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Corfù: stregata dal frinire delle cicale

Corfù: un’isola zeppa di turisti, la meno “greca” di tutte le isole greche, l’unica isola dove abbiamo beccato un temporale in dieci anni, mare carino ma nulla di eccezionale… detta così, uno penserebbe insoddisfazione totale, e invece quest’isola mi è entrata nel cuore: sarà per le sue distese di ulivi, il suo verde, la gente sempre disponibile, il mare calmo, gli scorci spettacolari verso l’Albania, le cicale assordanti.

VOLO

Come resistere ad un volo per un’isola greca a 127 euro A/R  a testa comprensivi di tasse e bagaglio da stiva? E così già a gennaio avevamo acquistato il volo Easyjet  per Corfù.  Partenza ore 12:00 di venerdì 11 luglio, ritorno sabato 19 alle 23:30. Entrambi i voli, abbastanza colmi, sono stati puntuali, anche il ritorno, malgrado uno sciopero impellente di  Easyjet e Sea.

L’aeroporto di Corfù sorge a ridosso del mare e tipico degli appassionati di aerei è recarsi sulla penisola di Kanoni  per fotografare gli aerei in decollo e atterraggio.

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Il quantitativo di aerei è indicativo di quanti turisti ci siano sull’isola: tantissimi! L’aeroporto è decisamente troppo piccolo per il traffico passeggeri a cui è sottoposto: la sera del ritorno, quando siamo arrivati in aeroporto, la coda per i controlli usciva dalla porta!

ALLOGGIO

Tramite Booking abbiamo prenotato uno studios a Benitses. Poiché in Grecia affittiamo sempre lo scooter e non l’auto, abbiamo optato per una zona non troppo lontana dall’aeroporto, per non spendere uno sproposito in taxi (già così, per meno di 15 km, abbiamo speso 35 euro a tratta… i taxi in Grecia son cari, una delle poche cose insieme alla benzina). Benitses è una cittadina turistica ma tutto sommato tranquilla, frequentata perlopiù da famiglie e coppie (ma pare che in passato non fosse così) e dove tutta la “vita” si sviluppa praticamente sulla strada del lungomare, tra taverne e bar.

Abbiamo alloggiato al Rising Sun, un complesso di appartamentini leggermente fuori dal paese, in collina. Abbiamo prenotato con qualche titubanza, poiché inizialmente avremmo preferito alloggiare in paese, per non dover prendere lo scooter anche la sera, ma ci siamo lasciati tentare dalle foto di presentazione e soprattutto dalla piscina. Quando siamo arrivati e ci siamo trovati davanti questo:

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ogni perplessità è scomparsa. Dal nostro balcone/veranda potevamo rimirare la piscina e subito dietro il mare e, in lontananza, la costa della Grecia continentale e dell’Albania (in casa talvolta si prendeva la rete albanese). Di giorno si sentivano solo le cicale e di sera i grilli.  Pulizie giornaliere, wifi e aria condizionata comprese nel prezzo, di 294 euro per 8 giorni: un affare! Abbiamo poi chiesto di poter tenere l’appartamento un giorno in più, avendo appunto l’aereo la sera tardi, e ci è stato lasciato per 20 euro aggiuntive (ma siamo stati fortunati: c’era il pienone e abbiamo rischiato di non poterlo tenere neanche a pagamento). Insomma, l’unico lato negativo era la lontananza dal paese: il primo e l’ultimo giorno, per recuperare lo scooter, ci siamo dovuti fare una bella scarpinata di 20 minuti abbondanti, su una strada anche abbastanza trafficata senza marciapiede. Ma onestamente ne è stravalsa la pena e credo che il fascino di questo posto abbia di gran lungo contribuito a farmi innamorare di quest’isola.

