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Ritorno a Gran Canaria

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Dopo 7 anni di assenza (l’ultima volta era stata a Lanzarote nel 2017) avevamo voglia di tornare alle Canarie per il nostro break invernale. In particolare volevamo rivedere Gran Canaria, dove eravamo stati nell’ormai lontano 2012, trovando tempo non sempre bellissimo che ci aveva limitato in alcune escursioni.

VOLO

Siamo partiti con Ryanair da Bergamo sabato 24 febbraio (tanti auguri a me!) e tornati venerdì 1: all’andata siamo arrivati giusto per cena, vista la partenza alle 15.10 e le oltre 4 ore di volo, ma al ritorno, col volo alle 19, ci siamo praticamente goduti ancora più di mezza giornata. Prezzo 493 euro in due con priority e bagagli da stiva, acquistato tre mesi e mezzo prima.

Voliamo spesso con Ryanair e devo dire che tutto sommato ci siamo sempre trovati discretamente, ma le 4 ore di volo con loro un po’ pesano, soprattutto ci sono pesate al ritorno, con i loro continui annunci la sera tardi. Ma fa parte del pacchetto…

ALLOGGIO

Tramite Booking abbiamo prenotato un appartamento (Cycling Holiday) nel piccolo villaggio di Cercados de Espinos (precisamente nella frazione de Las Casillas), nell’entroterra meridionale, all’ottimo prezzo di 314 euro per tutto il periodo. Chiaramente la posizione ha influito sul prezzo così basso: la maggior parte delle persone va a Gran Canaria con l’intento di stare sul mare e lì i prezzi son decisamente più alti; ma a noi interessava un punto comodo per girare l’isola, soprattutto l’interno, e stare lontano dal casino non ci dispiaceva affatto. In ogni caso in un quarto d’ora di auto si raggiungevano la località di Arguineguín e la costa, l’unica cosa fondamentale è avere l’auto, anche perché a Las Casillas non c’è proprio nulla, neanche il supermercato.

L’appartamento era molto grande, pure troppo per noi due soli: a parte cucina e soggiorno, 3 camere e 2 bagni, più un piccolo terrazzino: in effetti è affittata come casa da 6 persone. Dotata di tutto quello che poteva servirci; inoltre il giovane padrone di casa ci ha fatto trovare anche diverse cose in frigo. Voto 10.

SPOSTAMENTI

Come 12 anni fa abbiamo noleggiato un’auto con Autoreisen, che dopo Cicar è uno degli autonoleggi più utilizzati alle Canarie: 129 per 6 giorni comprensivi di chilometraggio illimitato, secondo guidatore e assicurazione completa senza franchigia. Sono passati tanti anni, ma i prezzi del noleggio auto alle Canarie restano sempre ottimi. Anche la benzina è ancora decisamente più economica che da noi (1.3 euro al litro).

Quando siamo atterrati siamo stati ben contenti di non aver preso l’auto con Cicar in quanto davanti all’ufficio c’era una coda infinita. Ci è stata data una Yaris abbastanza nuova e ben tenuta, con la quale abbiamo fatto quasi 1000 km.

So che a Gran Canaria c’è anche un buon servizio di autobus (chiamati Guaguas alle Canarie), ma onestamente non saprei dare giudizi non avendone mai usufruito… tra l’altro credo che alcune zone interne più remote restino abbastanza irraggiungibili coi mezzi.

GRAN CANARIA

E’ la terza isola per estensione dell’arcipelago ed è soprannominata “continente in miniatura” per la varietà di paesaggi che presenta: boschi, canyon, dune. E’ indubbio che la maggior parte dei vacanzieri vi ci si reca per il mare, la movida e il clima mite tutto l’anno, ma basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire un’isola completamente diversa. Molti sono i sentieri per escursionisti, ma anche senza far troppa fatica si può godere di bellissimi scorci grazie ai tanti “mirador”… Inoltre il punto più alto dell’isola, quasi 2000 metri, è raggiungibile in auto.

