Lo scorso anno di questi tempi siamo stati a Siviglia e abbiamo preso un gran caldo, logica vorrebbe che per il nostro breve viaggio europeo di fine giugno avessimo scelto una località più a nord e invece siamo tornati in Spagna, insomma il caldo, che, come leggerete, sarà il principale aspetto di tutta la vacanza, ce lo siamo un po’ andati a cercare.
In realtà la prima meta cercata era proprio nel Nord Europa, repubbliche baltiche o Norvegia, ma, come spesso accade, a guidare la scelta è il prezzo finale della meta, che per poter essere aggiudicata deve essere molto economica e Madrid, a differenza delle altre osservate, lo era.
La partenza è da Bergamo con Ryanair nella mattinata del 27 giugno, periodo di caldo tremendo in tutta Europa, Italia e Spagna comprese. L’aereo sembra puntuale, pronto davanti al gate all’ora prevista ma appena siamo tutti seduti sull’aereo ci comunicano che “per traffico aereo intenso in tutta Europa dovremo aspettare una mezz’oretta fermi sulla pista prima di avere l’ok per il decollo”, messaggio che purtroppo arriverà anche al ritorno, evidentemente il numero di voli in estate cresce a dismisura. Alla fine partiamo con poco meno di un’ora di ritardo e arriviamo a Madrid esattamente alle 14.00.
L’aeroporto di Madrid Barajas è immenso, 4 terminal, i primi 3 collegati tra di loro e il quarto invece ad una quindicina di minuti di navetta che li collega tra di loro. Quando usciamo dal gate siamo immersi in una moltitudine di gente che corre da una parte all’altra e facciamo un attimo fatica ad orientarci per capire la strada per andare a prendere la metro e spostarci verso l’hotel. In realtà siamo arrivati al Terminal 1 nella parte più orientale dell’aeroporto e una delle due stazioni della metro, quella che serve i terminal 1-2-3 è esattamente al centro della parte principale dell’aerostazione, nel terminal 2. Camminiamo quindi per i lunghi corridoi che portano al terminal 2 e troviamo l’ufficio dell’agenzia dei trasporti proprio prima della scala mobile che porta ai treni della metropolitana. Avevo previsto di prendere i biglietti alle macchinette, ma visto che siamo davanti all’ufficio decido di acquistarli direttamente lì. Prendiamo l’abbonamento turistico da 4 giorni per 22.40 euro. Forse non lo sfrutteremo a pieno, ma visto il caldo e considerato che l’hotel non è proprio in centro, decidiamo di spendere subito qualcosa in più ma di non doverci più preoccupare dei trasporti. Fra l’altro l’abbonamento copre ovviamente anche la zona dell’aeroporto, col normale biglietto o con quello da 10 corse (che era l’alternativa che avevo considerato) nei tragitti da e per Barajas bisogna sempre aggiungere 3 euro di tariffa aeroportuale, quindi, anche a posteriori la scelta di prendere l’abbonamento da 4 giorni si è rivelata la più vantaggiosa.
La metro a Madrid è molto ben organizzata, ci sono 12 linee che coprono tutta la città e i treni sono sempre frequenti e veloci. All’aeroporto passa la linea 8, il capolinea è al terminal 4 e poi c’è appunto la fermata che prendiamo noi al terminal 2. Il capolinea opposto, dopo una quindicina di minuti di viaggio è la fermata Nuevos Ministerios, che è al limite della zona centrale di Madrid. Con un cambio prendiamo la linea 6 e in una altra decina di minuti arriviamo alla fermata del nostro hotel scendendo alla stazione di O’Donnell.