MEZZI DI TRASPORTO

Ci sono diverse linee di autobus, ma noi non le abbiamo mai utilizzate. Ovunque tantissimi autonoleggi; noi abbiamo preso uno scooter, da AutoMoto, cilindrata 100, al costo di 120 euro per 8 giorni pieni, comprensivo di assicurazione. A posteriori, avremmo fatto bene a prendere una cilindrata maggiore: essendo l’isola non propriamente piatta, ci sono molte salite e tornanti e spesso abbiamo fatto fatica (diciamo pure che nei tratti più pendenti son dovuta scendere e andare a piedi). Comunque anche stavolta abbiamo messo a dura prova il bolide, con 730 km in 7 giorni… ma abbiamo fatto anche di meglio in passato! (Aneddoto: il noleggiatore ci aveva detto di passare dopo 4 giorni per fare un rabbocco gratuito all’olio; come richiesto, dopo 4 giorni siamo andati da lui… l’olio nel motorino era praticamente prosciugato. Lui allibito ci chiede: “Ma avete fatto tanti km?””Noooo… solo 500!”)

CLIMA

Corfù è l’isola più verde della Grecia… di conseguenza ci si può aspettare che sia anche la più piovosa. Per la prima volta in 10 anni di Grecia ci è capitato di trovarci nel bel mezzo di un temporale. A parte questo episodio, e un breve rovescio un’altra sera, abbiamo poi sempre avuto sole, ma con cielo mai completamente terso, e caldo nella norma. Secondo la gente del posto, comunque, si trattava di un luglio anomalo e particolarmente brutto.

L’acqua del mare era fresca ma gradevole.  All’apparenza anche poco salata.

RISTORANTI E CUCINA

Le taverne a Benitses non mancano. Noi abbiamo provato: Tony&Alex, Laopetra e un’altra di cui non ricordo il nome (situata di fianco all’ufficio di Alpha Car). Prezzi variabili tra i 28 e i 40 euro in due. Da Laopetra inoltre ci hanno sempre offerto qualcosa (una volta i caffè e un’altra il liquore di Kuhm Quat).

Oltre ai soliti tipici piatti della cucina greca (Moussaka, Souvlaki etc…) le Ionie si distinguono per loro piatti caratteristici che troverete un po’ovunque: sofrito, pastisada, bourdetto.

Sull’isola, oltre a distese di ulivi, ci sono tante piante di kuhm quat, che altri non è che il mandarino cinese, col quale fanno un sacco di prodotti, tra cui appunto un liquore che ricorda vagamente il limoncello.

ESCURSIONI

Tantissime le agenzie locali che propongono gite in barca o tour organizzati. Nella zona di Benitses le gite maggiormente proposte erano quella alle isole di Paxos e Antipaxos o quella alla Blue Lagoon (che noi abbiamo fatto, costo di 25 euro, pranzo in barca compreso).

A Paleokastritsa possibilità di giro in motoscafo privato; quasi ovunque, tra l’altro, noleggiano barche anche senza l’obbligo di patente nautica.

Per gli amanti della storia e della cultura a Kerkyra è possibile visitare la vecchia cittadella veneziana (noi ci siamo accontentati di vederla al di fuori delle mura) che è anche patrimonio dell’Unesco.

Al costo di 7 euro è possibile poi visitare l’Achilleion, il palazzo dove la principessa Sissi trascorreva la sua villeggiatura quando veniva a Corfù, isola che molto amava.

A Benitses è poi presente il Museo del Mare, dove in particolare si può ammirare una grande collezione di conchiglie da tutto il mondo (ingresso a 4 euro).

SPIAGGE E MARE

Mentre le coste settentrionali e occidentali son perlopiù caratterizzate da grandi spiagge sabbiose, con mare però  mosso (specie a ovest), a est le spiagge son pressoché inesistente, un lembo strettissimo tra la strada litoranea e il mare. Malgrado quindi questa atmosfera tutt’altro che bucolica, è qui che abbiamo visto i tratti più belli: sarà che la vicinanza al continente fa sembrare il mare (che è calmissimo) quasi un lago incastonato tra le montagne.

