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Channel: Diari di viaggio – Il Giramondo
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Islanda (Capodanno 2021/2022)

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  1. A) INFORMAZIONI GENERALI:

 

Quando: 7 giorni dal 30.12.2021 al 05.01.2022.

Perché questo viaggio: dopo due viaggi senza nostro figlio Matteo, quando ci ha proposto di fare qualcosa tutti iniseme (noi 4 più la sua ragazza), abbiamo colto la palla al balzo. La scelta è caduta sulla Giordania … prenotata ad ottobre e saltata con il dpcm del 15 dicembre (l’hanno fatta passare in lista E). Dopo aver sbollito l’arrabbiatura …. e qui mi fermo …. la scelta della nuova destinazione è stata fatta all’istante. In Islanda eravamo stati per un mese con il camper anni fa (ci eravamo imbarcati in Danimarca e dopo uno stop alle Faer oer, eravamo arrivati in Islanda dopo 5 giorni). Ci era piaciuta tantissimo e ci eravamo ripromessi di tornare in inverno per vedere com’era in un’altra stagione e per l’aurora boreale.

NB: le informazioni dei vari posti che allego, a volte, per velocizzare, sono tradotte con google traduttore quindi può capitare che non siano in italiano proprio perfetto …..

Itinerario: 3 notti a Reykiavik, 2 a Vik, ed 1 a Reykiavik.

Voli (€ 1.284): € 321 a testa con 3 valige. Prenotati al 17 dicembre con EasyJet.

Hotel e appartamenti(€ 1.609):

Avendo timore di dover annullare anche questo viaggio, abbiamo scelto soluzioni che non richiedessero pagamento al momento della prenotazione e con annullamento a ridosso della scadenza.

– Reykjavik: Downtown Beautiful Designer – appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto)

(https://www.airbnb.it/rooms/13159452?source_impression_id=p3_1641757260_tdON%2Bg6yOJiLxqLD&guests=1&adults=1)

3 notti – a notte € 277 = Totale € 832

Prenotazione: Air B & B – pagato il giorno prima di partire

Giudizio: molto bello e curato nei minimi dettagli. Voto 9.

– Vik: Vik Apartment – appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto)

(https://www.vikapartments.is/)

2 notti – a notte € 316 = Totale € 632

Prenotazione: booking – pagato il giorno prima di partire

Giudizio: praticamente nuovo. Moderno e molto bello. Voto 9.

– Reykjavik: Stay Apartment Einholt – appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto)

(https://www.booking.com/hotel/is/einholt-guesthouse.it.html)

1 notte – € 145

Prenotazione: booking – pagato il giorno prima di partire

Giudizio: Bagno terribile ma soprattutto eravamo in 5 e c’erano solo 2 camere con due letti ognuno. Il divano non era un letto e se anche lo fosse stato, non c’erano lenzuola e cuscini. Abbiamo dovuto dormire in 3 in un letto matrimoniale con due piumoni singoli. Il codice di accesso non era giusto. Abbiamo dovuto chiamare più volte la responsabile perchè non riuscivamo ad accedere all’appartamento. Al rientro dalla cena alle 23.00 il codice di accesso era di nuovo non valido. Per fortuna, dopo tante telefonate, ci hanno risposto creandone uno nuovo. Se non fossimo riusciti a parlare con qualcuno, dovendo partire alle 6.00 del mattino seguente, oltre a dover trovare una sistemazione per la notte, avremmo perso il volo visto che tutte le nostre cose erano nell’appartamento ….. Voto 1.

Auto affittata: € 535:

Da Blu Rental Car in aeroporto (https://www.bluecarrental.is/). Abbiamo affittato una Dacia 4×4 con assicurazione completa. Nessun problema. Ci siamo trovati bene.

Km. percorsi: 1.350

 

Carburante: € 188

Ristoranti e bar (€ 431): abbiamo pranzato solo due volte in Islanda ed una in scalo a Londra. Per il resto, avendo scelto la soluzione degli appartamenti, abbiamo sempre cucinato noi.

Altre spese: parcheggio Malpensa € 37; market € 262; Laguna Blu € 248 (a testa € 62); assicurazione Columbus € 168; tamoni in partenza dall’Italia € 15 a testa; varie € 50

Covid: non sto qui ad elencare cosa abbiamo dovuto fare perchè spero proprio che si superi il prima possibile tutta questa brutta situazione. Comunque tra PLF del Regno Unito (non eravamo in transito ma abbiamo dovuto prendere e imbarcare nuovamente le valige) sia in andata che in rientro, dell’Islanda, dell’Italia e i relativi tamponi … siamo arrivati abbastanza stremati alla partenza. Continuavamo a cercare info ovunque perchè avevamo il timore che potessero cambiare le cose da un momento con l’altro e che ci saltasse pure questo viaggio.

 

Info sull’Aurora Boreale: https://www.unviaggioinfiniteemozioni.it/aurora-boreale-consigli-avvistarla/

App sull’Aurora Boreale: Aurora Alerts

 

Google maps: allego questa pagina che ho creato. Spero possa servire per sapere quali sono le cose principali da vedere.

https://www.google.com/maps/d/u/0/edit?mid=1JxoM5BP9tcuZz19XJjuwhMk9fJdz_6uc&ll=64.88661145163553%2C-19.027287899999987&z=7

 

Opinione generale: l’Islanda si riconferma uno dei posti al mondo più belli che ho visto.

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  1. B) INFO

 

Fuso: 1 ora indietro rispetto all’Italia

 

Moneta: Corona islandese 1 = € 0,0068     € 1 = Corona Islandese 147

Documenti: patente italiana e carta d’identità (noi abbiamo dovuto usare il passaporto perchè abbiamo fatto scalo nel Regno Unito.

Corrente: spine come in Italia

 

Strade: situazione strade: http://www.road.is/ oppure su  www.safetravel.is

prima di percorrere qualsiasi strada è bene consultare questi siti. Sono aggiornati quasi minuto per minuto, soprattutto d’inverno. Se una strada è di colore rosso, in loco troverete la segnaletica di blocco. Se la superate sappiate che i mezzi di soccorso non vengono ad aiutarvi in caso di bisogno.

C’è un anello esterno chiamato Ring Road oppure n°1 di 1400 km. E’ tutto asfaltato. Le strade oltre alla n°1 sono così classificate: quelle con due numeri sono sterrati buoni, quelle con tre numeri sterrati non perfetti e quelle con la F e tre numeri sono percorribili per legge solo dai fuoristrada e nelle quali si possono incontrare i guadi (segnalati sulle cartine). Le piste degli altipiani centrali vengono aperte verso metà giugno e chiuse quando arriva la neve.

 

Market: sono super riforniti e non abbiamo trovato prezzi folli, caro ma non esagerato. Considerate che qualsiasi tipologia di alcool, birra compresa, viene venduta in negozi apposta, per cercare di ridurre il numero degli alcolizzati.

Ristoranti: sono cari.

 

Clima e quando andare: l’Islanda è bella tutti i mesi. D’inverno può essere estrema se si scatenano tempeste di neve. Sempre d’inverno il problema è il vento. Può arrivare ai 100 km orari. Noi lo abbiamo trovato tutti i giorni a 70 km. orari. Le temperature non scendono mai tantissimo. Il minimo che noi abbiamo trovato è stato – 8 ma con il vento era percepito come -15. D’estate la piovosità è elevata.

 

Pagamenti: ovunque si può pagare con la carta di credito. Non abbiamo cambiato in valuta locale.

 

Alba/tramonto: 11.15 – 15.45 ma c’è luce già dalle 10.15 e fino alle 16.45. Le ore di luce a Capodanno sono proprio poche quindi bisogna organizzare gli spostamenti facendo in modo di essere al primo punto da visitare quando si incomincia ad avere visibilità. Le cose da vedere sono talmente tante che per forza bisogna fare delle scelte su cosa tralasciare.

 

Siti internet:

tour operator – info generali: https://guidetoiceland.is/it

informazioni: https://www.unviaggioinfiniteemozioni.it/category/europa/islanda/

informazioni Islanda del sud: https://www.south.is/

informazioni Islanda del nord: https://www.northiceland.is/

informazioni Islanda orientale: https://www.east.is/en

informazioni Islanda occidentale: https://www.west.is/

informazioni Islanda dei fiordi occidentali: https://www.westfjords.is/

informazioni Islanda penisola Reykjanes (sud di Reykjavik): https://www.visitreykjanes.is/is

ore di luce: https://www.unviaggioinfiniteemozioni.it/calendario-ore-di-luce-in-islanda/

sito per aurora boreale:  https://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora/#type=total

 

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  1. C) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:

 

1) 30 dicembre 2021 giovedì: Milano – Reykjavik (km.50)

Finalmente le tante sospirate e sofferte vacanze sono arrivate. Partiamo abbastanza stressati con un plico di plf, tamponi fatti e green pass con la paura che qualcosa vada storto. Nulla sarebbe stato se avessimo volato o con la Wizz (ma accantonata perchè annulla spessissimo) o l’Iceland Air (troppo cara). Con loro saremmo arrivati direttamente a Reykjavik evitando il tanto temuto scalo in Inghilterra che invece ci ha obbligati a fare EasyJet, perdendo tantissimo tempo e con controlli rigidissimi. Non sto qui a dilungarmi tanto si spera che tutto questa situazione finisca velocemente.

Partiamo alle 2.30 del mattino, noi 4 con la fidanzata di nostro figlio. Lasciamo a Malpensa la macchina e dopo tutti i vari controlli, partiamo alle 7.00. Volo tranquillo di un paio d’ore. All’atterraggio a Londra nessun controllo, ritiriamo le valige e poi dobbiamo attendere 7 ore il volo (più 2 di ritardo). La zona oltre i check-in non ha nessun posto dove sedersi quindi andiamo all’hotel Hampton, che si trova all’interno dell’aeroporto, chiedendo se hanno una saletta dove possiamo stare. Molto gentilmente ce la lasciano quindi rimarremo lì tutto il tempo. Al check-in pochi controlli. Pranziamo poi al ristorante Sonoma (€ 20 a testa). Tantissima gente gira senza mascherina quindi credo che nel Regno Unito non sia obbligatoria. Si riparte e dopo quasi 3 ore di volo, atterriamo finalmente a Reykjavik. Qui ci controllano tutti i documenti, tamponi, green pass e plf. Pensavamo di uscire dall’aeroporto e trovarci in una ghiacciaia ed invece fa freddo ma non eccessivo. Andiamo a ritirare la macchina da Blu Car (gli uffici sono dalla parte opposta del parcheggio). Sbrighiamo le formalità in pochi minuti e saliamo sulla nostra Dacia super ghiacciata. A fatica apriamo le portiere. Percorriamo i 50 km. che ci separano dalla capitale, in meno di un’ora. Guardiamo in cielo nella speranza di vedere l’aurora boreale ma questa sera danno solo kp 1 quindi propabilità basse. Le luci della città sono molto forti quindi, anche ci fosse stata, non avrebbe reso. Raggiungiamo il nostro appartamento che si trova proprio in centro.

Pernottamento: prenotato su Air B & B – Downtown Beautiful Designer

https://www.airbnb.it/rooms/13159452?guests=1&adults=1

€ 278 a notte – Tot. per 3 notti € 834

La proprietaria dell’appartamento ci ha dato un codice che ci fa accedere. E’ molto bello. Ci sono due camere matrimoniali molto spaziose, una sala con divano letto, la cucina ed il bagno con la vasca. E’ pulitissimo ed attrezzato anche con zucchero, sale, olio, caffè, the, spezie varie ed in bagno addirittura gli assorbenti e le salviette per struccarsi. Pier e Matteo vanno subito a fare la spesa mentre noi ci laviamo e disfiamo le valige. I market sono aperti fino a tardi ed uno, il Nettó (Fiskislóð 3, al porto), che è aperto 24/24. Domani pomeriggio sono chiusi così come il primo gennaio e poi il 2 in quanto domenica quindi ci eravamo informati su quali fossero aperti fino a tardi per organizzarci. Per cena avevamo previsto la pasta con purè e formaggio… è tutto pronto… e quando loro arrivano… Pier aggiunge solo l’olio in entrambe le pentole (che aveva acquistato non sapendo che c’era nell’appartamento…) e salteremo la cena perchè è …… olio di fegato di merluzzo… senza occhiali è accecato quindi ha preso il primo che gli è capitato… iniziamo bene! Butteremo tutto… Siccome è quasi mezzanotte e siamo un filino stanchi… mangiamo un pò di formaggio e poi a dormire…..

