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Channel: Diari di viaggio – Il Giramondo
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Carnival Victory: Miami-Grand Turk-Bahamas. Poca spesa e tanta resa!

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Quando trovi un’offerta della British con il diretto Malpensa-Miami a 580 euro, cosa puoi fare se non prenderlo al volo e poi costruirci sopra una vacanza??? E così è stato!

A gennaio 2012 avevamo già fatto Miami e crociera Carnival (allora fu la Destiny: Key West e Cozumel) e, con questo prezzo del volo come partenza, abbiamo deciso di ripetere l’esperienza, stavolta con un itinerario un pochino più lungo: crociera lunedì-sabato, Carnival Victory, Miami-Grand Turk-Half Moon Cay-Nassau. Prima del volo di ritorno, come l’altra volta, una tappa anche a South Beach.

La crociera è stata fantastica, l’itinerario è stupendo e i posti visitati magnifici. Miami è sempre Miami: magari non bellissima, ma ha un suo fascino, una bella atmosfera, tantissimo verde, una spiaggia spettacolare, ed è sempre un ottimo punto di partenza e passaggio a cavallo di una crociera o come tappa di una vacanza itinerante. Le Bahamas sono state una sorpresa: me le aspettavo belle, ma non così tanto! Le spiagge e il mare che abbiamo visto se la giocano con i colori delle Maldive: davvero una meraviglia!

CARNIVAL VICTORY

Rapporto qualità/prezzo semplicemente strepitoso: prezzo finito poco più di 500 euro a testa (cabina interna), per 5 notti, con all inclusive americano e quindi, oltre a poter mangiare h24, e ad avere distributori di acqua, the freddo, succhi, bevande calde e gelato inclusi 24 ore su 24, è compresa anche l’acqua a cena. Per le bibite gassate e gli alcolici era possibile sottoscrivere a bordo dei forfait illimitati a pagamento.

La Victory non è nuova (classe 2000, Fincantieri Monfalcone) ma è tenuta benissimo, lucida, pulita e confortevole. Non enorme (2.700 passeggeri), facile da girare e affatto caotica, è stata una graziosa e comoda casa galleggiante.

Impeccabile il personale: tutti grandi lavoratori, friendly ed educatissimi. Il responsabile della cabina e i camerieri del tavolo imparano i nomi il primo giorno e non li sbagliano neppure una volta. Ottima l’organizzazione Carnival.

Nota bene: compagnia americana e crociera dagli USA, quindi tutto in inglese. Comandante e ufficiali italiani, ed anche alcuni membri del personale che sapevano un po’ di italiano, ma la lingua di riferimento a bordo è unica e quindi tocca sapersi almeno un po’ arrangiare. Del resto, a bordo ci siamo quantificati come 12 italiani (8 dei quali raggruppati allo stesso tavolo a cena): toccava a noi adattarci! Per noi è stata una pacchia: gli americani si sono confermati compagni di vacanza ideali, a differenza della maleducatissima orda italica sulla MSC Preziosa dell’estate scorsa. Educati, sorridenti, rilassati, precisissimi in fila, ordinatissimi al buffet, una profusione di saluti, “sorry” e “thank you”, anche da parte degli ottimamente educati bambini.

GRAND TURK

Dopo una giornata di navigazione, al mercoledì mattina si arriva a Grand Turk, arcipelago di Turk and Caicos. Il pontile parte praticamente giusto dalla spiaggia e quindi con due passi ci si arriva. La spiaggia è bella, spaziosa, lunga e bianca e l’acqua turchese: benvenuti ai Caraibi! Parte della spiaggia stessa è di proprietà del terminal crociere e i lettini sono gratuitamente a disposizione dei crocieristi, con tante palme per chi vuol stare all’ombra ed anche un complesso con piscina e lettini (sempre a libero accesso). Ci sono un paio di bar (uno dei quali con un ambitissimo free wifi) ed è possibile, dove inizia la spiaggia libera e quindi fuori giurisdizione cruise terminal/Carnival, prenotare uscite in barca, giri a cavallo, snorkeling, etc etc, risparmiando più del 50% rispetto ai prezzi proposti per le escursioni ufficiali.