Poco dopo le 15.00, giusto all’orario ufficiale del check in siamo arrivati nella reception del nostro hotel, il Novotel Madrid Center. La scelta è stata un po’ particolare e con qualche timore perché l’ho acquistato tramite un broker inglese, Stayforlong, che proponeva (ho anche pensato per sbaglio a dire il vero) un prezzo estremamente basso, per una camera tripla con due adulti e una ragazza di 15 anni con colazione compresa, circa la metà di quello che costava con booking.com e molto meno anche di quello che proponeva il loro sito. Dopo la prenotazione ho comunque scritto all’hotel che mi ha confermato l’avvenuta prenotazione a nostro nome da parte del TO inglese e quindi mi sono subito tranquillizzato.
La scelta non poteva essere migliore, al di là del notevole risparmio anche rispetto a sistemazioni di qualità inferiori, perché il Novotel si è rivelato veramente un hotel dai servizi eccellenti. Uno dei migliori hotel in cui sono stato. Ottima pulizia sia in camera che nelle parti comuni, staff disponibile e cordiale, camera tripla piuttosto spaziosa, letto confortevole, aria condizionata controllabile in camera grado per grado. Colazione spettacolare con tutto quello che si possa desiderare sia di dolce che di salato, salmone compreso. Palestra ad uso gratuito e in estate anche la piscina sul tetto, sovraffollata in questo periodo caldissimo ma comunque nell’ampia veranda a disposizione anche lettini, sdraie e ombra tutto compreso nel prezzo. Wi-fi non proprio velocissimo ma credo dipenda dal numero notevole di connessioni contemporanee in alcune ore della giornata. Posizione buona, non proprio centralissima, ma con due fermate della metro e anche diverse linee di autobus a non più di 10 minuti a piedi. Buono anche per collegamento con l’aeroporto sia con la metro (con un cambio) che con il bus diretto.
Il tempo di sistemare i nostri piccoli bagagli in camera e decidiamo (visto anche il caldo notevolissimo) di andare a vedere la piscina sul tetto. È piccolina, non contiene più di una quindicina di persone ed è profonda poco più di un metro, quindi non si nuota ma va benissimo per restare un po’ pucciati in acqua a rinfrescarsi dalla calura. Lo facciamo e poi ci riposiamo un’oretta nei comodi lettini della veranda accanto alla piscina poi decidiamo che è ora di andare a scoprire Madrid.
Per andare in centro abbiamo due possibilità. Fare i 450 metri che ci portano alla stazione di O’Donnell della metro 6 e poi fare un cambio e prendere la metro 2, oppure andare direttamente a piedi (600 metri) alla stazione Goya della metro 2 e arrivare in centro senza cambiare. Visto il gran caldo decidiamo per la soluzione che ci fa camminare meno a piedi e prendiamo la linea 6, anche se poi, a conti fatti, sarà solo un minuto a piedi di differenza e quindi in tutte le altre occasioni decideremo poi di prendere direttamente la linea 2.
Essendo molto accaldati, sperando forse (inutilmente in realtà) in un calo delle temperature nei giorni seguenti, decidiamo di fare subito un museo al chiuso con l’aria condizionata e quindi la scelta non poteva che cadere sul museo più importante di Madrid, il Prado.
Il museo del Prado è una della pinacoteche più importanti al mondo con opere di artisti italiani e spagnoli del calibro di Leonardo, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Correggio, Tintoretto, Goya e Velazquez. Ci si arriva percorrendo un bel viale alberato, con statue, fontane, giochini per i bimbi, il paseo del Prado. Facciamo una coda lunga ma che scorre abbastanza rapidamente e poi finalmente entriamo al museo, che è immenso e, riprendendo i miei appunti, cerco di capire quali siano le sale più interessanti ma alla fine cerchiamo di seguire un percorso logico per passarle tutte, alcune velocemente, altre fermandoci ad ammirare i capolavori con più calma. Alla fine restiamo nel museo circa due ore e usciamo soddisfatti per aver ammirato tanti splendidi dipinti.