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Informazioni su quello che c’è da vedere a Reykjavik:

Reykjavik, capitale e principale città dell’Islanda, grazie alla sua latitudine è anche la capitale più a Nord del Mondo. La capitale islandese conta circa 200.000 abitanti e, se pensate che in Islanda vivono circa 332.000 persone, a Reykjavik vive praticamente la maggior parte della popolazione islandese! Reykjavik sarà quasi sicuramente la vostra prima tappa non appena metterete piede sul suolo islandese e, pur non essendo grandissima, richiede almeno due o tre giorni per visitarla abbastanza bene.

Vediamo nel dettaglio cosa vedere a Reykjavik tra le tappe principali e quelle meno turistiche, come arrivarci dall’aeroporto e dove dormire nella capitale islandese. E perché no, qualche curiosità non fa mai male.

Un po’ di storia: Quello che si conosce in merito alla storia di Reykjavik è relativamente recente e risale all’anno 874 d.C., quando Ingólfur Arnarson, un norvegese in fuga dalla sua terra e uno dei primi coloni dell’Islanda, la fondò. Il Landnámabók (libro della colonizzazione) narra che il colonizzatore fondò Reykjavik seguendo un rituale vichingo, che consisteva nel gettare in mare gli öndvegissúlur, i pali in legno situati ai lati del trono dei capi vichinghi e vedere dove si sarebbero arenati per mano degli Dei. Tutto questo è stato confermato anche da alcuni scavi archeologici effettuati e da alcuni ancora in corso in quella che si pensa essere stata la casa di Arnarson, trovata in Aðalstræti nelle vicinanze del parlamento e del municipio. Per diversi secoli, fino all’incirca il XVII secolo, Reykjavik rimase un agglomerato di fattorie senza molta importanza, mentre sull’isola situata poco al largo dell’odierna capitale, Videy, fu fondato, nel 1225, un monastero agostiniano distrutto in seguito durante la Riforma del XVI secolo. All’inizio del XVII secolo il Re della Danimarca impose all’Islanda un pesante monopolio commerciale che la ridusse alla fame. Intorno alla metà del 1700 Skúli Magnusson, uno sceriffo locale chiamato anche il padre di Reykjavik, mosse i primi passi per cercare di risollevare la città costruendo diverse manifatture tessili incentrate sulla lavorazione della lana, tintorie e concerie. Verso la fine di quel secolo si insediarono anche le prime industrie per la lavorazione del pesce e i primi cantieri navali. La rapida crescita della città portò ad un crescente desiderio di indipendenza tra la popolazione. Reykjavik ben presto divenne il centro intellettuale dell’Islanda e, nel 1845, divenne sede dell’Alþingi, il parlamento islandese, anche se in quel momento non aveva ancora nessun potere. Da quell’anno Reykjavik venne considerata come la capitale dell’Islanda, seppur non ancora ufficiale, e il parlamento ottenne i poteri legislativi nel 1874, nonostante il paese dipendesse ancora dalla Danimarca.Alla fine del 1918 l’Islanda divenne un regno, sempre sotto il controllo danese, e Reykjavik venne dichiarata capitale ufficiale dell’isola. Negli anni successivi il sostentamento della città derivava dalla produzione dello stocafisso e dall’esportazione del pesce, ma il vero periodo fiorente di Reykjavik avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la città dovette provvedere al fabbisogno delle truppe americane e inglesi d’istanza a Keflavik. Proprio qui venne costruito il più importante aeroporto dell’isola, l’Aeroporto Internazionale di Keflavik, grazie all’aiuto delle truppe statunitensi che ottennero così il permesso di stabilire le proprie truppe nelle vicinanze.Si crearono così nuove opportunità lavorative, incentivando la migrazione della popolazione dalle campagne verso la città. Il 17 Giugno 1944 a Þingvellir venne proclamata ufficialmente la Repubblica d’Islanda e Reykjavík divenne la capitale del nuovo Stato indipendente. A partire dagli anni ’50 Reykjavik ebbe una notevole crescita e un boom economico, fino a quando, nel 2008, venne colpita da una forte crisi economica, dalla quale si è poi piano piano ripresa grazie anche al turismo.

Cosa vedere a Reykjavik: Siccome in molti ci chiedono cosa si riesce a vedere a Reykjavik in un giorno, partiamo dalle cose principali che la capitale islandese ha da offrire, per poi passare a quelle un po’ meno conosciute.

Il simbolo della città è la Hallgrímskirkja, una chiesa luterana di nuova costruzione, iniziata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e terminata nel 1983. La prima cosa che vi salterà all’occhio arrivati di fronte alla chiesa sarà la sua imponente e particolare struttura, che richiama le colonne di basalto della cascata di Svartifoss e che, grazie ai sui 74 metri di altezza, è visibile da ogni angolo della città e può essere usata come punto di riferimento per muoversi nella capitale islandese. Approfittatene anche per salire sulla torre della chiesa: da lassù si gode di una splendida vista panoramica a 360° sulla città e, con una giornata completamente limpida e serena, si riesce a vedere in lontananza persino lo Snæfellsjökull!

Di fronte alla chiesa si trova la statua di Leif Erikson, il primo esploratore a sbarcare in Nord America ben 500 anni prima di Colombo! La si può raggiungere passeggiando lungo la via principale di Reykjavik, la Skólavörðustígur, che dal centro della città porta direttamente alla cattedrale. Questa via è famosa per la moltitudine di negozi e per le piccole gallerie d’arte islandese. Se volete fare qualche acquisto particolare, lungo questa via lo troverete!

Poco distante dalla chiesa si trova un piccolo parco sconosciuto alla maggior parte dei viaggiatori che si reca a Reykjavik. Si tratta dell’Einar Jónsson Sculpture Garden che anche noi abbiamo scoperto quasi per caso. È il giardino del Museo Einar Jónsson, casa e studio del primo scultore islandese, dove sono esposte diverse opere dell’artista. L’ingresso al museo, che racconta la storia dello scultore e delle sue opere, costa 600 Isk (circa € 4,80) mentre l’ingresso al giardino è gratuito.

Se lo shopping lungo la via principale della capitale non dovesse bastarvi, approfittatene per fare una bella passeggiata lungo la via dello shopping di Reykjavik, la Laugavegur. Originariamente questa strada fu costruita per le donne di Reykjavik che ogni giorno si recavano alle sorgenti geotermali per lavare la biancheria. Oggi invece è una delle più antiche e famose vie dello shopping della capitale. Lungo questa via potete trovare i migliori negozi e prodotti di prima qualità, passando dall’alta moda ai negozi di articoli sportivi. Se avete bisogno di acquistare abbigliamento termico da utilizzare durante un viaggio invernale o in montagna, qui troverete di tutto e a prezzi a volte davvero convenienti.

Vicino alla via dello shopping si trova la Laekjargata, il cui nome deriva dal torrente che un tempo correva lungo la strada dal Lago Tjörnin fino al mare, una strada ricca di negozi e pub, tra cui l’Hard Rock Cafè, lungo la quale si trovano alcune tra le più antiche case di Reykjavik.

Dal centro di Reykjavik, dirigendovi verso il vecchio porto, arriverete all’Harpa, un bellissimo centro congressi e centro culturale. Questa struttura è interamente costruita in vetro e anch’essa prende ispirazione dai bellissimi paesaggi basaltici islandesi. Gli amanti della fotografia si divertiranno a fotografarlo a tutte le ore del giorno, sia all’esterno sia all’interno, dove i giochi di luce lo rendono ancora più particolare. La sua posizione sul mare offre una splendida vista sul paesaggio circostante, sulle montagne e sull’Oceano.

Continuando la passeggiata lungo la costa si arriva al Sólfarið, la nave del Sole, la scultura più famosa e simbolo di Reykjavik. Questa scultura è stata costruita nel 1986 dallo scultore Jón Gunnar Árnason in occasione del duecentesimo anniversario della città, è interamente in acciaio e rappresenta una nave dei sogni, un inno al Sole, racchiudendo la promessa di libertà, speranza e nuove mete da scoprire. Se sarete a Reykjavik in estate recatevi al Sólfarið per osservare il Sole di Mezzanotte, mentre in inverno, con un po’ di fortuna, la potete ammirare sotto la danza dell’Aurora Boreale. Poco distante si trova un’altra scultura, la Partnership Sculpture, costruita nel 1991 per celebrare i cinquantanni di rapporti diplomatici tra Islanda e Stati Uniti.

Poco lontano dal Sun Voyager si trova la Höfði House, purtroppo non visitabile al suo interno, costruita nel 1909 e famosa per aver ospitato i presidenti Reagan e Gorbachev durante il Summit di Reykjavik nel 1986 per porre fine alla Guerra Fredda. Dalla casa partì inoltre il primo collegamento radiofonico dell’Islanda.

Dopo una giornata frenetica in giro per il centro di Reykjavik, potete passeggiare nel centro storico di Reykjavik, all’estremità nord del Lago TjörninQui si trova anche il Reykjavík City Hall, una costruzione moderna, elegante e studiata per essere in armonia con la natura circostante. Al suo interno ospita l’ufficio del Sindaco e gli uffici di altri funzionari. Al piano terra si trova invece l’ufficio informazioni turistiche, dove potete acquistare la Reykjavik City Card, e l’internet point, mentre il resto della struttura viene utilizzata come galleria espositiva delle opere di artisti islandesi.

Approfittatene per rilassarvi un po’ passeggiando attorno al meraviglioso Lago Tjörnin, circondato da bellissimi palazzi come l’Università, diversi musei e il Parlamento. Il lago è anche casa di una quarantina di specie di uccelli e i tanti cigni che lo popolano sono sempre felici di ricevere qualche briciola di pane! In inverno il lago si ghiaccia e si trasforma in una pista di pattinaggio, mentre sulle rive viene introdotta acqua termale per consentire ai cigni e alle papere di nuotare anche nei mesi invernali. All’interno del parco che circonda il lago potete ammirare alcune installazioni artistiche degne di nota, raffiguranti diverse persone. Vicino al lago si trova anche la statua del lavoratore ignoto, un’opera realizzata nel 1994 da Magnus Tomasson e che raffigura un uomo d’affari con la testa e le spalle nascoste in una gigantesca scatola in pietra.

Vicino al lago si trovano altre due chiese: la Dómkirkjan, sede del Vescovo d’Islanda e principale luogo di culto luterano della città, e la Fríkirkjan í Reykjavík, costruita nel 1899. Poco lontano si trova anche l’unica chiesa cattolica di Reykjavik, la Landakotskirkja, conosciuta anche come la cattedrale di Cristo Re. Venne costruita nel 1929 e in quell’anno era la chiesa più grande dell’Islanda.

Sulla collina più alta della città, la Öskjuhlíð, sorge il Perlan, una cupola di vetro situata sopra a dei serbatoi di stoccaggio dell’acqua geotermica che serve per riscaldare la città, da cui si ha un’incredibile vista panoramica su tutta la città. Al suo interno si trova uno dei più famosi musei di tutta Reykjavik, il Viking Saga Museum, che ripercorre e racconta perfettamente la storia del popolo islandese.

All’interno della struttura c’è anche un prestigioso ristorante dove potete assaggiare alcuni piatti tipici islandesi godendo di una splendida vista a 360° sulla città e sulla costa. Nei giorni più caldi è possibile pranzare e godere di questa vista dalla terrazza panoramica esterna.

Visitate anche il vecchio porto di Reykjavik, davvero molto bello e caratteristico. Qui durante il weekend è possibile visitare il Kolaportid (Tryggvagata 19), un mercato delle pulci dove è possibile fare degli ottimi affari e acquistare i Lopapeysa, i tradizionali maglioni islandesi in lana lavorati a mano. Al mercato è possibile pranzare anche con una vasta scelta di prodotti locali.

Reykjavik ha anche una stragrande varietà di musei da poter visitare. Se volete farvi un’idea su come vivevano un tempo i cittadini di Reykjavik, fate un salto al Museo all’aperto Árbæjarsafn, aperto per evitare che la storia di Reykjavik venisse dimenticata, oppure al National Museum of Iceland, dove si trova una collezione di reperti ritrovati in diverse zone dell’isola e dove viene raccontata la storia dell’isola dai vichinghi ad oggi.

Per farvi un’idea su quanto sia importante la pesca per gli islandesi potete visitare il Museo Marittimo Vikin, che la racconta egregiamente attraverso foto e filmati. Di fianco al museo si trova il vascello Óðinn, visitabile solamente prendendo parte ad un tour guidato di circa un’ora alle 13.00, alle 14.00 o alle 15.00. Il vascello venne utilizzato durante le guerre del merluzzo tra Islanda e Inghilterra tra il 1950 e il 1976, guerre non armate che si scatenarono per definire i confini delle zone di pesca nell’Atlantico.

