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Borghi medievali in Istria Centrale e sulla costa del Quarnero

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Questo non sarà il mio classico diario di viaggio, ma più una serie di appunti/consigli (risultanti da un paio di gite della primavera scorsa) per chi si dovesse trovare a passare qualche giorno in Istria (croata) e, magari, abbia voglia di allontanarsi per un po’ dalla spiaggia.


Istria Centrale

Partiamo dall’interno, con i borghi medievali di Buzet – Pinguente e Boljiun – Bogliuno.

Buzet – Pinguente

 

buzet 2

Come molti dei paesi dell’Istria centrale, il centro storico di Buzet (Pinguente è il nome italiano di origine romana, ma il sito fu abitato già in epoca preistorica) è arroccato su una collina, quindi passando dalla strada per la costa del Quarnero è inevitabile notarlo. Il tartufo è il prodotto tipico del territorio, e in stagione molti si fermano a comprarne o ad assaggiarlo nei ristoranti.

Per la prima volta abbiamo deciso di fermarci e il navigatore ci ha portato fin quasi alla porta di accesso Vela Vrata (Porta Grande) nelle mura medievali che la circondano, ma non sapendo se ci fosse parcheggio interno abbiamo preferito parcheggiare lungo la salita. Una passeggiata lungo le mura permette di osservare la valle e le antiche abitazioni costruite direttamente sulle formazioni rocciose. Poco prima della porta piccola (Mela Vrata) si può vedere una cisterna per l’acqua, con il Leone di San Marco a ricordare la passata dominazione veneziana della zona. Si entra poi nel centro vero e proprio, che un po’ ci ha delusi: si è conservato meno intatto degli altri paesi di cui parlerò dopo e si possono osservare antichi palazzi accanto ad edifici più recenti, o malamente restaurati in epoca yugoslava. Bellina la piazza centrale, con la grande cisterna in stile barocco (sempre di epoca veneziana) e bellissimo l’organo (del 1787) della chiesa parrocchiale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

 

buzet 1

Del castello restano poche tracce, e un antico forno per il pane così come la Chista di Sv. Juria non erano visitabili. Insomma, paese carino ma non imperdibile, forse ci guadagnerebbe se non ci fossero auto parcheggiate ovunque e in periodo più turistico, con ristoranti e negozi aperti. Ai piedi della rocca medievale si trova il paese moderno, con alcuni ristoranti e le poche industrie che si incontrano lungo questo itinerario.

Boljiun – Bogliuno

bogliuno

A circa 25 km da Buzet verso la costa, merita la deviazione dalla strada principale, anche perchè si passa in boschi molto belli. Diversamente da Buzet, Bogliuno conserva un aspetto decisamente più tipico e i restauri conservativi sono stati fatti secondo standard più moderni. La strada per arrivarci è stretta ma ben tenuta. Il borgo è molto piccolo, in passato ebbe importanza in quanto fortificazione Ad Fines (al confine) in epoca romana, a protezione della strada per Fianona e in epoca medievale aveva addirittura una certa indipendenza amministrativa e giudiziaria. Ora è abitato da circa 80 persone, con una vista spettacolare sulla valle e verso il Monte Ucka (Monte Maggiore) e un piccolo ma bel castello medievale (edificato tra XI e XVII sec.), integrato nella vita del villaggio, visto che le signore del paese stendono il bucato lungo le sue mura perimetrali!

Diverse abitazioni sono state trasformate in appartamenti per vacanze, per cui la trovo una meta ideale per chi abbia voglia di staccare da tutto ed immergersi nella natura.


Spostandosi sulla costa del Quarnero, c’è l’imbarazzo della scelta. Nel diario precedente ho già parlato di alcuni centri e accennato ad altri, e qui aggiungerò alcune cose e un paio di paesini nuovi.