Dopo la visita al Prado, sperando in qualche grado in meno, che però non arriva, anzi passando vicino ad un termometro digitale leggiamo l’impressionante numero 41 gradi, facciamo un giro a piedi passando davanti a quello che è lo snodo nevralgico di tutte le vie del centro di Madrid, la piazza di Cibeles con la famosa fontana che ritrae la dea romana in una carrozza trainata da due leoni e dietro di lei il grande palazzo comunale
, l’Ajuntamiento con la sua grande facciata bianca in stile barocco. Un po’ per scelta, un po’ per caso (nel senso che molte strade portano qua) ci passeremo davanti molte volte anche nei tre giorni successivi.
Torniamo verso l’hotel per cambiarci e prepararci per andare a cena. L’idea è quella di tornare in centro, ma siamo molto stanchi e soprattutto anche dopo le 20.00 le temperature sono ancora roventi, anzi la sensazione di caldo è anche più forte di quando siamo arrivati, anche a causa delle raffiche di vento caldo, la calima, che lascia la sensazione di un gigantesco phon che soffi aria calda proprio davanti a noi. Per questo decidiamo di cercare un posto per cenare nel quartiere dell’hotel e rimandiamo la visita del centro al mattino successivo proponendoci di svegliarci presto. Tra i ristoranti che mi ero segnato degni di attenzione la maggior parte erano in centro, uno in zona hotel e quindi ci dirigiamo verso la Taberna La Gaditana.
Per arrivarci (una decina di minuti a piedi dal Novotel) si passa davanti al palasport Wizink Center, usato sia per eventi sportivi che musicali. Questa sera (e lo saranno anche le due successive) è in programma un concerto di un rapper spagnolo, con conseguente confusione, presidio di polizia e interruzione di diverse strade. Noi siamo a piedi e ci cambia poco ma c’è una gran confusione di ragazzini in attesa del cantante. Arriviamo comunque facilmente davanti al ristorante Gaditana, c’è tantissima gente, sembra pienissimo stiamo quasi per rinunciare e cercare altrove ma avvicinandomi capisco che in realtà il locale è diviso in due, taberna e ristorante, il primo è un bar con solo posti in piedi o al massimo con degli sgabelli, ed è pienissimo di gente, poi saliti tre scalini, ci sono i tavolini del ristorante, pieni anche quelli, ma con un paio di tavolini liberi. Ci sediamo e ordiniamo paella per tutti e tre. Ci avvisano che servirà una ventina di minuti di attesa ma poi finalmente arriva la classica padella gigante con una mega paella, porzione super abbondante per tutti e tre. Finito di cenare sono già passate le 22 e non abbiamo più le forze per girare quindi non ci resta che tornare in hotel.
Il mattino del secondo giorno, venerdì 28 giugno, ci alziamo presto come ci eravamo prefissati, facciamo l’abbondante e sontuosa colazione che ci offre il Novotel e poco dopo le 8 siamo già fuori per andare alla scoperta di Madrid con finalmente un clima ideale, sole e 25-26 gradi. Il nostro itinerario prevede di andare in centro e poi girare il più possibile a piedi in tutte le zone degne di visita con il vantaggio del clima non troppo caldo e anche della poca presenza di turisti a quell’ora di mattino. Prendiamo la metro 2 a Goya e scendiamo una decina di minuti dopo a Sol, direttamente nella Puerta del Sol, la piazza principale di Madrid, luogo di ritrovo di tutti i turisti. È ancora semivuota ma ci sono già artisti di strada e figuranti che preparano le proprie installazioni, mentre gli inservienti del comune finiscono di pulire le aiuole e le strade dei “ricordi” lasciati da turisti maleducati. La piazza di per sé non ha costruzioni di grandissimo interesse, ci sono alcune fontane, delle statue ma niente di particolare, la sua caratteristica è che è proprio al centro esatto di Madrid, si dice che è il chilometro zero di tutte le strade di Madrid, che partono da qua.