A soli 15 minuti dal centro di Reykjavik si trova invece il Whales Of Iceland (Fiskislóð 23), vicino al vecchio porto. Questo è un museo interattivo dedicato interamente ai cetacei e alla loro vita, ideato e realizzato dall’Istituto di Ricerca Marina Islandese e dalla Elding, compagnia che organizza anche i whale watching tour. E per finire non poteva certo mancare lui, il famoso Museo Fallologico Islandese che espone una collezione di ben 209 falli, appartenenti a quasi ogni specie di mammifero islandese.

Un altro posto che potete visitare se avete tempo a sufficienza è il Laugardalur Park, dove troverete uno splendido giardino botanico con una vasta selezione di fiori e piante dell’Artico, un ostello della gioventù, un campeggio e la più grande piscina termale all’aperto di Reykjavík, la Laugardalslaug, in cui potrete nuotare tutto l’anno (inclusa nella Reykjavik City Card). All’interno del giardino si trova anche il Flóran, un piccolo cafè circondato da fiori e piante. Il parco è raggiungibile con gli autobus 14, 15, 17, 19, ed è aperto dalle 8.00 alle 20.00. In questa zona si trovano anche una collezione di sculture del Museo d’Arte Ásmundarsafn di Reykjavík che un tempo era lo studio di Ásmundur Sveinsson, un pioniere della scultura islandese, e il principale stadio sportivo di Reykjavík.

Grótta Island Lighthouse

 Videy Island: isola vulcanica dove si trova l’Imagine Peace Tower realizzata da Yoko Ono in memoria di John  Lennon, raggiungibile in pochi minuti di battello da Reykjavik. La torre non è altro che un basamento su cui c’è incisa la frase Imagine Peace in 24 lingue diverse e dal quale, tra Ottobre e Marzo, viene proiettato verso il cielo un fascio di luce luminoso che sembra, appunto, una torre. Sull’isola non c’è molto da vedere, a parte la vecchia residenza reale e la piccola chiesa, ma la vista sulla capitale e sui dintorni e passeggiare nella natura incontaminata valgono la visita.

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2) 31 dicembre 2021 venerdì: Reykjavik (km.247)

Sarà stata la stanchezza, ma anche il letto comodissimo e l’appartamento isolato acusticamente molto bene … fatto sta che dormiamo come sassi tutta la notte. La sveglia suona alle 8.00. Abbiamo fatto il conto di essere al primo punto che vogliamo visitare prima delle 10.00 in modo tale da vederlo con un minimo di luce. Facciamo colazione e poi usciamo. Ci fa un effetto strano, sapendo che sono le 9.00, trovare buio completo come se fosse mezzanotte. La sensazione è quella di essere in un paesaggio completamente congelato senza alcun movimento e senza nessun rumore. La nostra macchinetta è gelata ma con il riscaldamento a manetta… in un attimo si riscalda. Ci siamo vestiti come se fossimo pronti per una scalata del Nanga Parbat quindi poco per volta ci svestiamo… praticamente potremmo riempire una valigia con i vestiti tolti… Viaggiamo verso est vedendo il chiarore dell’alba, all’orizzonte. Ci sono -10.

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Informazioni su quello che c’è da vedere nel Circolo d’oro:

Il Circolo d’Oro (Golden Circle) è uno dei percorsi più famosi dell’Islanda: è un percorso di circa 300 chilometri che tocca 3 dei maggiori punti d’interesse dell’isola e che si può fare tranquillamente in giornata partendo da Reykjavik.  

1) KERID

2) FAXIFOSS

3) GULLFOSS

4) GEYSIR

5) BRUARFOSS

6) LAUGARVATN

7 ) APAVATN

8) THINGVELLIR

 1) KERID: Il cratere Kerid nasconde al suo interno un bellissimo lago di un verde intenso che contrasta con le pareti rocciose rosse del cratere del vulcano, ricoperte qua e la di muschio. Il cratere Kerið si è formato circa 6.500 anni fa e si trova all’estremità settentrionale di una fila di crateri conosciuti come Tjarnarhólar. La caldera del vulcano è profonda circa 55 metri, mentre il lago è profondo dai 7 ai 14 metri, che variano a seconda delle precipitazioni. Secondo un’antica credenza, un aumento del livello dell’acqua del lago di Kerid è accompagnato da una corrispondente diminuzione del livello dell’acqua nel piccolo laghetto di Búrfell a Grímsnes e viceversa.

 Grazie alla sua conformazione, simile a quella di una arena, in passato la cantante islandese Bjork vi tenne un concerto, adagiando una piattaforma galleggiante proprio in mezzo al lago

2) FAXIFOSS: cascata molto bella

3) GULLFOSS: In islandese Gullfoss significa Cascata d’oro e molti la considerano la più bella cascata d’Islanda. La cascata nasce dal fiume Hvítá che cade in una grande fessura, producendo una fitta nebbiolina e molto spesso bellissimi arcobaleni. Questa cascata è formata da 2 salti, di 21 e 11 metri, e i sentieri in legno permettono di avvicinarsi davvero tanto e di vederla anche dall’alto, da dove è possibile ammirare il canyon che ha scavato nel corso degli anni. In inverno la maggior parte della cascata è ghiacciata e siccome questa zona è molto ventosa.

4) GEYSIR e STROKKUR: Geysir è il più grande geyser d’Islanda e il più famoso al Mondo. Ha circa 8.000 anni e i suoi getti arrivano fino a 70-80 metri d’altezza ma, purtroppo, oggi non erutta quasi più per colpa di alcuni turisti irresponsabili che hanno gettato diverse pietre al suo interno. Geysir, che significa eruzione intermittente, diede il nome a tutti i geyser del Mondo. Addormentatosi completamente nel 1915 e risvegliato artificialmente qualche decennio dopo, tutt’oggi è quasi impossibile vederlo eruttare. Quasi tutti i tentativi di risvegliarlo, addirittura gettando del sapone al suo interno, sono falliti.

Strokkur invece, che si trova a pochi passi da Geysir, è più piccolo ma attivissimo e i suoi getti arrivano a 20-30 metri d’altezza e a volte anche di più. Erutta ogni 5-8 minuti circa.

Tutta questa zona è caratterizzata da pozze di fango e acqua calda, fumarole, depositi di alghe e altri geyser più piccoli e nell’aria si respira il classico odore di ‘uovo marcio’ tipico dello zolfo. Una volta raggiunto il centro visitatori è sufficiente attraversare la strada e si accede all’area dei geyser.

5) BRUARFOSS: bellissima Bruarfoss, anch’essa dimenticata dai classici tour organizzati, considerata dalla gente del posto e dai viaggiatori una delle gemme nascoste più belle del paese, spesso etichettandola come la cascata più blu d’Islanda. Brúarfoss è solo una piccola parte del fiume glaciale Brúará, un affluente del fiume Hvita che scende dal ghiacciaio Langjökull.

La cascata prende il nome da un arco di pietra che una volta vi si ergeva sopra, fungendo da ponte per coloro che desideravano attraversarla. Secondo una leggenda, questo ponte di pietra naturale fu distrutto nel 1602 da un servitore della sede episcopale di Skálholt. A quel tempo l’Islanda stava soffrendo una grave carestia e, distruggendo il ponte, il servitore impedì ai contadini affamati di raggiungere le terre generose rivendicate dalla chiesa.

C’è un piccolo parcheggio vicino al fiume Brúará, il parcheggio non è troppo grande quindi può essere difficile trovare un posto per la tua auto lì. L’escursione inizia dal parcheggio lungo il fiume e la distanza dal parcheggio alla cascata Brúarárfoss è di circa 3,2 km (solo andata). Con soste, l’escursione dura circa 1 ora, da 2 a 2,5 ore andata e ritorno.

Dopo aver percorso un breve tratto del fiume si arriva alla proprietà privata, poco prima del cartello della proprietà privata si gira a destra e si imbocca la strada (Gunnarsbraut) che porta alla zona del chiosco. Da lì si segue la strada per circa 900 metri verso il Brúarárfoss. Lì si gira di nuovo a sinistra verso il fiume e da lì si segue il fiume più o meno per circa 700 metri fino a raggiungere la cascata Brúarárfoss.

L’escursione è piuttosto facile e la salita è solo di circa 50-100 metri. Per metà del tempo si cammina lungo il fiume Brúará, quindi si ha una buona visuale del fiume e lungo il percorso si possono vedere rapide.

Nel complesso è stata una bella escursione, non troppo difficile e in un ambiente splendido, e la cascata di Brúarárfoss è unica nel suo genere.

6) LAUGARVATN (lago acqua calda –  ci sono anche delle terme)

Laugarvatn, il cui nome in islandese significa lago delle sorgenti calde, è una sorgente geotermica naturale e la sua fonte più famosa, chiamata Vigdalaug, è situata sulla sponda occidentale del lago. La fonte Vigdalaug riscalda ampiamente l’acqua del lago ed è stata usata dai primi cristiani islandesi per i battesimi.

7 ) APAVATN (lago acqua calda)

è collegato al Laugarvatn tramite il fiume Hólaá, che scorre nella valle sottostante il Monte Mosfell, e le sue acque sono ricche di pesce. Un’antica saga narra che nell’XI secolo l’islandese Sighvatur Þórðarson mangiando un pesce del lago ricevette il dono della poesia.

8) PARCO NAZIONALE DI THINGVELLIR

https://www.unviaggioinfiniteemozioni.it/parco-nazionale-di-thingvellir/

Costi e orari

Il parco di Thingvellir e il suo centro multimediale sono ad ingresso libero. Gli orari sono i seguenti:

1 Aprile – 1 Novembre: dalle 09.00 alle 18.00 (fino alle 19.00 da Giugno ad Agosto)

1 Novembre – 1 Aprile:  dalle 09.00 alle 17.00

I parcheggi intorno all’interno dell’area più turistica del parco sono a pagamento e il costo del pass giornaliero è:

Autovettura da 5 posti o meno: 750 ISK

Il biglietto è valido per tutto il giorno e in tutti i parcheggi. In ogni parcheggio e all’interno del centro visitatori ci sono macchinette automatiche che distribuiscono i pass. Le macchinette accettano tutte le principali carte di credito o debito.

Il Parco Nazionale di Thingvellir fa parte del famoso Circolo d’Oro insieme ad altri due must come la cascata di Gullfoss e i geyser.

Il Parco Nazionale di Thingvellir (Þingvellir), la cui istituzione risale al 1928, è uno dei parchi naturali più conosciuti dell’Islanda grazie alla sua notevole bellezza paesaggistica e alla sua grande rilevanza dal punto di vista culturale, storico e geologico. Inoltre dal 2004 è uno dei due soli siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco sul territorio islandese.

Thingvellir, che significa pianure dell’assemblea, è anche il sito storico più importante per la cultura islandese. Nell’anno 930 i vichinghi vi fondarono l’Alþingi, il più antico parlamento del mondo, che ha continuato a svolgere il suo ruolo fino al 1798. Ogni decisione importante che riguardasse l’Islanda veniva discussa in questa pianura, si approvavano nuove leggi e proprio qui si decise di adottare il cristianesimo come religione nazionale. Sempre all’interno del parco venne proclamata l’indipendenza dell’Islanda il 17 giugno 1944.

Dal punto di vista geologico invece Thingvellir è famoso per la faglia di Sifra, cioè la spaccatura tra le placche continentali eurasiatica e americana. Si stima che le due placche terrestri si spostino di circa 2 cm l’anno ed è questo a determinare la frequente attività sismica del Parco Nazionale di Thingvellir. In estate è anche possibile immergersi per visitare da vicino questa spaccatura. Si estende inoltre lungo le rive settentrionali del lago più grande dell’ Islanda, il Thingvallavatn.

Le cose da non perdere nel parco sono sicuramente la faglia di Almannagja, la cascata di Oxarafoss e il lago Thingvallavatn.

Il Centro Visitatori si trova in un edificio vicino al punto panoramico di Hakið, dove un sentiero conduce alla grande faglia di Almannagjá. Al suo interno si trovano un piccolo bar, un negozio di souvenir e una piccola mostra dove potete trovare tutte le informazioni sul parco. I servizi igienici del parcheggio del centro visitatori sono aperti dalle 8.00 alle 18.00, mentre il centro visitatori è aperto dalle 9.00 alle 18.00.