I due versanti dell’isola sono molto diversi tra loro: quello settentrionale è umido e piovoso, con cielo spesso coperto; la diretta conseguenza è che è molto verde. Il versante meridionale, invece, è brullo e secco: si capisce perché la zona turistica (la cosiddetta Costa Canaria) si è sviluppata al sud! I “colpevoli” sono gli Alisei e spesso vi capiterà, nell’interno dell’isola, di vedere il loro effetto.

Gran Canaria poi è l’isola dei barranchi, che letteralmente si traduce con burroni, ma si intende più che altro una sorta di valli o canyon di origine vulcanica.

I prezzi sono ancora buoni e convenienti, come in epoca pre-covid, quindi anche pranzare o cenare fuori non è troppo impegnativo per il portafogli; i piatti tipici della cucina canaria (come le papas arrugadas) non sono numerosissimi e per i miei gusti c’è troppa abbondanza di aglio o salse agliate, ma nella zona turistica si trova qualsiasi tipologia di ristorante, con menù tradotti nelle lingue più disparate.

Così come la Costa Canaria è il regno di chi desidera mare-sole-relax, così l’interno è il paradiso di escursionisti ma soprattutto dei ciclisti: in auto state attenti perché in alcuni punti, con le strette strade di montagna, è veramente un attimo trovarsene di fronte qualcuno che scende a cannone.

24 FEBBRAIO

Volo partito con un poco di ritardo, ma abbiamo recuperato con una breve attesa sia per il ritiro bagagli sia per il noleggio auto. In fase di atterraggio tra le nubi abbiamo intravisto in lontananza la cima del Teide: la sua visione ci avrebbe accompagnato per buona parte della vacanza.

In circa tre quarti d’ora abbiamo raggiunto il nostro alloggio a Cercados de Espinos; il padrone di casa, Guillermo, ci aspettava per darci indicazioni. Nel frattempo si era fatta ora di cena e poiché a Cercados non c’erano ristoranti ci siamo spostati verso la costa a Arguineguín, dove ci siamo imbattuti nei festeggiamenti del carnevale: dovete sapere che alle Canarie il carnevale è una festa molto sentita, soprattutto a Tenerife e Gran Canaria, e i festeggiamenti vanno avanti per settimane, tra sfilate, cori ed elezioni della regina del carnevale; a Gran Canaria i festeggiamenti più importanti sono quelli di Las Palmas e Maspalomas, ma ogni località ha la sua festa, in periodi diversi. Io non amo molto il carnevale (anzi, diciamo pure che lo detesto), quindi ero ben contenta di essermi evitata quello di Las Palmas, già terminato, e quello di Maspalomas che sarebbe iniziato qualche settimana dopo, ma non avevo considerato di trovarlo ad Arguineguín; comunque nulla di esagerato, solo molta gente in giro e quasi tutti mascherati, indipendentemente dall’età.

In ogni caso se volete pianificare una vacanza alle Canarie tra gennaio e marzo tenete presente la questione Carnevale, sia che vogliate evitarlo sia che vogliate viverlo… anche perché vista la sua fama sono molti ad accorrervi e quindi la disponibilità di alloggi tende a diminuire e i prezzi a salire.

Abbiamo evitato una serie di ristoranti dal nome italiano infilandoci in uno con una cucina più tipica… per poi scoprire che anche lì camerieri e proprietari erano italiani!

25 FEBBRAIO

Viste le previsioni del tempo ottime, abbiamo deciso di dedicare la prima giornata ad uno dei luoghi più iconici dell’isola: il Roque Nublo. Prima però una sosta a uno dei mirador più famosi, il Mirador Astronómico de la Degollada de las Yeguas: si trova lungo la strada che da Maspalomas conduce all’interno dell’isola ed è una tappa obbligata in quanto ci si lascia alle spalle il caos della costa e si inizia a respirare la vera essenza di Gran Canaria.

Dopo qualche altra sosta panoramica siamo arrivati al Roque Nublo: non so se perché era domenica o per la bella giornata, ma era zeppo di gente; il parcheggio è piccolo è abbiamo dovuto lasciare l’auto lungo la strada molto più avanti… consiglio di arrivare un po’ prima, noi alla fine tra una sosta e l’altra avevamo tirato mezzogiorno.