Facciamo qualche foto di rito e poi ci dirigiamo nell’altra grande piazza cittadina, Plaza Mayor, questa sì che è veramente elegante e bella. Al centro si erge una grande statua del re Felipe III a cavallo e nei quattro lati sono situati palazzi bellissimi e caratteristici. Per entrare e uscire dalla piazza si passa attraverso degli archi, il più famoso dei quali è l’Arco de Cuchilleros, altissimo, che porta nella sottostante Cava di San Miguel con una serie di ripidi scalini.
Restiamo parecchio in Plaza Mayor potendo fare molte foto quasi indisturbati, poi ci dirigiamo in direzione del teatro dell’Opera, fermandoci e entrando nel caratteristico Mercado de San Miguel, un variopinto mercato coperto con tante prelibatezze caratteristiche spagnole, sia dolci che salate. Lo teniamo in mente per veloci spuntini per pranzo, visto che con l’abbondante colazione non avremo certo bisogno di mangiare molto. In tutto il centro di Madrid ad ogni angolo si resta colpiti dalla bellezza dei palazzi finemente decorati e ornati.
Continuando il nostro percorso del centro di Madrid a piedi arriviamo alla piazza dell’Opera con il teatro che propone in evidenza tutta la lirica italiana. Anche questo è un punto di ritrovo di tanti turisti e locali. Da qua partono anche alcuni tour guidati della città. Dall’Opera prendiamo una delle vie storiche del centro di Madrid, Calle Arenal che ci riporta a chiusura della nostra camminata, ancora a Puerta del Sol.
Ormai anche tutti i negozi sono aperti, i turisti iniziano ad invadere la grande piazza il sole è già alto ma la temperatura è ancora accettabile e quindi decidiamo di continuare a camminare percorrendo prima Calle Montera, una via piena di negozi di ogni genere, da quelli delle grandi firme a quelli artigianali che parte dalla Puerta del Sol e arriva a Plaza de Espana, poi facciamo tutta la Gran Via, la zona più elegante della città, con i famosi teatri e le marche più importanti della moda internazionale. Si arriva alla fine ancora una volta a Piazza Cibeles con l’Ayuntamiento di fronte, oggi bardato con una lunghissima bandiera arcobaleno, per ricordare la settimana che inizia oggi a favore dell’orgoglio LGTB, esposizione della bandiera che, vedremo poche ore dopo nei TG spagnoli in hotel, ha causato polemiche politiche roventi in Spagna.
Ormai oltre tre ore che camminiamo e abbiamo visto praticamente tutte le vie centrali, ci riposiamo un po’ e poi accontentiamo la figlia facendo un itinerario non certo previsto all’inizio della vacanza. Dai social ha saputo che oggi sarebbe stata a Madrid Chiara Ferragni per la presentazione di una sua linea di cosmetici nella catena di grandi magazzini La Corte Ingles, molto popolare in Spagna e presente anche in altri stati europei come Francia e Germania. In particolare l’appuntamento con il pubblico era alla Corte Ingles in Calle Serrano alle 12.00 di oggi. Non è molto lontano e vediamo che ci si arriva facilmente con un paio di bus, tra i tantissimi che fermano in piazza Cibeles e allora prendiamo anche questo mezzo di trasporto molto usato dagli spagnoli e molto capillare sulla città. Arriviamo alla Corte Ingles ed è stato allestito un palco e ci sono già centinaia di persone in attesa di Chiara, che arriva puntualissima alle 12.00, poche parole di saluto in inglese e poi via alla solita girandola di selfie che però potevano essere fatti solo da chi acquistava la “sua” piccola trousse di trucchi alla “modica” cifra di 53 euro. Facciamo diverse foto, rinunciando ovviamente al selfie personalizzato e poi, piuttosto stanchi torniamo verso l’hotel, e poco prima prendiamo dei panini in una gastronomia locale, come pranzo è più che sufficiente dopo l’abbondante colazione della mattina.