Il Centro Servizi invece si trova a Leirar, vicino al campeggio. Al suo interno si trovano una caffetteria e un piccolo centro informazioni generali sul parco, sulla sua natura e sulla sua storia. Sono disponibili anche le mappe del parco con sentieri segnalati. Il centro è aperto in estate (da Giugno ad Agosto) dalle 9.00 alle 22.00 e in inverno (da Settembre ad Aprile) dalle 9.00 alle 18.00.

Numerosi sentieri escursionistici si estendono su tutto il Parco Nazionale. Al di fuori del sito dell’assemblea la maggior parte dei sentieri escursionistici conducono alle fattorie abbandonate di Hrauntún, Skógarkot e Vatnskot, di cui si possono ancora vedere resti.

– La faglia di Almannagja, Öxaráfoss e Drekkingarhylur

La faglia di Almannagja, che significa letteralmente gola di tutti gli uomini, forma un bellissimo canyon lungo 5 chilometri nel quale scorre il fiume Oxarà e dove è possibile ammirare la bellissima cascata Öxaráfoss, alimentata proprio da questo fiume. È uno dei pochissimi posti al Mondo dove si può passeggiare nel punto in cui si incontrano due faglie della crosta terrestre: quella nord-americana e quella euroasiatica. La faglia la si può percorrere attraverso l’apposita passerella adibita per i visitatori. Scendendo lungo il canyon si può raggiungere la Lögberg, la roccia della legge, dove ogni anno si tenevano le riunioni del Parlamento. Qui l’oratore della legge (Lögsögumaður) recitava a memoria il codice legislativo all’assemblea.

Poco distante dalla cascata si trova Drekkingarhylur, una piscina naturale e molto profonda, nota per la sua triste storia. Si narra, infatti, che in essa venivano gettate le donne che si macchiavano di reati quali l’adulterio e l’aborto.

Lungo il corso del fiume Oxara inoltre si trovano diversi Búðir, ovvero piccoli rifugi in pietra con il tetto di torba, dove si riunivano i partecipanti alle assemblee e dove, in alcuni, si trovava rifornimento di bevande, cibo e pergamena. Queste rovine possono essere datate tra il XVII e il XVIII secolo e il più antico è Biskupabud, utilizzato dai vescovi islandesi e situato vicino alla chiesa.

– Lago Thingvallavatn

Il lago Thingvallavatn è il più grande di tutta l’Islanda, con una superficie di 84 chilometri quadrati e una profondità di oltre 100 metri, ed è ricco di salmerini artici (bleikja). Al suo interno ci sono diverse isole di origine vulcanica. La temperatura dell’acqua del lago è mite durante tutto l’anno grazie a numerose sorgenti sotterranee, tra cui la sorgente Vellankatla, e per questo motivo si può fare snorkeling tutto l’anno o, per i più esperti, ci si può immergere fino ad arrivare alla faglia di Silfra.

– l’Alþingi

Situato vicino alla bellissima faglia di Almannagja, situato ai piedi delle sue rupi, si trova l’Althing. Dopo la conversione dell’Islanda al cristianesimo l’antico parlamento venne trasferito in questo luogo che, grazie alla sua conformazione, fungeva da altoparlante naturale in modo che tutti potessero sentire gli oratori. Al giorno d’oggi si trova una bandiera islandese a segnalarne il punto esatto.

– Brennugja e Flosagja

Sul margine orientale, opposto alla faglia di Almannagja, si trovano altre fratture più piccole come la faglia di Brennugja, che significa baratro del rogo. Qui durante il XVII secolo vi vennero condannati al rogo 9 uomini accusati di stregoneria.

Poco distanti si trovano la faglia di Flosagja, che prendono il nome da uno schiavo in cerca della libertà che le superò con un balzo, e la faglia di Nikulasargja, che prendono il nome da un uomo ubriaco trovato morto nelle loro acque.

– Fessura di Peningagjá

Passeggiando all’interno del parco, ad un certo punto ci siamo trovati di fronte a questa fessura piena d’acqua cristallina di cui non sapevamo dell’esistenza. Ci siamo informati e abbiamo scoperto che è anche chiamata “The Money Chasm“, in quanto è consuetudine gettare al suo interno una monetina dal ponte che ci passa accanto. Si dice che se si riesce a seguire la discesa della monetina fino a quando raggiunge il fondo, i propri desideri si avvereranno. Questa faglia si trova alla fine della faglia di Nikulasargja.

– Þingvallabær

Una piccola fattoria che venne costruita nel 1930 in occasione del millesimo anniversario dell’Alþingi. Oggi al suo interno ci sono gli uffici del guarda parco e viene utilizzata come residenza estiva del primo ministro islandese.

– Þingvallakirkja

Dietro la fattoria si trova la Þingvallakirkja, una delle prime chiese islandesi. La chiesa originale è stata consacrata nell’XI secolo, ma l’attuale chiesa in legno risale al 1859. Al suo interno sono custodite diverse campane di alcune chiese più antiche e una pala d’altare del 1834. Nel piccolo cimitero situato dietro la chiesa sono sepolti due famosi pittori islandesi del periodo romantico e sostenitori dell’indipendenza dell’isola, quali Einar Benediktsson e Jonas Hallgrimsson.

La chiesa di Thingvellir è aperta tutti i giorni alle 9.00 alle 17.00 da metà Maggio all’inizio di Settembre.

9) SECRET LAGOON (terme)   (https://secretlagoon.is/)

hot spring naturali (38°C), situata nel piccolo villaggio Fludir. In zona ci sono anche diversi punti geotermici e un piccolo geyser che erutta ogni 5 minuti. La Secret Lagoon è aperta tutto l’anno. In inverno, dall’1 Ottobre al 30 Aprile, è aperta dalle 11.00 alle 20.00, mentre in estate, dal 1 Maggio al 30 Settembre, è aperta dalle 10.00 alle 22.00. L’ingresso cosa circa 20€ (2.800 Isk).

 

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Arriviamo al cratere di Kerid per le 10.00. C’è già un’ottima visibilità. Paghiamo 400 corone (circa 2,40 euro) a testa. L’idea è di percorrere a piedi il bordo del cratere ma c’è un vento fortissimo quindi desistiamo quasi subito… scendiamo fino al lago che si è creato all’interno della caldera. E’ una lastra di ghiaccio. Torniamo alla macchina e poi ripartiamo per la tappa seguente, la cascata Faxifoss. Qui l’ingresso costa 700 corone (circa 4,20 euro) a testa. E’ una bella cascata con un salto alto pochi metri. Scendiamo lungo il sentiero fino a vederla di lato. Ripartiamo per arrivare direttamente a Gullfoss. Qui non si paga. Nel 2007 non c’era nulla …. ora c’è una struttura con negozio e ristorante. Allora eravamo scesi fino alla cascata ma adesso il sentiero è chiuso. La ricordavo molto bella ed ora, con il ghiaccio che ricopre tutte le parti del canyon, è ancora più scenografica. Ci spostiamo poi alla zona dei Geysir. Anche qui c’è una grossa struttura con ristorante & C. Vediamo lo Strokkur eruttare 3 volte. Oggi la giornata non è bella. Il cielo è velato. Il vento non è molto forte. Ci fermiamo ad accarezzare alcuni cavalli. Come fanno a vivere all’aperto con queste condizioni meteorologiche non lo so proprio. Le pecore (in estate se ne vedono ovunque) sono tutte nelle stalle. Ci spostiamo a Laugarvatn. Se no avessimo lasciato i costumi all’appartamento, avremmo potuto fare un bagno alle terme. Tocchiamo l’acqua del lago. In un punto è molto calda. Passiamo poi per Thingvellir ma ormai è praticamente buio quindi non scendiamo per andare a vedere la faglia. Rientriamo a Reykjavik alle 17.00. Bagno bollente, cena e poi ci imbacucchiamo di nuovo per andare in centro per i fuochi. Sapevamo che gli islandesi battono di gran lunga i napoletani con i giochi pirotecnici … ma non avevamo idea di cosa potessero fare. Arriviamo alla piazza della chiesa dove c’è il mondo. Ci troviamo con la mia amica Tiziana con Agata e Stefano. Loro sono arrivati questa sera. Ci troveremo qualche volta ma non siamo riusciti ad incastrare tutti i giorni. I fuochi iniziano da molto prima di mezzanotte e non si fermano allo scoccare dell’ora x. Ce ne sono ovunque, non si sa più dove guardare. Bellissimi. Torniamo poi all’appartamento.

3) 01 gennaio 2022 sabato: Reykjavik (km.165)

Anche oggi sveglia alle 8.00 e partenza alle 9.00. Visiteremo la penisola Reykjanes. Come sempre guardiamo la situazione strade sul sito www.road.is. Da oggi danno vento a oltre 70 km/h. Nella zona di Vik, dove andremo domani, danno tempeste di neve e la strada è chiusa.

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Informazioni su quello che c’è da vedere nella penisola Reykjanes (https://www.visitreykjanes.is/is):

Holmsberg lighthouse: Hólmsbergsviti, a nord di Keflavík a Reykjanesbær, è stato costruito nel 1956 ed è uno dei tre fari costruiti negli anni 1956 – 1957 secondo lo stesso disegno, ma gli altri due si trovano a Seley e Vattarnes. I fari su Fjallaskagi, a Æðey, su Skarð e Ketilsflesi hanno le stesse dimensioni e forma, ma Axel Sveinsson, un ingegnere, li ha disegnati tutti. L’edificio del faro è una torre conica in cemento, alta 9,3 m su cui è stato collocato un faro svedese alto 3,4 m. La porta è in un atrio profondamente aperto. Alla sommità della torre si trova una sporgenza del tetto con una ringhiera in cemento, con aperture quadrate tutt’intorno e si erge su quattro blocchi. 

Útskálakirkja: Cimitero e canonica a Garður. Útskálar era uno dei più grandi manieri di Suðurnes, insieme a Stóra-Hólmur a Leira e Kirkjuból a Miðnes. L’attuale chiesa di Útskálar è stata costruita negli anni 1861-1863, una casa di legno su una fondazione rialzata, con una cantoria, una chiesa anteriore e una torre e può ospitare circa 200 persone. Il caposquadra era Einar Jónsson di Brúarhraun. Nel 1975, la chiesa fu ampliata per includere servizi igienici, magazzini e un salone di bellezza. L’interno della chiesa è dipinto e decorato da Áki Granz, un maestro pittore, ha anche spiegato un vecchio dipinto ornamentale che era quasi scomparso.La chiesa è di tipo a torre più giovane ed è protetta. La pala d’altare è di un pittore straniero e mostra la predicazione di Maria, il pulpito era probabilmente originariamente nella cattedrale di Reykjavík. Il carattere è di Ríkharð Jónsson.Il reverendo Sigurður B. Sívertssen fu sacerdote a Útskálar per quasi mezzo secolo. Lavorò a molti progressi, come la bonifica del terreno e la costruzione di case, tra le altre cose, fece costruire la chiesa oggi, ma è meglio conosciuto per la cronaca di Suðurnes che scrisse. Una chiesa probabilmente è stata a Útskálar fin dai tempi più antichi, è menzionata per la prima volta nel registro delle chiese del vescovo Páll intorno al 1200. C’era anche una chiesa a Kirkjubóll, ma quella chiesa è menzionata per l’ultima volta nelle fonti del XIV secolo. I santi della chiesa nella fede cattolica erano l’apostolo Pétur e Þorlákur helgi. Uno degli eventi più tristi nella storia marittima islandese è legato alla chiesa. L’8 marzo 1685, 136 persone morirono in mare, la maggior parte di loro da Suðurnes, durante la notte 47 corpi andarono alla deriva a terra a Garður e 42 di loro avevano una fossa comune a Útskálakirkjugarður. Si ritiene che mai prima d’ora così tante persone siano state sepolte lo stesso giorno dalla stessa chiesa in Islanda.