Discorso a parte merita Paleokastritsa, di cui parlerò meglio più avanti.

Come ovunque in Grecia, le spiagge sono libere e ci si può sistemare dove si vuole, tuttavia in tutte le località turistiche vi sono noleggi ombrelloni e lettini (a costi irrisori tipo 2 euro al pezzo); molti bar, poi, concedono l’utilizzo gratuito con la consumazione.

Diffusissimi nelle spiagge più turistiche sport e divertimenti acquatici.

Nel complesso non posso certo dire che il mare sia il punto forte di Corfù, in Grecia c’è decisamente di meglio, ma vi sono comunque degli angolini bellissimi e soprattutto ce n’è per tutti i gusti.

11 LUGLIO: PARTENZA

Atterrati in perfetto orario. Nell’attesa dei bagagli ai nastri, subito ci siamo accorti della grande presenza di Inglesi e Russi… dei primi già lo sapevamo, ma la presenza massiccia dei secondi sull’isola è stata una sorpresa.

Abbiamo dato al taxista l’indirizzo del nostro studios, ma lui non capiva dove fosse; per fortuna, dopo aver telefonato al numero di telefono indicato insieme all’indirizzo da Booking, si chiarisce le idee e in 20 minuti circa eccoci al Rising Sun. Ci ha accolto una signora palesemente non Greca (presumibilmente Inglese) che ci ha condotto al nostro studios. Come già detto, lo studios è piccolo e spartano ma l’ambiente esterno è bellissimo e subito mi sono innamorata di quel posto. Non so quante foto ho fatto durante la vacanza dalla nostra veranda-balcone.

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Ci accorgiamo in fretta di quanto è vicina l’Albania, visto che a tratti, in casa, il telefono prendeva rete albanese.

Dopo esserci sistemati rapidamente ci siamo incamminati verso il paese, dove abbiamo affittato  in tempo zero lo scooter. Adesso sì che la vacanza può avere ufficialmente inizio! Anche se, essendo già le 18 passate, ci siamo accontentati di un tuffo in piscina…

12 LUGLIO: ZONA SUD

Ci siamo diretti verso sud, lungo la strada litoranea… anche se, subito, al primo bivio, sbagliamo e ci ritroviamo su una stradina di montagna pendentissima! Tornati sulla retta via, abbiamo proseguito verso Lefkimi, dove abbiamo fatto una sosta in una taverna sulla spiaggia per il primo caffè – frappè della vacanza. Lì la spiaggia non è un granché, ci sono molte alghe.

Abbiamo deciso poi di spingerci fino alla famigerata Kavos: essa è la zona turistica inglese per eccellenza, frequentata dai giovani britannici in cerca di divertimento sfrenato; difatti è un susseguirsi di pub, discoteche, locali di lap-dance e… cliniche aperte 24 ore su 24! E a mezzogiorno c’è praticamente il deserto! Insomma un posto abbastanza orribile a meno di non essere un Inglese under 30, ma la curiosità di vederlo era troppa. Per smaltire poi il pita-gyros con cui abbiamo pranzato, ci siamo incamminati sul sentiero che conduce al monastero di Moni Panagia, ma abbiamo desistito abbastanza presto per il troppo caldo.

Al ritorno, sosta sulla spiaggia di Santa Barbara, sulla costa occidentale: spiaggione ampio e sabbioso, bello se si amano le spiagge, ma non è il nostro genere quindi ce ne andiamo subito. Optiamo invece per una sosta tra Messonghi e Boukaris: lì la spiaggia è quasi inesistente, come quasi ovunque sulla costa orientale, ma abbiamo trovato una specie di piattaforma dove sistemarci e ci siamo fatti un bel tuffo: l’acqua è bellissima e ci siamo solo noi nel raggio di centinaia di metri!

