La vacanze “importante” dell’anno per varie ragioni è sempre di una sola settimana. Bisogna decidere se valga la pena affrontare un viaggio molto lungo e costi di volo notevoli per poi restare solo 7 giorni. Quest’anno è capitata un’offerta molto vantaggiosa per il Messico, che proponeva il viaggio con quasi il 50% di sconto sul listino e quindi ci siamo buttati senza pensarci troppo e abbiamo prenotato.
La struttura scelta, tra quelle proposte, è stata il Catalonia Playa Maroma, nella zona appunto di Playa Maroma, tra Cancun e Playa del Carmen. Dovrebbe esserci il mare più bello della costa, lo abbiamo scelto per quello soprattutto, rispetto ad altre soluzioni più vicine alle cittadina fulcro della movida turistica in Riviera Maya.
La partenza è per il 16 luglio, con volo Neos da Malpensa, è previsto uno scalo a Cuba (solo in andata). Sembra tutto pronto per il decollo e quindi saliamo all’ora prevista. L’aereo inizia a muoversi verso la pista di decollo, fase di rullaggio avviata, parte ma non si alza in volo, rallenta e prende una uscita presumo di emergenza, non si capisce bene cosa stia succedendo poi il comandante dice che “purtroppo proprio mentre stava per decollare si è accesa una spia nel quadro, quindi deve rientrare in parcheggio per fare i dovuti controlli”
Bene, anzi male, i “dovuti controlli” sono durati tre ore, tempo nel quale siamo stati sempre sull’aereo fermo. Potete capire che qualcuno ha pure iniziato ad andare un po’ in panico anche perchè non davano nessuna informazione. Poi credo perchè tutti chiedevano ai poveri assistenti che presumo ne sapessero quanto noi, qualcuno ha sollecitato il comandante che ha annunciato che era una spia che segnalava il portellone dei bagagli come aperto, ma risultava chiuso, quindi probabilmente era un contatto, però dovevano controllare i sensori che alla fine hanno deciso di cambiare.
Partiamo quindi con tre ore di ritardo. Facciamo scalo a Cuba (previsto) con il rifornimento e il cambio di personale di bordo, ci fanno scendere dall’aereo, circa un’ora dopo ci fanno risalire. Sembra tutto a posto. Un assistente chiama al microfono un cognome, nessuno risponde, si è persa una persona !!!
Pochi minuti dopo l’aereo è circondato da 4-5 auto della polizia cubana con i lampeggianti accesi, un poliziotto sale in aereo in assetto da guerra, sembrava di stare in un film credetemi.
Dopo un po’ trovano la tizia, una donna, che presumo non abbia capito il gate dove doveva trovarsi per tornare in aereo o si era addormentata, non so. Si parte? Assolutamente no, la richiamano e la fanno scendere dall’aereo, credo per fare qualche verbale, insomma un’altra ora abbondante persa.
Poi, per non farci mancare niente, siamo pure stati i fortunelli a cui hanno deciso di perquisire tutte le valige e tutti i bagagli a mano all’aeroporto di Cancun. Fra l’altro mia moglie porta sempre un sapone di Marsiglia per lavare i costumi e non si capacitavano di cosa potesse essere e perchè lo avevamo portato.
Morale: 4 ore di ritardo. Io sono partito da casa per andare a Malpensa alle 4.30 del mattino e sono arrivato in hotel alle 3.30 (ore italiana) del giorno dopo, 23 ore di viaggio compresi i trasferimenti !!
Speravamo di farci un bagno in mare o in piscina appena arrivati sfruttando il fuso orario a nostro favore e invece riusciamo di corsa a mangiare qualcosa per cena prima che chiuda il ristorante e poi andiamo stanchissimi a letto.
La mattina dopo, sfasati dal fuso orario prima dell’alba siamo già in giro a scoprire un po’ l’hotel. La sorpresa più bella è rappresentata dai coati, simpaticissimi animaletti, metà strada tra scoiattoli e scimmiette, che girano liberamente in tutti i vialetti dell’hotel, si avvicinano anche alle camere e alle persone, per poi scappare velocemente se tenti di accarezzarli.