Garður Lighthouse, vecchio e nuovo (foche e faro): Le prime notizie sui fari di Garðskagi risalgono al 1847, quando venivano usati come guida per i marittimi. La guardia era carica di pietre e da essa spuntava una sbarra di ferro. I documenti di quel tempo affermano che nell’agosto 1847, una guardia di ferro costruita con una posta, che doveva essere installata a Garðskagi, arrivò con la nave postale per guidare le navi che navigavano nel Faxaflói. Si presume che la sporgenza con un pilastro di pietra, che verrà caricata sotto di essa, sia alta 15 cubiti (3,7 m). Questo è stato un punto di riferimento per giorni, ma non un faro. Nel 1897 fu costruito un faro su Garðskagatá. Era un edificio quadruplo in cemento, alto 12,5 metri e 3,25 metri di lato. Annesso ad esso c’era un corpo di guardia, dove il guardiano del faro pernottava. Intorno al faro c’era una piattaforma, in pietra squadrata, alta circa 3 metri. Il faro era dotato di apparecchiature di illuminazione di alta qualità, che era una lampada a olio. L’interruttore della luce ha amplificato la luce e ha girato l’orologio di saldatura sull’interruttore della luce. Doveva essere ricaricato ogni quattro ore, quindi si riteneva necessario che il guardiano del faro rimanesse nel corpo di guardia durante la notte. Negli anni successivi, non era considerato sicuro stare nel faro quando c’era molto surf, e quindi il faro era sorvegliato dalla casa del guardiano del faro. Un nuovo faro è stato costruito su Garðskagi nel 1944 ed è stato uno dei motivi principali per cui il mare è stato inondato molto da quando è stato costruito il vecchio faro. Il nuovo faro è una torre cilindrica in cemento, 28 m. su una collina con un faro. Garðskagavitin sarà il faro più alto del paese, cioè l’edificio stesso. I corpi illuminanti del vecchio faro furono trasferiti nel nuovo faro, ma presto la luce elettrica sostituì la luce a petrolio, prima da una turbina eolica, poi da Sogsvirkjun, e contemporaneamente fu aumentata l’intensità luminosa del faro. Nel 1961 il faro fu dotato di apparecchi di illuminazione svedesi e presentava gli stessi segnali luminosi del vecchio (informazioni sui segnali luminosi). Un centro radiofonico è stato aperto a Garðskagi nel 1952 attraverso l’Associazione islandese per la prevenzione degli incidenti e quattro anni dopo quella stazione è stata sostituita da un centro radio leggero, che è molto più ampio e completo.

Sandgerði Lighthouse 

Stafnesviti Lighthouse

Stóra Sandvík: Stór- e Litla-Sandvík o Sandvík, a sud di Hafnaberg a Reykjanes. È una popolare destinazione turistica sulla strada fuori Reykjanes. Spiaggia di sabbia con alte colline erbose al di là. A Sandvík, Hafnaberg termina con bellissime scogliere che fanno parte di una fessura. A sud di Sandvík si trova Stampahraun, che sgorga da una serie di crateri lunghi 7 km che eruttò per ca. 800 anni fa. Crateri molto particolari di varie forme e dimensioni e con strane formazioni in alcuni. Nell’estate del 2006 è stato girato un film di fama mondiale a sud di Sandvík, Flags of our Fathers, diretto dal famigerato attore Clint Eastwood.

Stampar crater: Due fessure eruzionistiche corrono dal mare nella terra sul lato ovest di Reykjanes e formano crateri. Queste serie di crateri prendono il nome da Stampa. Le serie dei crateri sono di due periodi e seguono la direzione SV-NA, che è la direzione di fessurazione più comune a Reykjanes. La più antica si è formata in un’eruzione su una fessura lunga quasi 4 chilometri 1800-2000 anni fa. L’Yngri-Stampagígaröðin fu formato a Reykjaneseldar negli anni 1210-1240. La serie di crateri è lunga circa 4 chilometri e l’area della lava che poi è sgorgata è di circa 4,6 km2. I due crateri più vicini alla strada, detti Stampar, si trovano all’estremità settentrionale della fila dei crateri. A sud della serie di crateri si possono vedere crateri più ripidi, come Miðahóll, Eldborg più profondo e Eldborg meno profondo, tutti usati come zone di pesca in passato. La maggior parte dei crateri, tuttavia, sono crateri a bassa scogliera e poco appariscenti. Vale la pena ricordare che negli incendi di Reykjanes del 1210-1240, nei sistemi di Reykjanes e Svartsengi scorrevano quattro colate laviche, oltre alle quali si sono verificate eruzioni sottomarine nel mare al largo di Reykjanes. Il sentiero da cento gigabyte, un sentiero escursionistico segnalato, attraversa in parte Stampahraun. Il percorso inizia a Valahnúkur a Reykjanes. Il percorso attraversa la zona ad alta temperatura di Reykjanes, oltre i crateri di scorie e roccia e la montagna di tufo Sýrfell fino a Stampagígur. Da lì si cammina attraverso la lava ruvida e una sezione di sabbia e il sentiero si snoda dal lato ovest del cratere più vicino alla strada, più avanti lungo la serie dei crateri, sul lato mare di Reykjanesvirkjun. I crateri che si percorrono sono numerosi e fragili.  È consentito camminare sul cratere più vicino alla strada. Tuttavia, è importante tenere a mente di non disturbare i fragili monumenti geologici. Posizione: la strada 425 a circa 2,5 km a nord di Rauðhólar è a pochi passi.

Gunnuhver Geothermal Area: La penisola di Reykjanes è altamente vulcanica, a causa del fatto che la spaccatura medio-atlantica la attraversa. Questo porta a molte sorgenti termali, con altre che si verificano a Krýsuvík e sotto il lago Kleifarvatn. Queste sorgenti sono belle, ma imprevedibili. In una delle pozze di fango è possibile vedere i resti inghiottiti del vecchio sentiero, consumato dalla sua espansione. Nell’anno 2006 c’è stata una grande eruzione  nella zona che è cresciuta molto e ha distrutto le strade e le piattaforme pedonali. Alla fine di giugno 2010 sono state messe in uso nuove piattaforme pedonali e piattaforme panoramiche dove c’è accesso per tutti.

Reykjanes Lighthouse: Un maestoso faro si erge sulla punta sud-occidentale di Reykjanes e si erge su Bæjarfell dal 1908.  Si è parlato per la prima volta di costruire un faro su Reykjanes nel 1875, ma non per soldi. Poco dopo, è stata introdotta una tassa del faro per raccogliere fondi per la costruzione di fari. Tutte le navi, tranne i pescherecci, in tutti i porti del paese dovevano pagare 15 once per ogni treno prelevato dalla nave. Gli islandesi hanno parlato con i danesi dei vantaggi di avere un faro, poiché le compagnie di assicurazione non volevano garantire le navi che salpano per l’Islanda a meno che gli armatori non pagassero un premio molto più alto. Il fatto che nessuna nave arrivasse in Islanda era molto negativo per gli abitanti. Alla fine, i danesi hanno deciso di finanziare il faro e le attrezzature per la luce, ma gli islandesi si sarebbero occupati dell’edificio stesso, dei costi dei materiali e del costo del lavoro dei dipendenti. Un ingegnere danese di nome Rothe ha progettato l’edificio e pianificato il progetto. Il lavoro è stato ritardato per vari motivi ma 1. Dicembre 1878, il primo faro islandese fu ufficialmente inaugurato a Valahnúkur e messo in funzione. Non andò meglio di così, fu danneggiato da un terremoto 9 anni dopo e le rovine esplosero nell’aprile 1908. Il primo guardiano del faro era di Garður, Arnbjörn Ólafsson e lavorò fino al 1 agosto 1884.

Valahnúkamöl: Karlinn (Karl) è una roccia alta 50-60 metri o un antico cratere che si erge maestosamente nel mare fuori Valahnúkur, dove il mare ha rovinato la roccia nel corso degli anni. E’ popolare tra turisti e fotografi perché è magnifico e soprattutto quando il mare colpisce con grande furia.

Gunnuhver Volcano

Haleyjarbunga: Háleyjarbunga è un piccolo e piatto campo di lava formatosi dopo un’eruzione. Dyngjan ha un grande cratere sommitale, profondo 20-25 m. Háleyjarbunga ha circa 9.000 anni o più, e da una primitiva specie di basalto da un mantello chiamato picrite. I cristalli di oliva verde sono prominenti. Posizione: vicino al faro di Reykjanes a Reykjanestá. Un sentiero segnalato conduce a Háleyjarbunga da Gunnuhver .

Terme Laguna Blu: (https://www.bluelagoon.com/). La Laguna Blu è stata fondata nel 1992. La sua specialità è il mare geotermico , che è composto per due terzi di acqua salata e un terzo di acqua dolce. Si trova ad una profondità fino a 2000 metri ed è condotto da un tubo dalla sorgente alla laguna dove gli ospiti possono gustarlo e rilassarsi. È ricco di minerali, silice e alghe, che è la base di tutti i prodotti per la pelle nella Laguna Blu. National Geographic ha scelto la Laguna Blu come una delle 25 meraviglie del mondo.

Hópsnesviti a Grindavik: La linguetta su cui ti trovi si chiama Hópsnes sul lato ovest e Þórkötlustaðanes sul lato est. Il promontorio è lungo due chilometri e largo un chilometro. Si è formato circa 2800 anni fa quando la lava scorreva in mare. Hópsnes / Þórkätlustaðanes si è formato in un’eruzione da una serie di crateri che prendono il nome dal caduto Sundhnúkur e si trova a breve distanza a nord dell’insediamento di Grindavík. Le condizioni del porto a Grindavík sono buone grazie a questo flusso di lava e serbatoio (Hópsins) che è stato creato dal promontorio quando il mare ha iniziato a rompere la lava e trasportare materiale sciolto. Se il promontorio non viene utilizzato, è difficile immaginare un insediamento a Grindavík. È quindi il caso che una delle sei località della penisola di Reykjanes debba la sua esistenza a una fessura eruttiva in un sistema vulcanico ancora attivo. I terremoti possono verificarsi in queste aree in qualsiasi momento. Fin dall’inizio, Grindavík è stato uno dei principali ristoranti in Islanda. Sundhnúkur, da dove scorreva la lava quando si è formato il promontorio, ha un punto di riferimento per navigare nel canale nel porto. Passando per il promontorio, si possono vedere in molti punti i filetti di navi che si sono arenate lì e nelle vicinanze nel XX secolo. Molti relitti hanno pannelli informativi. La prima metà del XX secolo fu il periodo di massimo splendore dell’insediamento e della pesca sul promontorio. Poi molte barche a remi e in seguito barche a motore fatte di Þórkätlustaðanes. I resti degli insediamenti ora scomparsi possono essere visti in molti luoghi, come la guardia di foche, il fienile del pesce, la ghiacciaia, la casa del pesce, la fonderia di fegato e la casa del sale. La pesca si trasferì nel luogo dove si trova ora il porto di Grindavík nel 1939. Quindi un gruppo di energici abitanti di Grindvík ha scavato la crepa che impediva alla barca di entrare nel gruppo. Hópsnesviti è stato costruito nel 1928. Oggi il promontorio è famoso per le attività all’aria aperta e lungo di esso è presente un percorso pedonale e ciclabile.

– Fagradalsfjall (vulcano che ha eruttato da marzo ad ottobre 2021): L’eruzione è iniziata a Fagradalsfjall a Geldingadalur il 19 marzo 2021 a 20:45 in seguito al terremoto che è durato più di 3 settimane, e in realtà è in corso dalla fine del 2019. Era chiaro che si era formato un tunnel magmatico lungo 7 km tra Keilir e Fagradalsfjall . L’eruzione è iniziata quando la camera magmatica è arrivata in superficie e da allora c’è stato un flusso di magma quasi costante, ovvero circa 5-10 metri cubi al secondo. L’eruzione mostra segni di un’eruzione dyngju, e le indicazioni sono che la preda primitiva del mantello sta scorrendo da grandi profondità verso la superficie a Geldingadalur. Le eruzioni vulcaniche sulla penisola di Reykjanes sono frequenti, anche se non esplodono lì da circa 800 anni. L’ultimo periodo di eruzione vulcanica è durato quasi 300 anni o dagli anni di insediamento, 950-1240. Ancora più lontano c’è un’eruzione a Fagradalsfjall, o almeno 6.000 anni fa, poi una lava chiamata Beinavörðuhraun (Fonte: Reykjanes Geopark ).

