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Myanmar (Birmania) – tra pagode, religione e natura – 2a tappa: Bagan

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BAGAN

Sulla sponda sinistra del fiume Irrawaddy, ai piedi del monte Popa, picco vulcanico meta di antichi pellegrinaggi, si estende una pianura bruciata dal sole e costellata a perdita d’occhio da oltre 5.000 pagode, stupa e monasteri buddisti, glorie dell’impero di Bagan. Qui, tra il 1044, anno di ascesa al trono del re Anawratha, e il 1287, data di arrivo dei mongoli, sorse una splendida capitale. Il grandioso complesso archeologico di Bagan (o Pagan), forse il luogo più attraente del Myanmar, è quanto resta di oltre 13.000 edifici religiosi costruiti all’epoca. Alcuni di questi sono ora solo misere, ma evocative rovine, altri hanno conservato intatto il loro splendore. I templi più importanti sono quelli di Ananda, il Thatbynnyu, quello di Htilominlo e lo Shwezigon che, con la sua elegante cupola dorata a forma di campana, diventò il prototipo di tutti gli stupa del Myanmar. Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Anche Marco Polo rimase colpito dalla suggestiva bellezza di Bagan, che descrisse con queste parole:

“Il re ha voluto costruire queste torri per celebrare la sua magnificenza e per il bene dell’anima sua e vi dico che a vederle sono le più belle cose al mondo e quelle di maggior valore”.

10 dicembre

In un aereo ATR-42 della Myanmar Airlines, ornato da addobbi natalizi, raggiungiamo Bagan. Ci porteranno i bagagli direttamente in albergo mentre noi iniziamo la visita.

Prima tappa:

MERCATO DI NYAUNG OO  

La vera Bagan è nella zona nord est dove è ubicato il mercato ortofrutticolo, “odoroso ”mercato generale” (soprattutto nella zona dove vendono pesce di fiume), un dedalo di sentieri tra mille bancarelle. La  sua visita permette di avvicinarsi alla realtà popolare della regione. Ricco di movimento e di gente, enorme, dove si trova di tutto, dalle verdure, alla frutta, alla carne, al pesce e ad articoli di vario genere, un mercato vivace dove i locali vanno a fare i loro acquisti.

Il mercato è diviso in due parti: il vecchio mercato si trova all’interno di un cortile dove arrivano anche i taxi e dove i camioncini scaricano e caricano le merci ed è pieno di mercanzie: dai bei manufatti in bamboo, alla frutta e alla verdura.

Nel nuovo invece si trova veramente di tutto: riso, pesce secco, uova, pesce fresco, pollo, frutta, verdura, vestiario ma anche laboratori di oreficeria. Magnifico da fotografare per i colori e per ammirare la popolazione sempre cordiale.

Presenti tanti monaci adulti e anche  quelli bambini, in giro per ricevere offerte. In seguito parleremo più a fondo dei monaci buddhisti presenti quasi ovunque.

In pullman ci dirigiamo alla:

PAGODA SHWEZIGON  “LA PAGODA D’ORO DELL’ISOLA”

Pagoda a pianta quadrata rilucente d’oro che si trova nella parte nuova di Bagan verso la cittadina di Nyaung. Fu costruita come il più importante santuario reliquiario di Bagan, un centro di preghiera e riflessione per la nuova fede Theravada che il re Anawarahta aveva stabilito a Bagan. È una bellissima pagoda iniziata dal re Anawrahta ma fu completata dal re Kyanzittha (1084-1113). Fu costruita per custodire una delle quattro repliche del dente di Buddha che si trova a Kandy, nello Sri Lanka, e doveva segnare il limite settentrionale della città. Nota: narra una leggenda che se si visitano tutte e quattro le repliche dei denti in un giorno, può portare prosperità e fortuna. La graziosa forma a campana della pagoda divenne un prototipo praticamente per tutte le pagode successive in tutto il Myanmar. E’ situata su tre terrazze sovrapposte con placche smaltate poste  nei pannelli attorno alla base della pagoda che illustrano scene delle precedenti vite del Buddha, noto anche come 550 Jatakas (vedi: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Jataka_tales). Nei punti cardinali, di fronte alle scale della terrazza, si trovano quattro santuari, ognuno dei quali ospita un Buddha in piedi in bronzo alto quattro metri ultime immagini sopravvissute dell’antichità. Oltre a classificarsi come una delle pagode più antiche di Bagan, Shwezigon è nota come il sito in cui i 37 nat pre-buddisti (gli spiriti) furono inizialmente approvati ufficialmente dalla monarchia e le loro immagini possono essere viste in un capannone posto a sud-est.

