Quantcast
Channel: Diari di viaggio – Il Giramondo
Viewing all articles
Browse latest Browse all 574

Coinvolgente Marocco

$
0
0

Questo viaggio è durato una settimana in gennaio ed è stato organizzato autonomamente.

Perché il Marocco? In tanti ce l’hanno chiesto, tra lo scettico e il curioso. Era una meta che ci affascinava, così vicina ma così lontana culturalmente, un viaggio esotico ad un’ora e poco più d’aereo.  Ed ecco il nostro Marocco.

Fes MARRAKECH

Marrakech è stata la prima tappa, la città dove siamo atterrati il due gennaio scoprendo prima di tutto una temperatura piacevole, rose già in fiore, e un’attesa peggio di Malpensa per i bagagli (record!).

Che dire di Marrakech, non mi voglio dilungare spiegando in lungo e in largo ogni impressione o avvenimento…basti sapere che è magica, specialmente durante la prima giornata ci è parso di aver cambiato vita, non solo Stato.

Folla per strada ad ogni ora, bambini a zonzo da soli -come da noi non si può più- all’uscita da scuola, ridenti e insieme, senza mamme in ansia a seguirli da vicino, ritmi lenti, botteghe (molto diverse anche dal nostro più umile negozio) con artigiani che ci attirano per mostrarci il loro lavoro, e che sarà pure una trovata per turisti in parte ma che cavolo, quel lavoro lo fanno con abilità davvero, e poi le cicogne maestose sulla rovine di palazzo el Badi, che emozione vederle.

E ancora, venditori di camaleonti, non ci potevo credere quando li ho visti, sono adorabili, anche se credo non per tutti visto che il negoziante aveva già pronta una collaudata scenetta in cui lui poggia la bestiola di soppiatto sulla spalla di una ragazza e quella inizia strillare. L’ha fatta a me ma è cascato male, me lo sarei portato a spasso tutto il giorno. Poverino, però.

Asinello Marrakech

Cicogne El Badi

E ancora, la medina e il suo souk, folle e indaffarata e labirintica, dove ovviamente ci perdiamo a ripetizione senza ansia, tanto non c’è mai sensazione di pericolo se non per i motorini che rischiano di stirare turisti e non in ogni attimo. Ecco, sarà che i marocchini a Marrakech ci sono abituati ormai, ai turisti, nel bene e nel male, ma nella medina abbiamo potuto girare senza sentirci osservati, senza sentirci a disagio o fuori luogo, ma sicuri di poter rifiutare con un gentile “shukram” una proposta di vendita, e tranquilli di poter chiedere indicazioni senza paura in caso di necessità.

Ci siamo sentiti così a nostro agio, in questo primo giorno, così già marocchini acquisiti, talmente conquistati dall’ospitalità, dal dialogo e dal passeggiare tra questa gente, che in piena medina, non un turista all’orizzonte, prendiamo un panino da 6dh da una botteguccia di un macellaio dagli incredibili occhi verdi e dal sorriso perenne. Il pasto in questione -peraltro davvero buonissimo- ci farà vomitare a ripetizione la notte successiva, a turni fortunatamente (un accavallamento sarebbe stato problematico) e ci farà restare cauti al momento di mangiare per tutta la vacanza, nonché sarà motivo di grandi risate per il nostro amico Kalhid, del riad di Fes “Buono qui il cibo?” “Sì, ma una volta siamo stati male, a Marrakech…” “Cosa mangiavate?” “Bhe quel giorno un panino nella medina…” “Quanto costava?” “…sei dirham..” “Sei!?! Ehi, Mohamed, hanno preso un panino da 6 dirham e sono stati male!” E giù a ridere! Sì vabbè, ma lui gli occhi del macellaio non li ha mica visti! Avrebbero convinto chiunque.

Medina di Marrakech

Torniamo a noi. La bellezza della città, per me, riguarda tutta la sua atmosfera, ma ciò non toglie che non ci siano in effetti begli edifici dal fascino decadente: uno su tutti il palazzo Bahia, e poi la medersa Ben Youssef, e abbiamo trovato davvero piacevoli e ben curati (particolare raro qui) i giardini Majorelle.

