla collina della fortezza ci sono diverse possibilità: ovviamente andare a piedi ma la strada sale in modo molto ripido, prendere una funicolare che proprio da Clark Adam Ter porta direttamente davanti al Palazzo Reale, che però non è compresa con l’abbonamento dei trasporti oppure prendere il piccolo bus numero 16 che, arrivando da Pest (Deak Ferenc), attraversa tutte le strette vie del centro storico di Buda. Scegliamo questa ipotesi e prendiamo il bus in Clark Adam proprio alla fine del Ponte delle Catene e scendiamo dopo qualche fermata a Disz Ter, la fermata più vicina al Palazzo Reale.
Si attraversa la Porta di Vienna e ci si ritrova in quello che spesso viene definito Castello di Buda, in realtà è un borgo fortificato tutto attorniato dalle mura con all’interno appunto il grande e maestoso Palazzo Reale che domina tutta la collina. Da qua fra l’altro c’è uno splendido panorama di Pest, di tutto il Danubio con i suoi ponti, dell’isola Margherita situata tra due rami del Danubio e del Parlamento situato dal lato opposto rispetto al Danubio. Attorno al palazzo stanno allestendo alcune bancarelle, che rendono un po’ troppo turistica la zona anche se resta intatta l’atmosfera storica del luogo. All’interno adesso il Palazzo ospita tre musei: la Galleria Nazionale, il Museo Storico Ungherese e una Biblioteca Storica, che non visitiamo. Ci spostiamo dall’altro lato del Palazzo Reale per ammirare la grande fontana di Matyas e poco dopo, abbastanza casualmente, riusciamo a vedere anche un cambio della guardia, piuttosto sobrio con qualche rullo di tamburi e una serie di formule recitate dai militari.
Le prossime tappe della visita a Buda sono il Bastione dei Pescatori e la chiesa di Matyas, decidiamo di raggiungerli a piedi camminando tra le strette stradine della città fortificata. Dopo qualche saliscendi arriviamo alla grande piazza antistante la Chiesa di Matyas e il Bastione, che visitiamo subito pagando un biglietto di pochi euro. Il grande Bastione non ha scopi difensivi come si potrebbe credere ma puramente estetici, si può salire solo su alcune torrette (altre sono in restauro) e da lì si può godere di una splendida vista su tutto Pest. Il giro comunque è molto breve, giusto il tempo di scattare qualche foto. La chiesa di Matyas invece la domenica mattina è chiusa, apre alle 13.00, lo sapevamo, il programma era di girare per le viuzze di Buda e aspettare l’apertura, ma purtroppo e improvvisamente, appena facciamo un po’ di strada attraverso Buda inizia a piovere anche piuttosto forte.
Proviamo ad aspettare riparandoci in qualche modo in alcuni negozi ma non c’è verso che smetta, allora decidiamo di rinunciare e tornare verso Pest, pensando di poter visitare la grande Basilica di Santo Stefano che dovrebbe essere aperta tutti i giorni. Arriviamo tra una corsa e l’altra per evitare la pioggia ma anche questa grande chiesa non è visitabile perché è in corso una Messa, a cui assistiamo per un po’, in parte per curiosità e in parte per ripararci al coperto dalla pioggia. Non smette di piovere e ci dobbiamo arrendere a tornare in hotel dopo aver mangiato qualcosa per cambiarci gli abiti bagnati e asciugarci un po’.
Il pomeriggio della domenica avevamo in programma di andare a rilassarci alle terme, dopo le “fatiche” delle camminate di Buda, anche perché tra l’altro le previsioni meteo per il lunedì erano ancora peggiori di quelle della domenica. Purtroppo continua a piovere quindi iniziamo a ragionare su qualcosa di alternativo e quando sembra che orami dovremo rinunciare alle terme, ecco che affacciandoci alla finestra dell’hotel vediamo che non piove più.
Non ci pensiamo troppo (anche perché il lunedì per ragioni meteorologiche e il martedì perché giorno della partenza, non saremmo potuti andare), decidiamo di mettere nello zaino costumi, asciugamani e ciabattine e partire con la metro in direzione delle grandi Terme Szechenyi.