La sorpresa negativa (in parte attesa) è invece purtroppo il mare, pieno di alghe. All’alba fa ancora più impressione la montagna di quello che qua chiamano “sargazo” portato dalle correnti in tutte le spiagge esposte a est del Messico, ma anche di molte altre zone caraibiche. Già alle 6 del mattino si attivano gli inservienti dell’hotel armati di pala e rastrello per rimuovere le alghe dal bagnasciuga ma è una lotta impari, più le tolgono e più sembrano tornare. In tutta la settimana riusciremo a fare il bagno in mare solo tre volte, superando con un po’ di coraggio un paio di metri di alghe e cercando un punto un po’ più libero. In altre giornate era praticamente impossibile entrare in acqua.
Comunque non vogliamo farci rovinare la vacanza dalle alghe e ci godiamo tutto il resto che la nostra sistemazione in hotel e comunque il Messico ci potrà offrire. L’hotel in effetti è veramente splendido. Anche le camere standard (che abbiamo scelto) sono molto grandi, pulite e con tutti i confort richiesti. Wi-fi ad alta velocità in camera e in quasi tutta la struttura (tranne in spiaggia dove prende poco) che permette collegamenti perfetti con l’Italia tramite Skype. Teli mari cambiati ogni volta che si vuole. Ristorante principale a buffet con ogni genere di cibo, qualità discreta, ma qualcosa che piace si trova sicuramente. A pranzo si può anche utilizzare il Tortuga, un salad bar accanto alla piscina con pizza, patatine, hamburger e insalate. A cena ci sono anche i ristoranti tematici (messicano, italiano, grill). Insomma amplissima scelta di ogni genere. Piscina caldissima e ben tenuta nonostante le tantissime presenze in acqua. Vialetto che porta dalle camere verso la piscina e il mare immerso nel verde quindi con tanta ombra che non fa pesare la camminata e con tantissimi simpatici animaletti (i coati) e anche qualche iguana. Animazione nella media non invadente in collaborazione tra italiani, francesi e messicani. Il giudizio complessivo non è massimo solamente perchè in questo momento in mare è assolutamente impraticabile a causa delle tantissime alghe che sono presenti in tutta la costa est del Messico e di altre zone caraibiche. Ovviamente non è colpa dell’hotel che anzi svolge un lavoro faticosissimo con tante persone già dall’alba per tentare di rimuoverle, ma è giusto far sapere a chi ha scelto questa (o altre destinazioni in zona) del problema.
La spiaggia comunque è splendida e ci si può stare tranquillamente e fare belle passeggiate sia a destra che a sinistra dell’hotel senza problemi.
I primi giorni sono di ambientamento e di relax più totale, senza fare nulla. Del resto le vacanze servono anche a questo, una settimana all’anno senza dover pensare a pulire, stirare, far da mangiare credo sia salutare per tutti. Però il Messico ha posti di grande importanza culturale e naturalistica e sarebbe un peccato non vedere nulla della storia passata e presente di questo stato centro americano, così iniziamo a ragionare sulle eventuali escursioni da fare.
La più bella dal punto di vista culturale e storico sarebbe senza dubbio quella a Chichen Itza, il più importante complesso archeologico Maya del Messico. A me sarebbe piaciuto molto andarci, ma le tre ore di pullman e soprattutto il grande caldo che sta facendo in questi giorni in Messico ci fanno desistere dalla decisione di andarci.