Krýsuvíkurkirkja: chiesa nera

Seltún Geothermal Area

Raufarhólshellir (tunnel di lava): https://thelavatunnel.is/ – tour di 1 ora circa € 40

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Quando usciamo di casa ci rendiamo subito conto che fa più freddo di ieri per via del vento. L’aria è gelida. Oggi avremmo dovuto vedere molte cose ma alcune le vedremo di corsa, altre le salteremo. Arriviamo al primo faro, Holmsberg, a fatica scendiamo dalla macchina. Facciamo in modo di rimanere ben distanti dalle scogliere. Raggiungiamo il faro e ci mettiamo sotto vento in modo da riuscire a guardare il panorama stando in posizione eretta… Proseguiamo e facciamo due passi ad Hólmsvöllur. Qui c’è un campo da golf, che costeggeremo, e, passando di fianco a delle case in lamiera abbandonate, arriviamo al mare. Andiamo poi sino alla punta della penisola dove ci sono due fari, a Gardur. Questo sarebbe un bel posto, dove poter vedere le foche … non ne vedremo e a fatica raggiungiamo il faro a righe bianche e rosse, sul mare. Se non ci fosse un cavo d’acciaio al quale ci attacchiamo, non ce l’avremmo mai fatta a raggiungerlo. Il vento è pauroso. Facciamo poi una sosta allo Stampar Crater e alla Gunnuhver Geothermal Area dove si vede il faro Reykjanes. Il vapore dell’area geotermale, non sale verso il cielo, ma è completamente a livello terreno quindi non vedremo nulla. Ultima tappa alla Brimketill lava rock pool. Il mare è talmente mosso, con onde grandi che si infrangono contro le scogliere di lava nera …. che ovviamente la piscina non la vediamo. Un pò stremati decidiamo di andare a pranzo in un ristorante a Grindavik. Troviamo il Fish House. Mangeremo molto bene, 4 fritti misti + 1 insalata con trota, due birre ed acqua, spendendo circa 35 euro a testa. Le porzioni sono piccole. Quando usciamo è quasi buio quindi la cosa che più mi interessava vedere oggi, il Fragradasfjall (vulcano che ha eruttato fino a 2 mesi fa), lo saltiamo. Decidiamo di vederlo l’ultimo giorno. Rientriamo a Reykjavik. Portiamo i ragazzi a casa e noi due facciamo due passi per la città. Dopo cena non ci muoveremo.

4) 02 gennaio 2022 domenica: Reykjavik – Vik (km.187)

Oggi lasciamo l’appartamento e ci spostiamo per due notti a Vik. Partiamo alle 7.00 perchè le cose da vedere sono molte.

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Informazioni su quello che c’è da vedere da Reykjavik a Vik (https://www.south.is/):

Isola Heimay nelle isole Vestmann:isola paradiso dei pulcinella di mare. raggiungibile in barca da Landeyjahöfn oppure in aereo. C’è un santuario di beluga. (https://belugasanctuary.sealifetrust.org/en/)

Isola Elliðaey nelle isole Vestmann: Questa piccola isola, la si può vedere dal traghetto per l’isola Heimay. Ha solo una piccola casa, la più isolata al mondo. L’isola è disabitata, ma ha un grande capanno da caccia, costruito nel 1953. Il lodge è di proprietà della Elliðaey Hunting Association. L’isola di Elliðaey (63° 28’05.10″ N, 20° 10’31.98″ W), la terza isola più grande delle Isole Westman, situata a sud dell’Islanda. L’isola ha un’area di soli 0,18 km² ed è disabitata. Da questo sito web, apprendiamo le seguenti informazioni (la traduzione è mia, quindi è imperfetta ma dà il succo):

“Sull’isola c’è una grande casa di pescatori di proprietà della Ellidagrim Islands Society, che si dedica alla caccia alle uova di pulcinella di mare in estate e in primavera. In passato c’era un capanno da caccia chiamato semplicemente “dimora”. Il primo edificio che è stato costruito sull’isola è ancora in piedi. Viene utilizzato per lo stoccaggio e si trova a ovest dello “Skápana”. Nel 1953 fu costruito un nuovo lodge ai piedi dell’Hábarð (la vetta più alta di Elliðaey) perché il vecchio edificio non aveva superato la prova del tempo. Nel 1985 iniziarono i lavori per una nuova casa da pesca a due piani che era annessa alla casa costruita nel 1953; fu completato nel 1987. Nel 1994 si scoprì che l’edificio del 1953 era talmente deteriorato da non essere più utilizzabile. Fu quindi demolita e un’altra casa costruita invece nella stessa posizione, con costruzione completata nel 1996. Tra il 2000-2001, è stata costruita una piccola casa a ovest del lodge, che ospita la sauna della Ellidagrim Islands Society.

Gluggafoss (chiamata anche Merkjárfoss): Più conosciuta come Gluggafoss viene anche chiamata the Window Falls in quanto il fiume, nel corso degli anni, ha scavato tunnel e una serie di ‘finestre’ nella roccia. La parte superiore della cascata è formata da tufo, mentre la parte inferiore da basalto. La parte superiore della cascata passa sotto ad un arco di pietra per poi dividersi in due man mano che scende e ricongiungersi alla fine. Intorno al 1947 la metà superiore della cascata scorreva in un tunnel verticale dietro la roccia ed era visibile solo attraverso tre diverse aperture o ‘finestre’ posizionate una sopra l’altra. L’acqua usciva dalla finestra inferiore formando un bellissimo arco, tranne quando il livello dell’acqua del fiume era troppo alto, costringendola ad uscire attraverso tutte e tre le finestre. Un altro grosso cambiamento si è verificato nel 1947 dopo l’eruzione dell’Hekla: la sua cenere ha tappato il tunnel e ci sono voluti circa 50 anni per far tornare la cascata al suo antico splendore.

Gljufrabui: Chiamata anche Cascata Nascosta e, vedendola, abbiamo capito il perché! La cascata è nascosta fra le rocce e si raggiunge in circa un quarto d’ora a piedi dalla vicina cascata Seljalandsfoss. Fa un salto di circa 40 metri e anche d’inverno è possibile addentrarsi nella gola per poterla ammirare da sotto. Vi sconsigliamo invece di fare il percorso che porta fino in cima perché è davvero difficile e pericoloso.

Seljalandsfoss: Chiamata anche Cascata Liquida, è tra le più note cascate dell’Islanda. Si trova nella parte meridionale dell’Isola, vicino alla cascata Skogafoss. C’è un breve sentiero che permette di camminarci intorno e addirittura dietro! C’è da fare parecchia attenzione però perché in inverno è ghiacciato e si rischia di scivolare, vi consigliamo di usare dei ramponi.

Þórsmörk: zona molto bellanell’entroterra, raggiungibile solo con bus 4×4 o superjeep -https://www.islanda.it/articoli/la-vallata-di-thorsmork

Stórasúla: zona molto bella nell’entroterra

Eyjafjallajökull: vulcano eruttato ad aprile 2010. Ha bloccato lo spazio aereo europeo per 1 settimana. C’è un info point sulla strada dopo Hvassafell

Drangurinn í Drangshlíð 2: Vecchie case pittoresche vicino alla montagna

Skógafoss: La cascata è larga 25 metri e alta 60 metri. A destra del salto c’è una scalinata di circa 700 gradini che porta in cima alla cascata e a pochi passi dall’inizio del salto. Anche qui bisogna stare molto attenti al ghiaccio e vi consigliamo l’uso dei ramponi. A questa bellissima cascata è attribuito un potere magico: si dice che chiunque si bagni nelle sue acque possa ritrovare un oggetto perduto e a lungo cercato.

Skogar:  è un piccolo villaggio con circa 25 abitanti, ma nonostante le sue piccole dimensioni è possibile trovare una varietà di alloggi e opzioni di intrattenimento e in loco sono presenti diversi ristoranti. Skógar era un sito scolastico e uno degli edifici più significativi del sito è la vecchia scuola distrettuale, che ha iniziato a funzionare nel 1949. La scuola è ora utilizzata come residenza estiva. Skógafoss è una delle perle naturali più popolari in Islanda, poiché la cascata è magnifica in tutto il suo splendore. Il Museo Regionale di Skógar è un magnifico museo composto da un museo regionale generale, un museo e un museo dei trasporti. Sopra il museo regionale e la vecchia scuola del distretto c’è Völvuskógur e ci sono sentieri in tutta la foresta. Un altro sentiero escursionistico un po’ più famoso ha un punto di partenza a Skógar, ma le escursioni a Fimmvörðuháls di solito iniziano a Skógar e finiscono a Þórsmörk. 

Kvernufoss: si parcheggia l’auto al Museo Skogar. Bisogna amminare verso sud-est finché non si raggiunge la linea di recinzione. Troverai la scala che ti porta oltre la recinzione. Segui il sentiero per 10 minuti e arriverai. Molto bella. Si può camminare dietro la cascata

Sólheimajökull glacier: si raggiunge in 10 minuti a piedi. Per salire sul ghiacciaio ci vuole la guida

Sólheimajökull è una frana che si insinua dal lato nord-occidentale di Mýrdalsjökull. Il ghiacciaio è molto sensibile ai cambiamenti climatici e la coda del ghiacciaio cambia rapidamente in seguito ai cambiamenti climatici. Dal ghiacciaio scorre Jökulsá su Sólheimasandur, che era uno dei più disumani del paese nei secoli precedenti. Il ghiacciaio è una destinazione popolare per i turisti per esplorare i suoi splendidi dintorni o provare l’escursionismo sul ghiacciaio e l’arrampicata su ghiaccio. Negli ultimi anni sul ghiacciaio si sono verificati grandi e rapidi cambiamenti, e un chiaro esempio di ciò è l’aumento della distanza che deve essere percorsa per avvicinarsi al sentiero del ghiacciaio. Sólheimajökull è stato a lungo un argomento di ricerca per i glaciologi, ma la ricerca sui ghiacciai può dirci molto sul clima e sui cambiamenti climatici nel corso dei secoli, ma la storia glaciale di Sólheimajökull è per molti versi insolita rispetto ad altri ghiacciai islandesi. Più di cento anni fa, l’impronta glaciale di Sólheimajökull si trovava considerevolmente di fronte all’attuale parcheggio. 

Mýrdalsjökull: una delle poche grotte di ghiaccio accessibili non nel periodo invernale

Get you guide organizza tour in super jeep di 3 ore da Vik – € 128 a testa

Solheimasandur Plane Wreck: Nei pressi della cascata Skogafoss si trova la deviazione per raggiungere la spiaggia di sabbia nera di Sólheimasandur dove si trova il rottame dell’aereo Douglas Super DC-3, uno dei posti più fotografati dell’isola. L’aereo della US Navy è arrivato sulla spiaggia il 24 Novembre 1973 a seguito di un atterraggio d’emergenza che, fortunatamente, non provocò nessuna vittima tra l’equipaggio. L’aereo fu seriamente danneggiato dall’impatto e venne in seguito abbandonato. Oggi lo si può ammirare, senza ali e senza coda, a fronte di una bella camminata di circa 40/45 minuti a tratta su un pianeggiante sentiero di quasi 4 chilometri.  In alternativa c’è un bus che parte dalle 10 alle 17, ogni 40 minui, al costo di 2500 corone

Dyrhólaey: Le sue scogliere sono ripide e, nella zona occidentale, arrivano ad un’altezza massima di 115 m. Dyrhólaey è una penisola di origine vulcanica. Al suo interno è presente un gigantesco arco di lava nera sul mare, che ha conferito alla località il resto del nome. Al largo di Dyrhólaey si trovano alcuni faraglioni, il più alto dei quali (56 m) è denominato “Háidrangur”, seguito dal “Lundadrangur” e infine dal “Mávadrangur”, formazione più lontana dalla costa. Nei pressi della riva si trovano invece il “Kambur” e il “Litlidrangur”. situati più ad ovest rispetto ai fratelli maggiori. Il panorama è maestoso, con il ghiacciaio Mýrdalsjökull a nord e le colonne di lava nera del Reynisdrangar che scendono fino in mare, mentre ad ovest la costa si estende in direzione di Selfoss. La zona è nota tra gli appassionati di birdwatching per l’importante popolazione di pulcinella di mare che nidificano proprio sulle scogliere di Dyrhólaey durante la breve estate nordica. Le scogliere sono chiuse a maggio e giugno quando nidificano. Nel 1910 sul promontorio venne costruito un primo faro, poi sostituito dall’attuale struttura risalente al 1927, dotata della lente di rifrazione più grande tra i fari islandesi.

Reynisfjara Beach, Hálsanefshellir Cave (grotta di basalto colonnare) e Reynisdrangar (pinnacoli nel mare): Reynisfjara, soprannominata “la spiaggia nera” completamente ricoperta da una sabbia nera generata dalla cenere e dai detriti di origine vulcanica prodotti dall’erosione. Uno scenario mozzafiato, reso ancora più straordinario da una scogliera di pilastri basaltici a base esagonale e dai due maestosi faraglioni che emergono dal mare, chiamati Reynisdrangar. Un luogo magico, avvolto da antiche e fiabesche leggende, tra qui la più popolare che racconta l’origine dei faraglioni. Si tratterebbe di due enormi troll trasformati in pietra dal Sole perché sorpresi a rubare una nave. La spiaggia è anche abitata da colonie di uccelli marini, come il pulcinella di mare che nidifica nei pressi delle grotte aperte sulla scogliera. Inoltre, nonostante la straordinaria bellezza naturale di questa striscia di sabbia, è bene sapere che occorre tenersi lontani dalla riva. Qui, le onde si alzano in modo imprevedibile e si corre il rischio di venire risucchiati da un forte risacca. Reynisfjara è sicuramente uno dei luoghi più belli di tutta l’Islanda, una tra le mete preferite dai viaggiatori che amano immergersi in un’atmosfera intrigante e ricca di mistero.

