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Channel: Diari di viaggio – Il Giramondo
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Un giretto per rovine romane tra Provenza e Occitania

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Ancora una volta (era già successo due anni fa con Sperlonga) il punto di partenza per questa breve vacanza nel sud della Francia è stato Alberto Angela, in una delle sue tante trasmissioni dedicate all’Impero Romano. Se per Sperlonga a farmi innamorare all’istante (oltre allo stesso Alberto Angela) era stata quell’inquadratura davanti alla Villa di Tiberio, nel caso della Provenza era stato l’attimo in cui ho visto dietro alle sue spalle il magnifico Pont du Gard.

Così era iniziata l’idea di questo viaggetto facile facile alla scoperta di alcune delle rovine romane più stupefacenti al di fuori dei confini italiani. Un aggiustamento ed una limatina dopo l’altro, hanno preso forma 6 giorni alla scoperta di una bellissima parte dell’antica Gallia, ricchissima di storia ed anche di profumo: giugno è uno dei mesi della lavanda!

AIX-EN-PROVENCE

Tappa pensata per spezzare il viaggio prima di spingersi ancora più ad ovest, ne avevo sempre sentito parlare come di una cittadina graziosa e ricordavo che Carolina di Monaco ci aveva cresciuto i figli, lontano dai gossip e dall’aria di Montecarlo. Il centro (la Città Vecchia) è effettivamente molto grazioso, ci sono bellissimi palazzi ed angoli suggestivi, tantissime piazzette e fontane, un’aria molto rilassata e rilassante, quasi da cittadina di mare, anche se il mare non c’è (e questa è una cosa che avrei poi ritrovato anche altrove lungo la settimana). Oltre a passeggiare per il centro storico, siamo andati a visitare l’Atelier Cézanne, cioè quello che era stato lo studio del famoso pittore, rimasto come al momento della sua morte: l’impressione, come scritto nelle guide, è quello che lui debba rientrare “a casa” da un momento all’altro! Il biglietto (6.50 euro) forse non è economicissimo per visitare una sola stanza (ma c’è anche un bel giardino) ma si tratta di qualcosa di molto suggestivo. Consigliatissimo l’hotel Le Mozart: a due minuti dal casello dell’autostrada e a 5 minuti a piedi dall’inizio della zona del centro, con il plus del parcheggio interno, grazioso, pulito, personale cortese, ottimo rapporto qualità/prezzo ed ottima anche la colazione.

ARLES

Aggiunta in corsa perché lungo l’autostrada da Aix a Nimes, la cittadina tanto cara a Van Gogh si è rivelata una bellissima scoperta! Le cose da vedere sono tante ed un economico (12.00 euro) biglietto cumulativo da quattro attrazioni + il museo civico permette di visitarle praticamente tutte: l’Arena, l’Anfiteatro romano, il meraviglioso chiostro della chiesa di St-Trophime e la necropoli degli Alyscamps. L’Arena è magnificamente conservata e viene costantemente usata per spettacoli, concerti, etc e, soprattutto, un tipo di intrattenimento che da queste parti va per la maggiore: la tauromachia. La Spagna non è lontana e i tori sono una grande passione anche in questa parte di Francia però, a differenza della corrida, gli animali qui non vengono uccisi e sono i veri protagonisti di questi eventi (sui manifesti ci sono i nomi dei tori invece di quelli dei toreri). Anche qui un centro storico di viuzze strette ma luminose e dai colori chiari fa sentire aria di mare, che non è lontano (siamo in Camargue) ma, comunque, non c’è. Arles è stata la mia prima occhiata ad un fiume che non mi aspettavo così tanto grande: il Rodano.

PONT DU GARD

A pochi km da Nimes, base logistica principale di questo breve viaggio (quattro notti di soggiorno, dopo la prima ad Aix), ecco quello che era stato il punto di partenza dell’idea di tutta la vacanza! Non è un ponte, in realtà, o meglio, non è nato come tale: si tratta del tratto a cavallo di un fiume (il Gardon) di un magnifico acquedotto romano, usato poi anche come ponte in secoli successivi. Il colpo d’occhio è davvero suggestivo ed il museo annesso al sito archeologico è interessante. Esistono diverse formule per i biglietti ed è molto pratico comprarli online, soprattutto se si vuole anche una visita guidata e dunque si deve prenotare per un determinato giorno: la via di mezzo, cioè l’accesso al sito e al museo, il parcheggio ed una breve visita guidata (in inglese e francese) che permette di salire e percorrere il terzo livello dell’acquedotto, costa 11.50 euro (esistono anche il semplice ingresso oppure la formula con una vista guidata di tutto che dura un’ora e mezza). La guida ha stupito tutti raccontando che, fino alla fine deglii anni ’80, quando il sito è diventato patrimonio UNESCO, la strada costruita e ricostruita nei secoli a ridosso dell’acquedotto era regolarmente aperta al traffico delle automobili, quindi si passava ad un soffio dal monumento, allora abbandonato a sé stesso. Originariamente, la struttura era una vera meraviglia di ingegneria romana: 50 km di lunghezza, un lunghissimo serpente che seguiva l’andamento delle colline della zona, 12 metri in tutto di pendenza dalla fonte al castello delle acque situato a Nimes. Proprio per questa città, infatti, l’acquedotto era stato realizzato (in soli 15 anni!!!): per vivere “alla romana” una città dell’Impero in pieno sviluppo e splendore aveva bisogno di tanta acqua.