E’ un grande complesso con tantissime piscine coperte a temperatura variabile, e con diverse proprietà terapeutiche peraltro difficili da capire visto che le scritte sono solo in ungherese. Invece accanto a ogni vasca c’era l’indicazione molto utile della temperatura dell’acqua. Molte saune dislocate nelle varie zone e tre grandi piscine all’aperto, sempre con acqua calda anche se a diverse temperature, quella centrale riservata a chi vuole nuotare con le cuffie obbligatorie, una grande con tantissimi giochi d’acqua, idromassaggi, spruzzi a “sorpresa” e anche un mulinello d’acqua che attirava verso un vortice centrale. Infine un’ultima grande vasca a temperatura ancora più calda (mi pare 28 gradi) per il rilassamento con un solo getto d’acqua al centro della piscina. Pagando l’ingresso si può accedere a tutte le vasche sia interne che esterne. Essendo piovuto molto fino a poche decine di minuti prima gli accessi alle piscine esterne sono un po’ scivolosi e l’acqua un po’ sporca. Nonostante la giornata non proprio bella c’è molta gente, turisti ma soprattutto locali, di ogni età che evidentemente hanno l’abitudine di trascorrere qua la domenica pomeriggio. Noleggiamo con pochi fiorini in più rispetto al semplice ingresso anche una cabina dove ci cambiamo e lasciano le nostre cose. Per aprirla c’è un braccialetto elettronico quindi non serve nemmeno portarsi dietro la chiave. Prima facciamo un giro nella zona coperta entrando ogni tanto in qualche vasca e poi decidiamo di stabilirci nella grande vasca esterna con i giochi d’acqua. Effettivamente si sta molto bene e ci si diverte anche con i vari spruzzi che escono in modo sempre variabile. Poi proviamo un po’ anche l’altra grande piscina all’aperto e alla fine rimaniamo quasi 3 ore che passano molto velocemente. Il problema è uscire perché la differenza tra temperatura dell’acqua e quella esterna è notevole. Cerchiamo di asciugarci il più possibile anche con i vari phon attaccati alle pareti dislocati in diverse aree e torniamo con la metro in hotel per lavarci e asciugarci per bene. Ci voleva proprio un pomeriggio del genere dopo la mattinata a correre a ripararsi dalla pioggia.
Per fortuna il tempo regge e allora ripartiamo per il centro per mangiare e soprattutto vedere un po’ di Budapest con le luci della sera. Ci fermiamo al ristorante – pizzeria “Ciao ciao” situato tra Deak Ferenc e la Basilica di Santo Stefano e dopo aver cenato andiamo verso il Ponte delle Catene che è bellissimo con le illuminazioni, lo ripercorriamo ancora a piedi in entrambi i sensi tornando quindi poi a Roosvelt Ter. Poi ripercorriamo un bel tratto di lungo Danubio sia verso il Parlamento che verso il ponte Petofi. In tutto il tragitto possiamo ammirare il Palazzo Reale, la Chiesa di Matyas e tutta la zona fortificata di Buda illuminata, un paesaggio davvero incantevole, ancor più bello di quello che appare nelle foto delle guide.
Vorrei fare qualche giro nelle via centrali ma la bambina è stanca e allora torniamo in hotel. E la scelta è stata fortunata perché appena usciamo dalla stazione della metro di Blaha Lujza Ter a pochi passi dal nostro hotel, ricomincia a piovere intensamente. Andiamo a letto sperando che il giorno successivo il meteo sia un po’ più clemente rispetto alle previsioni.
Purtroppo però al mattino piove già piuttosto forte, abbiamo comunque predisposto un programma con buona parte di attività al coperto. Prendiamo i nostri ombrellini e alle 9 in punto siamo davanti alla Basilica di Santo Stefano per aspettare l’apertura per visitare la Chiesa più grande di Budapest.
L’ingresso è gratuito, ma chiedono un’offerta di 200 HUF (meno di 1 euro) che lasciamo volentieri. La Chiesa è veramente grande e maestosa, l’interno è decisamente fastoso anche se non mancano zone più spoglie. Vi hanno lavorato tanti artisti diversi e si vedono quindi tanti stili.
In una Cappella laterale è conservata la “Santa Destra”, la reliquia della mano destra di Santo Stefano, il primo re ungherese cristiano.
Il prossimo appuntamento della giornata è fissato da tempo. E’ la visita del Parlamento che abbiamo prenotato da alcuni giorni con la guida (obbligatoria) in italiano. Si prenota dal sito http://www.jegymester.hu/eng/Production/480000/Parliament-visit e poi col ticket stampato basta presentarsi ai controlli di sicurezza ed attendere il proprio gruppo. Noi avevamo prenotato la visita alle 10.15. Arriviamo con un discreto anticipo anche perché fuori continua a piovere e aspettiamo il nostro turno. La visita è abbastanza veloce, dura una quarantina di minuti e si possono vedere 5 stanze, tra cui l’emiciclo che ospita una delle due Camere, quello che noi definiremo “transatlantico” per le conferenze stampe e l’incontro con i giornalisti, la grande scalinata di accesso e la sala della Cupola che ospita la corona originale portata da tutti i re ungheresi. La guida è preparata e risponde anche ad alcune domande anche se, per motivi di tempo, tende ad andare piuttosto velocemente.