Vik: piccolo paesino con una chiesa nella parte alta. Si vedono i pinnacoli Reynisdrangar dall’altro lato. Ci sono le piscine termali

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Lasciamo quindi Reykjavik verso le 7.00 diretti ad est. Anche oggi c’è moltissimo vento ma, al contrario di ieri, la giornata è magnifica. Ci sono molte cose da vedere ed assolutamente dobbiamo arrivare oggi alle scogliere Dyrholaey e alla spiaggia di Reynsfjara. Domani non ce la faremo perchè andremo a Jokulsarlon ed il giorno seguente partiremo presto per rientrare alla capitale. Quindi valutiamo bene cosa vedere oggi e cosa lasciare per l’ultimo giorno, in base a quanto tempo richiede ogni cosa. Ci fermiamo a Selfoss a fare gasolio… panico. Il tappo del serbatoio non si apre. Perderemo un pò di tempo perchè capiamo subito che il tappo è gelato, ma il nostro the bollente del termos … unica cosa calda che abbiamo, non basta. Entro quindi a chiedere aiuto al bar. Un ragazzo gentilissimo …. prende al volo una brocca di acqua bollente …. mi sa che è all’ordine del giorno questa cosa. Con tanta acqua, il tappo si sblocca. Facciamo spesa per la cena in un market e poi ripartiamo. Superiamo Seljalandsfoss senza fermarci e facciamo tappa, dopo 20 km al view point sull’ Eyjafjallajökull. Guardandolo, tutto tranquillo ed addormentato, sotto una calotta di neve …. sembra strano che con la sua esplosione abbia bloccato lo spazio aereo per molti giorni ad aprile del 2010….. Noi eravamo in rientro da un viaggio ed abbiamo preso, nell’ultima tratta, l’ultimo volo che è partito da Dubai per Milano. Poi hanno chiuso lo spazio aereo europeo. Arriviamo poi a Skogafoss. Sempre molto bella, più bella ora ghiacciata che non d’estate. Arriviamo poi al ghiacciaio Sólheimajökull. Lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio e con una semplicissima camminata di una decina di minuti, arriviamo al punto panoramico. Fa un freddo pazzesco per il vento che si infila ovunque. Le mani, dovendo fare le foto devo togliere i guanti …me le trovo ghiacciate. Il posto è davvero bello. C’è il contrasto dell’azzurro del ghiaccio con la sabbia nera. Ripartiamo. Da qui in poi il paesaggio diventa bellissimo. La tempesta di neve di ieri, scopriremo poi che Vik è stata isolata, le strade ad ovest ed ad est, erano chiuse, ha ricoperto il paesaggio con una decina di centimetri di neve. Il sole, che sorge ma sfiora solo l’orizzonte nelle poche ore di luce, colora tutto di rosa. Dire magnifico è dir poco. Faremo delle belle foto ad un gruppo di cavalli con le montagne innevate sullo sfondo. Arriviamo poi a Dyrhólaey. Di questo posto ho bellissimi ricordi del 2007 quando avevamo visto tanti pulcinella di mare. Seguiamo tutti i sentieri percorribili vicino al faro. Qui in alto il vento è ancora più impegnativo. Ci abbassiamo poi in macchina fino alla Kirkjufjara Beach. Parcheggiamo dove ci sono i bagni e vediamo i due punti panoramici. Da uno si può vedere questa spiaggia con il faro alle spalle, oggi è impensabile perchè ci sono onde pazzesche che si infrangono sulle rocce, dall’altro invece si vede tutta la spiaggia Reynisfjara fino ai pinnacoli Reynisdrangar e alla Hálsanefshellir Cave. Posto davvero bello. Circumnavighiamo tutta la laguna e poi imbocchiamo la strada che porta a Reynsfjara, la famosa spiaggia nera. Il vento è talmente forte che le raffiche spingono la neve sulla carreggiata. Immagine molto bella con il sole che sta per tramontare sullo sfondo. Qui c’è una chiesetta graziosa, come tutte le chiese islandesi. Parcheggiamo e raggiungiamo la spiaggia. Questo posto è pericolosissimo (ci sono anche dei cartelli che lo segnalano). Le onde sono imprevedibili. Se un attimo prima sembrano basse, un attimo dopo si alzano a 4 metri. Un paio di mesi fa, una turista è stata trascinata in mare e l’hanno trovata morta qualche giorno dopo. In effetti, nella mezz’ora che siamo rimasti a guardare il tramonto, l’altezza delle onde è cambiata in modo pauroso diverse volte. Super soddisfatti raggiugiamo Vik. Andiamo subito alla chiesetta che si trova sopra la città. Nel 2007 avevamo dormito qui con il camper … che nostalgia, quanti bei ricordi. Allora il paese era piccolissimo, adesso ci sono parecchie costruzioni in più. La luce è bellissima, il rosa della neve, unita al blu della notte che avanza, rende questo posto proprio bello. I neri pinnacoli Raynisdragar con il cielo infuocato dietro, sono la ciliegina …Portiamo Matteo e Marta alle terme (potranno fare solo la sauna perchè le piscine esterne, con la tempesta di ieri, sono piene di neve). Noi andiamo all’appartamento.

Pernottamento: appartamento a Vik – prenotato su Booking – Vik Apartment

https://www.vikapartments.is/

€ 312 a notte – Tot. per 2 notti € 624

Facciamo check-in al Vik Hotel. L’edificio su due piani, con gli appartamenti, si trova tra l’hotel e la strada principale. Ci sono due costruzioni, mentre la terza la stanno ultimando. Le strutture sono nuove di pacca. Ci fa impressione la neve attaccata ai muri. Qui ieri è stata una giornata molto impegnativa, a detta della ragazza alla reception. Il nostro appartamento è al piano superiore. Pulitissimo, enorme e molto, molto bello. Si vede che è stato finito da poco. Andiamo poi a fare ancora un pò di spesa, andiamo a berci una birra al pub, recuperiamo Matteo e Marta e poi andiamo a sistemarci con calma all’appartamento. Ottima cena e poi … via di nuovo alla ricerca dell’aurora boreale. Saliamo alla chiesetta e poi ancora oltre al cimitero. Martina è la prima che la vede. Non rende molto, perchè c’è un pò di inquinamento luminoso quindi scendiamo ed imbocchiamo la strada che porta a Reykjavik. E’ la prima volta che la vediamo… ed è solo kp3 (la scala va da 0 a 9) … ed è pazzesca. Non oso immaginare quando arriva a 9 visto che già a 3 è uno spettacolo. Continua a mutare. Vediamo addirittura 3 fasci contemporaneamente. Ogni volta che sembra che stia riducendo, se ne crea un’altra un pochino più verso ovest quindi continuiamo a spostarci. Io rinuncio a fare foto perchè c’è troppo vento mentre i ragazzi riescono a farne qualcuna con il cellulare. Dopo quasi 3 ore fuori, rientriamo super felici. Guardo ancora il sito www.road.is. Fino ad oggi, la strada che dovremo percorrere domani era di colore rosso, ciò significa che avremmo dovuto rinunciare ad arrivare a Jokulsarlon, io mio sogno da 14 anni.  Ora invece è finalmente solo gialla quindi possiamo andare!!!!!!!!!!

5) 03 gennaio 2022 lunedì: Vik (km.386)

Alle 7.00 siamo in macchina.

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Informazioni su quello che c’è da vedere da Vik a Jokulsarlon (https://www.south.is/):

 

Þakgil: trekking che parte dal campeggio. 5 km. a tratta

https://guidetoiceland.is/connect-with-locals/regina/thakgil-and-remunargil-canyons-two-hidden-gems-in-south-iceland

 

Mýrdalssandur: deserto di lava in parte ricoperto da muschio                                          

 

Þykkvabæjarkirkja: chiesetta caratteristica

 

Ófærufoss: solo per 4×4. si percorre la F208, si guada un fiume e poi si devia per 5 km. poi 4 km. a piedi

 

LAKI: F206 è una delle strade più belle. Dopo ore di macchina nell’entroterra islandese con numerosi guadi finalmente si sale a piedi sul monte più alto e da lì si osserva quello che rimane di una lunga linea di vulcani che corre da sud ovest a nord-est. Sembra una foto aerea ma non lo è.  L’ultima grande eruzione risale al 1783 e il 1784, con la fuoriuscita di circa 14 km³ di lava, le nubi emesse nel corso dell’evento uccisero più del 50% del bestiame dell’isola causando una carestia che a sua volta sterminò circa il 25% della popolazione islandese

 

Eldhraun lava field: lava ricoperta d’erba

 

Fjaðrárgljúfur: sentiero semplice che porta ai vari punti panoramici, arrivare fino in fondo dove c’è la cascata – 20 minuti.

Si trova a 6 chilometri dall’autostrada 1, svoltare sulla strada F206. Le persone arrivano in auto tutto l’anno. Fjaðrárgljúfur è magnifico e aspro, profondo circa 100 metri e lungo circa due chilometri. La gola è ripida, leggermente tortuosa e stretta. Il substrato roccioso di Fjaðrárgljúfur è principalmente tufo dei periodi freddi dell’era glaciale e si ritiene che abbia circa due milioni di anni. Fjaðrá ha origine a Geirlandshraun e cade dal crinale in questa magnifica gola fino a tornare a Skaftá. Fjaðrá è un fiume di acqua rocciosa ed è chiaro che è cambiato molto nel tempo. Fjaðrárgljúfur è nella lista dei monumenti naturali.

 

Kirkjubæjarklaustur (pavimento basaltico): l pavimento della chiesa si trova nel prato appena ad est di Kirkjubæjarklaustur. Questo è ca. 80 m² di superficie di massi glaciali e surfati, dove in cima si possono vedere colonne verticali blu. Non c’è mai stata una chiesa lì, ma non è niente come la superficie posata da mani umane. Stuðlaberg si forma a causa di una contrazione del materiale di raffreddamento, quando il basalto si scioglie si raffredda gradualmente dopo la completa solidificazione in modo che la roccia si contragga e si divida in coefficienti, che di solito sono a sei filamenti. I coefficienti sono sempre perpendicolari alla superficie di raffreddamento. Il pavimento della chiesa è un fenomeno naturale protetto. 

 

Stjórnarfoss: Cascata molto carina, ad un passo dalla strada..

 

Foss a Sidu: cascate alle spalle di un paesino

 

Núpsstaður: vecchie case ricoperte d’erba

 

Lómagnúpur: Lómagnúpur è una roccia alta 688 m che torreggia a sud di Birninn a ovest di Núpsvatn su Skeiðarársandur. A ovest di essa si trova la città di Núpsstaður. Gli spettacolari dintorni di Núpsstaður e Lómagnúpur sono ben noti. L’area si estende dal mare e dalle sabbie nere fino a Vatnajökull. Eruzioni vulcaniche, ghiacciai e laghi hanno modellato l’ambiente e creato formazioni geologiche diverse e uniche. Lómagnúpur appartiene alla terra di Núpsstaður, che è tutta nella lista dei monumenti naturali.

 

Skeiðarársandur (deserto di lava)

 

Vatnajokull (calotta glaciale): https://guidetoiceland.is/travel-iceland/drive/vatnajokull?fbclid=IwAR06Ff9IRlsy9ufb0Q9yb1i4Og4uqDZcV9FkJjzSMgbo5JCGfTQX_wo5T_Y

 

Skaftafell: Skaftafell e Svínafellsjökull Glacier. Lingue del Vatnajokull che si possono visitare con escursioni organizzate

 

Skaftafell: Sel (ovile) si raggiungono con un breve trekking delle casette tipiche dei pastori, con il tetto coperto d’erba.

 

Skaftafell: Svartifoss: Questa cascata, denominata anche Cascata Nera, è situata all’interno del Parco nazionale Skaftafell. Il colore nero delle sue rocce deriva dalla presenza di colonne di basalto di provenienza vulcanica. La cascata è raggiungibile a piedi in circa 30 minuti, percorrendo un sentiero che parte dal campeggio del parco.