MUSEO HARIBO

Esattamente: le caramelle gommose! Nell’hotel di Aix c’era un espositore con tantissimi depliant turistici su cose da vedere nelle regioni della zona e, tra gli altri, era impossibile non notare il pieghevole fucsia con le caramelle e l’omino dell’Haribo, scoprendo che il museo è a pochi km dal Pont du Gard. Che dire? I 6.50 euro del biglietto sono ampiamente ammortizzati dai sacchettini di caramelle che si ricevono in regalo, prima direttamente all’ingresso e poi, alla fine del giro, usando il gettone fornito nelle apposite macchine imbustatrici, per creare “live” altri sacchettini omaggio. Il museo è molto divertente, colorato e profumato, ovviamente di caramelle! Sono esposti foto e macchinari antichi, risalenti alle prime lavorazioni della liquirizia, origine di tutto, vengono proiettati gli spot Haribo di tutto il mondo, ci sono ovunque le caramelle, sono mostrati i loro stampi, ci sono diverse postazioni dove i bambini (ma anche gli adulti!) possono fare dei piccoli giochi interattivi. Prima di uscire, tappa obbligata al negozio, dove vendono ogni sorta di confezione di caramelle a prezzo più basso rispetto ai supermercati ed ogni sorta di merchandising Haribo: impossibile uscire a mani vuote!!!

ORANGE

Non lontana da Nimes, anche questa cittadina racchiude una vera perla arrivata fino a noi dal mondo Romano: uno stupefacente anfiteatro, credo l’unico al mondo ad avere ancora del tutto in piedi il muro di scena. E’ assolutamente pazzesco! Per visitarlo e per visitare anche Nimes è praticissimo ed economico il biglietto cumulativo che, con 18.50 euro, permette di visitate appunto il teatro di Orange insieme alle tre principali testimonianze romane della vicina Nimes. Incluso nel biglietto c’è anche il piccolissimo museo di fronte. Molto ben fatta l’audioguida, che dà un sacco di interessanti spiegazioni sull’anfiteatro e sull’Orange romana. Con altri 5 euro è possibile accedere alla stanza con il filmato 3d “ad immersione”: molto divertente e suggestivo. Il centro è molto piccolo e, uscendone un po’ lungo ad un viale, si raggiunge l’altra bella testimonianza romana rimasta ad Orange: un ben conservato Arco di Trionfo.

AVIGNONE

Premessa: la città dei Papi meriterebbe sicuramente di essere visitata con più tempo, perché è ricca di cose da vedere, oltre al Palazzo dei Papi e al celebre ponte. Per noi però era solo una visita in giornata e, quindi, ci siamo dedicati solo ai suoi due monumenti più celebri, il cui biglietto cumulativo costa 14.50 euro ed include una cosa fantastica che non avevo mai visto cioè il pad-guida per il Palazzo. In pratica, invece della solita audio-guida, viene dato questo tablet con le cuffie, l’addetto imposta la lingua desiderata e poi non serve fare più niente: man mano che si prosegue nella visita e si entra nelle varie stanze, il pad fa tutto da solo e partono le varie descrizioni di quello che si sta vedendo, etc. . Bellissimo già così, ma non è tutto: in quasi tutte le stanze c’è un cubo “macchina del tempo” sul quale puntare il pad, sullo schermo si vedono gli anni scorrere all’indietro e poi, quando si alza il pad e lo si usa per guardarsi attorno, quel che si inquadra viene mostrato come era nel passato, con tanto di approfondimenti legati a decorazioni, stanze laterali, etc. . E’ veramente fortissimo!!! Il Palazzo è grandioso e molto bello, anche se un po’ spoglio: il “giochino” del pad che proietta nel passato e mostra gli spazi, ora vuoti, riccamente arredati e dipinti, è sicuramente molto utile ed azzeccato sotto questo aspetto. Semplice audio-guida ma molto ben fatta è anche quella del ponte: a pochi passi dal palazzo, famoso per una canzoncina che ogni bambino francese da secoli conosce, è interrotto, quindi inutile, ma è rimasto come celebre monumento, lì sul Rodano, ed ha una storia, velata di leggenda, molto particolare.