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13 LUGLIO: MONTE PANTOKRATORAS E COSTA NORD-ORIENTALE

Superata Kerkyra e proseguendo sulla litoranea orientale (attraversando quindi le località turistiche di Dassia e Ipsos) si arriva ai piedi del Pantokrator, che con più di 900 metri è il monte più alto di Corfù. Non lontano dalla cima c’è un vecchio monastero e praticamente tutti i vacanzieri ci vanno, per godersi la vista dal punto più alto dell’isola. Anche noi non siamo stati da meno, sebbene il nostro scooter non ha sopportato gli ultimi tornanti e quindi l’ultimo tratto me lo sono dovuta fare a piedi. Pali della tensione a parte, la vista da lassù è bellissima, in particolare in direzione dell’Albania, che in quel punto è davvero vicina.

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Per la strada del ritorno abbiamo poi scelto di fare un tratto della costa settentrionale, dove c’è un susseguirsi di ampie spiagge sabbiose, più o meno frequentate a seconda della zona, e in seguito la costa nord-orientale: questa è obiettivamente una delle strade più panoramiche dell’isola, gli scorci son davvero bellissimi, l’Albania è sempre più vicina e il mare sembra davvero un lago.

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La sera, dopo cena, ci siamo gustati la finale dei Mondiali in uno dei locali all’aperto di Benitses.

14 LUGLIO: PALEOKASTRITSA (SPIAGGIA) E LA COSTA OCCIDENTALE

La zona più famosa e nota di Corfù è Paleokastritsa, che è anche la più bella. Un susseguirsi di insenature, con un mare color smeraldo. Ci sono due spiagge e un porticciolo che son raggiungibili via terra, per raggiungere le altre spiaggette, invece, è necessario servirsi di un servizio di taxi boat (non ci siamo informati sul costo). Quel giorno c’era un po’ di sovraffollamento, causa grande presenza di bus turistici.

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Proprio al di sopra della spiaggia principale, su una collinetta, sorge un monastero, ancora abitato, che è possibile visitare: l’ingresso è libero (con possibile donazione) e in caso di shorts o gonne troppo corte viene data all’ingresso una gonnellona (ecco, non fate come me che l’ho scambiata per una sacca e ci stavo infilando dentro la macchina fotografica). Come tutti i monasteri greci, è abitato anche da una colonia di gatti.

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Per il ritorno, siamo saliti fino a Lakones (con tanto di ingorgo causa presenza di pullman che faceva fatica a passare per quelle stradine) da dove si gode una bella vista e abbiamo poi proseguito verso Agios Georgios, per poi tornare verso casa.

15 LUGLIO: PALEOKASTRITSA (MOTOSCAFO) E BENITSES

Siamo tornati a Paleokastritsa, con l’intento di farci un giro in motoscafo con conducente.

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Abbiamo scartato i taxi boat perché la nostra tolleranza fermi nella stessa spiaggia non supera il quarto d’ora. Il prezzo è stato di 35 euro a coppia per un giro di una mezz’oretta su motoscafo privato; il guidatore ci ha fatto un po’ da cicerone in un mix tra Inglese e Italiano.

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Quel giorno il tempo non era dei migliori, ma abbiamo deciso lo stesso di spingerci verso Ermones: pessima idea! Il cielo si è fatto rapidamente cupo e ha iniziato a tuonare. Ci siamo ritrovato in mezzo al nulla più assoluto (chiaramente in scooter e in tenuta balneare) col temporale che avanzava sempre più minaccioso.

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Ci siamo quindi infilati nel primo e unico bar, il classico bar fuori da ogni rotta turistica e frequentato solo da gente del posto, appena in tempo prima del diluvio. La situazione era surreale: noi, lì avvolti nel telo mare per non sentire freddo (la temperatura era parecchio scesa), con pioggia torrenziale e una bambina che giocando tormentava un povero gattino e ad un certo punto l’ha pure messo in braccio a Dario. Io ridevo fino alle lacrime.