Il Roque Nublo è il monumento naturale simbolo di Gran Canaria: un posto affascinante, anche perché un tempo utilizzato come luogo di culto dagli aborigeni.

Un sentiero perlopiù in salita ma non eccessivamente faticoso conduce in poco meno di 40 minuti ai piedi del monolite, da cui si gode una vista spettacolare e, se la giornata lo consente, si vede anche il Teide in lontananza.

Eravamo a 1800 metri, ma il sole delle Canarie si fa sentire, la sera eravamo belli abbrustoliti.

Eravamo già stati al Roque Nublo 12 anni fa e decisamente con meno ressa, ciò nonostante ci siamo goduti ugualmente la bellezza del luogo, anche grazie alla splendida giornata tersa.

Nei paraggi non ci sono molti ristoranti, quindi bisogna un po’ accontentarsi di quello che si trova, soprattutto se, come nel nostro caso, sono quasi le 14 e stai morendo di fame.

Tornando abbiamo poi fatto una sosta in una piantagione di aloe vera vicino a Fataga: oltre ad ammirare la distesa fiorita di aloe, abbiamo avuto gratuitamente una spiegazione dettagliata (addirittura in un discreto italiano) sull’utilizzo della pianta e sui prodotti da essa ricavati. Chiaramente c’era anche uno shop, che vendeva svariati prodotti a prezzi non proprio economici: non ho potuto esimermi dall’acquistare un gel (quando ho letto che aveva anche un effetto antidolorifico non ho capito più niente).

26 FEBBRAIO

Abbiamo approfittato di un’altra bella giornata per tornare nel centro dell’isola: dopo essere passati di fianco al Roque Nublo (stavolta c’erano decisamente meno auto, sarà che erano le 10 del mattino) siamo arrivati fino al Pico de la Nieves, uno dei punti più alti dell’isola con i suoi 1949 metri di altezza. Anche qui la vista è fantastica e a differenza del Roque Nublo si arriva direttamente in auto (a parte eventuali due passi se si vuole salire al vero e proprio mirador). Per noi era come se fosse la prima volta, visto che 12 anni fa quando eravamo arrivati lì nevischiava e tirava un vento così forte che non eravamo neanche scesi dall’auto.

Abbiamo poi fatto una sosta e altri due passi al Pico de la Gorra, dove i colori vulcanici dell’isola creavano bellissimi contrasti col cielo.

Ci siamo poi spostati verso un altro “roque” dell’isola, meno famoso del Nublo ma altrettanto mistico: Roque Bentayga; qui sono stati ritrovati numerosi insediamenti aborigeni ed è possibile salire fino quasi alla cima. Se anche non si avesse voglia di fare questa breve sfacchinata (la salita è abbastanza ripida) si può comunque fare un giro al centro visitatori, che è pure gratuito.

Tornando abbiamo poi fatto una piccola deviazione verso Soria (non molto lontana dal molto alloggio): quando siamo stati a Gran Canaria nel 2012 Soria era stato uno dei posti che più mi era piaciuto, col suo bel laghetto (artificiale, ok, come tutti i laghi di Gran Canaria) e le palme intorno. Ecco, adesso il lago non c’è più; Dario addirittura mi accusava di essermelo immaginato…

27 FEBBRAIO

Nonostante l’allerta per il forte vento, abbiamo deciso di provare a fare un giro a Maspalomas: pessima idea! Già scendere dall’auto è stato impegnativo e avvicinandosi alle dune la situazione diventava insostenibile; avrei voluto girare un video a quella sorta di piccola tempesta di sabbia, ma mi sono ritrovata di tutto negli occhi e mi sono dovuta arrendere.

Abbiamo allora ripiegato su Puerto de Mogan, sempre sulla costa ma in zona decisamente più riparata; per arrivarci, però, non abbiamo fatto l’autostrada ma un giro più lungo, passando dall’interno per goderci un po’ le stradine di Gran Canaria e qualche mirador, come quello de El Mulato.