Dopo esserci rifocillati e riposati in camera saliamo all’ultimo piano per andare in piscina che però troviamo “tutta esaurita”, fanno entrare nella zona della vasca poche persone alla volta man mano che esce qualcuno, ci sono comunque i lettini all’ombra dove si sta sufficientemente bene, fino al momento in cui riusciamo anche noi ad accedere alla piscina dove restiamo a mollo mezz’oretta, prima di tornare in camera a cambiarci e ripartire.
Il pomeriggio è il momento più difficile per il caldo e allora l’unica possibilità decente è andare nei musei al coperto. Quello di oggi è il Museo National Centro de Arte Reina Sofia, un museo di arte moderna e contemporanea che propone soprattutto dipinti del novecento di artisti per la maggior parte spagnoli. Il pezzo forte del Museo è la Guernica di Picasso, a cui viene dedicata una intera sala, anche le dimensioni notevolissime della tela. Oltre alla Guernica, ci sono tante altre opere di Picasso e di altri artisti moderni come Savador Dalì, Joan Mirò e molti altri. Ovviamente, a differenza del Prado, questo è un museo per appassionati del settore specifico, non lo visitiamo piuttosto rapidamente e in poco più di un’oretta siamo di nuovo fuori nella calura della città.
Per cercare un po’ di ombra pensiamo di andare nel grande parco cittadino del Buon Retiro, una immensa area verde nel cuore della città. Ci sono diverse entrate, passiamo dalla porta più a sud ed è vero che ci sono tanti vialetti alberati ma comunque la leggera salita e il caldo sempre più torrido con una leggera brezza che però sembra un gigantesco phon che soffia aria calda rende difficoltoso anche camminare nel parco. Superiamo la statua di Angel Caido e arriviamo in una caratteristica costruzione, il Palacio de Cristal, un edificio tutto trasparente con all’interno diverse statue bianche che rappresentano persone in diverse situazioni. Accanto al palazzo di cristallo c’è un bel laghetto con una getto d’acqua centrale. Ci fermiamo sul bordo del laghetto per riposarci e rinfrescarci, guardando le tante anatre, ma anche molte tartarughe e uno splendido cigno nero nuotare tranquille per il laghetto.
Questa volta abbiamo deciso di non tornare in hotel a cambiarci e poi riuscire per cena per evitare la perdita di tempo del giorno precedente e quindi andiamo direttamente in metro ancora una volta verso la Puerta del Sol per poi cercare dove cenare in centro. La piazza ora è super affollata si fa quasi fatica a muoversi da quanto è piena di gente che sale e scende nelle varie entrate della metro e va e viene nelle tante vie che partono dalla grande piazza. Per cena andiamo a colpo sicuro, su consiglio di amici abbiamo deciso di andare nel ristorante tipico, in Calle de la Victoria, al Venta El Buscon, una sorta di trattoria a qualche centinaio di metri dalla Puerta del Sol.
Arriviamo e sembra pieno, ma ci trovano un tavolino per tre. Venta El Buscon è un locale piuttosto spartano con tavolini e sedie di legno, tovagliette di carta, un pochino rumoroso con tanto vociare in spagnolo, ma ci staremo divinamente e pagheremo pochissimo, mi sento davvero di consigliarlo a tutti. Abbiamo ancora voglia di paella, questa volta ne ordiniamo due porzioni più dei contorni misti e le porzioni sono super abbondanti, bastano ampiamente per tutti e tre, ottima anche la qualità del cibo, con le bevande spendiamo solo 30 euro in tre, davvero ottimo.
Oggi siamo meno stanchi del giorno precedente e quindi decidiamo di girare a piedi per il centro di Madrid con le luci della sera che si stanno accendendo anche se sono le 22.00 perché le ore di luce naturale a fine giugno sono davvero molte. Torniamo a Puerta del Sol e facciamo avanti e indietro nelle varie vie e nelle calle che partono dalla grade piazza, tutte affollatissime di gente, poi ci dirigiamo verso l’Opera in un percorso ormai diventato abituale e infine torniamo verso il Novotel.