Decidiamo allora di fare la più breve escursione (mezza giornata) verso il sito archeologico Maya di Tulum, complesso che ha la particolarità di essere stato edificato proprio a picco sul mare, un mare che dovrebbe essere fantastico, quello di Playa Paraiso. Infatti l’escursione prevede una prima parte di vista al sito Maya e una seconda parte di relax in Playa Paraiso. Purtroppo l’invasione drammatica di alghe di cui ho già parlato ha reso totalmente inutilizzabile non solo il mare ma anche la spiaggia, che non era accessibile. Montagne di alghe maleodoranti hanno trasformato una delle spiagge più belle del mondo in un posto da cui stare lontano. La situazione contingente ci ha costretti a stare praticamente un’ora in un bar ad aspettare il pullman che ci riportasse in hotel, rendendo piuttosto negativo il giudizio all’escursione che poteva e doveva prevedere la situazione di inagibilità della spiaggia. I disagi causati purtroppo fanno passare in secondo piano i bel complesso Maya a picco sul mare, unico nel suo genere, anche se visitabile in breve tempo.
Siamo venuti in Messico anche per il bel mare e vogliamo a tutti i costi provare a trovarlo, così decidiamo per il penultimo giorno di vacanza di fare l’escursione alle isole Contoy e Mujeres. Chiediamo agli assistenti Francorosso, ma anche a persone che ci sono già state la sicurezza di arrivare finalmente in un mare senza alghe e tutti ci confermano che sarà così. L’escursione costa parecchio (108 dollari gli adulti, 80 dollari i bambini, compreso il pranzo sull’isola di Contoy) più la tassa di ingresso al parco naturale dell’isola, 10 dollari a testa, ma alla fine posso dire che ne valeva veramente la pena.
L’organizzazione era di un’agenzia locale, Blue Caribe. Ti prendono all’hotel e poi si va al porto di Cancun (45 minuti circa perché si fermano in un altro paio di hotel) e si parte con una lancia da una trentina di posti. Dopo una cinquantina di minuti di navigazione c’è la sosta per lo snorkeling sulla barriera corallina. Dopo pochi minuti si arriva alla fantastica isola incontaminata di Contoy, dove si visita il museo e si pranza con ottimo pesce e pollo grigliati. Al pomeriggio sosta all’altra isola di Mujeres, più turistica e poi rientro a Cancun verso le 17.30. La nostra guida era Danilo, ragazzo pugliese che vive in Messico da alcuni anni, veramente bravo, preparato e disponibile ad ogni richiesta. Complimenti davvero a lui e all’organizzazione.
In particolare Isla Contoy è davvero un paradiso in terra, sabbia bianchissima, mare limpidissimo, natura incontaminata, sembra davvero un posto creato solo per le cartoline e per farti sognare. L’isola è completamente disabitata, ci lavorano solamente i biologi per studiare la flora, la fauna e l’ecosistema locale. Ogni giorno possono entrare solo 200 turisti che vengono rigorosamente schedati prima di sbarcare. Regole molto severe per tutte, non ci si può mettere la crema solare o il repellente per le zanzare perché potrebbero creare danni per l’ecosistema. Alle 15.00 tutti i turisti devono lasciare l’isola. Alle 17.00 devono lasciarla anche i biologi. Insomma davvero un posto immerso nella natura senza alcuna contaminazione. A dire il vero una costruzione c’è ed è il piccolo museo che racconta la storia degli animali che abitano l’isola, soprattutto le tartarughe marine e vari tipi di pesci compreso il mastodontico squalo balena che vive al largo dell’isola. Poi c’è una torretta su cui si può salire al massimo in 10 persone alla volta che permette una vista panoramica favolosa.
Prima di tuffarci nel mare finalmente libero da alghe, la nostra guida ci ha fatto attraversare la piccola isola a piedi nello stretto sentiero, passando prima dal museo e poi, attraverso una fitta foresta creata dalle mangrovie si arriva all’altro lato dell’isola più brullo. In questo percorso di mezz’oretta si vedono diversi animali, tantissimi paguri, qualche iguana e molti uccelli, cormorani e fregate soprattutto.
Poi finalmente il mare, fantastico, bellissimo, quello tanto sognato prima di partire. Mare limpido, trasparente, si resta estasiati dal posto e per finire in bellezza appare vicino a riva una grande stella marina, che sembra voler rendere omaggio alla nostra visita.
