VIAGGIO IN EGITTO
30 GEN-05 FEB 2005
30 gennaio
Il nostro viagio inizia a Luxor (l’ antica Tebe) dopo un volo di circa 3 ore da Fiumicino. All’ arrivo ci imbarchiamo sulla motonave Lady Sophia che appartiene ad una delle catene di hotel galleggianti più importanti d’ Egitto. Costruita nel 2001, offre ai suoi ospiti un ambiente elegante e confortevole. La motonave 5 stelle lusso è composta da 75 cabine accuratamente distribuite e ben equipaggiate, dotate di ogni confort: la nostra situata sul terzo ponte, il più in alto, dispone di un’ ampia vetrata da cui godremo della splendida vista della riva destra del Nilo. Il tempo di sistemare le valigie e subito scendiamo nell’ elegante ristorante per la cena dove iniziamo a conoscere i nostri compagni di viaggio i quali non ci sembrano molto allegri (ma certamente riusciremo a dar loro una “botta di vita”) e incontriamo Makmud la nostra guida egiziana che ci sembra molto preparata. Affacciandomi dal ponte vedo un arabo che effettua la sua solita preghiera prostrato sulla coperta di prua: è il comandante! Raccomanda la sua anima o la nave? Speriamo bene…
31 gennaio
Sveglia all’ alba per due buone ragioni, per non trovare molta folla e per non trovarci nelle ore calde (anche se siamo a febbraio alle ore 11.00 già siamo a 30°!) e ci avviamo a visitare i templi di Luxor e Karnak. Nella città di “Tebe dalle cento porte” ecco il tempio di Luxor dedicato al dio Aton, il quale prende qui il nome di Min, il dio dal membro perennemente eretto (priapismo?).La complessità dell’ edificio è dovuta al grande numero dei faraone che vi posero mano. Siamo incantati dalla maestosità del luogo e percorrendo il viale delle sfingi a testa umana giungiamo al tempio di Karnak e la nostra guida ci illustra in modo veramente esauriente la storia del sito non senza puntualizzare in modo sarcastico che uno dei due piloni in origine posti davanti al primo pilone d’ ingresso alto 25 metri e pesante 250 tonnellate si tova attualmente-grazie ad uno dei tanti “furti storici” subiti dalla nazione egiziana, nella Place de la Concorde a Parigi. Non trascuriamo i classici tre giri propiziatori intorno allo “Scarabeo sacro”di granito rosa prima di trasferirci tramite un colorito battello sulla sponda occidentale del Nilo per una escursione alla necropoli tebana e la valle dei RE. Le tombe sono ad ipogeo, cioè scavate sottoterra anche a 60 metri di oprofondità. Visitiamo quelle di Tutmosi II, RamseteIII e quella del famoso Tuthankhamon. Dalla valle dei Re a Deir el Bahari, dove sorge uno dei templi più suggestivi di tutta l’ arte egizia: il tempio della regina Hatchepsut. La bella ed intraprendente figlia di Tutmosi I, dopo aver sposato Tutmosi II ed in seguito il suo figliastro Tutmosi III, ne usurpò il trono assurgendo ai più alti ranghi della gerarchia egizia fino a venir considerata un vero e proprio faraone. L’ architetto Senmut, che ne era anche l’ amante, ne celebrò la bellezza e la potenza in un edificio dalla struttura inconsueta e scenografica: tre lunghe terrazze ritmate da portici si elevano come maestosi gradini fino ad incontrare i fianchi della montagna. Prima di tornare sulla nave uno sguardo ai colossi di Memnone, due gigantesche statue ricavate da blocchi di quarzite alte più di 18 metri rappresentano Amenofi III e che un tempo ornavano l’ ingresso del tempio funerario del faraone stesso.