Il terzo giorno (ultimo pieno) è sabato 29 giugno. Solita sveglia presto e colazione super abbondante e siamo pronti per andare a camminare con la temperatura decente. L’itinerario prevede il ritorno al parco del Retiro per finire di vedere tutto quello che non avevamo visto il giorno precedente, quindi la maggior parte delle attrazioni. Con il fresco (si fa per dire) si cammina molto meglio. Per arrivarci prendiamo il bus numero C1, una linea circolare che costeggia tutto il parco e ci permette anche di entrare a metà, più o meno in linea con il palazzo di cristallo e il laghetto delle tartarughe per proseguire da quel punto.
Superiamo il Palacio de Velasques e arriviamo al centro del parco, con il grande colonnato che erge al suo interno il monumento al re Alfonso XII, ai lati del grande lago navigabile con piccole imbarcazioni. C’è ancora poca gente e si cammina benissimo. Vogliamo fare anche un giro in barca, ma è ancora presto, il noleggio delle imbarcazioni inizia alle 10 e quindi c’è tempo prima per continuare a girare nei vialetti verdi del parco che si sta popolando di turisti e figuranti che si preparano ad allestire il loro spettacolino per recuperare qualche euro dai passanti. Alle 10 siamo pronti a prendere la nostra barchetta e partire a remare vagando per il laghetto, la vista dal lago del colonnato è ancora più bella di prima. Finiamo i nostri 45 minuti di navigazione e poi procediamo verso l’uscita nord del Parco del Retiro.
Prendiamo l’uscita che è proprio accanto la grande Porta di Alcalà, uno dei più importanti varchi del centro storico di Madrid in Plaza de la Indipendencia. È una zona molto trafficata, la grande porta si può guardare solo dall’altro lato della strada perché, di fatto, è proprio in mezzo ad una grande rotatoria. Prima di tornare verso il centro con la metro, dalla stazione Retiro, entriamo nella chiesa di San Manuel y Benito, proprio di fronte alla fermata della metro. È una piccola chiesa con esterni particolari con una facciata rotonda e interni graziosi e ben decorati. La visita è comunque veloce e in pochi minuti decidiamo di tornare verso Opera, per poi proseguire verso l’ultima zona del centro che non abbiamo ancora visitato, quella che porta al Palazzo Reale.
Per arrivare al Palazzo Reale dal teatro dell’Opera bisogna solo attraversare Plaza de Oriente e si è già di fronte al grande palazzo reale con le due guardie che picchettano l’ingresso principale riservato agli ospiti illustri e agli esponenti della famiglia reale. Per i visitatori l’ingresso è dal lato opposto nel piazzale che ha in comune con la grande Cattedrale de la Almudena. La coda per entrare è lunga, il caldo ormai sta per raggiungere i livelli massimi quindi decidiamo di non entrare nel palazzo, avremo altre due possibilità per visitarlo o nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, tanto è aperto fino alle 20, oppure all’apertura del giorno successivo, alle 10.00 di mattina.
Ci sediamo una decina di minuti sui gradini della facciata della Cattedrale de la Almudena e poi, prima di tornare in hotel per il piccolo pranzo e il riposo pomeridiano, entriamo nella grande Cattedrale, il principale luogo di culto cattolico della città, davvero molto bella sia esternamente che internamente. È in corso una funzione religiosa che non permette la visita turistica, ma finirà dopo pochi minuti dal nostro ingresso, quindi abbiamo tutto il tempo per ammirare i capolavori che sono al suo interno. L’opera più bella è senza dubbio si trova nell’altare dedicato alla Vergine di Almudena, un “retablo” come dicono gli spagnoli, ovvero un dipinto a scomparti proprio sopra la tomba della regina Mecedes. Poi c’è un grandissimo crocifisso ligneo, un grande organo, diversi affreschi alle pareti e vetri colorati bellissimi.