Vorrei stare in acqua tutto il giorno da quanto è bella ma ci chiamano perché è ora di pranzo. In fondo alla spiaggia ci sono due aree ristoro e, a turno, i vari gruppi presenti sull’isola possono mangiare. Tutto molto preciso con tempi rigidi da rispettare e assoluto rispetto per l’ambiente. Ci preparano riso e poi pollo e pesce alla griglia, veramente ottimo.
Prima di lasciare l’isola facciamo un giro sulla torre panoramica per ammirare ancora una volta la splendida isola di Contoy e poi un nuovo giro nella spiaggia fantastica per fare le ultime foto e poi, purtroppo si deve ripartire. Con noi ripartono, nel primo pomeriggio, tutti i 200 turisti arrivati, lasciando ancora per qualche ora i biologi al loro lavoro e poi resteranno solo gli animali locali a godersi questa fantastica isola incontaminata.
La tappa successiva è Isla Mujeres, grande isola proprio di fronte a Cancun. E’ un’isola molto diversa da Contoy, piena di movimento, di vita e di turisti.
Abbiamo un’ora e mezza di tempo, facciamo un rapido giro tra alcune bancarelle e poi decidiamo di goderci il mare, anche qua splendido e senza alghe, anche di questa isola. Le spiagge sono tutte belle e lunghe, la migliore è Playa Norte, sulla punta dell’isola, anche se è molto molto affollata. Il tempo di un tuffo in mare ed è già ora di rientrare.
Sulla via del rientro il capitano della barca che ci ha portato alle isole, offre la tequila a chi la vuole e in mezz’oretta di navigazione siamo ancora a Cancun, città modernissima con strade molto grandi e tanti grattacieli a fare da contraltare a baraccopoli ai bordi della città. Ci sono anche tante zone verdi, parchi e giochi per bimbi, insomma una città in grande espansione molto più grande e organizzata di quanto mi sarei aspettato. Ritornati al Playa Maroma, salutiamo e ringraziamo Danilo, che ha collaborato a rendere davvero fantastica questa escursione.
Siamo già arrivati all’ultimo giorno pieno di vacanza messicana. Nonostante le alghe e il mare brutto, una settimana è volata, ne servirebbero due, per chi ha la possibilità economica di farle.
Ci manca ancora un giro che volevamo sicuramente fare, andare a Playa del Carmen, la cittadina principale della Riviera Maya. Decidiamo di andare di sera. In taxi dal Playa Maroma sono circa 20 minuti di viaggio per 320 pesos, che al ritorno, trattando un pochino, diventano 300 pesos (circa 17 euro).
La cittadina è affollatissima di turisti. Andiamo subito, come tutti, nella quinta avenida, il viale principale della città, pieno di negozi di ogni genere, dalle piccole botteghe artigianali di prodotti locali (sempre meno dicono) alle grande catene americane di alta moda. C’è anche pieno di ristoranti, pub e non mancano i classici Starbucks. Insomma un grande ammasso di persone e locali dove trovi veramente di tutto. Siamo qua anche per comprare i souvenir, alla fine decidiamo di prenderli non in un negozietto vero e proprio di souvenir ma in una sorte di grande supermercato che vende un po’ di tutto, ci sembra che costino un po’ meno e soprattutto si riescono a vedere con maggiore tranquillità senza l’assillo di altre persone che vengono addosso.
Poco dopo mezzanotte rientriamo in hotel e ci prepariamo ad affrontare l’ultimo giorno in terra messicana.
Il volo di ritorno sarà molto meno tormentato, per fortuna, di quello di andata, si vola di notte, non è facile dormire ma comunque siamo riusciti a riposare un pochino.
Resta in ricordo di tante persone semplici, sorridenti e laboriose che abbiamo conosciuto, un hotel splendido, i simpatici coati e il mare fantastico di Contoy. Peccato davvero per le alghe in riviera Maya.