Parentesi escursioni: l’estate scorsa nel mediterraneo avevamo speso una mostruosità in escursioni, perché ce ne erano alcune che ci interessavano molto (Pompei, Etna, Cartagine) ma, in un itinerario fatto di isolette caraibiche, ne abbiamo tranquillamente fatto a meno e ci siamo arrangiati benissimo da soli. I prezzi delle escursioni, davvero eccessivi, sono l’unica nota negativa di ogni crociera, in qualsivoglia parte del mondo.

HALF MOON CAY

Il paradiso terrestre! Insenatura a forma di mezzaluna (come da nome), spiaggia bianca abbagliante e lunghissima, mare turchese incredibile: le Maldive in un altro oceano! L’isolotto è privato, di proprietà della Carnival, quindi non esiste altro modo per arrivarci se non una loro crociera, ed è abitato da 36 persone (custodi, e negozianti).

Qui si scende con i tender: la nave rimane alla fonda a pochi minuti dalla riva. Il pranzo è quindi organizzato a terra, gratis, dagli stessi cuochi e camerieri della nave: si mangia come al grill sulla nave e ci sono tanti tavoli di legno all’ombra.

Anche qui lettini a disposizione gratis per tutti. A pagamento tende/ombrellone e canoe, armadietti, etc etc. Lungo la spiaggia ci sono anche delle cabanas e delle straordinarie villette in legno con dentro persino la vasca idromassaggio: fanno parte del catalogo escursioni e possono essere affittate a prezzi folli.

Trattandosi di isola privata Carnival, anche a terra si può pagare con la carta “multifunzione” di bordo.

Nel porticciolo vive un ciccioso e simpatico lamantino, golosissimo di Sprite!

NASSAU

Capitale di Bahamas, porto crociere che può ospitare fino a 6 navi per volta (nella nostra giornata ce n’erano 4), piena di contrasti come ogni città: molto carina e curata la zona del porto, trascuratezza e anche povertà altrove. Il porto è in centro e attorno ci sono negozi anche di grandi firme, qualche bar, Starbucks, negozietti di souvenir. Non lontano ci sono anche un paio di spiagge, ma noi non ci siamo stati. A piedi siamo arrivati fino alla Scalinata della Regina, di cui avevamo letto: molto carina e storica. Al porto si può prendere il battellino/taxi (oppure il taxi proprio) per andare a Paradise Island ($4 a tratta), la lingua di terra e sabbia dove hanno costruito il mostruoso Atlantis. Lì c’è la spiaggia pubblica: stupenda, bianca, pulita, lunghissima e anche qui mare splendido. E’ possibile noleggiare lettini e ombrelloni, prendere da bere, farsi fare massaggi e treccine etc. L’Atlantis è praticamente un grosso paese e le aree comuni sono aperte a tutti, si possono attraversare per arrivare alla spiaggia e si può andare in bagno tranquillamente. Volendo ci si può fermare anche al casinò o a spendere un po’ di dollari nelle centinaia di negozi. E’ un complesso davvero pazzesco, nel bene e nel male.

MIAMI

Per la notte prima della crociera siamo tornati all’Holiday Inn Port of Miami: buon rapporto qualità/prezzo (115 euro la notte in doppia), ben tenuto, pulito, personale gentile, proprio di fronte a Bayside. La Marina è carina, vivace, piena di locali, negozi e musica. Abbiamo cenato cubano al Mambo Cafè. Ad un passo c’è l’American Airlines Arena, casa dei Miai Heat di NBA: siamo arrivati in periodo di finale e nella serata di gara 1, giocata fuori casa, nel palazzetto c’era una festa/visione collettiva su maxischermo, con tutti con maglie bianche della squadra.