L’attesa è stata un po’ lunga, quando poi ha finalmente smesso di piovere siamo rimontati a cavallo dello scooter, facendo marcia indietro e tornando a casa (qualche goccia però non siamo riusciti ad evitarla).

Essendo presto ne abbiamo approfittato per fare un salto ai resti delle terme romane (due mura derelitte, nulla più) e a visitare il museo del mare, entrambi a Benitses.

16 LUGLIO: SIDARI E LA COSTA SETTENTRIONALE

Dopo aver scollinato non con qualche difficoltà in salita, siamo arrivati a Sidari, una delle località turistiche più famose della costa settentrionale. In prossimità si trova anche il Canal d’Amour, una sorta di canale naturale che si fa strada tra le formazioni rocciose. Posto bello e suggestivo, ma affollatissimo (tra l’altro, insieme a noi, è arrivato un gruppo immenso di ragazzi sloveni…).

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Ci siamo poi spostati verso l’estrema punta nord-occidentale dell’isola, per rimirare il Capo Drastis: ci siamo accontentati di vederlo da metà sentiero, senza proseguire all’interno del parco, che è a pagamento, non perché non volessimo ma pagare ma perché faceva un caldo atroce essendo le 13 (e la strada era tutta in discesa, cioè in salita al ritorno).

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Ultima tappa del giro a nord un caffè frappè in un bar sul mare a Roda, altra località turistica del nord.

Tornando verso Benitses, essendo abbastanza presto, abbiamo fatto poi una sosta a Kerkyra, per farci un giro nei pressi della città vecchia.

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Infine, un tuffo nelle acque calme, poco prima di arrivare a Benitses.

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17 LUGLIO: IN BARCA ALLA BLUE LAGOON E A SIVOTA

Alle ore 8.30 ritrovo al porto di Benitses per partire poi, su una barca della Britannia Cruises, alla volta della Blue Lagoon e di Sivota. Prima però abbiamo fatto tappa a Kavos a recuperare altre persone: se prima sulla barca si stava discretamente, in seguito avevamo un po’ l’aspetto dei profughi, stipatissimi! Sia la Blue Lagoon sia Sivota si trovano sulla costa dell’Epiro, nella Grecia continentale. Bei colori nella Blue Lagoon, ma tante altre barche presenti.

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Più tranquilla, e anche forse più suggestiva, la spiaggia di Agia Paraskevi (Santa Venerdì), dove ci siamo fermati sia per la seconda tappa bagno, sia per il pranzo (servito a buffet sulla nave: pollo o tonno, insalata greca, pane, tsatsiki).

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Infine siamo stati fermi per un’oretta e mezza a Sivota, località turistica molto tranquilla dove faceva parecchio caldo.

Sulla via del rientro abbiamo anche visto dei delfini che seguivano la barca.

Rientro alle 18, come da programma.

Bella giornata e bella gita, ma onestamente ne abbiamo fatte di migliori; sicuramente su una barca meno affollata già ci sarebbe stata un’atmosfera diversa. Comunque per 25 euro con pranzo ne è valsa  la pena.

18 LUGLIO: COSTA SUD-OCCIDENTALE E ACHILLEION

Ci siamo dedicati alla zona di sud-ovest, l’unica che ci mancava. La prima tappa è stata a Ermones, dove saremmo voluti andare qualche giorno prima ma il temporale non ce l’aveva permesso; sosta nella spiaggia con zona ombreggiata e poi via verso Kaiser’s Throme, famoso punto panoramico dell’isola: in realtà pare renda di più al tramonto, tra l’altro la c’era un po’ di foschia. Abbiamo poi proseguito verso sud: la strada a volte si avvicina alla costa, altre volte passa più nell’interno, ed essendo esso montuoso è inevitabile che ci siano parecchie salite. Nella zona di Prasoudi ci siamo ritrovati ad attraversare una foresta di ulivi: fitta fitta, a tratti filtrava quasi appena la luce del sole, verso destra si intravedeva l’azzurro del mare, il frinire delle cicale era quasi assordante (e dovevate vedere quante ce ne erano sugli alberi!)… sembrava davvero di stare in una foresta stregata! Una sensazione stranissima!