Costa del Quarnero:

Labin – Albona e dintorni

Labin, che si è evoluta tanto dopo la guerra, è in realtà un centro piuttosto grande, perchè comprende diversi nuclei, tra cui i principali sono la Stari Grad, cioè la città vecchia, abitata già in epoca romana, Piedalbona, dove si trovava la vecchia miniera, Rabac – Portalbona, sulla costa e Vinez.

labin museo

Carino il museo locale (Narodni Muzej Labin, ingresso 15 Kune, scontato a 10 forse per la bassa stagione), all’interno del bel palazzo barocco Lazzarini Battiala: ripercorre le fasi salienti della storia della zona (trascurando quasi del tutto l’epoca veneziana), con un certo risalto all’epoca romana, all’epoca comunista e alle figure storiche più importanti del paese (tra cui il luterano Matthias Flacius Illyricus, di cui sono esposti alcuni volumi, ma in paese c’è un museo dedicato a lui). La parte più intrigrante è però nel sottosuolo; visto il millenario legame con le attività minerarie, è stata ricostruita una miniera, ed è possibile percorrerla vedendo le varie fasi delle attività di estrazione (attenzione, alcuni passaggi sono molto stretti e bassi, potrebbe essere un problema per i claustrofobici).

È piacevole perdersi nei vicoli di Albona (molti sono scalinate, visto che la pendenza è piuttosto notevole) racchiusi all’interno delle mura.

Il parcheggio pubblico appena fuori dal centro storico è a pagamento, ma costa solo pochi centesimi di euro l’ora.

Esiste un sentiero (intitolato ad una dea locale, Sentona, di cui si possono vedere alcuni piccoli altari al Museo) che percorre la valle da Labin fino a Rabac, sulla costa. Noi non abbiamo avuto il tempo di percorrerlo, ma dovrebbero esserci delle belle cascate e un antico mulino.

labin miniera

A Piedalbona, oggi piuttosto moderna e vivace, sopravvivono i quartieri costruiti durante la dominazione fascista per le maestranze della miniera; sono tuttora abitati, e si alternano edifici quasi originali ad altri restaurati di recente. Nel piccolo mercato coperto tutti i giorni gli agricoltori locali vengono a vendere i prodotti dei loro orti, ma ormai i supermercati abbondano, e chissà per quanto questa tradizione sopravviverà ancora.

Un curioso parco si trova nelle campagne fuori dal paese: Park Skulptura Dubrova, una strada lastricata realizzata da artisti locali, con ogni settore in materiali e forme diverse, su cui si può camminare e ammirare in lontanza la Stari Grad di Labin. Tra gli alberi si vedono anche molte sculture. Non lontano da qui, il ristorante Ferali, il nostro preferito in zona.

porto lungo

Da Rabac, molto cambiata negli ultimi tre anni per effetto degli investimenti nei nuovi alberghi Valamar, partono diverse escursioni in barca: al porto si può scegliere tra diverse compagnie e gite di durata diversa (è possibile visitare anche l’isola di Cres, ma ci vuole un’intera giornata). Noi abbiamo fatto la gita di due ore (14€ per adulto, bevande incluse) che arriva a sud fino alla zona di Santa Marina di Albona, passando anche da Porto Lungo, e a nord fino all’ingresso del fiordo di Plomin e davanti alla grotta di Rabac. Queste due località sono raggiungibili anche in auto; da S. Marina si può continuare verso sud, ma la strada è strettissima; si attraversano boschi (con incredibili fioriture di salvia e ginestre) fino ad arrivare ad un promontorio circondato dal mare, con una vista mozzafiato sulle isole. In barca ci si avvicina alla teleferica per la bauxite e si possono ammirare la macchia mediterranea, ancora in gran parte intatta, le acque cristalline, il panorama sulle isole di Cres e Lussino, fino su a Fiume, in fondo al golfo del Quarnero.

Plomin – Fianona (e Plomin Luka)

fianona 1

Un vero colpo di fulmine: questo minuscolo borgo che era abitato già in epoca romana, e domina il fiordo sottostante (dove è stata costruita la centrale elettrica di cui ho parlato nel diario precedente), è stato completamente abbandonato durante la Seconda Guerra Mondiale (come molti paesi della zona, la sua popolazione era in prevalenza italiana). Ci siamo sempre fermati ad ammirare il panorama sul fiordo da un view point poco più avanti, stavolta ci siamo entrati e ci siamo chiesti perchè non lo avevamo mai fatto (nemmeno i miei genitori, che qui vengono spesso). Il borgo, ora in parte restaurato, ha un fascino innegabile; pochi vicoli, che si intrecciano regalando scorci tra archi e finestre (spesso dei palazzi resta solo la facciata).