Restiamo mezz’oretta nella Cattedrale e poi torniamo a prendere la metro per dirigerci verso l’hotel, all’uscita della nostra fermata della linea 2, Goya, ci fermiamo nella solita panetteria-gastronomia per prenderci un panino tipico madrileno, il bocadillo, un panino lungo, una specie di baguette con all’interno del pesce, di solito totani o calamari. Lo prendiamo da asporto e lo mangiamo pochi minuti dopo in camera al fresco dell’aria condizionata. Un po’ di riposo, un po’ di piscina sul tetto dell’hotel, con la solita coda per potervi entrare, e siamo già nel tardo pomeriggio, ricaricati per tornare verso il centro.
Andiamo direttamente verso il palazzo reale, fortunatamente ci sono solo 6-7 persone in coda per fare il biglietto per entrare e quindi in pochi minuti siamo dentro il grande cortile del palazzo reale. A parte il i chiostri esterni sono visitabili in autonomia 23 stanze più l’armeria, le cucine e una mostra estemporanea, in questo periodo dedicata agli editti reali. Le stanze, come sempre nei palazzi reali sono assolutamente fantastiche, decorate e affrescate in modo superbo. Su tutte la sala del trono e quella delle cerimonie. Restiamo un’oretta e poi abbiamo tempo per fare il percorso che ormai conosciamo a memoria, quello che dal teatro dell’Opera arriva fino alla Puerta del Sol. Da qua, solito giro nelle vie attorno, iniziando a guardare i vari negozietti in cerca di souvenir o qualcosa di caratteristico da portare a casa sempre nel limite di peso e dimensione che il solo bagaglio a mano ci impone.
Per la cena non abbiamo dubbi e torniamo ancora al ristorante della sera precedente, al Venta El Buscon questa volta decidiamo per una parillada de carne, una grigliata con carne e verdure che sarebbe per due persone ma a noi basta e avanza anche in tre, sempre spendendo pochissimo. Dopo cena altro giro a piedi nel centro di Madrid sempre più affollato di gente e poi ritorno in hotel passendo sempre davanti al palasport Wizink presidiato dalla polizia per un concerto.
Domenica 30 giugno è il nostro ultimo giorno di Madrid. Il volo è alle 19 di pomeriggio quindi abbiamo ancora tempo per girare un po’ anche se in realtà abbiamo visto nei primi tre giorni tutto quello che volevamo vedere. Subito dopo colazione otteniamo dal manager di turno del Novotel due ore più di permanenza della camera gratuitamente (possiamo fare il check out alle 14 invece che alle 12), raduniamo comunque tutto già per essere pronti a sfruttare tutto il tempo a disposizione.
Spesso capita che, pur arrivando con itinerari e idee molto precise su quello che si vuol vedere, alla fine si venga colpiti da qualche piccolo particolare che ti induce a cercare luoghi e posti che non avevi mai messo in conto di andare a vedere. A noi è successo anche se alla fine non siamo riusciti nel nostro intento. Due sono stati i particolari che ci hanno indotto a cercare qualcosa di piuttosto inusuale. Nel tragitto che facevamo almeno 4 volte al giorno tra l’hotel e la stazione della metro Goya passavamo accanto alla Zecca spagnola, la Real Casa della Moneta, Fabrica National de Moneta y Timbre e poi anche accanto ad una delle tante attività proposte dal palasport Wizink Center, l’escape room de la casa di papel, una sorta di attività interattiva in cui diventi un protagonista che deve fare la rapina attuata dai protagonisti della fortunata serie televisiva.