1 febbraio
Durante la notte la nave supera la chiusa di Esna dirigendosi ad Edfu dove sorge il tempio dedicato ad Horus, il dio raffigurato come falco.La mattina ci apprestiamo all’ escursione che prevede, mediante una pittoresca carrozzella (assistiamo anche ad un furibondo litigio fra cocchieri per l’ accaparramento dei clienti) il trasferimento al più grande tempio faraonico dopo quello di Karnak e, sicuramente, il meglio conservato grazie al fitto strato di sabbia sotto il quale fu sepolto per secoli .Sulla terrazza le sacre effigi del dio venivano esposte ai raggi solari in un rito rigeneratore e molto interessante anche la barca solare, ricostruita interamente dall’ archeologo francese Mariette. Il tempio ha anche la caratteristica, comune a molte costruzioni del genere, di restringersi procedendo verso l’interno creando un effetto cannocchiale che permetteva ai sacerdoti di poter comodamente osservare cosa succedeva all’ esterno al riparo da sguardi indiscreti. Continuando la navigazione verso sud, non senza un buon riposo sul ponte-piscina della nave dove ci rilassiamo al sole sorseggiando fresche bevande e prendendo una tintarella al sole d’ africa, arriviamo nel pomeriggio a Kom-Ombo dove sorge l’ unico tempio diviso in modo uguale fra due divinità: Sobek, il coccodrillo dio della fertilità del Nilo, e Hahoeriss il grande disco solare alato. A destra dell’ entrata c’ è una piccola cappella riempita di un’ insolita eredità: coccodrilli mummificati. All’ interno del tempio i soffitti sono decorati con scene astronomiche mentre nei sacrari più interni si trova una dedica che reca il cartiglio di Cleopatra come quelli di numerosi faraoni tolemaici e di personaggi greci e romani. Particolarmente interessante sulla facciata interna di uno dei due muri che circondano il tempio la rappresentazione di un set di strumenti chirurgici dell’ epoca a testimonianza dell’ elevato grado raggiunto dalla medicina egizia. Lasciamo Kom Ombo in serata: il tempio illuminato crea una suggestione fantastica! Tornati sulla nave ci prepariamo per la “Festa araba” che si terrà nella discoteca. Ci vestiamo da arabi con gli abiti comprati nello store e dopo una cena araba ci immergiamo in musiche arabe, discomusic araba, ed alla fine della serata l’ inevitabile gara tra diversi gruppi ti turisti ci coinvolge totalmente. Io faccio da speaker e da organizzatore delle scenette a tema mentre Bianca fa la leader e l’ attrice. Fra le scenette c’ è ne una che prevede l’ ostentazione di uno slip rosa; solo Bianca lo possiede e lo presta gentilmente…..Inutile dire che la gara si chiude in parità….Tornati in cabina troviamo sul nostro letto una composizione che gli addetti al servizio hanno l’ abitudine di fare ogni giorno usando le asciugamani. Una cosa molto carina a dire il vero. Intanto la nave naviga verso Aswuan.
2 febbraio
La mattinata prevede l’ escursione a Philae. Passiamo per la grande diga di Aswuan, imponente coi suoi 3,6 km. di lunghezza e 111 metri di altezza che sbarrando il corso del Nilo forma un bacino artificiale, il lago Nasser, secondo al mondo come estansione. Arriviamo in barca all’ approdo del sito archeologico che ci accoglie in tutto il suo splendore. Il tempio salvato con il lavoro italiano perché sommerso dalle acque del Nilo, fu smontato e spostato sulla vicina isola di Agilkia in posizione più rialzata. I monumenti del complesso risalgono alla XXX dinastia e l’ edificio lungo 65 metri è ben conservato e contiene il tempio di Hator, il padiglione di Nectanebo, il bastione e il chiostro di Traiano, con i suoi 14 pilastri dagli splendidi capitelli. Sulla strada del ritorno ci fermiamo in una fabbrica di profumi dove compriamo delle ottime essenze a prezzi decisamente eccezionali: gli odori, i colori e la varietà dei prodotti creano una atmosfera indimenticabile. In serata c’ è la festa di commiato dal personale della nave che si rivela di un interesse straordinario. La danza derviscia, la danza del ventre ed io mi cimento goffamente con la danzatrice che mi invita a farle compagnia sulla pista!