fianona 2 Collage

L’antica chiesa, che accoglie i visitatori all’ingresso del paese, conserva preziosi affreschi; un artista locale ha disposto strane installazioni alle finestre dei palazzi abbandonati, con stemmi nobiliari ormai sconosciuti; sul sito in cui si trovava il castello restano antichi sarcofaghi e un’altra chiesa, con simboli celtici. Qualche temerario ha restaurato casa e ci si è trasferito, ma il rischio crolli non è sventato.

fianona 3 Collage

Per chi volesse pranzare qui, dall’altra parte della strada costiera c’è un ristorante (e alcune abitazioni recenti); poco più avanti, il famoso (almeno tra i motociclisti) Hotel Fianona, con terrazza con meravigliosa vista sul mare e sulle isole di Cherso e Lussino, prepara degli gnocchi al forno da leccarsi le dita!

Si può infine fare una breve sosta a Plomin Luka, l’antico porto di Fianona, ora utilizzato da pescherecci locali. Lo costeggia il nastro trasportatore del carbone che arriva fino alla centrale… niente di imperdibile.

Mošćenice – Moschiena

Siamo giunti a Moschiena risalendo dalla località di Draga (sul mare) subito dopo un temporale, e abbiamo trovato tutto chiuso a parte un bar sulla strada, quindi ci siamo fermati giusto il tempo di visitare gli esterni.

moschiena 3

Come la vicina Bersezio, fu fondata tra il XII e il XIII sec. per controllare il territorio circostante.

Sull’arco di accesso al paese antico è scolpito lo stemma asburgico e l’anno 1654. Alla sua sinistra il castello (non visitabile), alla destra una loggia, che richiama nella forma quelle che si trovano davanti alle due chiesette di fronte. Peccato che sotto di essa ci fossero parcheggiati dei motorini!

La collezione etnografica che si trova all’entrata della città vecchia è visitabile in orari molto ridotti, e già nel primo pomeriggio l’abbiamo trovata chiusa. Di fianco c’è un frantoio per olive che risale a trecento anni fa. 

Esiste la possibilità di fare una passeggiata partendo da Moschiena fino alla spiaggia di San Giovanni (Sv. Ivan) attraverso una scalinata, ma noi l’abbiamo trovata troppo scivolosa dopo il temporale. Da Moschiena parte inoltre un sentiero piuttosto impegnativo (7 ore di percorrenza) che risale le pendici del monte Ucka fino alla vetta del Perun.

Brseč – Bersezio

Proseguendo sulla stessa strada tornando verso Plomin, si attraversano minuscoli paesini con orti rigogliosi e numerose case in affitto, e si arriva infine a Bersezio: è tutta bianca, molto mediterranea. Sempre piccolina, sempre in posizione dominante rispetto al mare (dalle feritoie dei resti della cinta muraria si potevano sicuramente vedere arrivare i pirati che battevano queste coste), tutta vicoli e scalette ma non solo, è estremamente carina. Il caratteristico campanile risale al Basso Medioevo e sembra essere stato parte del castello. Come in tutti i paesini che abbiamo visitato, non manca una bella cisterna, che in questo caso si trova in una piccola piazzetta.

bersezio 2

Nella loggia cittadina si trova il busto di uno scrittore e politico croato, nativo di Bersezio, mentre gli anziani del paese ci tengono a far notare che qui si troverebbe “il teatro più piccolo del mondo”. 

Anche Bersezio ha la sua spiaggia, raggiungibile attraverso un sentiero piuttosto impervio nel bosco. Essendo ormai tardi, noi ci siamo incamminati verso la chiesetta di Santa Maddalena (a circa 15′ minuti dal paese) da cui si gode una bella vista.


Dove spezzare il viaggio in macchina verso l’Istria? Le opzioni sono innumerevoli, negli ultimi due viaggi noi ci siamo fermati alla Foiba di Bassovizza (emozioni molto forti, sosta di circa mezz’ora con la visita al piccolo museo) e al Castello di Miramare appena fuori Trieste (ingresso al Castello 8€, parco gratis; visita al castello circa un’ora, molto interessante; nel parco si potrebbe stare ad infinitum, con quelle viste sul mare…).

 

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