Siccome anche noi ci siamo appassionati alla Casa di Carta, eccoci scattare l’idea di cercare i luoghi dell’ambientazione della serie televisiva, che appunto racconta di una rapina alla zecca spagnola. Sapevamo che l’edificio presentato nella serie non era la vera zecca, che sarebbe stata a poche centinaia di metri dal nostro hotel, ma abbiamo provato a fare ricerche in rete per scoprire quale fosse e dove fosse situato. Da informazioni (come spesso accade cercando in rete, non tutte concordanti) abbiamo capito che la serie è stata girata nella sede del CSIC, il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas, un equivalente del CNR italiano. Il primo problema è stato che di sedi di questo CSIC ce ne erano almeno 3 a Madrid, due comunque abbastanza vicine tra loro, dalle parti del Paseo del Prado. Andiamo e troviamo il primo degli edifici ma è tutte recintato e non è possibile arrivare all’ingresso anche se ci sembra impossibile che l’ambientazione fosse quella, sostanzialmente dentro un parco. Il secondo edificio si trova addirittura all’interno del giardino botanico. Il biglietto di ingresso costa pochissimo, la ragazza è gratis decidiamo di entrare ai giardini botanici, intanto per vederli e poi per provare a cercare questo CSIC. I giardini sono ben tenuti, i girasoli e i bonsai fantastici, tante altre tipi di fiori e coltivazioni e dentro c’è anche una sede (recintata) del CSIC, ma non è sicuramente quella con il colonnato della serie televisiva. Niente colonnato della casa di carta, forse sarà stata quella dentro al parco recintato, forse avremo trovato informazioni completamente sbagliate in rete, ma comunque abbiamo fatto una bella passeggiata che continua ripercorrendo tutto lo splendido paseo del Prado fino alla piazza Cibeles.
Da qua torniamo ancora, per l’ultima volta, in bus fino alla Puerta del Sol, per poi andare verso il Palazzo Reale, acquistando qualche souvenir e prodotto tipico nel tragitto. Ci sediamo in una panchina dei giardini reali per tortare alla stazione Opera che, come quasi una decina di volta negli ultimi 4 giorni, ci ha riportato verso il nostro hotel.
Tempo di cambiarsi, sistemare nei trolley le ultime cose acquistate e, puntualissimi, alle 14.00 siamo in reception per il check out. Restiamo nel salone della hall per magiare i soliti panini che ci facciamo per pranzo, prendiamo un caffè al bar e poi, anche se è ancora molto presto decidiamo di andare verso l’aeroporto di Barajas, prevedendo grandi camminate tra un terminal e l’altro e code per i controlli. Il percorso è quello inverso rispetto all’andata, prima metro 6 da O’Donnell e poi metro 8 da Nuevos Ministerios che ci porta fino alla fermata del terminal 2. Il nostro volo Ryanair parte dal Terminal 1 che raggiungiamo in una decina di minuti di camminata. Ai controlli di sicurezza c’è molta gente ma quasi non si fa coda visto che ci sono almeno una ventina di varchi aperti solo nel Terminal 1. Arriviamo nell’area dei gate quando ancora il nostro non appare nel monitor, con quasi 3 ore di anticipo, ma il tempo scorre velocemente, riguardiamo un po’ di foto, giriamo nei tanti negozi dello scalo, comprando qualcosa da portare a casa, fino a quando, in perfetto orario arriva l’aereo e si apre il gate per la procedura di imbarco con il finger. Peccato che, esattamente come all’andata, quando siamo già tutti seduti sull’aereo annunciano un ritardo di 1 ora e 10 minuti “per traffico aereo elevato nell’Europa occidentale”. In realtà poi dopo circa 40 minuti danno il via libera per il decollo e arriviamo a Bergamo con “solo” una mezz’oretta di ritardo.
Madrid è una splendida città, con un sistema di trasporti molto ben organizzato, sufficientemente pulita, molto vivace ad ogni ora del giorno e della notte, dove madrileni, spagnoli e turisti di ogni nazionalità si mescolano per vivere la vera e autentica movida, non solo nel senso di feste e baldoria, ma proprio nel senso di vivere e godere di ogni attimo della vita, in tutti i suoi aspetti culturali, sociali e romantici.
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