3 febbraio
Sveglia all’ alba, ci aspetta una escursione alle isole sul Nilo e subito dopo partenza per Abu Simbel. Durante il tragitto in barca verso l’ isola Elefantina siamo avvicinati da un barchino con un piccolo arabo che ci canta “Bella Ciao” e “Quel mazzolin di fiori” incredibile! Arriviamo all’ isola di Kitchener (o isola dei fiori) che è un bellissimo Giardino Botanico, uno dei luoghi più piacevoli e rilassanti Aswuan. Sulle colline che dominano le sponde occidentali del Nilo si innalza il mausoleo dell’ Aga Khan che si fece costruire non solo una villa ma, innamoratosi dei luoghi, decise di rimanervi per sempre, anche dopo la morte. Il tempo di tornare sulla nave, prendere i bagagli e trasferimento all’ aeroporto per il volo che ci porterà ad Abu Simbel, un sito che certamente mi darà una forte emozione. Dopo 25 minuti di volo siamo in uno dei siti archeologici più visitati in Egitto. Qui si sono dovuti affrontare gli stessi problemi di Philae per scongiurare il pericolo che i Templi fossero inghiottiti dalle acque del bacino artificiale: il complesso venne tagliato in 1036 blocchi/di circa 30 tonnellate ciascuno) e ricomposto in un luogo più alto. Il Tempio di Abu Simbel, fatto costruire da Ramses II era scavato interamente dentro un costone roccioso (33 metri di altezza per 36 di larghezza) a cui vennero aggiunti quattro colossali statue raffiguranti il faraone stesso. A poca distanza si trova il tempio di Hator fatto costruire dallo stesso Ramses II in onore della sua splendida moglie Nefertari. Sempre in aereo siamo in viaggio verso il Cairo dove arriviamo in serata ed alloggiamo nello splendido albergo Zoser. In attesa della cena usciamo per comprare altre cassette per la videocamera e subito restiamo atterriti: il traffico al Cairo è spaventoso e poi le auto circolano a luci di posizione spenti! Siamo sgomenti ma poi per fortuna facciamo amicizia con un militare (ce ne sono a bizzeffe in strada insieme a miriadi di immagini di Moubarak!) che, con il suo bravo kalashnikov ci scorta come una guardia del corpo per le strade cairote. Il tutto ci costa 5 euro di mancia…per lui significa molto!
4 febbraio
Oggi due importanti appuntamenti: il quartiere islamico ed il Museo Egizio. Il Cairo è una città estemamente ricca di vestigia islamiche, come ci confermano le numerose moschee, gli edifici difensivi, i mercati e i palazzi. Splendida la Moschea d’ Alabastro o di Mohamed Alì, così chiamata dalle lastre di alabastro che la rivestono: la sua costruzione risale al 1824. Più antica e molto interessante la moschea a cielo aperto dedicata a Ibn El Qawloon. Visitiamo le due moschee ovviamente a piedi scalzi. All’ uscita siamo circondati da una scolaresca locale che ci coinvolge in un giocoso parapiglia. Una visita del Cairo non può prescindere dal Museo Egizio. Fu realizzato nel 1857 dall’ archeologo francese Auguste Mariette e accoglie la più vasta collezione di reperti dell’ arte egizia che sono ordinati su due piani secondo l’ ordine cronologico. Al primo piano sono raggruppati pezzi monumentali e statue colossali risalenti all’ Antico regno. Il piano superiore è in gran parte dedicato dal tesoro di Tutankhamon, il faraone morto in circostanze misteriose all’ età di 19 anni. Questo tesoro, comprendente 1700 pezzi, fu l’ unico a sfuggire alla devastazione provocata da secoli di saccheggi. Splendida la sala dei papiri ed inevitabile la visita alla sala delle mummie. Unico rammarico, non possiamo effettuare riprese video e fotografiche…… Pranzo in un delizioso ristorante indiano e dopo, accolti dal canto del “muezzin” ci immergiamo nel Khan el Khalili, uno dei mercati più antichi che si conoscano. Nelle sue numerose botteghe vengono venduti tappeti, stoffe, oggetti in legno, madreperla, avorio, gioielli, argenteria, lavori in cuoio, profumi, selle per cammelli, narghilé e ogni sorta di chincaglierie. Anche costumi per la danza del ventre! Usciamo dal mercato sani e salvi! (qualche mese dopo nel mercato è avvenuto un attentato terroristico!)