Medersa Ben Youssef

Un po’ deludente Djeema el Fna, secondo me troppo finta per piacere. Non mi è entrata nel cuore, tante bancarelle, qualche incantatore di serpenti o addestratore di scimmiette, povere bestie, danzatori improvvisati e perlopiù nemmeno bravi.

Tirando le somme…Marrakech: promossa!

Obiettivamente di lati negativi ce ne sono anche qui: gli standard di pulizia ed igiene sono lontanissimi dai nostri, e se a volte non si è ragionevolmente schizzinosi si rischia di finire come noi con la faccia sulla tazza del wc. Ci sono zone (non solo in questa città, in tutto il Marocco che abbiamo visto) totalmente sporche, piene di rifiuti e trasandate La gente è perlopiù gentile e piacevole, ma ovviamente ci sono le eccezioni, come chi vede nel turista solo qualcuno di cui approfittare.

 Souk delle spezie Marrakech

GITA ad AIT BEN HADDOU

Una delle tre giornate a Marrakech la spendiamo per questa gita, a vedere una delle kasbah meglio conservate del Marocco.

Qui incontriamo una ”figura professionale” davvero fastidiosa, la falsa guida. Ne avremo a che fare anche a Fes, ed in entrambe i casi non saranno tizi ingaggiati da noi per strada, (perché lì uno se lo può pure aspettare) bensì persone mandateci dall’agenzia che organizza le escursioni oppure dall’hotel. Tanto è piacevole visitare un posto con una persona preparata, che sappia spiegare storia ed aneddoti, tanto poco lo è farlo con chi ha imparato due nozioncine a memoria e continua a ripetere le stesse cose, rendendo la visita banale e poco interessante. Solo che non saprei come consigliarvi per evitare questo inconveniente: noi avevamo prenotato la gita tramite l’hotel proprio per non avere sorprese! Forse bisogna informarsi prima su quali agenzie utilizzare, che siano accreditate ed affidabili.

In generale poi l’escursione organizzata ad Ait Ben Haddou è stata pessima. Prenotata dal riad, partenza di buon mattino per arrivare alla kasbah e vederla una mezz’ora appena (dopo tutta la strada, ci vogliono più di 4 ore per arrivare, speravo di visitarla più approfonditamente!) per poi correre agli Atlas Studio, vecchi e abbandonati, dove abbiamo sostato più che alla kasbah (sob!), ed infine sprecare del tempo in un negozio.

Inoltre alla fine del giro la “guida” ci ha chiesto i soldi per la sua mancia (non preventivata) ed i biglietti di ingresso, benché noi dovessimo saldare tutto in hotel. L’insistenza è stata tale (ci ha rassicurati dicendo che era la prassi anticipare i soldi a lui) che abbiamo pagato. La sera in hotel ci hanno chiesto il totale! Quindi cos’avevamo acquistato dal riad, un’escursione come sponsorizzato o semplicemente un biglietto del bus, visto che in loco abbiamo dovuto aggiungere soldi per pranzo, guida e biglietti??

Pessima figura dell’agenzia (purtroppo non so il nome) e del riad, che ovviamente sconsigliamo (riad Dubai).

La kasbah comunque è molto bella, quando compare all’orizzonte sembra un miraggio, ma non saprei dire se vale la pena fare tutte quelle ore di bus da Marrakech…mah, forse con il senno di poi la sconsiglierei come gita, se si ha solo un giorno per visitare la zona. 

La kasbah

FES

Arriviamo a Fes in treno: ci siamo trovati bene con questo mezzo di trasporto, che abbiamo usato anche per raggiungere Casablanca. Certo, il viaggio è lungo e stancante!

Il primo impatto con Fes è stato sconcertante: percorrendo i vicoletti stretti e circondati da alti edifici per arrivare al nostro riad siamo stati attorniati da un gruppo di ragazzotti ben poco amichevoli, che volevano venderci droga oppure farci da guida (!). Mi sono spaventata sinceramente, erano piuttosto bellicosi e se fossi stata sola avrei avuto davvero paura.