 

Múlagljúfur Canyon: Non c’è nessun segno sulla strada principale che indica la svolta qui. Ma c’è un punto segnato su google maps che mostra la svolta qui. Puoi girare da lì e arrivare alla fine della strada con qualsiasi macchina, la strada non è male. Successivamente, si raggiunge qui con una piacevole passeggiata di 1-1,5 ore.

 

Fjallsárlón Glacier Lagoon: laguna glaciale come Jokulsarlon. D’estate si possono fare giri in barca (https://fjallsarlon.is/)

 

Jökulsárlón Glacier Lagoon: Jökulsárlón è una laguna di origine glaciale che costeggia il Parco nazionale del Vatnajökull, nel sud-est dell’Islanda. Le sue tranquille acque blu sono punteggiate di iceberg del vicino ghiacciaio Breiðamerkurjökull, che fa parte del ghiacciaio Vatnajökull. La laguna fluisce nell’oceano Atlantico attraverso un breve canale, lasciando blocchi di ghiaccio su una spiaggia di sabbia nera (diamond beach). Nel canale ci sono sempre le foche. Si possono fare giri in barca d’estate (https://icelagoon.is/tours/)

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Il primo stratto di strada è parecchio impegnativo per il forte vento che sposta la neve sulla strada ed è completamente buio. Non facciamo soste. Non fosse inverno ci sarebbero tantissime cose belle da vedere. Quando incomincia ad albeggiare possiamo finalmente vedere i bellissimi paesaggi rosati. Costeggiamo due delle lingue del Vatnajokull, il Skaftafelljokull e il Svínafellsjokull. Arriviamo a Jokulsarlon. Ricordavo un punto panoramico, sulla sinistra prima di raggiungere il ponte, dal quale si può vedere tutto il panorama in solitudine. Ora ci sono alcuni parcheggi. Scolliniamo a piedi e wow. Spettacolo. La laguna è quasi completamente ghiacciata. Il ghiaccio è azzurro in contrasto con il rosa del colore della neve. Mamma mia che bello. Peccato che il vento sia davvero impegnativo. Io attraverso il ponte a piedi e fotografo diverse foche che nuotano in mezzo agli iceberg che sono incastrati nel fondale basso. Man mano che si sciolgono avanzano fino ad arrivare al mare e le onde li portano sulla spiaggia di sabbia nera. Lì impazzisco a fare foto. Il ghiaccio ha colori bellissimi in contrasto con la sabbia scura. Il sole, basso sull’orizzonte, crea effetti davvero belli. Costeggiamo poi a piedi il canale guardando le foche che fanno capolino dall’acqua. Arrivando dentro la laguna si vede bene il fronte del ghiacciaio dal quale si staccano gli iceberg. Nel 2007 avevamo fatto il giro con il mezzo anfibio. Lo si riesce a fare, dipende dalle annate, anche fino a novembre. Questo si riconferma uno dei posti più belli che ho visto. Completamente congelati saliamo in macchina e ci torniamo un pochino indietro fino a Fjallsarlon. Anche qui facciamo un breve tratto a piedi ed arriviamo alla laguna. Al contrario di Jokulsarlon dove c’erano parecchie persone, qui siamo solo noi. La lingua del ghiacciaio è completamente azzurra. Anche questo posto molto bello. Mangiamo due cose in macchina viaggiando mentre rientriamo. I ragazzi si fanno un pisolino mentre noi ci godiamo il paesaggio. Il tratto di strada prima di Vik (quello che stamattina ci ha fatto tribulare per il vento) è davvero molto bello. Ci sono delle colline ricoperte di neve e la piana, dove c’è un pò d’acqua gelata, è tutta completamente rosa. Arriviamo a Vik giusto per vedere i pinnacoli Reynisdrangar con, alle loro spalle, il cielo rosso. Questa sera è arrivata a Vik anche la mia amica Tiziana quindi doccia, cena e poi ci troviamo alla chiesetta per cercare l’aurora boreale insieme. Riusciamo a stare poco giù dalla macchina a chiacchierare, per il vento. Questa sera la vedremo ancora ma non bella come quella di ieri sera, e dura anche poco. Ci ritiriamo in appartamento dopo un’oretta.

6) 04 gennaio 2022 martedì: Reykjavik (km.265)

Questa mattina dormiamo un pochino di più, lasciamo l’appartamento ed arriviamo appena c’è luce alla spiaggia di Reynisfjara. Ora non c’è nessuno. Il cielo dietro i pinnacoli è giallo ed arancione. Il vento è clemente, oggi non ci darà problemi, e il mare non è agitato come l’altro ieri. Ripartiamo ed arriviamo al parcheggio  dove si parte per arrivare al relitto dell’aereo Solheimasandur. Ci viene un mega nervoso perchè ieri sera avevo chiesto info di questo alla reception del nostro appartamento. Quando ci eravamo fermati due giorni fa, avevo visto della possibilità di prendere il bus che portava fino al relitto (la camminata ci portava via troppo tempo) quindi le ho chiesto se questo servizio era attivo anche d’inverno. Lei ci ha detto che si poteva andare solo a piedi o con escursioni da Vik. Ci siamo fidati ovviamente … ed invece ora, quando arriviamo al parcheggio, vediamo il bus che torna puntuale. Sono le 10.40 e lui parte ogni 40 minuti. Ormai è tardi per prenderlo quindi ripartiamo ma davvero scocciati …. se uno non sa, piuttosto che dare info sbagliate, dovrebbe stare zitto oppure, cercare info da chi ne sa più di lui. Ripartiamo ed arriviamo a Skogafoss. Parcheggiamo vicino al museo Skogar e raggiungiamo a piedi la cascata Kvernufoss. Il sentiero costeggia un ruscello. La cascata è bella e le rocce sono coperte completamente di ghiaccio. Si potrebbe passare dietro al getto ma ci vuole un impermeabile e bisogna mettere i ramponcini (i nostri li abbiamo lasciati in macchina… furbi). Ci spostiamo poi a Selialandfoss. Qui si paga il parcheggio (700 corone). Anche questa ha le rocce completamente ghiacciate. Il sentiero che porta dietro al getto è chiuso. E’ sempre molto bella. Proseguiamo poi lungo il sentiero fino a raggiungere in pochi minuti la cascata nascosta Gljufrabui. Un piccolo ruscello esce da una spaccatura verticale della roccia. Bisogna passare nell’acqua (i sassi che affiorano sono coperti di ghiaccio) quindi ci vogliono scarpe in goretex, per entrare nella cavità (le pareti sono completamente ghiacciate). Molto bella e scenografica. Ripartiamo per arrivare al vulcano Fragradasfjall (che abbiamo dovuto saltare il secondo giorno per mancanza di tempo). Sapevo ci fossero due o tre parcheggi ma noi ne troviamo aperto solo uno. Per raggiungere il vulcano si deve arrivare in cresta ad una collina poi scendere e risalire un’altra più piccola. Se non ricordo male il cartello all’inizio indicava 4 km. E’ tardissimo quindi a malincuore arrivo praticamente di corsa (per fortuna vado in montagna tutti i we quindi sono allenata ….) fino alla prima collina. Da lassù il vulcano non si vede ma si vede tutta la colata lavica ancora fumante. Pier e i ragazzi invece non salgono con me ma raggiungono in piano la lava. Fanno alcuni passi sopra. Dicono che è effettivamente ancora calda ed in alcuni punti fuma. Ha spesso di eruttare, dopo circa 7 mesi, un paio di mesi fa. L’ho seguito tantissimo perchè si vedevano ovunque immagini di persone davvero vicine alla lava (in sicurezza perchè più alte). Prima di Natale c’è stata molta attività sismica, terremoti che si sentivano anche a Reykjavik (alcuni molto forti). C’erano più di 2.000 scosse al giorno quindi i sismologi dicevano che nel giro di 10 giorni avrebbe ricominciato ad eruttare. Invece poi si è fermato …. la cosa bella di questo vulcano è che ha eruttato a lungo praticamente solo lava, senza far fuoriscire tanto fumo (se qualcuno è addetto ai lavori … mi perdoni per la poca conoscenza dei termini giusti). Dicono che se dovesse esplodere di nuovo l’Askja, non ci si potrebbe avvicinare a meno di 100 km. Guardando questo spettacolo ci ripromettiamo, qualora ricominciasse l’eruzione, di venire qui anche solo per due notti con un volo diretto come Wizz (con Easyjet sarebbe impensabile) …. aimè …. ora che scrivo sono i primi di marzo e ancora tutto tace ……. Siamo di corsa perchè abbiamo l’ingresso a Laguna Blu alle 16.00 (se ci fosse stato un modo …. avrei lasciato andare loro ed io avrei raggiunto il vulcano …..). Ripartiamo ed arriviamo alle terme puntuali. Una vacanza a rispettare orari ….. Le terme sono ben organizzate. Staremo un’oretta a mollo …. una bibita (sia alcolica che analcolica) è inclusa nel prezzo d’ingresso (anche una maschera facciale) e la si può bere direttamente nell’acqua … Quando usciamo andiamo direttamente a Reykjavik al laboratorio per fare il tampone. Ce ne sono diversi in città e anche a Keflavik. Sono gratuiti e prenotabili sul sito https://www.testcovid.is/. Ci troviamo con Tiziana e family, domani loro rientrano con noi. Abbiamo il timore di aver problemi con la partenza perchè domani danno tempesta di neve e venti a 100 km./h …. Ci tamponano, il risultato arriva dopo pochi minuti e poi andiamo al nostro appartamento.

Pernottamento: appartamento a Reykjavik – prenotato su Booking – Stay Apartment

€ 145

Se volete un consiglio non prendetelo in considerazione. Sarò breve. Il codice di accesso non funziona e dopo varie telefonate riusciamo ad entrare. Siamo in 5 ma i posti letto sono 4, il divano, se anche fosse un divano letto, non ha coperte e lenzuola. Dopo diversi tentativi per codici errati riusciamo ad entrare in un’altra camera dove prendiamo un piumone ed un cuscino. Perdiamo quasi due ore per questo disguido quindi usciamo a cena perchè non abbiamo voglia di cucinare. Troviamo posto vicino al porto, al Reykjavik Fish Restaurant. Mangeremo bene, zuppa di pesce e fish &cips spendendo 35 ero a testa. Torniamo poi in appartamento ed il codice non funziona ……panico. Domani mattina alle 6.00 dobbiamo partire e dentro ci sono tutte le nostre cose, PC dei ragazzi compresi …… dopo 20 telefonate al solito numero …. per fortuna risponde (sono le 23.00). Ci da altri codici ma nessuno funziona ….. dopo non so quanto, finalmente entriamo. Ricompatto le valige, doccia e andiamo a dormire (Martina dorme in mezzo a noi …).

7) 05 gennaio 2022 mercoledì: Reykjavik – Milano (km.50)

Alle 6.00 ci troviamo sotto il nostro appartamento con Tiziana e Family. Inizia a nevischiare ed il vento è sempre più forte man mano che usciamo dalla città. Arriviamo agli uffici della Blu Car. Non siamo riusciti a rabboccare il gasolio perchè questa mattina non abbiamo trovato nessun bar aperto che ci desse l’acqua calda, quindi paghiamo in loco un tot. Avevamo fatto l’assicurazione completa quindi non controllano se ci sono danni. Facciamo check-in, colazione e poi ci imbarcano. Rimaniamo più di un’ora fermi sulla pista sballottati dal vento fortissimo. Mi viene quasi il mal di mare. Rischiamo di non riuscire a partire. Finalmente ce la facciamo e verremo a sapere che poi bloccheranno gli altri voli in partenza ed arrivo. Arriviamo a Manchester. Duemila controlli documenti, recupero valige e poi di nuovo controllo di tutti i documenti, tamponi, plf, green pass e chi più ne ha più ne metta. Abili per il rientro a casa ripartiamo dopo 2 ore. Abbiamo pure temuto, con il ritardo in partenza, di perdere la coincidenza. Se succedeva questo, oltre ad una notte a Manchester, avremmo dovuto fare di nuovo i tamponi. Atterriamo puntuali alle 19.30 e poi di corsa a prendere i nostri labradors.

Conclusioni: è sempre stato un mio sogno nel cassetto poter tornare. Si è realizzato in modo inaspettato anche se solo per pochi giorni. Sicuramente torneremo per vedere tutto quello che non siamo riusciti a vedere nel 2007 perchè è un paese molto, molto ma molto bello. In inverno può essere impegnativo soprattutto per il fatto che molte strade vengono chiuse per le tempeste di neve e di tempeste ce ne sono tantissime …. ma la bellezza dei paesaggi, ripaga il freddo, il vento, le poche ore di luce e tutto quello che di estremo crea la Natura. E l’Islanda è una terra estrema.

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