Puerto de Mogan a mio avviso è uno dei paesi costieri più carino, ma era molto affollato (si fa anche fatica a trovare parcheggio); vista la bella e calda giornata molta gente era riversa in spiaggia, qualcuno faceva anche il bagno.

Dopo pranzo abbiamo deciso di spostarci verso la costa est, nel barranco de Guayadeque: una valle famosa per le sue case grotta (molte ancora abitate); ci sono anche alcuni bar e ristoranti scavati nella roccia (ci siamo fermati in uno di essi per un caffè, giusto per sbirciare l’interno e pensavamo che avremmo speso parecchio, invece abbiamo pagato meno che in altri bar). C’è un centro visitatori a inizio della valle, questa volta a pagamento, ma che a mio avviso val la pena visitare.

E’ una valle molto verde, un paesaggio diverso da quello visto fino ad ora, ma diverso era anche il tempo meteorologico, infatti abbiamo preso anche un poco di pioggia.

Da queste parti c’è anche il Barranco de Las Vacas, che deve essere molto carino, ma purtroppo non ci siamo andati.

28 FEBBRAIO

Si torna nell’entroterra, destinazione il villaggio di Artenara. Quando ci eravamo stati durante la precedente vacanza il tempo era brutto e faceva abbastanza freddo (e noi come due asini avevamo pure i sandali!), stavolta invece la giornata si presentava molto diversamente.

Artenara è a mio avviso uno dei villaggi più carini di Gran Canaria, quindi merita una sosta prolungata. La vista intorno è molto suggestiva.

Abbiamo visitato il Museo Etnográfico de las Casas Cuevas, che ripropone gli ambienti delle tipiche case-grotta dell’isola: carino e con ingresso gratuito (prevista solo una eventuale offerta).

Poi visita al Centro Interpretación Artenara (che ammetto abbiamo fatto un po’ fatica a trovare, nonostante fosse in zona abbastanza centrale).

Dopo pranzo ci siamo spostati verso Tamadaba, un parco naturale denso di pini marittimi dove partono anche diverse escursioni e dove, tanto per cambiare, abbiamo rimirato il Teide spuntare all’orizzonte.

Abbiamo poi deciso di tornare lungo la strada che collega Artenara con La Aldea, sulla costa sud-occidentale: è una strada un po’ impegnativa, lunga, a tratti stretta e piena di curve e tornanti, ma a mio avviso è una delle strade più affascinanti dell’isola e anche poco trafficata. D’obbligo la sosta al Mirador del Molino.

Una volta arrivati a La Aldea la strada verso casa era ancora lunga, ma ne abbiamo approfittato per fare una sosta a Veneguera, dove ci sono i famosi azulejos: sono delle formazioni rocciose colorate che si chiamano così perché ricordano gli azulejos portoghesi, sebbene qui più che l’azzurro prevale il verde.

Siamo tornati a casa decisamente cotti per il sole, il caldo e i km macinati in auto, ma è stata davvero una bellissima giornata.

29 FEBBRAIO

Abbiamo deciso di dedicare l’ultimo giorno pieno di vacanza alla costa occidentale; sapevamo che non avremmo trovato il bel tempo dei giorni passati, ma non potevamo comunque lamentarci. Per prima cosa abbiamo raggiunto il Mirador del Balcon, uno dei punti panoramici più famosi dell’isola: una terrazza trasparente a picco sul mare da cui si gode una vista mozzafiato sull’Oceano e sulle scogliere della costa. Unico inconveniente il vento, che era davvero fastidioso.

Sarebbe stato bello proseguire sulla strada lungo la costa, dove ci sono tanti altri punti panoramici: purtroppo un tratto è chiuso per frana, quindi si è costretti a proseguire lungo l’autostrada (che un tempo si fermava molto più a nord) per poi tornare sulla costa solo più avanti. Diciamo che in questo modo si perde molto fascino di questo tratto di isola, ma chiaramente la sicurezza viene prima di tutto. Un consiglio però: secondo me ci si gode meglio la costa ovest muovendosi da nord verso sud (come avevamo fatto 12 anni fa).