IL MUSEO DELLA LAVANDA

Sempre nell’espositore di depliant dell’albergo di Aix avevamo preso anche il pieghevole di questo “Musée de la Lavande” ad una trentina di km da Avignone. In realtà, arrivarci non è velocissimo: in autostrada non è pratico, per strade “normali” si tratta di attraversare tutta la città e poi di farsi un po’ di provinciali. Comunque assolutamente fattibile e si arriva in piena campagna ed in questo paesino dove si trova una cascina con una parte tutta ristrutturata con museo e negozio e l’altra invece ancora adibita al lavoro di campagna. Si tratta della tenuta di una famiglia che coltiva e lavora la lavanda da più di un secolo, il famoso fiorellino ovviamente non manca e, a giugno, era in perfetta fioritura, rendendo questa sorta di cortile quasi un piccolo angolo di paradiso, con zone ombreggiate dove rilassarsi guardando i cespugli fioriti. Il museo non lo abbiamo visitato (alambicchi e simili non ci interessavano più di tanto) ma non abbiamo mancato il negozio dove, appena si apre la porta, si viene del tutto avvolti da un profumo incredibile. I prodotti sono di altissima qualità ed i prezzi sono in proporzione ma ci sono diverse promozioni grazie alle quali risparmiare un po’ e portarsi a casa, ad esempio, un estratto di lavanda dal profumo mai sentito.

NIMES

Dulcis in fundo, Nemausus, in Occitania, base principale per questi pochi giorni alla scoperta del sud della Gallia. Una città abbastanza grande (circa 145.000 abitanti), molto bella, viva, ricca di storia, fontane e spazi verdi. L’attrazione principale di Nimes è l’Arena, ottimamente conservata ed utilizzata per tauromachia (anche qui intrattenimento tradizionale, come ad Arles) e concerti di star nazionali ed internazionali. L’audioguida è molto incentrata sui gladiatori, primi protagonisti degli spettacoli ai tempi in cui l’arena fu costruita. Accanto all’Arena, inaugurato giusto all’inizio di giugno 2018, c’è il bellissimo Museo della Romanità e, a pochi passi, uno dei tanti spazi verdi della città, che è veramente tutta da vivere all’aperto, tra viuzze del centro, piazze, fontane e parchi e i tantissimi bistrot e ristoranti di ogni genere (è anche città universitaria, quindi piena di giovani e di pub e bar ad hoc). L’utilissimo biglietto unico col teatro di Orange includeva a Nimes, oltre all’Arena, anche la Maison Carrée, cioè un tempio romano perfettamente conservato e restaurato (ha avuto la fortuna di essere stato per secoli anche una chiesa e così è rimasto solidamente in piedi), bianco, con un bellissimo colonnato, nel cuore della città. Di fatto, è un piccolo cinema: l’interno non si visita e c’è solo una piccola sala cinematografica dove viene proiettato ogni mezz’ora un vero e proprio film, molto ben realizzato, che in 23 minuti racconta la storia della città, dalla fondazione, all’arrivo dei Romani, all’importanza dell’Impero per la città ma anche della città e dei suoi abitanti per Roma, e così via: davvero bello e interessante! Nello stesso biglietto è inclusa anche la Tour Magne, cioè quella che era la torre più alta dell’antica cinta delle mura Romane: la struttura ora è del tutto vuota all’interno e mezza crollata, ma si può salire con una scala per vedere un magnifico panorama su tutta la città e per km e km attorno, cioè esattamente lo scopo per cui era stata costruita. La torre si trova dentro ad un bellissimo parco, dentro al quale ci sono anche le rovine di un antico tempio di Diana. Un appartamentino nel centro della città è stato un punto d’appoggio ideale a Nimes, così come Nimes è stata una base ideale per visitare tante cose in un raggio ragionevolissimo di km.

VARIE ED EVENTUALI

Una della maggiori voci di spesa di questa manciata di giorni in Francia è stata quella per i parcheggi ma, soggiornando in centro a Nimes e girando per le varie città con un gran caldo, i soldi per vari parcheggi coperti devo dire che sono stati spesi molto bene, anche perché, ovunque, trovare parcheggi gratuiti vicini ai centri storici sarebbe stato in ogni caso ben difficile, doppiamente per il fatto di non conoscere le città. Le autostrade francesi non sono particolarmente costose, la benzina costa meno che da noi ma non più poco come una volta, mentre non è economico mangiare fuori: un appartamento, in questo senso, può consentire di risparmiare non poco sul budget di una settimana. Per togliersi comunque qualche sfizio a Nimes (si è pur sempre in vacanza!) e mangiare (e bere) bene francese spendendo il giusto consiglio per cena il ristorante Flan Coco. Ringrazio Alberto Angela per avermi dato un altro bellissimo spunto e non dubito di tornare nel sud della Francia, magari spostandomi più verso il mare e ancora più verso ovest!

 


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