Finita la visita all’interno del Parlamento, dall’esterno facciamo alcune foto sotto la pioggia battente alla struttura, già ammirata da diverse angolazioni, soprattutto dalla collina di Buda e poi attraversando la strada, proprio di fronte al Parlamento, ci fermiamo in un attimo di raccoglimento davanti alla toccante rappresentazione delle “Scarpe sul Danubio” in memoria di tutti i caduti ungheresi delle guerre.
Dal giorno precedente ci resta da vedere l’interno della Chiesa di Matyas, che di domenica mattina era chiusa. Riprendiamo il piccolo bus numero 16 e torniamo a Buda, scendendo proprio davanti alla Chiesa. L’ingresso è a pagamento, facciamo il biglietto familiare e con 3000 HUF entriamo tutti e tre. La chiesa di Matyas, dedicata al re Mattia Corvino è molto più piccola della Basilica di Santo Stefano, vista poche ore prima, ma davvero molto molto bella e ricca di tanti stili diversi al suo interno. Nella cripta e nelle cappelle laterali a cui si accede salendo ripidi scalini si trovano antichi ornamenti, un piccolo tesoro di paramenti sacri e una copia della Corona e dello scettro di Santo Stefano, la cui versione originale avevamo visto poco prima al Parlamento.
Purtroppo continua a piovere fortissimo così decidiamo di tornare in hotel per mangiare qualcosa e cambiarci i vestiti che si sono bagnati nonostante avessimo fatto solo visite interne e spostamenti con i mezzi.
Visto il tempo inclemente decidiamo di fare un’altra visita al coperto che avevamo lasciato di “riserva”, andiamo al Mercato Centrale coperto. E’ il più grande dell’Ungheria e uno dei più grandi di Europa. E’ situato in un edificio storico, disposto su tre piani. Al piano sotterraneo c’è un mercato dedicato quasi esclusivamente al pesce, al grande piano centrale invece ci sono bancarelle di prodotti alimentari con prodotti tipici ma anche normalissima frutta, verdura e alimentari vari e invece al piano superiore ci sono bancarelle di souvenir di ogni genere. I prezzi sono molto buoni, a volte si può chiedere anche un po’ di sconto e quindi (anche perché non sappiamo quanto tempo avremo ancora per girare in centro) decidiamo di prendere tutti i souvenir e i regalini che vogliamo fare.
Con tante borsine di piccole cose acquistate torniamo a riporle in hotel. Il tempo è sempre peggio ora ci sono anche tuoni e lampi, quindi rinunciamo a tutti gli altri programmi e non ci resta che finire la giornata (compresa la cena) al grande centro commerciale West End raggiungibile direttamente dal sottopasso della metropolitana alla fermata Nyugati. E’ immenso, tre piani lunghissimi di negozi e ristoranti. I prezzi dei negozi in linea con quelli italiani, ristoranti e fast food un po’ più economici. Facciamo un giro entrando qua e là dove ci ispira e poi ceniamo e infine torniamo in hotel sperando davvero che il giorno successivo il tempo cambi, perché è l’ultimo giorno e sono rimaste davvero tante attrazioni da visitare.
Ci svegliamo presto come al solito e apriamo le tende con ansia ma finalmente vediamo che non piove, non c’è nemmeno il sole ma tanto basta per renderci felici. Colazione veloce e alle 8.20 del mattino siamo già sul lungo Danubio a Buda, a Batthyany ter per aspettare il battello che svolge il trasporto pubblico lungo il Danubio. Infatti con la travelcard da 72 ore (credo anche con le altre) si ha diritto anche a salire gratuitamente (solo nei giorni feriali però) sui battelli delle linee D11 e D12 che fanno il percorso lungo il Danubio in andata e ritorno. Noi prendiamo il D12 che arriva praticamente assieme a noi. Non so se per l’orario, se per il tempo ancora incerto, per il fatto che i pendolari locali preferiscano altri mezzi di terra o rotaia per muoversi o per il fatto che la possibilità sia poco conosciuta tra i turisti, ma siamo gli unici tre passeggeri della grande barca e lo saremo per tutto il percorso. In una mezzoretta di navigazione superiamo il ponte Margherita e anche il successivo ponte Arpad e scendiamo a Meder un paio di fermate prima del capolinea, per prendere poco dopo la tratta in senso inverso e rifare il percorso fino anche a superare il Ponte delle Catene e scendere a Petofi in prossimità del ponte Elisabetta. Un’oretta di navigazione quindi nel grande Danubio gratis (compresa nella travelcard) è un’esperienza sicuramente da fare. Ovviamente ci sono molti altri modi per navigare lungo il Danubio con tantissime società di navigazione che propongono cene a bordo, audioguide e ogni genere di intrattenimento.