Tappe successive Puerto de la Nieves (un porticciolo con un po’ di ristoranti e il famoso “Dedo de Dios”, una formazione in parte ormai distrutta da una tempesta tropicale) e il tranquillo villaggio di Agaete, dove abbiamo fatto anche un giro al giardino botanico Huerto de Las Flores (prezzo di ingresso 3 euro pagabili solo con carta). In realtà il giardino botanico più famoso dell’isola sarebbe quello di Viera y Clavijo, nella parte nord-orientale dell’isola: c’eravamo stati nel 2012 e merita, ci sarebbe anche piaciuto tornarci, ma con pochi giorni a disposizione bisogna fare delle scelte.

A quel punto dovevamo scegliere se tornare da dove eravamo venuti, prendere l’autostrada e farsela fino a casa così (più veloce ma sicuramente meno panoramico) o tagliere per l’interno dell’isola: visto che era presto abbiamo scelto per questa opzione. Il tragitto è stato lungo, più di 2 ore di strade di montagna e tornanti e per buona parte immersi nelle nuvole o con pioviggine: la zona nord dell’isola sembra davvero un altro mondo rispetto al sud. Solo all’altezza di San Bartolomé de Tirajana abbiamo ripreso a vedere qualche raggio di sole, che ci ha regalato anche un bell’arcobaleno.

E prima di arrivare a casa un’ultima sosta al Mirador Astronómico de la Degollada de las Yeguas: siamo passati di lì più volte in questi giorni, ma una pausa in quel mirador vale sempre la pena.

1 MARZO

L’ultimo giorno era arrivato, ma poiché l’aereo sarebbe stato alle 19 e il padrone di casa ci aveva concesso di tenere l’appartamento fino a che ne avevamo bisogno, abbiamo potuto goderci ancora una buona mezza giornata. Il caso vuole che proprio il giorno precedente fossero arrivati a Gran Canaria un amico “giramondino” e la moglie e così abbiamo colto l’occasione per incontrarci con loro: a dire il vero era la prima volta che ci vedevamo dal vivo, fino ad ora si trattava solo di una (lunga) amicizia virtuale… fa un po’ sorridere il fatto che non ci siamo mai incontrati in Italia e ci siamo visti per la prima volta a Gran Canaria! Ci siamo trovati a Maspalomas nella zona del faro e abbiamo un po’ passeggiato sul lungomare tra Maspalomas e Meloneras: e così ho avuto anche l’occasione di rivedere le dune in una condizione meteorologica più favorevole rispetto a quella di qualche giorno prima!

Abbiamo poi pranzato tutti insieme: in quella zona c’è solo l’imbarazzo della scelta in quanto a ristoranti e locali, anche se ovviamente sono tutti molto turistici. Dopo pranzo siamo tornati a recuperare i bagagli e poi siamo partiti alla volta dell’aeroporto (che è veramente molto grande, non immaginatevi l’aeroportino di un’isoletta); aereo solo in leggero ritardo e a mezzanotte passata siamo atterrati a Bergamo: temevo di trovare il diluvio e invece, fortunatamente, aveva appena smesso di piovere.

È stata una bella vacanza, andata oltre le aspettative: a Gran Canaria c’ero già stata quindi più o meno sapevo a cosa andavo incontro, ma questa volta me la sono goduta di più, grazie anche alle condizioni meteorologiche decisamente migliori rispetto a 12 anni fa. Abbiamo visitato posti nuovi, rivisto luoghi dove ci faceva piacere tornare, altri purtroppo non siamo riusciti a rivederli per mancanza di tempo e altri ancora restano in wishlist: vorrà dire che ci toccherà tornare una terza volta. D’altronde le Canarie sono isole relativamente vicine, i prezzi sono ancora molto convenienti e quindi un break, in particolare nella stagione invernale, in queste isole “dell’eterna primavera” è sempre un piacere.

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