QUALCHE CENNO SUI “NAT”

Molto tempo prima dell’introduzione del buddismo in Birmania tra i popoli nativi era largamente diffuso l’animismo. Uno dei culti più antichi nell’animismo birmano è appunto quello dei Nat. Originariamente, ogni villaggio aveva i suoi spiriti. Ogni albero e ogni campo era abitato da un Nat locale. C’erano i Nat del raccolto, i Nat del vento, i Nat della pioggia. La maggioranza dei Birmani, tuttavia, venerava Nat particolari, riconosciuti in tutto il paese per i loro poteri. È stato così per più di 1500 anni. Oggi sono 37 i nat che vengono ancora venerati e rappresentano parte integrante delle credenze religiose del popolo birmano, che li placa e li onora con offerte di fiori, denaro e cibo, poste su speciali altari. Secondo una credenza popolare  coloro che sono in contatto diretto con i Nat possono guarire la malattie e prevedere il futuro. Indovini, profeti e guaritori sono germogli naturali di questa credenza.

Una breve sosta fotografica al

TEMPIO THATBYINNYU

Il nome significa “tempio dell’onniscienza” e la sua costruzione fu iniziata durante il regno del re Alaungsithu, circa a metà del XII secolo, la costruzione fu edificata poco distante dal tempio di Ananda (la cui costruzione iniziò meno di un secolo prima). Il tempio ha una forma a croce irregolare e asimmetrica, la struttura è basata su due piani, e la statua principale del Buddha è sul secondo di questi. Curiosa la presenza di una serie di stupa dorati agli angoli di ogni piano terrazzato: ognuno di essi veniva messo dagli ingegneri per indicare un consumo di 10.000 mattoni. Forse per conteggiare bene la parcella da inviare al re…. Il tempio raggiunge un’altezza massima di 61 metri (201 piedi), il più alto della zona. È uno dei primi templi a doppio piano, ma la disposizione è diversa da quella dei successivi templi a doppio piano, come se fosse ancora un esperimento nella nuova forma.

Pranzo in ristorante e poi visita alla fabbrica di elementi laccati Myint Lacquer Workshop.

La prima testimonianza scritta dell’origine e dell’uso della laccatura in Birmania è stata descritta in un testo cinese che la menzionava in quanto veniva usata dal popolo pyu già dal II sec.a. C. per decorare. (vedi:  https://it.wikipedia.org/wiki/Pyu)

Gli abitanti delle foreste usano anche la linfa della lacca da applicare sui vasi come rivestimento impermeabile. Su un’intelaiatura di bambù si aggiungono diversi strati di resina che viene fatta solidificare In una cantina perché al sole si scioglierebbe. Le decorazioni vengono fatte con un punteruolo appuntito e richiedono abilità estrema perché gli errori non si possono correggere. I manufatti più belli (scatole, piatti, ciotole, portagioie) sono fatti con 24 strati di lacca sovrapposti, costano molto, e sono conservati in un’area sorvegliata. La lavorazione della lacca  è una peculiarità delle botteghe artigiane di Bagan.

Si continua con visita ai templi.

TEMPIO ANANDA

Il tempio di Ananda è considerato uno dei capolavori dell’architettura Mon. Conosciuto anche come il più fine, più grande, meglio conservato e più riverito dei templi di Bagan, fu costruito intorno al 1105 dal re Kyanzittha. Durante il terremoto del 1975, subì notevoli danni ma fu completamente restaurato e nel 1990, nel 900 ° anniversario della costruzione del tempio, le guglie del tempio furono dorate.

C’è una leggenda secondo cui c’erano 8 monaci che un giorno arrivarono a palazzo chiedendo l’elemosina e raccontarono al re che una volta vivevano nel tempio della grotta di Nandamula in Himalaya. Il re fu affascinato dal racconto e  i monaci con i loro poteri meditativi mostrarono al re il mitico paesaggio del luogo in cui si trovavano prima del loro arrivo. Il re Kyanzittha fu affascinato dalla vista e decise di  costruire un tempio che sarebbe stato il più ammirato nel mezzo delle pianure di Bagan. La struttura del tempio è quella di un semplice tempio a corridoio. La piazza centrale quadrata con lato di 53 metri mentre la sovrastruttura si eleva in terrazze fino a 51 metri dal suolo. Le vie di accesso rendono la struttura una croce perfetta, ogni entrata è coronata da uno stupa finial (pinnacolo). Al centro del tempio, quattro Buddha in piedi di 9,5 metri rappresentano i quattro Buddha che hanno raggiunto il nirvana.