Prossima tappa la zona di Varosliget, un grande parco situato a nord della città. Scendiamo dalla metro a Hosok tere e siamo proprio nella grande Piazza degli Eroi l’immagine dell’epoca gloriosa della storia ungherese con il grande colonnato che raffigura statue di grandi ungheresi e la altissima colonna centrale con l’immagine dell’arcangelo Gabriele e il monumento al Milite Ignoto.
Tutto attorno altri edifici imponenti che ora ospitano il Museo delle Belle arti e una Galleria d’arte moderna. Non entriamo e ci dirigiamo verso il grande parco Varosliget arrivando in pochi minuti di passeggiata al castello di Vajdahunyad, una costruzione fiabesca che sorge in mezzo a tanti alberi e ad un piccolo lago che oggi ospita il Ministero dell’Agricoltura. Continuiamo il giro nel parco passando accanto alla bella Chiesetta di Jak e alla famosa Statua dello Sconosciuto.
Camminando ancora un po’ in mezzo al verde arriviamo fino alle Terme Szecheny dove eravamo stati con piacere due giorni prima. Ci piacerebbe entrare e immergerci nelle calde acque ma non è ovviamente possibile per ragioni di tempo.
Torniamo verso l’hotel scendendo però la fermata prima, Astoria per vedere almeno da fuori la Grande Sinagoga, la più grande d’Europa. L’interno è a pagamento e ospita un Memoriale sull’Olocausto. Purtroppo non abbiamo il tempo per visitarlo.
Torniamo in hotel, facciamo il check out e però lasciamo i bagagli in custodia perché abbiamo ancora un paio di ore di tempo prima di tornare verso l’aeroporto che decidiamo di trascorrere interamente all’isola Margherita.
E’ una vera e propria isoletta tutta verde con quasi solamente prati e alberi con una unica via centrale più parecchie viuzze tra i vari prati situata tra due rami del Danubio. Vi si accede dal ponte Margherita. E’ tutta pedonabile con il solo passaggio di pochi mezzi autorizzati e di un piccolo bus.
Appena entri c’è la possibilità di noleggiare macchinine elettriche, biciclette e bici a tre o quattro ruote. Noi prendiamo proprio uno di questi veicoli a tre posti e quattro ruote e facciamo tutta l’isola fino in fondo al ponte Arpad dalla parte opposta dell’isola, per poi tornare indietro, lasciare la bici e rifare un pezzo a piedi visitando il piccolo zoo gratuito all’interno dell’isola. E’ il vero polmone verde di Budapest, ci sono molte persone che corrono o fanno ginnastica, c’è anche un centro sportivo ricreativo con campi da tennis, basket e calcio, insomma un parco molto frequentato proprio dagli ungheresi più ancora che dai turisti.
La principale attrazione per i turisti del parco è però la fontana musicale che, ogni ora, dalle 12 in poi fa uno spettacolo di scrosci d’acqua al ritmo di musica. Ne riusciamo a seguirne due di spettacoli, sono diversi tra di loro e mescolano musica classica a rock e pop. Ogni spettacolo dura circa 15 minuti. Ovviamente tutto all’aperto e completamente gratuito.
Purtroppo è ormai ora di tornare a prendere le valige e dirigerci verso l’aeroporto. Non facciamo in tempo a tornare a passeggiare in centro come temevo. La strada verso l’aeroporto la facciamo come all’arrivo, con i mezzi pubblici. Prima la metro, per noi linea 2 e poi linea 3, fino al capolinea sud e poi il bus 200 E fino al terminal 2 da cui riparte in nostro volo Ryanair verso Bergamo.
In realtà arriviamo con ampio anticipo in aeroporto e stranamente non ci fanno nemmeno fare il check in fino a meno di 2 ore prima del volo e nell’area prima dei controlli non c’è veramente nulla da fare, nemmeno negozi, solo un piccolo bar. Poi rimaniamo ancora più sorpresi quando vediamo che il nostro gate è in una sorta di capannone fuori dall’aeroporto, dopo il controllo del documento e del foglio di volo ci fanno uscire e ci lasciano attendere una buona mezz’ora prima di salire sull’aereo (in leggero ritardo questa volta) all’aperto sotto un tendone. Meno male che non piove.
Il volo è comunque breve e dopo poco più di un’ora e un quarto siamo di nuovo in Italia.
Budapest è una città a tratti po’ antica e malinconica con ritmi molto blandi, indubbiamente da vedere anche se non mi ha appassionato tantissimo, ma forse, come spesso accade, la valutazione dipende da tante situazioni personali trovate, nel mio caso il cattivo tempo.