Dopo la crociera invece siamo tornati a South Beach, per un giorno di “decompressione” prima del volo di ritorno. Hotel Blanc Kara, prenotato su booking.com: monolocale superior (stupendo!) a 181 euro per una notte. Defilato rispetto al casino e al centro di SoBe ma comunque in Collins Avenue e dunque a pochi metri dal mare.

Miami si è dotata di un fantastico servizio di bike sharing, che è una meraviglia per andare su e giù per South Beach: le bici si prendono usando semplicemente la carta di credito e si fa in un attimo. Le rastrelliere sono tante e poste nei punti più utili. Percorrere in bici l’infinito lungomare di Miami Beach e le sue aree verdi è uno spasso ed è anche molto comodo.

South Beach è sempre una tappa piacevole, anche se non ci passerei mai una vacanza intera, come invece fanno in molti: non trovo valga molto la pena di viverla come una costosa Rimini al di là dell’oceano per una vacanza stanziale. Imperdibile Lincoln Road, siamo tornati a mangiare da Nexxt con ottimo rapporto qualità/prezzo e porzioni mastodontiche, sempre straordinario il negozio/galleria di Romero Britto, e in una traversa c’è anche Macy’s.

CLIMA E ARIA CONDIZIONATA

Siamo partiti un po’ timorosi riguardo al tempo, sapendo che l’inizio di giugno per un clima tropicale già è troppo avanti come stagione, abbiamo incrociato le dita ed è andata bene: abbiamo trovato sì un po’ di nuvole ed un paio di acquazzoni, ma principalmente tanto tanto sole. Il tempo cambia rapidamente: una giornata limpida si può rannuvolare in un attimo, magari piove e poi torna il sole e lo stesso caldo di prima.

A Miami l’umidità e il caldo possono essere tremendi e se piove è ancora peggio: si boccheggia letteralmente. Siamo sopravvissuti e ce la siamo comunque goduta, ma in altre stagioni sicuramente si sta meglio (l’altra volta a gennaio c’erano 24 meravigliosi gradi asciutti).

Navigando verso i Caraibi fa caldissimo e il sole cuoce letteralmente, ma l’aria è meno umida e si sta bene.

L’aria condizionata merita un discorso a parte, sia sulla terra ferma che in crociera: per quanto mi riguarda, è uno dei grandi misteri americani! Che senso ha tenerla a 16-18 gradi? E per di più quando fuori ce ne sono più di 30??? E’ letale! Portarsi sempre dietro una sciarpina e/o un coprispalle/maglia a manica lunga/felpina: assolutamente indispensabile per non congelare ogni volta che si va al chiuso e non rischiare di inchiodarsi il collo o di prendersi un raffreddore gigante. Senza contare che quando poi si ri-esce e si ritrovano i 30 gradi umidi, quasi non si riesce a respirare.

VARIE ED EVENTUALI

E’ stato un bellissimo viaggio: ormai la crociera è diventata il nostro modo piacevole ed economico di unire viaggio di scoperta e vacanza di riposo in una cosa sola. Ci piacciono gli USA e amiamo il mare e le spiagge, dunque l’abbinamento Miami-Caraibi per noi non può che essere eccellente. Abbiamo visto posti bellissimi e i colori delle Bahamas ci hanno rubato il cuore: ci torneremo sicuramente in futuro!

I voli sono stati operati da American Airlines, con dei Boeing 767 vecchiotti e quindi privi degli schermini nei sedili e di prese usb o elettriche: un po’ penalizzante, soprattutto per le quasi 11 ore del viaggio di andata.

Prima di partire per gli USA bisogna sempre ricordarsi di fare online l’ESTA per poter entrare senza dover richiedere il visto e un’assicurazione sanitaria per premunirsi contro il sistema sanitario a pagamento (salato) USA: su viaggisicuri.com abbiamo speso poco più di 70 euro in due.

Alla fine il viaggio ci è costato sui 1.280 euro a testa (voli, hotel, crociera, assicurazione), più circa 150 euro a testa di extra (principalmente taxi, pasti a Miami e souvenir): proprio non ci possiamo lamentare!


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