Sono originali solo le due statue in stile Bagan rivolte verso nord e sud; entrambi mostrano il dhammachakka mudra, una posizione della mano che simboleggia il primo sermone del Buddha, le altre due statue sono state rifatte e sostituiscono quelle distrutte dagli incendi. Tutti e quattro hanno corpi in teak massiccio, sebbene sembri che l’immagine meridionale è fatta di una lega di bronzo. Da notare che se si sta vicino al contenitore delle donazioni di fronte al Buddha meridionale originale, il suo viso sembra triste mentre da lontano tende a sembrare sorridente.

Le statue in piedi orientali e occidentali sono realizzate in stile Konbaung o Mandalay.

Si dice che una piccola sfera simile a una noce tenuta tra il pollice e il medio dell’immagine rivolta a est assomigli ad una pillola a base di erbe e possa rappresentare il Buddha che offre il dhamma (filosofia buddista) come cura per la sofferenza. Il Buddha esposto a est presenta l’ abhaya mudra con le mani tese nel gesto di “nessuna paura”. Entrambe le braccia pendono ai lati dell’immagine con le mani aperte, un aspetto sconosciuto alla scultura buddista tradizionale. La festa del tempio di Ananda cade alla luna piena di Pyatho (di solito tra dicembre e gennaio, secondo il calendario lunare) e attira migliaia di locali da vicino e lontano. Fino a mille monaci cantano giorno e notte durante i tre giorni del festival.

Pranzo in ristorante poi le visite continuano.

TEMPIO DI HTILOMINLO

Situato a nord-est di Old Bagan, è uno dei templi più imponenti di Bagan. Fu commissionato nel 1218 dall’omonimo sovrano. Htilominlo era uno dei cinque figli del sovrano Narapatisithu e quest’ultimo, per scegliere quale tra i suoi figli sarebbe stato il prossimo sovrano del regno, li dispose in cerchio e fece ruotare un ombrello che si fermò fortunosamente indicando Htilominlo, che non poteva regnare essendo il più giovane,  ma la fortuna….forse un po’ spinta lo indicò…. Il Tempio fu realizzato in mattoni e rivestito interamente con stucco. Presenta  quattro ingressi, uno per lato, posti in corrispondenza dei principali punti cardinali.  L’estremità superiore del Tempio è caratterizzata da una Sikhara (struttura ornamentale tipica dell’India settentrionale)  alla sommità del quale c’è il tradizionale pinnacolo ornamentale a spire concentriche (Hti) L’interno della struttura è caratterizzato da una serie di corridoi che conducono al santuario principale, ognuno dei quali è ornato con immagini del Buddha.

Una visita interessante:

TEMPIO MANUHA 

E ’ancora in uso e si trova al centro del villaggio di Myinkaba.. Anche se risale alla seconda metà dell’anno mille risulta in ottimo stato. Questo tempio è dedicato al re Manuha, il re tenuto prigioniero a Bagan dal re Anawrahta. La leggenda dice che a Manuha fu permesso di costruire questo tempio nel 1059 e che lo costruì per rappresentare la sua sofferenza nel vivere in cattività. Al suo interno vi sono, da un lato, tre statue dorate di Buddha in piedi e, dall’altro, una statua di Buddha sdraiato, completamente circondate dalle pareti in modo molto ravvicinato, proprio per dare l’idea della sofferenza nella prigionia e nella costrizione.

Tutte le statue sembrano troppo grandi per gli ambenti che le ospitano e le loro posizioni anguste e scomode rappresentano lo stress e la mancanza di conforto che il “re prigioniero” dovette sopportare. Tuttavia, si dice che solo il Buddha sdraiato, nell’atto di entrare nel Nirvana, abbia un sorriso sul volto, dimostrando che per Manuha solo la morte è stata una liberazione dalla sua prigionia.

Ci rechiamo su una collina su cui si trovano piccoli stupa dalla quale assisteremo al fantastico tramonto sulla valle dei templi di Bagan. Spettacolo da brividi!

Domani saremo a Mandalay passando per Inwa, Sagaing e Mingun  (280 km)

 

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