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Dopo la consueta tappa caffè-frappè in una taverna sul mare, ci siamo diretti verso il lago Korission, trovato non senza qualche difficoltà a causa di cartelli non ben visibili. Esso più che un lago è una palude, diviso dal mare da un solo stretto lembo di terra. Qui c’è una lunga spiaggia ed essendo una zona molto ventilata è parecchio frequentata dagli amanti degli sport acquatici.

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Poiché era abbastanza presto, prima di tornare a casa siamo andati a visitare l’Achilleion, che sorgeva pochi chilometri da casa nostra. Come già detto, esso era il palazzo delle vacanze di Sissi, quindi è una vera e propria reggia con giardino, sulla cima di una collina.

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19 LUGLIO: ISOLA DEI TOPI E AGIOS IOANNIS

Potendo tenere lo studios tutto il giorno ci siamo potuti godere la vacanza proprio fino all’ultimo: quindi anche oggi in giro! Siamo andati sulla penisola di Kanoni, a sud di Kerkyra, dove sorge anche l’aeroporto: essa è anche raggiungibile tramite un ponte solo pedonale (ma qualcuno ci passa anche in scooter o quad) che divide il mare dalla laguna a ridosso dell’aeroporto. Moltissima la gente che si ferma lì anche per assistere ai decolli e atterraggi degli aerei. Io stessa son stata tutto il tempo con la macchina foto a portata di scatto.

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Dal piccolo porticciolo partono delle barche che per 2.50 euro conducono alla vicina Isola dei Topi (chissà perché si chiama così) dove sorge un monastero e dove si può stare in pace all’ombra sorseggiandosi qualcosa di fresco. Le barche non hanno orario, fanno avanti e indietro di continuo quando raggiungono un numero minimo di persone.

Su quell’isola, col mare intorno così calmo e guardando la costa verdeggiante ho quasi avuto la sensazione di essere su una delle isole Borromee del lago Maggiore!

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Dopo una sosta pita-gyros a Benitses (ma che caldo!) abbiamo fatto l’ultimo bagno in mare nella spiaggia di Agios Ioannis, che ha anche il pregio di essere parecchio ombreggiata.

E’ arrivato poi il momento di restituire il motorino… e di rifarci quindi la strada di ritorno a piedi! Alla fine passata via veloce, tranne l’ultimo pezzo tutto in salita: per fortuna che in cima ci aspettava la nostra piscina.

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Doccia, bagagli e alle 20.45 avevamo appuntamento col taxista, prenotato la sera prima direttamente di persona alla fermata dei taxi di Benitses. Alle 20.45, però, gli unici ad arrivare sono un uomo e un bambino (sorseggiante un caffè-frappè) su uno scooter; l’uomo ci dice: “I am the brother of the taxi driver, my brother has ten minutes delay”. Conoscendo le tempistiche greche ci eravamo tenuti larghi con l’orario, quindi nessun problema, anzi la scena ci ha fatto parecchio divertire e anche un po’ di tenerezza. E dopo 10 minuti spaccati il taxista è arrivato.

Aeroporto infernale, stracolmo di gente e con temperatura da bagno turco. Aereo puntuale e alle 0.30 eravamo a Malpensa. Anche le valige sono arrivate abbastanza in fretta, malgrado lo sciopero Sea che ci aveva fatto temere.

 

Anche stavolta ho lasciato un pezzetto del mio cuore su un’ isola greca. Anche se, dopo due anni nelle Ionie, benché entrambe le volte soddisfatta, inizio a sentire la mancanza dell’Egeo: il suo cielo sempre terso, i colori accesi e accecanti, il vento da nord-ovest… eh sì, mi sa che l’anno prossimo si torna lì. Ma mai dire mai: nello Ionio ci attendono ancora Zante e Lefkada…

 


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