Per fortuna nel nostro riad abbiamo incontrato Khalid, che ci ha rassicurati. Beh, la sua apparizione non ci ha confortati proprio subito in realtà, visto che la prima accoglienza è stata quella di uno “spettro” pallido e zoppicante, con il cappuccio del jellabah calato sul volto. Ovvero Khalid in versione post-pisolino pomeridiano.

La prima impressione comunque si è rivelata sbagliata, il nostro albergatore si è dimostrato gentilissimo, simpatico e sempre disponibile: la sera non ce la sentivamo di uscire e di infilarci nei vicoli della medina alla ricerca di un posto dove mangiare, così Khalid ha cucinato per noi e per un’altra coppia italiana con cui abbiamo fatto amicizia. E le sue pietanze sono state le più squisite del viaggio!

Concerie Fes

Che dire di Fes per il resto…la medina è sicuramente più autentica di quella di Marrakech, ma per me questo pesa meno del non sentirsi sicuri per le strade, dell’insistenza asfissiante delle false guide, della sporcizia. D’altra parte le porte della medina sono splendide, il quartiere dei conciatori interessante (che fatica trovarlo!) e il palazzo reale imponente.

Medina di Fes

Una mattina abbiamo tentato un giro con una “guida” indicataci dal riad, anche questo signore però era un autista che aveva imparato quattro frasi da dire.

Quindi, per me Fes: bocciatissima! Purtroppo questa è la mia esperienza, per quanto la città sia interessante io non mi sentivo a mio agio a girare, perlomeno nella zona un po’ periferica: ero sempre in tensione e preoccupata.  Devo ammettere che nella parte centrale della medina non ho avvertito pericoli, giravamo autonomamente in tranquillità, forse se avessimo scelto un riad in un’altra zona avrei apprezzato la città. Così non ho un bel ricordo, sinceramente.

Palazzo reale a Fes

CASABLANCA

Casablanca non è certo una bella città, è la meno fascinosa tra le tre marocchine che abbiamo visto, ma ha una singola gemma che vale il viaggio: la moschea di Hassan II. Maestosa, lussuosa ed esagerata mi sembrano gli aggettivi giusti per descriverla, si tratta della terza moschea al mondo per dimensione.

Moschea Hassan II

La sua posizione poi è invidiabile, sull’oceano, ed è bellissima anche la piazza su cui si affaccia, circondata da elaborate fontane.

Per il resto Casablanca ci è sembrata piena di contrasti, passeggi per dei vialoni all’europea circondati da negozi occidentali, poi svolti ed eccoti una bidonville in pieno centro.

Rifiuti Casablanca

Bruttina anche l’esperienza nella zona dell’hotel, vicino alla stazione dei treni; in pieno giorno un tizio si è avvicinato cercando con una scusa di farsi dare la macchina fotografica. Abbiamo preferito cenare in hotel anche qui, e non è da noi, ma non ce la sentivamo di girare in periferia con il buio.

Ci è capitata una scena assurda nel parcheggio dei taxi; volevamo prenderne uno, e due tassisti hanno iniziato ad azzuffarsi per chi dovesse portarci!!! Ovviamente non abbiamo scelto nessuno dei due (quando ci siamo allontanati a bordo di un taxi con un conducente sano di mente i due si stavano ancora urlando e spintonando, circondati da una piccola folla di colleghi).

 

Nel complesso l’esperienza del Marocco è stata forte, anche un po’ sconvolgente per me, arricchente ed interessante, un viaggio anche un po’ faticoso. Se ci si volesse immergere nella cultura marocchina in versione soft consiglierei Marrakech, più a portata di turista. Le altre città non sono certo rilassanti, per quanto belle…perché un conto è immaginarsi una realtà povera e disagiata, un conto è toccarla con mano e capire un po’ di più un popolo, con i suoi mille pregi ed i suoi mille difetti.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 574

Trending Articles