5 febbraio
A circa 12 km a sud-ovest del Cairo si stagliano, in tutta la loro maestosità, le famose piramidi di Giza, considerate una delle sette meraviglie del mondo. Le tre piramidi risalgono alla IV dinastia, cioè all’ Antico Regno (2500 anni a.C.). Lo scenario è incomparabile. La realizzazione di queste gigantesche opere è avvenuta con un rigore geometrico ancora oggi lascia stupefatti. Siamo circondati dal deserto che poi tanto deserto non è visto che c’ è un intenso traffico di dromedari e cavalli montati dai turisti, un andirivieni di pullman sempre turistici e scorribande di fastidiosi venditori di souvenir che vengono per fortuna tenuti a bada da poliziotti ovviamente a dorso di dromedario ed armati di una lunga frusta! Che direbbero i faraoni Cheope, Chefren e M1cerino vedendo le loro tombe ridotte in questo stato? A completamento della necropoli ecco delinearsi la sagoma enigmatica della Sfinge, la più grande statua in pietra del mondo (7° metri di lunghezza per 20 di altezza) con il corpo di leone ed il volto umano che probabilmente veniva ritenuta una colossale rappresentazione di Chefren. Non ci perdiamo la barca funeraria di Cheope alloggiata in una moderna struttura museale con temperatura e umidità controllata non senza aver indossate delle ciabatte che evitano che si sparga la sabbia nel museo.
Dopo le meraviglie di Giza, tornando in città, ci fermiamo in una gioielleria ed in una fabbrica di papiri. Pranzo in un famoso ristorante, Abou Zeid, dove servono dei piatti a base di pesce veramente eccezionali e poi partenza per Menfi e Saqqara sulla riva occidentale del Nilo a 30 km a sud del Cairo. Menfi, la più antica capitale d’ Egitto, fondata dal mitico re Menes circa 5000 anni fa conserva l’ enorme statua di Ramses II, realizzata in calcare tenero e per la sua fragilità non completata e la famosa sfinge di alabastro. Nell’ intorno vi sono le tombe dei nobili e dei dignitari delle prime dinastie. altopiano desertico ad ovest di Menfi, sorge invece la necropoli di Saqqara, la più grande d’ Egitto (si estende per circa 8 km) con le sue piramide e decine di mastabe, i monumenti funerari a forma di piramide tronca. All’ interno del complesso funerario di re Zoser (III dinastia) risalta per maestosità ed importanza storico-artistica, la famosa “piramide a gradoni” che, come tipologia, precede le più famose piramidi di Giza. Torniamo in albergo veramente sfiniti per l’ impegnativa giornata quando, mentre riposiamo in attesa della cena sentiamo un fragore assordante di musiche arabe e vocii provenire dal piano ristorante. Prendo immediatamente l’ attrezzatura video-fotografica e ci precipitiamo giù. Arrivati nella hall siamo ci imbattiamo in un nugolo di persone festanti: è in corso luna festa di fidanzamento! Quale occasione più propizia per fare belle videoriprese e fotografie? Dopo cena ci fermiamo nella zona salotto dell’ albergo dove si esibisce come pianista bar un egiziano che, a dire la verità, ha un buon repertorio oltre che una bella voce. Ma mi viene un solletico…conoscerà “O sole mio”? Corro a chiederglielo. Conosce la canzone, non solo, mi invita a cantarla suggerendogli le parole nella esatta pronuncia napoletana. Evviva! Segue una performance canora mia e dell’ egiziano: io inizio in napoletano, lui mi segue, io riprendo la canzone nella versione di Elvis Presley “Its now or never” per finire alla grande in ensemble a due voci. Inutile dire che la sala si è affollata di clienti dell’ albergo, di commessi dei negozi dello store center ed addirittura di camerieri usciti dal ristorante! Non potevamo congedarci in modo migliore dall’ Egitto. A proposito, Bianca ha saggiamente imbracciata la videocamera e ripreso tutta la scena!